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20250310 DILA APS – IL DISPARI

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20250310 DILA APS – IL DISPARI

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20250310 DILA APS – IL DISPARI

20250310 DILA APS – IL DISPARI

Gli incipit scelti da Chiara Pavoni

“Super Cavie” di Rossella Monaco

Racconti satirici di transumanesimo e “pornodistopia”

 

FENOMENI – 1

Apro gli occhi, una bomba di luce mi acceca. Non vedo una cippa del circondario, però la mia mente distingue immagini così nitide da superare i tre gradi di miopia con i quali faccio i conti da anni. Dopo una serie di trailer semi onirici entra in campo una donna con un vestito a fiori neri. La tipa mi accusa di ogni nefandezza. – Mi stai rovinando l’esistenza, chi è quella puttana con cui sei uscito l’altra sera? Con te ho buttato i migliori anni della mia vita, sei un fallito, e non hai fatto questo e non hai fatto quello…

Strano sento di avere un’erezione.

Quando riacquisto la vista mi chiedo cosa ci faccio sdraiato in un letto d’ospedale.

A parte me non c’è nessun altro.

Faccio per alzarmi, non posso, sono legato. Un lenzuolo bianco mi copre dal collo ai piedi e una specie di pendolo oscilla davanti alla mia faccia. È il pulsante per chiamare aiuto, ma anche le braccia sono legate. Non bastasse, sto per essere ipnotizzato dal pendolo. Una voce femminile proveniente dall’interfono risolve l’impasse, – Ben svegliato – dice – tra poco arriverà il dottore, stia tranquillo l’operazione è riuscita alla perfezione –. Fine della voce.

Un lampo di memoria mi illumina, la donna di fiori è Miriam, mia moglie. Guidavo mentre lei al mio fianco continuava a inveire, – Sei un verme, tu e la tua sgualdrina – il bla bla mi ha distratto quel tanto da non vedere la macchina sbucare da destra. Uno schianto pazzesco, non ricordo altro. Deduco di essere in rianimazione, ma perché mi hanno legato al letto e Miriam dov’è?

Dalla porta entra un tizio vestito di bianco, deve essere il dottore, dietro di lui l’equipe medica.

– Buongiorno, come sta? – mi chiede sorridente.

Rispondo con un grugnito, non riesco a parlare.

– Non si preoccupi è normale, deve imparare ad articolare la bocca.

Mi sarò fratturato la mandibola, penso.

– Prima di slegarla dobbiamo dirle alcune cose.

Mi raccontano com’è andata.

Miriam sta benissimo. Per quanto mi riguarda sono morto e nello stesso tempo non lo sono.

Il cuore ha smesso di battere con lo schianto. Il cervello invece funzionava alla grande così è stato trasferito su una placca metallica neuronale di ultimissima generazione, detta Synapses. Praticamente la materia grigia, il mio adorato budino cenerino, non esiste più.

Spappolato dalla cyber scienza.

– Benvenuto nel futuro, caro Biagio Contini – mi dice il dottore, poi parte con il panegirico su Elon Nole, il genio del nostro secolo. Elon Nole, un Gesù Cristo cibernetico dalle velleità miracolistiche, della serie far camminare-i-paralitici/acquistare-la-vista-ai-ciechi/parlare-i-muti, si è preso la briga, grazie alla solerzia autografante di mia moglie (ha firmato la liberatoria), di usarmi per un esperimento mai eseguito prima. Al momento sono ospite del centro ‘Reincarnazioni’ gestito dal “messia”.

– Lei caro Contini è un eroe – dice gonfio d’orgoglio, – È merito suo se un giorno il nostro gran benefattore farà resuscitare pure i morti.

Pure…

Otto miliardi di vivi rincoglioniti non gli bastano?

– Seguendo le direttive di Nole ­– continua the doctor, – le abbiamo impiantato un autentico gioiello di ingegneria elettronica. Lei è unico nel suo genere lo sa?

Sento una voglia prepotente di sciogliermi dai legacci e dargli una capocciata sul naso con la mia placca neuronale Synapses, insolito istinto violento…

20250310 DILA APS – IL DISPARI

20250310 DILA APS – IL DISPARI

Rossella Monaco, scrittrice, autrice di testi teatrali, attrice, regista.

Ha recitato con i grandi nomi dello spettacolo italiano, tra cui Vittorio Gassman e Alberto Lionello.

Ha pubblicato: Esercizi di Sesso (primo premio Inner Wheel, 2003); Orgasmi geneticamente modificati (Effequ editrice, 2015); Reietti (Harpo editore, 2019); Super Cavie (Cultura e dintorni editore, 2024).

Rossella Monaco “Super Cavie” – Collana “I Narratori del Nostro Tempo” – Editore “Cultura e dintorni” – ISBN  9788897538707 – € 14.25

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20250310 DILA APS – IL DISPARI

Biagio Di Meglio – Scrittore e Poeta: Un ricordo di Antonio Mancini

Nel Giugno 1982 passava a miglior vita il Sig. Antonio Mancini.

Aveva 77 anni.

Marito dell’amatissima Sara Bressy, ebbe tre figli : Bruno, Vera e Elena che lo resero nonno felice.

