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AUTORI VARI

AA.VV.

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Progetto culturale

dell’Associazione di Promozione Sociale

“Da Ischia L’Arte – DILA APS”

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Di Bruno Mancini
Pubblicato 30/9/2024
Libro a copertina morbida
26,00 EUR
ISBN 9781326926359
Categoria Arte & fotografia
Copyright Tutti i diritti riservati – Licenza di copyright standar
Pagine 168
Colore del contenuto: Colore
Dimensioni: A5 (148 x 210 mm)

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Antologia di Artisti Vari contenente tutte le opere finaliste della tredicesima edizione del Premio internazionale di Arti Varie OTTO MILIONI ideato da Bruno Mancini ed organizzato dall’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS”.

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20250120 DILA APS – IL DISPARI

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20250120 DILA APS – IL DISPARI

20250120 DILA APS – IL DISPARI

Gli INCIPIT scelti da Chiara Pavoni.

Tu sei porcospino” di Grazia Distefano

 

– Dai mamma muoviti, ho le gare e rischio di fare tardi se ancora ti trastulli tra quelle noiose carte che ti porti a casa dall’ufficio;

– Ecco Daria ho quasi fatto, aspettami in giardino… arrivo;

– mamma daiii faccio tardi!!!

– mamma mia Daria sei sempre così agitata, tranquilla che arriviamo puntuali alle tue gare, tranquilla;

– oggi è un giorno speciale, sono molto agitata mamma e tu non mi aiuti, potevi uscire   prima da quello stramaledetto ufficio che non ti lascia libera neanche il giorno delle mie gare!!

– eccoci Daria siamo arrivate, vai corri;

– sì, certo devo correre e subito in acqua.

Si sente il megafono che invita le squadre a radunarsi con il proprio allenatore o allenatrice per rispettare l’ordine di partenza.

Lo spazio intorno alla piscina rimpiccolisce sensibilmente quando gli atleti costretti nelle sedie a rotelle si sistemano per entrare in acqua. Al segno di partenza ogni atleta entra in acqua secondo le proprie modalità. C’è chi si tuffa direttamente dalla sedia posta ai bordi della piscina, c’è invece chi – come me – si tuffa con le proprie gambe.

L’acqua ha la capacità di accogliere i nostri corpi come fossimo liberi da ogni invalidità.

La mente, la testa, gli arti diventano miracolosamente agili e la voglia di vincere infrange qualsiasi tabù. È la forza della testa, del cuore e dell’anima che ci fa nuotare a una velocità di 0.5m/s o anche più.

La gara è dei 50 stile libero, poi 100 stile libero e 50 stile farfalla, quindi quattro volte avanti e indietro cambiando stile fino a che capisci che HAI VINTO e gridi tutta la rabbia che hai dentro, urli la voglia di vivere e la gioia di esistere.

SI – HO VINTO – campionessa di nuoto nel Campionato di Società stile libero.

Si – IO ESISTO – anche se un giorno dell’estate del 2003, uno spregevole essere umano ha fatto in modo di cambiare la mia vita.

E pensare che sarei dovuta rimanere a dormire a casa di una mia amica, chissà fore tutto quello che è successo dopo non sarebbe mai successo.

Ma la vita a volte è davvero crudele, la fatalità spesso trionfa e le coincidenze sono un fruscio che tradisce quel legame tra il possibile e l’inevitabile.

Mi sono sempre detta che le coincidenze non avvengono per caso, ma perché il destino ha deciso che così deve essere.

Sento una terribile botta, cado per terra, sbatto la testa e mi addormento. È stato tutto terribilmente fulmineo, ma dopo il primo dolore non ho sentito più nulla, una luce bianca mi appariva in fondo al tunnel e una voce mi sussurrava: sono qui ti tengo la mano.

Non so di chi fosse quella mano e quella voce: se di mia mamma o del Signore che mi aveva protetta, non mi aveva cioè fatto morire.

 

Grazia Distefano, poetessa e scrittrice siciliana, vive a Roma ormai da molti anni.
Ha pubblicato finora otto libri e scritto più di millecinquecento poesie.

Ha iniziato a scrivere dopo la morte di suo marito, a cui ha dedicato la sua ultima silloge, “Ti amo”, Daimon Edizioni.

Ha partecipato e ha vinto vari concorsi a livello nazionale, spesso arrivando ai primi tre posti.

Collabora e scrive con la casa editrice Edizioni Simple, partnership “The New Romantics”. “Tu sei porcospino” è il suo ultimo romanzo, dopo “Le tre ali di Pegaso”, prima edizione, e “Namasté“, edizione La Bussola.

 

Antonella Ariosto

 

 

 

 

Bruno Mancini

dalla raccolta di poesie

La sagra del peccato

I s c h i a: 1 9 5 7 – 2 0 0 3 (c i r c a)

Volava in Viet-Nam.

