Ischia: il marciapiede delle motociclette

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Ischia: il marciapiede delle motociclette

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Il marciapiede delle motociclette

Se qualcuno, oggi 5 novembre 2024, osa ancora pensare che i marciapiedi siano stati creati ad uso esclusivo dei pedoni, ebbene quel Tizio Caio Sempronio vive totalmente nel tempo delle utopie, poiché nella civilissima Città di Ischia (controllata da decine di Vigili Urbani lautamente retribuiti, che incassa milioni di euro solo con la tassa di soggiorno, gratificata da una rinomanza turistisca da star internazinale, con circa un migliaio di stalli di sosta a pagamento) si possono continuamente ammirare sagome non umane circolare e sostare in bella evidenza sui marciapiedi della centralissima Via Alfredo De Luca, e pricipalmente nella zona antistante il locale Ufficio Postale.

Tutti vedono e nessuno interviene, quindi le regole sono violate in correità con TUTTI gli addetti al rispetto delle leggi, dei regolamenti e del codice della strada.

Solerti, vigili, vigilanti?

No certo!

Ischia ore 17 circa, via Alfredo De Luca.

Ischia: il marciapiede delle motociclette Ischia: il marciapiede delle motociclette

Privati pure della dignità nella malattia

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Privati pure della dignità nella malattia

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LUCIA FUSCO

Privati pure della dignità nella malattia

Lucia Fusco

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Privati pure della dignità nella malattia

Un mio caro ha avuto un’ischemia cerebrale.

Il sabato sera precedente all’ictus ha giocato a carte e fatto battutine, raccontato barzellette e dato bacini ai nipotini.

La domenica mattina, era ancora buio, è stato colpito dal demone.

Ha passato una settimana in ospedale dove c’erano visite un’ora la mattina, dove ha mangiato passato di carote (credo), purè e omogeneizzato pranzo e cena per un’intera settimana, dove è caduto dal letto spaccandosi il labbro superiore (porta ancora i punti), tumefacendosi naso, costole, coprendosi di lividi dappertutto, sempre più estraneo a se stesso, nervoso, confuso e sofferente, dove nessuno ha spiegato alla famiglia cosa stava succedendo, dove dicevano “sta bene”, sbattendo porte in faccia!

Poi, dopo manco sette giorni hanno proposto di trasferirlo in una casa “di riposo”.

La famiglia ha chiesto una struttura riabilitativa ma pare che i pazienti “non collaborativi” non abbiano diritto a tali strutture, ex 60, ex 26, nella provincia, la famiglia ha detto “DAPPERTUTTO va bene”, ma hanno risposto ancora no.

Medici amici hanno pure consigliato il trasferimento a casa perché il malato avrebbe tratto giovamento tornando a casa e sarebbero arrivati subito medici infermieri e fisioterapisti per aiutare nel recupero e nella somministrazione dei farmaci.

In una settimana non si è fatto vedere né sentire nessuno. Il malato non puo essere lasciato solo manco un minuto. Il medico curante è l’unico che è andato due volte ed è sempre presente col telefono (GRAZIE DI CUORE).

Il signore che aiuta è stremato perché il malato è forte e oppositivo e l’agitazione in lui cresce.

Intanto il malato non mangia più, non riposa, non dorme da giorni, si agita, delira, ha visioni, non trova un attimo di pace, rifiuta il cibo; oggi pomeriggio ha detto alla famiglia: “papà è morto, papà non c’è più”… la famiglia sgomenta non lo lascia solo nemmeno un minuto e sono devastati dalla sua sofferenza, incapaci di portargli sollievo.

So che non si può guarire ma questa non dovrebbe essere la scusa per abbandonare malati e famiglia (quando c’è) alla pietà di amici e parenti (quando ci sono).

Manco in Internet c’è molto, ci si vergogna della malattia, come fosse una colpa.

Al malato in questione non è stata data la possibilità di entrare in una struttura riabilitativa, di tentare di riprenderlo e riabilitarlo come possibile.

Resta il privato, ormai tutti noi privati pure della dignità nella malattia.

Non sedersi a Ischia

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Non sedersi a Ischia

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Non sedersi

è scritto, in vario modo, su una decina di cartelli sgangherati posti sulle scale scalcinate di un palazzo fatiscente presente nella Terza Traversa De Rivaz della Città di Ischia (Jacques Etienne Chevalley de Rivaz, 16 agosto 1801 – 8 dicembre 1863, è stato un medico svizzero che ha trascorso la sua carriera a Napoli e sull’isola di Ischia. Fondatore di un famoso sanatorio a Ischia, scrisse  diverse opere sulla geografia, l’archeologia, la flora e la fauna dell’isola.)

Jacques Etienne Chevalley de Rivaz

Jacques Etienne Chevalley de Rivaz

Commentare l’assurdità di tale scempio sarebbe un’offesa al buon senso, alle relazioni civili, ai fondamentali presidi della salute pubblica ecc. dei nostri lettori, ma chiederci le ragioni della mancata iniziativa di rimozione da parte della Autorità Amministrative addette alla tutela della estetica cittadina nonché della sicurezza ambientale non pare essere un banale esercizio di provocazione.

La trave invisibile dove la pagliuzza è criminalizzata.

La terza traversa De Rivaz, posta in piena ZTL, collega la centralissima via Roma alla spiaggia di San Pietro che notoriamente è la più estesa e maggiormente trafficata di tutta la Città di Ischia.

Non sedersi a Ischia

Non sedersi

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La Laurea? Non serve!

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La Laurea? Non serve!

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Dal giorno 6 agosto 2024 l’Italia, Mattarella in primis, ha certificato che il titolo di studio rappresentato dalla LAUREA è un orpello buono per i fessi,  per i secchioni e per i figli di padri repressi dai loro semi analfabetismi.

Infatti oggi, 6 agosto 2024, il Sig. Alessandro Giuli ha giurato nelle mani del Presidente Mattarella acquisendo il ruolo di MINISTRO DELLA CULTURA, lui che NON è laureato!

Meritocrazia vuole che per insegnare l’abc ai fanciulli occorra (e non basta!) una Laurea mentre, per rappresentare nei confronti del Mondo la Cultura Italiana, la Laurea non sia per niente necessaria essendo sufficiente ricevere l’investitura per meriti associativi: nato a Roma il 27 settembre 1975, da giovane ha militato nel movimento di estrema destra Meridiano Zero ed ha studiato filosofia all’Università di Roma “La Sapienza” senza tuttavia conseguire la laurea.

Evviva i fessi,  i secchioni e i figli di padri repressi dai loro semi analfabetismi!

Bruno Mancini