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20240524 DILA ASP

Brasile in cucina – Batida ed limao

  • 1 lime
  • cachaca (o vodka)
  • latte condensato
  • ghiaccio in cubetti

Riunite nel frullatore abbondante ghiaccio tritato, il succo del lime, una parte di cachaca (è un’acquavite brasiliana ottenuta dalla canna da zucchero, se non la trovate, sostituitela con altrettanta vodka) e una parte di latte condensato.

Frullate con cura e servite

Legenda valida per tutte le ricette

  • Gli ingredienti delle ricette sono sempre per 4-6 persone.
  • Con cucchiaio si intende quello da minestra.
  • Il cucchiaino è quello da tè.
  • La tazza è quella a tè.
  • La tazzina è quella da caffè.
  • Le temperature di cottura sono espresse in gradi centigradi.
  • Gli ingredienti: verdure, frutta, carne e pesce sono sempre già mondati, se non diversamente precisato.
  • Se la preparazione prevede l’utilizzo di scorza di arancia, limone ecc. scegliete sempre agrumi non trattati.
  • Con olio si intende olio extravergine di oliva leggero, salvo indicazioni diverse.
  • L’aceto è sempre aceto di vino rosso, se bianco o a base di altri ingredienti viene specificato.
  • Con pepe si intende sempre il pepe nero, se di altro tipo viene specificato.
  • Con zucchero si intende il prodotto semolato, se grezzo, di canna o altro viene specificato.

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Natalia Costa & Lucio Filisdeo

1 – Brasile in cucina

Salatini per cocktail – Salgadinhos para coquette

  • 1 tazza di grana grattugiato
  • 1 tazza di farina
  • 1 cucchiaino di lievito
  • 1 uovo
  • ½ tazza di latte
  • strutto
  • sale

Riunite in una terrina metà del formaggio, la farina, il lievito e l’uovo, iniziate a lavorare il tutto con una forchetta, quindi incorporate il latte e impastate con le mani, lavorando fino a ottenere un composto morbido.

Stendetelo sulla spianatoia infarinata, tagliatelo a strisce e o a dischi e friggeteli nello strutto a temperatura elevata.

Disponeteli su un piatto e spolverateli con il grana grattugiato restante.

Legenda valida per tutte le ricette

  • Gli ingredienti delle ricette sono sempre per 4-6 persone.
  • Con cucchiaio si intende quello da minestra.
  • Il cucchiaino è quello da tè.
  • La tazza è quella a tè.
  • La tazzina è quella da caffè.
  • Le temperature di cottura sono espresse in gradi centigradi.
  • Gli ingredienti: verdure, frutta, carne e pesce sono sempre già mondati, se non diversamente precisato.
  • Se la preparazione prevede l’utilizzo di scorza di arancia, limone ecc. scegliete sempre agrumi non trattati.
  • Con olio si intende olio extravergine di oliva leggero, salvo indicazioni diverse.
  • L’aceto è sempre aceto di vino rosso, se bianco o a base di altri ingredienti viene specificato.
  • Con pepe si intende sempre il pepe nero, se di altro tipo viene specificato.
  • Con zucchero si intende il prodotto semolato, se grezzo, di canna o altro viene specificato.

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Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

Professionisti DILA APS 2023 – Calendario pubblicazioni 

IL DISPARI & DILA APS rubrica Professionisti

CS IL DISPARI & DILA APS

DILA APS

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20240603 DILA APS – IL DISPARI

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20240603 DILA APS

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I SOGNI DELLE PIETRE: UN VIAGGIO POETICO TRA RADICI E ORIZZONTI
INTERVISTA DI MARIAPIA CIAGHI AD ALEXANDRA FIRITA

In un’intervista coinvolgente rilasciata dalla poetessa Firita in esclusiva per la pagina culturale del quotidiano IL DISPARI diretto da Gaetano Di Meglio, esploriamo il mondo della poesia e scopriamo l’importanza dell’Associazione DILA APS.

20240603 DILA APS – IL DISPARI

D- La tua poesia si distingue per la fusione di esperienze culturali diverse. In che modo le tue radici rumene e la vita in Italia hanno influenzato la tua scrittura?
R- Sono nata in una terra bellissima e ricca, un paese che si affaccia sul Danubio, circondato dalle maestose montagne dei Carpazi e bagnato dal Mar Nero, noto agli antichi romani con il nome di Dacia. Questa esperienza mi ha permesso di adattarmi, integrare e valorizzare le mie radici rumene e italiane, creando un ponte tra due mondi che si riflette nelle mie opere.

D- Nei tuoi versi si coglie la tua capacità di creare versi liberi che non cedono allo sperimentalismo, mantenendo una nitidezza formale. Come riesci a bilanciare libertà espressiva e rigore formale nella tua poesia?
R- Creare versi liberi senza che essi perdano la loro coesione è probabilmente dovuto al mio carattere “ribelle”, che si lascia guidare solo dalla pura ispirazione. Per me, la poesia è un’entità viva che vuole sedersi accanto a me e accompagnarmi nel mio viaggio nel mondo. È così che riesco a esprimere la mia voce in modo autentico e a conferire alla mia poesia una certa eleganza e profondità.

D- Le tue poesie sembrano semplici a una prima lettura, ma nascondono una profondità filosofica. Puoi parlarci del processo creativo che porta a questa apparente semplicità, ricca di significato?
R- La semplicità è un tratto distintivo della mia scrittura, così come la sincerità.
Anche nella mia lingua madre, il rumeno, preferisco utilizzare parole semplici che raccontano molto, capaci di evocare una molteplicità di immagini, suggestioni e riflessioni.
È come portare alla luce le mille sfaccettature di un diamante, un lavoro instancabile che unisce l’arte dell’artigiano con la potenza della natura.
La mia poesia in italiano, pensata e scritta in questa lingua e tradotta successivamente in rumeno,
riflette questa stessa semplicità, con parole chiare e dirette che rendono il discorso poetico accessibile e meno denso.
Le mie poesie sono ricche di immagini che conferiscono loro un significato profondo, creando connessioni e trasportando il lettore in un luogo dove le muse danno vita alla poesia.
Spesso mi chiedo quale sia il vero nucleo di emozione o pensiero che ha generato una frase, contenente tutta la chiave della poesia, e mi sforzo di renderlo visibile attraverso il testo.
Il mio processo creativo abbraccia anche una dimensione filosofica, esplorando le grandi domande della vita e dell’esistenza umana, e cercando di trasmettere queste riflessioni attraverso i miei versi, offrendo al lettore un dialogo e nuove dimensioni da esplorare che vanno oltre le parole scritte sulla pagina.

20240603 DILA APS – IL DISPARI

D- Utilizzi spesso immagini quotidiane e sentimentali. Come scegli queste immagini e come riesci a trasformarle in strumenti di conoscenza e consapevolezza?
R- Quando scelgo queste immagini, mi baso sulle esperienze che mi hanno suscitato una profonda riflessione sulla vita, sulle relazioni umane o sui temi importanti della società. Cerco sempre di andare oltre l’apparenza delle immagini, cercando sensi nascosti o simbolici che mi permettano di comprendere me stessa e il mondo che mi circonda.

D- La tua opera è caratterizzata da una forte impronta femminile e biografica. Qual è l’importanza del vissuto personale e delle esperienze delle donne nella tua poesia?
R- Sono cresciuta in un ambiente dominato dalle donne, ciascuna con le proprie battaglie e aspirazioni. Le storie e le esperienze delle donne che mi circondano sono scolpite nel mio DNA e nell’anima. Le mie poesie riflettono le sfide, le gioie e le lotte che le donne affrontano quotidianamente.

