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Esopo news

Marciapiedi utilizzati da moto e autoveicoli, mentre pedoni di ogni genere (disabili, anziani, bambini, animali ecc.) sono costretti a circolare per le strade senza protezioni.

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Pagina dedicata alla Poesia

Oggi dedichiamo questa pagina alla Poesia, in leggero anticipo sulla data del 21 marzo, giorno in cui si celebra la Giornata Mondiale della Poesia istituita, nel 1999, dall’UNESCO con l’obiettivo di promuoverne la lettura, la scrittura, la pubblicazione e l’insegnamento in tutto il mondo.

Lo facciamo pubblicando l’albo d’oro dei vincitori delle 13 edizioni del Premio Internazionale di Poesia OTTO MILIONI e proponendo due poesie, una inedita di Alberto Liguoro (che ringraziamo per l’anteprima), raffinatissimo scrittore e collaboratore di questa pagina culturale, e una mia commentata in maniera personale da Ignazio Di Frigeria, personaggio di fantasia protagonista in quasi tutti i libri di prosa e di poesia che fanno parte della mia produzione letteraria.

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Premio internazionale di poesia OTTO MILIONI

Tutte le poesie finaliste sono state pubblicate nelle antologie indicate

  • 2012 prima edizione

1° “M’immergerò nel blu” di Angelica Lubrano

2° “Ischia bella” di Santa Vetturi

3° “La goccia” di Liga Sarah Lapinska

Ant: Otto milioni – ISBN9781291013962

  • 2013 seconda edizione

1° “Conchiglia” di Mario De Rosa

2° “Canta Nea-polis” di Antonio Santacroce

3° “Luce” di Angelica Lubrano

Ant: Da Ischia sempre poesia – ISBN 9781291457704

  • 2014 terza edizione

1° “Io, l’ultima donna ingenua” di Liga Sarah Lapinska

2° “Viaggiatore” di Antonio Scarfone

3° “Il mare il pescatore ed io” di Emanuela Di Stefano

Ant: Mare Monti Mare – Esaurita

  • 2015 quarta edizione

1° “Inaspettatamente l’amore”  di Silvana Lazzarino

2° “Artista” di Angela Maria Tiberi

3° “Una speranza di pace” di Franco Maccioni

Ant: Da Ischia L’Arte – ISBN 9781326528829

  • 2016 quinta edizione

1° “Un nota sola” di Ester Margherita Barbato

2° “Il bacio” di Silvana Lazzarino

3° “Continuo in te” di Liga Sarah Lapinska

Ant: Otto milioni – 2016 – Esaurita

  • 2017 sesta edizione

1° “Nello spiraglio di luce” di Franco Maccioni

“Quando sarò la pietra” di Liga Sarah Lapinska

“Dove mi aspetta” di Liga Sarah Lapinska

Ant: Penne Note Matite – ISBN9780244352110

  • 2018 settima edizione

1° “Frutto” di Miriam Bruni

2° “Musiche assordanti” di Franco Maccioni

3° “Il mio Pescatore” di Liga Sarah Lapinska

Ant: Una pagina, un’emozione – Esaurita

  • 2019 ottava edizione

 “La mia mente” di Adriana Iftimie Ceroli

 “Il pegno” di Aldo Gallina

 “Dove sussurra il vento” di Silvana Lazzarino

Ant: Magari un’emozione

  • 2020 nona edizione

1° “Il cielo incenerito” di Luciana Capece

2° “Vestimi d’azzurro” di Maria Francesca Mosca

3° “Ti racconterò di me” di Maria Francesca Mosca

Ant: Arte altrove – Esaurita

  • 2021 decima edizione

1° “Bianco petalo” di Maria Francesca Mosca

2° “Donna leopardo” di Angela Maria Tiberi

3° ex aequo “Notre Dame” di Liga Sarah Lapinska

3° ex aequo “Il marchio dell’anima” di Natalina Stefi

Ant: Decima edizioneISBN 9781291252408

  • 2022 undicesima edizione

1° Nausicaa” di Milena Petrarca  

E la felicità dura di Sandra Švarca

Lo smistamento di Liga Sarah Lapinska  

Ant: Isole nuove – ISBN9781471065514

   

  • 2023 dodicesima edizione

1° Sguardo d’intesa” di Luciana Capece 

2° Ristoro” di Liga Sarah Lapinska

3° Per fiorire da solo” di Māris Ruks

Ant: Ispirazioni – ISBN 108832267721

  • 2024 tredicesima edizione

1° “La sorte del poeta” di Luciana Capece

2° “I giochi infantili da Gengis Khan” di Liga Sarah Lapinska

3° “Come mai” di Ingrīda Zaķe

Ant: Più voci più immaginiISBN 9781326926359

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ALBERTO LIGUORO

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ALBERTO LIGUORO – AMERIGO VESPUCCI

Nell’ambito delle iniziative per celebrare la Giornata Mondiale della Poesia (21

marzo 2025), non può mancare un riferimento al nostro “Amerigo Vespucci”, una

POESIA in sé, che, a vele spiegate, attraversa, ad ogni latitudine, i Mari del Mondo,

stringendo tutti i naviganti e coloro che sono morti tra le sue onde, in un abbraccio

ideale senza confini.

In fondo al cuore della Patria,

da Castellammare di Stabia a Livorno,

ad Hong Kong, a Capo Horn,

o in un fumoso bistrot di Buenos Aires

dove si raccontano i marinai,

i colori brillano,

della passione,

del misticismo,

della speranza;

tra gli abbagli di luce vivida

e gli squarci di uragani,

si intrecciano

il bene e il male,

il dolore e la gioia,

la generosità e l’indifferenza.

