20240523 DILA ASP IL DISPARI professionisti

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Luciano Somma | I MIEI TANTI COMPAGNI DI VIAGGIO 1

Come promesso farò i nomi di alcuni dei miei tanti compagni di viaggio, collaboratori soprattutto musicali ed interpreti sia delle mie poesie che dei miei testi in tantissimi anni di attività.

Nel 1958, ero agli inizi, conobbi Guido Sacco, di 4 anni più piccolo di me, col quale iniziai una fattiva collaborazione artistica, scrivemmo insieme alcune canzoni che lui inserì nel repertorio col suo complesso GUIDO SACCO E I SUOI TROTTERS, tutti giovanissimi.

Guido aveva allora appena 14 anni ma già suonava diversi strumenti e fu il primo a musicare i miei testi.

Uno in particolare ha una strana storia, s’intitolava VIERNO TU SI’ PE’ MME ma non la potemmo dichiarare in SIAE, la offrimmo ad alcuni cantanti che all’epoca andavano per la maggiore col repertorio Napoletano ma questi volevano la maggior parte dei diritti di autori e dunque ci tenemmo la canzone.

Accadde poi che Guido, giovanissimo, si sposò, ebbe una figlia che crebbe la nonna paterna, ed un giorno disse alla moglie che andava ad acquistare le sigarette ed invece volò negli Stati Uniti dove vivevano alcuni amici Napoletani che lo aiutarono sia nel campo musicale, dove suonò con molti big dell’epoca. sia a gestire dei ristoranti.

Tutto ciò fino agli anni 2000 circa quando rientrò in Italia, nel frattempo si era sposato ancora  2 volte ma senza avere altri figli.

Andò ad abitare in un cascinale a Caiazzo (Caserta) e riprendemmo la collaborazione innanzitutto dichiarando alla SIAE VIERNO TU SI’ PE’ MME e poi scrivendo AQUILE – NOI ROMANTICI e NA GUERRA con musica di Nick Pantalone e suo arrangiamento.

Pochi titoli ma tutti molto validi.

Spesso andavamo a trovarlo a Caiazzo, restando a pranzo da lui che era un ottimo cuoco e qualche volta lui veniva a casa mia a mangiare una pizza, quella vera Napoletana.

Purtroppo nel 2007 fu colpito da un tumore che comunque lo ha tenuto in vita fino al 2000 dove purtroppo ci ha lasciati a causa del Covid.

Nei prossimi articoli parlerò degli  altri che mi hanno affiancato, ma non potrò farlo per tutti essendo diverse centinaia, cercherò di selezionare quelli coi quali ho avuto più rapporti.

LUCIANO SOMMA

LUCIANO SOMMA e GUIDO SACCO

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20240516 DILA ASP

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LUCIANO SOMMA | Poliedrica attività

Dalla data del pensionamento nel 2000, per qualche mese, cercavo qualcosa che mi tenesse impegnato, le giornate trascorrevano nell’ozio, abituato com’ero ad una comunque frenetica attività purtroppo vivevo tempi sonnolenti, ed internet non bastava a tenermi impegnato in qualche modo.
All’epoca mio figlio Sergio rappresentava ditte che producevano materiale per edilizia ed una che vendeva ascensori, una ditta molto importante.
Quell’anno aveva venduto solo 2 impianti, fu allora che mi chiese se potevo e volevo dargli una mano cercando nuovi clienti e nuovi sbocchi.
Fu così che mi attivai nei motori di ricerca per trovare ingegneri, geometri, architetti, e addetti all’impiantistica, decine di migliaia di nominativi coi vari recapiti della Campania.
Mi attivai per mesi prendendo appuntamenti per conto di mio figlio, l’impresa mi teneva impegnato diverse ore al giorno ed il tempo correva veloce, ma avemmo la soddisfazione di vendere ben 52 ascensori tant’è che fummo invitati in un convegno a San Remo dove fummo premiati per aver raggiunto in incremento pazzesco.
Non mi era capitato di andare al casinò in occasione delle canzoni, lo conobbi per l’attività.
Anche l’anno successivo nel 2003 riuscimmo a vendere 30 impianti, ed anche in quella occasione fummo premiati a Fiumicino con una bellissima borsa sia assegnata a me che a mio figlio.
Poi si decise di lasciare la rappresentanza, la concorrenza era troppa ed il prezzo elevato degli impianti non ci consentiva di mantenere il ritmo delle vendite…
Gli anni che seguirono mi videro oltre che in giuria al premio GENNARO SPARAGNA dal 2006 al 2019 a Minturno, anche al TOUR FESTIVAL a Pietra Ligure (Savona) e Formia.
Parteciparono molti cantanti, alcuni interpreti di mie canzoni, ma i miei voti non tenevano conto di eventuali collaborazioni, ascoltavo cantanti e canzoni giudicando equamente quelli veramente validi.
Una bella esperienza retribuita con vitto ed alloggio per qualche giorno per me e mia moglie.
Poi ho rallentato le mie collaborazioni, anche per motivi di salute.
Presi il Covid, nel Luglio 2022, che mi tenne un mese in ospedale e 3 mesi in clinica per la riabilitazione motoria.
Sono in fisioterapia ancora adesso anche se per fortuna fisicamente sto molto meglio.
Negli ultimi anni molte mie poesie sono state pubblicate sul mensile BENESSERE in una pagina dedicata.
L’anno scorso alcune emittenti mi hanno intervistato e le trasmissioni sono state molto seguite.
Attualmente collaboro con un’emittente Belga che trasmette mie canzoni ogni sabato, e per questa rubrica sul quotidiano IL DISPARI di Ischia nella quale l’amico fraterno Bruno Mancini mi ha offerto di pubblicare.
Appuntamento ad altri articoli con diverse tematiche, a presto!

