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20240930 DILA APS – IL DISPARI
c/o la Società Umanitaria- Humaniter
Silvana Lazzarino, nata a Roma il 14/02/1971, laureata e giornalista è impiegata nella pubblica amministrazione.
Ama praticare anche attività sportiva come corsa e lunghe camminate, spesso nei fine settimana.
Ha collaborato come critica cinematografica e critica d’arte con il quotidiano Il Giornale, il bimestrale Il Ragazzo selvaggio, il magazine Eudonna, Radio Vaticana e con questa nostra pagina culturale per la quale continua a proporre recensioni ed articoli di cronache riferiti ad eventi culturali fin dalla sua nomina di “Direttrice Editoriale per conto dell’Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA”avvenuta il 15 aprile 2017.
https://www.emmegiischia.com/wordpress/silvana-lazzarino-2/
Ha partecipato ad alcuni concorsi letterari ottenendo prestigiosi riconoscimenti e le sue poesie sono presenti su diverse raccolte antologiche.
Ha pubblicato diverse raccolte poetiche personali quasi tutte ispirate dal fascino delle bellezze artistiche e paesaggistiche del nostro Paese.
Nel 2014 si è classificata al primo posto nella sezione “Poesia” del Premio Internazionale di Arti Varie OTTO MILIONI con questa poesia
Avvolto dalla mano della guerra
serva del potere,
spinto dalla sete di vendetta e giustizia,
questo pianeta ferito
geme e sanguina separando
mani, volti, sguardi
sempre più indifferenti gli uni agli altri.
Quando si è sul punto di non farcela,
quando l’orizzonte si oscura
e il cielo sembra frantumarsi come cristallo
precipitando a terra in mille schegge di follia,
d’improvviso l’arcobaleno
a segnare una via per risalire.
E’ “l’arcobaleno dell’amore”
che inaspettato
in qualsiasi stagione della vita
arricchisce e trasforma
cuori, animi, pensieri,
unendo le diversità,
accorciando le distante tra popoli e nazioni
per accogliere l’altro
che ci viene incontro
dal fondo di una strada sconosciuta
da percorrere insieme.
A Napoli lo scorso 13 settembre presso l’Humaniter in piazza Vanvitelli è stato presentato il suo libro “Emozioni e Counseling a mediazione artistica”(Kairós edizioni 2024).
L’incontro introdotto dai saluti della Responsabile di sede Marina Melogli e dall’editore Giovanni Musella (Kairós edizioni) è stato condotto dalla giornalista Laura Bufano che ha presentato unitamente all’autrice, i relatori Franco Lista Architetto e Artista; Luciano Scateni Giornalista, Scrittore e Artista; Paola Lista Architetto e la Scrittrice Federica Floccocuratrice delle letture.
E’ stata sottolineata l’originalità di questo libro non solo per la brillante analisi sulle emozioni, e il soffermarsi sulla creatività e sul potenziale creativo con esempi di opere di artisti contemporanei, ma anche per aver dato risalto all’aspetto legato all’uso del mezzo artistico nel counseling entro le dinamiche offerte dalle immagini dei dipinti dell’artista Lorenzo Maria Bottari dal titolo “Viaggio di Pinocchio nel Paese dei Tarocchi”, osservate in parallelo a quelle degli Arcani maggiori dei Tarocchi di Marsiglia.
Dopo aver affrontato l’importanza della professione del counselor nel restituire benessere al cliente rispetto ad una situazione di disagio o difficoltà, l’autrice ha tenuto a evidenziare come il mezzo artistico (disegno, scrittura, musica) possa essere di grande aiuto nel setting per innescare una narrazione ed evocare emozioni rimaste silenti.
Nell’accompagnare il cliente verso la propria realizzazione, il counselor stando in accoglienza e accettazione incondizionata, mantenendo un ascolto attivo, empatico e in sospensione di giudizio permette allo stesso cliente di ritrovare quella serenità smarrita per via di una perdita, una separazione, un conflitto nei rapporti interpersonali,ma anche per un insuccesso, una delusione, ecc.
