Caravaggio nel patrimonio del F.E.C.

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CARAVAGGIO. IL DOPPIO E LA COPIA IN MOSTRA A PALAZZO BARBERINI

Avvolgente e provocatoria, intensa e eloquente nel realismo con cui cattura fatti, atmosfere sacre e profane, e in quei contrasti unici di luci ed ombre che restituiscono allo spazio e alle figure in esso presenti un profondo realismo, l’opera del CARAVAGGIO, figura tra le più importanti nello scenario dell’arte del Seicento, apre ad un nuovo modo di percepire e sentire la vita nel suo scorrere con drammi e passioni, misteri e verità.

Caravaggio La Flagellazione

A parlare sono i suoi personaggi sia essi legati alla mitologia, sia al sacro o al profano, senza dimenticare le splendide nature morte dove il taglio di luce esalta ogni dettaglio accarezzando un nuovo modo di restituire luoghi e spazi ordinari, quotidiani che diventano straordinari. Caravaggio, tanto studiato da storici dell’arte e critici, tra cui Rossella Vodret, maggiore esperta al mondo di questo straordinario artista, è al centro della mostra che inaugura il 21 giugno 2017 presso gli spazi di Palazzo Barberini in Via delle Quattro Fontane 13 a Roma. Caravaggio nel patrimonio del F.E.C. Il Doppio e la Copia a cura di Giulia Silvia Ghia. sarà presentata alla stampa il 21 giugno alle ore 11,00 alla presenza di Flaminia Gennari Santori Direttore delle Gallerie Nazionali d’Arte Antica. Angelo Carbone direttore Centrale Fondo Edifici di Culto e Giulia Silvia Ghia, curatrice della mostra.

In occasione dei trent’anni del F.E.C. a Palazzo Barberini vengono esposti quattro dipinti, o meglio due coppie di dipinti messi a confronto, due di certa mano caravaggesca e gli altri copie antiche che ritraggono rispettivamente San Francesco in meditazione del 1606 e La Flagellazione di Cristo del 1607. Due tematiche di forte impatto emotivo e visivo, legate al sacro che Caravaggio restituisce con quegli squarci di luci che si aprono attraverso zone scure a rappresentare da una parte il raccoglimento della preghiera e il senso di silenzio in questo atto di incontro con Dio e meditazione sulla morte, e dall’altra l’accettazione della flagellazione.

Il confronto tra due versioni della medesima composizione – sia nel caso di due versioni pressoché identiche, sia nel caso di un originale con la sua copia antica – costituisce un terreno insidioso e appassionante per gli studiosi, in cui gli aspetti storico-artistici e documentari si intrecciano a quelli tecnico-esecutivi e conservativi.

I dipinti con San Francesco in meditazione – l’uno proveniente dalla chiesa di San Pietro a Carpineto Romano e in deposito alle Gallerie Nazionali di Arte Antica e l’altro proveniente dalla chiesa romana di Santa Maria della Concezione (nota come Chiesa dei Cappuccini) – sono stati per anni al centro di una complessa vicenda attributiva conclusasi, dopo operazioni di restauro e  ricerche tecniche, eseguite – contestuali e parallele – su entrambi i dipinti, con l’attribuzione dell’originale alla tela proveniente dalla chiesa di San Pietro a Carpineto, oggi in deposito presso Palazzo Barberini.

Caravaggio . San Francesco in meditazione

La copia della pala del Caravaggio con la Flagellazione di Cristo, proveniente dal Museo di Capodimonte di Napoli che fu commissionata al Merisi dalla famiglia De Franchis, e collocata nella loro cappella nella chiesa di San Domenico, è stata attribuita al noto copista di Caravaggio, Andrea Vaccaro collocata oggi  nella cappella del Rosario di San Domenico.

Il dipinto del San Francesco in meditazione (1606) raffigura il frate in meditazione mentre tiene in mano un teschio con davanti un tronco su cui poggia una  croce  costituita da due semplici assi. Accanto alla povertà e semplicità tipiche del Santo è la novità rappresentata dal teschio quale nuovo elemento iconografico: il Santo tiene in mano il teschio simbolo della morte mentre lo fissa con sguardo assorto. Qui il teschio sta ad indicare la precarietà della vita di fronte all’ineluttabilità della morte, e anticipa il motivo delle vanitas ossia di certe nature morte in cui accanto a fiori, frutta, o strumenti musicali e libri appare anche un teschio. Inoltre non può sfuggire la presenza di una sottile aureola sulla testa di San Francesco, aspetto raro nei dipinti religiosi del Caravaggio.

Nella Flagellazione il Cristo legato alla colonna dai tre aguzzini si prepara a sopportare il dolore senza mostrare gesti strazianti. Il suo corpo visto frontalmente è attraversato da una luce che sostiene e salva. Il Cristo è reso nella sua profonda umanità quindi vulnerabile. Inoltre la luce che mette in risalto il corpo di Cristo rispetto alle zone d’ombra che circondano i suoi aguzzini rappresenta l’essere nel giusto rispetto al lato malvagio incarnato dai suoi torturatori.

Silvana Lazzarino

 

 Caravaggio nel patrimonio del F.E.C.

Il Doppio e la Copia, a cura di Giulia Silvia Ghia.

Roma, Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini

Via delle Quattro Fontane, 13

Mercoledì 21 giugno 2017 inaugurazione

dal 22 giugno al 16 luglio 2017

Il Fondo Edifici di Culto, che ha sede presso il Ministero dell’Interno, amministra un ingente patrimonio storico-artistico costituito da oltre 800 chiese, con le innumerevoli opere d’arte in esse custodite. Il Fondo provvede alla conservazione, tutela e valorizzazione di tale patrimonio.

 

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