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La mia prima poesia
La mia prima poesia
La mia prima poesia 1957
IL MIO PROFESSORE
O caro Professor
a te, che nell’ispida barba
alberghi
il fior fior della microberia caparbia
dedichiam,
con succulento affetto
questi versi, che da noi,
con immenso sudor,
son stati tersi.
O caro Professor
abbiam saputo
che a casa di beduin hai albergato
ed allora
insieme
abbiam pensato
che nel tornar
più di lor sei diventato.
Tu
che di Vasco le sembianze hai prese
adeguati allo onor di queste offese
e se nol sei
ciò che da noi pur decantato è stato
dimenticalo sicuro di non sentirlo più.
La sagra del peccato – anteprima Lulu
Alla ricerca di belle storie d’amore. Racconti e poesie ambientati nella splendida Isola d’Ischia. Per Bruno Mancini: brevi commenti amichevoli. “…sincero, elegante, sempre aderente al soggettivismo letterario del particolare momento che attraversiamo.” “Le aperture liriche, più che segnare il passo dell’emozionalità, offrono un ulteriore invito a perdersi nei labirinti della parola scritta…” “Troverete un urlo e un soffio di amore, un vuoto, immersi nella forza e nella malinconia di chi comprende che…” “Quasi poesia cruda, percuote e carezza, giovane e antica…”
La mia prima poesia
Lamento plebeo
Albore
Amico
Più fine che amore
Garanza rosa
Per Elena
Nessuno ha infranto
Conosco una storia
Nella foresta
Nel buio donna
Qualcosa
La mia ultima poesia
Sul palco si inizia
Lei bruna sedeva
Se non hai scritto mai
Le mummie e le vestali
Ancora hai voglia
Nebbia
La maschera e il cappello
Domeniche di folle
La carta e la pallina
Dio Burocrazia l’Artista
Volava in Viet Nam
Stordiamo ancora
Il fatto e la passione
Mentre andavamo in primo piano
C’è un patto
A Salvatore Quasimodo
Dissi
Soggiorno per uomini stanchi
La penna per nascere
Adone stanco
Io, forse ladro
Le ombre, per vivere 1,2,3
Mi danzi intorno
Ci fosse ancora
L’amore per essere
E Bruno stappa il Chianti
Poi guardo un giorno
e c’ero.
Poi guardo un giorno
tu c’eri.
Poi guardo un giorno
insieme.
Un giorno… un giorno… un giorno.
Dettagli del prodotto:
Stampato:
92 pagine,
6″ x 9″,
rilegatura termica rilegatura,
60# crema carta per l’interno,
B/N inchiostro per l’interno ,
100# bianco carta per l’esterno,
in quadricromia inchiostro per l’esterno
Editore: Bruno Mancini
Copyright:
© 2006 M.G. s.a.s. Ischia Standard Copyright License
Lingua: Italiana
Paese: Italy
Edizione: prima – Versione: 2 – Accessi: 198
Nella foresta
di alghe marine
boccaglio e maschera,
furtivo, smuovo
a tana della murena;
è già maturala mia fobia.
La piccola occhi celesti
gote di rosso furente
inquieta,
sotto un monte
di gocce salate,
nella tana della murena;
è già deciso
il mio ritiro.
Ma quando andremo
a caccia di meduse?
Dove?
In cerca di tartufi,
a cogliere ciliegie?
E poi?
in giro in bicicletta,
al cinema all’aperto?
La mia passione
è pazza.
Se fosse figlia
la chiamerei Viviana.
Albore
E sono passate le tre
e sono
passate.
Ti manca l’attesa
– ricordo le notti –
resisti agli affetti
– più certa di me –
rovisti:
e a poco
la luna seduta sul mare.
Nel buio, donna.
Stregone e mago
come nei giochi di me bambino
– di notte –
preparo ampolle
– con i ricordi –
di fogli strani
abbandonati -.
Nel sole, donna:
sul filo un colpo
di telefono,
sul libro un velo
di colori,
al cuore un laccio.
Le bambole sul letto
le foto alle pareti
i ciondoli
non temono distacchi.
Nel buio, donna:
sul labbro un colpo
di rossetto,
sul corpo un velo
opaco,
ai piedi un laccio.
Le bambole sul letto
le foto alle pareti
i ciondoli
non vedono distacchi.
Uno scrigno per te,
profumo intenso di malizia.
NEBBIA
Stasera preferisco
fumare.
La musica del bosco
evito.
Chi guardo?
Ancora rombi.
E l’alito della farfalla.
Di nostro
resta l’opera
e l’ira
e l’ultima falena
al neon.
Ritornano biondi capelli
Ritornano neri capelli
Ritornano rossi capelli
Ritorna il caimano
Ci fosse ancora un solo tabù
ancora un piccolo perché
l’ombra lunga di un
totem
la vergine fanciulla
il mio fucile ad aria compressa
un sogno (un velo)
una speranza (una visione)
un rischio
un inganno (un volo)
un soffio (un urlo)
il tuo rifiuto inutile.
INFO 3914830355
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