Così il cliente ritrova fiducia in sé, autostima e quelle potenzialità che credeva di non possedere. Nell’accostamento tra le rappresentazioni di Pinocchio delle tavole di Bottari e gli Arcani maggiori dei Tarocchi marsigliesi vi è la possibilità di soffermarsi su alcuni aspetti del viaggio del burattino che desidera diventare un bambino nel suo processo di individuazione dall’io al sé.
Questo percorso viene osservato in linea con “il viaggio dell’Eroe” tra iniziazione, sfida, riscoperta di sé, e rinascita che Pinocchio attraversa incarnando alla fine quello che potrebbe essere il percorso di ogni individuo.
Poiché i Tarocchi e in particolare gli Arcani maggiori, sono strumenti di autoconoscenza con cui si lavora stando nel “qui ed ora”, possono essere utilizzati in un setting.
A chiusura dell’evento è intervenuta Stefania Cristiano con il suo laboratorio con il Gong.
Silvana Lazzarino, si dedica al Counseling e conduce laboratori a mediazione artistica per accompagnare le persone all’ascolto delle emozioni, sviluppare creatività, intuizione, ma anche autostima e condivisione.
Ignazia-La tempesta
Un altro giorno si allontana,
è vero, ma tornerà
se solo avvolgo il mulinello
dei miei ricordi senza nome
stretti in capitoli numerici.
Passivi segreti serbati da una pass
di sette lettere e di cinque numeri.
Dopo tre anni avanza una tempesta
sento correnti di aria fresca
lambirmi le caviglie
e vedo, immagino, vedo
legioni di zanzare
volare verso ricetto d’alberi
e vado, immagino, vado,
da Lei che mai non fugge in cerca di un riparo.
Ho voglia di nudarmi
uscire per mezzora
a cielo aperto
e poi vociare a muso duro
“Fulminami, io sono il tuo bersaglio,
colpisci al basso ventre, creando un rombo
– tu –
che scuota gli assonnati”.
Soffr dilemma tra luce e buio,
Ignazia-La tempesta.
Avanza e smuove il casco di banane
sospeso alla trave del terrazzo.
Procede, variando ombre
intorno alle pareti della stanza
per l’oscillare dei lampioni sulla strada.
Nemmeno il tempo di capire l’attimo:
fenomeni aumentano d’intensità.
Se solo avessi modo d’incontrarla
“Bagnami!”
“Affrontami!”
“Tu passerai io resto,
oppure sarò vento di tempesta”.
Rimbomba, rombando lontano,
in deviazione verso la valle degli uomini
– ottusi –
che non sapevano competere.
Eppure
Cenerentola perse scarpetta di cristallo
in fuga verso casa a mezzanotte
lasciando traccia al principe dei sogni.
Viviamo tempi spietati e qui, nel libro che segue, parliamo del Male, quello con la emme maiuscola: guerre, violenza, crudeltà, prevaricazione, malattie, vizi del corpo o del pensiero, tutto ciò che l’uomo ritiene a sé stesso dannoso e letale ma è, comunque, parte della sua natura e non è mai mancato nella dinamica della storia umana.
Questa rapida definizione del male sembra ed è frutto di una visione limitata e superficiale, ma siamo fatti così noi Sapiens: una specie che ha molti talenti, certo, ma è troppo concentrata su sé stessa per guardare al Tutto come a un valore autentico.
Di fatto il male ci interessa e non poco per evidenti motivi di autoconservazione.
Questo conduce a convincere gli uomini che gli istinti violenti sono un’arma “a favore proprio” e fanno parte delle dinamiche esistenziali nonché delle meccaniche celesti.
Ma è proprio così oppure siamo decisamente fuori strada?
Non sarà, per caso, vero il contrario visto che di fatto l’eccesso di legittima difesa ci impedisce di amare e di essere felici?
Pensate al femminicidio.
Chi è la vittima se non la donna amata e, spesso, l’omicida che, dopo aver ucciso, si toglie la vita o perde la libertà?
