20240617 DILA APS – IL DISPARI

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Attestati di ringraziamento

Da sinistra nella foto, Giampiero Simonelli attore, Ines Farinelli scrittrice attrice, Isabella de Paz regista, Caterina Novak cantante scrittrice, Dalila Boukhalfa Direttrice DILA APS x continente Africa, Rita Pompei astrologa, Evaldo Cavallaro psicoterapeuta esperto di ipnosi, Giancarlo Villani attore, Walter Maldacea filosofo, Alberto Macchi regista scrittore, tutti premiati il giorno 8 giugno 2024 nel salotto culturale Interno 4 di Roma dall’attrice Chiara Pavoni, Vicepresidente DILA APS.
Gli attestati, realizzati in seta fotografica, esprimono il ringraziamento da parte dell’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS” in partenariato con Testata giornalistica IL DISPARI di Gaetano Di Meglio, Associazione culturale italo algerina ADA di Dalila Boukhalfa, Casa Editrice IL SEXTANTE di Mariapia Ciaghi, Magazine trimestrale EUDONNA di Mariapia Ciaghi, Accademia Internazionale LA SPONDA di Benito Corradini, CENTRO COMUNITARIO PUECHER di Giuseppe Deiana, Associazione ARTE DEL SUONARE di Maria Luisa Neri, Salotto culturale INTERNO 4 di Chiara Pavoni, e con i Patrocini delle città di Napoli, Ischia, Torre del Greco, Bacoli, per il lustro dato (in maniera del tutto gratuita) ai progetti artistici e culturali di DILA APS.
Il testo dice:
A… come Attestato di partecipazione eventi DILA APS – Maggio dei Libri 2024 – e come Membro
Giuria 13a edizione Premio internazionale di Arti Varie OTTO MILIONI – 2024.
Roma 8 giugno 2024
Chiara Pavoni
Vicepresidente DILA APS

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20240610 DILA APS

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Luciana Capece | NOTA CRITICA ALLA MOSTRA FOTOGRAFICA DELL’ARTISTA ROCCO SCATTINO

Il Maestro della Fotografia ROCCO SCATTINO di Matera, con imperituro estro, focalizza in bianco e nero la sovranità della natura.

Cattura documenti reali, attraverso il suo obiettivo con impegno e valutazione ad ogni scatto, ove rende loro giustizia nell’ammirarli.

Un puro ricercatore d’essenza!

Uno sviluppo artistico che ne decreta e ne conferma le memorie del tempo.

Con i quattro ELEMENTI categorici al fine della vita del pianeta.

ACQUA – ARIA – FUOCO – TERRA!

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Foto professionalmente interpretate dalla straordinaria Attrice- Modella CHIARA PAVONI

IMPERATRICE DI BELLEZZA MOZZAFIATO!

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ACQUA

Come fonte primaria di  sopravvivenza necessita con i suoi criteri di distribuzione al perfetto tempio del creato.

Uno scatto dell’Artista Rocco Scattino che vede nello scorrere linfatico quel meccanismo riproduttivo che come una gemma preziosa, quasi a vestitura, seduce e avvolge con eleganza il corpo, ben raffigurato dalla Modella in posa Chiara Pavoni.

Eguale a una cascata che stimola carisma e carezze, levigando la mappa della pelle e le sinuose forme.

Simboleggiando anche l’ancestrale origine del peccato, per una catarsi di purificazione che apporta al ricordo battesimale.

L’acqua è un elemento che vanta di protagonismo mitologico, ove si narra che tra argentate striature e specchiati raggi solari… proprio da schiumosa sostanza marina nacque la bella AFRODITE.

La sensualità trasmessa richiama le regole dell’universo poste ALL’ESSERE UMANO nel rispettoso sintonico vivere della natura… culla di lievitazione di semi per frutti planetari.

ARIA

Come simbolo di respiro totale, nutre l’anima e ogni forma di vita.

Scatena scosse di brividi con una mescolanza d’immaginazione.

Un focus fotografico del Grande Maestro Rocco Scattino che incastona l’aria nei suoi colori scuri l’aria occupata tra spazio e atmosfera, ove l’ossigeno ne acquisisce il rumore del vento per rinnovato ricambio costante.

Mentre nel silenzio marcato intrappola l’eco, imprigionandola, dove il grigiore del manto nuvoloso si alterna coi bagliori sfavillanti d’un sole acceso.

La bravissima Attrice Chiara Pavoni nè annusa il profumo naturale, ostentando la sua impeccabile bellezza nel vuoto che la circonda.

Un vero quadro d’Autore di sensoriale stato d’animo, grata a svelarvi con successo in segno di riconoscimento verso l’immenso.

Come testimonianza al teatro della vita!

Quasi a raccontare col nudo corpo, eguale a un libro aperto, le glorie di un tempo fervido… la lungimirante beltà e giovinezza immortale senza mai sbiadire!

FUOCO

Nella sublime cornice della mappatura terrestre, col suo nudo artistico come una Dea, simile a MEDUSA, sensuale e attraente con una testa incoronata di peperoncini… la Modella  espone un vulcano e forbito erotismo, emblema d’un Fuoco acceso.

