Péter Korniss al Museo di Roma in Trastevere

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 I suoi scatti in mostra fino al 2 giugno raccontano la scomparsa della cultura contadina ungherese

Ha saputo come pochi catturare la realtà riferita alla cultura contadina ungherese in via di estinzione  di cui ha restituito usi, costumi di una popolazione legata a tradizioni che si perdono nel tempo. Al suo sguardo attento non è sfuggita la dura vita dei pendolari con particolare riferimento a András Skarbit che ha seguito per oltre un decennio. Questo è parte del lavoro svolto da Péter Korniss (Kolozsvár, Románia, 1937) tra le figure più significativi della fotografia contemporanea ungherese, cui è dedicata un’interessante esposizione  negli spazi del Museo di Roma in Trastevere dal 10 aprile al 2 giugno 2019.

Peter Korniss_Madre e bimba_Mother and Babe-in-Arms_1973

Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata dall’Ambasciata di Ungheria, Accademia d’Ungheria in Roma e Galleria Vàrfok di Budapest, la mostra dal titolo “Transiszione” arriva a due anni di distanza dall’ottantesimo compleanno del fotografo e dalla retrospettiva monumentale a lui dedicata dalla Galleria Nazionale Ungherese. L’esposizione a cura di Krisztina Kovács, direttore della Galleria Várfok di Budapest, attraverso un percorso cronologico diviso in quattro sezioni dove è dato risalto agli scatti più emblematici  dell’autore, restituisce la progressiva scomparsa della tradizionale cultura contadina nell’Europa orientale in seguito alla globalizzazione .

Con occhio attento e snsibile, Péter Korniss ha rappresentato i cambiamenti e i segni irreversibili che proprio la globalizzazione ha lasciato sulla cultura e sulla vita familiare delle comunità dei villaggi rurali. Il percorso espositivo segue cronologicamente l’attività del fotografo e reporter dalla fine degli anni Cinquanta al 2017: dai primi scatti del villaggio ungherese della Transilvania Szék (in romeno Sic), realizzate nel 1967, alla più recente e concettuale serie Guest Worker Women a Budapest (2014-17).

Ad aprire il percorso “Il passato 1967 – 1978” cui segue “Transizione 1989 – 2016”; alla vita dei pendolari tra la Transilvania e l’Ungheria è dedicata la terza sezione “The Guest Worker” la più nota, e il primo progetto fotografico a lungo termine realizzato nello scenario fotografico ungherese. Si tratta di opere realizzate tra il 1979 e il 1988, diventate ormai pietre miliari della fotografia – come la celebre immagine degli Armadietti per alimenti degli operai – la cui potenza espressiva offre ancora oggi spunti validi per gli artisti contemporanei ungheresi.

Peter Korniss_ Di fronte alla stazione ferroviaria occidentale di Budapest_In Front of the Western Railway Station_1984

A chiudere il percorso la quarta e ultima parte “Guest Worker Women a Budapest 2012 – 2015”, con le fotografie più recenti dell’artista dedicate alle donne transilvane provenienti dal comune Szék (in romeno Sic), che lavorano a Budapest indossando ancora oggi i loro abiti tradizionali rossi. Una forte sensibilità artistica quella di Péter Korniss:che si è rinnovata nel tempo.

La serie The Guest Worker (1988) è stata il primo progetto fotografico a lungo termine nella scena artistica ungherese ed è stata esposta in tutto il mondo, tra cui Monaco di Baviera, Stati Uniti, Praga, Bratislava, e una selezione è stata anche in mostra alla Royal Academy of Art di Londra.

Come fotoreporter per la stampa ungherese Péter Korniss. come per altre riviste internazionali, tra cui il National Geographic, GEO Magazine, Airone, Fortune e Forbes. Dal 1977, è stato membro della giuria del World Press Photo per tre anni.

