Bruno Mancini presenta Virginia Murru

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Recensioni letterarie
del 05/06/2010 242 visite 2 voti

Virginia Murru pioniera del progetto culturale “La mia isola”Antologie Poetiche a cura di Roberta Panizza e di Bruno Mancini.
Insularità poetica.
Virginia Murru è poetessa per chi crede che le poesie sono un concentrato di vita proposto in poche parole ai pochi che le parole non bistrattano per renderle incomprensibili. Lei scruta sostantivi e verbi come farebbe una cacciatrice di stelle, immobile, dietro le lenti di un telescopio nelle notti prive di luna, per poi riproporli in arabesche apparenze di minuziosi mosaici nell’attimo in cui li vive come precisi e decisi graffi sul ghiaccio incisi dalla sua lama-penna di danzatrice-poetessa.
Irriducibile esca la parola-
quando tesse alla mente la prigione-
e son salva d’orgoglio-
chiave d’acciaio che apre all’evasione.
Saranno parole e verbi, aggettivi, virgole e pause e locuzioni, avverbi, stasi, interspazi, tutti asserviti alla grande costruzione emotiva di uno, mille, tante, passioni accartocciate nel pudore del sentimento. Lei, Virginia, non esiste, lei non si manifesta, lei come una medium davanti alla sfera di cristallo, evoca, incute, segna con intagli sui tronchi delle foreste di pensierri titoli e sintesi di pene-dolci-tormenti, e chiede di genufletterci davanti alla forza-follia-fobia della Poesia, mentre, tra sogno e vita lei, Virginia, assorbe le spore lasciate vagare liberamente dalle nostre sensazioni incontrollate.
Tienila stretta questa notte
che allunga infide braccia d’arbitrio
come fossero spire senza scampo
– latrati nel tuo seno.
Il verso onomatopeico è di antica e robusta tradizione – basti a tal proposito ricordare la “La fontana malata” di Aldo Palazzeschi oppure “La pioggia nel pineto” di Gabriele d’Annunzio”, eppure, nonostante secoli di meditati studi e valutazioni critiche, mai, neppure in Filippo Tommaso Marinetti o in generale nei Futuristi, la sua applicazione è andata oltre la ricerca di uno o più effetti sonori provocati da sillabe artatamente assemblate per tentare di riprodurre il/i particolare/i “rumore/i” di un preciso evento. Se è vero che già affidandoci a poca fantasia “Clof clop cloch” ci appare come la trascrizione fonetica (non solo ma anche) di alcune gocce d’acqua sgorganti da una fontana rotta “malata”, è anche vero che diventa molto più arduo e complesso l’impegno con cui dobbiamo applicarci se vogliamo poter apprezzare fino a quale punto Virginia Murru, poetessa sarda, c’immerge tra i suoni evocati negli ambienti che descrive (mare-casa-fuga) attraverso il nevralgico movimento lessicale, e non semplicisticamente fonetico con cui stuttura l’insieme di molte sue sue poesie
Ho spinto quella sera
piano piano
come porta cigolante sul destino
e c’eri tu sull’orlo dell’istante
a rovesciare tempo su di noi.
Non appena è giunta in contatto con il nostro gruppo, dopo minimi preamboli, Virginia Murro è entrata nel progetto “La mia isola” quasi ad occhi chiusi, lanciata in un galoppo che sentiva l’avrebbe condotta verso una seconda fonte ispirativa. Originaria della bella e aspra Sardegna dallo spregiudicato sfoggio di una insularità raramente permeata da invadenti modernismi eppure da sempre isola di felice accoglienza per chi ne rispetti le tradizioni e la cultura, Virgina ha tracimato, dalla sua terra, le antiche sorgenti nell’alambicco del suo porsi poetessa su palcoscenici internazionali, così dettando i paradigmi di una immaginifica tradizione esistenziale attraverso idiomi di forte derivazione cosmopolita fino a sbandierarli in una essenza poetica unica, semplice e complessa.
Era sera d’ormeggi
vele immobili all’evento
ed io tremavo
in approdi di possibile sul porto.
Un giorno scrisse “… Io sono sarda e come tutti i sardi sono un pò testarda…” ed ora la tenacia con cui ha seguito l’indole poetica le consente di esporre una bacheca di premi e di riconoscimenti di altissimo valore internazionale, tra i quali lei mostra in primo piano il I° Premio di poesia nel sito www.poesiaedintorni.it – 2008! Bruno Mancini

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Note dell’autore

I commenti

Commento 13306
Isola il 6 giu 10 19:38 ha commentato:
Una magnifica recensione, degna di tanta Autrice. La Poesia di Virginia Murru è un gioiello che fa della parola Arte pura, come diamante.

Complimenti Virginia ed auguri di altri innumerevoli successi !

Commento 13296
Roberta il 6 giu 10 9:36 ha commentato:
Come ho scritto anche altrove.. una bella fotografia della nostra amica poetessa… e non mi riferisco ovviamente solo all’immagine :-)

DILA

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Bruno Mancini

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