D- In Anonime donne scrivi: “Sono una di mille migliaia di donne anonime/ al mondo che lavora per guarire l’eternità”. Cosa significa per te la libertà e come la esprimi nella tua poesia?
R- La libertà per me è la possibilità di esprimere pienamente se stessi, senza timore di giudizio o restrizioni.
Nella mia poesia, celebro l’emancipazione delle donne, raccontando le storie di coloro che vengono spesso ignorate o sottovalutate dalla società.
In Anonime donne, mi identifico con le migliaia di donne anonime che lavorano per guarire l’eternità, esprimendo solidarietà e rispetto per il potere del mondo femminile.
Ognuna di noi ha un ruolo nel plasmare il mondo,e nella mia poesia cerco di dare voce alla forza e alla bellezza delle donne che lavorano silenziosamente per un futuro migliore.

D- Credi fermamente nel potere salvifico della poesia. Come ti ha aiutato nei momenti difficili e come pensi possa aiutare gli altri?
R- La poesia è stata per me un rifugio emotivo e spirituale nei momenti bui della vita. Le parole poetiche mi hanno permesso di connettermi alle emozioni profonde, di trovare conforto e speranza, e di esplorare il mio mondo interiore.

D- Quali sono i temi che vorresti esplorare nei tuoi futuri lavori poetici?
R- Sono interessata ad affrontare temi legati alla società contemporanea, come l’alienazione, l’isolamento e la ricerca dell’identità in un mondo sempre più globalizzato e tecnologico. Sono aperta alle nuove ispirazioni e alle scoperte lungo il mio percorso creativo, lasciando che la poesia mi guidi in nuove direzioni.

D- Sei a conoscenza dell’Associazione DILA APS a Ischia? Sarebbe tuo gradimento presentare il tuo libro in questa splendida località?
R– Durante il Bookcity di Milano, ho conosciuto l’Associazione DILA APS e le sue iniziative.
Il 25 maggio a Roma ho presentato il mio libro alla Galleria Arte Sempione dove era presente anche la Presidente dell’Associazione ADA (Associazione Donne Algerine) Dalila Boukhalfa che collabora con DILA APS.
Sarei onorata di presentare il mio libro presso la biblioteca Antoniana di Ischia, un privilegio che accoglierei con gratitudine.

20240603 DILA APS – IL DISPARI

20240527 DILA APS – IL DISPARI

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Le serate della poesia e dell’arte

e l’omaggio a  Nick Pantalone

Alla Biblioteca Antoniana di Ischia, in continuità con la tradizione di apertura a manifestazioni ed eventi, che vanno oltre il suo stretto compito istituzionale di consentire la consultazione di libri e raccolte, secondo i criteri adottati dalla impareggiabile direttrice Lucia Annicelli, si sono svolte 3 serate dedicate al mondo di fuori, al quale la Biblioteca stessa poi attinge per rinnovarsi, per accrescere il suo bagaglio di conoscenze, di esperienze e di proposte:

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Lunedì 20 maggio 2024

Serata dedicata alla commemorazione di Nick Pantalone, musicista ischitano recentemente scomparso, la cui storia ci ha riportato ai favolosi e irripetibili anni ’60, col seguito traballante degli anni ’70, fino a stemperarsi negli anni ’80, come riconosciuto dai teenagers (allora non si usava questo termine) e dai ventenni di quei tempi, ma anche dalle generazioni successive che, nelle attuali discoteche, non mancano di richiedere e lasciarsi attrarre, anche dalle canzoni e dai motivi musicali che hanno mezzo secolo in più, rispetto ad oggi.

Sono stati ricordati aneddoti ed episodi significativi della sua vita musicale e della quotidianità, da suoi amici e compagni di avventura, musicisti che hanno suonato con lui o sono stati suoi allievi, in presenza di un folto pubblico, tra cui i suoi familiari e molti suoi estimatori fin dai primi tempi, o degli ultimi tempi, per averlo conosciuto solo recentemente.

Filmati dei suoi recital a Ischia e in giro per il mondo, e canzoni dal vivo a lui dedicate o provenienti dal suo repertorio, hanno arricchito la serata.

Rossella Continisio ha emozionato tutti, facendoci ascoltare “Gigi” di Fabio Concato, accompagnandosi con la chitarra.

Luciano Greco, con la sua chitarra, ci ha regalato parole e note di “Scampia”, da lui stesso musicata, su testo di Alberto Liguoro, il sottoscritto, e “Pescatore di note” dove, nel titolo, ha voluto assolutamente identificare Nick, mentre, nel sottotitolo: “Mixed by Lucien & Albert”, ho voluto io gigionare col sorprendente film “Mixed by Herry” segnalando come avessimo noi due messo insieme le mie parole e la sua musica; ma, in realtà, avrebbe dovuto essere “mixed by Lucien, Albert & Nick”, perché, alla fine ci siamo tutti. Nick, dopo avermi definito, bontà sua, “un grande poeta”, mi ha spiegato qualcosa circa la particolarità di un paroliere, che deve tener conto delle note musicali, alle quali adattare le parole e quindi, eventualmente, modificare, sintonizzandole tra loro, le une e le altre; pertanto, con la gentilezza a lui consona, ci chiese, anche se non ce ne sarebbe stato bisogno, se poteva cambiare un po’ qualcosa, ottenendo il nostro incondizionato consenso. Fu quindi Nick a fare la sintesi d’insieme.

Si sono esibiti anche Sara, sorella di Nick, con la canzone “A’ Speranza”, sua e di Nick, e Guerino Cigliano, che ha cantato “Ischia int ’o suonno”,  la bellissima canzone da lui scritta con Nick, e poi, insieme a “Topolino”, al secolo Luigi Trani, e al maestro Carmine Pacera, ha costituito un trio brioso, ironico e coinvolgente, che ha proposto un pot-pourri di canzoni napoletane e italiane vecchie e nuove, allegre e serie.

Ha avuto termine così, la parte dedicata alla spettacolarità e alla performance; che da un misterioso al di là, il nostro musicista, certamente ha gradito.

È stata letta da Roberta Panizza, una breve biografia di Nick, trasmessa per via telematica, e completata dalla viva voce di Lucia Annicelli.

Sua moglie Luciana, ha ringraziato tutti, chiudendo la serata.

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Mercoledì 22 maggio 2024

Sono state presentate e votate dai presenti, tra cui Angela Prota, Chiara Pavoni, Clementina Petroni, le opere rappresentative finaliste, pittoriche, grafiche, scultoree, fotografiche, del premio 8 MILIONI di Bruno Mancini / DILA aps.

Se ne saprà di più prossimamente, e, in particolare, in occasione di Bookcity Milano, in novembre. Basti qui solo annotare che il consistente numero di partecipanti, oltre 150 di varie nazionalità ed età, ci comunica il lieto messaggio che l’ARTE non è morta, forse cova sotto la cenere, ma è estremamente viva e vitale.

In definitiva, è ribadito che l’Uomo (fin dai tempi della preistoria) non ne può fare a meno.

20240527 DILA APS – IL DISPARI

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Giovedì 23 maggio 2024

Chiara Pavoni ha presentato l’ultimo romanzo di Alberto Liguoro “IMMAGINAZIONE”; sono state lette da Alberto, sue poesie inserite testualmente, nel libro stesso, e proposti alcuni passaggi, quasi un filo di Arianna da seguire.

Clementina Petroni ha letto alcune sue interessanti e gradevoli poesie, tra cui quella drammatica dedicata all’allarmante degrado della parte fortificata del Castello Aragonese di Ponte, che ha particolarmente a cuore, essendo essa stessa Castellana.

Angela Prota ha dato un tocco di classe alla serata con la sua splendida voce e passi di danza, non dimenticando il richiamo di Napoli, accompagnata dal musicista Franco De Biase, che ci ha fatto ascoltare anche suoi sofisticati pezzi attraverso registrazioni, abbinati ai filmati di una Napoli perduta, dei primi anni del XX° secolo, una Napoli dei sogni. Questo è stato davvero il regalo di un raro gioiello, che merita un “grazie” particolare.