 

Volava in Viet-Nam.

– Sui fiumi in Viet-Nam.

Mai baciato un bimbo.

– Baciarli tutti.

Mai venduto niente.

– Niente ho regalato.

Neppure se stesso.

– Neppure me stessa.

 

°———°———°———

 

Ha conosciuto Ignazia

in una sera triste

lamentosa di cicale

le gambe abbandonate.

– Lentamente.

 

La star, la splendida

contro l’eroe dell’est

agguati e trappole

le gambe abbandonate.

– La mente mente.

 

“Ti porterò in America”.

Svanì l’attesa

l’ebbe di corsa

le gambe abbandonate.

– Immanente lamento.

 

“Sarai sempre con me”.

Le braccia aperte

il sangue stretto

le gambe abbandonate.

– Confusione ingorgo.

 

“Se mi lasci mi uccido”.

Occhi addolciti

le labbra socchiuse

le gambe abbandonate.

– Frontiera senza sbarre.

 

“E non mi basti mai”.

Il volo si ferma

il cuore si ferma

le gambe abbandonate.

– Ignazio, Ignazio…

 

 

P.S.

Eventuale titolo esplicativo: L’Eroe e l’eroina.

https://www.amazon.it/sagra-del-peccato-Bruno-Mancini/dp/1409282007/ref=sr_1_26?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&nsdOptOutParam=true&s=books

 

https://www.lulu.com/it/shop/bruno-mancini/la-sagra-del-peccato/paperback/product-n4pg97.html?srsltid=AfmBOoouVUsd_RkbczEGcP2H6b8jMpr-bmAqGSqu1fRMPfcUsWxdpWho&page=1&pageSize=4

Antonella Ariosto

MARE

 

Quei giorni andati

tra il  vento del mare

e l’intenso profumo del sale.

Baci appassionati

mentre giovani innamorati

scoprivamo l’amore

sugli scogli del lungomare.

L’emozione  era tutta

nei nostri sguardi

rapiti dal sentimento.

Indimenticabili emozioni

nello scorrere del tempo.

L’anima giovane rimane

legata a quei baci

a quegli intensi amplessi

dall’odore di mare.

 

 

20250113 DILA APS – IL DISPARI

Gli INCIPIT scelti da Chiara Pavoni.

“Ara il romanzo della Gurfa” di Caterina Luisa De Caro

Caterina Luisa De Caro scrittrice siciliana, autrice di“Ara il romanzo della Gurfa”, edito da edizioni Aurora Boreale, ha scritto 5 libri tra saggi e romanzi.

Ha pubblicato, inoltre, diversi articoli su giornali e riviste di approfondimento culturale.

Incipt Ara il romanzo della Gurfa

_ “A breve la vita si risveglierà!” pensò Ara, mentre si lasciava cullare nel silenzio dalla musica divina degli astri, meditando sulla bellezza del racconto di come il cielo fosse un’immagine specchiata di quello che gli uomini rappresentavano con i riti in terra. Ogni rumore echeggiava tra le rocce. L’armonia del santuario imitava la musica remota delle stelle che tramontavano. Per lei era l’ultimo canto della notte. Volse lo sguardo a quello che rimaneva dell’immenso cielo stellato, falcato dall’arco della Via Lattea che tutto percorreva e che con la lucevelocemente svaniva.

Sorrise Ara nel vedere come il bagliore l’alba stesse esibendosi in lontananza. Ora, tornata in sé, si preparava a farsi sostituire dalla vigilante fedele cui toccava vegliare la fiamma. Il fuoco sacro ardeva sulla pira al centro del piazzale del grande edificio sacro. Questo per i Sicani era il santuario più santo dedicato nel territorio dei tre fiumi alla Madre.

Maestosa e pur nascosta, la grotta adibita a santuario, richiamava la presenza della Dea in tutto il creato: la Gurfa, come centinaia di secoli dopo l’avrebbero chiamata i popoli venuti dal mare o il Magnifico Santuario, come lo chiamava Ara, era il centro ove officiava i Misteri alternandosi con le altre sacerdotesse.

Il compito più arduo delle religiose era rimanere sveglie nella notte, poiché bisognava evitare lo spegnersi della pira accesa sull’altare posto all’aperto in questa stagione autunnale, affinché non entrassero influenze nefaste a gettare un cattivo auspicio alla tribù. Servivano le preghiere e i sortilegi avvaloranti la potenza delle guarigioni che potevano avvenire solo in un luogo non contaminato da presenze estranee e funeste.