Trascendente dalle viscere d’un Sud che intercala la sua Arte Culinaria, tipica della Cultura appartenente, ove prospera  l’immaginazione focosa, paragonata alla vita che arde al braciere dell’amore, come fiamma passionale di desiderio, agli occhi del Maestro Rocco Scattino per sottolineare l’espediente che porta al trionfo dell’amore, accentuato dalla meravigliosa e superba performance dell’Attrice – Modella Chiara Pavoni.

Una fioritura d’energia che trova alleato un cuore innamorato, voglioso di baci, dal sentimento non contaminato.

TERRA

In uno slancio liberatorio, spoglia come al nascere, la Musa Chiara Pavoni racchiude con il suo

corpo, quasi embrionale e sdraiata con le carni che aderiscono al suolo, la proiezione dettata dal Genio della Fotografia Rocco Scattino per far notare mai un abbandono, bensì una protezione della Divina MADRE NATURA che, come un grembo materno, serbi a LEI dediche di Albe e Tramonti di fuoco.

Con un richiamo gestuale in quanto Genitrice e Protettrice da saziarne le vene!

Custodendo L’ARTE DI DIO e il mistero a ELLA connessi, senza mai sbilanciare il ruolo di DONNA come ESSENZA PRIMARIA, ma da abitare il suo ventre terrestre da esperta osservatrice, per determinarne il magistrale diritto d’essere ascoltata come Madre TERRA dalla diletta figlia.

Altrimenti a nulla apporterà il seguito della Genesi Umana.

Prova inconfutabile di un contatto pragmatico.

LUCIANA CAPECE Scrittrice- Poetessa -Saggista- Aforista- Prefatrice- Critico Letterario- Critico Teatrale- Recensora 

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DILA

NUSIV

 

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Igor Abramov: I giochi intellettuali d’avanguardia insieme con gli elementi naturali. 2

L’artista russo Igor Abramov è nato il 5 agosto 1962 ad Altai, in Siberia.

Il professore Dott. Azhar Dakhil, Accademia di Belle Arti c/o Università Al Bazar, Iran, così riflette:

«L’artista russo Igor Abramov rappresenta il centro tra l’Oriente e l’Occidente.  

 Pertanto, le sue opere in tutta la loro diversità sono come il luogo per l’interpretazione di un discorso diverso. 

Indubbiamente, un oceano innevato impone in un modo o nell’altro la sua autorità all’artista. 

Tuttavia, in due direzioni diverse.   

La prima costringe l’artista a utilizzare i colori caldi come equivalente oggettivo e compensazione emotiva, la seconda lo spinge a rimanere nel suo sistema di colori freddi, per poi utilizzarli così come li sente e li percepisce.

Igor sembra tornare alla prima direzione, utilizzando colori caldi nella maggior parte delle sue opere. 

Quindi, nelle sue opere predomina i colori  rosso e giallo, anche le sue linee sono nette, riflettendo il calore che l’artista crea per trasmettere un’ messaggio efficace alla sua società.

Come sappiamo, la Russia è diventata una delle culle dell’espressionismo realista dopo il crollo dell’Unione Sovietica, e i suoi artisti sono ancora immersi in questo campo di battaglia estetico che un tempo mobilitava l’ideologia socialista, ma questo artista si è notevolmente discostato dal percorso del realismo.  

Come artista riconosciuto a livello internazionale, Kandinsky deviò dall’ampia strada del realismo ideologico quando restrinse il suo percorso personale per sottomettersi a un sistema estetico ideologizzato o stereotipato e per dirigere la sua creatività al di fuori di questo contesto.

Si è avvicinato al lavoro espressionista astratto che gli artisti americani hanno creato dopo la seconda guerra mondiale, dal 1939 al 1945, e il suo padrino più famoso è l’artista di fama mondiale Jackson Pollock, con il lavoro tecnico e la scala delle differenze tra le opere di Pollock e Igor.»

Come ai maestri del Rinascimento italiano, anche a Igor piace la forma del tondo.

Come il re delle installazioni, Andrew Warhola, artista pop di vari generi, Igor gioca e gioca con le ripetizioni.

Penso che la presenza della pop art e del surrealismo nelle opere di Igor non farà altro che aumentare, così come la psicologia musicale e la capacità di dimostrare che i processi di movimento ed evoluzione delle cellule, degli occhi, delle onde binaurali cerebrali e della natura sono indissolubilmente legati.

Il primario espressionismo tedesco, ispirato dai Bruegel, padre e figlio, che già all’inizio era socialmente toccante, non gli è così vicino come l’estetica americana, dove tutti dobbiamo pensarci due volte, con gli occhi di un bambino e con gli occhi di un adulto.

Igor non caricatura nulla.

I suoi volti misteriosi, perfino tragici, espressivi come il norvegese Edgar Munch, con occhi enormi come nelle icone, emergono con una domanda dall’allegro carnevale di colori e trame.

