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Sacha Savastano
Nel corso della presentazione dell’antologia del duo
Mancini-Panizza, l’arte nelle sue molteplici forme in
scena tra le suggestioni di Ischia Ponte
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HAPPENING CULTURALE Al
“MIRAMARE E CASTELLO”
Si aprirà il prossimo 19 luglio al “Miramare e Castello” di Ischia Ponte l’evento di presentazione dell’antologia poetica “Ischia, un’isola di…”, a cura del progetto culturale “La Nostra Isola” di Bruno Mancini e Roberta Panizza.
La sei giorni, che comprenderà oltre alla lettura di stralci del volume anche diverse incursioni nell’intrattenimento, darà modo agli autori delle liriche di presentarsi a pubblico e stampa, e la possibilità a diversi enti, isolani e non, di porgere il proprio saluto e di palesare il proprio appoggio all’iniziativa tutta.
Naturalmente l’attenzione maggiore è tutta attorno ai poeti, grandi protagonisti delle serate, che vedranno (in alcuni casi, per la prima volta) le proprie opere recitate da artisti di grande esperienza di fronte ad una platea piena di addetti ai lavori e di inviati dal mondo dell’informazione; un mix molto interessante che si arricchisce anche del talento e dell’esperienza di scrittori già noti ed affermati che hanno già avuto modo di prendere parte, con le loro poesie, alle antologie precedenti.
Iniziano già a fioccare conferme riguardo i nomi delle personalità dal mondo dell’arte e della cultura che prenderanno parte alla kermesse: da Antonio Mencarini ad Alberto Liguoro, passando per stimati e talentuosi musicisti come Raffaele Colombo ed Antonio Di Pinto, i quali peraltro allieteranno lo svolgersi dei lavori con il loro grande talento chitarristico.
Da ricordare anche il grande contributo offerto dalla pittrice Nunzia Zambardi, le cui opere saranno esposte in una mostra pittorica (già aperta al pubblico, proprio in questi giorni, presso gli Hotel Miramare e Mareblu) di indubbia importanza che farà da gustosissimo contorno alla portata principale. Ma si è solo all’inizio: è facilmente prevedibile che nel mese che ci separa dall’inaugurazione dell’happening culturale saranno tante altre le ufficializzazioni riguardanti altri ospiti eccellenti, che arricchiranno ulteriormente il tutto. Non resta che aspettare.
Sacha Savastano
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C O N T A T T A C I emmegiischia@gmail.com
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Nuovo amico del progetto culturale “La mia isola” ideato da Bruno Mancini
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E chiuso un capitolo se ne apre subito un altro. A meno di un mese dal termine ufficiale del progetto “La mia isola”, che grazie alla guida congiunta di Bruno Mancini e Roberta Panizza era riuscito nella difficile impresa di far ricomparire Ischia tra le capitali poetiche Italiane dopo anni di buio, trova i crismi dell’ufficialità la nascita di un nuovo e più ambizioso programma.
Dalle ceneri de “La mia isola” nasce infatti il progetto “La nostra isola”, che oltre a raccogliere il frutto di due anni di lavoro proficuo, dovrà riuscire ad allargare gli orizzonti e gli obiettivi, peraltro già di tutto rispetto, del lavoro iniziale, innalzando per così dire al livello successivo l’intera mole progettuale.
“Per puntare ad un ulteriore sviluppo dell’idea” – spiega Mancini in una nota ufficiale – “ è necessario provvedere ad elaborare una nuova più complessa ed articolata struttura atta ad utilizzare al meglio tutte le potenzialità artistiche ed operative che in ques’ultimo anno si sono rese disponibili a collaborare con noi.”
Un rinnovamento che non tradisce dunque antiche e ben pianate radici. “Assolutamente. L’obiettivo rimane quello di restituire alla poesia il palco di primo piano che le compete nell’economia culturale della società Italiana. Il percorso l’abbiamo già tracciato, non rimane che seguirlo”.
E bisogna dire che non si è perso tempo: sono già allo studio diverse iniziative di grande impatto che dovrebbero sdoganare presso un pubblico molto vasto i lavori poetici dei vari autori aderenti al progetto: si pensa infatti alla creazione di un Premio di Poesia di portata nazionale, alla formazione strutture regionali analoghe a quella ischitana in grado di diffondersi capillarmente sul territorio, alla traduzione delle antologie poetiche in varie lingue e via discorrendo. Di certo le idee non mancano, né l’entusiasmo e la forza di realizzarle.