Anche gli altri templi nelle varie vallate dell’isola si stavano preparando al giorno. I santuari collocati dove le forze telluriche emettevano magnetismo erano in accordo con il dinamismo astra-le che rispecchiava la Grande Madre: quell’Hybla la cui presenza si manifestava in tutto nelle sue triplici espressioni di potere sul mondo terrestre, celeste e acquatico.

Ara si guardò intorno. Da est stava albeggiando. Le lievi vibrazioni delle piccole placche di pietre, metalli, ossa di uccello e onagro, appese sui lunghi fili di lino, echeggiavano al suono del vento freddo.  Il rumore delle piastre era stato trovato dagli uomini per tenere lontani gli spiriti maligni che lo temevano, infastidendoli e tormentandoli, facendoli fuggire. Le entità poteva-no essere scacciate solo dalle sonorità armoniche degli strumenti musicali e dei canti sciamanici che, nel santuario, si eseguivano durante i riti fortificando le vibrazioni esistenti.

In quell’autunno mite dell’isola, tutte le piante del bosco consacrato alla Dea Hybla realizzavano un paesaggio onirico melodioso immergendo il santuario in una dimensione magica. Ogni cosa nel santuario, sovrastante il bosco, era armonia e bellezza.Gli alberi di melograno, in bella mostra con i loro colori vivaci abbellivano il santuario, erano pieni di frutti maturi, evocanti i crani coronati dei re sacri che avevano regnato alla Gurfa. _

20250113 DILA APS – IL DISPARI

Bruno Mancini
Dalla raccolta poetica
LA MIA VITA MAI VISSUTA
Fantasia – Chi sa se tornerò

Ho fermato il rotto della cuffia e sono uscito
come un cavallo alato
dalla nuova leggenda dei porcospini:

elfi di foreste germaniche
incappucciati,
seduti su ignari dormienti,
ammaliano giovani con incantesimi da incubo;

silfi tra nuvole teutoniche
evanescenti eteree
nel pantheon d’immaginifiche leggende
timide ingannano con inquietanti silenzi;

gnomi celtici in labirintici sottosuoli
barbuti o baffuti
ammantano tesori immondi
di fate, coboldi, folletti e demoni.

Non fuggo!
 
Verifico.

Li vedo ancora intenti a bivaccare
intorno a finto buio
artate nebbie
e squallide desolazioni d’anime.

Argonauta dei miei bisticci,
claunesca bocca forno
col cuore in panne,
cristallo amorfo di lava

oggi neolitica ossidiana,
ipotenusa – obliqua geometria distante dalla genesi
d’irrisolti dilemmi in rotte divergenti,
vendo i miei versi a meno di un centesimo!

Non fuggo
 
Sfido!

Venite avanti
sciacalli ipocondriaci,
voi tracimando, aggiungerò al dolce amaro
il nero cardamono nepalese del blasfemo.

Che sia notte di festa!
Natale, Capodanno, Ferragosto,
la vincita al lotto, il viaggio verso l’eremo … oppure no,
notte di emozioni violente vertigini

con turbolenta imbambolata
sull’amaca in giardino;
notte di poesia
perfetta sbilenca

come murena in fuga tra gli anfratti;
notte di abbandoni-addii
rotonda frustrante
per me che non m’ubriaco più di niente, distorto contorto.

Non fuggo!
 
Cerco.

Io vado come a funghi
coi petardi lasciati in giro
ancora non esplosi fragile
amante amato dalla mia sola Lei

rosolio-assenzio
Fantasia-Poesia
che ancora non ha infranto il gusto del proibito,
né so se tornerò umano e basta.

Soltanto dopo morto,
scommetti pure, Argo,
sarò cornice immobile
di un film in movimento.
20250113 DILA APS – IL DISPARI
Antonella Ariosto
COLORI

Con quali colori
mi avresti dipinto
se la passione
nelle vene bruciava?
Velata o discinta
mi avresti disegnata
con gli occhi
ancora accesi di passione?
Luce o penombra

in quegli anfratti intimi
abitati solo da noi.
Ore di dedizione
sull’altare di un sogno
ancora palpitante
e uno specchio
che riflette
senza lasciare tracce.
Indizi scomparsi
nel buio della sera
mentre andavo via.
Il tuo odore sulla pelle mia
in un viaggio di ritorno
a testa bassa.

Bruno Mancini notizie

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Intervista ESCLUSIVA per IL DISPARI

Liga Sarah Lapinska intervista Vija Laganovska: La debuttante.

 

Vija Laganovska – Birkova, il suo vero nome è Laganovska, ha debuttato nel Premio internazionale di Arti varie “OTTO MILIONI” nel 2022 e ne è subito diventata una dalle vincitrici, sia con le sue poesie, sia con uno dei suoi paesaggi romantici.

Il 2022 è stato, insomma, un anno fortunato per lei.

