Burri e la rivoluzione nell’arte del ‘ 900

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BURRI IN MOSTRA A CITTA’ DI CASTELLO

Nel panorama dell’Informale che guarda ad una rappresentazione astratta di tipo segnico con cui definire la realtà nei suoi diversi aspetti si inserisce con una connotazione originale l’opera di Alberto Burri. Nato a Città di Castello (Perugia) il 12 marzo del 1915 e morto a Nizza il 13 febbraio del 1995, dopo la laurea in medicina e successivamente all’esperienza della guerra si dedica all’arte passando dalla gestualità pittorica dell’espressionismo astratto di stampo americano e dall’arte informale europea, ad una diversa concezione di rappresentazione che privilegia l’uso di materiali insoliti, “poveri” e industriali in modo del tutto nuovo. Da ampio spazio a diversi materiali: dalla sabbia, al catrame, dalla iuta alla plastica. E’ alla fine degli anni quaranta che da vita ai “paesaggi del materiale” dipinti in rilievo dall’aspetto bidimensionale che condizioneranno gli artisti di diversi movimenti come gli esponenti del Neo Dadaismo, dell’ Arte Processuale e dell’ Arte povera.

Alberto Burri in mostra a Città di Castello

Alberto Burri in mostra a Città di Castello

Un’arte materica che trova precedenti nei collage dei cubisti, nel polimaterismo futurista, nella teoria della ricomposizione (“ready-made”) di Duchamp e ancora negli assemblaggi di Arp e nel materismo di Fautrier. La sua pittura materica fa vivere materiali quali: sabbie, iuta, catrame, plastica, ferro, legno, insoliti e inconsueti a rappresentare se stessi nella loro essenza, creando strappi, cuciture, crepature, bruciature e combustioni quasi a mettere alla prova la resistenza della materia che cambia e si trasforma in rapporto allo spazio e alla luce circostante. Lacerazioni, increspature che fanno intravedere un senso di vuoto e sospensione drammatica. Dalla materia egli tira fuori ogni aspetto logico e illogico, possibile e impossibile fino a carpirne i lati più insoliti e affascinanti. Conosciuto soprattutto per la serie dei “Sacchi”, quadri realizzati con frammenti di sacchi di juta rattoppati e cuciti insieme, di frequente uniti a brandelli di vecchi abiti, Burri presenta un percorso artistico rivoluzionario che sintetizza aspetti informali, contenuti minimali facendo uso di diversi materiali di varia provenienza in combinazioni ora semplici e lineari, ora complesse e multiformi. Aspetti legati al Minimalismo americano sono evidenti  soprattutto nei tardi cicli dei Cretti e dei Cellotex.

Alberto Burri mostra Città di Castello

Alberto Burri
mostra Città di Castello

Ad Alberto Burri, che insieme a Lucio Fontana può essere considerato l’artista italiano più importante del Novecento e iniziatore dell’Arte Povera, è dedicata una suggestiva mostra ALBERTO BURRI. Lo spazio di materia tra Europa e USA a Città di Castello presso l’Ex Seccatoi del Tabacco ancora in corso fino al 6 gennaio 2017. L’esposizione a cura di Bruno Corà, Presidente della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, presenta un percorso in cui viene messo in evidenza il raffronto tra l’arte di Burri e le tendenze più significative dell’arte contemporanea del secondo dopoguerra del XX secolo, sia coeve, sia  successive evidenziando punti di contatto e differenze.

Alberto Burri mostra Città di Castello

Alberto Burri
mostra Città di Castello

Come sostenuto da Richard Armstrong, Direttore del Guggenheim Museum in occasione dell’apertura della retrospettiva “Alberto Burri: The Trauma of Painting: “la mostra afferma la posizione di Burri come uno dei più innovativi artisti del periodo del secondo dopoguerra mondiale. Burri (…) ha creato un nuovo tipo di oggetto, simultaneamente pittorico e scultoreo, che ha influenzato successivamente artisti associati col New Dada, il Noveau Réalisme e il Postminimalism” e, si può aggiungere, con l’Arte Povera italiana.

In mostra 20 opere di Burri : dai catrami alle muffe, dai sacchi ai gobbi, dai legni alle combustioni, dai ferri alle plastiche, dai cretti ai cellotex fino al nero e oro cui si

accompagnano significative opere di protagonisti del XX e XXI secolo. Tra questi accanto a Fautrier, Dubuffet, Pollock, Motherwell, Hartung, De Kooning, Wols,  Calder,  Marca-Relli, Scarpitta e Matta, sono Nicholson, Tàpies, Colla, Rauschenberg, Twombly, Johns, Fontana, Manzoni, Castellani, Uncini, Lo Savio, Klein, Rotella, Christo. E ancora  Tinguely, Arman, César, Morris, Sonnier, Beuys, Kounellis, Calzolari, Pistoletto, Pascali, senza dimenticare Nevelson, Piene, LeWitt, Scialoja, Mannucci, Leoncillo, Andre ed Afro; per concludere con  Chamberlain, Capogrossi, Kiefer, Mirò, Soulages, Serra ed Hesse.

Alberto Burri mostra Città di Castello

Alberto Burri
mostra Città di Castello

E’ presente in esposizione anche un repertorio fotografico e documentario dello storico frangente tra il 1947 e il 1989, comprendente dati sulle correnti artistiche, manifesti, depliant, cataloghi, pubblicazioni, video, film, schede biografiche, produzioni teoriche ed altri significativi materiali illustrativi. Un modo per entrare più da vicino in questo particolare momento storico culturale dell’arte dal dopoguerra al termine emblematico della fine della Guerra fredda e della caduta del muro di Berlino. Il catalogo presenta saggi e contributi critici di Pietro Bellasi, Paola Bonani, Mario Diacono, Thierry Dufrene, Aldo Iori, Petra Richter, Luigi Sansone, Chiara Sarteanesi, Francesco Tedeschi, Italo Tomassoni, Denis Zacharopulos, Adachiara Zevi, preceduti da interventi introduttivi di Bruno Corà, Presidente della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri e di Richard Armstrong, Direttore del Solomon R. Guggenheim.

Silvana Lazzarino

ALBERTO BURRI. Lo spazio di materia tra Europa e USA

Città di Castello (PG), Ex Seccatoi Tabacco

Orario: dal martedì al venerdì . 9.00 – 12.30 e 14.30 – 18.00,

sabato, domenica e festivi 10.00 – 13.00 e 15.00 – 18.00,

lunedì chiuso ad eccezione di festivi e prefestivi

fino al 6 gennaio 2017

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