LUCIANO SOMMA

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20240516 DILA ASP - Il Dispari Luciano Somma

 

Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

LINGUA AP

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20240226 DILA APS – IL DISPARI

Il Dispari 20240226 – Redazione culturale DILA APS

20240226 DILA APS – IL DISPARI

 

Il Dispari 20240226

Così o come

Un racconto di Bruno Mancini inserito in

“Per Aurora volume terzo”

https://www.lulu.com/it/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-terzo/paperback/product-29y6wr.html?page=1&pageSize=4

Terza puntata

Parte Prima

CAPITOLO PRIMO

Costui, in fondo, era un uomo gioioso e collerico, sensuale rude e tenero, bislacco e profondo, futile e sottile. Un brivido per donne di sani tradizionali principi, per maschi timorosi di confronti e per tutte le belle statuine dei presepi viventi allestiti nelle piazze e nelle feste di paese.

Nessuna persona provvista di buon senso avrebbe voluto provocare un confronto con la sua dissacrante, violenta ed anarchica mancanza d’auto ironia:

-«Coloro che bussano alla porta, i bussanti, i bussatori – e così anche il liquido di una bottiglia dal tappo di sughero biondo come la schiuma della mia birra commerciale o come i baffi scoloriti dalle tremila sigarette che fumo in meno di cinquanta giorni – non sempre sono i migliori nel catalogo degli attesi.

Io credo che l’America avrebbe dichiarato guerra al Giappone per l’affronto delle Hawaii, ma non si sarebbe impegnata nello scacchiere europeo se l’Italia non fosse stata in lizza.

20240226 DILA APS – IL DISPARI

 

Senza la partecipazione del nostro Duce al conflitto, loro, le stelle e strisce, avrebbero comodamente sistemato l’orticello acquatico del vicino Pacifico non creandosi altre preoccupazioni.

Le fabbriche di cannoni ed ogive per proiettili dalle svariate caratteristiche, avrebbero continuato a produrre utili e benessere economico con minime perdite di vite umane, sia in regime di guerra, sia nel successivo tempo di ricostruzione.

Ma “la popolo ed il popolazione” nel continente a stelle e strisce era formato in maggioranza da itali americani.

“Non salviamo i nostri cugini zie e nipoti amici fratelli padri nonni madri cumparielli padrini sorelle consanguinei conoscenti? Il cattivo li opprime.

Noi siamo la libertà.

Loro, gli Italioti, custodi delle nostre radici, delle nostre origini, delle nostre fedi, sono persone a noi care. I nostri consanguinei sono ingenui, semplici, affettuosi, docili, simpatici, gentili, ospitali.

Sono poveri scemi imbrogliati dal fottuto figlio di puttana. Abbiamo lottato contro le Montagne Rocciose, gli Apache, il Fiume Colorado, Geronimo, ed il Deserto del Nevada, che facciamo, gli spettatori nella corsa alla conquista dell’Italia, l’origine delle nostre origini?

Non sia mai detto!

Andiamo.

WE GO.”

E vennero.

Non piangere, bambino, tua madre fu violentata da truppe marocchine, sì, sotto il comando di…, sì, sì, sì… ma non erano i cugini, neppure le settantamila, settecentomila, sette milioni, sette miliardi di tonnellate di bombe a tonnellate sui vicoli palazzi spiazzi giardini pubblici scuole chiese alberghi prostiboli… et de hoc satis.»

Questo racconto tenta di forzarmi la mano ed impormi continue traiettorie, contigue confinanti collaterali collegate complici comuni compiacenti, che non rientrano nella serafica visione morfologica che inizialmente avevo architettato.

Il breve ritratto di un Costui spolverato dal manuale del tipico esistenzialista pacifista comunisteggiante anarcoide, non prevedeva la messa in scena di un superbioso trattato storico sociale.

Costui quindi tornerà accanto alle altre figure nobili della ormai distrutta civiltà che abbiamo vissuto nella ex Isola Verde. Tuttavia, per non convalidare la tesi secondo la quale non avrei rispetto per nessuna giusta curiosità, e tanto meno per gli ormai codificati standard letterari, completerò in poche righe la tesi elaborata da Costui.

Il Cattivissimo perse la guerra, poiché aveva commesso l’errore madornale ed irreparabile di pretendere l’alleanza del Semi Cattivo. Ciò in quanto tutte le operazioni militari del suo Sub alleato si rivelarono tanto velleitarie quanto inutili e dispersive.