Due vittime adorate dall’assassino: sé stesso e la compagna.
Sicuramente la crudeltà è un giallo con finale a sorpresa, una tragedia senza fine.
Trovare un rimedio a questa devianza richiede conoscenza dei fattori che la determinano e degli umori di cui si è nutrita.
Per questo parliamo del male.
Avremmo fatto meglio, forse, a concentrarci sul Bene, che ha pochi sponsor purtroppo e sarebbe utile scoprirne la vera natura e i misteri, perché il Bene non ha mai goduto buona fama ed è stato guardato con sospetto o ritenuto una riprovevole prova di ipocrisia, se non, ancora peggio, una falsificazione del vero, adatta a nascondere chissà quali peccati.
Oggi, più che mai, il bene, anche quello minuscolo delle piccole azioni positive, avrebbe bisogno di avvocati difensori, quindi che bella idea sarebbe stata quella di renderlo protagonista del nostro lavoro!
Ma non lo abbiamo fatto perché nel mondo, come oggi appare chiaro, solo il male ottiene udienza e s’impone con il noto ricatto: “Se non entri nel mio regno, come puoi sperare di vincermi?” che equivale al famosissimo: “Se vuoi la pace, prepara la guerra“, che non ha mai evitato un solo conflitto.
Ebbene sì, il ricatto ci ha coinvolto e ci ha convinto, perché, in effetti, in un’epoca feroce le cose stanno proprio così.
Tutto chiede salvezza, ma un viaggio lungo i sentieri della dannazione appare ed è necessario per eliminare ciò che minaccia di distruggere la vita, unico bene prezioso a nostra disposizione. Notiamo tra l’altro che di ciò si occupano le sacre scritture di ogni Credo e anche la fisica come la metafisica, cioè le ricerche filosofiche, grande tesoro del pensiero umano, mettono in luce una vasta gamma di codificabili umane crudeltà, che sono veleni neutralizzabili con la tecnica di Mitridate: renderli innocui con l’assunzione metodica di piccole dosi somministrate a intervalli regolari, proprio come si fa con i vaccini.
Virus e vaccini, ma non solo, hanno ispirato questo lavoro a quattro mani, iniziato come effetto collaterale di un’amicizia, quella tra Ferdinando Gargiulo e me, Isabella de Paz, e a causa di alcune intuizioni di Gargiulo che lo hanno spinto a scrivere nel 2002 un libro rigoroso quanto visionario: Il virus intelligente.
Per simpatia o per generosa esuberanza, immagino, me ne ha regalato una copia, dicendomi quanto lo appassionava quel tema che, incrociato con la conoscenza del pensiero a larghissimo raggio di Leonardo Da Vinci, gli suggerì l’emozionante consapevolezza della essenza divina della Natura che protegge il proprio regno da abusi e invasioni.
In concreto virus, pandemie, guerre, crudeltà, omicidio e perfino i suicidi gli si “presentarono”, alla luce di alcune scoperte della genetica e della scienza medica, come armi di difesa della Natura, cioè un insieme di rimedi che consentono al sistema complesso dell’universo (o degli universi) di mantenere l’equilibrio, controllando la crescita delle specie aggressive e invasive come l’uomo.
“IL SESSO DEL MALE”
Isabella de Paz & Ferdinando Gargiulo
ISBN 9788832937671
Edizione Agathé UniversItalia
€ 15.00
In un anfratto di ere ardimentose
il lusso fu sconfitto
(così s’urlò alla Bastiglia “Égalité”),
entrando libera nel carcere francese
la folla poi bruciò gli arazzi.
Fissando la tela “Le Serment du Jeu de paume”
di Jacques-Louis David
pomeriggio caliginoso
nel Musée national du Château de Versailles,
non trovo clone di me
-del tempo-,
tra i tanti,
decisi nel proporsi in giuramento,
né vedo Lei,
ora una piuma,
Lei che svolazza sul mio berretto Frigio
– capretto intero,
le zampe posteriori avvolte al mento,
la punta rigida in senso verticale.
