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Come i cinesi – volume secondo – Ambiguità capitolo 1
Ambiguità capitolo 1
Se non c’è più niente, e niente c’è da difendere, voglio conservare la memoria, le mie memorie per cercare di dare un senso ed un seguito all’assurdo tentativo di far quadrare il cerchio (lei cerchio io quadrato) che ho esasperatamente inseguito.
Scoprirono
vicoli storti in curve rapide,
a getto,
in fughe di risse
e c’erano voglie di addii.
Dialoghi, intimità, ragionamenti, passioni, le irrazionali note, cadute, catarsi, sdegni, i vari volti di un atto, gli equivoci, i nodi, le sfide, i sensi dei vinti, i come, perché, dove, se, che abbiamo macinato più contro di noi per dare che non verso di noi per avere, più sciocchi per idoli che lucidi d’esperienze, sempre senza pause catalizzatrici.
Voglio conservare le mie memorie completamente libere da sovrapposizioni di tempi e da confronti con altre prospettive.
Vento fasciato a pelle
sbalzi, stridori
stimoli
stimoli
stimoli a lacrime.
Fino a giovedì 24 Ottobre (anzi notte tra mercoledì e giovedì), salvo due precisi momenti, non avevo vissuto in maniera passionale questa storia; voglio dire che non avevo vissuto sommerso in una impulsività irrazionale, bensì teso ad una conquista, con un impegno certo asfissiante perché in definitiva vestito di spregiudicatezza, cinismo, attesa, provocazione.
Solo ho detto, due momenti di passionalità, di uno forse scriverò più avanti, anche se mi era parso influente nel mio-suo quesito. L’altro, vissuto insieme con lei, lo definirei caratterizzato dallo sgomento di essere stato svegliato ormai suicida, piuttosto che rivolto privo di forze verso una borraccia quasi vuota, per aver temuto, come mio solito, il deserto lento ed agonizzante.
Innumerevoli precedenti corse verso un miraggio, scontri, mondi buttati all’aria, silenzi interminabili e confini non raggiunti, avevano avuto esiti differenti.
Risvegliato da lei vicina, lei proprio lei e non un’altra qualsiasi forma più o meno definita, che mi piangeva addosso urlando “Perché?! Dimmi che non è vero”.
Io dormo tu vivi
io dormo tu vivi
languori, stasi, fughe, arresti.
Per ora è notte.
Ho sciolto nei tuoi sogni solari
emozioni di sfide cieche.
Non a caso ho paragonato lei, Clara, al cerchio (rotolante) ed ho tenuto per me la figura del quadrato, base di solidi difficili da trasportare e da trapiantare.
Non per caso, ma giacché le mie scelte sono state
costruite con raziocinio, difese con tenacia, e possedute con incoscienza.
Non potevamo tornare macchiato io, e la mia Clara mortificata, ad essere vivi in un rapporto -questo non lo avevamo mai detto- quasi unico e totale.
Prese il cuore in mano, e come lei sola sapeva fare mi convinse del contrario.
Giorni stupendi.
Mesi indimenticabili.
Brulichio di cento palline
buttate a caso insieme
per terra.
Come fai a parlarmi?
Parlano a tratti più occhi che bocche
Poi, lentamente, in maniera quasi impercettibile, ora dopo ora, giorno dopo giorno, una nuova abitudine aveva preso il timone del nostro tempo: un qualsiasi banale grattare tra avanzi, una angoscia di rammendi.
Ricuciture in definitiva per un vestito logoro, ormai fuggito al buio della notte, da fare apparire alla luce dei neon.
Toccava a me tracciare una nuova linea di speranza proiettata nel futuro.
“Io ero una bestia rara”.
Ricordo il senso
non cerco confronti
mi mancano regole.
Vogliamo nostri colori separati
creiamo nodi con paglie
spingiamo ruote quadrate.
Rileggendo mi è venuta voglia di modificare in parte il taglio quasi di “resoconto diaristico” apparentemente prevalente, ma poiché ho anche ricevuto la chiara sensazione che i temi trattati sono da approfondire, mi sento determinato nel proseguire almeno fino a ricordare quante rare volte avevamo parlato intensamente -in ogni caso come mai prima senza i miei ablativi assoluti ed i suoi distratti svolazzi-, e che le avevo rotto un equivoco:
-«Libertà».
L’essere stato io a farlo e non lei a capirlo, ci aveva lasciati pieni di lividi e privi di aiuti.
Chi veglia la notte della
notte del dopo?
Sull’argine?
Al senso di frasi?
A comporre immagini?
Strappando agguati e affanni?
TESTO COMPLETO IN LETTURA LIBERA
Dedica – Introduzione
Ambiguità
Capitolo 1
Il nodo
Il chioccolo del fringuello
Come i cinesi volume secondo
Come i cinesi volume secondo di Bruno Mancini
ACQUISTA COM www.lulu.com
Come i cinesi volume secondo
seconda edizione
ID 29z5vq
ISBN 978-1-4710-5423-5
Bruno Mancini
ISBN 978-1-4710-5423-5
Versione 4 | ID 29z5vq
Creato: 13 settembre 2022
Modificato: 14 settembre 2022
Libro, 98 Pagine
Libro stampato: A5 (148 x 210 mm)
Standard Bianco e nero, 60# Bianco
Libro a copertina morbida
Lucido Copertina
Prezzo di vendita: EUR 14.00
Titolo Per Aurora volume quarto
Sottotitolo Il Libro di Sonia – Il Nodo
Collaboratori Bruno Mancini
ISBN 978-1-4710-5423-5
Marchio editoriale Lulu.com
Edizione Nuova edizione
Edizione ampliata
Licenza Tutti i diritti riservati – Licenza di copyright standard
Titolare del copyright Bruno Mancini
Anno del copyright 2022
Dialoghi, intimità, ragionamenti, passioni, le irrazionali note, cadute, catarsi, sdegni, i vari volti di un atto, gli equivoci, i nodi, le sfide, i sensi dei vinti, i come, perché, dove, se, che abbiamo macinato più contro di noi per dare che non verso di noi per avere, più sciocchi per idoli che lucidi d’esperienze, sempre senza pause catalizzatrici.
Per Aurora volume secondo
TESTO COMPLETO IN LETTURA LIBERA
Come i cinesi – volume secondo
seconda edizione
Racconti
Ambiguità
Il nodo
Il chioccolo del fringuello
Come i cinesi – volume secondo
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Racconti
Ambiguità
Il nodo
Il chioccolo del fringuello