20241223 DILA APS – IL DISPARI

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20241223 DILA APS – IL DISPARI

FRANCESCA TIRICO nuova amica dei progetti MADE IN ISCHIA

NOTE DI PROFILO ARTISTICO A FRANCESCA TIRICO DI LUCIANA CAPECE PER  “IL QUADERNO DI FRANCESCA” POESIE ED ILLUSTRAZIONI- ALBATROS

Ormai un punto di riferimento comunicativo è l’Editoria “IL DISPARI” Diretta professionalmente dal Dott. GAETANO DI MEGLIO.

Cui Ringrazio per l’ausilio delle volumetriche propalazioni articolate, sempre con il valido riferimento Associativo del Gent.mo Presidente DILA APS BRUNO MANCINI al quale porgo, con senso di rilevata stima, i più sentiti Ringraziamenti.

L’arrivo della Poetessa FRANCESCA TIRICO a l’Evento del GIARDINO VERANO è stato sottolineato da un applauso di meritata presenza.

Il suo sguardo, correlato al dolce sorriso, ha aperto ai presenti ARTISTI di Interno 4 una finestra di viscerali momenti festosi colmi di tenera gioia.

Uno scambio dettato dal cuore da ognuno di noi tra i sentieri dell’emozione stretti da abbracci.

Un podio il suo di perfetta attenzione nell’incarnata disponibilità di ascoltare le varie esibizioni in un transito di alternanza di POETI pronti a dar letture del suo meraviglioso scrigno: IL QUADERNO DI FRANCESCA! (ALBATROS).

Opera Artistica Culturale non solo biografica, ma dedicata con delicatezza ad un sociale con teorie faticose, difficili, però innovative per una riproduzione d’amore ancora più elevata.

Una targa alle regole giuste, tempio del rispetto iconografico per tutto.

Gigantesca è la bellezza interiore ed esteriore della Scrittrice FRANCESCA, nel suo proliferare gesta di condivisione partecipativa sul piano della familiarità, ove bene è stata accompagnata dalla presenza dell’affetto dei suoi cari.

Le suggestioni nel declamare i versi della Poetessa FRANCESCA TIRICO, supportati dalla musicista LUCIA PAVONE anche Ella presente col suo Libro “PENELOPE E IL CUORE”, hanno aggiunto un ricco procedimento alla essenza delle sue scritture, in un canale di alternanza di titoli più volte elencate dalla nota Presentatrice Attrice e Modella nonché Vicepresidente DILA APS CHIARA PAVONI.

Tutto tra plausi e contemplazione verso le Liriche anche di altri ARTISTI, tra cui la sottoscritta, ove con soddisfazione abbiamo esibito parte dei nostri repertori.

L’opera è una pura illuminazione poetica consona alla essenza della vita!

Strofe che il tempo sbriciola tra i viottoli delle pagine di ogni cuore, fino allo scadere del vissuto e oltre i silenzi terreni.

Il suo percorso di studio, già elogiato alla Scuola Media, poi diplomata al Liceo Scientifico TULLIO LEVI e iscritta alla Facoltà di Medicina Odontoiatria dell’Università “LA SAPIENZA” di Roma con obiettivo la Laurea nonostante le varie problematiche fisiche, ha dentro un mare eccezionale di quoziente intellettivo.

Potenziale messo a disposizione in ampia area Culturale.

Una galleria piena di risorse stilistiche,  attraverso l’antica virtù del bene, ove vibra per respirare pulsazioni emozionali in una poliedrica mentalità, custodia autorizzata dalla stessa sapiente, di volgere con sostenibilità e ardimento, una bandiera di sapere, visto gli studi approfonditi.

Una trasmissione di elaborati onde senza cordoni di polemiche invita come un barometro a risalire al tratto nostalgico per accogliere in ogni fonte interna quel feeling tanto ricercato in questo mondo algido di trasversale male dilagato, per traslocare a titolo di progresso su pianeti di genuina missione umanistica.