La Grecia, l’Albania, la Libia, l’Eritrea, l’Egitto, l’Etiopia, Malta, Cirenaica Trento e Trieste pur non essendo di alcuna valenza nella economia bellica, crearono ostacoli di grossa portata alle armate del Super Io chiamate in soccorso dei bravi soldatini disarmati affamati e male equipaggiati che il Mini Dux aveva gettato allo sbaraglio al grido di “Avanti savoiardi”.

20240226 DILA APS – IL DISPARI

 

Il Dispari 20240226

Un giorno sì e l’altro pure, “Egli, il mini” mandava emissari a chiedere aiuti “Il pan ci manca”, e ad implorare “Benzin benzin”. Per di più generali afflitti dalle vicende di Taranto, Capo Matapam, Tobruc, e poi Grecia, e poi e poi… aggredivano, si fa per dire, il Maine Super con assillante continuità.

Da queste considerazioni Costui traeva la conclusione che il Baffo Tedesco, senza l’intervento raffazzonato e sconclusionato dell’Amico Guaifondaio, potendo utilizzare in maniera non dispersiva forze superiori sui fronti strategicamente determinanti, sarebbe riuscito a sopraffare le difese nemiche.

Egli rafforzava questa sua tesi elaborando il concetto che le Stelle e Strisce erano entrate in guerra contro il Super Deux solo in ragione della presenza dei Nostri concittadini (piccolo interessuccio economico populistico).

Non tutti siamo d’accordo.

Non tutti abbiamo natura di “affermanti”.

Non può non esserci un limite.

è vero che il Super comandava il plotone di esecuzione, ma erano altri a premere i grilletti.

Allora io ancora non sapevo che nello stesso giorno del mio secondo compleanno il Super Iper Max Baffo Maine aveva ammazzato pure se stesso!

Suicida.

Altri personaggi candidati: – Andrea – Ciccio – Aniello…

Volendo comprendere le banalità insite nelle semplificazioni adoperate per ridurre in un breve promemoria una serie di azioni, tra loro simili ma differenti, è sufficiente permeare, spianare, e quindi valutare, quanto viene affermato in uno dei più celebri messaggi popolari. Affidato a noi ragazzi dai saggi vissuti negli anni delle Pinete d’Ischia, esso proclamava: “Occhio che non vede, cuore che non soffre”.

Andrea era cieco e soffriva, sia a causa delle oggettive privazioni di cui la sua quotidianità risultava costellata, sia per i ricordi di quante meravigliose immagini avevano fermato i suoi sguardi nei tempi passati. Egli pativa anche, o forse principalmente, in quanto il buio visivo nel quale era immerso da anni aveva dapprima circoscritta, ed infine definitivamente imprigionata, la sua indole di spontanea prorompente ricerca conoscitiva.

In un evidente contrappunto ai limiti fisici caratterizzati dalla deficiente situazione sensoriale, Andrea aveva affinata una capacità mnemonica quasi oltraggiosa a confronto di quella dei vedenti. Ogni settimana, prevalentemente di venerdì, lo scrutavo mentre era impegnato a scandire una sequenza impressionante di colonne totocalcio alla compagnia di un esiguo gruppo d’amici. Eseguiva, mentalmente, complicate elaborazioni. Dettava serie enormi di dati che altrimenti si potevano attenere solo rivolgendosi a ricevitorie speciali dotate d’apposite attrezzature computerizzate. Robotizzato, era un aggettivo che specificava bene le sue attitudini. Non solo per lui era elementare lo sviluppo del “sistema” di sette doppie (che si articola in cento ventotto colonne di tredici segni ciascuna), ma con stupefacente naturalezza, bevendo un cappuccino e fumando un pacchetto d’Edelweiss, riusciva a dettare la serie completa di colonne di tutti gli altri sistemi, integrali o ridotti, per i quali gli si chiedeva collaborazione: quattro triple, tre triple e tre doppie, cinque triple e tre doppie ecc.

Non dico che ritenevo impossibile memorizzarne le formule, ma che mi colpiva la sua abilità di specificarne le risultanti colonne senza potersi servire d’alcun aiuto. Insomma sono tuttora convinto che è certamente un risultato di grande concentrazione riuscire, senza neppure un foglio di carta ed una penna, ad elaborare quegli insiemi composti da tante numerose variabili.

Il Dispari 20240226

20240226 DILA APS – IL DISPARI

Il Dispari 20240219

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

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CRITICA LETTERARIA DI LUCIANA CAPECE

Ringrazio calorosamente la nota Associazione DILA APS rappresentata dal Presidente BRUNO MANCINI (un patrimonio di risonanza divulgativa) per aver dato questa opportunità a me, Scrittrice LUCIANA CAPECE, di avere il vanto e l’onore di pubblicare nella pagina culturale del quotidiano IL DISPARI, linfa magistrale d’un canale Artistico Editoriale d’affermata fama INTERNAZIONALE  Diretto Eccellentemente dal Grande Editore GAETANO DI MEGLIO!

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

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“QUESTA NON È UNA POESIA” DI LUCREZIA RUBINI

L’Autrice LUCREZIA RUBINI nella Silloge QUESTA NON È UNA POESIA adotta una tecnica poetica particolare per dare testimonianza esclusiva d’una essenza scritturale al netto di un linguaggio vero, autentico appartenente alla realtà di quella rassegna quotidiana.

