Views: 16
20240916 DILA APS – IL DISPARI
20240916 DILA APS – IL DISPARI
Ischia 3 settembre 2024
Bruno Mancini
Monologo per Chiara Pavoni
Alice e Barbablù
…
e lei sorride
aprendo un sogno pieno.
Un cane abbaia, la cicala lentamente rinforza il suo frinire, i gabbiani prendono il volo verso il mare, la lucertola cambia colore adeguandosi alla roccia illuminata.
Alle prime luci di questa mattina d’estate, mi sono svegliata con decine di sogni appiccicati alla memoria, quasi che in poche ore notturne avessi fatto giri completi della Terra a tutte le latitudini e avessi vissuto, da spettatrice esterna, tutte le ipocrisie, contraddizioni, violenze, malversazioni e tutti i malanni di un Mondo stuprato nel più intimo anfratto da un’umanità tanto dissoluta da non difendere neppure la propria sopravvivenza.
Voi mi capite se trovo folle il disinteresse dei potentati economici che assistono inerti, o forse anche compiaciuti, alla morte per fame di milioni di bambini la cui sola colpa, se così si può definire la malasorte, è stata quella di essere nati in un determinato luogo e da una specifica donna?
Ed io mi chiedo come mai le enormi masse di emarginati e derelitti non agiscano in modo da ottenere una equa ridistribuzione delle ricchezze universali.
Voi mi capite se maledico con trucidi termini irripetibili Tutti, ma proprio Tutti, sia i vincitori sia gli sconfitti, protagonisti di guerre e di stermini, sia quelli vilipesi per la loro eccezionale crudeltà sia altri seppure decantati come eroi nelle pagine della storia?
Ed io mi chiedo come mai enormi masse di popoli coinvolti non abbiano agito e non agiscano, anche ora, certo, anche ora, in modo da impedire la prosecuzione delle mille guerre in atto.
Voi capite la mia forte indignazione verso tutte le forme di sesso mercificato, sfruttato, umiliato: spose bambine, violentatori impuniti, segregazioni femminili, infibulazioni a vantaggio di minima percentuale di esseri viventi?
Voi mi capite se soffro per le oche ingozzate fino allo stremo delle loro forze per produrre un cibo assolutamente non necessario alla sopravvivenza umana, oppure per i cani abbandonati dai padroni desiderosi di una vacanza priva di orpelli fastidiosi?
E poi le droghe… e poi il razzismo… e poi lo sfruttamento dei lavoratori… la bomba atomica!
E voi, sì voi dalle menti appannate per un’ennesima giornata di inutile lavoro terminata dinanzi alle scemenze dei canali televisivi, voi quale ruolo vi ritagliate?
Menefreghismo endemico?
Orgoglio per i risultati personali raggiunti?
Auto assoluzione giustificata da un’impotenza sociale?
è vero, sì è vero, non ve l’avevo detto, io sono una Fata!
Sono una Fata provvista di autentica bacchetta magica.
Con un mio abracadabra potrei modificare cose, azioni e sentimenti.
Potrei ma non voglio.
Perché non voglio gratificare malvagi, indifferenti e pavidi.
Non voglio creare un mondo migliore per loro.
Non lo meritano.
E allora, per il sublime della ribelle libertà, supero l’impossibile rinuncia a vivere nelle leggende e mi tramuto in versi di poesia:
Loro hanno
trentasette peccati inconfessabili.
migliaia di offese senza condanna.
Hanno quindi qualcosa.
Ho
le spine nelle dita,
gli odori oltre narici,
i petali sul prato tavolozza
-la mia leggenda di Alice/Barbablù
bardata con il niente del pudore-.
Loro hanno
trentasette peccati inconfessabili,
migliaia di offese senza condanna.
Hanno quindi qualcosa.