Ero ragazzo quando iniziai a frequentare il suo caratteristico Bar ITALIA.

Meta di vari isolani e numerosi turisti italiani e stranieri, soprattutto nella stagione estiva.

Ebbi un bel rapporto con lui.

Ero appassionato del vecchio cinema e lui mi ravvivava i capolavori dell’epoca.

In particolare il film LA GRANDE ILLUSIONE (con Jean Gabin) e I PRIGIONIERI DEL SOGNO (con Michael Simon).

Visse le brutte fasi delle due guerre mondiali e fu rafforzato dalle tristi esperienze giovanili.

Approdò ad Ischia e la sua onestà e umorismo fecero breccia nel cuore isolano.

Autorità e politici si onorarono delle sue virtù lavorative.

Fu un lottatore.

Lottò per Dio e non rimase mai deluso.

 

Di Bruno Mancini

Dalla raccolta di poesie “Io fui mortale”

(2005 – 2009):  

Macroscopiche assoluzioni 

Macroscopiche assoluzioni
per chiodi infissi nella mia coscienza,
Padre,
con benna estirpo ad una ad una
tra scricchiolanti cantilene,
e strascico avvolti
in folti fogli fitti di poesie,
Madre,
nel nostro tempo d’inutili menzogne.

Né sia truce in questi occhi non più asprigni
lo sguardo austero dei tuoi decreti,
Padre,
nel banno affisso sul muro di gomma
impiastricciato dalle mie storie fascinose,
dov’io m’illudo
in voglie e volti in veglie,
Madre,
fra dolci inganni che non sono tradimenti.

Ci sia indulgenza se non perdono
per la mano che respinge i miei sorrisi
per la mano che raccoglie le mie lacrime.

Io fui mortale.

Da sinistra Francesco Sogliuzzo e Antonio Mancini

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Mariapia Ciaghi | Civismo: un modello socio-economico per un futuro sostenibile

In un mondo segnato da disuguaglianze crescenti e crisi ambientali senza precedenti, l’urgenza di un modello socio-economico alternativo diventa sempre più evidente.
Il Civismo, come concetto e pratica, rappresenta una proposta audace e concreta per superare le rigidità del neoliberismo, combinando i valori del collettivismo e del capitalismo in un sistema che privilegia sostenibilità, inclusione sociale e rispetto per l’ambiente.
Al cuore di questa visione si trova una cooperativa multi-attività che integra formazione, lavoro e auto-produzione Convivio di beni e servizi essenziali.
Il Convivio non è semplicemente una struttura economica, ma un laboratorio di civiltà.
Qui si intrecciano la tradizione del mutuo soccorso e l’innovazione economica, dando vita a un microcosmo in cui le persone non sono meri strumenti del profitto, ma protagoniste di una narrazione più ampia e umana.

Formazione, lavoro e auto-produzione si combinano per rispondere ai bisogni essenziali, promuovendo una dignità condivisa che il neoliberismo, con il suo culto dell’individualismo e del consumo sfrenato, ha messo in crisi.
Il Convivio non è utopia, ma un percorso concreto verso una società equa e sostenibile.
Riconosce la necessità di superare il binarismo tra pubblico e privato, facendo spazio a un terzo pilastro: quello del bene comune, che attinge all’intelligenza collettiva delle comunità.
In questo senso, il Civismo non è solo una teoria economica, ma un atto culturale e morale, capace di ridisegnare le priorità della società.

Il Civismo propone un sistema che non lascia nessuno indietro e che include attivamente le donne, i giovani e i più vulnerabili come motori del cambiamento e si presenta oggi come una forma di ribellione pratica e pacifica contro le storture del sistema.
Non si tratta di un ritorno nostalgico al passato, ma di un recupero critico di valori che il neoliberismo ha soffocato: la solidarietà, il lavoro come espressione di sé, e il rispetto per la natura come fondamento della nostra esistenza.
La cooperativa Convivio è un manifesto vivente di questa visione.
Immaginiamo una rete di Convivii sparsi per il mondo, capaci di fungere da centri pulsanti di innovazione sociale ed economica.

Qui, le persone si formano, lavorano e producono insieme, alimentando un ciclo virtuoso che combatte lo spreco, riduce le emissioni e ricostruisce il tessuto sociale.
Il cambiamento autentico nasce dal coraggio di immaginare un futuro diverso e dalla determinazione di realizzarlo, passo dopo passo.
Il Civismo e il Convivio non sono solo un’idea: sono una sfida a ripensare il nostro modo di vivere, lavorare e convivere.
Non è forse tempo di osare?
Non è forse il momento di ascoltare le voci di chi ci ricorda che la sostenibilità non è un lusso, ma una necessità?
Il Civismo ci offre una strada: spetta a noi percorrerla, con audacia, speranza e determinazione.

Appuntamento a Venezia il 10 Marzo con Gianfranco Trabuio (Esperto in statistica, economia e PNL. Dirigente e docente universitario); Pasquale Ruga (Esperto in soluzioni energetiche sostenibili); Gabriella Chiellino (Esperta in sostenibilità ambientale e consulente ambientale); Ettore Bonalberti (Sociologo esperto in gestione forestale e ambientale. Presidnete Associazione internazionale per la Cultura Ambientale e del Lavoro solidale; Dino Gerardi (Esperto in statistica ed economia, già funzionario europeo presso Eurostat e Relazioni Esterne; Introduce Mariapia Ciaghi (Editore, Giornalista, Partner Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS”, Collaboratrice pagina culturale della testata giornalistica Il Dispari diretto da Gaetano Di Meglio).