Il lusso non si lascia incatenare,
l’uccide il troppo.
___°°°___°°°___°°°
Non è sontuosità
sapere volere capire
di Te di Lei d’Ignazia
burberi battiti brutali
mostruosi morbosi mistici misteri
singoli sillabati sfrontati sferoidi sessuali
… il mio ritorno all’imperfetto.
Resistere sul Piave,
sfondare Porta Pia,
lasciare nonostante tutto e tutto il resto
bucato da lavare,
eccentrica escrescenza
sul filo del bikini,
oggi strattonano
il fondo grigio frigo dei ricordi
congelati freschi
in tempo per blandirmi:
”Avanti,
convienine,
è solo Lei lo sfarzo della anima tua”.
____°°°°____°°°°____°°°°
Cadute stelle a San Lorenzo,
silenzi chitarre e falò
testimoni di desideri
– le donne nell’affanno dell’attesa
i maschi con il brivido del rischio –,
ferragosto scombussola smonta e rimonta
assuefazioni plurime
e
monotone certezze di certezze.
Ovvero?
Ossia?
L’anguria va tagliata a fette,
ed io ci provo tranciando dalla testa al cuore
il lusso suo regalo.
____°°°°____°°°°____°°°°
A Marrakech,
la riverenza alla Medina
valigia gonfia di futili ammennicoli
testa ingolfata da stupidi fantasmi
la psiche rannicchiata
la vita incinta di speranza,
Ignazia fissa il sole
all’ombra di un’attesa estenuante,
e a notte, in rete,
mille domande “E voi?”,
pochi sussurri “Sì”.
Per Lei che non si vuole,
il lusso esagerato è la mia spalla
da pianto aspersa
– amica amata amica – ,
nel tempo in cui con voce
… con senza voce
richiede inutile perdono
con voce senza voce
se già l’assale,
come frignava l’altra mia lei prima di Lei,
“Turbine improvvido
per mancato incesto
tra l’anima bella ed il cervello attento”.
Io non mi allineo
a chi
costringe il polso in pochi battiti
al solo arrivo della parola “Vita”.
Il lusso non si lascia incatenare,
l’uccide il troppo?
Sarò spaccone,
ma ne voglio ancora.
Smonto la tenda e creo una capanna.
Sull’uscio decoro, quasi un arazzo,
mosaico di conchiglie:
“Ho un cuore di poeta.
L’ingresso è libero”.
Ischia 3 settembre 2024
…
e lei sorride
aprendo un sogno pieno.
Un cane abbaia, la cicala lentamente rinforza il suo frinire, i gabbiani prendono il volo verso il mare, la lucertola cambia colore adeguandosi alla roccia illuminata.
Alle prime luci di questa mattina d’estate, mi sono svegliata con decine di sogni appiccicati alla memoria, quasi che in poche ore notturne avessi fatto giri completi della Terra a tutte le latitudini e avessi vissuto, da spettatrice esterna, tutte le ipocrisie, contraddizioni, violenze, malversazioni e tutti i malanni di un Mondo stuprato nel più intimo anfratto da un’umanità tanto dissoluta da non difendere neppure la propria sopravvivenza.
Voi mi capite se trovo folle il disinteresse dei potentati economici che assistono inerti, o forse anche compiaciuti, alla morte per fame di milioni di bambini la cui sola colpa, se così si può definire la malasorte, è stata quella di essere nati in un determinato luogo e da una specifica donna?
Ed io mi chiedo come mai le enormi masse di emarginati e derelitti non agiscano in modo da ottenere una equa ridistribuzione delle ricchezze universali.
Voi mi capite se maledico con trucidi termini irripetibili Tutti, ma proprio Tutti, sia i vincitori sia gli sconfitti, protagonisti di guerre e di stermini, sia quelli vilipesi per la loro eccezionale crudeltà sia altri seppure decantati come eroi nelle pagine della storia?
Ed io mi chiedo come mai enormi masse di popoli coinvolti non abbiano agito e non agiscano, anche ora, certo, anche ora, in modo da impedire la prosecuzione delle mille guerre in atto.