Sono state inoltre resi i noti di nominativi di alcune personalità che affiancheranno Mancini e Panizza nella gestione del progetto: si tratta di Luciano Somma, che ha accettato gli incarichi di Direttore Musicale e di Responsabile delle Giurie dei Premi.
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PANIZZA: “INNAMORATA DI ISCHIA”
Progetto culturale “La mia isola” a cura di Roberta Panizza e di Bruno Mancini – Sacha-Savastano intervista Roberta Panizza
Era senz’altro annunciato il successo di “Ischia un’isola di…“, terza antologia poetica curata da Bruno Mancini nell’ambito del progetto “La mia isola”, e l’importanza del dato non deve passare inosservata.
Centinaia di copie già piazzate prima ancora della stampa, il crescere dell’attenzione di media nazionali e non, e l’interesse della critica che cresce sempre di più in virtù del grande valore, ormai riconosciuto, di tutti gli artisti proposti dalla raccolta. Un gruppo di poeti di grande sensibilità che vede in Roberta Panizza, anche co-curatrice dell’opera insieme a Mancini, una delle più lucenti punte di diamante.
Trentina, docente di matematica e scienze presso una Scuola Media, il lirismo dell’Artista nasce sulla spinta di grandi emozioni, se ne nutre, in una riscoperta del significato più intimo (e vero) di una tradizione poetica ormai desueta.
”Devo dire che nonostante l’amore per la poesia esistesse in me da sempre, è stato durante alcune circostanze per me molto difficili che la “miccia” si è accesa definitivamente. Comporre versi in quei frangenti iniziava a costituire per me l’unica luce in un momento di buio.”
Un’Arte che è quindi voce interiore, espressione del profondo.
“Sì, ma non è detto che si debba partire sempre da emozioni negative. Credo che la poesia rappresenti un momento in cui ci si prende una pausa dalla vita vissuta, e ci si ferma ad ascoltare la propria interiorità.”
Ed infatti l’opera di Roberta Panizza riesce a trasmettere tutta l’emozionalità di cui è intrisa, dove le parole diventano richiami potenti ad un mondo immaginifico vivo, ricco, di considerabile spessore, supportato da una costruzione formale coerente e precisa che non scade mai nel déjà vu e mantiene inalterata una grande freschezza compositiva.
Componimenti come “Senza Paradiso”, “Sete d’Estate” o “Senza nome”, in cima alle classifiche di gradimento delle precedenti edizioni antologiche, sono descrizioni raffinate e profonde di un’ immagine e dello stato d’animo che da essa si scatena, quasi come si volesse “portare fuori” ciò che nasce nel profondo tutto il giorno, tutti i giorni, e che quasi sempre si è troppo distratti o troppo occupati da poter cogliere ed apprezzare. Secondo alcuni è proprio questa l’essenza più profonda del costruire poesia.
Dal quadro emerge dunque, il profilo di un’autrice di grande talento, che curiosamente però sembra essere più conosciuta nella lontana Ischia di quanto non sia nel nativo Trentino.
“Credo che questo sia dovuto al mio carattere schivo, principalmente. Ho avuto poi la fortuna di conoscere Bruno Mancini che con il suo carattere attivo ed intraprendente mi ha coinvolta, con mio grande piacere, nei progetti letterari a cui da tempo pensava e che voleva realizzare. Questo ovviamente mi ha fatto conoscere nella vostra zona molto più facilmente. Preciso però che questa collaborazione non mi ha fatto dimenticare il Trentino, coltivo anche e soprattutto qui la mia passione ”.
Del resto l’Isola Verde è stata per secoli la musa privilegiata di artisti di ogni genere, come ribadito più e più volte in tempi non sospetti anche da personalità lontane dalla nostra realtà locale. Un luogo quasi magico capace di esaltare gli animi sensibili e stimolarne la potenza creatrice. Quanto di tutto questo è vero anche per Roberta Panizza?
La risposta è decisa:
“Ad Ischia ho trovato innanzitutto un ambiente umanamente e culturalmente accogliente. Inoltre ho anche conosciuto persone che mi hanno confermato quanto di bello si dice, dal punto di vista caratteriale, di chi abita al sud. ”
Un’opinione positiva sul nostro scoglio che fa sempre piacere ricevere, tanto più quando questa arriva da lontano e da persone culturalmente preparate e disinteressate.