Chiara Pavoni, infine, ha scorso sintesi di alcuni libri da lei letti e commentati per una presentazione in atto, sottolineando delle assonanze e accostamenti con il mio romanzo, il che mi ha permesso di ricordare come sia stata complessa e travagliata la stesura dello stesso, che ha messo a dura prova la pazienza di Bruno Mancini che lo passava via via al setaccio, su mia richiesta, prima di inoltrarlo all’Editore, e di mia moglie Maria Rosaria, presente in sala, che lo ha letto tutto, nelle varie stesure, qualcosa come sei volte, prima di darmi un OK definitivo sulle modifiche, precisazioni, tagli da apportare.

Così la stessa Chiara ha chiuso la bella e interessante serata.

Infine, Lucia Annicelli ha chiuso proprio la trilogia di serate, sottolineando come ci fosse un filo conduttore in esse, al tempo stesso, facile da individuare e difficile da raccontare.

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Questo fil rouge trova la sua connotazione nell’arte, considerando in essa anche quella letteraria, e nell’irresistibile impulso dell’artista, ma più in generale delle persone, di proporla all’esterno, ad un pubblico, e, indefinitiva, di rappresentare se stesse.

Tutti coloro che hanno partecipato e sono stati con noi e con i loro amici, presenti fisicamente a tutte o quasi le serate, e idealmente alle altre, sottolineano l’effettività di questo cammino insieme e ne esaltano il senso:

A parte Bruno Mancini, Lucia Annicelli e il sottoscritto, Caterina Lia Greco, che ha sempre fatto della musica, del teatro e dell’arte, una sua seconda vita, che si intreccia con quella di tutti i giorni, Rossella Continisio, Luciano Greco, Clementina Petroni, Roberta Panizza, Sara Pantalone, mia moglie Maria Rosaria, Luciana Ferrara mia cugina, la moglie di Nick Luciana, il loro figlio e i nipoti, dei quali non conosco i nomi, Mario Ferrara, cultore di musica ed estimatore di Nick Pantalone, nonché mio amico e notaio estensore dell’atto costitutivo di DILA APS, Gino Pinto, Chiara Pavoni, Angela Prota, Franco De Biase, Guerino Cigliano, Luigi Trani, Carmine Pacera, altri che non conosco.

Mi fermo qui, chiedendo scusa a chi ho involontariamente dimenticato.

Ci tengo a concludere che il mio pensiero, il mio sentimento e la mia volontà vanno costantemente nella direzione di eventi per la vita, per il buono dell’Umanità e il bello, come questo, sperando sempre che siano di buon auspicio per scongiurare gli eventi brutti e drammatici che tutti noi conosciamo.

Forio 24.5.2024                                                  Alberto Liguoro

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Serata per Nick Pantalone

MUSICISTA ISCHITANO recentemente scomparso.

Oggi, 20 maggio 2024 ore 17

BIBLIOTECA ANTONIANA Rampe di Sant’Antonio in località PONTE d’Ischia.

20240520 DILA APS – IL DISPARI

Si tratta di una serata con musiche e canzoni molte delle quali realizzate da Nick Pantalone, che verranno eseguite da colleghi, amici e allievi del musicista.

SI SVOLGE IN PRESENZA.

Con i Patrocini morali delle Città di Napoli, Ischia, Torre del Greco, Bacoli e del Banco Popolare di Torre del Greco; in partenariato con la testata giornalistica IL DISPARI, la Casa Editrice IL SEXTANTE, il Magazine trimestrale EUDONNA, la Fondazione LA SPONDA, l’Associazione algerina ADA, il Centro Comunitario PUECHER, l’Associazione musicale ARTE DEL SUONARE, il salotto culturale INTERNO 4, la nazionale CANTANTI LIRICI DILA APS; parteciperanno, tra gli altri, oltre alla Dott.ssa Lucia ANNICELLI, Direttrice della biblioteca che introdurrà la serata e accoglierà i presenti con un breve ricordo di Nick, Bruno MANCINI Presidente della Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS” (promotrice) oltre che vecchio amico di Nick, nonché autore dei testi di alcune canzoni di quest’ultimo, Sara PANTALONE cantante e sorella del compianto Nick, Clementina PETRONI sua amica artista, la regista Chiara PAVONI Vicepresidente DILA APS che condurrà la serata, Guerino CIGLIANO in trio con Topolino d’Ischia e Carmine Pacera artisti e vecchi amici che illustreranno alcuni periodi della sua storia e proporranno canzoni a lui dedicate in un mini show con voci chitarra e mandolino, e Gino PINTO amico pianista del primo gruppo musicale di Nick.

20240520 DILA APS – IL DISPARI

Saranno presenti ancora: la d.ssa ed elegante e raffinata cantante Rossella CONTINISIO che dedicherà a Nick, solo negli ultimi tempi conosciuto ma immediatamente eletto e riconosciuto come amico, la canzone napoletana che è più nell’anima per lei e che sarà, per i presenti, una gradita sorpresa; il dott. Luciano GRECO, cardiologo e musicista nonché compagno di gioventù e di complessi musicali di Nick che racconterà di lui ed eseguirà alcuni brani musicali, tra cui “SCAMPIA” (testo di Alberto Liguoro e musica di Luciano) e “PESCATORE di NOTE” (titolo di Luciano, mixed by Alberto e Luciano, con il tocco di artista di Nick, dove è proprio lui delineato e rappresentato); non mancherà lo stesso Alberto LIGUORO, il sottoscritto, socio DILA e amico degli ultimi tempi di Nick, a lui presentato da Luciano, che. racconterà alcuni episodi e aneddoti riguardanti il SEMPRE VERDE Nick.

Ci saranno, ancora, tra i presenti, la sig.ra Maria Rosaria, moglie di Alberto, il notaio Mario FERRARA, estimatore del compianto musicista, la sig.ra Caterina GRECO che, come me e Rossella, solo nella parte finale della vita di Nick, lo ha conosciuto; nel suo caso, solo attraverso messaggi e telefonate, di cui, peraltro, sono rimaste tracce, che non verranno mai cancellate.

Ci sarà il prestigioso quotidiano di Ischia e dei Campi Flegrei, Il Dispari, in persona del suo Direttore Gaetano DI MEGLIO, ed infine, con un ultimo abbraccio ideale all’indimenticabile Nick, sua moglie Luciana chiuderà la serata, ma non il suo ricordo nel cuore di tutti coloro che lo conoscevano e gli volevano bene.

Grazie, buona giornata a tutti.

Forio 13 maggio 2024

Alberto Liguoro

20240520 DILA APS – IL DISPARI

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20240513 DILA APS – IL DISPARI

Parziale programma 2024 DILA APS

BIBLIOTECA ANTONIANA – ISCHIA

20 maggio: in ricordo di Nicola Pantalone

22 maggio: premio OTTO MILIONI

23 maggio: antologia “Più voci più immagini”

20240513 DILA APS – IL DISPARI

INTERNO 4 – ROMA

3 maggio: salotto di psicologia

4 maggio: costellazioni astrologiche

5 maggio: teatro e meditazione tra Oriente e Occidente

10 maggio: teoria della penombra

11 maggio: magia e paranormale

11 maggio: Ara – Il romanzo della Gurfa

12 maggio: in viaggio con le fate

17 maggio: frequenze che creano

18 maggio: canti di Sicilia

19 maggio: yoga Nidra

19 maggio: l’energia vitale della sessualità

25 maggio: locura de guitarras

8 giugno: premio OTTO MILIONI

20240513 DILA APS – IL DISPARI

WEB

28 trasmissioni dal 3 al 31 maggio

BOOKCITY MILANO

12/17 novembre: tre eventi DILA APS

20240513 DILA APS – IL DISPARI

20240513 DILA APS – IL DISPARI

Chiara Pavoni

20240513 DILA APS – IL DISPARI

Jeanfilip

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Liga Sarah Lapinska

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Milena Petrarca

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Vera Roke

20240513 DILA APS – IL DISPARI

Aida Turrini

20240513 DILA APS – IL DISPARI

Andrejs Lilovs

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Elīna Kubuliņa

20240513 DILA APS – IL DISPARI

Ester Aleksandrovich

20240513 DILA APS – IL DISPARI

Luciano Somma

20240513 DILA APS – IL DISPARI

Maria Gadaldi

20240513 DILA APS – IL DISPARI

Rasma Urtāne

20240513 DILA APS – IL DISPARI

Sandra Paulsone

20240513 DILA APS – IL DISPARI

Sandra Švarca

20240513 DILA APS – IL DISPARI

Vineta Stepiņa

20240513 DILA APS – IL DISPARI

IL DISPARI 20240506 DILA APS

Così o come

Un racconto di Bruno Mancini

inserito nel volume “Per Aurora volume terzo”