La sua poesia “Tuttavia, non è chiaro” è stata tra le vincitrici del Premio OTTO MILIONI.

Nello stesso anno 2022 è stato pubblicato anche il suo romanzo storico “I soli finti” scritto in lingua lettone.

È nata e vive in Lettonia.

Ha una laurea in scienze sociali, ha approfondito gli studi di psicologia, regia teatrale e drammaturgia.

Nell’anno 2024 è stata attivissima: viaggia, partecipa ai seminari mondiali dei traduttori, propone gli autori giovani e sempre dì più si dedica alla pittura.

In prosa Vija è piuttosto dura, mentre nel genere poetico combina il lirismo filosofico con la forza femminile.

 

D: Come mai hai scritto la tua prima poesia?

R: Ho dormito in un prato e ho scritto qualcosa delle formiche.

Non ricordo esattamente cosa ho scritto a quel tempo, ma ricordo bene la sensazione: il sole, l’odore dell’erba, la presenza delle formiche.

 

D: Chi sono i tuoi artisti preferiti in Italia? 

R: Mi piacciono i maestri antichi. Per esempio, Tiziano Vecellio e Raffaello Sanzio.

 

D: Chi sono i tuoi autori russi ed altri ex sovietici preferiti da leggere e da tradurre? 

R: Preferisco Oleg Zotov, che ha vissuto a Riga, egli è il più vicino tra gli autori che scrivono in russo.

Amo anche gli scrittori di Fergana, Uzbekistan, Shamshad Abdulayev e Hamdan Zakirov.

Per quanto riguarda la prosa, ho tradotto il romanzo di Yuri Olesha “L’invidia”, e scritti filosoficamente profondi di Vasiliy Rozanov, dalla lingua russa al lettone.

Vasily scrive: “Muoversi fa bene con una grande riserva di quiete nell’anima; ad esempio, viaggiare. Allora tutto sembra luminoso, significativo, tutto si unisce in un buon risultato. Ma anche stare seduti fa bene, solo con una grande riserva di movimento nell’anima. Immanuel Kant è rimasto seduto quasi per tutta la vita, ma la sua anima, pur nel suo stare seduto, era capace a muovere interi mondi con il suo movimento interiore.”

 

D: Cosa ti ha ispirato a dedicarti alla pittura?

R: La  natura.

È una meditazione che ti equilibra.

Cerco di apprendere le nuove tecniche, nuove sfumature, sto ancora cercando il mio stile unico.

Mi trovo sempre sulla strada verso me stessa.

 

 

20250110 DILA ASP IL DISPARI professionisti

20250110 DILA ASP IL DISPARI professionisti

20250110 DILA ASP IL DISPARI professionisti

In esclusiva per Il Dispari

Liga Sarah Lapinska intervista il cileno Fabaries Vásquez
“L’arte è l’espressione più pura della libertà.”

D: Racconta un po’ i tuoi successi.

R: Ho avuto l’opportunità di partecipare a diversi concorsi e di tenere varie Mostre. 

Uno dei miei risultati più significativi è stato ottenere il terzo posto al Premio internazionale di Arti varie OTTO MILIONI 2022, grazie a Bruno Mancini e ai suoi amici, e grazie all’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS” organizzatrice del Premio.
Ho preso un prezioso supporto da mio padre, Fabio Vásquez, e dal mio caro amico Julio Fuentes. 

Tra i miei colleghi più amati ci sono, sicuramente mia madre, Gladys Ibáñez, e i miei studenti che mi ispirano costantemente.

D: Cosa consiglieresti per conoscere il Cile?

R: Consiglio a chi vuole conoscere il Cile di esplorare la sua diversità. 

Dai deserti del Nord ai ghiacciai del Sud, è un paese dei contrasti. 

Adoro Valparaíso e Villarrica.
Tra i poeti e gli artisti cileni, consiglierei i cantautori Víctor Jara e Violeta Parra, una donna che ha rotto le barriere generazionali con il suo salvataggio culturale.

Propongo di esplorare la creatività brillante di Gabriela Mistral e Pablo Neruda.
La mia città natale è Santiago.

D: Come descriveresti il ​​tuo stile pittorico?

R: Il mio stile pittorico è caratterizzato dalla miscela di simbolismo e misticismo, soprattutto in temi come la vita, la morte e la connessione tra le dimensioni.

D: La tua famiglia ha sofferto sotto le repressioni durante il regime di Pinochet?
Cosa ne pensi di Salvador Allende? 

Pensi che un artista possa coniugare l’arte con la politica?

R: La dittatura non colpì direttamente la mia famiglia con i detenuti scomparsi, ma colpì profondamente il mio prozio,Praxíteles Vázquez.
Dovette nascondere gran parte del suo lavoro poiché le sue opere erano considerate pericolose per il regime. 