Senza inceppi dannosi che sanno dare nel cantiere del quotidiano.

Pergamene di Rivincite.

Nella complessa partecipazione degli Scritti, le Liriche della magistrale Poetessa TIRICO volgono da guida quasi di modifiche per una linea dritta senza più curve, ma che intervistino il titolare d’ogni animo per fenomeni di massa preparati al trofeo superlativo d’amore come protagonisti!

LUCIANA CAPECE Scrittrice – Poetessa- Saggista- Aforista- Prefatrice- Critico Letterario-Critico Teatrale- Recensora 

20241216 DILA APS – IL DISPARI

 

Dalla raccolta di poesie
“La sagra del peccato”
di Bruno Mancini

L’AMORE, PER ESSERE

Cantate, cantate
ragazzi del Borgo
sui cordoli
sui giunti
– Fratelli dell’ultima speranza –
sugli alti tralicci
sulle creste dei vulcani
cantate

un nuovo pallore
mi comprime il viso
eietto
fili bianchi
vene varicose
passioni represse
al miele dei suoi peluzzi.

Suonate, suonate
ragazzi dell’Arso
quasi fosse domenica
senza fine e senza sonno
– Fratelli di madri diverse –
nelle serre
che mutano fiori
suonate

un nuovo tremito
mi sconquassa le braccia
distillo liquidi salati
occhi annebbiati
il mio
senso di colpa
contro l’audacia dei suoi capezzoli.

Ballate, ballate
ragazzi del Porto
sulle spolette
di bombe Afgane
– Fratelli di anni di provette –
come serpenti
nei boschi inceneriti
ballate

un nuovo affanno
mi smaneggia il petto
azzanno
lingua profonda
freddezza immensa
il mio orgasmo invadente
tra le sue dita attorcigliate al fungo.

Fuggite, fuggite

dal Borgo, dall’Arso, dal Porto
mosche insaccate nei carburi
– Fratelli di Ignazio –
dal carnevale
antico, falso e bigotto

fuggite

un nuovo grido
mi scatena l’anima
senza prudenza
“Andiamo”

come rinato nudo e puro
nella sagra del peccato

al fuoco del tuo sguardo
“Andiamo”

oltre i velluti
verso un diario della follia
spingendo insieme gli anni
“Andiamo”

acconcio in gabbia
il polline che resta
d’illimitate perversioni
“Andiamo”

sfiorandoti, per essere
l’uomo che scaglia
la prima pietra
“Andiamo”

stringendoti, per essere
l’uomo che punta
senza paure il dito
“Andiamo”

amandoti, per essere
infine
uomo
“Andiamo”

e punto il dito.

 LA SAGRA DEL PECCATO

“Le aperture liriche, più che segnare il passo dell’emozionalità, offrono un ulteriore invito a perdersi nei labirinti della parola scritta…”

“Quasi poesia cruda, percuote e carezza, giovane e antica…”

Data di pubblicazione 3 gen 2023
ISBN 9781470913205
Pagine 78
Libro a copertina morbida
Euro 14.00
https://www.lulu.com/it/shop/bruno-mancini/la-sagra-del-peccato/paperback/product-n4pg97.html?page=1&pageSize=4
Tutti i diritti riservati – Licenza di copyright standard

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Patrizia Audino nuova amica dei progetti Made in Ischia

“Il fascino di invecchiare”

è la recente opera della psicologa e attrice Patrizia Audino (il sottotitolo è “Manuale di sopravvivenza per anziani” edizioni Progetto Cultura 2024, pp. 86, euro 12).

La prof. Audino è autrice di apprezzati saggi, tra cui il celebre “Tra razionalismo ed irrazionalismo: il pensiero di Bruno Fabi” e “Il passato che verrà“.

Docente di Filosofia e Scienze Umane (ha insegnato al triennio superiore dei licei di Latina e Sabaudia e negli istituti professionali e Istituto per le Scienze Sociali di Terracina, Sezze, Fondi ed anche un breve periodo a Roma), ha svolto per anni attività di psicologa volontaria presso Centri di Ascolto per Anziani.

