Come i cinesi – volume secondo – Ambiguità capitolo 6

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Come i cinesi – volume secondo – Ambiguità capitolo 6

Ambiguità capitolo 6

Capitolo 6° 

Io non sono né Gino né Lelio e tu non sei Clara e neppure Antonella.

Terminata la stesura del breve racconto, riportato nelle pagine precedenti (tuttora senza titolo ma che forse chiamerò “Clara e Gino, o Come i cinesi”), per il quale mi ero impegnato durante alcuni giorni con un ritmo di lavoro miscelato in una turbolenza assolutamente priva di regole, tentavo di celare il pizzico d’emozione che di solito libero in queste occasioni.

A tavola, nel bagno, di notte, in auto, al telefono, durante qualunque incontro, spettacolo, azione, mi era accaduto, spesso e comunque, di essere assalito dalla necessità di scrivere, cancellare, modificare, dettagliare, correggere.

Il capoverso iniziale “Se non c’è più niente, e niente c’è da difendere, voglio conservare la memoria, le mie memorie per cercare di dare un senso ed un seguito all’assurdo tentativo di far quadrare il cerchio (tu cerchio io quadrato) che ho esasperatamente inseguito.” era stato l’oggetto della prima indecisione, trattenendomi a lungo sulla ipotesi di cambiamento da “tu cerchio io quadrato” a “lei cerchio io quadrato”.

L’ultimo contrasto, molto cruento, quasi una rissa tra la mia immaginazione e la flebile logica che ne tollerava le stravaganze accondiscendendo fino al limite dell’impossibile, questo contrasto, infine perdente per la fantasia svolazzante, verteva intorno alla ipotesi di abolire completamente il breve capitolo finale e di formulare una postilla, da inserire addirittura dopo la parola fine, composta con sole cinque parole “Due giorni dopo si uccise”.

Avevo, di certo, trasmesso lo scomposto dimenarmi in difesa ora dell’una ora dell’altra tesi dal piano mentale anche a qualche tipica funzione fisica, somatizzandolo in maniera visiva.

Tutto ciò non era sfuggito alla tua attenzione.

Neppure era passato inosservato il modo liberatorio con il quale avevo depositata la penna sul tavolo mediante un lancio ben calibrato, un gesto improvviso e rapido, di appagante soddisfazione che la faceva rotolare sul vetro verde oliva della scrivania da sempre ingombra di fogli frammisti a cicche, libri e bicchieri semivuoti.

Né per te era rimasto inavvertito il movimento delle labbra, poco più di un sussurro soddisfatto, quasi un soffio prolungato, in accompagnamento alla parola fine che stavo scrivendo, a grandi lettere, sull’ultima pagina del blocco di fogli strapazzati sotto il graffiare disarticolato della mia solita scrittura nervosa ed incomprensibile.

Ti sei, semplicemente, seduta sulla sedia accanto, mi hai fissato.

Serena, tranquilla, distesa.

Davanti a cosa?

Impossibile sottrarsi al magnetismo, impossibile fuggire dalla gabbia: mi stavi lentamente chiudendo in una gabbia non eludibile.

Qualunque azione diversiva tentassi, si trasformava immediatamente in fasulla, stupida, ed inadeguata a liberarmi dalla docile oppressione della tua semplicità gestuale.

Ricalcavo la parola fine, la ripetevo con forme diverse, la infiocchettavo con volute di segni strani e indecifrabili, tutto inutile, i tuoi occhi ne illuminavano i contorni tanto intensamente da condurmi in un globo di luce privo di uscite visibili.

Mi chiedevo “Quanti minuti mancano?”, mentre le tempie mi pulsavano oltre ogni controllo.

Tentavo di sistemare il disordine dei fogli sparsi ovunque, illudendomi, infatti, il respiro uguale che muoveva il tuo petto, placido, disteso, continuava ad immobilizzarmi con un fluido di etere impercettibile.

