20250310 DILA APS – IL DISPARI

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Gli incipit scelti da Chiara Pavoni

“Super Cavie” di Rossella Monaco

Racconti satirici di transumanesimo e “pornodistopia”

 

FENOMENI – 1

Apro gli occhi, una bomba di luce mi acceca. Non vedo una cippa del circondario, però la mia mente distingue immagini così nitide da superare i tre gradi di miopia con i quali faccio i conti da anni. Dopo una serie di trailer semi onirici entra in campo una donna con un vestito a fiori neri. La tipa mi accusa di ogni nefandezza. – Mi stai rovinando l’esistenza, chi è quella puttana con cui sei uscito l’altra sera? Con te ho buttato i migliori anni della mia vita, sei un fallito, e non hai fatto questo e non hai fatto quello…

Strano sento di avere un’erezione.

Quando riacquisto la vista mi chiedo cosa ci faccio sdraiato in un letto d’ospedale.

A parte me non c’è nessun altro.

Faccio per alzarmi, non posso, sono legato. Un lenzuolo bianco mi copre dal collo ai piedi e una specie di pendolo oscilla davanti alla mia faccia. È il pulsante per chiamare aiuto, ma anche le braccia sono legate. Non bastasse, sto per essere ipnotizzato dal pendolo. Una voce femminile proveniente dall’interfono risolve l’impasse, – Ben svegliato – dice – tra poco arriverà il dottore, stia tranquillo l’operazione è riuscita alla perfezione –. Fine della voce.

Un lampo di memoria mi illumina, la donna di fiori è Miriam, mia moglie. Guidavo mentre lei al mio fianco continuava a inveire, – Sei un verme, tu e la tua sgualdrina – il bla bla mi ha distratto quel tanto da non vedere la macchina sbucare da destra. Uno schianto pazzesco, non ricordo altro. Deduco di essere in rianimazione, ma perché mi hanno legato al letto e Miriam dov’è?

Dalla porta entra un tizio vestito di bianco, deve essere il dottore, dietro di lui l’equipe medica.

– Buongiorno, come sta? – mi chiede sorridente.

Rispondo con un grugnito, non riesco a parlare.

– Non si preoccupi è normale, deve imparare ad articolare la bocca.

Mi sarò fratturato la mandibola, penso.

– Prima di slegarla dobbiamo dirle alcune cose.

Mi raccontano com’è andata.

Miriam sta benissimo. Per quanto mi riguarda sono morto e nello stesso tempo non lo sono.

Il cuore ha smesso di battere con lo schianto. Il cervello invece funzionava alla grande così è stato trasferito su una placca metallica neuronale di ultimissima generazione, detta Synapses. Praticamente la materia grigia, il mio adorato budino cenerino, non esiste più.

Spappolato dalla cyber scienza.

– Benvenuto nel futuro, caro Biagio Contini – mi dice il dottore, poi parte con il panegirico su Elon Nole, il genio del nostro secolo. Elon Nole, un Gesù Cristo cibernetico dalle velleità miracolistiche, della serie far camminare-i-paralitici/acquistare-la-vista-ai-ciechi/parlare-i-muti, si è preso la briga, grazie alla solerzia autografante di mia moglie (ha firmato la liberatoria), di usarmi per un esperimento mai eseguito prima. Al momento sono ospite del centro ‘Reincarnazioni’ gestito dal “messia”.

– Lei caro Contini è un eroe – dice gonfio d’orgoglio, – È merito suo se un giorno il nostro gran benefattore farà resuscitare pure i morti.

Pure…

Otto miliardi di vivi rincoglioniti non gli bastano?

– Seguendo le direttive di Nole ­– continua the doctor, – le abbiamo impiantato un autentico gioiello di ingegneria elettronica. Lei è unico nel suo genere lo sa?

Sento una voglia prepotente di sciogliermi dai legacci e dargli una capocciata sul naso con la mia placca neuronale Synapses, insolito istinto violento…

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Rossella Monaco, scrittrice, autrice di testi teatrali, attrice, regista.

Ha recitato con i grandi nomi dello spettacolo italiano, tra cui Vittorio Gassman e Alberto Lionello.

Ha pubblicato: Esercizi di Sesso (primo premio Inner Wheel, 2003); Orgasmi geneticamente modificati (Effequ editrice, 2015); Reietti (Harpo editore, 2019); Super Cavie (Cultura e dintorni editore, 2024).

Rossella Monaco “Super Cavie” – Collana “I Narratori del Nostro Tempo” – Editore “Cultura e dintorni” – ISBN  9788897538707 – € 14.25

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Biagio Di Meglio – Scrittore e Poeta: Un ricordo di Antonio Mancini

Nel Giugno 1982 passava a miglior vita il Sig. Antonio Mancini.

Aveva 77 anni.

Marito dell’amatissima Sara Bressy, ebbe tre figli : Bruno, Vera e Elena che lo resero nonno felice.

Ero ragazzo quando iniziai a frequentare il suo caratteristico Bar ITALIA.

Meta di vari isolani e numerosi turisti italiani e stranieri, soprattutto nella stagione estiva.

Ebbi un bel rapporto con lui.

Ero appassionato del vecchio cinema e lui mi ravvivava i capolavori dell’epoca.

In particolare il film LA GRANDE ILLUSIONE (con Jean Gabin) e I PRIGIONIERI DEL SOGNO (con Michael Simon).

Visse le brutte fasi delle due guerre mondiali e fu rafforzato dalle tristi esperienze giovanili.

Approdò ad Ischia e la sua onestà e umorismo fecero breccia nel cuore isolano.

Autorità e politici si onorarono delle sue virtù lavorative.

Fu un lottatore.

Lottò per Dio e non rimase mai deluso.