Voi capite la mia forte indignazione verso tutte le forme di sesso mercificato, sfruttato, umiliato: spose bambine, violentatori impuniti, segregazioni femminili, infibulazioni a vantaggio di minima percentuale di esseri viventi?
Voi mi capite se soffro per le oche ingozzate fino allo stremo delle loro forze per produrre un cibo assolutamente non necessario alla sopravvivenza umana, oppure per i cani abbandonati dai padroni desiderosi di una vacanza priva di orpelli fastidiosi?
E poi le droghe… e poi il razzismo… e poi lo sfruttamento dei lavoratori… la bomba atomica!
E voi, sì voi dalle menti appannate per un’ennesima giornata di inutile lavoro terminata dinanzi alle scemenze dei canali televisivi, voi quale ruolo vi ritagliate?
Menefreghismo endemico?
Orgoglio per i risultati personali raggiunti?
Auto assoluzione giustificata da un’impotenza sociale?
è vero, sì è vero, non ve l’avevo detto, io sono una Fata!
Sono una Fata provvista di autentica bacchetta magica.
Con un mio abracadabra potrei modificare cose, azioni e sentimenti.
Potrei ma non voglio.
Perché non voglio gratificare malvagi, indifferenti e pavidi.
Non voglio creare un mondo migliore per loro.
Non lo meritano.
E allora, per il sublime della ribelle libertà, supero l’impossibile rinuncia a vivere nelle leggende e mi tramuto in versi di poesia:
Loro hanno
trentasette peccati inconfessabili.
migliaia di offese senza condanna.
Hanno quindi qualcosa.
Ho
le spine nelle dita,
gli odori oltre narici,
i petali sul prato tavolozza
-la mia leggenda di Alice/Barbablù
bardata con il niente del pudore-.
Loro hanno
trentasette peccati inconfessabili,
migliaia di offese senza condanna.
Hanno quindi qualcosa.
Ho
tentato l’impossibile
chiudendo gli occhi,
ma la memoria
ha
fotogrammi e suoni
visioni, sussurri e gemiti,
oligarchie sublimi
incontrastabili…
ela Fata del ballo di mezzanotte che dura una vita infinita,
la Fata dei cani accucciati coi gatti,
dei barboni vaganti strappati al mondo di fumi e di plastiche,
la Fata del sorriso donato ad Artisti bravi e dolci.
Tutti magicamente sottratti al truce ossimoro terrestre “lucida follia”
per trasvolare insieme nell’universo dell’iperbole “amare da morire”.
Immergo il senza corpo
nel ballo seduzione, violino tango,
con le mie braccia intorno al collo
bacchetta magica
disegna
Sortilegio di malefica bellezza,
giovane
mi pose nel frutteto dell’Eden
al bordo discendente
tra folto bosco di pini resinosi
e poche zolle fitte di ciliegi
– nell’ansa del torrente –
carichi di frutti.
Anatema d’insulso guardiano,
vergine
volle ch’io fossi un fermo immagine
complice silente,
per giorni notti ore
– lontano dalla luce –,
delle sue umide ombre scolorite
nel grande slam del verbo voglio.
Nemesi storica mi cantò nel petto,
smisurato
come colpo di doppietta
appena appena un soffio d’esuberanza
mi spinse,
le gambe appollaiate,
– segreto aiutami –
in fuga sul ramo di ciliegio,
la bacca tra le labbra.
Troia fattrice delle mie bestemmie,
deflagrazione di foreste,
la folgore che sfregia i tronchi,
Ignazio-L’incendio,
poteva spegnerti con un “Avvampami!”
ridurti miccia candela stoppino
se solo la fiamma non fosse nata cieca.
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La Sponda – Settembre 2024
Cultura – Arte – Turismo – Spettacolo
Anno 53
1/8 Gen/Ago 24
LA SPONDA
Fondatore e Direttore Benito Corradini
Dopo oltre 5 mesi dal grave “incidente” che mi ha costretto a sospendere tutte le attività, riprendo con slancio il lavoro e mi reputo un “miracolato”.