Inoltre, realizzò una statua di Che Guevara, che fu fatta saltare con la dinamite mesi prima del colpo di stato militare, rendendolo un possibile bersaglio di persecuzioni.

Quindi egli dovette persino nascondersi per un po’di tempo.
Ho sempre ammirato Salvador Allende per le sue ambizioni di costruire un Cile più egualitario.
Credo che l’arte deve essere anche uno strumento essenziale per riflettere sulle ingiustizie sociali.
I miei eroi saranno le persone che produrranno i cambiamenti per cambiare l’ambiente in modo positivo e che non hanno paura di lasciare la loro zona di comfort, come fecero Gesù e Gauthama Buddha.

D: Con quale tecnica dipingi?

R: Dipingo di solito con olio su tela.

Preferisco i colori intensi e contrastanti.
Dipingo sia nei momenti di dolore che di gioia, perché entrambi gli stati sono necessari per bilanciare il mio stato d’animo.

D: Dove hai studiato?

R: Il maestro Santos Assereto mi ha guidato nei miei primi passi presso la Società Nazionale di Belle Arti del Cile.
Le mie opere sono state pubblicate su varie piattaforme in Cile e a livello internazionale. 

Alcune delle pubblicazioni includono riviste come “Ophelia” dall’Argentina e “Artepoli” dalla Spagna e piattaforme come Artsteps. 

In Italia i miei lavori sono apparsi periodicamente in antologie e sulle pagine del quotidiano “Il Dispari”.

D: Il tuo proverbio preferito?

R: “L’arte è l’espressione più pura della libertà.”

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Professionisti DILA APS 2024 – Calendario pubblicazioni 

IL DISPARI & DILA APS rubrica Professionisti

Professionisti DILA APS 2023 – Calendario pubblicazioni

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20241212 DILA ASP IL DISPARI professionisti

20250116 DILA ASP IL DISPARI professionisti

LUCIANO SOMMA | I MIEI COMPAGNI  DI VIAGGIO:

SABRINA SALVADOR- PIO GIUSEPPE GIUDICE

 

Ed ecco un duo di artisti che ha cantato molte mie canzoni inserendole in un CD.

Bravissimi, con le edizioni ITALIAN WAY MUSIC di MILANO.

Sabrina Salvador, nome intero Sabrina Cimiotti Salvador, è di origine veneta e vive nella provincia di Padova.

Ha iniziato a cantare da ragazzina per diletto ed è cresciuta, musicalmente, da autodidatta.

Ama il genere classico – melodico e pop e anche lirico per il quale ha iniziato a studiare negli ultimi anni.

Ha lavorato con un coro di volontari, professionisti e dilettanti, per la realizzazione di un progetto discografico di livello nazionale, nel ruolo sia di contralto che di soprano.

Da alcuni anni ha iniziato a farsi conoscere nel web attraverso cover del panorama musicale italiano diffuse anche grazie ad alcune Radio online del Sud.

Grazie al web si incontra con Pio Giuseppe Giudice con cui sperimenta la passione di trasformare cover di brani melodici, principalmente italiani, in versioni a duetto inedite che riscuotono un discreto successo.

Da qui nasce la collaborazione con me e l’idea di lanciare alcuni brani appunto a duetto, alcuni dei quali sono ora disponibili sia su Talent8 e sia sul CD Amarsi è… musica.

Da due anni è anche iscritta alla S.I.A.E. come autore e compositore con alcuni brani inediti.

PIO GIUSEPPE GIUDICE nasce a S. Vito dei Normanni il 6 dicembre 1956, nella sua amata Puglia. Il padre tenore lirico spinto, che esercita per poco la sua passione per aver cura della famiglia, gli trasmette la passione che lo porta a iniziare a cantare molto presto per gli amici, e poi in un’attività di pianobar ormai più che ventennale.

Canta con un gruppo, i Metaphora, per circa due anni e per vari anni prima e tuttora, formando un duo acustico (DUAL BAND) con il chitarrista Giuseppe Carrano.

Cantante melodico e romantico inizia a collaborare con me interpretando miei brani (in collaborazione con vari musicisti) dei quali alcuni sono in preparazione in un CD che titola Amarsi è… musica, dove interpreta anche alcuni brani a duetto con Sabrina Salvador, oltre a comparire con alcuni brani nella compilation.