20250303 DILA APS – IL DISPARI

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Benito Corradini,

poeta e scrittore, laureato in Scienze Politiche, Presidente del Centro Internazionale – Arte e Cultura LA SPONDA, Partner dell’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS”, svolge da sempre attività giornalistica, di promozione artistica e culturale, di pubbliche relazioni.

La seguente poesia è tratta dalla sua raccolta “e la vita va” pubblicata nel 1981.

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GRIDA  NELLA NOTTE

Non dormo
in questa notte maledetta
dall’infamia d’una belva
insoddisfatta
che succhia, triste,
sangue e poi dolori
di chi serra
nel cuor,volti di amati
rabbiosamente
a lui strappati.
E sprofonda
infame!,
con chi ti regge
il gioco,
e ti fomenta
contro le dure lacrime
e le pene
e lascia mai pietà
d’intorno.
Crepate pure,
maledette belve
dal volto umano
e sparite,
veloci,
nella strada buia

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Benito Corradini

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Natalia Costa & Lucio Filisdeo | Brasile in cucina

Salpicone di prosciutto – Salpicau de presunto

INGREDIENTI

  • 150 gr. di prosciutto cotto
  • 500 gr. di carote
  • 4 peperoni verdi o rossi
  • 1 mela
  • 1 costa di sedano piccola
  • 1 tazza di maionese
  • ¼ di tazza di vino bianco secco
  • ¼ di tazza di olio vegetale
  • 1 cucchiaio raso (da dessert) di sale
  • ½ cucchiaino di pepe bianco

PREPARAZIONE

Sbucciate le carote e grattugiatele con una grattugia a fori grossi; private i peperoni di semi e filamenti bianchi e tagliateli a listarelle, riducete il sedano a tocchetti sottili-

Riunite le verdure e la mela in una teglia, condite con il sale, il pepe, il vino e l’olio, quindi fatele marinare per 30 minuti o più.

Aggiungete il prosciutto tagliato a julienne e metà della maionese, e mescolate accuratamente.

Sistemate il salpicone su un piatto da portata e copritelo con la maionese restante.

Guarnite a piacere con pezzetti di peperone rosso o con la buccia della mela, e completate con ciuffi di prezzemolo.

Questo salpicone si può conservare in frigorifero fino a una settimana.

A piacere, potete sostituire il prosciutto con altrettanto pollo lesso, e trasformarlo in un piatto vegetariano, eliminando il prosciutto dagli ingredienti.

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Vino, un po’ di storia

Allorquando ebbe fine il ciclone della dominazione napoleonica e si stabilizzò la pace nel continente europeo, praticamente nel periodo che può essere compreso tra gli anni 1830 e 1860, si ebbe uno sviluppo incontenibile delle colture vinicole con una enorme sovrapproduzione di vini dalle più svariati origini geografiche.

E ciò nonostante che nel 1846 un terribile parassita, lo OIDIUM (Oidio della vite o mal bianco), avesse decimati numerosi vigneti della fascia mediterranea e della valle del Reno, attaccando e distruggendo foglie, fiori e grappoli.

Praticamente le cronache dell’epoca parlano di una produzione francese, nel 1860, di oltre 70 milioni di ettolitri che equivaleva al quadruplo del consumo interno annuale!

Ora sappiamo che questo aumento produttivo fu realizzato attraverso diverse scaltrezze, tutte, comunque, penalizzanti il livello qualitativo del prodotto finale: in molti ettari fu aggiunta la messa a dimora di nuovi ceppi, e ne furono piantati anche in numerose zone i cui terreni non erano adatti a quel tipo di coltivazione.

Buona parte delle terre coltivate fu oggetto di vere e proprie aste di acquisto da parte della borghesia, della nobiltà, e della finanza che perfezionarono tali possedimenti dando il loro nome ai vigneti e ai vini prodotti, ottenendone lustro e e celebrità.

Nel 1875 ci fu la inedita comparsa della filossera, con conseguenze di danni irreparabili per le coltivazioni di alcune intere regioni.

L’attacco dell’insetto alle radici delle piante fu senza dubbio la peggiore calamità che mai prima avesse colpito i vigneti.

Sono giunti fino a noi le descrizioni di tentativi estremi, spesso bizzarri, volti a difendere le piante, e così leggiamo di campi inondati, di iniezioni di solfuro di carbonio, di trapianti in terreni sabbiosi… fino a quando riuscirono a salvare parte dei vigneti innestando le piante malate su talee americane che risultarono avere la prerogativa di essere immuni dagli attacchi del famigerato insetto.

Per rappresentare appieno lo sterminio causato della filossera valgono i numeri della produzione (sempre riferita alla Francia) ed essi ci dicono che si passò dai 52 milioni di ettolitri prodotti in media nel decennio 1870 – 1880 a meno di 30 milioni di ettolitri nel decennio 1880 -1890.