“Ho anche potuto constatare quanto siano importanti da voi le iniziative culturali. Per quanto mi riguarda la fama che Ischia si è fatta nel corso del tempo di culla della cultura, è ampiamente confermata…anche tenendo conto di come sono state accolte le iniziative che Bruno ed io portiamo avanti.”
Sarà pur vero che nessuno è profeta in patria, ma è sempre curioso venire a sapere di quanta considerazione gode nel resto dello stivale (e non solo) l’ischitanità in molte delle sue manifestazioni, specie quando queste sono sottovalutate proprio da quegli enti, da quelle istituzioni nostrane cui spetterebbe il compito di propugnarle e valorizzarle al massimo. L’esempio, lampante, è quello di un’apprezzatissima poetessa che proprio sull’Isola Verde ha trovato l’habitat ideale per dar sfogo alla propria vena creativa, dimostrazione del buon funzionamento di risorse umane ed ambientali di cui, forse, qualcuno ignora del tutto l’esistenza. Risorse preziose quanto rare.
“Ed infatti io mi auguro di continuare a lungo il sodalizio con Bruno Mancini, per portare avanti i nostri progetti di diffusione della poesia. I giorni che ho trascorso ad Ischia sono stati incredibilmente piacevoli per me, sarei molto felice di ritornarci per ripetere una esperienza simile: occuparmi di poesia in un luogo di così sconfinata bellezza, circondata da tante persone cordiali, è veramente il massimo.”
Risale a luglio l’ultima visita di Roberta Panizza, una visita durante la quale si fece apprezzare con la lettura di alcune sue opere presso l’Hotel Mareblu, alla presenza di stampa e semplici appassionati: una visita che probabilmente si ripeterà presto, perché per qualcuno (e certo non solo per quest’ottima poetessa) i nostri lidi sono “il massimo” per vivere e creare da Artista, un luogo paradisiaco di sconfinata bellezza.
Chissà in quanti tra quelli che ad Ischia ci sono nati o ci vivono, sarebbe possibile trovare lo stesso amore e la stessa passione. Sicuramente, non abbastanza.
Sacha Savastano “Corriere dell’Isola” 31 Marzo 2010
E’ confermata per il 21 maggio, in occasione della inaugurazione dell’ Ipomea, la mostra mercato di piante rare della fascia temperata tenuta dal parco termale “Negombo” di Lacco Ameno, la prima, ufficiosa presentazione della terza antologia poetica pubblicata nell’ambito del progetto “La mia Isola” a cura di Bruno Mancini e Roberta Panizza; dal titolo “Ischia, un’isola di…”
“E’ la chiusura di un capitolo.“ – chiosa Mancini – “Dopo alcuni anni di fantastico (quasi goliardico) entusiasmo, è arrivato il momento di porre fine alla prima parte del nostro progetto di rilancio dell’arte in generale e della poesia in paricolare. Vogliamo ora che gli autori e le personalità che hanno voluto aderire a questi nostri programmi possano ulteriormente svilupparli, e portarli al livello successivo. “
Un percorso che giunge al termine dopo essersi esaurito, dunque… “Al contrario: il nostro lavoro nel tempo ha acquisito un’importanza tale da non essere gestibile con il nostro vecchio approccio. Il compito mio e di chi con me ha retto il timone di questa nave finisce qui: la prossima tappa richiederà un equipaggio più grande, più numeroso e competente, perché il viaggio diverrà sempre più difficile, e sempre più bello. Una cosa è certa: siamo solo all’inizio”.
Un inizio pregnante ed estremamente significativo se è vero come è vero che la “scusa” dell’antologia mette insieme le menti di autori divenuti ormai pionieri e partecipi delle idee propugnate nel corso di tutto il progetto culturale; personalità che si incontrano tra le pagine di una raccolta alla quale, in questa occasione, già nel titolo è stata posta tutta l’indeterminatezza di un viaggio non organizzato volendo, con esso e con i contenuti che preannuncia, stimolare il desiderio di scoperta e di ricerca insiti, più o meno marcatamente, in ciascun individuo: “Ischia, un’isola di…” lascia quindi spaziare liberamente il lettore, persino con la fantasia, nel percorso non solo poetico, ma anche geografico, che si snoda tra versi multicolori e, parallelamente, tra lussureggianti paesaggi da ammirare nella loro maestosa e quieta bellezza.