Nona puntata

Parte seconda

CAPITOLO SECONDO

Neppure intendo dilungarmi intorno alle priorità che tentavano di occupare un posto nelle poche ore disponibili.
In questo contesto potrebbe risultare un elenco penoso, lacrimevole, mentre invece, con una differente atmosfera, sono sicuro di non aver difficoltà a dimostrarne la bellezza emotiva, pur nelle contrastanti armonie.
A titolo di esempio: avrei dovuto provvedere a cambiare l’acqua nella boccia di vetro dei miei amici pesciolini rossi ed aggiungere qualche razione supplementare di scaglie Goldfish Food, non senza irritante dispendio di minuti preziosi, oppure dare precedenza alla chiusura dei rubinetti?
Gas, acqua, luce, finestre, spazzatura, garage.
Ritirare i depositi dai conti bancari postali azionari, oppure effettuare una fuga in taxi per una foto in autoscatto sul ponte del Castello Aragonese, all’ombra dell’ultimo pino, tra le canne del vigneto, sulla cresta del monte Epomeo? Telefonare?
Incontrare?
Lasciare biglietti?
Spiegando, allarmando, creando apprensioni?
Troppe cose, troppe azioni, troppe persone, troppi affetti, fino alle ore venti.
Non un minuto oltre.
Ei, Ignazio, mio gemello, non immaginava il destino comune del nostro prossimo percorso.
«Aiutami» erano state le sue prime parole «Aiutami» e fu subito pronto, non chiese spiegazioni, nessuna titubanza, allorché vide le mie dita affusolate cingergli il collo, il mio corpo armonioso muovere verso l’uscita, ed udì la mia voce profonda dire «Andiamo. Non aspettiamo oltre. Ora o le venti, è uguale. Andiamo
Non chiusi la porta, spensi solo la luce.

IL DISPARI 20240506 DILA APS

Parte terza

CAPITOLO PRIMO

Toc toc.
Pausa.
Toc toc toc.
Crcrrrrrrrrr
Signor Bruno!»
Ciao Petrus, come stai?»
Grazie, bene, come un vecchietto. Entrate presto, fuori è pericoloso
Pericoloso?»
Forse non lo sapete ancora, di là è scoppiata una guerra nucleare. Potrebbero arrivare delle radiazioni fin quassù.»
Non sei per nulla cambiato, mattacchione.»
Il signore è Vostro amico? Sì?
Prego entrate… Signor…?»
Ignazio di Frigeria e D’Alessandro… grazie
Aurora c’è?»
Certo per Voi, Signor Bruno, c’è sempre.
Vado a chiamarla.
Intanto gradite una birra ghiacciata? La solita popolare?»
Grazie ma non ghiacciata… inizia a darmi problemini… fredda, popolare… anche per Ignazio. Vero? E tu non bevi un boccale con noi?»
Certo!
Se Vi è gradito, certo.
Vengo subito, accomodatevi, siete a casa Vostra. Sapete bene quanto Vi stimi la nostra “Signora”.
Vado e vengo. Subito.»
Non correre Petrus, non abbiamo fretta, siamo in anticipo.»
Appena Petrus si allontanò, Ignazio disse:
Siamo? Perché siamo? Io, sono convocato. Io sono.»

IL DISPARI 20240506 DILA APS

L’assegnazione dei personaggi agli interpreti è un’arte che solo l’esperienza insegna.
Il ruolo del burbero, del tirchio, del bell’Antonio, della serva, non vengono sempre carpiti con immediatezza da tutti i figuranti.
Si è bravi generici quando si è propensi all’adattabilità.
Chi soffia nel flauto ne cava le note.
Conoscevo il luogo nei dettagli.
La facciata della vecchia villa schiusa dal cancello di ferro battuto, la sala d’attesa con l’angolo bar: divani di pelle nera e pianoforte sulla pedana semi tonda.
La terrazza dalla bella vista sulle cascate sul monte e verso le foreste.
Sapevo bene che nessuno avrebbe osato fermare i miei passi.
Ero in anticipo.
Ero un amico.
Di Aurora.
La “Signora”.
Ansioso irrequieto schizzato nevrotico, mi dimenavo come un leone in gabbia durante lo spettacolo circense della vigilia di Natale.
Ero anche certo che in nessuno si sarebbe mai, neppure lontanamente, insinuato il sospetto che le mie palesi curiosità fossero, in qualche modo, substrato d’indagini negative, oppure, peggio, potessero essere di contrasto alla migliore immagine del perfetto regno diligentemente diretto dalla Donna Guascona, Aurora, la Signora.
Avevo tempo, potevo farlo, mi spinsi oltre il cartello “Uffici, Vietato Entrare”
Vieni con me e taci» così intesi rispondere al silenzio inquietato di Ignazio.
In epoche recenti, il nobile vezzo antico dell’esplorazione, è “scompisciato” in una grande collettiva scientifica analisi di percorsi (variabili, variati, allusivi) tra “supposte supposizioni”.
Per scoprire l’Antartide, il bel sistema mondo visivo attuale ne assegna la ricerca in porzioni, non superiori ad un metro quadrato, a favore di ciascuno dei milioni di prezzolati assistenti degli assistenti dei ricercatori assistiti.
I dominatori dei laboratori vincenti, chiedono ottanta zecchini, per una manciata di polveri medicamentose.
Le puttane di Venezia la davano per meno al Grande Casanova.
Altra razza altra gente.
Non avrei mai immaginato che fosse possibile rendere funzionale un centro operativo come quello presente nei locali delimitati dal cartello “Uffici ecc…”.
Dimensioni enormi.
Assolutamente unico.
Non siate tristi piccoli fiori di loto dagli enormi occhi a mandorla, artefici di tante applicazioni tecnologiche, in quanto il vostro impegno al banco di lavoro non è mai responsabile per gli utilizzi del grammo di silicio che intrappolate ed irreggimentate.
Lì, nei locali “Uffici. Vietato Entrare.”, né granelli di polvere, né minimi corpi estranei avrebbero potuto intrufolarsi più avanti degli innumerevoli sbarramenti chimici nucleari biologici.
Concepiti per rimanere immacolati, gli ambienti si aprirono, accogliendoci, immediatamente dopo che alcuni specifici addetti ebbero provveduto a sterilizzare completamente ogni parte del nostro corpo, seguendo un elaborato procedimento senza dubbio previsto dal protocollo d’accesso.
Lì dentro tutti i cablaggi si visualizzavano mediante raggi laser diversificati per bande cromatiche.
Segui me. Non parlare.
Non toccare.
Non ora
«Centro elaborazione dati DNA
Entriamo.