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20240926 DILA ASP IL DISPARI professionisti
FABIO MARTGLIO l’ho conosciuto da qualche anno ed è nata una prolifica collaborazione che ci ha portato a comporre circa 50 canzoni raggruppate in album, incisi da Fabio stesso e alcune canzoni interpretate dalla bravissima MILA SIERVO.
Uno dei miei compagni di viaggio più accreditati come potete leggere da uno stralcio del suo ricchissimo e nutrito curriculum artistico degno di rilievo.
Tutte le canzoni sono state affidate in edizioni alla ITALIAN WAY MUSIC di MILANO.
Fabio Martiglio nasce in Arezzo il 10/10/1952 da Fedele, di origini siciliane, e da Clara Chiarini.
Si ripete comunemente che “il primo amore non si scorda mai”.
Per Fabio coincide con la musica, che fin da bimbo lo lascia silente ed estasiato all’ascolto.
Eredita l’indole artistica dalla famiglia paterna: il padre, suonatore di fricorno; il nonno Giuseppe, cugino del celeberrimo commediografo Nino Martoglio, amico d’elezione e collaboratore di Luigi.
I genitori, considerata la sua evidente inclinazione, all’età di circa otto anni lo avviano presso una scuola comunale di Arezzo (non avevano i mezzi per farlo studiare anche privatamente), allo studio della chitarra prima e del violino poi.
A 14 anni fonda, da chitarrista, il suo primo complesso (“The Wanted”) di 5 elementi in Arezzo.
A 16 anni viene ingaggiato, quale chitarrista e cantante, dal più consolidato complesso “The Querrimen”.
Sempre diciassettenne lo vogliono nella loro compagine, quale chitarrista e, nell’occasione primo cantante, “I Dragomanni”, già affermato nell’ambito del Centro Italia.
A 18 anni lo nota Assuero Verdelli, titolare dell’omonima orchestra (di 16 elementi), all’epoca fra le prime d’Italia.
Il Verdelli intravede doti particolari in quel giovane artista, primo cantante della sua orchestra, e lo avvia anche allo studio del pianoforte, allora suo esclusivo “dominio”, che via via gli lascia fino a farsi sostituire del tutto.
Sono anni di grande crescita e maturazione professionale per Fabio, che nel 1976 supera alla prima prova l’esame per conseguire il diploma di compositore accreditato presso la SIAE.
Nel 1978 conosce il paroliere ed editore musicale Joe Iozzo, che, riconosciute e particolarmente apprezzate le sue doti di compositore oltre che di cantante di alta e sensibile professionalità, lo lancia nel mondo discografico.
Ancora giovanissimo, esordisce nella manifestazione “Un motivo per l’inverno 1978” (in Compagnia di Alberto Fortis, Donatella Rettore e moltissimi altri artisti) con il singolo “DOLCEMENTE IO TI AMO”, che Renzo Arbore e Gianni Boncompagni lanciano anche nei loro gloriosi programmi “ALTO GRADIMENTO” e “NON E’ LA BBC”.
A questo primo 45 giri seguono molte altre produzioni discografiche.
Un artista a tutto tondo che impreziosisce enormemente il mio bagaglio artistico incominciato a riempirsi nella metà degli anni 50.
LUCIANO SOMMA
Un altro validissimo collaboratore e mio affettuoso compagno artistico è SERGIO CINTURA, Napoletano purosangue e trapiantato in Sardegna da moltissimi anni.
La conoscenza, come del resto la maggior parte dei contatti, avvenne online verso la metà degli anni 2000, nacquero diverse canzoni in parte cantate dallo stesso Sergio ed altre da Manuela Giudice, dalla figlia, da Alberto Calì e da Dario Rustichelli.
Qualche titolo? NU BENE CHE FA MALE (Somma-Calì- Cintura) che uscì dopo qualche anno dall’invio del mio testo, cantata anche da Mila Siervo; FIGLIA ‘E STA CITTA’ cantata da Maria Rosaria Vardi; CORE MIO SENZA ‘E TE; COME FOSSI POESIA e tantissime altre, alcune ballabili che spesso vengono trasmesse dalle varie emittenti in collegamento con me.
