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Milena Petrarca, ovvero una pittrice che, nella produzione della sua Arte, risente tantissimo dei propri stati d’animo del momento. È un’Artista in senso assoluto, un coup-de-foudre istintivo, empatico, immediato per chi ama l’Estetica, cioè le cose belle. Milena Petrarca possiede l’estro di amalgamare, nel proprio cachet, impulsi definiti e passionali nei tratti che germogliano dai pigmenti forti, dalle gradazioni, dalle lucentezze. L’Artista riesce a carpire il significato dell’esistenza, rendendo immortali le manifestazioni più intense del cuore, con un sentimentalismo pittorico che incanta l’anima. Sia il titolo di quest’opera “IL MIO CAFFE’ FRANCESE”, sia la sua icono – cromatografia, non possono non richiamare all’effimera, ma straordinariamente grandiosa estetica filosofico – artistica dell’Impressionismo. Un sogno mai tramontato, il preludio all’Espressionismo, alle istintive, ma vere, pulsioni dell’Artista.
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SIBILLA CUMANA
Facilis descensus Averno:
noctes atque dies patet atri ianua Ditis;
sed revocare gradum superasque evadere ad auras,
hoc opus, hic labor est.
Scendere agli Inferi è facile:
la porta di Dite è aperta notte e giorno;
ma risalire i gradini e tornare a vedere il cielo,
qui sta il difficile, qui la vera fatica.
Sono le parole che Publio Virgilio Marone
(Eneide VI, 126-129)
fa rivolgere dalla Sibilla Cumana a Enea.
Nell'”Eneide” virgiliana, Deifobe, la sibilla cumana, è una veggente, psicopompa (guida nell’aldilà) di Enea, al quale chiarisce gli arcani del regno.
BREVE COMMENTO SULL’ESTETICA DI MILENA PETRARCA
Milena Petrarca è l’esteta dell’equilibrio e della luminosità. La pittrice, per mezzo del suo talento, dona trepidazioni all’esistenza, oltre il tempo, laddove ieri e domani, tangibile e intangibile si fondono. I suoi capolavori seducono l’anima, veicolandola in una dimensione borderline, tra oggettività e fantasia, orfismo e lirismo. Milena è Maestra dalle accentuate emotività e autenticità nel produrre immagini incerte tra concretezza e meraviglia, in cui si ripete la figura della donna nelle sue variegate manifestazioni che ne affermano la delicatezza e la fermezza, la raffinatezza e l’audacia. Dai quadri di questo genio partenopeo, dalla straordinaria delicatezza, si arguisce in quale modo l’immagine della donna si esalti in icona di amore, nel significato più esteso del vocabolo: un amore che va considerato come passione che fonde e conforta, che instilla energia e fiducia, che sconfigge astio e conflitti, crudeltà e individualismi. Le sue immagini di donna, che di frequente condensano grazia e amore, sono saldate all’ambiente e ai toni della stagione dei fiori. Concezioni febbrili, dipinte in gradazioni che evolvono in conformità della condizione psicologica che le penetra. Ciononostante, a celebrare grazia, delicatezza e fantasia incise nella leggiadria femminile, è la luminosità, componente basilare, per mezzo della quale l’artista comincia ad avanzare nella sua opera, onde rendere le sinfonie della vita, laddove le trepidazioni si inseguono, adesso pure e fatate, adesso tristi e toccanti. Milena Petrarca, in tali raffigurazioni femminili, evidenzia il fervore davanti ai desideri nei quali confidare, ciononostante addirittura malinconia e amore e quell’angoscia per una percezione di un’ipotetica emarginazione sentimentale o sociale. Nella sua iconografia femminile, frequentemente avviluppata da una luminosità, adesso forte, adesso leggera, l’artista ha tratto afflato dalla tecnica raffinata e morbida della Scuola Veneta, che nacque in età repubblicana, determinando la cesura decisiva con la consuetudine bizantina. Il transitare a poco a poco da una tonalità all’altra, senza stacco, è la tecnica pittorica che Milena Petrarca utilizza, mirando a sfumare i margini delle forme e a delinearli minimamente decisi e articolati, a beneficio di una più ampia scioltezza dei margini stessi e dei lineamenti, producendo la reazione visuale della dissolvenza. Milena prosegue per mezzo di minute progressioni di luminosità e pigmenti che, fondendosi unitamente, plasmano il risultato dell’intimità intuitiva e forniscono agli occhi l’autentica idea degli spazi effettivi tra le entità iconiche. La luminosità e la transizione graduale delle tonalità, si manifestano come costituenti determinanti nelle sue tele, nelle quali la concretezza lambisce la fantasia, apparendo le forme come sollevate all’interno di una dimensione di trascendentale fascino. Milena Petrarca magistralmente gioca con la luce, unitamente ai suoi riverberi e alla reazione dei pigmenti, i quali si trasformano in effetto luce, indugiando parimenti su alcune disarmonie cromatiche. Per mezzo della luce, Milena Petrarca riesce a cogliere e “fotografare” istanti d’icastici bagliori soprannaturali.
LA SIBILLA CUMANA
SOGGETTIVE PERCEZIONI
SUBLIMINALI MESSAGGI DAL DIPINTO
La “Sibilla Cumana” è un dipinto emozionale, idoneo a suggestionare lo stato d’animo rendendolo cordiale e armonioso. La Sacerdotessa di Apollo punge la passione, comunica affetto, amicizia. È amore per il prossimo, emotività, gioventù, purezza. Riverbera di delicatezza, amabilità, eleganza, pace e affettuosità. La Deifobe di Milena Petrarca è icona dell’universo femminile. Allevia il pensiero dalle negatività, ha un poderoso vigore rasserenante. La Sibilla Cumana è dare e ricevere amore, è nitidezza dell’intelletto, è dolcissima, ma prorompente sensualità.
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Tratto dal libro edito “Napule è Napule” – Carta e penna Editore
Tratto Dal libro “Napule è Napule” Carta e Penna Editore