Non ho particolare soddisfazione nella stesura di questa sezione della storia, in quanto la didascalica semplificazione che necessita la comprensione dei cardini ad essa relativi opprime fantasiosi movimenti letterari che, da sempre, considero maggiormente piacevoli delle gabbie di coerenze stilistiche che ne limitano l’espressività.
Comunque, Aurora tardava a raggiungerci e noi frattanto consentivamo che zelanti burocrati incappucciassero le nostre teste con l’ultima novità nata nel settore delle trasmissioni audio visive.
Parlo del nobile “Cip-Ciop”, commercializzato successivamente ai vari ex (tam tam telefono telefonino radiografia ecografia radar televisore infrarosso infra tutto) che erano già invecchiati da tempo.
A detta della pubblicità intergalattica: «Cip-Ciop ti fa parlare con chi vuoi e controllare visivamente anche i neuroni.
Cip-Ciop è senza fili e senza antenne.
Il rivoluzionario apparecchio, Cip-Ciop opera mediante un rivoluzionario collegamento neurologico.
Cip-Ciop, se vuoi, non parli e la tua lei ti ascolta.
Oppure, se preferisci, tu vedi lei, la vedi, e lei non lo sa.
Cip-Cip, è in vendita nei migliori negozi spaziali.
Cip-Ciop, apre il tuo futuro ».
La nuova Venere di ambiziose conquiste digitali!
Per la verità, nei locali del regno di Aurora, esso, l’aggeggio, discendente dell’illustre “tam tam”, assolveva un compito particolare: consentire la trasmissione delle informazioni tra gli stagionati impiegati fossilizzati nelle specifiche sezioni, non creando, nel contempo, spiacevoli turbolenze verso i comunicati provenienti dall’esterno.
Insomma, con “Cip-Ciop”, i pensieri miei si sarebbero trasferiti nel cervello di colui o coloro che avrei selezionato quale ricevente, e soltanto nel loro.
Nessun altro avrebbero potuto in alcun modo intercettarli.
Al solo scopo di non deludere l’aspettativa di aiuto richiestomi in lacrime da Ignazio, feci in modo che i silici dei nostri strumenti stabilissero, unicamente tra noi due, un permanente contatto reciproco.
Lo sviluppo di un bruco in farfalla.

Continua lunedì prossimo

IL DISPARI 20240506 DILA APS

DILA

NUSIV

 

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Luciano Somma | I MIEI COMPAGNI DI VIAGGIO

Conobbi Gilbert Paraschiva quando nel 1966 aveva un’etichetta discografica in Piazza Garibaldi, a Napoli, un piccolissimo studio la GILBERT RECORD.

Organizzava concorsi quali UN TESTO PER L’ESTATE e in quell’anno vinsi con SOLO, del quale avevo scritto anche la musica che però firmo Gilbert perché io ero iscritto alla SIAE solo come paroliere.

Il brano fu inciso da MARIA TERESA in Italia e da LUIGI DELLA CORTE in Belgio dove per qualche settimana fu prima classificata nella hit parade locale.

Uscì un 45 giri molto ascoltato specie ad Ischia dove io nel Luglio 1967 l’avevo anche fatto inserire nei vari juke box, particolarmente fuori al bar di Coco’ Gelo ad Ischia ponte, dove si assembravano molti ascoltatori.

La canzone piacque molto tanto che successivamente, circa 30 anni dopo, fu incisa anche in Francese da GILBERT ed in Italiano da GIGI ARENA.

Gilbert nel 1967 fu mio ospite per un giorno ad Ischia e trascorremmo una spensierata giornata coi miei amici di spiaggia e le loro famiglie.

Paraschiva all’epoca lavorava alla Rhodiatoce come contabile e svolgeva l’attività di presentatore, specie nelle feste di piazze, ed era molto popolare.

Nato ad Alessandria di Egitto aveva suonato giovanissimo in Eritrea nel complesso di RENATO CAROSONE, MA PER BREVE TEMPO perché la madre volle che prima d’intraprendere l’attività musicale doveva diplomarsi, cosa che fece prima di venire a Napoli e sposarsi nel 1958.

Scrivemmo insieme una decina di canzoni, lui, diviso dalla moglie, si risposò alla fine degli anni 90 ed andò ad abitare prima sui quartieri Spagnoli e successivamente a Casalnuovo di Napoli.

Il matrimonio però fu molto breve.

Da quel periodo in poi organizzò altri concorsi, stavolta poetici, e pubblicò alcuni libri di poesie dove, in alcuni, vi sono anche io.

Nel 2000 Si trasferì a GIARDINI DI NAXOS in Sicilia, del resto il padre era Siciliano e dunque tornò nella terra dell’avo, dove acquistò una villetta nella quale ha chiuso la sua vita terrena a 92 anni il 13 Dicembre 2023.

Ci siamo spesso contattati sia al telefono che attraverso le e-mail.

Sinceramente non pochi furono i dissapori che ci tennero sovente senza contatto, avevamo un modo di agire e di pensare molto diverso e questo ci portò a varie discussioni anche abbastanza alterate.

Ma poi alla fine un’amicizia durata comunque 57 anni si era cementata.

La sua dipartita è stata per me, nonostante tutto, dolorosa.

Moltissimi miei compagni di viaggio erano più grandi di me di almeno 10/15 anni e, dunque, nel prosieguo di questa rubrica la maggior parte di loro risulterà aver lasciato la vita terrena.

LUCIANO SOMMA  

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Luciano Somma | I MIEI TANTI COMPAGNI DI VIAGGIO 1

Come promesso farò i nomi di alcuni dei miei tanti compagni di viaggio, collaboratori soprattutto musicali ed interpreti sia delle mie poesie che dei miei testi in tantissimi anni di attività.

Nel 1958, ero agli inizi, conobbi Guido Sacco, di 4 anni più piccolo di me, col quale iniziai una fattiva collaborazione artistica, scrivemmo insieme alcune canzoni che lui inserì nel repertorio col suo complesso GUIDO SACCO E I SUOI TROTTERS, tutti giovanissimi.

Guido aveva allora appena 14 anni ma già suonava diversi strumenti e fu il primo a musicare i miei testi.

Uno in particolare ha una strana storia, s’intitolava VIERNO TU SI’ PE’ MME ma non la potemmo dichiarare in SIAE, la offrimmo ad alcuni cantanti che all’epoca andavano per la maggiore col repertorio Napoletano ma questi volevano la maggior parte dei diritti di autori e dunque ci tenemmo la canzone.

Accadde poi che Guido, giovanissimo, si sposò, ebbe una figlia che crebbe la nonna paterna, ed un giorno disse alla moglie che andava ad acquistare le sigarette ed invece volò negli Stati Uniti dove vivevano alcuni amici Napoletani che lo aiutarono sia nel campo musicale, dove suonò con molti big dell’epoca. sia a gestire dei ristoranti.

Tutto ciò fino agli anni 2000 circa quando rientrò in Italia, nel frattempo si era sposato ancora  2 volte ma senza avere altri figli.

Andò ad abitare in un cascinale a Caiazzo (Caserta) e riprendemmo la collaborazione innanzitutto dichiarando alla SIAE VIERNO TU SI’ PE’ MME e poi scrivendo AQUILE – NOI ROMANTICI e NA GUERRA con musica di Nick Pantalone e suo arrangiamento.

Pochi titoli ma tutti molto validi.

Spesso andavamo a trovarlo a Caiazzo, restando a pranzo da lui che era un ottimo cuoco e qualche volta lui veniva a casa mia a mangiare una pizza, quella vera Napoletana.

Purtroppo nel 2007 fu colpito da un tumore che comunque lo ha tenuto in vita fino al 2000 dove purtroppo ci ha lasciati a causa del Covid.

Nei prossimi articoli parlerò degli  altri che mi hanno affiancato, ma non potrò farlo per tutti essendo diverse centinaia, cercherò di selezionare quelli coi quali ho avuto più rapporti.