C’è da precisare anche che lo squilibrio tra produzione e ordinativi fu colmato con il raddoppio della produzione… ottenuto con metodi illeciti: produzione di “vino” fabbricato (sic!) con zuccheri fermentati, acido solforoso, tannino ecc. a riprova che il commercio attuale non ha molto da apprendere dalla antica “onestà”.

Ma questo è un argomento adatto alle parabole di un Esopo moderno a suffragio della tesi per cui i maledetti sofisticatori dei nostri giorni hanno avuto perfidi maestri nel passato.

Ignazio Di Frigeria

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LUCIANO SOMMA – I MIEI COMPAGNI DI VIAGGIO

Rocco Todeshini – Renato Antonioli – John Toso

Tra i compagni di viaggio mi piace menzionare l’Editore AGOS Music, di Vignola, Rocco Todeshini, conosciuto nel 1988 con il quale ho oltre 400 canzoni in edizione.

Nato nel 1961 ci ha lasciati ad appena 59 anni nel 2020 dopo una lunga malattia.

32 anni di collaborazione, io più volte a Vignola nella sua tenuta e studio lui nel 1989 a Napoli per qualche giorno.

Un grande amico che resterà nella mia memoria indelebile ed affettuosamente presente.

L’altro Editore è GIRADISCO, di Ravenna, di Renato Antonioli col quale ho una ventina di brani incisi.

Ed ancora L’Italian Way Music, di Milano, diretta da John Toso, col quale ho scritto alcuni brani, che ha in edizioni anche lui centinaia di canzoni, ultimamente con musica voce ed arrangiamento di  Fabio Martoglio più alcuni singoli che stanno avendo un grande successo come SOGNO DIVERSO e BRVIDI DI TE.

John Toso, eccentrico e classico.

Spesso eclettico per poter dare voce alle innumerevoli sfaccettature della sua creatività.

Ama la musica melodica e sa emozionare quando la interpreta al pianoforte.

Dopo studi al conservatorio e alla civica scuola di musica jazz, ha deciso di aprirsi alla musica a 360° abbracciando tutti i generi musicali moderni.

Per oltre un decennio, ha creato e sviluppato rapporti con numerosissime società di edizioni, realizzando decine di cataloghi musicali di new age, lounge, dance e chill out distribuite in Italia e in tutto il mondo.

Ad oggi, conta nel suo repertorio, come autore e compositore, circa 10.000 brani di tutti i generi musicali, ascoltabili e scaricabili da centinaia di siti musicali e motori di ricerca sotto forma di suonerie o production music.

Consulente artistico e produttore discografico.

Tutte etichette serie con le quali ho condiviso un lunghissimo percorso, persone precise ed affidabili.

Molte altre mie canzoni hanno un numero imprecisato di editori, alcuni dei quali scomparsi negli anni.

Oltre a stampare migliaia di fascicoli che il tempo ha coperto di polvere senza raggiungere risultati quanto meno apprezzabili.

Titoli su titoli, testi su testi, musiche su musiche alcuni senza nemmeno un’incisione, il mercato discografico è stato sempre un ostacolo insormontabile per chi ha vissuto facendo altre attività.

Fare l’autore di canzoni a tempo pieno sperando di poter vivere coi diritti della SIAE era, ed è, appannaggio di chi è un professionista che lavora sodo e fa serate in modo da poter riempire, e far riempire, i programmi con i titoli dei propri brani e riceverne un guadagno che gli consenta di vivere ed anche bene.

Non vuole essere una polemica la mia, ma un dato di fatto, certo che tutti coloro che sono del settore lo sanno bene.

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20250306 DILA ASP IL DISPARI professionisti

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LUCIANO SOMMA  – I MIEI COMPAGNI DI VIAGGIO

RAUL QUINZI e IURY BATTAGLIA

Un giovanissimo ma grosso personaggio televisivo DAMIANO MAZZONE figura tra i miei più recenti collaboratori.

9 volte in TV con Antonella Clerici ha duettato coi più grandi cantanti Italiani da LUCIO DALLA a AL BANO, MASSIMO RANIERI e tantissimi altri, nato a Catania nel 1987 canta Napoletano in maniera perfetta.

Mi ha registrato, anni or sono, NUTTATA NAPULITANA (L. Somma – P. Ciani) presente in you tube con decine di migliaia di visualizzazioni ed ottimi entusiastici commenti.

In seguito abbiamo scritto insieme UNA NUOVA REALTA’ –  UNA STORIA VERA –  ‘O SOLE E L’OMBRA –  LA POESIA DELLA VITA tutte canzoni delle edizioni musicali ITALIAN WAY MUSIC, ma solo la POESIA DELLA VITA prodotta e distribuita dalla nota casa discografica MEA SOUND di Napoli.

Il ragazzo ha voce da vendere ed ha una personalità e loquacità enorme, solo che purtroppo pecca moltissimo nei rapporti sociali e forse questo gli ha impedito di spiccare quel volo tanto atteso ed ambito, e meritatissimo, che potesse  portarlo ancora più in alto.

Nonostante la nostra ottima collaborazione ci sentiamo pochissimo, nemmeno gli auguri, da parte sua, nelle festività… Peccato!