Ho
tentato l’impossibile
chiudendo gli occhi,
ma la memoria
ha
fotogrammi e suoni
visioni, sussurri e gemiti,
oligarchie sublimi
incontrastabili…
ela Fata del ballo di mezzanotte che dura una vita infinita,
la Fata dei cani accucciati coi gatti,
dei barboni vaganti strappati al mondo di fumi e di plastiche,
la Fata del sorriso donato ad Artisti bravi e dolci.
Tutti magicamente sottratti al truce ossimoro terrestre “lucida follia”
per trasvolare insieme nell’universo dell’iperbole “amare da morire”.
Immergo il senza corpo
nel ballo seduzione, violino tango,
con le mie braccia intorno al collo
bacchetta magica
disegna
abracadabra!
Dalla raccolta poetica
LA MIA VITA MAI VISSUTA
di Bruno Mancini
Ignazio-L’incendio
Sortilegio di malefica bellezza,
giovane
mi pose nel frutteto dell’Eden
al bordo discendente
tra folto bosco di pini resinosi
e poche zolle fitte di ciliegi
– nell’ansa del torrente –
carichi di frutti.
Anatema d’insulso guardiano,
vergine
volle ch’io fossi un fermo immagine
complice silente,
per giorni notti ore
– lontano dalla luce –,
delle sue umide ombre scolorite
nel grande slam del verbo voglio.
Nemesi storica mi cantò nel petto,
smisurato
come colpo di doppietta
appena appena un soffio d’esuberanza
mi spinse,
le gambe appollaiate,
– segreto aiutami –
in fuga sul ramo di ciliegio,
la bacca tra le labbra.
Troia fattrice delle mie bestemmie,
deflagrazione di foreste,
la folgore che sfregia i tronchi,
Ignazio-L’incendio,
poteva spegnerti con un “Avvampami!”
ridurti miccia candela stoppino
se solo la fiamma non fosse nata cieca.
20240909 DILA APS – IL DISPARI
20240909 DILA APS – IL DISPARI
NOTE RECENSIVE DI LUCIANA CAPECE
EVENTO SAN GIORGIO A CREMANO (NA)
Attenzioni di meritati ringraziamenti timbrano l’inizio per l’Editore Dott. GAETANO DI MEGLIO.
Molteplici i risultati etici di stampa su IL DISPARI coniati sempre da me e dal panorama Artistico nominativo in questo manifesto.
Con tangibile successo insieme al Presidente DILA APS BRUNO MANCINI, l’insuperabile.
Fermenti intellettuali hanno incentivato quella fascia globale nel costruire simmetrici equilibri morali con estesa creatività artistica.
Come le due Opere NAPOLI OMBELICO DEL MONDO e MAI DIMENTICARE NAPOLI esibite alla valente presenza degli Autori PASQUALE ESPOSITO e Dott.ssa ANGELA MARIA TIBERI alla calorosa accoglienza del Vice Presidente della Proloco Regione Campania LUCA COPPOLA e molti ARTISTI.
Evento svoltosi il 13/07 tra le mura arcaiche dell’edificio di Villa Bruno S. Giorgio a CREMANO dove opinabile critica letteraria coesa ha apportato commenti ad analisi d’interesse epocale esistenziale ai Volumi collocati e depositati con prediletta disponibilità, negli Archivi privilegiati per originale storico valore, a favore di una società bisognosa di nutrimento morale e convinta nella passionevole Arte dell’Uomo: come essenza-linfa fiduciosa nel decantare espressioni di proliferato amore universale per abolire guerre e astiose conseguenze.
Gli eruditi argomenti al cerimoniale dei Libri, gli Autori PASQUALE ESPOSITO Esperto di Cultura Napoletana e la Dott.ssa Scrittrice ANGELA MARIA TIBERI hanno dato vette di spessore con stimoli emozionali ai pinnacoli del cuore con illustrazioni alle tematiche.