Ha già ottenuto successi nei concorsi internazionali d’arte “In blu” e “Crochiano The Ancient Frescennum” organizzati dalla galleria Mega Art in Italia.

Le sue composizioni più patetiche di colori, ondulazioni e radiazioni, ricordano le canzoni del suo gruppo musicale preferito “Pink Floyd”, anche con forti cori; nella pittura – l’importanza dello sfondo e l’unità con il primo piano.

“I Queen” dalla Gran Bretagna, il compositore Vladimir Kuzmin dalla Russia, il viaggiatore Wolfgang Amadeus Mozart da Salisburgo e il quartetto, dopo il trio, un tempo ultra popolare in Unione Sovietica, ma più tardi il trio “Ricchi e Poveri”, la musica preferita di Igor, sembra incarnarsi nella sua arte e la rende ancora più diversa e più a colori.

Liga Sarah Lapinska

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Igor Abramov: Come il re delle installazioni, Andrew Warhola, artista pop di vari generi, Igor gioca e gioca con le ripetizioni.

L’artista russo Igor Abramov è nato il 5 agosto 1962 ad Altai, in Siberia.

Il professore Dott. Azhar Dakhil, Accademia di Belle Arti c/o Università Al Bazar, Iran, così riflette:

«L’artista russo Igor Abramov rappresenta il centro tra l’Oriente e l’Occidente.  

 Pertanto, le sue opere in tutta la loro diversità sono come il luogo per l’interpretazione di un discorso diverso. 

Indubbiamente, un oceano innevato impone in un modo o nell’altro la sua autorità all’artista. 

Tuttavia, in due direzioni diverse.   

La prima costringe l’artista a utilizzare i colori caldi come equivalente oggettivo e compensazione emotiva, la seconda lo spinge a rimanere nel suo sistema di colori freddi, per poi utilizzarli così come li sente e li percepisce.

Igor sembra tornare alla prima direzione, utilizzando colori caldi nella maggior parte delle sue opere. 

Quindi, nelle sue opere predomina i colori  rosso e giallo, anche le sue linee sono nette, riflettendo il calore che l’artista crea per trasmettere un’ messaggio efficace alla sua società.

Come sappiamo, la Russia è diventata una delle culle dell’espressionismo realista dopo il crollo dell’Unione Sovietica, e i suoi artisti sono ancora immersi in questo campo di battaglia estetico che un tempo mobilitava l’ideologia socialista, ma questo artista si è notevolmente discostato dal percorso del realismo.  

Come artista riconosciuto a livello internazionale, Kandinsky deviò dall’ampia strada del realismo ideologico quando restrinse il suo percorso personale per sottomettersi a un sistema estetico ideologizzato o stereotipato e per dirigere la sua creatività al di fuori di questo contesto.

Si è avvicinato al lavoro espressionista astratto che gli artisti americani hanno creato dopo la seconda guerra mondiale, dal 1939 al 1945, e il suo padrino più famoso è l’artista di fama mondiale Jackson Pollock, con il lavoro tecnico e la scala delle differenze tra le opere di Pollock e Igor.»

Come ai maestri del Rinascimento italiano, anche a Igor piace la forma del tondo.

Come il re delle installazioni, Andrew Warhola, artista pop di vari generi, Igor gioca e gioca con le ripetizioni.

Penso che la presenza della pop art e del surrealismo nelle opere di Igor non farà altro che aumentare, così come la psicologia musicale e la capacità di dimostrare che i processi di movimento ed evoluzione delle cellule, degli occhi, delle onde binaurali cerebrali e della natura sono indissolubilmente legati.

Il primario espressionismo tedesco, ispirato dai Bruegel, padre e figlio, che già all’inizio era socialmente toccante, non gli è così vicino come l’estetica americana, dove tutti dobbiamo pensarci due volte, con gli occhi di un bambino e con gli occhi di un adulto.

Igor non caricatura nulla.

I suoi volti misteriosi, perfino tragici, espressivi come il norvegese Edgar Munch, con occhi enormi come nelle icone, emergono con una domanda dall’allegro carnevale di colori e trame.

Ha già ottenuto successi nei concorsi internazionali d’arte “In blu” e “Crochiano The Ancient Frescennum” organizzati dalla galleria Mega Art in Italia.

Le sue composizioni più patetiche di colori, ondulazioni e radiazioni, ricordano le canzoni del suo gruppo musicale preferito “Pink Floyd”, anche con forti cori; nella pittura – l’importanza dello sfondo e l’unità con il primo piano.

“I Queen” dalla Gran Bretagna, il compositore Vladimir Kuzmin dalla Russia, il viaggiatore Wolfgang Amadeus Mozart da Salisburgo e il quartetto, dopo il trio, un tempo ultra popolare in Unione Sovietica, ma più tardi il trio “Ricchi e Poveri”, la musica preferita di Igor, sembra incarnarsi nella sua arte e la rende ancora più diversa e più a colori.

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Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

Capo Redattrice Angela Maria Tiberi

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Luciano Somma |  I MIEI COMPAGNI DI VIAGGIO 4

Nel 1971 in galleria conobbi GEPPINO VILLA  col quale iniziammo una collaborazione  intensa anche se numericamente esigua, ma nacque anche una grandissima amicizia e frequentazione.