Mi raccomandavo “Non posso distrarmi”, intanto che le mie gambe continuavano a vibrare per proprio conto come  se fossi una marionetta abbandonata da un teatro dei pupi. Cercavo il pacchetto di sigarette, accendevo ed iniziavo a fumarne una, ma ero sconfitto, poiché come una piccola poesia d’amore la tua mano portata alla tempia creava nel fumo uno svolazzo dietro cui mi andavo perdendo senza speranza.

M’imponevo “Non devo parlare” ma non fino al punto da riuscire a fermare una parola:

-«Allora?»

-«Allora cosa?»

Notte, giorno

notte giorno

e via ancora.

Complicità di cambi

forme ermafrodite

due solitudini.

-«È l’ora non ti prepari?»

-«Non vado.»

Finalmente!

Il dubbio, proprio il dubbio, lo stesso dubbio,

prendeva il mio posto nella gabbia, liberando contemporaneamente la mia esistenza.

Incredibile.

Ripopolavo lo spazio, dimensionavo il tempo.

Incredibilmente semplice.

Un processo di trasformazione, io credo alle tue parole, avvenuto con immediatezza, da Corea a Chopin, superando d’un balzo qualsiasi analisi.

Un altro piccolo passo, pronte le bende.

-«Perché?»

-«Non vado.»

Ti ho abbracciata pensando “Povero amore mio, che tristezza mi incute la tua pena -forma più semplicistica della pietas cristiana-; che tenerezza mi agita la tua paura -di un salto che ti gratifica solo se paracadutato (infine da me)-; che passionalità mi suscita la tua debolezza di non aver saputo odiare, di non vivere per vendetta ma solo dei loro rispettivi desideri; che coraggio capirti ancora e sempre riottosa non a confronto di intuito di sensazioni (le credi tue prerogative), bensì di parole vere e  conseguenze precise e logiche.

Ritrovi il sonno.

Ricerchi il mio incontro.

Ti bastano risate semplici.

Vorresti più che sentirti libera essere libera.

E come fai!

Col rimpianto di un salto andato deluso nel momento dello stacco?

Con me presente?

Amandomi?

Ingenua e candida.

Io voglio e tu vorrai di più e meglio!», e dicendo:

-«Vengo un poco ad abbracciarti.»

 TESTO COMPLETO IN LETTURA LIBERA

Dedica – Introduzione

Ambiguità

Capitolo 1Capitolo 2Capitolo 3Capitolo 4Capitolo 5Capitolo 6Capitolo 7Capitolo 8Capitolo 9Capitolo 10

Il nodo

Il nodoCosì e cosìIl premioLa coda

Il chioccolo del fringuello

Il chioccolo del fringuello

Come i cinesi volume secondo

Come i cinesi volume secondo di Bruno Mancini

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Come i cinesi volume secondo

seconda edizione

ID 29z5vq

ISBN 978-1-4710-5423-5

Bruno Mancini
ISBN 978-1-4710-5423-5
Versione 4 | ID 29z5vq
Creato: 13 settembre 2022
Modificato: 14 settembre 2022
Libro, 98 Pagine
Libro stampato: A5 (148 x 210 mm)
Standard Bianco e nero, 60# Bianco
Libro a copertina morbida
Lucido Copertina
Prezzo di vendita: EUR 14.00

Titolo Per Aurora volume quarto
Sottotitolo Il Libro di Sonia – Il Nodo
Collaboratori Bruno Mancini
ISBN 978-1-4710-5423-5
Marchio editoriale Lulu.com
Edizione Nuova edizione
Edizione ampliata
Licenza Tutti i diritti riservati – Licenza di copyright standard
Titolare del copyright Bruno Mancini
Anno del copyright 2022

Dialoghi, intimità, ragionamenti, passioni, le irrazionali note, cadute, catarsi, sdegni, i vari volti di un atto, gli equivoci, i nodi, le sfide, i sensi dei vinti, i come, perché, dove, se, che abbiamo macinato più contro di noi per dare che non verso di noi per avere, più sciocchi per idoli che lucidi d’esperienze, sempre senza pause catalizzatrici.

Per Aurora volume secondo

TESTO COMPLETO IN LETTURA LIBERA

Come i cinesi – volume secondo

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Racconti

Ambiguità

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Il chioccolo del fringuello

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