Un riscosso successo anche grazie ai Relatori eclettici dal vivo e nelle scritture cui tracciano deleghe di ambasciatori di PACE per prospero prosieguo rispettoso a quei canoni e dogmi che viaggiano nei meandri d’ogni Essere.
È stata una tessitura d’erto passo testimoniale con elevati interventi anche del Vice Presidente LUCA COPPOLA e degli ARTISTI sostenitori della storia geografica: LUCIANA CAPECE Critico Letterario con figlia ENZA NICIFORO, GIUSEPPE PINO Comandante scorta ai noti Giudici FALCONE e BORSELLINO con Figlia PATRIZIA e Nipote GINEVRA, Dott ssa PASQUALINA PETRARCA e Fratello ELESSANDRO, Dott.ALDO VELLA ex Sindaco di S. Giorgio a Cremano, Maestro SASÀ MENDOZA, Cantante ALESSANDRA MUROLO, ROSARIA ZIZZO Scrittrice, ANGELA VOLLONO Insegnante, ANNA LONGO Amante dell’Arte, Dott.ssa IDA COLLE, Maestro SOSCIA, Dott. LUIGI BARBATI, GIUSEPPE LAMBERTI papà del Tenore MATTEW, LUCA DE MARCHI per La Foto di GRUPPO hanno innestato con diplomatico discorrere quel marchio di conoscenza sovrana d’un vissuto storico quasi a tenuta conferenza tipo simposio, coinvolgendo varie scuole di pensiero vera chiave di lettura nell’ancestrale firmamento dell’idioma napoletano italiano.
Erigendo a lieta eco cataloghi di impennati appuntamenti continui per itinerari informativi-memoriali per sospirar d’amore antico tutta la sorgente Umana.
Si ringraziano la Sede Proloco di Villa Bruno e il Presidente COPPOLA, Gli AUTORI TIBERI- ESPOSITO, Gli ARTISTI presenti e Coloro che sono stati impossibilitati a partecipare all’evento: Presidente DILA APS BRUNO MANCINI, Vicepresidente DILA APS CHIARA PAVONI, Presidente DILA APS Algeria DALILA BOUKHALFA, Presidente La Sponda Dott. BENITO CORRADINI, Pittrice MILENA PETRARCA, Dott. ANDREA DEL BUONO, Pittrice FLORA RUCCO, Presidente Proloco Sezze CARLO ENRICO MAGAGNOLI, Dott. GIUSEPPE BONETTI al fine dell’amata Cultura condivisa.
Scrittrice- Poetessa- Saggista-Prefatrice- Critico Letterario- Critico Teatrale- Recensora
LUCIANA CAPECE
Dalla raccolta poetica
LA MIA VITA MAI VISSETA
di Bruno Mancini
Fantasia-Chi sa se tornerò
Ho fermato il rotto della cuffia
e sono fuori
come un cavallo alato
dalla nuova leggenda dei porcospini:
elfi di foreste germaniche
incappucciati,
seduti su ignari dormienti,
ammaliano giovani con incantesimi da incubo;
silfi tra nuvole teutoniche
evanescenti eteree
nel pantheon d’immaginifiche leggende
timide ingannano con inquietanti silenzi;
gnomi celtici in labirintici sottosuoli
barbuti o baffuti
ammantano tesori immondi
di fate, coboldi, folletti e demoni.
Non fuggo!
Verifico.
Li vedo ancora intenti a bivaccare
intorno a finto buio
artate nebbie
e squallide desolazioni d’anime.
Argonauta dei miei bisticci,
claunesca bocca forno
col cuore in panne,
cristallo amorfo di lava
oggi neolitica ossidiana,
ipotenusa
– obliqua geometria distante dalla genesi –
d’irrisolti dilemmi in rotte divergenti,
vendo i miei versi a meno di un centesimo!
Non fuggo!
Sfido!
Venite avanti
sciacalli ipocondriaci,
voi tracimando,
aggiungerò al dolce amaro
il nero cardamomo nepalese del blasfemo.