Diversi e importanti sono i libri pubblicati sui suoi progetti tra cui: “Heaven’s Bridegroom” (1975), “Passing Times” (1979), “The Guest Worker” (1988), “Inventory” (1998), “Attachment” (2008) e “Continuing Memories” (2017).

Le sue fotografie sono presenti in diverse collezioni di gallerie e musei di sedici paesi tra cui il: Museo Ungherese della Fotografia (Kecskemét, Ungheria), Musée Nicephore Niépce (Chalon-sur-Saône, Francia), National Science and Media Museum (Bradford, Regno Unito), Museo Déri (Debrecen, Ungheria), Museo Laczkó Dezső (Veszprém, Ungheria), Galleria Nazionale Ungherese (Budapest, Ungheria), Getty Research Center (Los Angeles, Stati Uniti), The Archive of Modern Conflict (Toronto, Canada).

Silvana Lazzarino

Péter Korniss: Transizione

Luogo   Museo di Roma in Trastevere,

Piazza S. Egidio,1/b 00153 Roma

Orario: da martedì a domenica ore 10.00 – 20.00

La biglietteria chiude alle ore 19.00

Chiuso lunedì (ad eccezione di lunedì 22 aprile 2019, giorno di Pasquetta in cui il museo darà aperto al pubblico), 1 maggio.

Per informazioni: 060606 (tutti i giorni 9.00-19.00)

dal 10 aprile al 2 giugno 2019

 

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MICHELE BRUCCHERI PUBBLICA “LA SETTIMANA SANTA DI SERRADIFALCO”

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La monografia verrà presentata domenica 7 aprile presso la Sala della Comunità della Parrocchia San Leonardo Abate. Il direttore: “Per far conoscere di più e meglio”

Dopo il successo de “Le mie interviste ai Vip” presentato nel gennaio dello scorso anno a Serradifalco a Palazzo Mifsud, MICHELE BRUCCHERI, giornalista di grande spessore  e sensibilità, nel restituire caratteri, idee e temperamento di protagonisti del mondo della politica, della cultura e dello spettacolo, presenta la sua undicesima monografia dedicata a Serradifalco tra usanze e storie legate ad un momento particolare dell’anno.

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La monografia “La Settimana Santa di Serradifalco che verrà presentata domenica 7 aprile 2019 alle ore 20,00 presso la Sala della Comunità della Parrocchia San Leonardo Abate, vedrà accanto all’autore, direttore responsabile del proodico di informazione “La Voce del Nisseno”, l’alternarsi di diversi relatori quali: l’arciprete Giovanni Galante, il sindaco Leonardo Burgio, il sociologo Pasquale Petix, editorialista de La Voce del Nisseno, e il presidente Giuseppe Di Forti (Banca Sicana).

Michele Bruccheri, ha voluto dedicare queste pagine alla settimana Santa vissuta dal suo paese, sottolineandone tradizioni religiose e folcloristiche tra processioni, canti, preghiere, teatro e musica, senza dimenticare di tratteggiare personaggi interessanti. Nella prefazione così scrive il giornalista: “Ogni anno, il mio amato paese accoglie migliaia di persone in occasione della Settimana Santa. Era, da parte mia, giusto e doveroso raccogliere le notizie principali per far conoscere di più e meglio”. Si va dalla Domenica delle Palme all’Ultima Cena, dal Processo alla visita ai sepolcri e al viaggio dei santi, dalla Real Maestranza alla Scinnenza,  per arrivare alla via Crucis del Venerdì Santo.

Sono presenti nel testo anche due brevi contributi scritti, firmati dall’arciprete Galante e dal sindaco Burgio. Così padre Galante scrive nel passaggio finale: “Coltivare le tradizioni, purificarle da incrostazioni improprie, trasmetterle con cura e competenza, è opera meritoria per la salvaguardia della identità culturale di un popolo. Merita il ‘grazie’ sentito della comunità”.