Spero che potrà migliorare nel tempo.

Perché ha tutte le doti adatte per raggiungere un grandissimo successo.

A proposito del quale grazie all’amico CIRO GIORGIO è stato negli STATI UNITI insieme a NICOLA DI BARI riscuotendo un enorme successo.

Dice di aver proposto i nostri brani ma sta di fatto che io non ho mai visto un video con lui che canta in America le nostre canzoni e sinceramente ancora non riesco a capirne i motivi…

Alla Prossima!

LUCIANO SOMMA

DAMIANO-MAZZONE.

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Premi Otto milioni

Bruno Mancini

 

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04ar25 Luciano Somma
LE RADIO AD ISCHIA

Nella metà degli anni 70 collaboravo con molte emittenti libere Campane conducendo programmi di poesie intervallati da telefonate in diretta e canzoni.
Alcune erano molto seguite tenendo conto della novità, specie nei programmi notturni.
Ad Ischia nacquero RADIO ISOLA VERDE e RADIO ISCHIA e nel 1976 iniziavo ad essere, particolarmente nel periodo estivo, spesso ospite nella trasmissione notturna: “DIAMOCI DEL TU NEL CUORE DELLA NOTTE“ condotta da Beppi Banfi coadiuvato più volte dalla sorella Patrizia, con telefonate in diretta, una sfilza di ospiti: poeti, cantanti, personaggi dello spettacolo.
In quell’anno il mio nome diventò molto popolare avendo io vinto il primo premio con la poesia DIMANE al prestigioso PREMIO NICOLARDI con un assegno di 250.000 lire e la medaglia d’argento del Presidente della Repubblica.
Nello stesso anno uscì il libro dal titolo omonimo DIMANE in due edizioni numerate di 1200 copie, una nel 1977 e l’altra nel 1978 della EDIZIONE DEGLI ARTISTI di Ciro Riemma di Napoli.
Alcune volte la trasmissione finiva intorno alle 4 del mattino, sottraendomi diverse ore di sonno anche perché amavo pescare e dunque fino alle 8 del mattino mi dedicavo a questa mia ulteriore passione dormendo fino a mezzogiorno e recuperando qualche altra ora nel pomeriggio.
Ma il boom l’emittente lo ebbe quando per irregolarità, furono chiuse quasi tutte le radio libere ad eccezione di RADIO ISCHIA, appunto, e RADIO ANTENNA CAPRI a Napoli.
Gli ascoltatori furono veramente tantissimi, considerando che l’emittente si ascoltava in tutta la zona flegrea, a Napoli, fino ad arrivare alle porte di Formia nel Lazio.
Dopo qualche estate mi affiancava come ospite il poeta PERPPE SANTAGATA e qualche volta interveniva il compianto RENATO FATTORE che aveva la voce molto simile al grandissimo TOTO’.
Quante nottate, sorseggiando un ottimo caffè, dialogavamo al telefono con i vari ascoltatori, non solo ischitani, i quali leggevano poesie, raccontavano aneddoti, spaccati della loro vita e le ore volavano, l’orologio c’indicava che era ora di finire la trasmissione.
Ischia non era soltanto l’Isola incantata dell’amore ma anche fonte di cultura ed amicizia grazie a queste splendide e innovative iniziative.

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ANTONIO MENCARINI

Ed ora iniziamo il 2025 parlando del compianto ANTONIO MENCARINI, VOX per gli amici ischitani dell’Associazione DILA APS, conosciuto alcuni anni or sono sempre on line.
Del resto tra i chiaroscuri d’internet vi è questo grande vantaggio di raggiungere persone ovunque si trovino per amicizie e collaborazioni.
Dotato d’una calda voce inconfondibile ha curato per 2 anni la trasmissione CAFFE’ DI NOTTE su RADIO ANTENNA CAPRI insieme al noto cantautore CARLO MISSAGLIA.
Con me ha collaborato incidendo poesie sia in Italiano che in napoletano raggruppate in 2 album inviati a suo tempo a molte radio, anche estere, che ancora oggi trasmettono la sua voce.
Ora che purtroppo non è più tra noi è emozionante ascoltare la sua voce interpretare i miei versi con una compartecipazione degna della sua fama di fine dicitore.
Per il suo impegnativo lavoro di responsabile commerciale d’una catena d’uno dei maggiori supermercati italiani ha girato mezzo mondo per moltissimi anni fino all’età del pensionamento.
Napoletanissimo  ha vissuto a Milano.
Spesso nei week end si recava ad Ischia.
Memorabili le sue collaborazione alle tante iniziative di Bruno Mancini che lo vedevano appunto sull’isola, in aereo da Milano-Napoli e aliscafo per Ischia!
Già nel primo breve lasso di tempo, solo qualche mese, successivo alla sua decisione di credere nel progetto nato ad Ischia, Mencarini volle e riuscì ad allestire e mandare in onda cinque puntate di trenta minuti ciascuna durante le quali Ischia, le Poesia delle nostre antologie con in primo piano Roberta Panizza, Bruno Mancini, Sacha Savastano, Franco Calise, Nunzia Binetti, Virginia Murru, Alberto Liguoro, Umberto Maselli, Liga Sarah Lapinska, e il sottoscritto, insieme alla musica di Nicola Pantalone, Dario Rustichelli vennero proposte attraverso una importante radio della Romagna.
Le pagine di questo giornale ne hanno illustrate le doti umane ed artistiche più e più volte come giusto riconoscimento alla sua visione dell’arte unificatrice di popoli e di tradizioni.