Che sia notte di festa!
Natale, Capodanno, Ferragosto,
la vincita al lotto,
il viaggio verso l’eremo
… oppure no,
è notte di emozioni
violente vertigini
con turbolenta imbambolata sull’amaca in giardino;
è notte di poesia
perfetta sbilenca
come murena in fuga tra gli anfratti;
è notte di abbandoni-addii
rotonda frustrante
per me che non m’ubriaco più di niente,
distorta contorta equivalenza.
Non fuggo!
Cerco.
Io vado come a funghi coi petardi
lasciati in giro ancora non esplosi
fragile amante amato dalla
rosolio-assenzio
mia sola Lei
Fantasia-Poesia
che ancora non ha infranto il gusto del proibito,
né so se tornerò con sensi umani e basta.
Soltanto dopo la morte,
scommetti pure, Argo,
sarò cornice immobile di un film in movimento.
20240902 DILA APS – IL DISPARI
LUCIANA CAPECE | EVENTO MUSEO MATT DI TERZIGNO
Un tributo di onorato ringraziamento non può che collocarsi in primis per il mitico Direttore Editoriale de “IL DISPARI” Dott. GAETANO DI MEGLIO per la nobile immagine divulgativa rivolta a me e a tutti gli Artisti annessi a codesto Articolo, con la costante e preziosa presenza impegnativa del nostro amato Presidente DILA APS BRUNO MANCINI.
Le rinomate Antologie NAPOLI OMBELICO DEL MONDO e MAI DIMENTICARE NAPOLI – AUTORI PASQUALE ESPOSITO E ANGELA MARIA TIBERI (EDIT SANTORO)- hanno fatto il loro ingresso al MUSEO MATT di TERZIGNO (POMPEI) bene allestito di storie istruttive e di confronti culturali-letterari.
Eccellente la collaborazione degli addetti al sito museale ove onore e gloria resa ai Volumi hanno promosso con alta rappresentanza Politica e Artistica la testimonianza della DONAZIONE.
Un Evento, quello del 15 Giugno 2024, che ha trascinato con sé tutto il bagaglio di Opere ad ampio raggio.
UN ARCHIVIO A BENIFICIO DELL’UMANITÀ.
Capolavori consolidati con la partecipazione scritturale e pitturale di vari Artisti di cui anch’io mi pregio nell’aver contribuito in segno di rispetto alla meravigliosa città Partenopea NAPOLI con elogi di plauso in tutto il mondo.
Il Museo MATT di Terzigno è un asse basilare di cultura che annovera firme di un vero tatuaggio al cuore, per non perdere mai tracciature storiche ma vivide considerazioni di un consulto comparativo moderno per nuovi secoli fiorenti di lettura.
Un caloroso pubblico attenzionato da Incipit- Prologhi e Aneddoti attinenti al riporto dei due Libri, con vivacità a larga nomenclatura ne ha stilato il sigillo perfetto della compatibilità tra ascolto e condivisione.
Incancellabili i passi immersi con tante citazioni e dediche immortalati dagli ARTISTI presenti: PASQUALINA PETRARCA note verso la Mamma MARIA PANETTY PETRARCA e il noto Tenore ENRICO CARUSO; PASQUALE ESPOSITO Ideatore ed Esperto di Cultura Napoletana; l’Autrice Scrittrice e Poetessa Dott.ssa ANGELA MARIA TIBERI nel decantare suoi versi; la Dott.ssa GERARDINA RUSSO in un sunto, dopo, nè scrisse un Articolo.
Indescrivibile lo stato emozionale in una TERZIGNO, dove l’amore snoda la sua epoca d’oro non solo nella vista monumentaria, ma per pezzi di racconti in un Museo che è crocevia di afflusso turistico al culmine dell’espansione culturale, per preservare antichi manoscritti dotati d’arduo compito di narrare EPICHE EPOPEE MITOLOGICHE-ARCHEOLOGICHE-TERRITORIALI- NAZIONALI E UNIVERSALI!
