Articolo a Carla Pitarelli (di Liliana Manetti).

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Carla Pitarelli: “Ho superato il cancro al seno anche grazie al design e all’arte”.

“Ora cerco un’industria che mi supporti che creda in “Cristalbra”.

articolo di Liliana Manetti

Carla Pitarelli non è una donna comune: è una designer di successo e un’artista. Ha anche creato i meravigliosi “quadri di luce” dei quadri monumentali geniali illuminati da LED. Non ha avuto sicuramente una vita facile, ma oggi anche dopo aver passato il grande dramma delicatissimo per una donna, il cancro al seno, è una donna sensibile bella e felice. Ha superato la sua battaglia anche attraverso la passione per il suo lavoro e per l’arte. Come? Ha creato un progetto di designer dopo i suoi interventi, ben sette recidive: questo progetto si chiama Cristalbra, ed e’ un reggiseno bustino bendaggio ideato insieme al chirurgo dell’ospedale di Tor Vergata di Roma che l’ha curata. Si è battuta per proteggere il suo prodotto con dei brevetti italiani europei ed internazionali, e inizialmente ha autoprodotto il suo progetto facendo leva solo sulle sue forze. Anche quelle economiche. Tutte. E’ una donna davvero fuori dal comune, un esempio di come attraverso la forza di volontà e investendo nelle proprie risorse e passioni si può uscire anche dai periodi piu’ bui. E in questo mese della prevenzione del cancro al seno, il mese di ottobre, il mese rosa abbiamo voluto incontrarla da vicino ed ascoltare la sua storia ponendogli queste domande.

  • Carla Pitarelli è stato semplice e naturale pensare di produrre il suo progetto “Cristalbra” il reggiseno bustino bendaggio per il post operatorio del cancro al seno?

No, è stata una cosa molto naturale ma non semplice. E’ stata una conseguenza del mio cancro al seno: o meglio un’ispirazione che è venuta da un momento difficilissimo della mia vita, una sorta di reazione al male che è sopraggiunto, ma anche un messaggio molto forte che ho voluto dare, per aiutare partendo da me stessa per arrivare a tutte le donne che avevano il mio stesso problema e mi ha dato un motivo per continuare a lottare. Quando mi sono ammalata di cancro al seno ero una designer famosa in tutta Italia avevo fatto grandi campagne pubblicitarie per diversi film come X-Man e avevo coniato il francobollo per i cento anni dell’ACI e delle sculture di cristallo. Una volta appreso la notizia di avere un carcinoma duttilo infiltrante dall’ospedale di Tor Vergata di Roma mi è crollato il modo addosso. Il dottore che mi curava mi ha aiutata molto e mi ha presa subito sotto la sua protezione. Avevo fatto da poco le locandine dell’inaugurazione del padiglione dove mi stavano curando: era un po’ come se quell’ospedale mi avesse chiamata. Io avevo sempre avuto il culto del mio corpo, visto che ho studiato per tanti anni danza, e ho avuto un corpo sempre molto bello, dopo l’operazione quando mi sono vista martorizzata con un seno che era qualcosa di deforme mi è venuta una rabbia immensa. E dentro di me ho maturato l’idea di fare qualcosa per il post-operatorio che è un periodo molto delicato per la psicologia e la femminilità di una donna. E cosi’ feci il primo disegno di Cristalbra.

  • Quando ha deciso di investire nel brevetto di questo progetto? E subito dopo ha trovato ostruzionismo nelle ONLUS e nelle aziende a cui ha proposto il tutto?

Nel 2004 è stata la mia prima operazione per asportare il carcinoma; dopodichè lo stesso dottore che sapeva della mia attività di designer mi chiese del perché non mi adoperassi per fare qualcosa per tutte le donne che avessero passato il mio stesso dramma umano. Così nacque l’idea del disegno e l’idea di investire su questo. Cosi’ nacquero i primi prototipi e l’idea di proteggere questa idea geniale. Poi con il tempo questi bozzetti sono stati sviluppati e si sono evoluti anche dall’esperienza del medico che mi stava seguendo e attraverso la mia stessa esperienza visto che mi sono operata diverse volte ma migliorando di volta in volta. Nel 2006 ho protetto Cristalbra con il brevetto Italiano e due anni dopo nel 2008 quello negli Stati Uniti e nel 2010 infine anche quello europeo. Ho investito moltissimi soldi senza nessuno che mi aiutasse a trovare dei finanziamenti e ho trovato tutto estremamente difficile. Ma questa idea molto semplice e unica che guarda alla femminilità delle donne in qualche modo molto rivoluzionaria non è facile farla comprendere al mondo purtroppo: ai medici, alle onlus e anche alle stesse donne che non sanno a quello che stanno andando incontro. Quindi si ho trovato difficilissimo far accettare come importante la mia scoperta. Ho trovato anche tanta indifferenza e incredulità.

  • Da poco lei ha rinnovato il brevetto. Che cosa è cambiato nel progetto del reggiseno bustino bendaggio?

Inizialmente, visto che non sono stata supportata da nessuna azienda ho provveduto a sostenere la catena di prduzione di Cristalbra investendo tutte le mie risorse. Ora no: per vincere la guerra non basta un generale servono gli eserciti, ed io ho bisogno di aziende serie che vogliano investire nel reggiseno e non di continuare ad autoprodurmi.

  • In questo mese così importante che è il mese della prevenzione al cancro al seno, l’ottobre rosa, che appello vuole fare?

L’appello che voglio fare e alle industrie: cerco un’industria che voglia investire su un progetto unico: che voglia migliorare le qualità della vita delle pazienti del cancro al seno ma anche delle donne operate di mastoplastica. Non bisogna solo curare ma anche a stare bene perché la guarigione passa anche attraverso la psiche dell’essere umano.

                                                                                                                      Liliana Manetti.

DILA

Premi Otto milioni

Bruno Mancini

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