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Superare il CONTRO vivere l’INCONTRO. Celebriamo la riunificazione del Femminile con il Maschile

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L’Associazione Il Valore del Femminile in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita nel 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa realtà drammatica ancora diffusa, organizza per il 25 novembre 2021 un incontro online per riscoprire come il Femminile e il Maschile possano camminare insieme, uniti dallo stesso spirito di sostegno e cooperazione reciproca in diversi contesti e ambiti anche professionali.

Virginia Vandini

Per essere in armonia con sé e gli altri, per costruire relazioni basate sul rispetto dove trovare interazione e accoglienza reciproca, è importante cercare un equilibrio dentro sé stessi a partire dal recupero di quell’autenticità con cui si nasce. È questa autenticità, che poi per via di condizionamenti si rischia di smarrire lungo il percorso esistenziale, ad alimentare quel bisogno dell’individuo di ripensare a quella dimenticata armonia dei contrari presente in lui come energia maschile e femminile. Energia degli opposti che è necessario riequilibrare quando si avvertono delle tensioni a livello psicocorporeo ed emozionale.

Di maschile e femminile, dell’importanza di ritrovare un giusto equilibrio tra i due aspetti che caratterizzano l’individuo in ogni suo modo di essere,  pensare e agire, si parla nel corso dell’appuntamento gratuito Superare il CONTRO vivere l’INCONTRO, Celebriamo la riunificazione del Femminile con il Maschile, che si svolge come prima accennato, online il 25 novembre 2021 alle ore 21.00, organizzato nell’ambito degli eventi e incontri  dall’Associazione il Valore del Femminile di cui è Presidente Virginia Vandini, Sociologa, Supervisor-Trainer Counselor e Costellatrice immaginale.

Partendo dal presupposto che le donne fin dagli anni Cinquanta del secolo scorso abbiano portato avanti le proprie battaglie per conquistare quei diritti troppo a lungo negati dimostrando coraggio e determinazione, tanto da giungere a ricoprire anche ruoli fino a prima solo di competenza maschile, questo appuntamento sottolinea l’importanza di unire uomini e donne, per superare il CONTRO e vivere l’INCONTRO. L’incontro tra uomini e donne viene incoraggiato attraverso la recitazione del suono del Mantra del Matrimonio Mistico che porta l’informazione ed esprime l’intento profondo di riunificare Madre e Padre per essere liberi nell’Amore.

A proposito delle figure di Madre e Padre, è con loro che ci si relaziona fin da quando si nasce e per questo non si può non tener conto di pensieri, atteggiamenti se non a partire dalla relazione che si stabilisce con queste due figure. È dalla madre e dal padre che il bambino trova le prime risposte ai propri dubbi, interiorizza i valori spirituali del proprio gruppo di appartenenza e fa esperienza della realtà esterna partendo dal processo di identificazione. E’ al rapporto con le figure di madre e padre che poi si possono riferire le relazioni con gli altri. Nella visione immaginale le figure di madre e padre sono immagini fondamento: le loro immagini vengono proiettate nelle relazioni. Così se il rapporto con la madre influenza l’ambito lavorativo e la capacità di farsi strada e affermarsi, quello con il padre influisce sulle relazioni sociali e sulle amicizie.

Tornando al bisogno di ricostruire questa armonia dei contrari a partire dall’incontro del Femminile con il Maschile, così il  poeta, saggista e filosofo oltre che critico d’arte e letterario Franco Campegiani ha risposto nel corso di una mia intervista riguardo il suo saggio filosofico “Ribaltamenti: “Una complementarità, un’armonia di contrari, una relazionalità che sembra estranea alla cultura contemporanea malata di razionalismo e di pensiero univoco, dimentica di quel dialogo interiore, ben noto al pensiero prelogico del bambino e dello sciamano, dove tutto diviene conciliabile nella più feroce inconciliabilità: notte e giorno, primavera e inverno, morte e vita, bene e male, maschile e femminile, etc.”

Questa armonia dei contrari si lega al mito, o meglio ai miti arcaici bifronti come l’Araba fenice, e infatti sempre Campegiani afferma “….del mito c’è estremo bisogno per superare l’impasse di una cultura omologata e stantia, naufragata nel Nulla e priva di entusiasmi, non più vogliosa di nuove avventure. Non sto parlando di mitologia ripetitiva e stanca, ma di mitopoiesi, di mito allo stato sorgivo. C’è bisogno di forti scosse per abbandonare la rotta del razionalismo imperante, che tutto divide, e tornare a navigare nelle acque arcigne e vivide dell’armonia dei contrari. Occorre dar corpo a una reinvenzione possente del senso della vita”.