In fondo al cuore dei ricordi,

dello spettro della Morte,

solo per un breve,

interminabile istante,

potrai fissare

il volto senz’occhi,

mentre naviga, infine,

verso Ponente,

in un mare placido,

con il vento in poppa,

e, dei maestri di vela,

l’abile guida,

leggero il timone,

e saldo il petto,

si staglia già

sulla piatta linea dell’orizzonte,

quando, lenta, scende la sera,

e le prime luci si accendono;

svaniscono il mare e il cielo,

in un perfetto abbraccio

di libertà e di pace.

Dedicata al nostro veliero “Amerigo Vespucci”, nel giorno del suo rientro in Patria,

dopo essere stato, per due anni, ambasciatore nel Mondo, di un diverso Mondo,

senza gangster assetati di sangue e di potere, dove una carezza vale più di una

manciata di diamanti, e il sorriso di un bambino illumina un’intera giornata più del

Sole sull’Equatore.

Milano 3 Marzo 2025

20250317 DILA APS – IL DISPARI

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BRUNO MANCINI

BRUNO MANCINI  –  CHE GIUNGA DA LONTANO

Tratta dalla raccolta

Io fui mortale

ISBN 9781326785390

 

Ancora mi chiama

la voce notturna

vagante

tra le mie chiese infrante:

”Stanotte ti ho sognato.”

 

Un palpito?

Un eccesso?

Un rombo d’Amazzone giammai delusa?

 

Non basta un sortilegio a

a carpire

dalle parole astratte i

i movimenti i suoni i turbamenti, gli

gli sguardi gl’impeti gli odori, la

la scena illuminata dal sole o dalla luna.

 

Non basta un incantesimo per

per darmi accesso all’antro labirinto del

del cuore di una donna.

A questo pensa il sonno.

 

“Stamane ti ho sognata:

le coccole nel mare – profondo –

che poi risucchia il pescatore appassionato”.

 

“Stamane ti ho sognata:

le coccole nel mare – placido –

simile a bimbo che venga da lontano”.

Ignazio Di Frigeria ne propone una chiave di lettura personale

Una lei dice a un lui di averlo sognato, e lui sente in quelle parole il coraggio spregiudicato di una Amazzone incurante delle tempeste e delle convenzioni clericali che sono tutt’intorno.  Guerriera vagante, spinta da palpiti ed eccessi in un sogno di speranza.

E lui sa che la fragilità delle parole, neppure quando ricevono forza da magie, sono in grado di creare realtà nelle forme spregiudicate di turbamenti, impeti, malie pur nella seduzione di luci o di penombre.

Lui sa che il cuore delle donne è protetto ben oltre ogni incantesimo, difeso da percorsi logicamente inaccessibili.

Ma lui è tanto disinibito quanto disinvolto, ugualmente spregiudicato come lei, e si propone come sognatore ad occhi aperti dicendole due volte “stamane ti ho sognata” (stamane e non stanotte) così mostrando l’audacia di affrontare una passione travolgente, ma coccolata con il candore di un bimbo venuto da un mondo diverso, che, parafrasando in maniera del tutto personale, vorrei credere che sia il sottointeso mondo della poesia

20250317 DILA APS – IL DISPARI

20250317 DILA APS – IL DISPARI

 

20250310 DILA APS – IL DISPARI

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Gli incipit scelti da Chiara Pavoni

“Super Cavie” di Rossella Monaco

Racconti satirici di transumanesimo e “pornodistopia”

 

FENOMENI – 1

Apro gli occhi, una bomba di luce mi acceca. Non vedo una cippa del circondario, però la mia mente distingue immagini così nitide da superare i tre gradi di miopia con i quali faccio i conti da anni. Dopo una serie di trailer semi onirici entra in campo una donna con un vestito a fiori neri. La tipa mi accusa di ogni nefandezza. – Mi stai rovinando l’esistenza, chi è quella puttana con cui sei uscito l’altra sera? Con te ho buttato i migliori anni della mia vita, sei un fallito, e non hai fatto questo e non hai fatto quello…

Strano sento di avere un’erezione.

Quando riacquisto la vista mi chiedo cosa ci faccio sdraiato in un letto d’ospedale.

A parte me non c’è nessun altro.

Faccio per alzarmi, non posso, sono legato. Un lenzuolo bianco mi copre dal collo ai piedi e una specie di pendolo oscilla davanti alla mia faccia. È il pulsante per chiamare aiuto, ma anche le braccia sono legate. Non bastasse, sto per essere ipnotizzato dal pendolo. Una voce femminile proveniente dall’interfono risolve l’impasse, – Ben svegliato – dice – tra poco arriverà il dottore, stia tranquillo l’operazione è riuscita alla perfezione –. Fine della voce.

Un lampo di memoria mi illumina, la donna di fiori è Miriam, mia moglie. Guidavo mentre lei al mio fianco continuava a inveire, – Sei un verme, tu e la tua sgualdrina – il bla bla mi ha distratto quel tanto da non vedere la macchina sbucare da destra. Uno schianto pazzesco, non ricordo altro. Deduco di essere in rianimazione, ma perché mi hanno legato al letto e Miriam dov’è?

Dalla porta entra un tizio vestito di bianco, deve essere il dottore, dietro di lui l’equipe medica.

– Buongiorno, come sta? – mi chiede sorridente.

Rispondo con un grugnito, non riesco a parlare.

– Non si preoccupi è normale, deve imparare ad articolare la bocca.

Mi sarò fratturato la mandibola, penso.

– Prima di slegarla dobbiamo dirle alcune cose.

Mi raccontano com’è andata.

