E’ N’ATU JUORNO CHE VA

IT’S A NEW DAY GOING ON

The pink lights of dawn
the twitter of a lark
the creaking of the leaves under the footsteps
the cackling of the fountain in the street
the smell of the coffee she is brewing
memories
of my father
of my mother
of a friend who was lost in time
the heckling of the first children who go to school
it’s a new day going on.
*
C’EST UN NOUVEAU JOUR QUI VA

Les lueurs roses de l’aurore
le gazouillis d’une alouette
le craquement des feuilles sous les pas
le caquetage de la fontaine dans la rue
l’odeur du café qu’elle prépare
le souvenir
de mon père
de ma mère
d’un ami que le temps s’est emporté
le chahut des premiers enfants qui vont à l’école
c’est un nouveau jour qui va.
*
ES UN NUEVO DÍA QUE SE VA

Las luces rosas del amanecer
el gorjeo de una alondra
el crujido de las hojas bajo las pisadas
el cacareo de la fuente en la calle
el olor del café que está preparando
el recuerdo
de mi padre
de mi madre
de un amigo que se perdió en el tiempo
los abucheos de los primeros niños
que van a la escuela
es un nuevo día que se va.
*
ES IST EIN NEUER TAG, DER GEHT

Die rosa Lichter der Morgendämmerung,
das Gezwitscher einer Lerche,
das Knarren der Blätter unter den Schritten,
das Gackern des Brunnens auf der Straße,
der Geruch des Kaffees, den sie brüht.
Erinnerungen,
meines Vaters,
meiner Mutter,
eines Freundes,
der,
in der Zeit verloren ging.
Die Zwischenrufe der ersten Kinder,
die,
zur Schule gehen.
Es ist ein neuer Tag, der geht.
*
È N’ATU JUORNO CHE VA

‘A luce rossa ‘e n’ aurora che sponta
‘o canto ‘e na cucciarda
‘o schiuppà d’’e ffronne
‘a chiacchiera d’’a funtana p’’a via
l’ addore d’’o ccafè ch’ essa sta priparanno
‘o ricordo ‘e papà e mammà
‘e n’ amico c’’o tiempo s’ ha purtato pe’ sempe
‘a cagnara d’’e primme guagliune che vanno a’ scola
è n’ atu juorno che va…
*
EST ALIUS QUI ABIT DIES

Rosea aurorae lux,
alaudae vox,
foliorum crepĭtus
murmuratio in via fontis,
inebrians caffei odor,
illa quem praeparat.
Dulcis memoria
patris mei,
matris meae,
unius amici
tempus quem abstulit.
Dulcis memoria
iocundōrum clamorum,
primorum qui ad scholam eunt puerōrum.
Gratias tibi, Domine.
Est alius qui ăbit dies.
*
È UN ALTRO GIORNO CHE VA

La luce rosa dell’aurora,
il trillo di un’allodola,
il crepitio delle foglie,
il cicaleccio della fontana per strada,
l’odore inebriante del caffè che lei sta preparando,
il ricordo soave,
di mio padre,
di mia madre,
di un amico che il tempo s’è portato via,
gli schiamazzi gioiosi dei primi bambini che vanno a scuola.
Ti sono grato, oh Signore.
È un altro giorno che va!
*
(Tratta dal libro edito “THE STAR” Amazon Publishing)
Testi originali di Mauro Montacchiesi (Accademico Vesuviano)
Traduzioni in inglese, francese, spagnolo, tedesco e Latino, di Mauro Montacchiesi.
Traduzioni, in vernacolo Napoletano, dell’accademico Vesuviano Vincenzo Russo.
Presidente dell’Accademia Vesuviana, cav. Gianni Ianuale.


MAURO MONTACCHIESI

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“LA FANCIULLA DAL FIORE IN BOCCA” “LA CIOCIARA”, “LA FANCIULLA VIOLATA” di Milena Petrarca

 

LA FANCIULLA DAL FIORE IN BOCCA

 