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02ar25 Luciano Somma
COLLABORAZIONI RADIOFONICHE

Le mie prime collaborazioni alle Radio e TV libere risalgono al 1976.
La prima in assoluto fu con RADIO ORIZZONTI, dove, grazie a mia nipote che presentava un suo programma, mi fu offerta l’occasione di organizzare alcune notturne in diretta telefonica, con poesie lette da me e canzoni di autori vari.
Da allora fui ospite o conduttore di moltissime emittenti e TV, coadiuvato da moltissimi poeti e personaggi dello spettacolo.
Fare dei nomi mi diventa difficile perché furono veramente troppi.
Si faceva notte inoltrata e si finiva intorno alle 4 circa del mattino.
Avevamo ascoltatori non solo a Napoli città, ma anche molti a Ischia e soprattutto in provincia e finanche in altre località della Campania.
Fino al 1995, ossia in prossimità del pensionamento della mia attività di rappresentante avvenuta nel 2000.
Fisicamente, da allora, non sono più intervenuto, ma comunque da quell’anno, da casa, ho collaborato con alcune emittenti attraverso il web.
La più importante NON E’ MAI TROPPO TARDI nel 2005, dove RAI2 mi fece fare una puntata dal mio studio inviandomi suoi dipendenti a registrare.
Fu un’esperienza molto interessante con un monologo durato circa 30 minuti nel quale spiegavo vantaggi e svantaggi di usare internet ad una certa età…
Da quel periodo scrissi i testi di moltissime canzoni e sigle per animazioni turistiche.
Inviavo i Cd alle varie radio e molte di esse mi trasmettevano i brani o mi facevano interviste come ad esempio SAMMY VARIN dell’allora RADIO PADANIA che parlava dei vari territori tra i quali la Campania.
Ancora RADIO BLU NAPOLI di Gino de Vita – Radio Italia dall’Australia, l’attuale  Radio Emozioni Live di Tony Esposti che ancora oggi ogni Sabato dalle 17,30 alle 19 manda in onda mie poesie recitate e mie canzoni.
Anche in questo caso vorrei tanto fare dei nomi, ma sono veramente tante, alcune estere dalla Romania, Francia, e da tanti altri paesi Africa compresa.
Negli ultimi anni moltissime sono state le interviste telefoniche, ed altre in TV e prodotte con la web camera, tutte seguite da migliaia di visualizzazioni, a dimostrazione di un grande interesse per l’arte e per la cultura.
Ci sarebbero tanti aneddoti da raccontare cosa che farò nel prosieguo.
In tanti anni alcuni episodi restano fermi nella memoria a testimoniare un’esperienza sicuramente irripetibile che ha lasciato in me la grande voglia di continuare anche se, per motivi di salute, purtroppo posso farlo solo da casa.

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01ar25 Luciana Capece
PRESENTAZIONE SILLOGE “ITINERARI” DI ANTONELLA COLONNA VILASI

L’opera poetica ITINERARI, della Scrittrice Poetessa Psicologa Dott.ssa ANTONELLA COLONNA VILASI, nell’armonia dei suoi scritti e del verbale lessicale ne è la ricerca di una emancipata  evoluzione, con un idioma adeguato, lontano da egoismi mentali.
Per preservare fiduciosa, tappe della vita, prestando attenzionali accorgimenti.
Sono storie stilate da molteplici sfumature spesso imprigionate nell’intimo delle persone, un vero contenitore dalle cavità misteriose.
La logica poetica esistenziale vede il mondo con un bilanciamento che produce perfetta quiete, però ne commenta il conflitto psicologico, emarginato dalla perdizione dell’umanità!
Tuttavia è bene soffermarsi sulla riflessione sociale quasi come un’autoanalisi introspettiva dell’individuo che timbra la sua dovuta esperienza e sapienza nelle curve d’un quotidiano aggravato da anomalie sorgive, ove incrocia e consegna al tempo congegni di prepotenza incarnata da matrice crepuscolare.
Con segmenti di strategie non casuali ma voluti a testimonianza di ritmi serrati e confusi nel contesto psicologico e filosofico.
Una produzione di idee della Dott.ssa COLONNA VILASI (Vero Patrimonio Conservatore) pronto a decifrarne i contenuti, nell’intento perpetuo di una felicità possibilmente reale.
Un potenziale ribaltio per attingere in fase calzante al valore primario, emblematica soluzione per tutte le questioni affliggenti e opprimenti.
Un libro condivisibile che varca il risorgere sentimenti d’amore, articolato da celebri passaggi d’arcobaleni di realtà e di speranzose proiezioni futuristiche.
Elemento basico per ogni ESSERE UMANO, nell’apprezzare la bellezza universale cui dipinge l’io interiore di chiara luce.