La sua ricerca non usuale ma esistenziale con una creatività Artistica esprime sentimenti derivanti sia da scoperte palesi che dalla luce catartica d’introspettiva verità, spesso cruda che lamenta battaglie di violenze insostenibili.

Cardine d’una cecità sociale accertata che notifica quel diktat oscurale di uomini privi di sensibilità e responsabilità che varcano ponti di perversioni imperanti nel disequilibrio mentale.

I Testi della Poetessa RUBINI sono pennellate di rara bellezza una lente d’ingrandimento verso la DONNA amata nella sua ritmica virtuosa ma anche stuprata nella dignità nell’onore e nel corpo con consequenziali ferite.

Cicatrici custodite senza sconti nella teca d’un cuore trafitto concausa di dolore mai appassito.

Ove tracciano sconfitte personali ammantate di solitudine.

Il Libro, in sintetico fraseggio, sprigiona un potenziale d’attenzione e approda nella corsia vitale come viaggio d’unicità e di riscatto che lievita interesse nel lettore e verso la persona che, nonostante il macigno dello stupro logori silente, guarda al primordiale incanto che affonda in radici di libertà, nel decifrare parole liberatorie di appartenenza in un mondo creato su misura solo nella sua logica mentale, ma non dove la natura cosparge di profumi prati verdiani.

Come lo rivela il Componimento: UN MONDO TUTTO MIO un concetto di non condivisione di un universo dai parametri asimmetrici e scombussolati!

La Composizione dei versi PROSTITUTA richiama con eco assordante quel codice d’etica comportamentale che manca nel soggetto uomo senza scrupoli, ove nè addita la stima della detta facile presa gettata via per nulla.

La Scrittrice RUBINI, con insistenza e battito carnale, si sofferma sui punti salienti della figura maschile proiettata ad ostentare il peggio della sua consapevolezza umana lontano dai canoni tradizionali.

La Lirica MOLESTIA denota il dramma di sudici avvisaglie che in alcuni casi sfocia completamente in enfasiata paura, ove la DONNA è obbligata a subirne le tragiche disperazioni ma che nell’indole non disperde il filo logico di contemplare le fatiche per colpa di anime abissate nella cattiveria cui, ben citata, è la morale bella dedica all’Eroe ULISSE.

L’OPERA della Dott.ssa RUBINI è un contributo significativo al passaggio storico complesso- collettivo ma pur sempre di pregevoli annotazioni.

Nei versi predilige il ruolo conservatore dell’amata natura cui tangibile è risalto del vento- mare- cielo e sole ma non passano di certo inosservate l’ossessione e lo stato ansioso anche se attanagliano duramente, aprono le porte speranzose per annoverare riprese creative distaccate quanto possibile dalla centrifuga di stress.

Per rimembranze senza impedimenti risalenti all’ingenuità infantile, a quando il blu brillava all’orizzonte nel sereno vissuto, nel respiro della pace fino alla matura comunicativa giovanile.

<PIONIERI DEL NUOVO MONDO!>

In disaccordo con un tempo non più amico ma, come allora, il singolo individuo può intervistare la generazione sociale, erede per trarre la storia in un presente con i suoi cambiamenti non proprio consono alle simbiotiche vedute d’umano rapporto tra simili.

Ben stilato DALL’ AUTRICE in questo quadro operandi ove, nella galleria di nostalgici ricordi, cataloga commenti di rispettosa analisi antica, altrettanto nel teatro della vita rende protagoniste tematiche di spessore con anomalie viscerali nocive d’una inquietudine propalata da forte riflessione, quasi come un discorrere confidenziale.

Scrittrice – Poetessa – Saggista – Aforista – Prefatrice – Critico Letterario – Critico Teatrale – Recensora

LUCIANA   CAPECE

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

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Antonella Ariosto, nuova penna di questa pagina culturale

La scorsa settimana ha iniziata la collaborazione con questa pagina culturale la scrittrice Antonella Ariosto alla quale diamo un caloroso benvenuto nella certezza che i suoi articoli incontreranno il gradimento dei nostri affezionati lettori.

Antonina Ariosto, ma da sempre chiamata Antonella, nasce a Messina.

Fin da piccola, consigliata dalla mamma, legge molto e, appena undicenne, inizia a scrivere versi dedicati alla natura in stretto rapporto con la sua anima.

La madre le consiglia gli studi tecnico commerciale da lei effettivamente portati a termine con buon profitto.

La scrittura, tuttavia, rimarrà sempre il suo piacere più vero determinando il vero incontro con sé stessa.

Ha partecipato e vinto vari concorsi di poesia.

Per diverso tempo in un blog on-line ha scritto articoli dedicati a Roma e trattando argomenti di attualità.

Partecipa attivamente ai contest di scrittura creativa.

Ha scritto e pubblicato un racconto breve “Nina e i suoi voli” (Accademia Edizioni ed Eventi) e

3 libri di poesia “L’anima vola” (casa editrice Pluriversum); “Vita in equilibrio… instabile” (Accademia  Edizioni ed Eventi); “La Valigia di…” (Luciano Zampini editore).