Ischia si riconferma dunque come in passato catalizzatrice di fermenti culturali che ha poi proiettato verso il resto dell’Italia e del mondo – la cui rievocazione è l’idea di fondo che ha da sempre costituito l’anima dell’intero excursus – con la bellezza tanto potentemente rievocativa (o poetica direbbe qualcuno) del nostro vecchio scoglio che fa da cornice ideale per i sogni, a volte tristi ed a volte no, di un gruppo di stimati e talentuosi artisti.
Ci sono insomma tutti gli ingredienti affinchè l’ottimo successo di pubblico e di critica ottenuto dalla due precedenti puntate si ripeta: dall’intrinseco valore di un tema portante che incuriosisce e cattura l’attenzione, alla conferma di nomi eccellenti nella rosa degli autori (da Fabio Salvi a Luciano Somma, Nunzia Binetti, Albertoe Franco Calise, Clementina Petroni, Katia Massaro, Nunzia Zabardi…), al debutto assoluto di alcuni scrittori esordienti su cui i promotori si dicono pronti a scommettere fin da subito.
L’antologia va in definitiva a costituire uno dei rari medium che permettono ai giovani artisti di poter iniziare a respirare l’aria del mondo letterario, senza finire nel gigantesco tritacarne rappresentato dalla giungla del mondo editoriale di mainstream.
Il contraltare, l’alternativa che “La mia isola” è riuscita a costituire a due anni dall’inizio del progetto, fornisce invece prova inconfutabile di come tanti artisti brillanti possano essere messi insieme, e legati fortemente al territorio, sulla scorta di poche idee, ma originali e ben organizzate. In queste occasioni sarebbe facile parlare per metafore ricordando la proverbiale goccia nell’oceano, ma non è questo il caso, non più: cambia l’ordine di idee, cambiano le prospettive, anche quelle meramente legate a logiche di mercato, di una collana di opere che ha già dato ampiamente prova di poter figurare ottimamente finanche in importanti cataloghi di vendita italiani ed esteri. Forse è solo l’indizio di un viaggio portato a termine nel migliore dei modi. O forse, è più semplicemente la partenza verso la tappa successiva.
SEMPRE AL FIANCO DEI PIU’ DEBOLI
Vengo da una famiglia che traeva dal mare il suo sostentamento, e che aveva ben chiaro il senso dell’impegno sociale.
Il tempo lenisce ogni dolore, o almeno così recita un vecchio adagio. E se da un lato potrebbe sembrare pretenzioso da parte di chi scrive voler fare della filosofia così spicciola, rischiando addirittura di cadere nella banalità più dozzinale, d’altro canto non è possibile astenersi dal rimarcare come, in qualche caso il tempo si riveli meno efficiente nel guarire le ferite ossia del tutto incapace di riempire alcuni vuoti troppo profondi, troppo significativi.
Un anno fa moriva improvvisamente Il Direttore, Domenico Di Meglio, lasciando l’isola un po’ più sola, un po’ più indifesa, e molto meno raccontata. Da allora tante cose sono successe alla sua amata Ischia, e purtroppo non sempre si è trattato di eventi felici o fortunati: è passato solo un anno, ma guardando indietro sembra già un decennio, o forse di più. Un’eternità lunga dodici mesi che il Museo del Mare di Ischia Ponte, un’istituzione cara al Direttore che tanto l’ha difesa e tantissimo l’ha aiutata nella crescita, celebrerà con due differenti iniziative il prossimo 21 Marzo. Si tratta di un evento ideato, voluto e realizzato in prima persona dal responsabile del Museo stesso: Luciano Di Meglio, che è anche uno dei fratelli del fondatore de “Il Golfo”, e sembra che più di un semplice amarcord il tutto assuma quasi il carattere di una provocazione.
“L’iniziativa” – spiega l’ideatore- “ consiste di due parti: in primis scopriremo una targa in memoria di Domenico, e la porremo in un angolo della Stanza dei Pescatori. Sopra vi faremo incidere una delle sue più belle frasi, tratta dal libro che racconta la sua vita. Ci sarà, poi, la consegna del primo premio di giornalismo «Premio Domenico Di Meglio», che quest’anno sarà assegnato alla cronista del Tg5 Annamaria Chiariello, una professionista dalla serietà indiscussa che è sempre stata dalla parte di Ischia, e a cui Domenico voleva particolarmente bene; entrambi condividevano uno stile schietto e lucido, capace di parlare della gente alla gente, comprendendo e facendosi comprendere.”
Una commemorazione simile, seppure semplice e sobria, non corre il rischio di essere incoerente con lo spirito del commemorato stesso? Il Direttore notoriamente non amava incensarsi ed evitava volentieri riconoscimenti e deferenze.