Per l’incontro non è necessario prenotarsi, basta andare al seguente link

https://login.microsoftonline.com/common/oauth2/authorize?response_type=id_token&client_id=5e3ce6c0-2b1f-4285-8d4b-75ee78787346&redirect_uri=https%3A%2F%2Fteams.microsoft.com%2FmeetingOptions%2F&state=9b3a0679-d8cf-42e7-9905-5d0b3d0a5198&client-request-id=3bab9f7e-062e-47dc-8e27-bcf5ce5a32f6&x-client-SKU=Js&x-client-Ver=1.0.18&nonce=1d5909ff-f8d0-47be-9565-dcda6dcd7e32&sso_reload=true

 

Silvana Lazzarino

 

“Superare il CONTRO vivere l’INCONTRO

Celebriamo la riunificazione del Femminile con il Maschile”

 il 25 novembre 2021 online dalle ore 21.00

incontro gratuito

organizzato dall’Associazione Il Valore del Femminile

info: info@ilvaloredelfemminile.org

 

 

Venezia: in concomitanza con il Festival un evento per il cult movie ”Lo chiamavano Trinità”

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Venezia: l’evento culturale   “Lo chiamavano Trinità” Racconti da una magia. (1970/2020)” si svolge l’ 11 Settembre 2020 presso il Ca’ Sagredo Hotel *****L, nella sala della Musica

   A Venezia, nello storico e prestigioso Ca’ Sagredo Hotel *****L, di cui è direttore Generale la Dott.ssa Lorenza Lain, da non perdere l’appuntamento che si svolge presso la dorata Sala della Musica  per celebrare  i 50 anni del cult movie “Lo chiamavano Trinità”  l’11 Settembre 2020 con inizio alle ore 19.00.

Venezia evento per celebrare i 50 anni del film Lo chiamavano Trinità

L’evento culturale “Lo chiamavano Trinità” – Racconti da una magia  (1970/2020”, sotto  l’egida morale della Città di Venezia, in collaborazione con l’Associazione Veneziana Albergatori e l’Associazione culturale Occhio dell’Arte APS.che si svolge in concomitanza con il festival di Venezia, permetterà a quanti si prenoteranno di incontrare e ascoltare dal vivo ospiti d’eccezione, legati indissolubilmente a quell’indimenticabile successo internazionale: lo sceneggiatore, regista e scrittore Marco Tullio Barboni ( figlio di quell’ Enzo Barboni/ E. B. Clucher, che Trinità lo scrisse e lo diresse, inaugurando  una pagina indimenticabile del nostro Cinema) e il produttore cinematografico, sceneggiatore e regista Giuseppe Pedersoli (figlio di quel Carlo Pedersoli/Bud Spencer amatissimo protagonista nello Sport prima e nel Cinema poi). I due figli d’arte tra ricordi, fotografie e qualche pillola video saranno intervistati dalla giornalista e Presidente dell’Occhio dell’Arte APS Lisa Bernardini, che coordinerà una narrazione-testimonianza della profonda amicizia dei rispettivi padri, continuata poi nella generazione dei figli.

Nel film, ricordiamo che Terence Hill è l’eponimo Trinità, scanzonato pistolero vagabondo, che, riunitosi al fratello fuorilegge interpretato da Bud Spencer, si trova inaspettatamente preso tra le mire dell’avido proprietario terriero Hartmann e la comunità di pacifici mormoni che ne ostacolano i piani. Invaghitosi delle belle figlie del capo della comunità, Trinità decide di prendere le parti dei religiosi; ne segue una serie di situazioni tipiche del genere, tra colossali mangiate e scazzottate, a creare un formato dal grande successo di pubblico, fino a oggi.

Marco Tullio Barboni svelerà aneddoti nascosti legati al set e vissuti in prima persona, perché esordì appena diciottenne in qualità di secondo aiuto regista. Racconterà dettagli, particolari, episodi di quel Film che sono sconosciuti al grande pubblico poiché relativi al back stage, e descriverà l’importanza magica di alcuni incroci del caso che hanno portato alla creazione di un amatissimo capolavoro di Cinema famoso ovunque sin dagli esordi.  Giuseppe Pedersoli, dal canto suo, svelerà aspetti pubblici e privati dell’amato padre, descrivendone il carisma ed il carattere sfaccettato da uomo imprevedibile e dal temperamento affascinante, dotato per natura di prestanza fisica e talento, celebrato con affetto in ogni parte del mondo.

“Lo chiamavano Trinità” ha rappresentato l’esordio del celebre duo Bud Spencer/Terence Hill, voluto dall’intuizione di Italo Zingarelli che produsse il copione rifiutato per mesi dagli altri produttori, prevedendo per primo il potenziale popolare della formula “western + cazzotti = risate”. In quel set tutto funzionò alla perfezione: dagli attori, ai costumi, dai trucchi alle controfigure, per non parlare della colonna sonora di un allora esordiente Franco Micalizzi.   Ad accogliere gli ospiti nella sontuosa cornice della dorata sala della Musica saranno l’Assessore della Città di Venezia Simone Venturini e il Console Onorario dell’Uruguay a Venezia Claudio Scarpa, nonché Delegato per il Veneto del Grupo Consular de America Latina che ha patrocinato l’importante iniziativa. Tra il pubblico, presenzieranno anche un’altra figlia di Bud, Diamante Pedersoli, nella vita apprezzato architetto ed interior design, e la produttrice Gaia Gorrini (che di Bud è nipote). Ingresso libero con prenotazione obbligatoria.

Ringraziamenti per il supporto morale, tecnico e mediatico all’ Annuario del Cinema Italiano & Audiovisivi, all’ Associazione Compositori Musica per Film, all’eccellenza imprenditoriale italiana Damiana Fiorentini Gioielli, a Colonne Sonore – in particolare  a Massimo Privitera e ad Andrea Rurali (Direttore di Cineavatar) – e a Gp Magazine.