LA FANCIULLA DAL FIORE IN BOCCA 

LA CIOCIARA

LA FANCIULLA VIOLATA

In queste mirabili opere dell’artista puteolana Milena Petrarca, il colore dominante è il rosso, in diverse sue tonalità.
Non è casuale la scelta del rosso come protagonista di spicco nelle tele, poiché questo pigmento inconfutabilmente rappresenta l’aggressività, il sangue, il male, la violenza, la mancanza di autocontrollo, finanche Diavolo cristiano (emblema negativo per antonomasia), ed è visto come messaggero di tutto ciò che può essere satanico, ignobile e brutale.
Il rosso è un colore primario. Nelle arti grafiche e in fotografia, colori primari sono quelli, a partire dai quali sono ottenibili, per sintesi (o composizione) additiva o per sintesi sottrattiva gli altri colori: sono costituiti dal trio blu, verde e rosso per la sintesi additiva e dal trio giallo, magenta e ciano per la sintesi sottrattiva.
Il rosso è perennemente stato in disarmonia con il blu, che delinea tranquillità e pace.
Quest’ultimo colore, lo si distingue, più o meno in equilibrio, nel dipinto “LA FANCIULLA DAL FIORE IN BOCCA”, verosimilmente a voler denunciare, in seno a tanto dolore, l’istanza di tranquillità e pace.
Nel dipinto “LA CIOCIARA” è la stessa Milena Petrarca, anche verbalmente, a risaltare il GRANDE DOLORE, il GRANDE STRAZIO, esaltati, nella loro drammaticità, da un preponderante, pluritonale colore rosso.
Nel dipinto “LA FANCIULLA VIOLATA”, l’artista comunica palesemente, in prima persona, il dolore e la tristezza che traspaiono dagli occhi della protagonista della tela.
I suoi capelli sono eminentemente rossi, a sottolineare una violenza, oltre che fisica, mentale, psicologica.
Questa tela è sostanzialmente policroma.
Davanti alla fanciulla, una cascata di giallo, rosso, nero, violetto.
Il giallo, se da un lato è codardia e inganno che la vittima ha subito, da un altro è speranza e ottimismo che la stessa nutre.
Con il colore nero la pittrice manifesta sdegno, opposizione, protesta.
Sul margine destro, centralmente, un accenno di violetto, prodotto di sintesi additiva tra il rosso (aggressività e violenza) e il blu (tranquillità e pace).


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MARILYN MONROE di Milena Petrarca

Con questo dipinto, Milena Petrarca sembra voler riportare in vita Marilyn Monroe e si potrebbe affermare che la taumaturgia pittorica dell’Artista puteolana sia sul punto di riuscirci effettivamente, fisicamente. Il magico pennello di Milena, similmente a una melodica scansione, fa mimeticamente vibrare l’ormai spiritualità dell’anima, fusa con la rievocazione del sex appeal dell’Immortale” (così fu definita la Monroe), della sua lucente passionalità. La Petrarca è segnatamente magistrale nell’esaltarsi con l’uso di luci e ombre sul volto di Marilyn, risaltandone così la dolcezza, la vaghezza, quella forse percezione di appartenere già a un’altra dimensione, ultraterrena. La tonalità di azzurro scelto dalla Partenopea è icona di quella calma, di quella serenità, di quell’equilibrio interiore che la Diva non ha conosciuto in vita. Il bianco sta a significare pace, libertà, purificazione, nuovo inizio. Con la scelta di questi colori, l’insigne pittrice comunica l’affettuoso auspicio che la Star abbia finalmente trovato tutto ciò che non ha avuto in vita.

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ANGELA MARIA TIBERI POETESSA E SCRITTRICE

SINTESI ESTETICA

“Nessuno nasce odiando i propri simili a causa della razza,
della religione o della classe alla quale appartengono.
Gli uomini imparano a odiare, e se possono imparare a odiare,                                              
possono anche imparare ad amare, perché l’amore,
per il cuore umano, è più naturale dell’odio.”

(Nelson Mandela)