Miriam sta benissimo. Per quanto mi riguarda sono morto e nello stesso tempo non lo sono.

Il cuore ha smesso di battere con lo schianto. Il cervello invece funzionava alla grande così è stato trasferito su una placca metallica neuronale di ultimissima generazione, detta Synapses. Praticamente la materia grigia, il mio adorato budino cenerino, non esiste più.

Spappolato dalla cyber scienza.

– Benvenuto nel futuro, caro Biagio Contini – mi dice il dottore, poi parte con il panegirico su Elon Nole, il genio del nostro secolo. Elon Nole, un Gesù Cristo cibernetico dalle velleità miracolistiche, della serie far camminare-i-paralitici/acquistare-la-vista-ai-ciechi/parlare-i-muti, si è preso la briga, grazie alla solerzia autografante di mia moglie (ha firmato la liberatoria), di usarmi per un esperimento mai eseguito prima. Al momento sono ospite del centro ‘Reincarnazioni’ gestito dal “messia”.

– Lei caro Contini è un eroe – dice gonfio d’orgoglio, – È merito suo se un giorno il nostro gran benefattore farà resuscitare pure i morti.

Pure…

Otto miliardi di vivi rincoglioniti non gli bastano?

– Seguendo le direttive di Nole ­– continua the doctor, – le abbiamo impiantato un autentico gioiello di ingegneria elettronica. Lei è unico nel suo genere lo sa?

Sento una voglia prepotente di sciogliermi dai legacci e dargli una capocciata sul naso con la mia placca neuronale Synapses, insolito istinto violento…

20250310 DILA APS – IL DISPARI

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Rossella Monaco, scrittrice, autrice di testi teatrali, attrice, regista.

Ha recitato con i grandi nomi dello spettacolo italiano, tra cui Vittorio Gassman e Alberto Lionello.

Ha pubblicato: Esercizi di Sesso (primo premio Inner Wheel, 2003); Orgasmi geneticamente modificati (Effequ editrice, 2015); Reietti (Harpo editore, 2019); Super Cavie (Cultura e dintorni editore, 2024).

Rossella Monaco “Super Cavie” – Collana “I Narratori del Nostro Tempo” – Editore “Cultura e dintorni” – ISBN  9788897538707 – € 14.25

 20250310 DILA APS – IL DISPARI

20250310 DILA APS – IL DISPARI

Biagio Di Meglio – Scrittore e Poeta: Un ricordo di Antonio Mancini

Nel Giugno 1982 passava a miglior vita il Sig. Antonio Mancini.

Aveva 77 anni.

Marito dell’amatissima Sara Bressy, ebbe tre figli : Bruno, Vera e Elena che lo resero nonno felice.

Ero ragazzo quando iniziai a frequentare il suo caratteristico Bar ITALIA.

Meta di vari isolani e numerosi turisti italiani e stranieri, soprattutto nella stagione estiva.

Ebbi un bel rapporto con lui.

Ero appassionato del vecchio cinema e lui mi ravvivava i capolavori dell’epoca.

In particolare il film LA GRANDE ILLUSIONE (con Jean Gabin) e I PRIGIONIERI DEL SOGNO (con Michael Simon).

Visse le brutte fasi delle due guerre mondiali e fu rafforzato dalle tristi esperienze giovanili.

Approdò ad Ischia e la sua onestà e umorismo fecero breccia nel cuore isolano.

Autorità e politici si onorarono delle sue virtù lavorative.

Fu un lottatore.

Lottò per Dio e non rimase mai deluso.

 

Di Bruno Mancini

Dalla raccolta di poesie “Io fui mortale”

(2005 – 2009):  

Macroscopiche assoluzioni 

Macroscopiche assoluzioni
per chiodi infissi nella mia coscienza,
Padre,
con benna estirpo ad una ad una
tra scricchiolanti cantilene,
e strascico avvolti
in folti fogli fitti di poesie,
Madre,
nel nostro tempo d’inutili menzogne.

Né sia truce in questi occhi non più asprigni
lo sguardo austero dei tuoi decreti,
Padre,
nel banno affisso sul muro di gomma
impiastricciato dalle mie storie fascinose,
dov’io m’illudo
in voglie e volti in veglie,
Madre,
fra dolci inganni che non sono tradimenti.

Ci sia indulgenza se non perdono
per la mano che respinge i miei sorrisi
per la mano che raccoglie le mie lacrime.

Io fui mortale.

Da sinistra Francesco Sogliuzzo e Antonio Mancini

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DILA APS-IL DISPARI tutte le pubblicazioni della Redazione culturale

DILA APS IL DISPARI 2024 Redazione culturale

Il Dispari DILA APS Rubrica Professionisti

Il Dispari DILA APS prof 2024 – Calendario pubblicazioni

DILA ALTERVISTA

NUSIV

 

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Presentazione regolamento partecipazione – 5 aprile 2025

Presentazione regolamento partecipazione - 4 aprile 2025

Otto milioni 2025 regolamento tutte le sezioni PDF

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Presentazione regolamento partecipazione – 5 aprile 2025

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Associazione di Promozione Sociale

DA ISCHIA L’ARTE
DILA APS

5

aprile

2025

ore 18.00

INTERNO 4

Via Della Lungara 44

ROMA

PRESENTAZIONE

14° edizione

Premo Internazionale

Arti Varie

OTTO MILIONI – 2025

ideato da

BRUNO MANCINI

Madrina

CHIARA PAVONI

Con la partecipazione di Bruno Mancini, Alberto Liguoro, Luciana Capece, Antonella Ariosto, Benito Corradini, Luca Nicotra, Milena Petrarca, Angela Prota, Dalila Boukhalfa, Maria Luisa Neri…

Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

Prenotazioni e informazioni 3914830355 tutti i giorni dalle ore 15 alle ore 23

Otto Milioni 2025 opere iscritte

Otto Milioni 2025 Opere finaliste

Otto Milioni 2025 Patrocini e Partner

Otto Milioni 2025 Cerimonia premiazione

Otto Milioni 2025 Classifiche finali

Otto Milioni 2025 Antologia “Libertà è anche non dire”

Bookcity 2024 Proclamazione vincitori sezione

POESIE 

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ARTI GRAFICHE

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ARTICOLI

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VIDEO

DIPLOMI primi 5 clasificati delle 4 sezioni Premio OTTO MILIONI 2025

OTTO MILIONI 2025 cerimonia premiazione

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Otto Milioni 2025 Patrocini e Partner

Otto Milioni 2025 Cerimonia premiazione

Otto Milioni 2025 Classifiche finali

Otto Milioni 2025 Antologia “Libertà è anche non dire”

 

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Gli incipit scelti da Chiara Pavoni

“Super Cavie” di Rossella Monaco

Racconti satirici di transumanesimo e “pornodistopia”

 

FENOMENI – 1

Apro gli occhi, una bomba di luce mi acceca. Non vedo una cippa del circondario, però la mia mente distingue immagini così nitide da superare i tre gradi di miopia con i quali faccio i conti da anni. Dopo una serie di trailer semi onirici entra in campo una donna con un vestito a fiori neri. La tipa mi accusa di ogni nefandezza. – Mi stai rovinando l’esistenza, chi è quella puttana con cui sei uscito l’altra sera? Con te ho buttato i migliori anni della mia vita, sei un fallito, e non hai fatto questo e non hai fatto quello…

Strano sento di avere un’erezione.

Quando riacquisto la vista mi chiedo cosa ci faccio sdraiato in un letto d’ospedale.

A parte me non c’è nessun altro.

Faccio per alzarmi, non posso, sono legato. Un lenzuolo bianco mi copre dal collo ai piedi e una specie di pendolo oscilla davanti alla mia faccia. È il pulsante per chiamare aiuto, ma anche le braccia sono legate. Non bastasse, sto per essere ipnotizzato dal pendolo. Una voce femminile proveniente dall’interfono risolve l’impasse, – Ben svegliato – dice – tra poco arriverà il dottore, stia tranquillo l’operazione è riuscita alla perfezione –. Fine della voce.

Un lampo di memoria mi illumina, la donna di fiori è Miriam, mia moglie. Guidavo mentre lei al mio fianco continuava a inveire, – Sei un verme, tu e la tua sgualdrina – il bla bla mi ha distratto quel tanto da non vedere la macchina sbucare da destra. Uno schianto pazzesco, non ricordo altro. Deduco di essere in rianimazione, ma perché mi hanno legato al letto e Miriam dov’è?

Dalla porta entra un tizio vestito di bianco, deve essere il dottore, dietro di lui l’equipe medica.

– Buongiorno, come sta? – mi chiede sorridente.

Rispondo con un grugnito, non riesco a parlare.

– Non si preoccupi è normale, deve imparare ad articolare la bocca.

Mi sarò fratturato la mandibola, penso.

– Prima di slegarla dobbiamo dirle alcune cose.

Mi raccontano com’è andata.

Miriam sta benissimo. Per quanto mi riguarda sono morto e nello stesso tempo non lo sono.

Il cuore ha smesso di battere con lo schianto. Il cervello invece funzionava alla grande così è stato trasferito su una placca metallica neuronale di ultimissima generazione, detta Synapses. Praticamente la materia grigia, il mio adorato budino cenerino, non esiste più.

Spappolato dalla cyber scienza.

– Benvenuto nel futuro, caro Biagio Contini – mi dice il dottore, poi parte con il panegirico su Elon Nole, il genio del nostro secolo. Elon Nole, un Gesù Cristo cibernetico dalle velleità miracolistiche, della serie far camminare-i-paralitici/acquistare-la-vista-ai-ciechi/parlare-i-muti, si è preso la briga, grazie alla solerzia autografante di mia moglie (ha firmato la liberatoria), di usarmi per un esperimento mai eseguito prima. Al momento sono ospite del centro ‘Reincarnazioni’ gestito dal “messia”.

– Lei caro Contini è un eroe – dice gonfio d’orgoglio, – È merito suo se un giorno il nostro gran benefattore farà resuscitare pure i morti.

Pure…

Otto miliardi di vivi rincoglioniti non gli bastano?

– Seguendo le direttive di Nole ­– continua the doctor, – le abbiamo impiantato un autentico gioiello di ingegneria elettronica. Lei è unico nel suo genere lo sa?

Sento una voglia prepotente di sciogliermi dai legacci e dargli una capocciata sul naso con la mia placca neuronale Synapses, insolito istinto violento…

20250310 DILA APS – IL DISPARI

20250310 DILA APS – IL DISPARI

Rossella Monaco, scrittrice, autrice di testi teatrali, attrice, regista.

Ha recitato con i grandi nomi dello spettacolo italiano, tra cui Vittorio Gassman e Alberto Lionello.

Ha pubblicato: Esercizi di Sesso (primo premio Inner Wheel, 2003); Orgasmi geneticamente modificati (Effequ editrice, 2015); Reietti (Harpo editore, 2019); Super Cavie (Cultura e dintorni editore, 2024).

Rossella Monaco “Super Cavie” – Collana “I Narratori del Nostro Tempo” – Editore “Cultura e dintorni” – ISBN  9788897538707 – € 14.25

 20250310 DILA APS – IL DISPARI

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Biagio Di Meglio – Scrittore e Poeta: Un ricordo di Antonio Mancini

Nel Giugno 1982 passava a miglior vita il Sig. Antonio Mancini.