Un po’ più grande di me, nato nel 1934, scrivemmo alcuni brani di successo, uno NAPOLI URRAH fu interpretata da RINO GUETTO e presentata al Teatro Mediterraneo dove fu apprezzata moltissimo in particolare da Ottavio Nicolardi  figlio di Eduardo e genero di E. A. MARIO.

Successivamente la stessa canzone fu diffusa live in molte emittenti ed alcuni anni fa riproposta in un album da ANGELO CAVALLARO.

Della cassetta, che conteneva anche altri brani,  furono vendute ben 40.000 copie, non male!

L’altro BENEDITTO ‘O VINTISETTE è stata presentata dalla casa editrice musicali ITALIAN WAY  MUSIC di Milano in una decina di versioni diverse da molti DJ molto noti.

GEPPINO VILLA oltre ad essere un ottimo poeta con all’attivo una pubblicazione presentata da ROBERTO MUROLO dal titolo P’ ’E VICHE ‘E NAPULE, versi bellissimi, scorrevoli e ricchi di alti valori contenutistici, era anche un ottimo attore e regista teatrale amatoriale.

Impiegato all’Italsider non si limitò a presentare i suoi lavori nel dopolavoro aziendale, bensì in alcun teatri dove fu sempre molto applaudito.

Oggi la figlia Angela ed il figlio Aldo hanno  ereditato l’arte del padre e si esibiscono in molteplici lavori.

Purtroppo ci lasciò molto presto nel 1994 ad appena 60 anni.

Come dicevo ci frequentammo molto assiduamente, e tra gli episodi che ricordo di più vi fu la sua venuta ad Ischia, con moglie e figli, negli anni 70, dopo numerose insistenze perché aveva la fobia di navigare e nonostante per giungere ad Ischia ci si impiega poco  tempo ci volle il bello e il buono per convincerlo a superare la paura e finalmente giunse sull’isola dove andammo tutti da COCO’ GELO ad Ischia Ponte che ci preparò un ottimo menù innaffiato da un vinello Ischitano che ci tenne un po’ brilli.

Uno dei compagni di viaggio più cari!

Negli ultimi anni ci sentivamo un po’ meno spesso ma la stima e l’affetto che ci legava era veramente un’amicizia invidiabile e cementata e consolidata nel tempo.

Con Aldo, il figlio, siamo in contatto on line.

Lui lavora alle ferrovie di Novara, con la moglie, oggi quasi novantenne è intercorsa per un buon periodo una fitta corrispondenza sui social.

Le altre canzoni scritte in collaborazione pur essendo molto valide non hanno avuto un seguito.

Dichiarate in SIAE sono rimaste in archivio…

Tra queste avrebbero meritato divulgazione IO STO ASPETTANNO A TTE e ‘O CUNTO ‘E BIANCANEVE.

Alla prossima!

    LUCIANO SOMMA

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Luciano Somma – I MIEI COMPAGNI DI VIAGGIO 3

Intorno agli anni 70 spesso frequentavo la Galleria Umberto primo di Napoli, luogo d’incontro di poeti, musicisti, cantanti.

Verso le 12, seduti fuori al bar, si discuteva sulla realizzazione di dischi e di Festival.

Ebbi così modo di conoscere e collaborare con i Maestri Renato Matassa – Vincenzo Acampora – Pierino Avitabile – e molti cantanti tra i quali Nino Fiore – Tony  Astarita – Gloriana col marito Pino Moris – Mario Abbate.

Commediografi Come Gaetano Di Maio col quale scrissi molti testi.

In primis ‘A CUNDANNA con musica di Gianni Aterrano diventata poi anche sceneggiata con GLORIANA e MARIO ABBATE primi attori, e la partecipazione di Lino Crispo e Bianca Sollazzo. Successivamente con musica di Vincenzo Acampora SENZA CORE, sempre cantata da GLORIANA – ‘E TRE CUNTRABBANDIERE interpretata da MARIO ABBATE, altra canzone della “Mala” e PULECENELLA CU’’A TUTA BLU e NA COSA ‘E NIENTE con le quali partecipammo al Festival di Napoli nel 1971.

I provini furono di TONY ASTARITA e NINO FIORE.

Con quest’ultimo ci frequentammo per un breve periodo ad Ischia.

Purtroppo i brani non furono prescelti in quanto negli uffici dell’ENTE SALVATORE DI GIACOMO risultarono ancora impacchettati e con la ceralacca, dunque mai ascoltati, nonostante la scelta di altre canzoni.

Vi fu uno scandalo enorme, varie denunce, e la sospensione da parte della RAI delle telecamere. Dunque il Festival venne annullato!

Successivamente MARIO ABBATE NEL 1973 pubblicò un 45 giri con ‘E TRE CUNTRABBANDIERE e PULECENELLA CU’’A TUTA BLU, che ebbe un grosso successo di vendita ed oggi fa parte della storia della Canzone Napoletana, scritta con Gaetano di Maio e musica di Vincenzo Acampora ed Attilio Manetta.