*

AMT è improntata alla spontanea cordialità, all’intima coesione con l’universo esteriore. Dispone di una considerevole disinvoltura nei rapporti pubblici e ha esigenza di concordia, di pacifica esistenza. L’ambito passionale ha una possente preponderanza nella sua esistenza e, in realtà, lei si contraddistingue per emotività e sentimentalismo. È una Donna di rilevante volontà, di enorme ordine, di acume brillante contrassegnato da accentuato senso valutativo, profondo. AMT ha necessità di comprendere radicalmente sé stessa e le proprie possibilità; elargisce con liberalità ed entusiasmo; si nutre di fervori che coinvolgono gli altri e si distingue per irrimediabile positività. È una Signora autonoma, ricercata edonista di consistente raffinatezza artistica. Di frequente si rende conto di avere percezioni extrasensoriali. La latinense, stimolata dalle nobili cause, è assai munifica. Pur se non sono rari i suoi tourbillon interiori, si manifesta bilanciata, dotata di aplomb. Giovane ragazza dall’accentuato pragmatismo, per un certo periodo è vissuta in una turris eburnea, inconsapevolmente auto edificata, frenando così l’espressione della sua affettività più vera, più profonda. A un certo punto della sua vita, nondimeno, ha compreso che era divenuto inderogabile abiurare l’edonismo, con una conseguente crescita spirituale. Artista dotata d’iperrecettività e colma di tenerezza per il genere umano, AMT si manifesta apertamente con le sue liriche, si presenta lei stessa come un componimento poetico in cui si celebra l’amore, similmente a una soave brezza che blandisce il cuore, in direzione di un abbraccio universale. Angela Maria è moderna trobadorica che innalza struggenti liriche d’amore nell’universo attuale che sembra, sempre più, discostarsi da questo inclito sentimento, fino a farne un’obliata rosa fané. La Nostra ama l’intero universo. Il suo amore non conosce distinzione di classe. In quanto essere umano, lei stessa anela all’amore e il suo cuore potentemente ne effonde le note, in una musicalità lirica debordante. L’estetica tiberiana postula un amore senza confini, un amore in cui intravede la soteriologia del genere umano, la sua emancipazione dal male. Una poetessa, delicata e altruista, che totalmente dispensa la sua naturale e autentica arte poetica. Dalle sue liriche risplendono emotività e bontà. L’eloquenza della sua estetica, la concretezza per l’argomento esposto, saldata alla causa del sentimento, hanno enfatizzato l’attualità della sua letteratura. La Musa Erato ha successo nel far coesistere un’intensa sintesi di aspetti e l’energia dell’estro lirico. Da questo magistero artistico traggono origine poesie nelle quali le incessanti edificazioni di similitudini, le connessioni e le coincidenze tra coscienza e istinto, cesellano una configurazione descrittivo – lessicale toccante, a cagione di una pluralità di tormenti spirituali. Ammirevole e originale, la sua è una vena lirica che, con la propria luce, irradia i più suscettibili di emozioni, in quanto mette in circolazione malinconici ritmi (La Musa Calliope) che fanno insorgere trepidazioni e determinano le condizioni per considerare con attenzione le sue problematiche, dense di passionale affetto, d’istintivo coraggio. In una realtà attuale, troppo spesso legata alle necessità pratiche, ai bisogni quotidiani, al materialismo gretto e banale, mancante di sensibilità e di valori morali, la Letteratura di AMT si presenta come volano di autoanalisi collettiva. Meritano l’encomio, la sua audacia, la sua energia e la sua tetragona fede nell’individuo. L’autrice profonde un tenace lavoro a beneficio dei più fragili. È lodevole per la sua copiosissima elaborazione di componimenti che esprimono considerevole liberalità nel veicolare ad altri, dottrina e riflessioni. Il suo sostegno a favore dell’umanità ha successo nell’antagonizzare profonde avversioni, acredini e ghettizzazioni, rendendo sicuro un domani di armonia tra le genti. Un carme innalzato al bene e alla fratellanza: così si mostra questo suo interpretare l’esistenza. Dai suoi contenuti estetici, di frequente, si rende riconoscibile il germoglio di una ispirazione sensibilmente etica, incline all’assoluto. Energica, efficace e amabile, AMT talvolta richiama l’attenzione sull’incoraggiamento morale a favore dell’equità, della fratellanza, in assistenza ai ceti più fragili. Soggettivo od oggettivo, il suo lirismo fluisce continuamente appassionante, depurato, accattivante! Quest’Artista, dotata di palese perspicacia, si impone delle fugaci, ma frequenti soste, con incisiva efficacia comunicativa, su talune considerazioni panoramiche di un’aspramente avversa, tangibile oggettività, mettendo in risalto un magistero linguistico icastico della sua concezione lirica. La poesia si trasforma in esistenza concreta. La vita trascorsa, la vita in divenire, si fondono tra i meandri lirici della poetessa, riflettendo l’istanza di un mondo interiore che vuole librarsi nella luce. AMT, in virtù di una dialettica fruibile, è fautrice ardente e convinta di universali, archetipici, umani aneliti. Nella sua letteratura in senso lato, poesia e prosa, come co-interprete si presenta la situazione contingente di coloro i quali, abbacinati dall’utopia, sprofondano nel baratro di uno sterile velleitarismo esistenziale.

Facilis descensus Averno:
noctes atque dies patet atri ianua Ditis;
sed revocare gradum superasque
evadere ad auras, hoc opus, hic labor est.

Scendere agli Inferi è facile:
la porta di Dite è aperta notte e giorno;
ma risalire i gradini e tornare a vedere il cielo,
qui sta il difficile, qui la vera fatica.

(Eneide, VI, 126-129)

Diretta conseguenza è una dolorosa presa di coscienza del proprio fallimento, che postula un ritorno agli antichi valori del focolare domestico, inequivocabile baluardo contro l’emarginazione sociale. La famiglia e le tradizioni rivestono considerevole rilievo nelle meditazioni di AMT. Tra le persone per lei piuttosto fondamentali: il nonno paterno, i genitori, il marito, il nipote. Ecologista e animalista, essenziale è il suo amore sia per la flora sia per la fauna. La Letteratura di AMT si rivolge alla sensibilità di qualsiasi essere umano. Si inabissa nei penetrali più imi e contorti dell’animo individuale e lo inquisisce, mettendolo davanti a sé stesso, alle sue gioie e ai suoi dolori, ai suoi pregi e ai suoi difetti. AMT è un’anima traspositrice in idilliaca dimensione aliena, laddove, romanticamente, la ϕιλία «amore, amicizia» è un aulicamente inscindibile, trascendentale unicum universale.

“All’unione di due anime costanti io mai porrò impedimenti.
Amore non è amore se muta quando scopre
un mutamento o tende a svanire quando l’altro si allontana.
Oh no! Amore è un faro, sempre fisso che sovrasta
la tempesta e non vacilla mai.
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma, impavido, resiste al giorno estremo del giudizio;
se questo è errore e mi sarà provato,
io non avrò mai scritto e nessuno ha mai amato.”

(versi tratti dal sonetto n° 116)
WILLIAM SHAKESPEARE

MAURO MONTACCHIESI

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