Silvana Lazzarino

“Lo chiamavano Trinità”

 Racconti da una magia. (1970/2020)”

Ca’ Sagredo Hotel *****L, Campo Santa Sofia 4198/99 – Ca’ D’Oro. Venezia

Ingresso libero con reservation obbligatoria

evento in linea con le disposizioni anti-Covid

modalità di prenotazione: scrivere a  casagredo@casagredohotel.com  (oppure telefonare a +39 041 2413111

 

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Marco Tullio Barboni ospite d’onore alla Rassegna” I magnifici quattro”

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Marco Tullio Barboni ospite d’onore a Castelfranco Emilia alla Rassegna” I magnifici quattro”

Sulle orme della sua famiglia che ha segnato tratti importanti del cinema italiano d’Autore, Marco Tullio Barboni, con passione e impegno, si è dedicato a questa straordinaria arte come sceneggiatore e regista. Lo zio Leonida magistrale direttore della fotografia, amatissimo da Anna Magnani, ed il padre Enzo cineoperatore, direttore della fotografia e regista con lo pseudonimo di E.B. Clucher autore di film western, lo hanno stimolato fin da bambino a frequentare i set ricoprendo ruoli di comparsa come nelle lavorazioni della “Baia di Napoli”, in “Beh Hur”, “Barabba”, “Un treno per Durango” e “Django”.

Marco Tullio Barboni

Dopo l’esordio in qualità di aiuto regista in “Lo chiamavano Trinità”, Marco Tullio Barboni, si dedica alla sceneggiatura scoprendo una straordinaria capacità nel cogliere e analizzare contesti e tessuto umano e sociale sottolineando le sfumature delle emozioni. La sua fama è legata a film di grande risalto internazionale interpretati da Bud Spencer e Terence Hill e all’indimenticabile filone degli spaghetti western. La sua professione lo ha portato a viaggiare per mezzo mondo acquisendo esperienze formative indimenticabili che lo hanno portato a soffermarsi su diversi aspetti dell’esistenza riflettendo su sentimenti e passioni che lo hanno poi portato alla scrittura letteraria.

Marco Tullio Barboni è tra gli ospiti della rassegna in programma a Castelfranco Emilia; “I magnifici quattro”, dedicata ad grandi successi del cinema italiano che hanno saputo lasciare una traccia indelebile nella storia del grande schermo. La prima serata della prestigiosa rassegna che si svolgerà il 6 agosto alle ore 21.30 in Piazza Garibaldi lo vedrà quale ospite d’onore.

Siamo contentissimi di dare il via a questa iniziativa che rappresenta la risposta dell’Amministrazione all’obiettivo di avere una piazza ‘viva’ anche ad agosto” ha dichiarato l’Assessore alla Cultura Rita Barbieri, sottolineando come “queste serate rappresentino una concretizzazione della risposta al desiderio di stare insieme anche nel dopo covid19, con una grande valenza emozionale. La nostra è una realtà sempre più viva, anche nel suo cuore pulsante: attraverso queste iniziative, attraverso la condivisione di capolavori del cinema italiano e anche grazie alla partecipazione di ospiti straordinari come Marco Tullio Barboni, tutto assume un prezioso valore aggiunto”.

Negli ultimi anni Marco Tullio Barboni è diventato un apprezzato e pluripremiato scrittore, i cui libri hanno riscosso consensi di pubblico e critica.

Sotto i riflettori, in compagnia di Marco Tullio, il 6 agosto ci sarà quell’indimenticabile cult movie, firmato dal celebre padre dal titolo “Lo chiamavano Trinità“, che proprio in questo 2020 spegne il traguardo delle 50 candeline.  All’epoca, Marco Tullio ricoprì il ruolo di secondo aiuto regista a soli 18 anni, a fianco del genitore, che senza ombra di dubbio possiamo annoverare tra i più grandi registi del cinema del nostro Paese.

Sono veramente onorato e felice di poter partecipare a questa bella iniziativa perché” – ha dichiarato Marco Tullio Barboni –  “questa serata è innanzitutto un bell’ omaggio a mio padre, ma è anche l’occasione per poter condividere con il pubblico, trasversalmente, tanti ricordi e soprattutto tanti aneddoti legati non solo a questo film, ma anche al cinema italiano più in generale, ai suoi magnifici protagonisti, dagli attori ai registi, dagli sceneggiatori ai macchinisti, dagli scenografi ai doppiatori fino agli stuntman. Quello italiano, infatti, è un grande cinema divenuto tale grazie allo straordinario mix tra artisti di rara bravura e grandi professionalità. Così come è stato per ’Lo chiamavano Trinità”.

Durante la serata, Barboni sarà al centro di una lunga intervista condotta dal giornalista Gigi Zini, dove si racconterà prendendo idealmente il pubblico per mano e portandolo proprio sul set attraverso la descrizione del “dietro le quinte” e il racconto di tantissimi aneddoti.

L’happening sarà ad ingresso gratuito, ma – nel rispetto delle vigenti normative in materia di contrasto al potenziale contagio da Covid19 – con prenotazione obbligatoria al link  https://www.eventbrite.it/e/biglietti-i-magnifici-quattro-cineincitta-lo-chiamavano-trinita-115692454245   e fino ad esaurimento posti.