CON GRATITUDINE SI RINGRAZIA IL SINDACO AVV. FRANCESCO RANIERI PER L’IMPORTANTE INTERVENTO E IL MUSEO MATT DI TERZIGNO PER L’IMPERITURA CUSTODIA SPECIALE.
Scrittrice- Poetessa- Saggista- Aforista- Prefatrice- Critico Letterario- Critico Teatrale- Recensora LUCIANA CAPECE
Antonella Ariosto intervista Caterina Novak
oni, “Interno 4” via della Lungara a Roma, ha ospitato “IN VIAGGIOCON LE FATE”, evento nato da uno spunto del libro della scrittrice cantante Caterina Novak.
A Chiara Pavoni che l’ha invitata a parlare del suo libro, a raccontarsi nelle emozioni, autobiografiche tra l’altro, lei ha detto: “Questo libro nasce dal mio desiderio di lasciare al mondo valori, ideali e speranze, un messaggio d’amore, valido anche per i bambini di tutte le età e di ogni parte del mondo.”
Il pomeriggio culturale ha, inoltre, coinvolto pittori, musicisti, compositori e pianisti che si sono esibiti o che hanno esposto le loro opere: Evaldo Conte, Antonella Checchi, Angela Donatelli.
Importante inoltre il laboratorio di Artherapy della psicoterapeuta Marsia Bambace, con l’associazione “Il cerchio magico”.
Di elevato spessore le esibizioni di alcuni brani canori che la scrittrice Caterina Novak ha eseguito accompagnata al piano dalla bravissima pianista Santina Amici: Vaga luna di V. Bellini, Nuit d’etoille di F. Debussy, Sogno di F.P. Tosti, La via en rose di Louguy.
Questa è l’intervista che lei, in veste di scrittrice, mi ha rilasciata in esclusiva per il quotidiano “Il Dispari” di Gaetano Di Meglio.
D- Caterina come nasce il tuo libro?
R- Scrivere fa parte della mia vita, è un dono che ho avuto sin da piccola.
Era una necessità per me la sera ascoltare le belle fiabe che mi raccontava la nonna, che mi facevano sognare mondi incantati.
È così che nasce il mio libro, per dare agli altri un ristoro, un po’ di pace e di felicità.
D- Il tuo è un libro autobiografico ha dei messaggi ben precisi? Quali?
R- Si, nascosta tra fate, gnomi ed elfi del bosco, c’è tutta la mia storia vera, autentica, dove trova spazio la natura, gli animali e gli insegnamenti che da loro ho tratto.
Il messaggio fondamentale nel libro è che l’uomo è un essere dotato di libero arbitrio e può scegliere sempre dove dirigersi.
Se sbaglia direzione e finisce in un burrone, ci sarà sempre una mano tesa che lo aiuterà a rialzarsi e a riprendere il cammino.
Quindi è un libro che aiuta a sperare e anche a sognare, perché senza i sogni, senza ideali, senza valori etici l’uomo annega nel materialismo condannato ad una vita grama, buia, senza meta.
D- Come nasce la scelta del titolo che, leggendolo, fa pensare ad una favola?
R- Nel titolo evoco un viaggio: il viaggio che l’uomo di ogni tempo percorre, un viaggio sospeso tra l’essere e il divenire.
Ma come cambiarne il significato?
Cercare di comprendere ciò che il mondo invisibile che ci circonda ci rivela attraverso la storia è essenziale.
Cum-prehendere è prendere con sé il proprio bagaglio, ciò di cui abbiamo fatto esperienza ed affrontare senza paura il viaggio.
Avrei potuto parlare di angeli, ma ho parlato di fate perché questo libro è ecumenico e in esso ho inteso abbracciare l’universo, tutti i mondi e ciascun essere in particolare.