Aveva 77 anni.

Marito dell’amatissima Sara Bressy, ebbe tre figli : Bruno, Vera e Elena che lo resero nonno felice.

Ero ragazzo quando iniziai a frequentare il suo caratteristico Bar ITALIA.

Meta di vari isolani e numerosi turisti italiani e stranieri, soprattutto nella stagione estiva.

Ebbi un bel rapporto con lui.

Ero appassionato del vecchio cinema e lui mi ravvivava i capolavori dell’epoca.

In particolare il film LA GRANDE ILLUSIONE (con Jean Gabin) e I PRIGIONIERI DEL SOGNO (con Michael Simon).

Visse le brutte fasi delle due guerre mondiali e fu rafforzato dalle tristi esperienze giovanili.

Approdò ad Ischia e la sua onestà e umorismo fecero breccia nel cuore isolano.

Autorità e politici si onorarono delle sue virtù lavorative.

Fu un lottatore.

Lottò per Dio e non rimase mai deluso.

 

Di Bruno Mancini

Dalla raccolta di poesie “Io fui mortale”

(2005 – 2009):  

Macroscopiche assoluzioni 

Macroscopiche assoluzioni
per chiodi infissi nella mia coscienza,
Padre,
con benna estirpo ad una ad una
tra scricchiolanti cantilene,
e strascico avvolti
in folti fogli fitti di poesie,
Madre,
nel nostro tempo d’inutili menzogne.

Né sia truce in questi occhi non più asprigni
lo sguardo austero dei tuoi decreti,
Padre,
nel banno affisso sul muro di gomma
impiastricciato dalle mie storie fascinose,
dov’io m’illudo
in voglie e volti in veglie,
Madre,
fra dolci inganni che non sono tradimenti.

Ci sia indulgenza se non perdono
per la mano che respinge i miei sorrisi
per la mano che raccoglie le mie lacrime.

Io fui mortale.

Da sinistra Francesco Sogliuzzo e Antonio Mancini

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Mariapia Ciaghi | Civismo: un modello socio-economico per un futuro sostenibile

In un mondo segnato da disuguaglianze crescenti e crisi ambientali senza precedenti, l’urgenza di un modello socio-economico alternativo diventa sempre più evidente.
Il Civismo, come concetto e pratica, rappresenta una proposta audace e concreta per superare le rigidità del neoliberismo, combinando i valori del collettivismo e del capitalismo in un sistema che privilegia sostenibilità, inclusione sociale e rispetto per l’ambiente.
Al cuore di questa visione si trova una cooperativa multi-attività che integra formazione, lavoro e auto-produzione Convivio di beni e servizi essenziali.
Il Convivio non è semplicemente una struttura economica, ma un laboratorio di civiltà.
Qui si intrecciano la tradizione del mutuo soccorso e l’innovazione economica, dando vita a un microcosmo in cui le persone non sono meri strumenti del profitto, ma protagoniste di una narrazione più ampia e umana.

Formazione, lavoro e auto-produzione si combinano per rispondere ai bisogni essenziali, promuovendo una dignità condivisa che il neoliberismo, con il suo culto dell’individualismo e del consumo sfrenato, ha messo in crisi.
Il Convivio non è utopia, ma un percorso concreto verso una società equa e sostenibile.
Riconosce la necessità di superare il binarismo tra pubblico e privato, facendo spazio a un terzo pilastro: quello del bene comune, che attinge all’intelligenza collettiva delle comunità.
In questo senso, il Civismo non è solo una teoria economica, ma un atto culturale e morale, capace di ridisegnare le priorità della società.

Il Civismo propone un sistema che non lascia nessuno indietro e che include attivamente le donne, i giovani e i più vulnerabili come motori del cambiamento e si presenta oggi come una forma di ribellione pratica e pacifica contro le storture del sistema.
Non si tratta di un ritorno nostalgico al passato, ma di un recupero critico di valori che il neoliberismo ha soffocato: la solidarietà, il lavoro come espressione di sé, e il rispetto per la natura come fondamento della nostra esistenza.
La cooperativa Convivio è un manifesto vivente di questa visione.
Immaginiamo una rete di Convivii sparsi per il mondo, capaci di fungere da centri pulsanti di innovazione sociale ed economica.

Qui, le persone si formano, lavorano e producono insieme, alimentando un ciclo virtuoso che combatte lo spreco, riduce le emissioni e ricostruisce il tessuto sociale.
Il cambiamento autentico nasce dal coraggio di immaginare un futuro diverso e dalla determinazione di realizzarlo, passo dopo passo.
Il Civismo e il Convivio non sono solo un’idea: sono una sfida a ripensare il nostro modo di vivere, lavorare e convivere.
Non è forse tempo di osare?
Non è forse il momento di ascoltare le voci di chi ci ricorda che la sostenibilità non è un lusso, ma una necessità?
Il Civismo ci offre una strada: spetta a noi percorrerla, con audacia, speranza e determinazione.

Appuntamento a Venezia il 10 Marzo con Gianfranco Trabuio (Esperto in statistica, economia e PNL. Dirigente e docente universitario); Pasquale Ruga (Esperto in soluzioni energetiche sostenibili); Gabriella Chiellino (Esperta in sostenibilità ambientale e consulente ambientale); Ettore Bonalberti (Sociologo esperto in gestione forestale e ambientale. Presidnete Associazione internazionale per la Cultura Ambientale e del Lavoro solidale; Dino Gerardi (Esperto in statistica ed economia, già funzionario europeo presso Eurostat e Relazioni Esterne; Introduce Mariapia Ciaghi (Editore, Giornalista, Partner Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS”, Collaboratrice pagina culturale della testata giornalistica Il Dispari diretto da Gaetano Di Meglio).