Grande successo hanno riscosso i due romanzi di Marco Tullio Barboni : “…. E lo chiamerai destino” (Edizioni Kappa) dove di riflesso si parla dell’uomo sospeso tra conscio e inconscio e dell’eterno conflitto tra consapevolezza e inconsapevolezza e “A spasso con il Mago. Merlino e io” dove rivive sotto forma di sogno il suo legame con il suo adorato cane Merlino che è venuto a mancare. Riguardo questo secondo romanzo (pubblicato nel 2017 con la casa editrice Viola) da poco uscito per l’editore Paguro con una grafica totalmente nuova ed una cornice decisamente accattivante, si ripercorre, attraverso una passeggiata onirica in linea con quella che ogni sera facevano Marco Tullio e Merlino per tutto il tempo vissuto insieme, la vicenda incantata che commuove e fa riflettere, aiutando a ritrovare nel sogno lucido della narrazione un legame che a tutti gli effetti appartiene al mondo puro dell’Amore. Così i due protagonisti dialogano lasciando emergere verità non dette e stati d’animo rimasti silenti nel tempo,

Tra i premi e riconoscimenti ricevuti cda Marco Tullio Barboni con questo secondo romanzo citiamo: il Premio Speciale della Giuria al Pegasus Literary Awards Città di Cattolica, il Premio letterario Milano International nel 2018 ed  il  Premio Letterario Caffè delle Arti nel 2019. Da segnalare anche il prestigioso Premio Apoxiomeno 2017 a Firenze nella categoria Tv e Cinema.

Silvana Lazzarino

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Marco Tullio Barboni ospite ai 50 anni de “Lo chiamavano Trinità” a Lugo

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Maro Tullio Barboni ospite alla serata Amarcord a Lugo per festeggiare con successo la celebre pellicola diretta dal padre Enzo Barboni in arte E. B. Clucher, al chiostro del Carmine (piazza Trisi).

Iniziata da qualche giorno la rassegna estiva lughese che metterà in campo numerose proposte; si potranno trovare i film protagonisti dell’ultima stagione, grandi classici, pellicole pluripremiate ed anteprime. Tra gli appuntamenti più attesi della stagione,  sabato 4 luglio è toccato a ” Lo chiamavano Trinità”,  cult movie prodotto da  Italo Zingarelli (eccellenza di Lugo) che, nelle vesti di produttore lungimirante,  permise di realizzare questo film intramontabile che ha ottenuto  uno dei maggiori incassi della storia del cinema italiano, inaugurando il filone dei fagioli western,  e che ha segnato il successo della coppia attoriale Bud Spencer/Terence Hill.

Marco Tullio Barboni e Lisa Bernardini

Con “50 anni di Trinità” all’Arena del Carmine, Cinemaincentro e Lugo Music Festival hanno annunciato la loro prima collaborazione. “Lo chiamavano Trinità” ( E. B. Clucher, 1970) compie appunto 50 anni: lo si è celebrato con una proiezione all’Arena del Carmine, alla presenza eccezionale di  Marco Tullio Barboni, regista, scrittore, sceneggiatore, figlio del regista del film (al secolo E. B. Clucher era   Enzo Barboni), e della giornalista Lisa Bernardini che lo ha intervistato.  È stata anche l’occasione per ricordare e raccontare la figura di Italo Zingarelli.

Marco T Barboni intervistato da Lisa Bernardini

Emozionato l’ospite della serata, Marco Tullio Barboni, che dopo il film ha raccontato aneddoti del film e curiosità sul rapporto del suo celebre padre con Zingarelli e gli altri protagonisti di una pellicola divenuta leggendaria.

 

L’uscita ufficiale di questo film, avvenuta nel 1970 in Emilia Romagna immediatamente prima di Natale, innescò un successo senza precedenti e al di là, come si suol dire, di ogni più rosea aspettativa” – ha sottolineato alla stampa Marco Tullio Barboni sia prima dell’evento che nel corso della serata.

Ciononostante, mai avrei pensato che dopo cinquantanni (mezzo secolo!) sarei tornato in Emilia Romagna per celebrare non soltanto un successo rimasto vivo nel tempo, ma, prima ancora, l’intuito, la genialità e il talento di Enzo, di Italo, di Mario, di Carlo ed anche quello di Franco (Micalizzi) che, giovane compositore alla sua prima colonna sonora, ha meravigliosamente contribuito a rendere ‘Lo chiamavano Trinità’ un film indimenticabile per generazioni di spettatori”.

Risate a non finire per tutta la proiezione; un pubblico attento e partecipe ha apprezzato ogni ingrediente predisposto dagli organizzatori, comprese le slides di foto durante l’intervista, ricca di aneddoti e ricordi, in una location attrezzata rispettando rigorosamente le norme anti Covid. Trinity è oramai leggenda.

Silvana Lazzarino

 

Associazione culturale Occhio dell’Arte APS

www.occhiodellarte.org

 

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Svelato il mistero del sangue di San Gennaro?

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Svelato il mistero

Riceviamo e volentieri pubblichiamo
da: Achille Della Ragione <achilledellaragione@gmail.com>
Date: sab 2 mag 2020 alle ore 19:21
Subject:

Svelato il mistero del sangue di San Gennaro?

Svelato il mistero del sangue di San Gennaro

Ieri 2 maggio, in diretta televisiva, per la ennesima volta consecutiva le ampolle contenenti il sangue di san Gennaro, appena estratte dalla cassaforte, erano già allo stato liquido, come capita continuamente da anni anche durante la visita a Napoli di papa Francesco.

