30 aprile è la vostra data: l’Unesco l’ha dedicata al jazz!

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Pamela Allegretto Franz

 Il Manifesto

LUIGI ONORI
09.04.2012

Se siete appassionati di jazz, il 30 aprile è la vostra data.
L’Unesco l’ha dedicata al jazz “strumento di tolleranza” e in moltissimi paesi – compresa l’Italia – si terranno eventi imperdibili.

 

 Per la prima volta, e per gli anni a seguire, l’Unesco ha proclamato il 30 aprile «giornata internazionale del jazz», sotto la presidenza per quest’anno da Herbie Hancock che, per l’occasione, terrà un concerto a Parigi. La notizia – davvero importante per la musica afroamericana e per i suoi valori –  fariferimento alla «Risoluzione 39»  in cui la Conferenza generale dell’Unesco «ricordando che il jazz è uno strumento di sviluppo e crescita del dialogo interculturale volto alla tolleranza e alla comprensione reciproca… proclama il 30 aprile Giornata Internazionale del Jazz; fa appello ai Paesi Membri dell’Unesco a partecipare attivamente alla celebrazione della G.i.d.J. a livello locale, nazionale e regionale».
E in tanti hanno risposto all’appello,perché insieme a Francia e Italia, troviamo anche Stati uniti, Argentina, Brasile, Ecuador, Messico, Egitto, Uganda, Tanzania, Germania, Ungheria, Polonia, Spagna, Israele, India, Sri Lanka, Giappone, Filippine. Il 5 aprile in una conferenza stampa a Palazzo Firenze, sede della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, è stata annunciata la celebrazione della giornata in Italia con un concerto il 30 aprile prossimo all’auditorium Parco della Musica (sala Petrassi).
Ne saranno protagonisti il pianista Danilo Rea, il contrabbassista Enzo Pietropaoli ed il batterista americano Jeff Ballard (recital organizzato in collaborazione con l’Università Iulm, la Jando Music e la Fondazione Roma-Arte-Musei).  Nella sala del Primaticcio di Palazzo Firenze hanno parlato il presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, il prof. Giovanni Puglisi, ed Adriano Mazzoletti. Puglisi ha evidenziato il valore del jazz come musica di emancipazione e protesta, la sua valenza in quanto lingua sonora per il dialogo interculturale. Mazzoletti, uno dei massimi esperti e studiosi italiani, ha ricordato come già nel 1960 – anno dell’Africa, in cui divennero indipendenti ben diciassette stati – l’Onu ebbe l’idea di costituire un’orchestra delle Nazioni Unite, coinvolgendo jazzisti come Art Farmer, Benny Golson, Thelonious Monk, Cecil Taylor, George Russell, Randy Weston e Max Roach. Lo storico ha, inoltre, sottolineato il valore intrinsecamente libertario e antirazzista del jazz ed il suo naturale schierarsi contro le dittature e gli integralismi. E’ intervenuto anche Sandro Capitani (RadioUno) spiegando che il recital dell’inedito trio proseguirà dagli studi di Saxa Rubra con una lunga trasmissione in cui interverranno Rea, Pietropaoli, Ballard ed altri ospiti (dall’una alla quattro nella “Notte di Radiouno”). Si spera sia un segnale di ripresa di interesse per il jazz da parte del servizio pubblico radiotelevisivo.

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