D- Il tuo libro è adatto a tutte le fasce d’età, compresi i bambini?
R- È un libro adatto per ogni età perché si può leggere a vari strati.
Il linguaggio è facilmente comprensibile, adatto a tutti da 0 a 90 anni.
D- Sei rimasta soddisfatta dalle esperienze provate dopo l’uscita del tuo libro?
R- Sono molto soddisfatta. Il libro è in vendita su ordinazione da Feltrinelli, Mondatori e in tutte le librerie, persino su Amazon.
Ora sto pensando ad una nuova edizione, a qualche traduzione per esportarlo all’estero.
Mi piacerebbe anche pensare ad un musical o a un film che abbia come focus le mie fiabe, ma si vedrà, ci penseranno sicuramente le fate stesse a mandarlo avanti, ne sono certa.
E a voi buona lettura.
Grazie Caterina, la nostra intervista è conclusa.
Ai lettori di Il Dispari dico che ho avuto modo di partecipare alle tue presentazioni ed ho apprezzato molto il libro tanto da consigliare di leggerlo.
Applausi e complimenti al termine del pomeriggio culturale a tutti gli Artisti, e soprattutto a chi ama l’arte e la diffonde.
Antonella Ariosto
20240826 DILA APS – IL DISPARI
Mariapia Ciaghi – Un racconto di un mutuo inesistente
Nella città di Terraveritas, un luogo dove la nebbia delle menzogne era più densa dell’aria stessa, viveva una donna di nome Clara, che aveva trascorso gran parte della sua vita cercando di far brillare qualche frammento di verità in un Paese dove la verità era trattata come una malattia rara da evitare.
Con i suoi cinquant’anni suonati, Clara si ritrovava a navigare tra i flutti di un sistema così intricato e perverso da far sembrare ogni singolo tentativo di trovare un po’ di stabilità un atto di pura follia.
Clara era una madre single, un’amazzone senza tempo né spazio, impegnata nella titanica impresa di crescere un figlio in un mondo che sembrava divertirsi a renderle la vita un inferno quotidiano. Giornalista e editrice, Clara aveva trascorso venticinque anni a cercare di raccontare ciò che avveniva realmente nel suo Paese, un luogo dove la democrazia era solo una parodia ben orchestrata.
Ma in un posto dove la stampa era così asservita al potere da sembrare una sua estensione, Clara aveva scoperto presto che se voleva parlare, doveva pagare per farlo.
Aveva contratto mutui su mutui, vendendo ogni centimetro della sua tranquillità per finanziare la libertà di scrivere ciò che pensava.
Le sue notti erano piene di numeri e incubi di tassi d’interesse, mentre di giorno combatteva per non diventare un’altra delle tante voci che si limitavano a sussurrare ciò che veniva ordinato dall’alto.
Un giorno, esausta ma determinata, Clara decise che era giunto il momento di provare a ottenere un mutuo agevolato CONSAP per acquistare un appartamento di 45 metri quadri—il minuscolo rifugio dove viveva in affitto con suo figlio.
L’appartamento, con le sue pareti sottili e la vista su un cortile grigio e angusto, era tutto ciò che Clara poteva permettersi, ma per lei e suo figlio era casa.
Il proprietario, una figura quasi paterna con una sottile vena di inquietante perspicacia, aveva espresso chiaramente il desiderio di vendere l’immobile per necessità personali, e Clara, con il suo senso di responsabilità quasi patologico, non avrebbe mai voluto ostacolarlo.
Così, si recò presso la Filiale della Banca Escheriana—nome dovuto ai labirinti burocratici degni del celebre artista—dove incontrò il Direttore di Filiale, un uomo che portava il nome di Salvatore Spernanza, ma la cui inclinazione per distruggere ogni briciolo di ottimismo sembrava smentire quel nome ironicamente rassicurante.