Bisogna concludere oramai che il prodigio (non chiamiamolo miracolo, perché anche la Chiesa non lo riconosce) ha trovato finalmente una spiegazione.

In attesa che indagini serie, eseguite da una commissione internazionale di scienziati, sulle tante ampolle di sangue, appartenenti a santi meno famosi, ma soprattutto di proprietà di nobili famiglie napoletane, possa chiarire definitivamente la natura del fenomeno, sarebbe troppo indiscreto chiedere perentoriamente di collocare una micro telecamera nella cassaforte dove sono conservate le ampolle del patrono di Napoli ed osservare se per caso durante i mesi trascorsi tra un prodigio e l’altro, lo scioglimento non si ripeta continuamente e non unicamente nelle occasioni canoniche?

Per il prestigio di San Gennaro sarebbe un brutto colpo, ma finalmente Napoli potrebbe entrare a testa alta nel mondo contemporaneo.

Achille della Ragione

Info: Bruno Mancini
Cell. 3914830355 tutti i giorni dalle 14 alle 23
emmegiischia@gmail.com

DILA

Premi Otto milioni

Antologia poetica “La ginestra sul precipizio” I poeti nei giorni della pandemia

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Antologia poetica “La ginestra sul precipizio” proposta da Anna Manna per dare voce alle emozioni dei poeti al tempo del Coronavirus. Il Progetto nasce nell’ambito delle attività culturali del Premio “ItaliaMia” di cui è presidente di giuria Neria De Giovanni.

La situazione difficile che attualmente stiamo vivendo legata alla diffusione sempre più ad ampio raggio del Coronavirus che ha obbligato i governi delle varie nazioni ad adottare misure restrittive chiudendo ogni genere di attività ed esercizi commerciali salvo quelli di prima necessità, obbligando le persone a stare a casa, ha richiesto un grande sforzo da parte di tutti. Principalmente perché da un giorno all’altro ci si è trovati a cambiare completamente le proprie abitudini sentendosi limatati sul piano personale e pratico, senza avere certezze del futuro.  Un cambiamento che ha visto adottare a parte il lavoro da casa già sperimentato in diverse aziende, nuove norme quali il non poter uscire dalla propria abitazione salvo che per fare la spesa alimentare e recarsi in farmacia, e il non potersi incontrare con alcuna persona.

Antologia La ginestra sul precipizio- in foto Anna Manna poetessa e scrittrice

Tutto questo crea smarrimento e mancanza di certezze. La propria abitazione diventa allora l’unico luogo dove ritrovare un proprio spazio, ma non è affatto semplice poiché si è creato uno strappo da quelle che erano le abitudini quotidiane, dalla cosiddetta ruotine giornaliera cui si era legati. Ritrovare quella serenità di prima diventa complesso proprio per via di questo cambiamento improvviso dovuto  alla pandemia che genera insicurezza e paura. E’ stando lontani dalla propria zona di confort, in una situazione di paura e incertezza innanzi al cambiamento e al pericolo di vita, che diventa importante ascoltare le proprie emozioni entrando a contatto proprio con quel vuoto che si respira per questa nuova situazione dove tutto è cambiato e nulla è come prima, E’ proprio il cambiamento che si sta vivendo a trasformarsi in occasione per guardare dentro se stessi e affrontare i propri alibi, le proprie paure prendendo sempre più contatto con la propria autenticità come fosse un risveglio. Questa situazione incontrollabile, ma gestibile restando entro le regole imposte dai governi attraverso restrizioni per limitare il contagio del coronavirus, invita a fermarsi e ascoltare se stessi riprendendo n mano la propria vita. Ma prima di questo ascolto interiore, come accennato è la paura, lo smarrimento di fronte a questa tempesta portata dalla pandemia.

Antologia La ginsestra sul precipizio- in foto Iole Chessa Olivares poetessa e critico letterario

Anna Manna, poetessa e scrittrice di successo a livello internazionale, partendo da questa situazione difficile che l’umanità sta vivendo, ha progettato l’idea di dare vita ad un’antologia in cui i poeti di tutta Italia, in questi giorni della pandemia, mettessero in versi le proprie emozioni legate proprio a questo momento drammatico. Come lei stessa ha affermato si tratta di un’antologia che deve racchiudere le emozioni a caldo di questi giorni…… tra. la paura, l’angoscia, la tristezza, lo sbandamento e ancora una testimonianza poetica fatta a caldo con i brividi ancora sulla pelle, senza belletti, con l’estetica in bilico la bravura in bilico, la capacità critica ferita come mai!. E’ un momento estremo mai vissuto, un’emozione globale! I Poeti sono la Voce del Mondo con la Tempesta dentro, con le energie psichiche messe a dura prova, ma anche con sollecitazioni eccezionali”.

Per questa antologia dal titolo significativo La ginestra sul precipizio”  progetto nato nell’ambito delle attività culturali del “Premio ItaliaMia”, Anna Manna ha così invitato i suoi amici poeti a descrivere la loro storia emotiva di queste settimane difficili che riguardano tutta l’umanità. A firmare l’introduzione dell’antologia in qualità di Presidente di Giuria del Premio “ItaliaMia”, fondato da Anna Manna, è Neria De Giovanni, Presidente dell’Associazione internazionale dei Critici letterari. Il titolo dell’antologia che per certi aspetti fa pensare alla poesia “la Ginestra” di Giacomo Leopardi, è stato scelto da Anna Manna in riferimento ad un suo racconto da lei scritto agli inizi degli anni Novanta “La Ginestra sul precipizio” dove vi è un invito a riflettere sul tema della fragilità della vita, sul problema della morte e di come si possa rinascere  proprio a partire da situazioni difficili.