La tematica, oggi ancora molto attuale, verteva sul fatto che moltissimi giovani Napoletani avevano smesso di fare i Pulcinella e togliendosi  la blusa bianca e maschera partivano per il nord per andare a lavorare nelle varie fabbriche motoristiche indossando una tuta blu.

Un soggetto assolutamente nuovo e di rottura con le solite canzoni che elogiavano mare e sole…

Se vogliamo anche un messaggio di speranza per il futuro di questa nostra bellissima ma sfortunata città di Napoli.

In occasione del Festival di Napoli del 2020 ho partecipato con la canzone NAPULE FUITTETENNE tra le 11 finaliste, con musica e voce di Gustavo Martucci, ho ricevuto il premio alla carriera!

Grato agli organizzatori per questo prestigioso riconoscimento dopo tantissimi anni di attività che si aggiunge ai numerosissimi altri ottenuti negli anni.

LUCIANO SOMMA   

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Pagina a cura di Bruno Mancini

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Luciana Capece | NOTA CRITICA ALLA MOSTRA FOTOGRAFICA DELL’ARTISTA ROCCO SCATTINO

Il Maestro della Fotografia ROCCO SCATTINO di Matera, con imperituro estro, focalizza in bianco e nero la sovranità della natura.

Cattura documenti reali, attraverso il suo obiettivo con impegno e valutazione ad ogni scatto, ove rende loro giustizia nell’ammirarli.

Un puro ricercatore d’essenza!

Uno sviluppo artistico che ne decreta e ne conferma le memorie del tempo.

Con i quattro ELEMENTI categorici al fine della vita del pianeta.

ACQUA – ARIA – FUOCO – TERRA!

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Foto professionalmente interpretate dalla straordinaria Attrice- Modella CHIARA PAVONI

IMPERATRICE DI BELLEZZA MOZZAFIATO!

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ACQUA

Come fonte primaria di  sopravvivenza necessita con i suoi criteri di distribuzione al perfetto tempio del creato.

Uno scatto dell’Artista Rocco Scattino che vede nello scorrere linfatico quel meccanismo riproduttivo che come una gemma preziosa, quasi a vestitura, seduce e avvolge con eleganza il corpo, ben raffigurato dalla Modella in posa Chiara Pavoni.

Eguale a una cascata che stimola carisma e carezze, levigando la mappa della pelle e le sinuose forme.

Simboleggiando anche l’ancestrale origine del peccato, per una catarsi di purificazione che apporta al ricordo battesimale.

L’acqua è un elemento che vanta di protagonismo mitologico, ove si narra che tra argentate striature e specchiati raggi solari… proprio da schiumosa sostanza marina nacque la bella AFRODITE.

La sensualità trasmessa richiama le regole dell’universo poste ALL’ESSERE UMANO nel rispettoso sintonico vivere della natura… culla di lievitazione di semi per frutti planetari.

ARIA

Come simbolo di respiro totale, nutre l’anima e ogni forma di vita.

Scatena scosse di brividi con una mescolanza d’immaginazione.

Un focus fotografico del Grande Maestro Rocco Scattino che incastona l’aria nei suoi colori scuri l’aria occupata tra spazio e atmosfera, ove l’ossigeno ne acquisisce il rumore del vento per rinnovato ricambio costante.

Mentre nel silenzio marcato intrappola l’eco, imprigionandola, dove il grigiore del manto nuvoloso si alterna coi bagliori sfavillanti d’un sole acceso.

La bravissima Attrice Chiara Pavoni nè annusa il profumo naturale, ostentando la sua impeccabile bellezza nel vuoto che la circonda.

Un vero quadro d’Autore di sensoriale stato d’animo, grata a svelarvi con successo in segno di riconoscimento verso l’immenso.

Come testimonianza al teatro della vita!

Quasi a raccontare col nudo corpo, eguale a un libro aperto, le glorie di un tempo fervido… la lungimirante beltà e giovinezza immortale senza mai sbiadire!

FUOCO

Nella sublime cornice della mappatura terrestre, col suo nudo artistico come una Dea, simile a MEDUSA, sensuale e attraente con una testa incoronata di peperoncini… la Modella  espone un vulcano e forbito erotismo, emblema d’un Fuoco acceso.

Trascendente dalle viscere d’un Sud che intercala la sua Arte Culinaria, tipica della Cultura appartenente, ove prospera  l’immaginazione focosa, paragonata alla vita che arde al braciere dell’amore, come fiamma passionale di desiderio, agli occhi del Maestro Rocco Scattino per sottolineare l’espediente che porta al trionfo dell’amore, accentuato dalla meravigliosa e superba performance dell’Attrice – Modella Chiara Pavoni.

Una fioritura d’energia che trova alleato un cuore innamorato, voglioso di baci, dal sentimento non contaminato.