LUCIANO SOMMA

 

20250109 DILA ASP IL DISPARI professionisti

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LUCIANO SOMMA | I MIEI COMPAGNI DI VIAGGIO: ANTONIO MENCARINI

Ed ora iniziamo il 2025 parlando del compianto ANTONIO MENCARINI, VOX per gli amici ischitani dell’Associazione DILA APS, conosciuto alcuni anni or sono sempre on line.
Del resto tra i chiaroscuri d’internet vi è questo grande vantaggio di raggiungere persone ovunque si trovino per amicizie e collaborazioni.
Dotato d’una calda voce inconfondibile ha curato per 2 anni la trasmissione CAFFE’ DI NOTTE su RADIO ANTENNA CAPRI insieme al noto cantautore CARLO MISSAGLIA.
Con me ha collaborato incidendo poesie sia in Italiano che in napoletano raggruppate in 2 album inviati a suo tempo a molte radio, anche estere, che ancora oggi trasmettono la sua voce.
Ora che purtroppo non è più tra noi è emozionante ascoltare la sua voce interpretare i miei versi con una compartecipazione degna della sua fama di fine dicitore.
Per il suo impegnativo lavoro di responsabile commerciale d’una catena d’uno dei maggiori supermercati italiani ha girato mezzo mondo per moltissimi anni fino all’età del pensionamento.
Napoletanissimo ha vissuto a Milano.
Spesso nei week end si recava ad Ischia.
Memorabili le sue collaborazione alle tante iniziative di Bruno Mancini che lo vedevano appunto sull’isola, in aereo da Milano-Napoli e aliscafo per Ischia!

Già nel primo breve lasso di tempo, solo qualche mese, successivo alla sua decisione di credere nel progetto nato ad Ischia, Mencarini volle e riuscì ad allestire e mandare in onda cinque puntate di trenta minuti ciascuna durante le quali Ischia, le Poesia delle nostre antologie con in primo piano Roberta Panizza, Bruno Mancini, Sacha Savastano, Franco Calise, Nunzia Binetti, Virginia Murru, Alberto Liguoro, Umberto Maselli, Liga Sarah Lapinska, e il sottoscritto, insieme alla musica di Nicola Pantalone, Dario Rustichelli vennero proposte attraverso una importante radio della Romagna.
Le pagine di questo giornale ne hanno illustrate le doti umane ed artistiche più e più volte come giusto riconoscimento alla sua visione dell’arte unificatrice di popoli e di tradizioni.

LUCIANO SOMMA
20250109 DILA ASP IL DISPARI professionisti
20250109 DILA ASP IL DISPARI professionisti

Professionisti DILA APS 2023 – Calendario pubblicazioni

Premi Otto milioni

Bruno Mancini

 

20250113 DILA APS – IL DISPARI

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20250106 DILA APS – IL DISPARI

20250113 DILA APS – IL DISPARI

Gli INCIPIT scelti da Chiara Pavoni.

“Ara il romanzo della Gurfa” di Caterina Luisa De Caro

Caterina Luisa De Caro scrittrice siciliana, autrice di“Ara il romanzo della Gurfa”, edito da edizioni Aurora Boreale, ha scritto 5 libri tra saggi e romanzi.

Ha pubblicato, inoltre, diversi articoli su giornali e riviste di approfondimento culturale.

Incipt Ara il romanzo della Gurfa

_ “A breve la vita si risveglierà!” pensò Ara, mentre si lasciava cullare nel silenzio dalla musica divina degli astri, meditando sulla bellezza del racconto di come il cielo fosse un’immagine specchiata di quello che gli uomini rappresentavano con i riti in terra. Ogni rumore echeggiava tra le rocce. L’armonia del santuario imitava la musica remota delle stelle che tramontavano. Per lei era l’ultimo canto della notte. Volse lo sguardo a quello che rimaneva dell’immenso cielo stellato, falcato dall’arco della Via Lattea che tutto percorreva e che con la lucevelocemente svaniva.

Sorrise Ara nel vedere come il bagliore l’alba stesse esibendosi in lontananza. Ora, tornata in sé, si preparava a farsi sostituire dalla vigilante fedele cui toccava vegliare la fiamma. Il fuoco sacro ardeva sulla pira al centro del piazzale del grande edificio sacro. Questo per i Sicani era il santuario più santo dedicato nel territorio dei tre fiumi alla Madre.

Maestosa e pur nascosta, la grotta adibita a santuario, richiamava la presenza della Dea in tutto il creato: la Gurfa, come centinaia di secoli dopo l’avrebbero chiamata i popoli venuti dal mare o il Magnifico Santuario, come lo chiamava Ara, era il centro ove officiava i Misteri alternandosi con le altre sacerdotesse.

Il compito più arduo delle religiose era rimanere sveglie nella notte, poiché bisognava evitare lo spegnersi della pira accesa sull’altare posto all’aperto in questa stagione autunnale, affinché non entrassero influenze nefaste a gettare un cattivo auspicio alla tribù. Servivano le preghiere e i sortilegi avvaloranti la potenza delle guarigioni che potevano avvenire solo in un luogo non contaminato da presenze estranee e funeste.