Antologia – La Ginestra sul precipizio- in foto Corrado Calabrò poeta, scrittore, critico letterario

Famosi e meno famosi, affermati ed emergenti, i poeti che al momento hanno aderito sono stati indotti a scrivere sulla spinta di questo forte impatto emozionale dettato dal dramma che stiamo vivendo Di seguito i loro nomi: Anna Avelli, Fabia Baldi, Liliana Biondi, Luisa Bussi, Corrado Calabrò, Claudio Carbone, Jole Chessa Olivares, Sandro Costanzi, Debora D’Agostino, Clara Di Stefano, Daniela Fabrizi, Stefano Gentili, Anna Maria Giancarli, Arajan Kalco, Silvana Leonardi, Dante Maffia, Serena Maffia, Maria Rita Magnante, Liliana Manenti, Ruggero Marino, Renato Minore, Mario Narducci, Giuseppe Nasca, Elio Pecora, Maria Morganti Privitera, Angelo Sagnelli, Eugenia Serafini, Gabriella Sica, Giulia Maria Sidoti, Lorenzo Spurio, Marcia Teophilo, Vittoria Tommasoni, Michela Zanarella. A loro se ne aggiungeranno molti altri poiché l’elenco è in fase di aggiornamento dato che molti altri stanno confermando la propria adesione.

Antologia La ginestra sul precipizio- in foto Dante Maffia, poeta, scrittore, critico letterario

Anna Manna esorta quanti lo desiderino a scrivere i propri versi: “A voi la parola amici. Le parole, le emozioni da scrivere, subito, adesso, prima che la ragione renda tutto un evento fronteggiato. Scrivete!” La vostra casa diventi come l’antro della sibilla!”. Un invito a scrivere dentro le pareti della propria casa che da prigione deve diventare la propriacasa interiore” in cui ritrovare la propria autenticità di sentimenti e stati d’animo. I poeti scriveranno poesia “sul precipizio della propria anima” proprio nel momento estremo vissuto dalla società nella sua globalità. Ma se questa pandemia rappresenta una tempesta che trascina via tutto, è forse indicativa per giungere ad un risveglio globale passando attraverso il dolore, la paura, lo sconforto per rinascere e guardare al futuro con altri occhi.

Ad aprire l’antologia sarà la lettera che il poeta e scrittore Lorenzo Spurio ha inviato ad Anna Manna per rispondere a questo invito poiché in questa lettera  è sintetizzato lo stato d’animo e la sensibilità del poeta investito dall’evento drammatico che ha coinvolto il mondo intero. A chiudere la raccolta poetica è il testo del giornalista Goffredo Palmerini con un commento che probabilmente resterà nella storia del giornalismo e della poesia per la situazione particolare e la risposta così immediata dei poeti.La pubblicazione dell’antologia è prevista per il mese di febbraio 2021

Il volume sarà presentato in anteprima di stampa nell’anniversario dell’avvio della Pandemia nel Marzo 2021 presso l’Università di Roma “La Sapienza” al Centro di documentazione europea A. Spinelli. All’incontro sarà presente la stampa.Successivamente un’atra presentazione sarà organizzata presso una sede istituzionale prestigiosa.

Silvana Lazzarino

 

LA GINESTRA SUL PRECIPIZIO

I poeti nei giorni della pandemia

Antologia a cura  di Anna Manna

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Pegasus Literary Awards Premio letterario Internazionale Città di Cattolica

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E’ giunto alla 12° edizione il Premio letterario Internazionale Città di Cattolica – Pegasus Literary Awards, definito dalla stampa l’oscar della letteratura italiana

Pubblicato il verbale della 12^ edizione del Premio letterario Internazionale Città di Cattolica – Pegasus Literary Awards, definito dalla stampa l’oscar della letteratura italiana. Il concorso patrocinato dalla Regione Emilia Romagna e dal Comune di Cattolica è una delle maggiori manifestazioni conosciute a livello internazionale per la qualità dei contenuti. Organizzato dall’Associazione Culturale Pegasus di Cattolica è oggi il più grande premio popolare italiano ed uno dei maggiori d’Europa. La Kermesse si occupa di rilanciare la cultura letteraria stimolando la creatività dei giovani e dei meno giovani, nonchè di scoprire nuovi talenti, occupandosi nel contempo di celebrare coloro che negli anni si sono particolarmente distinti in campo culturale. Oltre a giovani autori e a case editrici emergenti, hanno partecipato alla competizione i grandi marchi editoriali, tra i quali. Mondadori, La nave di Teseo, Harper Collins, Curcio ecc.

Molti gli autori provenienti dall’estero Spagna, Venezuela Brasile, Stati uniti, Inghilterra. Il primo Premio per la narrativa edita, è stato assegnato a Franco Forte e Scilla Bonfiglioli con il Best sellers “La bambina e il nazista” (Mondadori). Il Trofeo Pegasus va a Roberto Pazzi con l’opera “Un giorno senza sera” (La nave di Teseo). Tra i premi della Critica spiccano i nomi di Antonio Pascotto giornalista Caporedattore di newmediaset con l’opera  “Il mondo senza internet” (Male edizioni).