Da qualche anno ha iniziato a scrivere un nuovo racconto che spera di terminare entro breve tempo per presentarlo a Ischia nella Biblioteca Antoniana, anche se la famiglia ha sempre avuto  la precedenza nella sua vita, sia da giovane mamma e sia ora da giovane nonna.

Chiara Pavoni e Antonella Ariosto

Chiara Pavoni e Antonella Ariosto

DILA

NUSIV

 

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Natalia Costa & Lucio Filisdeo

1 – Brasile in cucina

Salatini per cocktail – Salgadinhos para coquette

  • 1 tazza di grana grattugiato
  • 1 tazza di farina
  • 1 cucchiaino di lievito
  • 1 uovo
  • ½ tazza di latte
  • strutto
  • sale

Riunite in una terrina metà del formaggio, la farina, il lievito e l’uovo, iniziate a lavorare il tutto con una forchetta, quindi incorporate il latte e impastate con le mani, lavorando fino a ottenere un composto morbido.

Stendetelo sulla spianatoia infarinata, tagliatelo a strisce e o a dischi e friggeteli nello strutto a temperatura elevata.

Disponeteli su un piatto e spolverateli con il grana grattugiato restante.

Legenda valida per tutte le ricette

  • Gli ingredienti delle ricette sono sempre per 4-6 persone.
  • Con cucchiaio si intende quello da minestra.
  • Il cucchiaino è quello da tè.
  • La tazza è quella a tè.
  • La tazzina è quella da caffè.
  • Le temperature di cottura sono espresse in gradi centigradi.
  • Gli ingredienti: verdure, frutta, carne e pesce sono sempre già mondati, se non diversamente precisato.
  • Se la preparazione prevede l’utilizzo di scorza di arancia, limone ecc. scegliete sempre agrumi non trattati.
  • Con olio si intende olio extravergine di oliva leggero, salvo indicazioni diverse.
  • L’aceto è sempre aceto di vino rosso, se bianco o a base di altri ingredienti viene specificato.
  • Con pepe si intende sempre il pepe nero, se di altro tipo viene specificato.
  • Con zucchero si intende il prodotto semolato, se grezzo, di canna o altro viene specificato.

20240517 DILA ASP IL DISPARI professionisti

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20240510 DILA ASP IL DISPARI professionisti

20240510 DILA ASP IL DISPARI professionisti
Natalia Costa e Lucio Filisdeo nuovi collaboratori di questa rubrica

L’ischitano Lucio Filisdeo e sua moglie Natalia Costa, brasiliana doc, da molti anni (dal 1999) sono i titolari del folcloristico e allegro ristorante Oficina do Sabor, tutto in stile rigorosamente brasiliano, aperto nel centro della Città di Milano (info@oficinadosabor.it +39 02 5830 4965 Via Agnesi Gaetana, 17).
Piatti tipici della cucina brasiliana da gustare in perfetti abbinamenti con birre brasiliane, con il classico Guaranà, e con i cocktail a base di frutta fresca tropicale, senza sottacere i piacevoli spettacoli aggiunti dalle frizzanti atmosfere musicali e scenografiche del locale che richiamano, con amorevole attenzione, momenti di vita del grande e vivace Paese sud americano.
Quando sono venuto a conoscenza di questa apprezzatissima realtà imprenditoriale milanese, per me è stato automatico pensare di invitare Lucio, mio compagno di liceo e di tante belle giovanili avventure, alla collaborazione con questa rubrica che punta a mettere in mostra professionalità nei più svariati settori della vita sociale.
Così, dopo qualche giorno, mi sono organizzato mentalmente non solo per invitare lui ma anche per invogliarlo a convincere Natalia ad assumere un impegno giornalistico un po’ fuori dalla loro normale attività.
Subito abbiamo trovato l’intesa che ci consente, ora, di annunciare il prossimo avvio della rubrica “Arte culinaria brasiliana”, firmata da Natalia Costa e Lucio Filisdeo, nella convinzione del gradimento da parte di voi lettori.
Strutturata in nove sezioni (Antipasti, Insalate, Purè e Soufflé, Torte salate, Minestre Creme e Zuppe, Fagioli e Riso e Pasta, Carni, Baccalà e Pesci e Crostacei e Frutti di Mare, Verdure e Dolci) la rubrica proporrà ricette tipiche brasiliane e avrà la durata di una cinquantina di puntate da pubblicare ogni venerdì a partire dal prossimo.
Non mancheranno le indicazioni delle dosi per preparare i piatti, né lasceremo in dubbio i tempi di cottura e di realizzazione.
Ricette tanto semplici da cucinare quanto esotiche, appetitose e di sicuro effetto innovativo.
Vi aspettiamo golosi con cucchiaio, forchetta e coltello.