TERRA

In uno slancio liberatorio, spoglia come al nascere, la Musa Chiara Pavoni racchiude con il suo

corpo, quasi embrionale e sdraiata con le carni che aderiscono al suolo, la proiezione dettata dal Genio della Fotografia Rocco Scattino per far notare mai un abbandono, bensì una protezione della Divina MADRE NATURA che, come un grembo materno, serbi a LEI dediche di Albe e Tramonti di fuoco.

Con un richiamo gestuale in quanto Genitrice e Protettrice da saziarne le vene!

Custodendo L’ARTE DI DIO e il mistero a ELLA connessi, senza mai sbilanciare il ruolo di DONNA come ESSENZA PRIMARIA, ma da abitare il suo ventre terrestre da esperta osservatrice, per determinarne il magistrale diritto d’essere ascoltata come Madre TERRA dalla diletta figlia.

Altrimenti a nulla apporterà il seguito della Genesi Umana.

Prova inconfutabile di un contatto pragmatico.

LUCIANA CAPECE Scrittrice- Poetessa -Saggista- Aforista- Prefatrice- Critico Letterario- Critico Teatrale- Recensora 

20240610 DILA APS – IL DISPARI

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20240603 DILA APS

20240603 DILA APS – IL DISPARI
I SOGNI DELLE PIETRE: UN VIAGGIO POETICO TRA RADICI E ORIZZONTI
INTERVISTA DI MARIAPIA CIAGHI AD ALEXANDRA FIRITA

In un’intervista coinvolgente rilasciata dalla poetessa Firita in esclusiva per la pagina culturale del quotidiano IL DISPARI diretto da Gaetano Di Meglio, esploriamo il mondo della poesia e scopriamo l’importanza dell’Associazione DILA APS.

20240603 DILA APS – IL DISPARI

D- La tua poesia si distingue per la fusione di esperienze culturali diverse. In che modo le tue radici rumene e la vita in Italia hanno influenzato la tua scrittura?
R- Sono nata in una terra bellissima e ricca, un paese che si affaccia sul Danubio, circondato dalle maestose montagne dei Carpazi e bagnato dal Mar Nero, noto agli antichi romani con il nome di Dacia. Questa esperienza mi ha permesso di adattarmi, integrare e valorizzare le mie radici rumene e italiane, creando un ponte tra due mondi che si riflette nelle mie opere.

D- Nei tuoi versi si coglie la tua capacità di creare versi liberi che non cedono allo sperimentalismo, mantenendo una nitidezza formale. Come riesci a bilanciare libertà espressiva e rigore formale nella tua poesia?
R- Creare versi liberi senza che essi perdano la loro coesione è probabilmente dovuto al mio carattere “ribelle”, che si lascia guidare solo dalla pura ispirazione. Per me, la poesia è un’entità viva che vuole sedersi accanto a me e accompagnarmi nel mio viaggio nel mondo. È così che riesco a esprimere la mia voce in modo autentico e a conferire alla mia poesia una certa eleganza e profondità.

D- Le tue poesie sembrano semplici a una prima lettura, ma nascondono una profondità filosofica. Puoi parlarci del processo creativo che porta a questa apparente semplicità, ricca di significato?
R- La semplicità è un tratto distintivo della mia scrittura, così come la sincerità.
Anche nella mia lingua madre, il rumeno, preferisco utilizzare parole semplici che raccontano molto, capaci di evocare una molteplicità di immagini, suggestioni e riflessioni.
È come portare alla luce le mille sfaccettature di un diamante, un lavoro instancabile che unisce l’arte dell’artigiano con la potenza della natura.
La mia poesia in italiano, pensata e scritta in questa lingua e tradotta successivamente in rumeno,
riflette questa stessa semplicità, con parole chiare e dirette che rendono il discorso poetico accessibile e meno denso.
Le mie poesie sono ricche di immagini che conferiscono loro un significato profondo, creando connessioni e trasportando il lettore in un luogo dove le muse danno vita alla poesia.
Spesso mi chiedo quale sia il vero nucleo di emozione o pensiero che ha generato una frase, contenente tutta la chiave della poesia, e mi sforzo di renderlo visibile attraverso il testo.
Il mio processo creativo abbraccia anche una dimensione filosofica, esplorando le grandi domande della vita e dell’esistenza umana, e cercando di trasmettere queste riflessioni attraverso i miei versi, offrendo al lettore un dialogo e nuove dimensioni da esplorare che vanno oltre le parole scritte sulla pagina.

20240603 DILA APS – IL DISPARI

D- Utilizzi spesso immagini quotidiane e sentimentali. Come scegli queste immagini e come riesci a trasformarle in strumenti di conoscenza e consapevolezza?
R- Quando scelgo queste immagini, mi baso sulle esperienze che mi hanno suscitato una profonda riflessione sulla vita, sulle relazioni umane o sui temi importanti della società. Cerco sempre di andare oltre l’apparenza delle immagini, cercando sensi nascosti o simbolici che mi permettano di comprendere me stessa e il mondo che mi circonda.