Tra i premi speciali fuori concorso segnaliamo Michele Cucuzza con “Fuori dalle Bolle” (Curcio editore) Book of the year, la star internazionale Joe Jackson con “Gravità Zero – un viaggio nella musica” (Volo libero) il giornalista Andrea Scanzi premio speciale per la comunicazione, L’autore Televisivo Aldo Dalla Vecchia con il Premio alla carriera, il giornalista Santo Pirrotta con il premio speciale giornalista dell’anno. Lo scienziato Sergio Bartalucci con il premio speciale per la fisica. A causa dell’emergenza Covid-19 la cerimonia di premiazione prevista per il 18 aprile è stata rinviata a data da destinarsi.

Ufficio stampa Pegasus

 

Premio “la Voce del fiume” 1 edizione per valorizzare la cultura in Basilicata

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Premio alle eccellenze lucane tra cui il Dr.Domenico Tripaldi, e la Dott.ssa Patrizia Minardi, e alle eccellenze di altre regioni d’Italia tra cui Lisa Bernardini Presidente dell’Associazione Occhio dell’Arte APS di Anzio; Umberto Garibaldi, Anthony Peth e  Imma Battista

Premio “la Voce del fiume” presentato dalla giornalista Annamaria Sodano

La Dimora di charme “La Voce del fiume” e l’imprenditrice Rocchina Addobbato, particolarmente attenta a valorizzare le eccellenze del territorio ma non solo, hanno aperto qualche giorno fa le porte alla cultura, all’informazione, alla musica e alle amministrazioni “illuminate”, organizzando la prima edizione del Premio “La Voce del fiume”.

Premio La voce del fiume. Da six  Anthony Peth – Imma Battista – Mariella Anziano – Rocchina Adobbato – Annamaria Sodano – Lisa Bernardini – Patrizia Minardi – Domenico Tripaldi – Franco Rina

Nella splendida cornice storica del palazzo ottocentesco dove Rocchina abita e che ospita uno dei B&B più particolari della Basilicata, incastonato nel cuore del borgo medievale di Brienza, hanno ricevuto assegnato il premio omonimo, presentato dalla giornalista Annamaria Sodano, una rosa di professionisti scelti per l’occasione. Tra le eccellenze lucane, figuravano tra gli assegnatari dell’award il Dr. Domenico Tripaldi, Direttore Generale del Dipartimento Programmazione e Finanze della Regione Basilicata, e la Dott.ssa Patrizia Minardi, Dirigente dell’Ufficio Sistemi Culturali e Turistici, Cooperazione Internazionale della Regione Basilicata. Premiato anche Franco Rina, Direttore e Fondatore del Festival Cinematografico Internazionale “CinemadaMare”.

Per le eccellenze provenienti da fuori regione, gli assegnatari della prima edizione de “La Voce del Fiume” sono stati la giornalista Lisa Bernardini, Presidente dell’Associazione Occhio dell’Arte APS di Anzio; Umberto Garibaldi, Direttore “Red Carpet” (assente giustificato); Mariella Anziano nelle vesti di Capo Servizio Tgr Lazio; il conduttore radio televisivo Mediaset Anthony Peth; infine, Imma Battista, stimato Direttore del Conservatorio di Musica “Giuseppe Martucci” di Salerno

“L’ happening è stato organizzato in collaborazione con la Banca Monte Pruno, ed è stata l’occasione per promuovere il territorio e le sue peculiarità. Sono emozionata e felice di aver sostenuto e creduto in questa manifestazione” – ha dichiarato soddisfatta a fine evento la Dott.ssa Rocchina Adobbato. Tra gli ospiti della serata, in veste a turno anche di premianti, il Direttore generale BCC Monte Pruno Michele Albanese, il Vicedirettore Generale Cono Federico e Valentino Di Brizi,  Presidente dell’ Associazione imprenditori del Vallo di Diano. Presenti e coinvolti attivamente perfino tre sindaci del territorio lucano : Antonio Giancristiano sindaco di Brienza; Marco Zipparri, primo cittadino di Marsicovetere; Michele Laurino, primo cittadino di Sant’Angelo Le Fratte.

Lo Chef stellato Antonio Lopardo   ha intrattenuto gli ospiti per una degna conclusione di serata  all’insegna di una tipica cena lucana.

 Silvana Lazzarino

 

Wegil Roma: “L’invisibilità non è un superpotere”. Foto e lastre per dire no alla violenza sulle donne

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Wegil Roma. L’invisibilità non è un superpotere. La mostra a cura di Marzia Bianchi con Fondazione Pangea – REAMA, è in corso fino al 6 febbraio 2020

Di portata nazionale e non solo, quello della violenza sulle donne è un tema doloroso che riguarda tutta la società. Risuona come un grido di dolore, disperazione, solitudine, come un grido di aiuto,, trattato dalle pagine della cronaca nera e dai talk show televisivi del dolore con parole e immagini che commuovono e fanno riflettere, ma che poi al di fuori di questi canali resta nell’ombra. Vittime di violenze, la maggior parte delle donne si trovano nell’impossibilità di reagire e trovare la forza per dar voce ad un dolore non solo fisico, ma anche morale con cui sono costrette a convivere. Un dolore che ferisce fuori e dentro, nel corpo e nell’animo, fino a diventare un peso insopportabile se alla lunga si resta da soli.