LUCIANO SOMMA

LUCIANO SOMMA e GUIDO SACCO

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20240516 DILA ASP

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LUCIANO SOMMA | Poliedrica attività

Dalla data del pensionamento nel 2000, per qualche mese, cercavo qualcosa che mi tenesse impegnato, le giornate trascorrevano nell’ozio, abituato com’ero ad una comunque frenetica attività purtroppo vivevo tempi sonnolenti, ed internet non bastava a tenermi impegnato in qualche modo.
All’epoca mio figlio Sergio rappresentava ditte che producevano materiale per edilizia ed una che vendeva ascensori, una ditta molto importante.
Quell’anno aveva venduto solo 2 impianti, fu allora che mi chiese se potevo e volevo dargli una mano cercando nuovi clienti e nuovi sbocchi.
Fu così che mi attivai nei motori di ricerca per trovare ingegneri, geometri, architetti, e addetti all’impiantistica, decine di migliaia di nominativi coi vari recapiti della Campania.
Mi attivai per mesi prendendo appuntamenti per conto di mio figlio, l’impresa mi teneva impegnato diverse ore al giorno ed il tempo correva veloce, ma avemmo la soddisfazione di vendere ben 52 ascensori tant’è che fummo invitati in un convegno a San Remo dove fummo premiati per aver raggiunto in incremento pazzesco.
Non mi era capitato di andare al casinò in occasione delle canzoni, lo conobbi per l’attività.
Anche l’anno successivo nel 2003 riuscimmo a vendere 30 impianti, ed anche in quella occasione fummo premiati a Fiumicino con una bellissima borsa sia assegnata a me che a mio figlio.
Poi si decise di lasciare la rappresentanza, la concorrenza era troppa ed il prezzo elevato degli impianti non ci consentiva di mantenere il ritmo delle vendite…
Gli anni che seguirono mi videro oltre che in giuria al premio GENNARO SPARAGNA dal 2006 al 2019 a Minturno, anche al TOUR FESTIVAL a Pietra Ligure (Savona) e Formia.
Parteciparono molti cantanti, alcuni interpreti di mie canzoni, ma i miei voti non tenevano conto di eventuali collaborazioni, ascoltavo cantanti e canzoni giudicando equamente quelli veramente validi.
Una bella esperienza retribuita con vitto ed alloggio per qualche giorno per me e mia moglie.
Poi ho rallentato le mie collaborazioni, anche per motivi di salute.
Presi il Covid, nel Luglio 2022, che mi tenne un mese in ospedale e 3 mesi in clinica per la riabilitazione motoria.
Sono in fisioterapia ancora adesso anche se per fortuna fisicamente sto molto meglio.
Negli ultimi anni molte mie poesie sono state pubblicate sul mensile BENESSERE in una pagina dedicata.
L’anno scorso alcune emittenti mi hanno intervistato e le trasmissioni sono state molto seguite.
Attualmente collaboro con un’emittente Belga che trasmette mie canzoni ogni sabato, e per questa rubrica sul quotidiano IL DISPARI di Ischia nella quale l’amico fraterno Bruno Mancini mi ha offerto di pubblicare.
Appuntamento ad altri articoli con diverse tematiche, a presto!

LUCIANO SOMMA

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20240516 DILA ASP - Il Dispari Luciano Somma

 

Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

LINGUA AP

LINGUA AP

Professionisti DILA APS 2023 – Calendario pubblicazioni 

CS IL DISPARI & DILA APS

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Luciano Somma | I MIEI TANTI COMPAGNI DI VIAGGIO 1

Come promesso farò i nomi di alcuni dei miei tanti compagni di viaggio, collaboratori soprattutto musicali ed interpreti sia delle mie poesie che dei miei testi in tantissimi anni di attività.

Nel 1958, ero agli inizi, conobbi Guido Sacco, di 4 anni più piccolo di me, col quale iniziai una fattiva collaborazione artistica, scrivemmo insieme alcune canzoni che lui inserì nel repertorio col suo complesso GUIDO SACCO E I SUOI TROTTERS, tutti giovanissimi.

Guido aveva allora appena 14 anni ma già suonava diversi strumenti e fu il primo a musicare i miei testi.

Uno in particolare ha una strana storia, s’intitolava VIERNO TU SI’ PE’ MME ma non la potemmo dichiarare in SIAE, la offrimmo ad alcuni cantanti che all’epoca andavano per la maggiore col repertorio Napoletano ma questi volevano la maggior parte dei diritti di autori e dunque ci tenemmo la canzone.

Accadde poi che Guido, giovanissimo, si sposò, ebbe una figlia che crebbe la nonna paterna, ed un giorno disse alla moglie che andava ad acquistare le sigarette ed invece volò negli Stati Uniti dove vivevano alcuni amici Napoletani che lo aiutarono sia nel campo musicale, dove suonò con molti big dell’epoca. sia a gestire dei ristoranti.

Tutto ciò fino agli anni 2000 circa quando rientrò in Italia, nel frattempo si era sposato ancora  2 volte ma senza avere altri figli.

Andò ad abitare in un cascinale a Caiazzo (Caserta) e riprendemmo la collaborazione innanzitutto dichiarando alla SIAE VIERNO TU SI’ PE’ MME e poi scrivendo AQUILE – NOI ROMANTICI e NA GUERRA con musica di Nick Pantalone e suo arrangiamento.

Pochi titoli ma tutti molto validi.

Spesso andavamo a trovarlo a Caiazzo, restando a pranzo da lui che era un ottimo cuoco e qualche volta lui veniva a casa mia a mangiare una pizza, quella vera Napoletana.

Purtroppo nel 2007 fu colpito da un tumore che comunque lo ha tenuto in vita fino al 2000 dove purtroppo ci ha lasciati a causa del Covid.

Nei prossimi articoli parlerò degli  altri che mi hanno affiancato, ma non potrò farlo per tutti essendo diverse centinaia, cercherò di selezionare quelli coi quali ho avuto più rapporti.

LUCIANO SOMMA

LUCIANO SOMMA e GUIDO SACCO

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LUCIANO SOMMA | Poliedrica attività

Dalla data del pensionamento nel 2000, per qualche mese, cercavo qualcosa che mi tenesse impegnato, le giornate trascorrevano nell’ozio, abituato com’ero ad una comunque frenetica attività purtroppo vivevo tempi sonnolenti, ed internet non bastava a tenermi impegnato in qualche modo.
All’epoca mio figlio Sergio rappresentava ditte che producevano materiale per edilizia ed una che vendeva ascensori, una ditta molto importante.
Quell’anno aveva venduto solo 2 impianti, fu allora che mi chiese se potevo e volevo dargli una mano cercando nuovi clienti e nuovi sbocchi.
Fu così che mi attivai nei motori di ricerca per trovare ingegneri, geometri, architetti, e addetti all’impiantistica, decine di migliaia di nominativi coi vari recapiti della Campania.
Mi attivai per mesi prendendo appuntamenti per conto di mio figlio, l’impresa mi teneva impegnato diverse ore al giorno ed il tempo correva veloce, ma avemmo la soddisfazione di vendere ben 52 ascensori tant’è che fummo invitati in un convegno a San Remo dove fummo premiati per aver raggiunto in incremento pazzesco.
Non mi era capitato di andare al casinò in occasione delle canzoni, lo conobbi per l’attività.
Anche l’anno successivo nel 2003 riuscimmo a vendere 30 impianti, ed anche in quella occasione fummo premiati a Fiumicino con una bellissima borsa sia assegnata a me che a mio figlio.
Poi si decise di lasciare la rappresentanza, la concorrenza era troppa ed il prezzo elevato degli impianti non ci consentiva di mantenere il ritmo delle vendite…
Gli anni che seguirono mi videro oltre che in giuria al premio GENNARO SPARAGNA dal 2006 al 2019 a Minturno, anche al TOUR FESTIVAL a Pietra Ligure (Savona) e Formia.
Parteciparono molti cantanti, alcuni interpreti di mie canzoni, ma i miei voti non tenevano conto di eventuali collaborazioni, ascoltavo cantanti e canzoni giudicando equamente quelli veramente validi.
Una bella esperienza retribuita con vitto ed alloggio per qualche giorno per me e mia moglie.
Poi ho rallentato le mie collaborazioni, anche per motivi di salute.
Presi il Covid, nel Luglio 2022, che mi tenne un mese in ospedale e 3 mesi in clinica per la riabilitazione motoria.
Sono in fisioterapia ancora adesso anche se per fortuna fisicamente sto molto meglio.
Negli ultimi anni molte mie poesie sono state pubblicate sul mensile BENESSERE in una pagina dedicata.
L’anno scorso alcune emittenti mi hanno intervistato e le trasmissioni sono state molto seguite.
Attualmente collaboro con un’emittente Belga che trasmette mie canzoni ogni sabato, e per questa rubrica sul quotidiano IL DISPARI di Ischia nella quale l’amico fraterno Bruno Mancini mi ha offerto di pubblicare.
Appuntamento ad altri articoli con diverse tematiche, a presto!