SILLOGE < ITINERARI> DI ANTONELLA COLONNA VILASI- EDIZIONI DEL FARO

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Vino, un po’ di storia

Allorquando ebbe fine il ciclone della dominazione napoleonica e si stabilizzò la pace nel continente europeo, praticamente nel periodo che può essere compreso tra gli anni 1830 e 1860, si ebbe uno sviluppo incontenibile delle colture vinicole con una enorme sovrapproduzione di vini dalle più svariati origini geografiche.

E ciò nonostante che nel 1846 un terribile parassita, lo OIDIUM (Oidio della vite o mal bianco), avesse decimati numerosi vigneti della fascia mediterranea e della valle del Reno, attaccando e distruggendo foglie, fiori e grappoli.

Praticamente le cronache dell’epoca parlano di una produzione francese, nel 1860, di oltre 70 milioni di ettolitri che equivaleva al quadruplo del consumo interno annuale!

Ora sappiamo che questo aumento produttivo fu realizzato attraverso diverse scaltrezze, tutte, comunque, penalizzanti il livello qualitativo del prodotto finale: in molti ettari fu aggiunta la messa a dimora di nuovi ceppi, e ne furono piantati anche in numerose zone i cui terreni non erano adatti a quel tipo di coltivazione.

Buona parte delle terre coltivate fu oggetto di vere e proprie aste di acquisto da parte della borghesia, della nobiltà, e della finanza che perfezionarono tali possedimenti dando il loro nome ai vigneti e ai vini prodotti, ottenendone lustro e e celebrità.

Nel 1875 ci fu la inedita comparsa della filossera, con conseguenze di danni irreparabili per le coltivazioni di alcune intere regioni.

L’attacco dell’insetto alle radici delle piante fu senza dubbio la peggiore calamità che mai prima avesse colpito i vigneti.

Sono giunti fino a noi le descrizioni di tentativi estremi, spesso bizzarri, volti a difendere le piante, e così leggiamo di campi inondati, di iniezioni di solfuro di carbonio, di trapianti in terreni sabbiosi… fino a quando riuscirono a salvare parte dei vigneti innestando le piante malate su talee americane che risultarono avere la prerogativa di essere immuni dagli attacchi del famigerato insetto.

Per rappresentare appieno lo sterminio causato della filossera valgono i numeri della produzione (sempre riferita alla Francia) ed essi ci dicono che si passò dai 52 milioni di ettolitri prodotti in media nel decennio 1870 – 1880 a meno di 30 milioni di ettolitri nel decennio 1880 -1890.

C’è da precisare anche che lo squilibrio tra produzione e ordinativi fu colmato con il raddoppio della produzione… ottenuto con metodi illeciti: produzione di “vino” fabbricato (sic!) con zuccheri fermentati, acido solforoso, tannino ecc. a riprova che il commercio attuale non ha molto da apprendere dalla antica “onestà”.

Ma questo è un argomento adatto alle parabole di un Esopo moderno a suffragio della tesi per cui i maledetti sofisticatori dei nostri giorni hanno avuto perfidi maestri nel passato.

Ignazio Di Frigeria

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Continuando a parlare di vini: LE BOTTIGLIE

Le tracce storiche che portano alla diffusione iniziale della bottiglia di vetro per contenere il vino nei formato a noi noti, ossia con pancia larga e collo stretto, risalgono all’inizio del XVII secolo e sono numerosamente testimoniate nei dipinti rappresentanti pranzo conviviali di quell’epoca.

Con qualche leggera differenza di forma, poiché spesso le bottiglie appaiono più tozze, con le parti centrali proporzionate quasi come cipolle, con i colli particolarmente esili.

Erano soffiate in vetrerie artigianali, composte con impasti opachi di colori tendenti al verde scuro.

Venivano chiuse con tappi di legno che, a loro volta, venivano avvolti in tessuti di canapa impregnata di olio, stando alle prescrizioni che si possono leggere nello statuto dei soffiatori di vetro dell’anno 1639.

Quando nei primi anni del 1700 ebbe luogo la fondazione, a Bordeaux, della prima fabbrica di bottiglie, si verificò una vera e propria rivoluzione nella struttura e nella composizione della bottiglia, attraverso la produzione industriale che modificò il sistema di tappatura con l’adozione del turacciolo di sughero.

Intanto, in quegli stessi anni, in una differente regione della Francia, nella Champagne, un abate dell’abbazia di Hautviller (tale Dom Perignon!), perfezionando i suoi innovativi esperimenti, dette il via alla produzione del vino spumante, lo Champagne che oggi tutti noi apprezziamo, per la cui conservazione era necessario disporre di bottiglie resistenti almeno fino a 7 atmosfere e di turaccioli a tenuta praticamente ermetica.

Passando i secoli, anche la bottiglia è variata e, parimenti a tutti gli oggetti della nostra vita comune, anch’essa ha subito un percorso di razionalizzazione.

Oggi sappiamo, scientificamente, che il vino si conserva meglio in bottiglie da 75 cl. poiché in bottiglie di capienza inferiore invecchia più rapidamente, mentre, in bottiglie di dimensioni maggiori, subisce un processo di miglioramento troppo lento, e quindi tale misura è stata adottata quasi universalmente.