Michele Bruccheri,

Il Sindaco Burgio afferma: “Sapere che da oggi abbiamo una monografia che narra gli aspetti principali della Settimana Santa di Serradifalco è molto bello. Ci consentirà di far conoscere ulteriormente la meraviglia di questo impegno che mobilita la nostra collettività serradifalchese”.

Questo supplemento monografico è dedicato alla memoria dei Maestri Cataldo Lalumia e Andrea Maida, due professionisti della musica morti prematuramente. Ai familiari verrà consegnata una targa, voluta fortemente dal giornale che nei giorni scorsi ha festeggiato i suoi primi diciassette anni. Nel corso dell’evento culturale non mancheranno le sorprese. Inoltre al termine dell’evento, ai presenti, verrà distribuita gratuitamente la rivista. Il supplemento monografico è stato realizzato con il supporto di preziosi sponsor.

Nella Chiesa Madre di San Leonardo Abate, edificata nel 1740 ,consacrata nel 1845 da Mons. Stromillo, primo Vescovo della Diocesi di Caltanissetta, sono presenti tra gli altri al suo interno oltre alla statua lignea di San Leonardo Abate, presente nell’altare maggiore,  realizzata nel 1662 dallo scultore palermitano Giancarlo Viviano, il bassorilievo con la “Pietà” di Leopoldo da Messina e la sacra Urna con il Cristo Deposto di Francesco Biangardi (Napoli 1832- Caltanissetta 1911) utilizzata per i riti sacri legati al venerdì Santo. La settimana Santa a Serradifalco è vissuta come un momento di alta religiosità tra celebrazioni, cortei, la processione con il crocifisso, in cui è fortemente sentito il dolore della Passione, ma altrettanto avvertita la gioia della resurrezione quale rinascita.

Michele Bruccheri ha lavorato oltre che per i due principali quotidiani della Sicilia “La Sicilia” e “Il Giornale di Sicilia” anche come direttore e addetto stampa per alcuni enti comunali, come corrispondente e caporedattore per alcune emittenti televisive private e ha realizzato numerosi reportage televisivi tra cui: “Serradifalco: salotto del Nisseno” e “Padre Nino, vescovo missionario”. Diversi sono i premi e riconoscimenti ricevuti tra cui il riconoscimento nell’ambito del premio “Noi Serradifalchesi” nel 1999 e il Premio al Photofestival Attraverso le Pieghe del tempo diretto da Lisa Bernardini, Anzio (RM) luglio 2017, per la Categoria informazione periodici accanto a nomi noti del giornalismo italiano come Amedeo Goria.

Silvana Lazzarino

 

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Sigmund Freud e Ludwig Pollak : a Roma un convegno tra ebraismo, archeologia e collezionismo

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Nell’ambito della mostra su Ludwing Pollak, un interessante convegno a Palazzo Braschi  il 7 aprile alle ore 10.00, ripercorre  alcuni aspetti meno noti del suo legame con Sigmund Freud

Nell’ambito della mostra su Ludwig Pollak in corso al Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco e al Museo Ebraico di Roma, da sottolineare l’interessante convegno  “L’ossessione per l’antico. Sigmund Freud e Ludwig Pollak tra ebraismo, archeologia e collezionismo che si svolge il 7 aprile alle ore 10.00 presso il Salone d’onore di Palazzo Braschi ad ingresso libero.

Convegno, L’ossessione per l’antico. Sigmund Freud e Ludwig Pollak tra ebraismo, archeologia e collezionismo

Al centro del convegno, promosso e organizzato da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale, dalla Società Psicoanalitica Italiana e dall’Istituto Italiano di Studi Germanici, è il legame di amicizia tra Pollak e Sigmund Freud, che con il grande archeologo condivise la passione archeologica, la radice ebraica e la cultura ebraico-tedesca della grande Vienna.

