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Apertura Mostre dal 5 Marzo 2013
C O N T A T T A C I emmegiischia@gmail.com
Apertura Mostre dal 5 Marzo
amiche dei progetti culturali
Ischia, un’isola di poesia
Ischia, un’isola di…
Antologie Poetiche a cura di
Roberta Panizza e Bruno Mancini
FRANCIS BACON
La visione della condizione umana, a cura di Sandro Parmiggiani
FRANCIS BACON. La visione della condizione umana, a cura di Sandro Parmiggiani
Francis Bacon (Dublino, 1909 – Madrid, 1992) ha profondamente segnato, con la sua opera, la storia dell’arte del Novecento. Nel 1944, quando la tragedia della Seconda guerra mondiale è ormai manifesta in tutta la sua crudeltà, anche se ancora non sono venuti alla luce gli orrori dei campi di sterminio, lui dipinge Tre studi di figure alla base di una Crocifissione (Tate Gallery, Londra) – la sua prima opera esposta in pubblico, nel 1933, aveva come soggetto la Crocifissione, che Bacon considera un simbolo di crudeltà, “un atto di comportamento dell’uomo”.
Immediatamente quelle sue contorte, mostruose figure (nella disposizione tipica dei suoi trittici, con un’immagine centrale e due laterali che guardano verso il centro), che si protendono in una sorta di urlo disperato – figure contese tra l’umano e il bestiale che in un qualche modo ci ricordano le forme di Picasso, fino a Guernica –, diventano emblema di ogni atrocità, dolore e solitudine della condizione umana, perennemente segnata dalla violenza, e si affermano nel panorama internazionale.
I riconoscimenti non tardano ad arrivare per questo artista sensibile e riservato, e tra gli altri ricordiamo: nel 1954, la partecipazione, nel padiglione inglese, alla Biennale di Venezia; nel 1962, la prima mostra antologica alla Tate Gallery di Londra (che gli dedicherà una seconda esposizione nel 1985) e quella alla Galleria d’Arte Moderna di Torino (in Italia Bacon viene presentato, a partire dal 1958, da varie gallerie: Galatea di Torino, L’Ariete di Milano, l’Obelisco di Roma, Toninelli di Milano, Marlborough di Roma); nel 1963-64 la retrospettiva al Guggenheim Museum di New York; nel 1971-72 la mostra Grand Palais di Parigi, e poi alla Kunsthalle di Düsseldorf – Parigi gli dedicherà, nel 1996, una memorabile mostra al Centre Pompidou –; infine, la mostra antologica al Palazzo Reale di Milano nel 2008.
L’esposizione di 54 opere grafiche (litografie e acqueforti-acquetinte) di Bacon, realizzate tra il 1966 e il 1991, appartenenti a una collezione milanese, ci consentono di ripercorrere la poetica dell’artista e di misurarci con il viluppo di sentimenti che lo guida nella realizzazione delle sue opere: “vorrei che i miei quadri apparissero come se un essere umano fosse passato su di essi… lasciando una scia di umana presenza e tracce mnemoniche di eventi passati”.
Tutti i soggetti del suo lavoro – che spesso vanno in scena in uno spazio teatrale, claustrofobico, magari su nudi tavolati o davanti a quinte, schiacciati da una invisibile pressione dello spazio che li circonda – sono rappresentati: dalla rivisitazione dell’Innocenzo X di Vélazquez e dell’Autoritratto di Van Gogh; dalla serie delle tauromachie agli studi dei corpi umani (magari raffigurati mentre sono impegnati nella lotta) e di particolari del loro progressivo sfacelo, della loro incipiente dissoluzione; dagli autoritratti (nei quali Bacon pare intento a rappresentare il divenire del proprio aspetto, giacché amava citare spesso una frase di Cocteau: “ogni giorno nello specchio contemplo l’opera della morte”) ai ritratti di amici e di persone colte negli atti quotidiani.
Benché si tratti di opere tratte – come è avvenuto, e avviene, per altri grandi artisti – da dipinti, e realizzate attraverso le tecniche della litografia e dell’acquaforte-acquatinta, queste opere svelano i motivi prevalenti del lavoro di Bacon, la sua idea della rappresentazione, in termini di una figurazione e di un realismo del tutto peculiari, che lui ha portato avanti – ricordiamo, a questo proposito, la grande influenza che Bacon ebbe, negli anni Cinquanta e nei primi anni Sessanta, sulla cosiddetta “nuova figurazione” internazionale e il ruolo primario giocato in quella che è stata definita “la Scuola di Londra” –, e le fonti del suo immaginario.