“E’ un discorso un po’ diverso: sono sceso personalmente in campo perché mi sono reso conto che il ricordo di mio fratello stava già cadendo nel dimenticatoio: voglio dare un input, uno stimolo, sperando che la mia idea venga raccolta e sviluppata insieme con altri negli anni a venire: spero che altre persone, o magari che altri enti, possano riprendere in futuro la mia iniziativa, ampliarla, realizzarla meglio, darle più importanza e profondità. So che le mie forze sono quelle che sono, ma sentivo di dover dare uno shock onde evitare l’ennesimo buco della memoria della nostra storia recente e non. Ischia non può permettersi di dimenticarsi anche di Domenico. “
– “Anche” di Domenico?
– “L’ischitano ha sempre avuto il vizio di spremere quello che poteva dalle persone e poi dimenticarsene nel momento del bisogno. Mi viene in mente Mister Crispi, massaggiatore della Nazionale di Pallacanestro, che tanto diede alla nostra comunità per poi essere ignorato nei giorni del dolore. Voglio evitare il ripetersi di un caso simile… perché credo che anche da Domenico la gente abbia preso quello che poteva, abbandonandolo quando non serviva più.“
Parole abbastanza forti, ma cariche di tristezza più che di vera rabbia, altro segno evidente di come quest’anno appena trascorso, per qualcuno, sia pesato davvero quanto un secolo.
L’iniziativa del Museo del Mare sembra davvero unica al momento, con il suo proporre uno dei pochi tributi (se non il solo) che l’Isola Verde abbia voluto finora rendere ad uno dei suoi figli più illustri dodici mesi dopo la scomparsa. Domenico Di Meglio, ossia un cronista pluripremiato tenuto in gran stima da tutto il mondo della carta stampata, protagonista di un numero infinito di battaglie e di denunce che costituivano il segno più evidente, seppure non unico, del carattere battagliero che gli veniva riconosciuto anche dai più acerrimi detrattori. Sembra che nessuno ricordi, nessuno voglia ricordare, che siano stati tutti troppo presi da questi mesi frenetici per fermarsi un attimo in silenzio.
“Qualcosa l’avrà pur fatta” – Luciano sembra di nuovo amareggiato – “In un ambiente come il nostro, dove riesce solo chi ha potere economico o politico, un signore di nome Domenico Di Meglio ha provato con tutte le proprie forze a cambiare il corso degli eventi in meglio, a mettere in piedi qualcosa di duraturo, contrastando quell’atavico trend che vuole Ischia come un luogo dove solo chi ha tanto denaro da spendere possa riuscire a creare qualcosa di davvero importante”
Ma basteranno una targa ed un premio? Non ci troveremo di nuovo di fronte all’ennesimo caso di goccia nell’oceano? Avremo il piacere di vedere altre persone, altri enti, unirsi nel ricordo e rendere omaggio (in maniera umile, nel pieno rispetto dello spirito di chi viene onorato nella circostanza) al rimpiantissimo Direttore?
Per ora una risposta non c’è: o meglio, ce ne sarebbero tante, troppe, da dare tutte insieme, senza arrivare ad una soluzione esaustiva.
“Alla fine è rimasto da solo… ”- il concetto viene rimarcato da Luciano Di Meglio, un piglio guerriero che è tratto distintivo dell’intera famiglia. Ma speriamo si sbagli.
E’ raro che qualcuno riesca a dare tanto alla propria famiglia, alla propria collettività: in genere si prende quanto si può, senza restituire nulla, in un bilancio eternamente passivo. Ma è triste, tanto triste, pensare che anche quando accade il contrario, gli sforzi di chi si è tanto impegnato vadano persi, ignorati, obliati come cose da nulla, di poco conto. Ci vogliono le targhe ed i premi, sperando che le prime non prendano polvere e i secondi non perdano importanza. E’ così poco, dovrebbe e potrebbe diventare così tanto.
Un ultima cosa: possiamo anticipare la frase scelta per la piastra commemorativa, o almeno rivelare come inizia? Luciano sorride e concede l’anteprima: “Vengo da una famiglia che traeva dal mare il suo sostentamento, e che aveva ben chiaro il senso dell’impegno sociale. In memoria di Domenico di Meglio, sempre a fianco dei più deboli ”
Una frase è così poco, ma significa così tanto.
CORRIERE DELL’ISOLA ANNO XIV n°11 18-24 Marzo 2010