LUCIANO SOMMA

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20240226 DILA APS – IL DISPARI

Il Dispari 20240226 – Redazione culturale DILA APS

20240226 DILA APS – IL DISPARI

 

Il Dispari 20240226

Così o come

Un racconto di Bruno Mancini inserito in

“Per Aurora volume terzo”

https://www.lulu.com/it/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-terzo/paperback/product-29y6wr.html?page=1&pageSize=4

Terza puntata

Parte Prima

CAPITOLO PRIMO

Costui, in fondo, era un uomo gioioso e collerico, sensuale rude e tenero, bislacco e profondo, futile e sottile. Un brivido per donne di sani tradizionali principi, per maschi timorosi di confronti e per tutte le belle statuine dei presepi viventi allestiti nelle piazze e nelle feste di paese.

Nessuna persona provvista di buon senso avrebbe voluto provocare un confronto con la sua dissacrante, violenta ed anarchica mancanza d’auto ironia:

-«Coloro che bussano alla porta, i bussanti, i bussatori – e così anche il liquido di una bottiglia dal tappo di sughero biondo come la schiuma della mia birra commerciale o come i baffi scoloriti dalle tremila sigarette che fumo in meno di cinquanta giorni – non sempre sono i migliori nel catalogo degli attesi.

Io credo che l’America avrebbe dichiarato guerra al Giappone per l’affronto delle Hawaii, ma non si sarebbe impegnata nello scacchiere europeo se l’Italia non fosse stata in lizza.

20240226 DILA APS – IL DISPARI

 

Senza la partecipazione del nostro Duce al conflitto, loro, le stelle e strisce, avrebbero comodamente sistemato l’orticello acquatico del vicino Pacifico non creandosi altre preoccupazioni.

Le fabbriche di cannoni ed ogive per proiettili dalle svariate caratteristiche, avrebbero continuato a produrre utili e benessere economico con minime perdite di vite umane, sia in regime di guerra, sia nel successivo tempo di ricostruzione.

Ma “la popolo ed il popolazione” nel continente a stelle e strisce era formato in maggioranza da itali americani.

“Non salviamo i nostri cugini zie e nipoti amici fratelli padri nonni madri cumparielli padrini sorelle consanguinei conoscenti? Il cattivo li opprime.

Noi siamo la libertà.

Loro, gli Italioti, custodi delle nostre radici, delle nostre origini, delle nostre fedi, sono persone a noi care. I nostri consanguinei sono ingenui, semplici, affettuosi, docili, simpatici, gentili, ospitali.

Sono poveri scemi imbrogliati dal fottuto figlio di puttana. Abbiamo lottato contro le Montagne Rocciose, gli Apache, il Fiume Colorado, Geronimo, ed il Deserto del Nevada, che facciamo, gli spettatori nella corsa alla conquista dell’Italia, l’origine delle nostre origini?

Non sia mai detto!

Andiamo.

WE GO.”

E vennero.

Non piangere, bambino, tua madre fu violentata da truppe marocchine, sì, sotto il comando di…, sì, sì, sì… ma non erano i cugini, neppure le settantamila, settecentomila, sette milioni, sette miliardi di tonnellate di bombe a tonnellate sui vicoli palazzi spiazzi giardini pubblici scuole chiese alberghi prostiboli… et de hoc satis.»

Questo racconto tenta di forzarmi la mano ed impormi continue traiettorie, contigue confinanti collaterali collegate complici comuni compiacenti, che non rientrano nella serafica visione morfologica che inizialmente avevo architettato.

Il breve ritratto di un Costui spolverato dal manuale del tipico esistenzialista pacifista comunisteggiante anarcoide, non prevedeva la messa in scena di un superbioso trattato storico sociale.

Costui quindi tornerà accanto alle altre figure nobili della ormai distrutta civiltà che abbiamo vissuto nella ex Isola Verde. Tuttavia, per non convalidare la tesi secondo la quale non avrei rispetto per nessuna giusta curiosità, e tanto meno per gli ormai codificati standard letterari, completerò in poche righe la tesi elaborata da Costui.

Il Cattivissimo perse la guerra, poiché aveva commesso l’errore madornale ed irreparabile di pretendere l’alleanza del Semi Cattivo. Ciò in quanto tutte le operazioni militari del suo Sub alleato si rivelarono tanto velleitarie quanto inutili e dispersive.

La Grecia, l’Albania, la Libia, l’Eritrea, l’Egitto, l’Etiopia, Malta, Cirenaica Trento e Trieste pur non essendo di alcuna valenza nella economia bellica, crearono ostacoli di grossa portata alle armate del Super Io chiamate in soccorso dei bravi soldatini disarmati affamati e male equipaggiati che il Mini Dux aveva gettato allo sbaraglio al grido di “Avanti savoiardi”.

20240226 DILA APS – IL DISPARI

 

Il Dispari 20240226

Un giorno sì e l’altro pure, “Egli, il mini” mandava emissari a chiedere aiuti “Il pan ci manca”, e ad implorare “Benzin benzin”. Per di più generali afflitti dalle vicende di Taranto, Capo Matapam, Tobruc, e poi Grecia, e poi e poi… aggredivano, si fa per dire, il Maine Super con assillante continuità.

Da queste considerazioni Costui traeva la conclusione che il Baffo Tedesco, senza l’intervento raffazzonato e sconclusionato dell’Amico Guaifondaio, potendo utilizzare in maniera non dispersiva forze superiori sui fronti strategicamente determinanti, sarebbe riuscito a sopraffare le difese nemiche.

Egli rafforzava questa sua tesi elaborando il concetto che le Stelle e Strisce erano entrate in guerra contro il Super Deux solo in ragione della presenza dei Nostri concittadini (piccolo interessuccio economico populistico).

Non tutti siamo d’accordo.

Non tutti abbiamo natura di “affermanti”.

Non può non esserci un limite.

è vero che il Super comandava il plotone di esecuzione, ma erano altri a premere i grilletti.

Allora io ancora non sapevo che nello stesso giorno del mio secondo compleanno il Super Iper Max Baffo Maine aveva ammazzato pure se stesso!

Suicida.

Altri personaggi candidati: – Andrea – Ciccio – Aniello…

Volendo comprendere le banalità insite nelle semplificazioni adoperate per ridurre in un breve promemoria una serie di azioni, tra loro simili ma differenti, è sufficiente permeare, spianare, e quindi valutare, quanto viene affermato in uno dei più celebri messaggi popolari. Affidato a noi ragazzi dai saggi vissuti negli anni delle Pinete d’Ischia, esso proclamava: “Occhio che non vede, cuore che non soffre”.

Andrea era cieco e soffriva, sia a causa delle oggettive privazioni di cui la sua quotidianità risultava costellata, sia per i ricordi di quante meravigliose immagini avevano fermato i suoi sguardi nei tempi passati. Egli pativa anche, o forse principalmente, in quanto il buio visivo nel quale era immerso da anni aveva dapprima circoscritta, ed infine definitivamente imprigionata, la sua indole di spontanea prorompente ricerca conoscitiva.