Da questo punto di vista, anche sulla base dello studio sulle fonti di Bacon elaborato da Michael Peppiatt, numerosi sono i riferimenti: la pittura (Cimabue, Piero della Francesca, Grünewald, le forme nude e contorte di Michelangelo, Rembrandt, Vélazquez, Goya, Van Gogh, il Monet delle Ninfee, la rappresentazione del movimento fatta dai futuristi, Picasso, Matisse); la fotografia (Muybridge per i corpi in movimento, le immagini di pugili e di atleti, le fotografie mediche, con particolare riferimento a quelle che mostrano certe malattie della pelle, le immagini delle posizioni dei corpi suggerite dai manuali delle radiografie, fotogrammi de La corazzata Potëmkin di Ejzenstein e fotografie di guerra, le immagini di due emblemi del male, come Himmler e Goebbels, che Bacon teneva appese nello studio); la letteratura (la tragedia greca, Shakespeare, le lettere di Van Gogh, La terra desolata di T.S. Eliot, alcune poesie di Yeats).
Qualunque sia la fonte segreta delle sue opere, manifesta è l’intenzione dell’autore: fare vivere a colui che guarda l’esperienza del confronto con quella che lui ritiene l’essenza della condizione umana, provocando in lui una reazione catartica, di coinvolgimento emotivo.
L’esposizione – ideata da Alfredo Paglione e promossa e organizzata dalla Fondazione Carichieti – è accompagnata da un catalogo, edito da Allemandi, con testi di Achille Bonito Oliva, Sandro Parmiggiani (curatore della mostra e del catalogo) e brani tratti dal testo introduttivo al Catalogue raisonné de l’oeuvre graphique di Bruno Sabatier, pubblicato nel 2012.
Conferenza stampa e preview: sabato 9 marzo 2013 ore 11.30
Data inaugurazione: sabato 9 marzo 2013 ore 18 Periodo di apertura al pubblico: 9 marzo – 5 maggio 2013 Il museo resterà aperto al pubblico, con orario 10- 13/ 16-20, anche nei seguenti giorni festivi:
DOMENICA 31 MARZO, GIOVEDI’ 25 APRILE, MERCOLEDI’ 1 MAGGIO Visite guidate su appuntamento previa prenotazione obbligatoria Redattore: RENZO DE SIMONE
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Data Fine: 05 maggio 2013
Costo del biglietto: gratuito
Luogo: Chieti, S.E.T. Spazio Esposizioni Temporanee, Palazzo de’ Mayo
Orario: dal martedì al venerdì 10 – 13 sabato e domenica 10- 13/ 16- 20 Chiuso tutti i lunedì
Sculture da ridere.
Da Cecioni a Ghermandi.
Sculture da ridere. Da Cecioni a Ghermandi. Tra Ottocento e Novecento, un secolo di caricatura e satira nella scultura italiana
“Il Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento ”Oltre 170 opere tra terrecotte, bronzi, gessi, disegni e dipinti, svelano per la prima volta un secolo di caricature e satira nella scultura italiana. E’ questa la mostra Sculture da ridere. Da Adriano Cecioni a Quinto Ghermandi.
Tra Ottocento e Novecento, un secolo di caricatura e satira nella scultura italiana che si svolgerà dal 10 marzo al 19 maggio 2013 nello spazio mostre temporanee Ernesto Galeffi del Museo Civico Il Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento a Montevarchi (Ar) in Via Burzagli n. 43.
Un evento organizzato dal Comune di Montevarchi, Assessorato alla Cultura, insieme all’ Associazione Amici de Il Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento, Genus Bononiae e Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, curato dal direttore scientifico del museo civico di Montevarchi prof. Alfonso Panzetta.
L’iniziativa ha il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Arezzo, della Fondazione Carnevale di Viareggio e il sostegno e la collaborazione di Edizioni Fioranna, Accademia di Belle Arti di Bologna – Scuola di Restauro, Unipol Assicurazioni.
Dopo Montevarchi la mostra avrà un secondo allestimento dal 20 giugno al 22 settembre 2013 a Bologna, presso Casa Saraceni, spazio espositivo della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.
Il tema della caricatura è stato spesso indagato soprattutto nell’ambito della pittura e della grafica.
