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Stavo ore in un stanza
solo compilavo versi
I versi di un tempo.
Lei tutta sola in salotto
Sul divano e un televisore,
Erano attimi di un tempo insieme.
Andava dicendo che stavo ore
In una stanza solo.
In quella stanza dove scrivevo versi
frustrati del suo già abbandono,
Prima dei versi si faceva l’amore
Quello semplice senza presunzioni
Ne proponendo ne dichiarando
Semplice come acqua e il fuoco
erano mesi che mi aveva abbandonato
ogni mese valeva un anno.
Ora mi giro dietro
In un monitor vedo
Una donna cinquantenne
con un vestito di quindicenne.
Non mi domando chi ha perso la testa,
l’abbiamo persa entrambi
pero
mi trovo molto più avanti.
Avanzo lento:
Qualche volta mi trovo nello stesso letto
Mi trovo con una con due
E sogno di trovarmi con più di due
Che fanno l’amore tra loro
Io seduto sulla poltrona
dove facevo l’amore con l’amore
con un forchettone tra le mani
come se fossi il re dell’inferno.
L’amore l’unica mia certezza
è un tempo di felicità che porta all’infelicità
Il ricordo non vale la pene ricordarlo.
Grazie a loro sono contento
Di essere divenuto il diavolo
Perché l’uomo è uguale a ogni uomo:
La donna è un essere speciale
Superiore divino.
Per l’uomo capirle
Perde tempo nei casi gravi perde la testa.
E son contento di bere il sangue degli idei
Anche essi son fantasia :
la fantasia è per le teste vuote
che si condizionano da tutte le forme
politiche e religiose
come l’amore
E tu uomo
Che dici a tuo figlio sposati e fatti una casa
Non glielo dici
ne da padre ne da madre
ne da uomo ne da donna
ma
da diavolo.
Poesia di vito vitaliano iacono
Del 30 gennaio 2005
aito
monte epomeo.