In commercio si trovano bottiglie di maggiore capienza, come il magnum che è giudicato il formato ideale per lo Champagne e talvolta per altri vini, e numerose bottiglie di proporzioni bizzarre o smisurate il cui valore consiste solo nella curiosità che generano ma che inducono ad avere dubbi sulla qualità dal loro contenuto.

Anche la forma della bottiglia è variata ed oggi troviamo forme diversificate che caratterizzano a volte la zona vinicola e a volte la tipologia di vino che vi racchiudono.

Così, ad esempio e restando in Francia, nella zona di Bordeaux si trova la boutellie, bottiglia dal collo snello e dalle spalle ampie, in Borgogna si usa la bourguignonne più massiccia della precedente, in Alsazia troviamo la flute dal modello raffinato ed aguzza. nel Giura il clavelin, nella Champagne la classica bottiglia generalmente nota in numerose variazioni.

Ignazio Di Frigeria

 

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LUCIANO SOMMA  – I MIEI COMPAGNI DI VIAGGIO

RAUL QUINZI e IURY BATTAGLIA

Un giovanissimo ma grosso personaggio televisivo DAMIANO MAZZONE figura tra i miei più recenti collaboratori.

9 volte in TV con Antonella Clerici ha duettato coi più grandi cantanti Italiani da LUCIO DALLA a AL BANO, MASSIMO RANIERI e tantissimi altri, nato a Catania nel 1987 canta Napoletano in maniera perfetta.

Mi ha registrato, anni or sono, NUTTATA NAPULITANA (L. Somma – P. Ciani) presente in you tube con decine di migliaia di visualizzazioni ed ottimi entusiastici commenti.

In seguito abbiamo scritto insieme UNA NUOVA REALTA’ –  UNA STORIA VERA –  ‘O SOLE E L’OMBRA –  LA POESIA DELLA VITA tutte canzoni delle edizioni musicali ITALIAN WAY MUSIC, ma solo la POESIA DELLA VITA prodotta e distribuita dalla nota casa discografica MEA SOUND di Napoli.

Il ragazzo ha voce da vendere ed ha una personalità e loquacità enorme, solo che purtroppo pecca moltissimo nei rapporti sociali e forse questo gli ha impedito di spiccare quel volo tanto atteso ed ambito, e meritatissimo, che potesse  portarlo ancora più in alto.

Nonostante la nostra ottima collaborazione ci sentiamo pochissimo, nemmeno gli auguri, da parte sua, nelle festività… Peccato!

Spero che potrà migliorare nel tempo.

Perché ha tutte le doti adatte per raggiungere un grandissimo successo.

A proposito del quale grazie all’amico CIRO GIORGIO è stato negli STATI UNITI insieme a NICOLA DI BARI riscuotendo un enorme successo.

Dice di aver proposto i nostri brani ma sta di fatto che io non ho mai visto un video con lui che canta in America le nostre canzoni e sinceramente ancora non riesco a capirne i motivi…

Alla Prossima!

LUCIANO SOMMA

DAMIANO-MAZZONE.

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LUCIANO SOMMA  – I MIEI COMPAGNI DI VIAGGIO

RAUL QUINZI e IURY BATTAGLIA

Mi piace anche evidenziare affettuosi e durature collaborazioni specie per sigle musicali e canzoni per animazioni dei seguenti due artisti Genovesi:

  • Iury Battaglia Nasce a Genova nel 1970, a sette anni inizia lo studio del pianoforte, a nove anni esegue il suo primo concertino per non dimenticare l’anno nel quale ha studiato il violino, continua quindi la passione che lo porta a scrivere canzoni e nel 1988 supera l’esame alla SIAE diventando compositore e paroliere.

Da lì inizia un percorso che lo vede impegnato in numerosi pianobar a Genova e in tutta Italia, poco dopo inizia molte collaborazioni musicali che gli permettono di incidere vari album di musica ambiente e altri di musica leggera. Oggi continua la sua attività di autore e compositore.

  • Raoul Quinzi anche lui di Genova. Ha lavorato presso Musicoterapista.

La maggior parte dei brani tutti con edizione ITALIAN WAY MUSIC di Milano.

Un buon ricordo di Vittorio Musella- Piano bar di Napoli, mio amico d’infanzia col quale ho scritto pochi brani ma buoni, tutti programmati per diversi anni nei vari piano bar più importanti della Campania.

  • Enzo Valese, che ci ha lasciati da poco, col quale ho scritto su sua musica.

Composto una decina di testi tutti pubblicati su you tube, cantati da ottime voci femminili.

  • Carmine Del Duca, napoletano residente in Romania col quale ho realizzato un ottimo CD ben accolto dalla critica e dal pubblico Romeno.
  • Taddeo Scalici che ha musicato diversi miei testi napoletani, tra i quali DON EDUA’ che tanto successo ha avuto, canzone cantata da MARIA ROSARIA VARDI.
  • Jovino, pseudonimo di Pasquale Jovino, che giovanissimo interpretò miei brani, alcuni musicati da me altri da Gilberto Paraschiva.

Lavorò per un breve periodo con Pippo Baudo.

LUCIANO SOMMA

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Professionisti DILA APS 2023 – Calendario pubblicazioni

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Bruno Mancini