Guido Bertolaso positivo al coronavirus COVID-19

24 marzo 2010 ore 13,18

Guido Bertolaso ha comunicato tramite fb la sua positività al coronavirus COVID-19

Guido Bertolaso positivo al coronavirus COVID-19

Guido Bertolaso è un funzionario e medico italiano, dal 2001 al 2010 direttore del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei ministri e dal 2008 al 2010 sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Emergenza rifiuti in Campania nel IV Governo Berlusconi

L’annuncio di Bertolaso su Facebook:
“In isolamento ma continuerò a lavorare”.

Ha compiuto 70 anni il 20 marzo.
Ha la febbre

Guido Bertolaso positivo al Coronavirus. L’ex capo della Protezione civile e coordinatore del nuovo ospedale di Milano, annuncia sulla sua pagina fb la positività al tampone Covid 19.

Scrive su Fb:

Si. Sono positivo al Covid-19.

Quando ho accettato questo incarico sapevo quali fossero i rischi a cui andavo incontro, ma non potevo non rispondere alla chiamata per il mio Paese.

Ho qualche linea di febbre, nessun altro sintomo al momento.

Sia io che i miei collaboratori più stretti siamo in isolamento e rispetteremo il periodo di quarantena.

Continuerò a seguire i lavori dell’ospedale Fiera e coordinerò i lavori nelle Marche.

Vincerò anche questa battaglia”.

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Positivo addetto supermercato Isola d’Ischia

Isola d’Ischia: sono assolutamente convinto che bisogna rendere nota la positività di un addetto alla cassa di un supermercato locale.

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L’italia chiude tutto ma non sarà Caporetto

L’italia chiude tutto ma non sarà Caporetto

Conte chiude tutta l’Italia, tranne i servizi essenziali.

Aperti supermercati, farmacie, banche e tabaccai

Tanto tuonò che piovve

L'italia chiude tutto ma non sarà Caporetto

Alle 22.30 vi è stato un drammatico annuncio alla Nazione del Premier Giuseppe Conte, effettuato in collegamento notturno facebook e trasmesso in diretta da tutte le emittenti televisive nazionali, durante il quale ha comunicato a milioni di italiani incollati allo schermo la sua determinazione a chiudere tutte le attività non ritenute essenziali nell’intero territorio del Paese a partire da lunedì 23 marzo e fino al 3 aprile.

La decisione, sollecitata da un gran numero di Regioni, è stata presa dopo l’ennesima giornata funestata da un numero record di decessi.

Di fronte alla continua crescita dei casi di contagio da coronavirus, e al varo, da parte di tre fra le Regioni più colpite (Lombardia, Piemonte, Veneto) di ordinanze fortemente restrittive, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha deciso di «compiere un altro passo» e di inasprire, di nuovo, le regole per la cittadinanza, almeno fino al 3 aprile.

Le nuove misure valide, come già detto, da lunedì 23 marzo fino al 3 aprile, consentiranno la continuazione delle attività aperte al pubblico SOLO per i supermercati, negozi alimentari, farmacie, parafarmacie, banche, poste, tabaccai,  edicole e servizi per l’informazione.

Una parte dell’intervento

L’italia chiude tutto ma non sarà Caporetto

Sin dall’inzio ho scelto la linea della trasparenza e di non minimizzare e di non nascondere la realtà, ho scelto di rendere tutti voi partecipi della crisi più difficile che il Paese sta vivendo dopo il Dopoguerra.

La morte di tanti concittadini è un dolore che ogni giorno si rinnova.

Non sono semplici numeri, quelli che piangiamo sono persone e storie di famiglie che perdono gli affetti più cari.

Dobbiamo continuare a rispettare tutte le regole con pazienza, fiducia.

Sono misure severe, rimanere a casa e rinunciare a radicate abitudini, ma non abbiamo alternative.

Dobbiamo resistere, solo in questo modo riusciremo a tutelare le persone.

Nei ruoli cruciali del Paese c’è chi rischia molto di più, penso a medici, infermieri, farmacisti, militari, lavoratori dei servizi pubblici e dell’informazione.

Donne e uomini che compiono ogni giorno un atto di amore nei confronti dell’Italia.

Lo Stato c’è, è qui.

Il Governo interverrà con misure straordinarie che ci faranno ripartire quanto prima.

Mai come ora la nostra comunità deve stringersi forte.

Quelle rinunce che oggi vi sembrano un passo indietro, domani ci consentiranno di prendere la rincorsa e tornare ad abbracciare le nostre famiglie, tornare a lavorare.

Uniti ce la faremo”. 