D- La tua opera è caratterizzata da una forte impronta femminile e biografica. Qual è l’importanza del vissuto personale e delle esperienze delle donne nella tua poesia?
R- Sono cresciuta in un ambiente dominato dalle donne, ciascuna con le proprie battaglie e aspirazioni. Le storie e le esperienze delle donne che mi circondano sono scolpite nel mio DNA e nell’anima. Le mie poesie riflettono le sfide, le gioie e le lotte che le donne affrontano quotidianamente.

D- In Anonime donne scrivi: “Sono una di mille migliaia di donne anonime/ al mondo che lavora per guarire l’eternità”. Cosa significa per te la libertà e come la esprimi nella tua poesia?
R- La libertà per me è la possibilità di esprimere pienamente se stessi, senza timore di giudizio o restrizioni.
Nella mia poesia, celebro l’emancipazione delle donne, raccontando le storie di coloro che vengono spesso ignorate o sottovalutate dalla società.
In Anonime donne, mi identifico con le migliaia di donne anonime che lavorano per guarire l’eternità, esprimendo solidarietà e rispetto per il potere del mondo femminile.
Ognuna di noi ha un ruolo nel plasmare il mondo,e nella mia poesia cerco di dare voce alla forza e alla bellezza delle donne che lavorano silenziosamente per un futuro migliore.

D- Credi fermamente nel potere salvifico della poesia. Come ti ha aiutato nei momenti difficili e come pensi possa aiutare gli altri?
R- La poesia è stata per me un rifugio emotivo e spirituale nei momenti bui della vita. Le parole poetiche mi hanno permesso di connettermi alle emozioni profonde, di trovare conforto e speranza, e di esplorare il mio mondo interiore.

D- Quali sono i temi che vorresti esplorare nei tuoi futuri lavori poetici?
R- Sono interessata ad affrontare temi legati alla società contemporanea, come l’alienazione, l’isolamento e la ricerca dell’identità in un mondo sempre più globalizzato e tecnologico. Sono aperta alle nuove ispirazioni e alle scoperte lungo il mio percorso creativo, lasciando che la poesia mi guidi in nuove direzioni.

D- Sei a conoscenza dell’Associazione DILA APS a Ischia? Sarebbe tuo gradimento presentare il tuo libro in questa splendida località?
R– Durante il Bookcity di Milano, ho conosciuto l’Associazione DILA APS e le sue iniziative.
Il 25 maggio a Roma ho presentato il mio libro alla Galleria Arte Sempione dove era presente anche la Presidente dell’Associazione ADA (Associazione Donne Algerine) Dalila Boukhalfa che collabora con DILA APS.
Sarei onorata di presentare il mio libro presso la biblioteca Antoniana di Ischia, un privilegio che accoglierei con gratitudine.

DILA

NUSIV

 

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20240607 DILA ASP IL DISPARI professionisti

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Igor Abramov: Come il re delle installazioni, Andrew Warhola, artista pop di vari generi, Igor gioca e gioca con le ripetizioni.

L’artista russo Igor Abramov è nato il 5 agosto 1962 ad Altai, in Siberia.

Il professore Dott. Azhar Dakhil, Accademia di Belle Arti c/o Università Al Bazar, Iran, così riflette:

«L’artista russo Igor Abramov rappresenta il centro tra l’Oriente e l’Occidente.  

 Pertanto, le sue opere in tutta la loro diversità sono come il luogo per l’interpretazione di un discorso diverso. 

Indubbiamente, un oceano innevato impone in un modo o nell’altro la sua autorità all’artista. 

Tuttavia, in due direzioni diverse.   

La prima costringe l’artista a utilizzare i colori caldi come equivalente oggettivo e compensazione emotiva, la seconda lo spinge a rimanere nel suo sistema di colori freddi, per poi utilizzarli così come li sente e li percepisce.

Igor sembra tornare alla prima direzione, utilizzando colori caldi nella maggior parte delle sue opere. 

Quindi, nelle sue opere predomina i colori  rosso e giallo, anche le sue linee sono nette, riflettendo il calore che l’artista crea per trasmettere un’ messaggio efficace alla sua società.

Come sappiamo, la Russia è diventata una delle culle dell’espressionismo realista dopo il crollo dell’Unione Sovietica, e i suoi artisti sono ancora immersi in questo campo di battaglia estetico che un tempo mobilitava l’ideologia socialista, ma questo artista si è notevolmente discostato dal percorso del realismo.  

Come artista riconosciuto a livello internazionale, Kandinsky deviò dall’ampia strada del realismo ideologico quando restrinse il suo percorso personale per sottomettersi a un sistema estetico ideologizzato o stereotipato e per dirigere la sua creatività al di fuori di questo contesto.

Si è avvicinato al lavoro espressionista astratto che gli artisti americani hanno creato dopo la seconda guerra mondiale, dal 1939 al 1945, e il suo padrino più famoso è l’artista di fama mondiale Jackson Pollock, con il lavoro tecnico e la scala delle differenze tra le opere di Pollock e Igor.»

Come ai maestri del Rinascimento italiano, anche a Igor piace la forma del tondo.

Come il re delle installazioni, Andrew Warhola, artista pop di vari generi, Igor gioca e gioca con le ripetizioni.