L’attenzione per questo genere nel campo della scultura si è sempre limitata alle citazioni delle opere di H. Daumier, che ai primi dell’Ottocento ritraeva i politici francesi dell’epoca, e delle straordinarie e rarissime terrecotte prodotte nella seconda metà del XIX secolo dal macchiaiolo Adriano Cecioni suggerendo, di fatto, l’idea che gli scultori non fossero interessati alla caricatura. Idea che è assolutamente non corrispondente alla verità storica. Da circa un anno Il Cassero per la Scultura Italiana dell’Ottocento e del Novecento, riconosciuto dalla Regione Toscana come museo di eccellenza, ha avviato un’indagine su questo genere nell’arte plastica italiana; una ricerca che getta nuova luce su un genere artistico così poco conosciuto. Sono stati individuati i lavori di una quindicina di artisti attivi in diverse regioni. Di alcuni di questi autori la produzione caricaturale era del tutto ignorata e sono stati trovati consistenti nuclei totalmente inediti. Tra le opere esposte una dozzina sono dei macchiaioli, il già citato Adriano Cecioni e Angiolo Tricca tra terrecotte policrome e tavole caricaturali. Umberto Tirelli, modenese che ha vissuto a lungo a Bologna, grande disegnatore di caricature per i più importanti periodici italiani tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, sarà presente con oltre venti caricature in terracotta dipinta, tutte assolutamente inedite, tra le quali quelle di Giosuè Carducci, Guglielmo Marconi, Eleonora Duse, Emma Gramatica e Primo Carnera.
Poi tavole colorate e un grande dipinto inedito raffigurante il Caffè Nazionale di Bologna, popolato delle caricature di personaggi e artisti della Bologna degli anni Venti del Novecento. Di Cleto Tomba, bolognese, sono state selezionate una trentina di terrecotte policrome di grande effetto, molte inedite; mentre di Quinto Ghermandi sarà esposto un importantissimo nucleo (circa sessanta pezzi) di piccole terrecotte policrome satirico-caricaturali mai presentate prima di soggetto politico, riferite a personalità della Prima Repubblica. Tale sezione sarà riservata a un pubblico adulto per la particolare trattazione di personaggi politici come, tra gli altri, Nilde Jotti, Berlinguer, De Mita, Andreotti, Napolitano, Pertini, Craxi, Fanfani, Spadolini e Di Pietro. In allestimento figurano anche opere di Leonardo Bistolfi, Enrico Caruso, Ettore Ximenes, Felice Tosalli, Giuseppe Renda, Timo Bortolotti, Rodolfo Castellana, Amilcare Guido e Renato Brozzi.
Inaugurazione: sabato 9 marzo ore 10.30
Orario:
Giovedì e venerdì: 10-13 e 15-18 Sabato e domenica: 10-13 e 15-19 Primo giovedì del mese: 21.30-23.30 Aperto anche 1, 29, 30 aprile e 1 maggio Biglietto: intero: € 7,00 CARD (Mostra Il Cassero): € 8,00 ridotto CARD: € 5,00 (under 18, over 65, soci COOP, CTS, ISIC, ITIC, possessori, possessori di Edumusei Card, tessera ICOM, biglietto Carnevale di Viareggio) gratuito: under 6 Redattore: ANTONELLA CORONA
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Data Fine: 19 maggio 2013
Luogo: Montevarchi, Museo Civico – (nello spazio mostre temporanee “Ernesto Galeffi”)
MICHELANGELO ANTONIONI
Michelangelo Antonioni (1912-2007) è uno dei padri della modernità cinematografica. La sua opera ha oltrepassato i confini della settima arte: è stata profondamente ispirata dalle arti figurative e ha esercitato a sua volta su di esse un notevole ascendente, come sul cinema di ieri e di oggi.
A celebrare il maestro ferrarese sarà una grande mostra, a cura di Dominique Païni – già direttore della Cinémathèque Française e del Dipartimento per lo sviluppo culturale del Centre Pompidou -, organizzata da Ferrara Arte e dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara-Museo Michelangelo Antonioni, in collaborazione con la Cineteca di Bologna.
La rassegna, che si inserisce nel calendario delle celebrazioni per il centenario della nascita del regista, ripercorrerà la parabola creativa di Antonioni accostando i suoi lavori a opere di grandi artisti, come De Chirico, Morandi, Rothko, Pollock, Burri e Vedova, e offrendo un inedito e suggestivo dialogo tra film e pittura, letteratura e fotografia.
Al pari di Roberto Rossellini, Michelangelo Antonioni ha contribuito al passaggio dalla vocazione realista del cinema italiano alla sua ambizione di farsi pensiero, come testimoniano Cronaca di un amore, La signora senza camelie e Il grido, contraddistinti da una scrittura cinematografica fatta di rotture, di misteri e di disgregazione.