Ad aprire il convegno, i saluti istituzionali di apertura di Anna Maria Nicolò, Presidente della Società Psicoanalitica Italiana; Ruth Dureghello, Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Roberta Ascarelli, Presidente Istituto Italiano di Studi Germanici e Claudio Parisi Presicce, Direttore dei Musei Capitolini, cui seguono diversi interventi volti a sottolineare l’altro aspetto meno noto del Freud collezionista e il percorso che ha portato Pollak a cercare il senso di questa sua passione approfondita durante i suo studi tra Praga e Vienna.

Il convegno vuole mettere in luce il valore del contributo fornito dalla nascente disciplina archeologica alla formazione della teoria psicoanalitica e l’importanza della stessa archeologia nella vita di Freud. Vengono inoltre affrontati i temi della passione collezionistica, che caratterizzò i decenni a cavallo  tra XIX e XX secolo, e della cultura ebraica di lingua tedesca, che eccelse in molti campi della scienza e dell’arte contemporanea.

 

Silvana Lazzarino

CONVEGNO

“L’ossessione per l’antico,

 Sigmund Freud e Ludwig Pollak tra ebraismo, archeologia e collezionismo”

Museo di Roma di Palazzo Braschi

Piazza Navona, 2; Piazza San Pantaleo, 10

7 aprile ore 10.00,  Ingresso gratuito, per  Info: 060608

 

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Fieramilanocity MiArt, partecipa la Galleria Sara Zanin e Evgeny Antufiev

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Fieramilanocity,  la 2o Sara Zanin Gallery di Roma presente nel Padiglione 3, Stand B22 con l’opera dell’artista Antufiev dal 5 al 7 aprile 2019

Fieramilanocity,  Arte contemporanea, moderna e design sono protagoniste alla Fiera MiART di Milano, in cui è dato spazio ad un possibile dialogo tra le diverse sfumature espressive, esplorando le relazioni tra il passato e il presente legato alla creatività. Un’occasione in cui al pubblico viene presentata la più ampia offerta cronologica, dall’arte dell’inizio del secolo scorso fino alle opere delle generazioni più recenti. La fiera che apre al pubblico dal 5 al 7 aprile 2019 in Viale Scarampo, 9 a Milano, presenta diverse sezioni tra cui: “Established Masters” dedicata alle gallerie che presentano opere d’arte realizzate entro l’anno 1999, in una selezione che spazia dai maestri dell’arte moderna fino agli artisti oggetto di una riscoperta attuale, “Established Contemporary” dedicata alle gallerie di primo mercato che presentano i linguaggi

Evgeny Antufiev
alla MiART con la Galleria Sara Zanin

maggiormente legati alla contemporaneità, dai classici odierni alle produzioni nuove e recenti e “Generations” sezione ad invito in cui due gallerie sono chiamate a creare un dialogo tra due artisti appartenenti a generazioni diverse collaborando ad uno stesso progetto espositivo.

A MiART partecipa anche la Galleria Sara Zanin di Roma (Roma, Via della Vetrina 21) presente nel Padiglione 3, Stand B22 con l’opera dell’artista EVGENY ANTUFIEV che entro una diversa ottica restituisce una uova percezione del rapporto tra presente e passato, tra l’uomo e la natura, l’uomo e la sua storia.

Le sue opere tra oggetti che rimandano ad utensili, o statuine con richiami al culto e ai simboli, proiettano entro un percorso in cui recuperare il passato dell’uomo tra appartenenza e origini attraverso una ricerca che guarda a iconografie simboliche di culture arcaiche lontane di cui rimane traccia. Sono sculture in legno intagliato, fusioni, terracotte tutte connesse a iconografie simboliche, rinvenibili nei riti religiosi e pagani delle culture arcaiche. Da ricordare il significato legato all’iconografia funeraria che Antufiev esplora e ri-anima con il suo peculiare sguardo, declinando una “invocata immortalità” elemento basilare in tutta la sua ricerca artistica.

Le opere di Antufiev riflettono identità ibride, capaci di generare assonanze tra mondi e culture differenti, filtrate dalla cultura visiva del suo paese di provenienza (la Siberia) e dalla tradizione artigianale russa nel trattamento dei materiali.