In un evidente contrappunto ai limiti fisici caratterizzati dalla deficiente situazione sensoriale, Andrea aveva affinata una capacità mnemonica quasi oltraggiosa a confronto di quella dei vedenti. Ogni settimana, prevalentemente di venerdì, lo scrutavo mentre era impegnato a scandire una sequenza impressionante di colonne totocalcio alla compagnia di un esiguo gruppo d’amici. Eseguiva, mentalmente, complicate elaborazioni. Dettava serie enormi di dati che altrimenti si potevano attenere solo rivolgendosi a ricevitorie speciali dotate d’apposite attrezzature computerizzate. Robotizzato, era un aggettivo che specificava bene le sue attitudini. Non solo per lui era elementare lo sviluppo del “sistema” di sette doppie (che si articola in cento ventotto colonne di tredici segni ciascuna), ma con stupefacente naturalezza, bevendo un cappuccino e fumando un pacchetto d’Edelweiss, riusciva a dettare la serie completa di colonne di tutti gli altri sistemi, integrali o ridotti, per i quali gli si chiedeva collaborazione: quattro triple, tre triple e tre doppie, cinque triple e tre doppie ecc.

Non dico che ritenevo impossibile memorizzarne le formule, ma che mi colpiva la sua abilità di specificarne le risultanti colonne senza potersi servire d’alcun aiuto. Insomma sono tuttora convinto che è certamente un risultato di grande concentrazione riuscire, senza neppure un foglio di carta ed una penna, ad elaborare quegli insiemi composti da tante numerose variabili.

Il Dispari 20240226

20240226 DILA APS – IL DISPARI

Il Dispari 20240219

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

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CRITICA LETTERARIA DI LUCIANA CAPECE

Ringrazio calorosamente la nota Associazione DILA APS rappresentata dal Presidente BRUNO MANCINI (un patrimonio di risonanza divulgativa) per aver dato questa opportunità a me, Scrittrice LUCIANA CAPECE, di avere il vanto e l’onore di pubblicare nella pagina culturale del quotidiano IL DISPARI, linfa magistrale d’un canale Artistico Editoriale d’affermata fama INTERNAZIONALE  Diretto Eccellentemente dal Grande Editore GAETANO DI MEGLIO!

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

“QUESTA NON È UNA POESIA” DI LUCREZIA RUBINI

L’Autrice LUCREZIA RUBINI nella Silloge QUESTA NON È UNA POESIA adotta una tecnica poetica particolare per dare testimonianza esclusiva d’una essenza scritturale al netto di un linguaggio vero, autentico appartenente alla realtà di quella rassegna quotidiana.

La sua ricerca non usuale ma esistenziale con una creatività Artistica esprime sentimenti derivanti sia da scoperte palesi che dalla luce catartica d’introspettiva verità, spesso cruda che lamenta battaglie di violenze insostenibili.

Cardine d’una cecità sociale accertata che notifica quel diktat oscurale di uomini privi di sensibilità e responsabilità che varcano ponti di perversioni imperanti nel disequilibrio mentale.

I Testi della Poetessa RUBINI sono pennellate di rara bellezza una lente d’ingrandimento verso la DONNA amata nella sua ritmica virtuosa ma anche stuprata nella dignità nell’onore e nel corpo con consequenziali ferite.

Cicatrici custodite senza sconti nella teca d’un cuore trafitto concausa di dolore mai appassito.

Ove tracciano sconfitte personali ammantate di solitudine.

Il Libro, in sintetico fraseggio, sprigiona un potenziale d’attenzione e approda nella corsia vitale come viaggio d’unicità e di riscatto che lievita interesse nel lettore e verso la persona che, nonostante il macigno dello stupro logori silente, guarda al primordiale incanto che affonda in radici di libertà, nel decifrare parole liberatorie di appartenenza in un mondo creato su misura solo nella sua logica mentale, ma non dove la natura cosparge di profumi prati verdiani.

Come lo rivela il Componimento: UN MONDO TUTTO MIO un concetto di non condivisione di un universo dai parametri asimmetrici e scombussolati!

La Composizione dei versi PROSTITUTA richiama con eco assordante quel codice d’etica comportamentale che manca nel soggetto uomo senza scrupoli, ove nè addita la stima della detta facile presa gettata via per nulla.

La Scrittrice RUBINI, con insistenza e battito carnale, si sofferma sui punti salienti della figura maschile proiettata ad ostentare il peggio della sua consapevolezza umana lontano dai canoni tradizionali.

La Lirica MOLESTIA denota il dramma di sudici avvisaglie che in alcuni casi sfocia completamente in enfasiata paura, ove la DONNA è obbligata a subirne le tragiche disperazioni ma che nell’indole non disperde il filo logico di contemplare le fatiche per colpa di anime abissate nella cattiveria cui, ben citata, è la morale bella dedica all’Eroe ULISSE.

L’OPERA della Dott.ssa RUBINI è un contributo significativo al passaggio storico complesso- collettivo ma pur sempre di pregevoli annotazioni.

Nei versi predilige il ruolo conservatore dell’amata natura cui tangibile è risalto del vento- mare- cielo e sole ma non passano di certo inosservate l’ossessione e lo stato ansioso anche se attanagliano duramente, aprono le porte speranzose per annoverare riprese creative distaccate quanto possibile dalla centrifuga di stress.

Per rimembranze senza impedimenti risalenti all’ingenuità infantile, a quando il blu brillava all’orizzonte nel sereno vissuto, nel respiro della pace fino alla matura comunicativa giovanile.

<PIONIERI DEL NUOVO MONDO!>

In disaccordo con un tempo non più amico ma, come allora, il singolo individuo può intervistare la generazione sociale, erede per trarre la storia in un presente con i suoi cambiamenti non proprio consono alle simbiotiche vedute d’umano rapporto tra simili.

Ben stilato DALL’ AUTRICE in questo quadro operandi ove, nella galleria di nostalgici ricordi, cataloga commenti di rispettosa analisi antica, altrettanto nel teatro della vita rende protagoniste tematiche di spessore con anomalie viscerali nocive d’una inquietudine propalata da forte riflessione, quasi come un discorrere confidenziale.

Scrittrice – Poetessa – Saggista – Aforista – Prefatrice – Critico Letterario – Critico Teatrale – Recensora

LUCIANA   CAPECE

Il Dispari 20240219 – Redazione culturale DILA APS

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Antonella Ariosto, nuova penna di questa pagina culturale

La scorsa settimana ha iniziata la collaborazione con questa pagina culturale la scrittrice Antonella Ariosto alla quale diamo un caloroso benvenuto nella certezza che i suoi articoli incontreranno il gradimento dei nostri affezionati lettori.

Antonina Ariosto, ma da sempre chiamata Antonella, nasce a Messina.

Fin da piccola, consigliata dalla mamma, legge molto e, appena undicenne, inizia a scrivere versi dedicati alla natura in stretto rapporto con la sua anima.

La madre le consiglia gli studi tecnico commerciale da lei effettivamente portati a termine con buon profitto.

La scrittura, tuttavia, rimarrà sempre il suo piacere più vero determinando il vero incontro con sé stessa.

Ha partecipato e vinto vari concorsi di poesia.

Per diverso tempo in un blog on-line ha scritto articoli dedicati a Roma e trattando argomenti di attualità.

Partecipa attivamente ai contest di scrittura creativa.

Ha scritto e pubblicato un racconto breve “Nina e i suoi voli” (Accademia Edizioni ed Eventi) e

3 libri di poesia “L’anima vola” (casa editrice Pluriversum); “Vita in equilibrio… instabile” (Accademia  Edizioni ed Eventi); “La Valigia di…” (Luciano Zampini editore).

Da qualche anno ha iniziato a scrivere un nuovo racconto che spera di terminare entro breve tempo per presentarlo a Ischia nella Biblioteca Antoniana, anche se la famiglia ha sempre avuto  la precedenza nella sua vita, sia da giovane mamma e sia ora da giovane nonna.

Chiara Pavoni e Antonella Ariosto

Chiara Pavoni e Antonella Ariosto

DILA

NUSIV

 

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