La trilogia in bianco e nero, costituita da L’avventura, La notte, L’eclisse, la sperimentazione cromatico-narrativa di Deserto rosso, i capolavori della maturità come Blow Up, Zabriskie Point, Professione: reporter e Identificazione di una donna, formano una costellazione di opere la cui forza non è stata ancora scalfita.
Con film come questi egli ha sondato l’animo umano con sguardo innovatore, radiografando le inquietudini del mondo contemporaneo senza mai abbandonare eleganza e seduzione.
Questa straordinaria carriera sarà raccontata a partire dal prezioso patrimonio di opere, oggetti e documenti relativi alla vita e al lavoro del regista di proprietà del Comune di Ferrara: i suoi film e documentari; le sceneggiature originali e le fotografie di scena; la biblioteca, la discoteca, gli oggetti personali e professionali che parlano delle passioni di Antonioni; l’epistolario intrattenuto con i maggiori protagonisti della vita culturale del secolo scorso, da Roland Barthes a Luchino Visconti, da Andrei Tarkovsky a Giorgio Morandi.
Un’ampia selezione da questo fondo sarà presentata assieme a opere di altri artisti e testimonianze varie di registi, attori, letterati e intellettuali in un allestimento di grande fascino che metterà in scena un racconto per immagini, suoni e parole attorno ai temi e alle polarità che hanno segnato la poetica del maestro.
Le leggendarie nebbie della bassa padana che compaiono nei suoi primi film verranno evocate in contrappunto ai deserti aridi e polverosi delle pellicole della maturità; a loro volta, le visioni della metropoli moderna, spesso ispirate alle atmosfere sospese della pittura metafisica, si alterneranno alle lucide premonizioni del disastro ecologico e della crisi finanziaria, sociale e ideologica che incombe sulla società dei consumi.
Nel contempo, la bellezza “notturna” della Bosè e la solarità della Vitti delineeranno i due poli dell’immaginario femminile di Antonioni, mentre l’indolenza dei suoi personaggi maschili sarà opposta alla rappresentazione della vitalità ribelle delle giovani generazioni. Sullo sfondo, come un autentico filo rosso lungo tutto il percorso espositivo, risalterà la costante seduzione del regista per l’immagine, sia essa un dettaglio catturato dalla realtà – dal documentario all’ingrandimento fotografico – o una reinvenzione fantastica, come negli acquerelli delle Montagne incantate.
Ne emerge un ritratto artistico a tuttotondo che permette di documentare, con rara esaustività, la vita di uno dei più grandi cineasti del Novecento, gettando uno sguardo nuovo sul suo lavoro e offrendo una testimonianza viva della sua forza creativa e dell’intramontabile attualità della sua poetica e della sua opera.
In attesa dell’apertura dell’esposizione, le celebrazioni per il centenario della nascita di Antonioni saranno inaugurate, a partire dal 29 settembre 2012, da un calendario di iniziative quali la presentazione della rassegna cinematografica completa dell’opera del maestro, organizzata da Arci Ferrara e dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara-Museo Michelangelo Antonioni, e da un convegno internazionale dedicato al regista, a cura dell’Università degli studi di Ferrara. Il ricco programma dell’anno antonioniano sarà inoltre caratterizzato da una serie di appuntamenti che coinvolgeranno il mondo associazionistico ferrarese.
Redattore: ANTONELLA CORONA
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Data Fine: 09 giugno 2013
Luogo: Ferrara, Palazzo dei Diamanti
Città: Ferrara Indirizzo: Corso Ercole I D’Este n. 21 Provincia: (FE) Regione: Emilia-Romagna |
Indagini archeologiche a Cattolica
La mostra è dedicata alla prima campagna di scavo archeologico che nel 2004, a seguito di precedenti sondaggi, venne effettuato nel centro della città (Via Carlo Marx) nell’area di proprietà Pritelli.
Il settore era certamente rilevante per la città di Cattolica, essendo limitrofo all’area archeologica ancora oggi visitabile, che negli anni ’60 era stata oggetto di ampi scavi da cui erano emerse le tracce di un possibile luogo di sosta lungo la Flaminia.
Lo scavo del 2004 ha portato alla luce alcune strutture murarie e cortilizie che sembrano confermare il ruolo preminentemente utilitaristico dell’intero complesso, la cui costruzione e risistemazione aveva reso necessario tra l’altro il drenaggio del suolo, ottenuto con una serie di anfore distese e infilate l’una nell’altra. Le fasi di vita dell’area sono le medesime già indicate dallo studio della Ex Piazza del Mercato Ortofrutticolo: installazione in età augustea, un secondo impianto tra fine I sec. d.C. e inizi II sec. d.C., abbandono e trasformazione dell’area verso la fine del III secolo.