Wegil Roma. L’invisibilità non è un superpotere mostra di foto e radiografie

A restituire entro un contesto artistico di forte impatto visivo ed emotivo, visibilità a questa realtà drammatica che ancora si nasconde silenziosa negli ambienti dove manca il rispetto e la libertà di essere se stessi, è la mostra “L’INVISIBILITÀ NON È UN SUPER POTERE, Fotografie e lastre per dire no alla violenza sulle donne” che è stata inaugurata a Roma WeGil in Largo Ascianghi 5, il 16 gennaio 2020 alle ore 18.30,  cui hanno collaborato Pangea – Reama, l’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma e l’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano. All’anteprima per la stampa svoltasi il 16 gennaio alle ore 11.00 sono intervenuti Giovanna Pugliese, Assessora al Turismo e Pari opportunità della Regione Lazio,; Alessio D’Amato, assessore alla Sanità e Integrazione Socio-Sanitaria della Regione Lazio; Simona Lanzoni, Vice Presidente Fondazione Pangea Onlus e coordinatrice di Reama; Marzia Bianchi, fotografa, curatrice e collaboratrice Pangea – Reama; Maria Grazia Vantadori – Chirurga, referente Casd – Centro Ascolto Soccorso Donna dell’Ospedale San Carlo e componente Reama; Fabrizio d’Alba, Direttore Generale Azienda Ospedaliera San Camillo – Forlanini e l’attrice Francesca Reggiani.

Wegil Roma. L’invisibilità…mattonelle di Marzia Bianchi

Promossa dalla Regione Lazio e organizzata da LAZIOcrea in collaborazione con la Fondazione Pangea Onlus, promotrice di Reama, la rete per l’Empowerment e l’auto mutuo aiuto per le donne vittime di violenza, l’esposizione, “L’INVISIBILITÀ NON È UN SUPERPOTERE” curata da Marzia Bianchi con Fondazione Pangea – REAMA, presenta 10 fotografie e 10 radiografie che raccontano il mondo di dolore e silenzio in cui vivono le donne vittime di violenza. Autrice delle fotografie è Marzia Bianchi, fotografa e collaboratrice di Pangea – Reama, che ispirandosi alle parole delle donne accolte dallo sportello antiviolenza on line di Reama (www.reamanetwork.org), ha trasformato la narrazione in immagini. Alle fotografie sono affiancate, in totale anonimato delle radiografie gentilmente concesse dall’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma e dall’ ASST Santi Paolo e Carlo di Milano, effettuate alle donne arrivate nei Pronto Soccorso e che hanno dichiarato di aver subito violenze.

Wegil Roma. L’invisibilità…pescerossoweb_credits -®Marzia Bianchi

Così afferma la fotografa Marzia Bianchi:” L’invisibilità non è un superpotere… vuole dunque rompere il muro di silenzio che coinvolge le donne che hanno subito violenza: nella mostra sono i loro corpi, le loro lesioni a parlare, intrecciando singole storie in un unico racconto. Le vite delle donne sono diverse eppure lo schema della violenza si ripete, prevalentemente a opera di un compagno, familiare o conoscente”.

Simona Lanzoni, vice presidente di Fondazione Pangea e coordinatrice della rete Reama. sottolinea come la mostra sia l’occasione per noi di svelare quello che molto spesso le donne non riescono a dire o nominare una volta giunte al pronto soccorso. Però i corpi, le lesioni parlano per loro e raccontano di vertigini di orrore quotidiano. Chi accoglie deve saper decodificare i silenzi e attribuire la giusta dimensione alle lesioni incompatibili con quanto narrato”.

L’invisibilità…non è un superpotere…

Mariagrazia Vantadori, chirurga dell’ospedale San Carlo Borromeo, nonché referente del Casd, Centro Ascolto Soccorso Donna del San Carlo ha evidenziato come i tanti anni di attività lavorativa e di esperienza sul campo, l’abbiano portata a decodificarele loro lesioni, ad andare oltre il non detto e ad aiutare le donne a orientarsi per uscire dalla violenza con il sostegno della rete territoriale e dei centri antiviolenza. Far capire loro che quanto accaduto non deve ripetersi mai più e che non sono sole è essenziale e in tal senso i presidi sanitari sono uno snodo importantissimo della rete”.

 L’esposizione nasce dall’esperienza ventennale di Fondazione Pangea che ha incontrato migliaia di donne in tutto il mondo e dall’incontro tra la Dr.ssa Maria Grazia Vantadori, chirurga nonché referente CASD – Centro Ascolto Soccorso Donna dell’Ospedale San Carlo e componente della rete Reama, e la fotografa Marzia Bianchi, collaboratrice di Pangea – Reama. Dopo la tappa romana la mostra sarà ospitata in altri luoghi del Lazio a partire dalla Provincia di Frosinone dal 6 al 27 marzo 2020.

Silvana Lazzarino

 

 L’INVISIBILITÀ NON È UN SUPER POTERE

Fotografie e lastre per dire no alla violenza sulle donne

a cura di Marzia Bianchi con Fondazione Pangea – REAMA.

WeGil – Largo Ascianghi 5, Roma

orario: tutti i giorni 10.00-19.00

Inaugurazione  16 gennaio 2020  ore 18.30

16 gennaio – 6 febbraio 2020

ingresso libero

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