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L’editoriale del Direttore de “Il Dispari” e “tgischia.it” Gaetano di Meglio. Teatro ad Ischia: ci vuole partecipazione
Enzo Boffelli porta avanti la sua lotta “continua” contro la mancanza di un teatro stabile ad Ischia. Nel frattempo il resto dei teatranti fanno i fatti loro, organizzano prove, commedie (belle e brutte, fatte bene o fatte male) incuranti di chi “lotta”.
Enzo resta solo e monotono (nel senso di un solo tono) e non riesce ad incidere in quella che è ormai una mission su cui ha puntato oltre il 100%.
“Ci vuole un cambiamento”, è vero sono cose che si dicono da una vita, aspetti dello stesso giro di ruota, che ormai non fanno più notizia.
All’incontro di poco fa (che bello usare una forma diversa da ieri sera, un vantaggio solo di chi sceglie la nicchia dell’on’line…) per essere ottimisti erano presenti poco più di 35 persone. 35! Una manciata di persone leggermente interessante, presenti per facciata, per abitudine e qualcuno per interesse!. Un incontro che, nonostante il risultato, rappresenta una tappa importante nel cronoprogramma di questa battaglia.
Oltre i soliti noti non si è andati. Perché? Perché il problema non è di tutti. Perché la battaglia è di Enzo e resta sua… “tanto noi sappiamo come fare i furbi” è in parte la risposta non manifestata delle altre compagnie.
E’ questa la vera brutta piega che ha preso il nostro paese: la furbizia.
Mentre il mondo si muove perché è “indignato” noi andiamo avanti facendo i “furbi”.
Già, facendo i furbi, trovando il sotterfugio, il compromesso, svendendo i diritti e trasformando i valori in zerbini.
Il movimento del “Teatro ad Ischia” ha bisogno di partecipazione. C’è bisogno che alla voce di Enzo si aggiungano altre. C’è una motivazione da portare avanti che non può restare di uno.
Questa rivendicazione ha bisogno di personaggi e interpreti diversi. C’è bisogno di partecipazione!
Credo che Enzo Boffelli dovrebbe mostrare l’intelligenza di cedere il passo (solo momentaneamente) e pretendere da chi lo affianca – sempre che ne sia convinto – la manifestazione pubblica alla battaglia.
Bisogna, con i fatti e la dimostrazione pubblica, firmare il “Manifesto della Lotta per il Teatro ad Ischia”. Un testo che in realtà manca, ma che, invece, potrebbe essere scritto, (magari Gianni Vuoso ci può pensare a stilare un testo) sottoscritto e rispettato da quanti hanno davvero a cuore la “lotta”.
Un testo che, ed è brutto anticipare questo argomento, preveda in qualche modo anche un “dentro o fuori”. E’ venuto il tempo di alzare il sipario. Già, e cerchiamo di alzarlo mentre i furbi fanno i fatti loro… sai che sballo a sgamarli?…