Bruno Mancini

20240510 DILA ASP IL DISPARI professionisti

20240503 DILA ASP IL DISPARI professionisti

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Liga Sarah Lapinska intervista Sadulla Davletov del Turkmenistan: terza parte

Liga Sarah Lapinska: A conclusione di questa interessante intervista che stai rilasciando in esclusiva per il quotidiano Il Dispari diretto da Gaetano Di Meglio, ci parli in breve della tua arte?
Sadulla Davletov: Sono nato il 22 agosto 1960 in Turkmenistan, sono di nazionalità uzbeko.
Non giudico le persone per nazionalità o religione, tuttavia è piacevole constatare che tra i popoli di gruppo turchi (turkmeni, uzbeki e turchi sono popoli di gruppo turchi) gli anziani vengono tutti rispettati, così come tutte le madri sono molto onorate. 
Ce l’abbiamo nel sangue, noi turchi.
Realizzo principalmente nature morte, paesaggi, animali, ritratti, composizioni storiche, composizioni attuali, ossia un genere in cui ora raramente qualcuno lavora perché richiede molto tempo e grande abilità nel disegno.
Tengo in grande stima Rembrandt come ritrattista, in particolare la sua serie di ritratti delle madri.
Come lui, amo ritrarre le madri.
E, ovviamente, dipingo i nostri eroi nazionali. 
Questo è per me il tema principale dei dipinti di grande formato.
Da circa 10 anni sognavo dipingere un nuovo quadro su un tema storico, perché il nostro passato è ricchissimo di scene realistiche che ricordano le fiabe nella loro intensità.
La grande dinastia Seltzchuk, il colonello Timurleng o Timur, l’eroe popolarmente noto come “Il Guerriero”, Gelal ad-Din Manguberdi, figlio di Khorezm – Shah Muhammed, che riuscì a proteggere la sua tribù dal mongolo Gengis Khan e dalla significativa superiorità numerica delle sue orde mongole–tatare.
Adesso sto dipingendo la sua impresa, con grande soddisfazione e con calma.
Nelle nature morte, nei paesaggi, nei ritratti con i tratti tipici del viso del Sud e dell’Est, nei colori solari: ovunque trovo molte somiglianze tra l’arte turkmena e quella italiana: ornamenti flessibili e arte degli arazzi, artigianato, ceramica.

Liga Sarah Lapinska: Ma che buon idea, di tradurre di più la letteratura Turkmena, Persiana e Uzbeca in Italiano!
Lo faccio, ma non abbastanza.
Voglio ripetere ancora un po’ dello stile e della tecnica di Sadulla Davletov, nonché delle sue tradizioni.
Lui non solo è un animalista bravo per gli enormi cani detti Alabai (un pericolo per i lupi e per i cammelli) ma è anche un tradizionalista bravo nel dipingere strumenti nazionali musicali, tutti colorati, dorati, e magari sempre luminosi, insieme con gli arazzi di seta blu, di rosa, decorati con o senza stelle.
Un esteta che dipinge fiori di giardini e di prati, tulipani, rose, girasoli, lavanda, tutti così simili alle stelle nel cielo.
La tecnica eccellente e tradizionale, gli schizzi dettagliati e la tavolozza sempre solare.
Tappeti e arazzi sono caratterizzati da una gamma di colori e da passaggi graduali e musicali da un tono all’altro, come in natura.
È meraviglioso che questo tipo di tradizione, artigianale, allevamento di cavalli, musica e poesie tradizionali, non sono stati dimenticate e che i giovani continuino a coltivare le competenze dei loro genitori e parenti.
Perché la parte futura è solo quella che siamo felici di portare avanti con gioia e fiducia.

Liga Sarah Lapinska

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Direttore Gaetano Di Meglio

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Natalia Costa e Lucio Filisdeo nuovi collaboratori di questa rubrica

L’ischitano Lucio Filisdeo e sua moglie Natalia Costa, brasiliana doc, da molti anni (dal 1999) sono i titolari del folcloristico e allegro ristorante Oficina do Sabor, tutto in stile rigorosamente brasiliano, aperto nel centro della Città di Milano (info@oficinadosabor.it +39 02 5830 4965 Via Agnesi Gaetana, 17).
Piatti tipici della cucina brasiliana da gustare in perfetti abbinamenti con birre brasiliane, con il classico Guaranà, e con i cocktail a base di frutta fresca tropicale, senza sottacere i piacevoli spettacoli aggiunti dalle frizzanti atmosfere musicali e scenografiche del locale che richiamano, con amorevole attenzione, momenti di vita del grande e vivace Paese sud americano.
Quando sono venuto a conoscenza di questa apprezzatissima realtà imprenditoriale milanese, per me è stato automatico pensare di invitare Lucio, mio compagno di liceo e di tante belle giovanili avventure, alla collaborazione con questa rubrica che punta a mettere in mostra professionalità nei più svariati settori della vita sociale.
Così, dopo qualche giorno, mi sono organizzato mentalmente non solo per invitare lui ma anche per invogliarlo a convincere Natalia ad assumere un impegno giornalistico un po’ fuori dalla loro normale attività.
Subito abbiamo trovato l’intesa che ci consente, ora, di annunciare il prossimo avvio della rubrica “Arte culinaria brasiliana”, firmata da Natalia Costa e Lucio Filisdeo, nella convinzione del gradimento da parte di voi lettori.
Strutturata in nove sezioni (Antipasti, Insalate, Purè e Soufflé, Torte salate, Minestre Creme e Zuppe, Fagioli e Riso e Pasta, Carni, Baccalà e Pesci e Crostacei e Frutti di Mare, Verdure e Dolci) la rubrica proporrà ricette tipiche brasiliane e avrà la durata di una cinquantina di puntate da pubblicare ogni venerdì a partire dal prossimo.
Non mancheranno le indicazioni delle dosi per preparare i piatti, né lasceremo in dubbio i tempi di cottura e di realizzazione.
Ricette tanto semplici da cucinare quanto esotiche, appetitose e di sicuro effetto innovativo.
Vi aspettiamo golosi con cucchiaio, forchetta e coltello.