20250303 DILA APS – IL DISPARI

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Benito Corradini,

poeta e scrittore, laureato in Scienze Politiche, Presidente del Centro Internazionale – Arte e Cultura LA SPONDA, Partner dell’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS”, svolge da sempre attività giornalistica, di promozione artistica e culturale, di pubbliche relazioni.

La seguente poesia è tratta dalla sua raccolta “e la vita va” pubblicata nel 1981.

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GRIDA  NELLA NOTTE

Non dormo
in questa notte maledetta
dall’infamia d’una belva
insoddisfatta
che succhia, triste,
sangue e poi dolori
di chi serra
nel cuor,volti di amati
rabbiosamente
a lui strappati.
E sprofonda
infame!,
con chi ti regge
il gioco,
e ti fomenta
contro le dure lacrime
e le pene
e lascia mai pietà
d’intorno.
Crepate pure,
maledette belve
dal volto umano
e sparite,
veloci,
nella strada buia

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Benito Corradini

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Natalia Costa & Lucio Filisdeo | Brasile in cucina

Salpicone di prosciutto – Salpicau de presunto

INGREDIENTI

  • 150 gr. di prosciutto cotto
  • 500 gr. di carote
  • 4 peperoni verdi o rossi
  • 1 mela
  • 1 costa di sedano piccola
  • 1 tazza di maionese
  • ¼ di tazza di vino bianco secco
  • ¼ di tazza di olio vegetale
  • 1 cucchiaio raso (da dessert) di sale
  • ½ cucchiaino di pepe bianco

PREPARAZIONE

Sbucciate le carote e grattugiatele con una grattugia a fori grossi; private i peperoni di semi e filamenti bianchi e tagliateli a listarelle, riducete il sedano a tocchetti sottili-

Riunite le verdure e la mela in una teglia, condite con il sale, il pepe, il vino e l’olio, quindi fatele marinare per 30 minuti o più.

Aggiungete il prosciutto tagliato a julienne e metà della maionese, e mescolate accuratamente.

Sistemate il salpicone su un piatto da portata e copritelo con la maionese restante.

Guarnite a piacere con pezzetti di peperone rosso o con la buccia della mela, e completate con ciuffi di prezzemolo.

Questo salpicone si può conservare in frigorifero fino a una settimana.

A piacere, potete sostituire il prosciutto con altrettanto pollo lesso, e trasformarlo in un piatto vegetariano, eliminando il prosciutto dagli ingredienti.

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Vino, un po’ di storia

Allorquando ebbe fine il ciclone della dominazione napoleonica e si stabilizzò la pace nel continente europeo, praticamente nel periodo che può essere compreso tra gli anni 1830 e 1860, si ebbe uno sviluppo incontenibile delle colture vinicole con una enorme sovrapproduzione di vini dalle più svariati origini geografiche.

E ciò nonostante che nel 1846 un terribile parassita, lo OIDIUM (Oidio della vite o mal bianco), avesse decimati numerosi vigneti della fascia mediterranea e della valle del Reno, attaccando e distruggendo foglie, fiori e grappoli.

Praticamente le cronache dell’epoca parlano di una produzione francese, nel 1860, di oltre 70 milioni di ettolitri che equivaleva al quadruplo del consumo interno annuale!

Ora sappiamo che questo aumento produttivo fu realizzato attraverso diverse scaltrezze, tutte, comunque, penalizzanti il livello qualitativo del prodotto finale: in molti ettari fu aggiunta la messa a dimora di nuovi ceppi, e ne furono piantati anche in numerose zone i cui terreni non erano adatti a quel tipo di coltivazione.

Buona parte delle terre coltivate fu oggetto di vere e proprie aste di acquisto da parte della borghesia, della nobiltà, e della finanza che perfezionarono tali possedimenti dando il loro nome ai vigneti e ai vini prodotti, ottenendone lustro e e celebrità.

Nel 1875 ci fu la inedita comparsa della filossera, con conseguenze di danni irreparabili per le coltivazioni di alcune intere regioni.

L’attacco dell’insetto alle radici delle piante fu senza dubbio la peggiore calamità che mai prima avesse colpito i vigneti.

Sono giunti fino a noi le descrizioni di tentativi estremi, spesso bizzarri, volti a difendere le piante, e così leggiamo di campi inondati, di iniezioni di solfuro di carbonio, di trapianti in terreni sabbiosi… fino a quando riuscirono a salvare parte dei vigneti innestando le piante malate su talee americane che risultarono avere la prerogativa di essere immuni dagli attacchi del famigerato insetto.

Per rappresentare appieno lo sterminio causato della filossera valgono i numeri della produzione (sempre riferita alla Francia) ed essi ci dicono che si passò dai 52 milioni di ettolitri prodotti in media nel decennio 1870 – 1880 a meno di 30 milioni di ettolitri nel decennio 1880 -1890.

C’è da precisare anche che lo squilibrio tra produzione e ordinativi fu colmato con il raddoppio della produzione… ottenuto con metodi illeciti: produzione di “vino” fabbricato (sic!) con zuccheri fermentati, acido solforoso, tannino ecc. a riprova che il commercio attuale non ha molto da apprendere dalla antica “onestà”.

Ma questo è un argomento adatto alle parabole di un Esopo moderno a suffragio della tesi per cui i maledetti sofisticatori dei nostri giorni hanno avuto perfidi maestri nel passato.