Si tratta di figure arcaiche e simboliche a richiamare tradizioni e culture distanti, e in questo lo spettatore è portato a fare un salto nel passato e in luoghi distanti, per recuperare pensieri legati a popolazioni lontane percepite come parte della storia. Rappresentazioni di figure, oggetti che richiamando ad abitudini e tradizioni distanti nei secoli, rimettono in gioco il concetto di esistenza aprendo a sensazioni nuove che fanno ripensare al ritorno ad un legame più diretto con la realtà naturale e l’ambiente circostante.

Silvana Lazzarino

 2o Sara Zanin Gallery

@Miart 2019

EVGENY ANTUFIEV

Padiglione 3, Stand B22

Fieramilanocity – Viale Scarampo – 20149 Milano

5 – 7 aprile 2019

venerdì e sabato ore 12.00 – 20.00

domenica ore 11.00 – 19.00

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BR11 Don Backy – Più fine che amore

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BR11 Don Backy – Più fine che amore

BR11 Don Backy legge la poesia “Più fine che amore” scritta da Bruno Mancini

BR11 Don Backy – Più fine che amore

BR11 Don Backy – Più fine che amore
Le votazioni web termineranno il 10 Ottobre 2019

La proclamazione dei brani vincitori avverrà tra il 13 e il 17 Novembre 2019, e cioè durante il Bookcity #BCM19

La cerimonia di premiazione avverrà entro il mese di gennaio 2020

Brani finalisti premio recitazione “Otto milioni” 2019

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BR11 Don Backy – Più fine che amore

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Otto milioni 2019 – Premi di poesia, narrativa, musica, arti grafiche, giornalismo

Dichiarazioni iscrizioni premi “Otto milioni” 2019

Regolamenti partecipazioni premi “Otto milioni” 2019

Bandi completi premi “Otto milioni” 2019

Regolamento partecipazione premio Recitazione “Otto milioni” 2019

Dichiarazione iscrizione premio Recitazione Otto milioni 2019

Brani finalisti premio Recitazione “Otto milioni” 2019

Classifiche premio Recitazione “Otto milioni” 2019

BR11 Don Backy - Più fine che amore Vota questo brano finalista della sezione "Recitazione" del Premio "Otto milioni" 2019 ideato da Bruno Mancini ed organizzato dall'Associazione culturale "Da Ischia L'Arte - DILA
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Premi “Otto milioni” edizione 2018

Premio internazionale Otto milioni

DILA

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Premi Otto milioni

ideati da

Bruno Mancini

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Una poesia di Bruno Mancini
Dalla raccolta “La mia vita mai vissuta”
Cicala – Formica

Inviperiti,
i racconti che non ho mai scritto
mi offendono
nel bagno a mezzogiorno
mentre civetto a radermi la barba,
in auto con lo stereo
durante il breve tratto fra l’ufficio e casa,
al bar di Gilda
nella stradina che conduce al porto,
a notte, quando si chiudono
i recettori esterni del mio corpo.

Inorridite,
le mie poesie stracciate nelle bozze
mi spiano
nel bagno a notte fonda
mentre mi reggo in piedi per scommessa,
in auto nelle notti
durante sbandate e derapate,
al night “Club Night”
nell’Angiporto della Galleria,
all’alba d’ogni giorno
quando l’altrui silenzio è il mio concerto.

Isteriche,
le donne che non ho mai voluto amare
mi sfidano
nel bagno all’ora della doccia
mentre trastullo il corpo nei ricordi,
in auto con l’amata
se sono in fuga verso il bosco dei misteri,
al bar della stazione
su quel binario di un treno mai partito,
nei pomeriggi in cui l’afa-respiro del mondo
è la mia noia ed è la mia fotografia.

Ignota,
la vita che non ho mai vissuto
mi aspetta dietro l’angolo di casa
o forse sulle scale di una reggia
oppure sotto il ponte rifugio dei barboni