Avemmo anche modo di conoscerci da vicino, mi fece visita qui a casa mia insieme ad Alberto Calì e trascorremmo un ottimo pomeriggio insieme.
Gli ho chiesto una sintesi del suo percorso ed immediatamente Sergio me l’ha inviato, eccolo:
“Mi chiamo Sergio Cintura e sono autore e compositore musicale.
La mia passione per la musica risale a tanti anni fa, quando i contenuti dei grandi autori e le melodie dei compositori più noti mi facevano sognare ad occhi aperti.
Oggi ho fatto di questa passione un’attività divertente e ricca di soddisfazioni e che condivido con interpreti, musicisti ed amici.”
Ognuno ha il suo carattere e sicuramente Sergio è tra quelli che si rendono sempre disponibili, un vero amico sul quale poter contare in qualsiasi momento.
Tra i miei compagni di viaggio è uno dei più simpatici, con la battuta sempre pronta ed incline a non montarsi la testa, come spesso accade per altri, naturalmente anche le nostre canzoni avrebbero meritato qualcosa in più, ma qualche brano è apparso nei primissimi posti nelle classiche mondiali e ciò ci ripaga per quanto prodotto.
Ad Majora semper!
LUCIANO SOMMA
Dario Rustichelli è il nome d’arte di Tonino Esposito, nato a Marigliano, alle porte di Napoli.
Già all’età di sei anni inizia gli studi musicali del violino e pianoforte.
In seguito si dedica con successo anche alla fisarmonica e più tardi, quasi per gioco, esibendosi per caso vocalmente, gli si scopre un eccellente talento che lo induce ad intraprendere, con grande impegno e passione, anche lo studio del canto e composizione.
Ha conseguito il diploma di canto presso il Conservatorio Francesco Cilea di Reggio Calabria, dove, in seguito, viene nominato titolare di cattedra.
Il maestro Rustichelli ha partecipato a diversi festival della canzone napoletana, classificandosi al primo posto (morale) in quello del 1980, con l’interpretazione del brano “SI”, riscuotendo grande notorietà ed affermazione, non solo in Italia, ma anche all’estero.
Il suo stile fortemente passionale, da tenore napoletano, e il vocalismo di calore voluttuoso, gli consentono di rappresentare, con dizione chiara e corretta, la più elevata espressione del bel canto partenopeo.
Si è imposto all’attenzione di un vasto pubblico, per la nobiltà e la purezza dei portamenti della sua voce, di notevole estensione (fino al FA oltre il DO acuto) e duttilità caratterizzata da emissione di timbro smagliante.
La sua carriera artistica lo ha visto esibirsi anche con i grandi della lirica e della canzone italiana, ottenendo grandi consensi ed ammirazione, in particolare dal grande tenore Giuseppe Di Stefano a Toronto, e da Luciano Pavarotti in tournée negli U.S.A. .
Premio internazionale alla carriera Nino Rota 2007 al tenore Dario Rustichelli.
Filignano (CE) 2007- Tenore Dario Rustichelli in Concerto alla memoria del grande tenore Mario Lanza (Paese di origine).
Dario ha registrato molte mie canzoni, alcune scritte in collaborazione, tra le quali, più note, NUTTATA NAPULITANA (L. Somma- P. Ciani) CORE MIO SENZA ‘E TE (L. Somma- S. Cintura) con alcuni Cd all’attivo e molti inserimenti in Radio e TV.
Altri brani IO VOGLIO BBENE ‘O MARE (L. Somma- A. Esposito) BALLAD IN RE MINORE (L. Somma-D. Rustichelli)ADESSO CHA VAI VIA (l. Somma-I. Battaglia) COMM’A NA CREATURA (L. Somma-S. Cintura).
Una collaborazione molto intensa con un compagno di viaggio grande tenore ed amico!
LUCIANO SOMMA