Anche gli altri templi nelle varie vallate dell’isola si stavano preparando al giorno. I santuari collocati dove le forze telluriche emettevano magnetismo erano in accordo con il dinamismo astra-le che rispecchiava la Grande Madre: quell’Hybla la cui presenza si manifestava in tutto nelle sue triplici espressioni di potere sul mondo terrestre, celeste e acquatico.

Ara si guardò intorno. Da est stava albeggiando. Le lievi vibrazioni delle piccole placche di pietre, metalli, ossa di uccello e onagro, appese sui lunghi fili di lino, echeggiavano al suono del vento freddo.  Il rumore delle piastre era stato trovato dagli uomini per tenere lontani gli spiriti maligni che lo temevano, infastidendoli e tormentandoli, facendoli fuggire. Le entità poteva-no essere scacciate solo dalle sonorità armoniche degli strumenti musicali e dei canti sciamanici che, nel santuario, si eseguivano durante i riti fortificando le vibrazioni esistenti.

In quell’autunno mite dell’isola, tutte le piante del bosco consacrato alla Dea Hybla realizzavano un paesaggio onirico melodioso immergendo il santuario in una dimensione magica. Ogni cosa nel santuario, sovrastante il bosco, era armonia e bellezza.Gli alberi di melograno, in bella mostra con i loro colori vivaci abbellivano il santuario, erano pieni di frutti maturi, evocanti i crani coronati dei re sacri che avevano regnato alla Gurfa.

20250113 DILA APS – IL DISPARI

Bruno Mancini
Dalla raccolta poetica
LA MIA VITA MAI VISSUTA
Fantasia – Chi sa se tornerò

Ho fermato il rotto della cuffia e sono uscito
come un cavallo alato
dalla nuova leggenda dei porcospini:

elfi di foreste germaniche
incappucciati,
seduti su ignari dormienti,
ammaliano giovani con incantesimi da incubo;

silfi tra nuvole teutoniche
evanescenti eteree
nel pantheon d’immaginifiche leggende
timide ingannano con inquietanti silenzi;

gnomi celtici in labirintici sottosuoli
barbuti o baffuti
ammantano tesori immondi
di fate, coboldi, folletti e demoni.

Non fuggo!
 
Verifico.

Li vedo ancora intenti a bivaccare
intorno a finto buio
artate nebbie
e squallide desolazioni d’anime.

Argonauta dei miei bisticci,
claunesca bocca forno
col cuore in panne,
cristallo amorfo di lava

oggi neolitica ossidiana,
ipotenusa – obliqua geometria distante dalla genesi
d’irrisolti dilemmi in rotte divergenti,
vendo i miei versi a meno di un centesimo!

Non fuggo
 
Sfido!

Venite avanti
sciacalli ipocondriaci,
voi tracimando, aggiungerò al dolce amaro
il nero cardamono nepalese del blasfemo.

Che sia notte di festa!
Natale, Capodanno, Ferragosto,
la vincita al lotto, il viaggio verso l’eremo … oppure no,
notte di emozioni violente vertigini

con turbolenta imbambolata
sull’amaca in giardino;
notte di poesia
perfetta sbilenca

come murena in fuga tra gli anfratti;
notte di abbandoni-addii
rotonda frustrante
per me che non m’ubriaco più di niente, distorto contorto.

Non fuggo!
 
Cerco.

Io vado come a funghi
coi petardi lasciati in giro
ancora non esplosi fragile
amante amato dalla mia sola Lei

rosolio-assenzio
Fantasia-Poesia
che ancora non ha infranto il gusto del proibito,
né so se tornerò umano e basta.

Soltanto dopo morto,
scommetti pure, Argo,
sarò cornice immobile
di un film in movimento.

20250113 DILA APS – IL DISPARI

Antonella Ariosto
COLORI

Con quali colori
mi avresti dipinto
se la passione
nelle vene bruciava?
Velata o discinta
mi avresti disegnata
con gli occhi
ancora accesi di passione?
Luce o penombra

in quegli anfratti intimi
abitati solo da noi.
Ore di dedizione
sull’altare di un sogno
ancora palpitante
e uno specchio
che riflette
senza lasciare tracce.
Indizi scomparsi
nel buio della sera
mentre andavo via.
Il tuo odore sulla pelle mia
in un viaggio di ritorno
a testa bassa.

20250106 DILA APS – IL DISPARI

20250106 DILA APS – IL DISPARI

Apriamo il 2025 con poesie ed arte pittorica

Mara Concetta Leone: nuova amica dei progetti Made in Ischia

Passioni indotte

Quando, sfuggendo ad una forma di indolenza mentale resa continua dalla “frenesia della vita moderna” vissuta pur nella quiete dell’isola d’Ischia, mi induco a riflettere su vari argomenti degli aspetti generali della vita artistica e culturale che maggiormente incidono nel bagaglio che amo avere al  mio fianco, ecco che il tema della valenza delle opere classificabili come artistiche mi spiazza in un bivio di incertezze tra il privilegiare la chiara ispirazione dell’artista oppure il palese gradimento che ricevo dalla osservazione di un’opera.