Penso che la presenza della pop art e del surrealismo nelle opere di Igor non farà altro che aumentare, così come la psicologia musicale e la capacità di dimostrare che i processi di movimento ed evoluzione delle cellule, degli occhi, delle onde binaurali cerebrali e della natura sono indissolubilmente legati.

Il primario espressionismo tedesco, ispirato dai Bruegel, padre e figlio, che già all’inizio era socialmente toccante, non gli è così vicino come l’estetica americana, dove tutti dobbiamo pensarci due volte, con gli occhi di un bambino e con gli occhi di un adulto.

Igor non caricatura nulla.

I suoi volti misteriosi, perfino tragici, espressivi come il norvegese Edgar Munch, con occhi enormi come nelle icone, emergono con una domanda dall’allegro carnevale di colori e trame.

Ha già ottenuto successi nei concorsi internazionali d’arte “In blu” e “Crochiano The Ancient Frescennum” organizzati dalla galleria Mega Art in Italia.

Le sue composizioni più patetiche di colori, ondulazioni e radiazioni, ricordano le canzoni del suo gruppo musicale preferito “Pink Floyd”, anche con forti cori; nella pittura – l’importanza dello sfondo e l’unità con il primo piano.

“I Queen” dalla Gran Bretagna, il compositore Vladimir Kuzmin dalla Russia, il viaggiatore Wolfgang Amadeus Mozart da Salisburgo e il quartetto, dopo il trio, un tempo ultra popolare in Unione Sovietica, ma più tardi il trio “Ricchi e Poveri”, la musica preferita di Igor, sembra incarnarsi nella sua arte e la rende ancora più diversa e più a colori.

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Professionisti DILA APS 20240308 – Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

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Liga Sarah Lapinska intervista l’Artista universale
Ajub Ibragimov (parte seconda)

Liga Sarah: Iniziando questa seconda parte dell’intervista che, tramite me, hai gentilmente concesso in esclusiva alla testata giornalistica Il Dispari diretta da Gaetano Di Meglio (per la pubblicazione nella pagina culturale della quale è stato concesso il privilegio di organizzare la redazione alla nostra Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS), ti chiedo cosa associ all’Arte italiana?
Ajub: Ovviamente, ma molto calorosamente, ringrazio Bruno Mancini Presidente DILA APS per aver accolto la tua proposta di pubblicare questa mia intervista e ti rispondo dicendo che l’Arte italiana l’associo con le canzoni di Sanremo, con la “Libertà” cantata da Al Bano e Romina Power, con le poesie realiste e romantiche di Antonio Fiore, Luciano Somma e Bruno Mancini, con l’arte di un disegno moderno basato sulla elettronica, con l’arte tessile, con la creatività nella cucina (e tu mi hai detto che a Ischia hanno delle vere eccellenze culinarie), con Federico Fellini e Adriano Celentano cantante e anche attore.
Li stimo, perché hanno saputo farsi strada con grandi meriti personali.
L’unico aspetto negativo nell’arte italiana è la mancanza di nuove direzioni.
Inoltre, gli italiani tendono ad avere l’arte e la musica nel sangue.
La Germania invece è la terra di ottimi ingegneri, mentre gli USA sono la terra delle nuove tecnologie.

Liga Sarah: Cosa pensi della città in cui vivi, Norimberga?
Ajub: Il 21 maggio 1471 in questa città nacque il pittore e grafico espressivo Albrecht Dürer.
Si dice che abbia dipinto una pala d’altare per la chiesa di San Pietro a Riga.
Era anche entusiasta dell’Italia.
Norimberga ha molti musei e vi hanno luogo, regolarmente, mostre d’arte con la partecipazione mia e di miei colleghi.
Tanti di loro sono autodidatti.
È una città cosmopolita con molti emigranti, anche italiani che qui possiedono pizzerie e caffè.

Liga Sarah: Cosa rappresentano la ceramica e la grafica nella tua vita?
Ajub: Da bambino volevo diventare un ceramista.
Andavo male a scuola perché ero un fantasista retrogrado.
Ora creo composizioni ceramiche digitali, principalmente orientali.
Realizzo anche le installazioni e gli affreschi digitali in cui gioco con le prospettive e il senso della presenza, abiti digitali con i frammenti dei miei dipinti, così come le finiture di automobili digitali.
Sono diventato sia pittore che grafico.
Mi rivolgo sempre più all’arte digitale che mi aiuta a incarnare, a fissare le mie fantasie e i miei sogni più velocemente rispetto alla pittura con colori acrilici, ad olio, con acquerelli o addirittura in tecnica Ebru.
La digitalizzazione sviluppa la grafica e la rende perfetta, ma in un mondo completamente digitalizzato sarebbe più difficile “sfondare” per gli autodidatti privi di programmi internet specializzati.
Gli animatori giapponesi, per esempio Hayao Miyazaki, continuano a conquistare il mondo con le loro animazioni digitali nello stile “anime” .

Continua la prossima settimana

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Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

Capo Redattrice Angela Maria Tiberi

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