Bruno Mancini

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Liga Sarah Lapinska intervista Sadulla Davletov del Turkmenistan: terza parte

Liga Sarah Lapinska: A conclusione di questa interessante intervista che stai rilasciando in esclusiva per il quotidiano Il Dispari diretto da Gaetano Di Meglio, ci parli in breve della tua arte?
Sadulla Davletov: Sono nato il 22 agosto 1960 in Turkmenistan, sono di nazionalità uzbeko.
Non giudico le persone per nazionalità o religione, tuttavia è piacevole constatare che tra i popoli di gruppo turchi (turkmeni, uzbeki e turchi sono popoli di gruppo turchi) gli anziani vengono tutti rispettati, così come tutte le madri sono molto onorate. 
Ce l’abbiamo nel sangue, noi turchi.
Realizzo principalmente nature morte, paesaggi, animali, ritratti, composizioni storiche, composizioni attuali, ossia un genere in cui ora raramente qualcuno lavora perché richiede molto tempo e grande abilità nel disegno.
Tengo in grande stima Rembrandt come ritrattista, in particolare la sua serie di ritratti delle madri.
Come lui, amo ritrarre le madri.
E, ovviamente, dipingo i nostri eroi nazionali. 
Questo è per me il tema principale dei dipinti di grande formato.
Da circa 10 anni sognavo dipingere un nuovo quadro su un tema storico, perché il nostro passato è ricchissimo di scene realistiche che ricordano le fiabe nella loro intensità.
La grande dinastia Seltzchuk, il colonello Timurleng o Timur, l’eroe popolarmente noto come “Il Guerriero”, Gelal ad-Din Manguberdi, figlio di Khorezm – Shah Muhammed, che riuscì a proteggere la sua tribù dal mongolo Gengis Khan e dalla significativa superiorità numerica delle sue orde mongole–tatare.
Adesso sto dipingendo la sua impresa, con grande soddisfazione e con calma.
Nelle nature morte, nei paesaggi, nei ritratti con i tratti tipici del viso del Sud e dell’Est, nei colori solari: ovunque trovo molte somiglianze tra l’arte turkmena e quella italiana: ornamenti flessibili e arte degli arazzi, artigianato, ceramica.

Liga Sarah Lapinska: Ma che buon idea, di tradurre di più la letteratura Turkmena, Persiana e Uzbeca in Italiano!
Lo faccio, ma non abbastanza.
Voglio ripetere ancora un po’ dello stile e della tecnica di Sadulla Davletov, nonché delle sue tradizioni.
Lui non solo è un animalista bravo per gli enormi cani detti Alabai (un pericolo per i lupi e per i cammelli) ma è anche un tradizionalista bravo nel dipingere strumenti nazionali musicali, tutti colorati, dorati, e magari sempre luminosi, insieme con gli arazzi di seta blu, di rosa, decorati con o senza stelle.
Un esteta che dipinge fiori di giardini e di prati, tulipani, rose, girasoli, lavanda, tutti così simili alle stelle nel cielo.
La tecnica eccellente e tradizionale, gli schizzi dettagliati e la tavolozza sempre solare.
Tappeti e arazzi sono caratterizzati da una gamma di colori e da passaggi graduali e musicali da un tono all’altro, come in natura.
È meraviglioso che questo tipo di tradizione, artigianale, allevamento di cavalli, musica e poesie tradizionali, non sono stati dimenticate e che i giovani continuino a coltivare le competenze dei loro genitori e parenti.
Perché la parte futura è solo quella che siamo felici di portare avanti con gioia e fiducia.

Liga Sarah Lapinska

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LUCIANO SOMMA | Poliedrica attività