Raffaella Angelini ha studiato i materiali e lo scavo 2004 dell’Area Pritelli per la tesi di laurea magistrale sostenuta presso l’Università di Bologna, relatore la Prof.ssa Daniela Scagliarini Corlaita.
In occasione dell’inaugurazione della mostra, domenica 10 marzo, alle ore 17.30, l’Angelini presenterà il risultato della sua ricerca e illustrerà alcuni dei materiali più significativi tra quelli rinvenuti, gli stessi che saranno esposti: ceramiche soprattutto, poi anfore, qualche moneta, oggetti in metallo, un interessante strumento tubolare in osso a punta acuminata, quasi certamente uno stilo per la scrittura su tavolette cerate, segni e segnali della vita quotidiana della città nella prima e media età romano-imperiale. Lo scavo Pritelli proseguì poi nel 2010 e coinvolse tutto il settore di fianco a Via XXIV Maggio, restituendo alla città un ampio spaccato di archeologia urbana di cui lo studio è ancora in corso, consentendo una lettura complessiva dell’area, da cui si evince ancora una volta il ruolo eminentemente commerciale-artigianale, piuttosto che residenziale, di tutto il settore a mare della antica Flaminia.All’inaugurazione e alla successiva conferenza interverranno l’Assessore alla Cultura, Anna Sanchi, e l’archeologa della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, Annalisa Pozzi, funzionario di zona.
Maria Luisa Stoppioni, responsabile del Museo e degli scavi 2004 e 2010, sarà disponibile a rispondere ad eventuali domande sui recenti rinvenimenti. Redattore: CARLA CONTI
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Data Fine: 15 settembre 2013
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Luogo: Cattolica, Museo della Regina
Orario: martedì – giovedì: 9,30-12,30 / venerdì – sabato: 9,30-12,30; 15,30-19 / domenica: 15,30 – 19
Gabriele D’Annunzio
Data Inizio:12 marzo 2013
Data Fine: 29 settembre 2013 Costo del biglietto: Euro 2,00 intero; Euro 1,00 ridotto; Orario: Dal 12 al 16 marzo 2013, dalle 9.00 alle 20.00; Poi, tutti i giorni, dalle 9.00 alle 14.00
Marco Tirelli IMMAGINARIO
Data Inizio:13 marzo 2013
Data Fine: 15 maggio 2013 Costo del biglietto: libero; Prenotazione: Nessuna Luogo: Roma, Palazzo Poli Orario: 10,00-19,00
ERCOLANO Colori da una città sepolta
Data Inizio:15 marzo 2013
Data Fine: 15 aprile 2013 Costo del biglietto: inclusa nel costo d’ingresso del Museo; Prenotazione: Nessuna Luogo: Napoli, Museo Archeologico Nazionale Orario: 9-19,30
MEMORIA OBLITERATA Hannu Palosuo
Data Inizio:15 marzo 2013
Data Fine: 26 maggio 2013 Costo del biglietto: gratuito; Prenotazione: Nessuna Luogo: Roma, Museo H.C.Andersen Orario: 09.30 – 19.30 (ultimo ingresso ore 18.30)
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1) La sezione culturale di un settimanale cartaceo
2) Uno spazio d’informazione culturale e di riproduzione video all’interno del palinsesto di una tv (digitale terrestre e web),
3) Il coordinamento e la gestione delle informazioni culturali per i sei comuni dell’isola d’Ischia del portale IDC “Italia Della Cultura” http://ischia.italiadellacultura.it/ ,
4) Una testata giornalistica on line
5) Il sito www.emmegiischia.com,
6) Servizi di grafica, di editing, e di stampa per ogni tipo di pubblicazione
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Bruno Mancini
Cell. 3914830355 tutti i giorni dalle 14 alle 23
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Bruno Mancini, ideatore del progetto culturale “Le nostre isole”
Il progetto culturale LENOIS nasce dal desiderio di costruire una TRIBU’ di Artisti (Poeti, Narratori, Pittori ecc) che non si accontenti di rimanere segregata tra le quattro mura dei propri “siti”, ma decida di dare battaglia con le stesse armi e sullo stesso campo ove spadroneggiano banalità edulcorate omologate e massificate, e voglia farlo accettando di utilizzare a tale scopo alcune forme pubblicitarie come veicolo promozionale.
Da Ischia, l’Arte – terza serie
Anniversario “Il Dispari” e presentazione “Adotta una poesia”
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