Ignazio Di Frigeria

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LUCIANO SOMMA – I MIEI COMPAGNI DI VIAGGIO

Rocco Todeshini – Renato Antonioli – John Toso

Tra i compagni di viaggio mi piace menzionare l’Editore AGOS Music, di Vignola, Rocco Todeshini, conosciuto nel 1988 con il quale ho oltre 400 canzoni in edizione.

Nato nel 1961 ci ha lasciati ad appena 59 anni nel 2020 dopo una lunga malattia.

32 anni di collaborazione, io più volte a Vignola nella sua tenuta e studio lui nel 1989 a Napoli per qualche giorno.

Un grande amico che resterà nella mia memoria indelebile ed affettuosamente presente.

L’altro Editore è GIRADISCO, di Ravenna, di Renato Antonioli col quale ho una ventina di brani incisi.

Ed ancora L’Italian Way Music, di Milano, diretta da John Toso, col quale ho scritto alcuni brani, che ha in edizioni anche lui centinaia di canzoni, ultimamente con musica voce ed arrangiamento di  Fabio Martoglio più alcuni singoli che stanno avendo un grande successo come SOGNO DIVERSO e BRVIDI DI TE.

John Toso, eccentrico e classico.

Spesso eclettico per poter dare voce alle innumerevoli sfaccettature della sua creatività.

Ama la musica melodica e sa emozionare quando la interpreta al pianoforte.

Dopo studi al conservatorio e alla civica scuola di musica jazz, ha deciso di aprirsi alla musica a 360° abbracciando tutti i generi musicali moderni.

Per oltre un decennio, ha creato e sviluppato rapporti con numerosissime società di edizioni, realizzando decine di cataloghi musicali di new age, lounge, dance e chill out distribuite in Italia e in tutto il mondo.

Ad oggi, conta nel suo repertorio, come autore e compositore, circa 10.000 brani di tutti i generi musicali, ascoltabili e scaricabili da centinaia di siti musicali e motori di ricerca sotto forma di suonerie o production music.

Consulente artistico e produttore discografico.

Tutte etichette serie con le quali ho condiviso un lunghissimo percorso, persone precise ed affidabili.

Molte altre mie canzoni hanno un numero imprecisato di editori, alcuni dei quali scomparsi negli anni.

Oltre a stampare migliaia di fascicoli che il tempo ha coperto di polvere senza raggiungere risultati quanto meno apprezzabili.

Titoli su titoli, testi su testi, musiche su musiche alcuni senza nemmeno un’incisione, il mercato discografico è stato sempre un ostacolo insormontabile per chi ha vissuto facendo altre attività.

Fare l’autore di canzoni a tempo pieno sperando di poter vivere coi diritti della SIAE era, ed è, appannaggio di chi è un professionista che lavora sodo e fa serate in modo da poter riempire, e far riempire, i programmi con i titoli dei propri brani e riceverne un guadagno che gli consenta di vivere ed anche bene.

Non vuole essere una polemica la mia, ma un dato di fatto, certo che tutti coloro che sono del settore lo sanno bene.

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LUCIANO SOMMA  – I MIEI COMPAGNI DI VIAGGIO

RAUL QUINZI e IURY BATTAGLIA

Un giovanissimo ma grosso personaggio televisivo DAMIANO MAZZONE figura tra i miei più recenti collaboratori.

9 volte in TV con Antonella Clerici ha duettato coi più grandi cantanti Italiani da LUCIO DALLA a AL BANO, MASSIMO RANIERI e tantissimi altri, nato a Catania nel 1987 canta Napoletano in maniera perfetta.

Mi ha registrato, anni or sono, NUTTATA NAPULITANA (L. Somma – P. Ciani) presente in you tube con decine di migliaia di visualizzazioni ed ottimi entusiastici commenti.

In seguito abbiamo scritto insieme UNA NUOVA REALTA’ –  UNA STORIA VERA –  ‘O SOLE E L’OMBRA –  LA POESIA DELLA VITA tutte canzoni delle edizioni musicali ITALIAN WAY MUSIC, ma solo la POESIA DELLA VITA prodotta e distribuita dalla nota casa discografica MEA SOUND di Napoli.

Il ragazzo ha voce da vendere ed ha una personalità e loquacità enorme, solo che purtroppo pecca moltissimo nei rapporti sociali e forse questo gli ha impedito di spiccare quel volo tanto atteso ed ambito, e meritatissimo, che potesse  portarlo ancora più in alto.

Nonostante la nostra ottima collaborazione ci sentiamo pochissimo, nemmeno gli auguri, da parte sua, nelle festività… Peccato!

Spero che potrà migliorare nel tempo.

Perché ha tutte le doti adatte per raggiungere un grandissimo successo.

A proposito del quale grazie all’amico CIRO GIORGIO è stato negli STATI UNITI insieme a NICOLA DI BARI riscuotendo un enorme successo.

Dice di aver proposto i nostri brani ma sta di fatto che io non ho mai visto un video con lui che canta in America le nostre canzoni e sinceramente ancora non riesco a capirne i motivi…

Alla Prossima!

LUCIANO SOMMA

DAMIANO-MAZZONE.

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Professionisti DILA APS 2023 – Calendario pubblicazioni

Premi Otto milioni

Bruno Mancini

 

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Vino, un po’ di storia

Allorquando ebbe fine il ciclone della dominazione napoleonica e si stabilizzò la pace nel continente europeo, praticamente nel periodo che può essere compreso tra gli anni 1830 e 1860, si ebbe uno sviluppo incontenibile delle colture vinicole con una enorme sovrapproduzione di vini dalle più svariati origini geografiche.