La decisione assunta dal Governo è quella di chiudere nell’intero territorio nazionale ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria, cruciale, indispensabile, essenziale a garantirci bene e servizi essenziali.
Abbiamo lavorato tutto il pomeriggio con i sindacati con le associazioni di categoria per stilare una lista dettagliata in cui sono indicate le filiere delle attività, dei servizio di pubblica utilità, quelle che sono  più necessarie per il funzionamento dello Stato in questa fase di emergenza.”

Restano aperti supermercati e negozi di generi alimentari e di prima necessità.

Nessuna restrizione sui giorni di apertura dei supermercati, non c’è ragione di fare la corsa per la spesa o creare code.

Resteranno aperte farmacie, parafarmacie, servizi bancari, postali, finanziari e assicurativi.

Assicureremo i trasporti, oltre le attività connesse e funzionali a quelle consentite.

Consentiremo solo svolgimento di lavoro in modalità smart working e le attività produttive ritenute rilevanti.

Rallentiamo il motore del Paese, ma non lo fermiamo.

Una decisione che ci predispone ad affrontare la fase più acuta del contagio, che si rende necessaria a contenere quanto più il contagio.

Non dobbiamo nascondere la realtà che è sotto i nostri occhi.

La crisi più difficile del paese dal secondo dopoguerra.

In questi giorni siamo chiamati a immagini durissime.

Quelle che perdiamo sono storie di famiglie che perdiamo.

Sono consapevole delle misure severe.

Ma non abbiamo alternative.

Dobbiamo resistere.

Penso a chi rischia di più: medici, infermieri, forze armate, commessi, farmacisti, auto-trasportatori, lavoratori dei servizi pubblici e dell’informazione.

Donne che compiono ogni giorno un atto di grande responsabilità.

Un atto d’amore.

Oggi nuovo passo:

Continueranno a essere aperti supermercati e farmacie.

Invito tutti a tenere massima calma.

No code.

Assicureremo anche attività come trasporti.

Rallentiamo il motore produttivo del paese.

Misura necessaria oggi per contenere la diffusione dell’epidemia.

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In tempo di guerra i traditori si fucilano

In tempo di guerra i traditori si fucilano.

In tempo di guerra i traditori si fucilano.
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Io sono un pacifista

e mi accontenterò, se la notizia sarà confermata, che siano licenziati in tronco e cancellati da TUTTI gli ordini professionali.

Medici in guerra contro il coronavirus, 300 dipendenti dell’ospedale di Crotone si mettono in malattia

Con l’Italia in guerra contro il coronavirus, all’ospedale di Crotone su 1600 dipendenti ne mancano ben 300 che si trovano in questi giorni in malattia.

A tuonare contro questa situazione anomala è lo stesso il direttore dell’Azienda Sanitaria che non ha utilizzato mezzi termini per stigmatizzare il comportamento dei dipendenti.

Con il dovuto rispetto per tutti coloro che legittimamente stanno usufruendo di un beneficio di legge, occorre tuttavia sottolineare l’anomalia del dato, stranamente coincidente con l’acuirsi dell’emergenza coronavirus”.

Il dato, rivelato a Sky Tg24 dal direttore generale dell’Asp di Crotone, Francesco Masciari, si riferisce ai 300 dipendenti dell’Azienda sanitaria che “si trovano attualmente in regime malattia”.

La situazione dell’ospedale di Crotone non era florida neanche prima che scoppiasse la pandemia coronavirus in Italia, con dati preoccupanti anche in Calabria.

Se su 1.600 dipendenti ne mancano 300 e buona parte sono infermieri in servizio in ospedale, il rischio è di un collasso: “In questo momento, – spiega il direttore generale dell’Asp Masciaricon il nuovo reparto Covid quelle degli infermieri e degli oss sono le figure di cui abbiamo bisogno. Sulla carenza storica si è inserita l’emergenza. Grazie alla gestione integrata dei vari reparti, per quanto riguarda i medici stiamo tenendo bene. Quello che ci sta dando da penare è l’assenza di infermieri e oss”.

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Lutto nazionale ad oltranza

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Quando ci decideremo a dichiarare il LUTTO nazionale ad oltranza?

Lutto nazionale ad oltranza

21 marzo 2020

Dati forniti dalla Protezione civile:

In Italia, dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus ad oggi 21 marzo 2020, le persone che  hanno contratto il virus Sars-CoV-2 sono 53.578 (6.557 in più rispetto a ieri con un incremento del +13.9%).

Di esse ne sono morte 4.825 (793 in più rispetto ad ieri con un incremento del  +19.7%)

Quando ci decideremo a dichiarare il LUTTO nazionale ad oltranza?

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