 

Di Bruno Mancini

Dalla raccolta di poesie “Io fui mortale”

(2005 – 2009):  

Macroscopiche assoluzioni 

Macroscopiche assoluzioni
per chiodi infissi nella mia coscienza,
Padre,
con benna estirpo ad una ad una
tra scricchiolanti cantilene,
e strascico avvolti
in folti fogli fitti di poesie,
Madre,
nel nostro tempo d’inutili menzogne.

Né sia truce in questi occhi non più asprigni
lo sguardo austero dei tuoi decreti,
Padre,
nel banno affisso sul muro di gomma
impiastricciato dalle mie storie fascinose,
dov’io m’illudo
in voglie e volti in veglie,
Madre,
fra dolci inganni che non sono tradimenti.

Ci sia indulgenza se non perdono
per la mano che respinge i miei sorrisi
per la mano che raccoglie le mie lacrime.

Io fui mortale.

Da sinistra Francesco Sogliuzzo e Antonio Mancini

20250303 DILA APS – IL DISPARI

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Mariapia Ciaghi | Civismo: un modello socio-economico per un futuro sostenibile

In un mondo segnato da disuguaglianze crescenti e crisi ambientali senza precedenti, l’urgenza di un modello socio-economico alternativo diventa sempre più evidente.
Il Civismo, come concetto e pratica, rappresenta una proposta audace e concreta per superare le rigidità del neoliberismo, combinando i valori del collettivismo e del capitalismo in un sistema che privilegia sostenibilità, inclusione sociale e rispetto per l’ambiente.
Al cuore di questa visione si trova una cooperativa multi-attività che integra formazione, lavoro e auto-produzione Convivio di beni e servizi essenziali.
Il Convivio non è semplicemente una struttura economica, ma un laboratorio di civiltà.
Qui si intrecciano la tradizione del mutuo soccorso e l’innovazione economica, dando vita a un microcosmo in cui le persone non sono meri strumenti del profitto, ma protagoniste di una narrazione più ampia e umana.

Formazione, lavoro e auto-produzione si combinano per rispondere ai bisogni essenziali, promuovendo una dignità condivisa che il neoliberismo, con il suo culto dell’individualismo e del consumo sfrenato, ha messo in crisi.
Il Convivio non è utopia, ma un percorso concreto verso una società equa e sostenibile.
Riconosce la necessità di superare il binarismo tra pubblico e privato, facendo spazio a un terzo pilastro: quello del bene comune, che attinge all’intelligenza collettiva delle comunità.
In questo senso, il Civismo non è solo una teoria economica, ma un atto culturale e morale, capace di ridisegnare le priorità della società.

Il Civismo propone un sistema che non lascia nessuno indietro e che include attivamente le donne, i giovani e i più vulnerabili come motori del cambiamento e si presenta oggi come una forma di ribellione pratica e pacifica contro le storture del sistema.
Non si tratta di un ritorno nostalgico al passato, ma di un recupero critico di valori che il neoliberismo ha soffocato: la solidarietà, il lavoro come espressione di sé, e il rispetto per la natura come fondamento della nostra esistenza.
La cooperativa Convivio è un manifesto vivente di questa visione.
Immaginiamo una rete di Convivii sparsi per il mondo, capaci di fungere da centri pulsanti di innovazione sociale ed economica.

Qui, le persone si formano, lavorano e producono insieme, alimentando un ciclo virtuoso che combatte lo spreco, riduce le emissioni e ricostruisce il tessuto sociale.
Il cambiamento autentico nasce dal coraggio di immaginare un futuro diverso e dalla determinazione di realizzarlo, passo dopo passo.
Il Civismo e il Convivio non sono solo un’idea: sono una sfida a ripensare il nostro modo di vivere, lavorare e convivere.
Non è forse tempo di osare?
Non è forse il momento di ascoltare le voci di chi ci ricorda che la sostenibilità non è un lusso, ma una necessità?
Il Civismo ci offre una strada: spetta a noi percorrerla, con audacia, speranza e determinazione.

Appuntamento a Venezia il 10 Marzo con Gianfranco Trabuio (Esperto in statistica, economia e PNL. Dirigente e docente universitario); Pasquale Ruga (Esperto in soluzioni energetiche sostenibili); Gabriella Chiellino (Esperta in sostenibilità ambientale e consulente ambientale); Ettore Bonalberti (Sociologo esperto in gestione forestale e ambientale. Presidnete Associazione internazionale per la Cultura Ambientale e del Lavoro solidale; Dino Gerardi (Esperto in statistica ed economia, già funzionario europeo presso Eurostat e Relazioni Esterne; Introduce Mariapia Ciaghi (Editore, Giornalista, Partner Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS”, Collaboratrice pagina culturale della testata giornalistica Il Dispari diretto da Gaetano Di Meglio).

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Benito Corradini,

poeta e scrittore, laureato in Scienze Politiche, Presidente del Centro Internazionale – Arte e Cultura LA SPONDA, Partner dell’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS”, svolge da sempre attività giornalistica, di promozione artistica e culturale, di pubbliche relazioni.

La seguente poesia è tratta dalla sua raccolta “e la vita va” pubblicata nel 1981.

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GRIDA  NELLA NOTTE

Non dormo
in questa notte maledetta
dall’infamia d’una belva
insoddisfatta
che succhia, triste,
sangue e poi dolori
di chi serra
nel cuor,volti di amati
rabbiosamente
a lui strappati.
E sprofonda
infame!,
con chi ti regge
il gioco,
e ti fomenta
contro le dure lacrime
e le pene
e lascia mai pietà
d’intorno.
Crepate pure,
maledette belve
dal volto umano
e sparite,
veloci,
nella strada buia

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Benito Corradini

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