E ciò nonostante che nel 1846 un terribile parassita, lo OIDIUM (Oidio della vite o mal bianco), avesse decimati numerosi vigneti della fascia mediterranea e della valle del Reno, attaccando e distruggendo foglie, fiori e grappoli.

Praticamente le cronache dell’epoca parlano di una produzione francese, nel 1860, di oltre 70 milioni di ettolitri che equivaleva al quadruplo del consumo interno annuale!

Ora sappiamo che questo aumento produttivo fu realizzato attraverso diverse scaltrezze, tutte, comunque, penalizzanti il livello qualitativo del prodotto finale: in molti ettari fu aggiunta la messa a dimora di nuovi ceppi, e ne furono piantati anche in numerose zone i cui terreni non erano adatti a quel tipo di coltivazione.

Buona parte delle terre coltivate fu oggetto di vere e proprie aste di acquisto da parte della borghesia, della nobiltà, e della finanza che perfezionarono tali possedimenti dando il loro nome ai vigneti e ai vini prodotti, ottenendone lustro e e celebrità.

Nel 1875 ci fu la inedita comparsa della filossera, con conseguenze di danni irreparabili per le coltivazioni di alcune intere regioni.

L’attacco dell’insetto alle radici delle piante fu senza dubbio la peggiore calamità che mai prima avesse colpito i vigneti.

Sono giunti fino a noi le descrizioni di tentativi estremi, spesso bizzarri, volti a difendere le piante, e così leggiamo di campi inondati, di iniezioni di solfuro di carbonio, di trapianti in terreni sabbiosi… fino a quando riuscirono a salvare parte dei vigneti innestando le piante malate su talee americane che risultarono avere la prerogativa di essere immuni dagli attacchi del famigerato insetto.

Per rappresentare appieno lo sterminio causato della filossera valgono i numeri della produzione (sempre riferita alla Francia) ed essi ci dicono che si passò dai 52 milioni di ettolitri prodotti in media nel decennio 1870 – 1880 a meno di 30 milioni di ettolitri nel decennio 1880 -1890.

C’è da precisare anche che lo squilibrio tra produzione e ordinativi fu colmato con il raddoppio della produzione… ottenuto con metodi illeciti: produzione di “vino” fabbricato (sic!) con zuccheri fermentati, acido solforoso, tannino ecc. a riprova che il commercio attuale non ha molto da apprendere dalla antica “onestà”.

Ma questo è un argomento adatto alle parabole di un Esopo moderno a suffragio della tesi per cui i maledetti sofisticatori dei nostri giorni hanno avuto perfidi maestri nel passato.

Ignazio Di Frigeria

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Continuando a parlare di vini: LE BOTTIGLIE

Le tracce storiche che portano alla diffusione iniziale della bottiglia di vetro per contenere il vino nei formato a noi noti, ossia con pancia larga e collo stretto, risalgono all’inizio del XVII secolo e sono numerosamente testimoniate nei dipinti rappresentanti pranzo conviviali di quell’epoca.

Con qualche leggera differenza di forma, poiché spesso le bottiglie appaiono più tozze, con le parti centrali proporzionate quasi come cipolle, con i colli particolarmente esili.

Erano soffiate in vetrerie artigianali, composte con impasti opachi di colori tendenti al verde scuro.

Venivano chiuse con tappi di legno che, a loro volta, venivano avvolti in tessuti di canapa impregnata di olio, stando alle prescrizioni che si possono leggere nello statuto dei soffiatori di vetro dell’anno 1639.

Quando nei primi anni del 1700 ebbe luogo la fondazione, a Bordeaux, della prima fabbrica di bottiglie, si verificò una vera e propria rivoluzione nella struttura e nella composizione della bottiglia, attraverso la produzione industriale che modificò il sistema di tappatura con l’adozione del turacciolo di sughero.

Intanto, in quegli stessi anni, in una differente regione della Francia, nella Champagne, un abate dell’abbazia di Hautviller (tale Dom Perignon!), perfezionando i suoi innovativi esperimenti, dette il via alla produzione del vino spumante, lo Champagne che oggi tutti noi apprezziamo, per la cui conservazione era necessario disporre di bottiglie resistenti almeno fino a 7 atmosfere e di turaccioli a tenuta praticamente ermetica.

Passando i secoli, anche la bottiglia è variata e, parimenti a tutti gli oggetti della nostra vita comune, anch’essa ha subito un percorso di razionalizzazione.

Oggi sappiamo, scientificamente, che il vino si conserva meglio in bottiglie da 75 cl. poiché in bottiglie di capienza inferiore invecchia più rapidamente, mentre, in bottiglie di dimensioni maggiori, subisce un processo di miglioramento troppo lento, e quindi tale misura è stata adottata quasi universalmente.

In commercio si trovano bottiglie di maggiore capienza, come il magnum che è giudicato il formato ideale per lo Champagne e talvolta per altri vini, e numerose bottiglie di proporzioni bizzarre o smisurate il cui valore consiste solo nella curiosità che generano ma che inducono ad avere dubbi sulla qualità dal loro contenuto.

Anche la forma della bottiglia è variata ed oggi troviamo forme diversificate che caratterizzano a volte la zona vinicola e a volte la tipologia di vino che vi racchiudono.

Così, ad esempio e restando in Francia, nella zona di Bordeaux si trova la boutellie, bottiglia dal collo snello e dalle spalle ampie, in Borgogna si usa la bourguignonne più massiccia della precedente, in Alsazia troviamo la flute dal modello raffinato ed aguzza. nel Giura il clavelin, nella Champagne la classica bottiglia generalmente nota in numerose variazioni.

Ignazio Di Frigeria

 

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