Con una formalità stucchevole, Clara presentò la sua richiesta, completando ogni singolo modulo, raccogliendo ogni documento come un soldato che prepara il suo equipaggiamento prima della battaglia.
Ogni firma, ogni timbro, era un ulteriore passo verso quello che sembrava un traguardo sempre più distante.
Dopo tre mesi di silenzio, la banca finalmente si fece viva.
Un’architetta, inviata dalla stessa banca, si presentò nell’appartamento di Clara per effettuare la perizia.
Era una donna dall’aria gentile, con un sorriso che sembrava volerla rassicurare in mezzo a tanta incertezza.
Si limitò a scattare quattro fotografie pro forma, con la rapidità di chi sa che il proprio lavoro è solo una formalità.
Eppure, quelle quattro foto—nient’altro che istantanee di un appartamento minuscolo—avevano un valore di qualche migliaia di euro, un costo che sembrava rispecchiare perfettamente l’assurdità di quella situazione.
Ma alla fine, anche l’architetta non trovò nulla che potesse essere usato contro Clara.
La banca, quasi con riluttanza, diede l’approvazione per procedere con il rogito.
Sollevata e incredula, Clara chiamò immediatamente il notaio indicato dalla banca stessa, fissando l’appuntamento per il tanto atteso giorno in cui avrebbe potuto finalmente firmare e mettere la parola “fine” a quell’odissea.
Sembrava che tutto fosse pronto, che nulla potesse più andare storto.
Ma proprio quando Clara si stava preparando per ciò che immaginava essere la conclusione di quel lungo incubo, il Direttore di Filiale, Salvatore Spernanza, fino a quel momento una presenza distante e burocratica, decise di entrare in scena.
Con una calma gelida, il Direttore fece sapere a Clara che la delibera, quella stessa delibera su cui lei aveva fatto affidamento, era stata sospesa.
“È necessario fare ulteriori verifiche” disse Spernanza con un tono che sembrava suggerire che la verifica in sé fosse un esercizio di potere, più che una vera necessità.
Clara, con lo stomaco in subbuglio e la mente in preda al caos, si rese conto che nulla era mai stato davvero nelle sue mani.
Mariapia Ciaghi
Immobile, Clara guardò il suo sogno sgretolarsi di fronte a lei. Ogni passo avanti, ogni documento consegnato, ogni sacrificio fatto, sembrava essere stato cancellato da un semplice capriccio di un uomo che, nonostante il suo nome, sembrava provare un piacere sottile nel soffocare ogni speranza.
Così, Clara decise di scrivere una lettera al Direttore Generale della banca, un reclamo formale che rifletteva tutto il sarcasmo che poteva ancora raccogliere. Mentre digitava le parole, ogni frase sembrava un pugno sferzato contro l’ipocrisia di un mondo che aveva reso l’acquisto di 45 metri quadri di stabilità un privilegio riservato a pochi eletti.
“Sognare non costa nulla,” scrisse Clara con un amaro sorriso, “ma a quanto pare vivere è un lusso che non posso permettermi.”
La lettera fu inviata. Le settimane passarono, e Clara attese una risposta che non sarebbe mai arrivata, consapevole che in quel Paese di false democrazie, i sogni di una donna sola con un figlio adolescente , che aveva osato parlare senza il permesso del potere, erano destinati a rimanere sepolti sotto la polvere dell’indifferenza.
E mentre le mura del suo appartamento immaginario svanivano come nebbia al sole, Clara continuò a scrivere, perché era l’unica cosa che le rimaneva da fare. Scriveva per non impazzire, per non lasciare che il mondo la riducesse a un’altra vittima silenziosa di una tirannia senza volto. Scriveva, perché sapeva che un giorno, in qualche modo, la verità avrebbe trovato il modo di uscire da quella prigione di carta e inchiostro, e allora, forse, il mondo avrebbe visto per quello che era: una commedia dell’assurdo, in cui nessuno rideva più.
NUSIV