Ossia, estremizzando al massimo, mi chiedo se la feroce evidente passionalità riversata nelle forme e nelle tinte dei quadri di Van Gogh valga, nel mio giudizio, più o meno della leggiadra euforia ricavata dalla visione della eccellente maestria pittorica della Primavera di Botticelli.

Poi, un giorno quasi per caso, mi trovo di fronte ad alcuni quadri che mi rapiscono per quanto sono palesemente originati da furore emotivo e per quanto, di quello stesso furore, riescono ad incuneare nella mia emotività.

Il bivio diventa rettilineo che mi trasporta in un percorso tra scenari di opposte e specifiche bellezze.

Mancando le etichette con i titoli, anche volendo non riuscirei ad assegnare un’aggettivazione a ciascuna delle tredici tele di Mara Concetta Leone che Chiara Pavoni ha messo in mostra nella Casa della Cultura Interno 4 di Roma, e quindi ne parlerò brevemente sorvolandole tutte insieme come se io fossi un vento del nord soffiante in un tragitto terminato sulle dune del Sahara.

Infatti, la calma mai statica del suonatore di tromba trova il suo opposto nell’equilibrato dinamismo nella coppia di ballerini, mentre la tranquilla carezzevole testa di donna anziana si confronta con la fragile ma astuta ricerca di sopravvivenza del bambino con un secchio per la raccolta di acqua.

E poi il tema delle civiltà antiche, e poi un bacio ad occhi chiusi, e poi una gitana dai capelli corvini vestita di rosso, e poi un triste carretto in tinte grigie e poi… poi in Via Della Lungara ci siamo deliziati  nel possedere pezzi di cuore di Mara Leone esposti in una mostra suggestiva e incantevole che ha fatto suonare in tutti noi seducenti campanelli di emozioni.

Bruno Mancini

Mara Concetta Leone

Colori concepiti con Amore e partoriti dall’Anima.

Mara Concetta Leone, apprezzata pittrice di Lamezia Terme (CZ), comincia a dipingere all’età di 10 anni, rigorosamente “con l’occhio”: padrona dell’arte di vedere tutto – regolarmente secondo bellezza – dipinge la sua realtà e non i suoi sogni.

Versatile tanto nei soggetti che nelle tecniche impiegate, le sue oltre 250 opere adornano pareti dall’Italia all’Australia.

Per Mara i colori sono, al pari di esseri viventi, individui completamente evoluti.

Ogni sua opera è quindi concepita con grande e rinnovata emozione: si tratta dei “suoi figli”, partoriti dall’anima, con tanto di dolore per il distacco subito.

Come una madre, li desidera collocati nel posto giusto, poiché l’artista non dipinge quello che vede, ma quello che si vedrà.

Contatti: 335/8070242 (anche Whatsapp) – Email: maralem266@gmail.com

20250106 DILA APS – IL DISPARI

Bruno Mancini

Dalla raccolta di poesie

Sasquatch (1968 – 2009):       

Adesso no

Adesso no.
Sonori squillano sopiti palpiti.
Ignazio è briciola
ondivaga in cerca di assonanze.

Disceso dal barchino di Caronte,
lui fu quel remo
ruotante in aria
che ne squarciava nebbie.

Vorrei capire,
verbo completo,
se il tempo mi scoppietta tra le mani
o sono stato il fabbricante dei petardi.

20250106 DILA APS – IL DISPARI

Poesia inedita di

Angela Prota

Creò la Pace

E la Bellezza del Creato
bussò alla mia porta,
vittoriosa!
Spalancò la finestra
sul mondo di casa…
Sull’uscio di una porta antica
ove suoni inascoltati
si nascondevano al presente
e s’inoltrava silenziosa
tra gli schemi retorici
ed irrisori della mente
nella fitta sterpaglia
di giudizi… preconcetti,
confronti e svilimenti,
dolenti paradigmi,
copioni di idee
indecisioni, paure ed ansie
di sconfitte annunciate…
Ma, in un colpo di vento
tra gramigne e sterpaglie,
boccioli di rose appassite
e grida inascoltate
della coscienza pulsante,
nel cammino faticoso
di una Croce
ed il pianto ininterrotto
di una madre,
che trascina la pietà
misericordiosa… immortale
che la Bellezza dell’anima
conduce in un varco di Luce…
nell’Immenso…
tra le Stelle sorelle
del Firmamento,
creò la Pace!
20250106 DILA APS – IL DISPARI

 

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