20250228 DILA ASP IL DISPARI professionisti

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Continuando a parlare di vini: LE BOTTIGLIE

Le tracce storiche che portano alla diffusione iniziale della bottiglia di vetro per contenere il vino nei formato a noi noti, ossia con pancia larga e collo stretto, risalgono all’inizio del XVII secolo e sono numerosamente testimoniate nei dipinti rappresentanti pranzo conviviali di quell’epoca.

Con qualche leggera differenza di forma, poiché spesso le bottiglie appaiono più tozze, con le parti centrali proporzionate quasi come cipolle, con i colli particolarmente esili.

Erano soffiate in vetrerie artigianali, composte con impasti opachi di colori tendenti al verde scuro.

Venivano chiuse con tappi di legno che, a loro volta, venivano avvolti in tessuti di canapa impregnata di olio, stando alle prescrizioni che si possono leggere nello statuto dei soffiatori di vetro dell’anno 1639.

Quando nei primi anni del 1700 ebbe luogo la fondazione, a Bordeaux, della prima fabbrica di bottiglie, si verificò una vera e propria rivoluzione nella struttura e nella composizione della bottiglia, attraverso la produzione industriale che modificò il sistema di tappatura con l’adozione del turacciolo di sughero.

Intanto, in quegli stessi anni, in una differente regione della Francia, nella Champagne, un abate dell’abbazia di Hautviller (tale Dom Perignon!), perfezionando i suoi innovativi esperimenti, dette il via alla produzione del vino spumante, lo Champagne che oggi tutti noi apprezziamo, per la cui conservazione era necessario disporre di bottiglie resistenti almeno fino a 7 atmosfere e di turaccioli a tenuta praticamente ermetica.

Passando i secoli, anche la bottiglia è variata e, parimenti a tutti gli oggetti della nostra vita comune, anch’essa ha subito un percorso di razionalizzazione.

Oggi sappiamo, scientificamente, che il vino si conserva meglio in bottiglie da 75 cl. poiché in bottiglie di capienza inferiore invecchia più rapidamente, mentre, in bottiglie di dimensioni maggiori, subisce un processo di miglioramento troppo lento, e quindi tale misura è stata adottata quasi universalmente.

In commercio si trovano bottiglie di maggiore capienza, come il magnum che è giudicato il formato ideale per lo Champagne e talvolta per altri vini, e numerose bottiglie di proporzioni bizzarre o smisurate il cui valore consiste solo nella curiosità che generano ma che inducono ad avere dubbi sulla qualità dal loro contenuto.

Anche la forma della bottiglia è variata ed oggi troviamo forme diversificate che caratterizzano a volte la zona vinicola e a volte la tipologia di vino che vi racchiudono.

Così, ad esempio e restando in Francia, nella zona di Bordeaux si trova la boutellie, bottiglia dal collo snello e dalle spalle ampie, in Borgogna si usa la bourguignonne più massiccia della precedente, in Alsazia troviamo la flute dal modello raffinato ed aguzza. nel Giura il clavelin, nella Champagne la classica bottiglia generalmente nota in numerose variazioni.

Ignazio Di Frigeria

DILA

Premi Otto milioni

Bruno Mancini

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