Dalla data del pensionamento nel 2000, per qualche mese, cercavo qualcosa che mi tenesse impegnato, le giornate trascorrevano nell’ozio, abituato com’ero ad una comunque frenetica attività purtroppo vivevo tempi sonnolenti, ed internet non bastava a tenermi impegnato in qualche modo.
All’epoca mio figlio Sergio rappresentava ditte che producevano materiale per edilizia ed una che vendeva ascensori, una ditta molto importante.
Quell’anno aveva venduto solo 2 impianti, fu allora che mi chiese se potevo e volevo dargli una mano cercando nuovi clienti e nuovi sbocchi.
Fu così che mi attivai nei motori di ricerca per trovare ingegneri, geometri, architetti, e addetti all’impiantistica, decine di migliaia di nominativi coi vari recapiti della Campania.
Mi attivai per mesi prendendo appuntamenti per conto di mio figlio, l’impresa mi teneva impegnato diverse ore al giorno ed il tempo correva veloce, ma avemmo la soddisfazione di vendere ben 52 ascensori tant’è che fummo invitati in un convegno a San Remo dove fummo premiati per aver raggiunto in incremento pazzesco.
Non mi era capitato di andare al casinò in occasione delle canzoni, lo conobbi per l’attività.
Anche l’anno successivo nel 2003 riuscimmo a vendere 30 impianti, ed anche in quella occasione fummo premiati a Fiumicino con una bellissima borsa sia assegnata a me che a mio figlio.
Poi si decise di lasciare la rappresentanza, la concorrenza era troppa ed il prezzo elevato degli impianti non ci consentiva di mantenere il ritmo delle vendite…
Gli anni che seguirono mi videro oltre che in giuria al premio GENNARO SPARAGNA dal 2006 al 2019 a Minturno, anche al TOUR FESTIVAL a Pietra Ligure (Savona) e Formia.
Parteciparono molti cantanti, alcuni interpreti di mie canzoni, ma i miei voti non tenevano conto di eventuali collaborazioni, ascoltavo cantanti e canzoni giudicando equamente quelli veramente validi.
Una bella esperienza retribuita con vitto ed alloggio per qualche giorno per me e mia moglie.
Poi ho rallentato le mie collaborazioni, anche per motivi di salute.
Presi il Covid, nel Luglio 2022, che mi tenne un mese in ospedale e 3 mesi in clinica per la riabilitazione motoria.
Sono in fisioterapia ancora adesso anche se per fortuna fisicamente sto molto meglio.
Negli ultimi anni molte mie poesie sono state pubblicate sul mensile BENESSERE in una pagina dedicata.
L’anno scorso alcune emittenti mi hanno intervistato e le trasmissioni sono state molto seguite.
Attualmente collaboro con un’emittente Belga che trasmette mie canzoni ogni sabato, e per questa rubrica sul quotidiano IL DISPARI di Ischia nella quale l’amico fraterno Bruno Mancini mi ha offerto di pubblicare.
Appuntamento ad altri articoli con diverse tematiche, a presto!

LUCIANO SOMMA

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LUCIANO SOMMA | Poliedrica attività

La mia attività lavorativa è iniziata a 17 anni.

Rimasto orfano di padre a 14, feci studi irregolari fino a trovare lavoro con un lontano parente aiutandolo nelle vendita di attrezzi per officina.

Vendevamo a rate ed il sabato mi recavo a riscuotere una rata settimanale.

Dopo un paio di anni ottenni la rappresentanza d’una ditta di voltanti per auto e nel 1960, sempre di Torino, un’altra ditta che produceva fregi per auto, stemmi, scritte oltre a coppe e medaglie. Contemporaneamente per qualche mese lavorai anche al porto di Pozzuoli dove contavo i sacchi di cemento scaricati.

Accettai l’incarico d’una ditta per mascherine sempre per auto per le regioni Calabria- Puglia- parte della Sicilia e naturalmente Campania.

Viaggiavo senza auto, conseguii la patente nel 1964, ma le spese sostenute tra viaggi, vitto e alloggio spesso non erano compensate dalle provvigioni e dunque dopo alcuni mesi abbandonai altre regioni per lavorare esclusivamente in Campania.

Dal 1961 al 1969, contemporaneamente, feci l’allibratore ad Agnano, in un picchetto di scommesse per le corse di cavalli, trotto e galoppo, con paghe giornaliere adeguate all’epoca.

Solo che nel periodo estivo le corse al galoppo avvenivano di sera dalle 21 alle 24 e, dunque, in Luglio ed Agosto mi toccava lasciare Ischia, dove villeggiavo, per venire a Napoli e poi dopo un frettoloso giro con le rappresentanze, ritornare dai miei sull’isola.

A proposito di Ischia avevo un solo cliente PEPPE REGINE che aveva il magazzino di ricambi auto in Piazzale Trieste.

Acquistava molto materiale tanto che con le provvigioni pagavo il fitto dell’alloggio per tutto l’anno!

Intanto continuavo a scrivere per i vari giornali, creare testi per canzoni, frequentare nei giorni festivi i salotti e attivarmi nelle radio e TV.

Dal 1986 mio figlio Stefano, diplomatosi, si accompagnò a me fino al 2000, anno del mio prepensionamento.

Avrei dovuto attendere il 2002 ma poiché nel 1997 avevo subito un’operazione per un ascesso polmonare non dovuto al fumo, anche se decisi di togliermi il vizio per questioni respiratorie, ritenni di ritirarmi perché non sopportavo più il fumo e spesso i locali dei clienti ne erano saturi. Lasciai a mio figlio, successivamente, le rappresentanze che ancora oggi svolge con grande professionalità.

Vi racconterò alla prossima, ed in conclusione, cosa ho poi fatto ancora quando, lasciata l’attività, mi sono segregato nel mio studio col PC.

La vita del pensionato seduto su una panchina a vedere i piccioni o a fare una breve o lunga passeggiata non rientrava nelle mie aspettative presenti e future.

E dunque Non finisce qui!

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