Questi cenni diano un’idea della molteplicità degli interessi della Audino, se si aggiunge anche una preziosa pubblicazione su Nemi (Rappresentazioni di un passato mai sopito e sempre nuovo).

Ora, la professoressa ci offre un manuale di assoluta attualità, perché il nostro mondo sta invecchiando in duplice senso: l’Occidente è detto ormai il vecchio continente, ma anche il più longevo, se si eccettuano casi in estremo Oriente.

Quindi la popolazione, grazie alla scienza, alla tecnica e alla medicina, sta prolungando gli anni di vita con conseguenze che creano il problema del lavoro, della pensione ma soprattutto dell’emarginazione sociale degli anziani in quanto non più “produttivi”.

Però Audino respinge tali “pregiudizi”, dimostrando che gli “anta” sono una popolazione ancora vitale e utile, preziosa in seno alla famiglia (vedi il ruolo dei nonni in una famiglia cellulare, e non più patriarcale), per cui quello che era considerato il dramma dell’invecchiamento, può divenire “il fascino di invecchiare”.

Su questa visione (e premessa) si basa il libro della Audino: manuale di sopravvivenza per anziani.

Essi rappresentano una risorsa viva per la società: tutto sta nel convogliare con metodo e intelligenza le facoltà dei “vecchi” verso l’utilità personale e generale.

Si parta però, nella metodica, da due punti focali: come gli anziani sono stati visti dai mass-media e come si vedono loro stessi – nell’immaginario collettivo – giunti all’età del “riposo forzato”.

Oggi l’anziano ha tanto tempo a disposizione, che deve usare attivamente e non stancamente su una poltrona a oziare.

Deve avere un progetto, proprio perché la maggiore fragilità dell’essere lo rende vulnerabile psicologicamente.

Chi non si sente più utile, mostra il fianco alla decadenza.

Diventa allora determinante crearsi un nuovo stile di vita basato sulla propria esperienza passata e sui propri desideri e talenti personali.

Quanti “grandi vecchi” hanno fatto la storia, non solo nel campo della politica, ma dell’arte e della scienza?

Ci siano d’esempio.

Molto significativo è il capitolo: “Le motivazioni e la spinta ad agire“, in quanto l’interesse per l’azione e per il pensiero sono il carburante dell’esistenza.

Bisogna essere consapevoli che la mente umana è incredibilmente creativa e si adatta ad ogni situazione, anche in tarda età.

Viene in mente Verdi che scrisse il capolavoro “Falstaff” a 82 anni e Michelangelo, quasi novantenne, che lasciò incompiuta la “pietà Rondanini”, e il celebre musicista Segovia che teneva concerti di chitarra classica a 90 anni!

Il libro è una spinta a tenere vivi gli interessi vitali e Audino ce ne porta esempi gnoseologici di forte impatto.

Luca Priori

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BRUNO MANCINI

La cena della vigilia

Tratta dalla raccolta“Incarto caramelle di uva passita”https://www.emmegiischia.com/wordpress/poesie/incarto-caramelle-di-uva-passita/

La vigilia della cena
è lunga
almeno tre mesi.
Che faccio, aspetto?
Sulla tavola candele rosse
nell’aria profumi di legne
alle finestre squarci in tecnicolor.
Che faccio, aspetto?
I nostri cuori nomadi
s’incontrano alla tavola
lunga.
Che faccio, aspetto?
Poi, quando inizia la festa
ognuno
cura la propria parte.
Che faccio, aspetto?

°———°———°———

La trama della cena
è lunga
almeno un anno.
Ed io che faccio, taccio?
Tovaglia a stelle rosse
musiche antiche in sottofondo
un fuoco nel camino.
Ed io che faccio, taccio?
Le nostre vite disperse
riscoprono abbandoni
lunghi.
Ed io che faccio, taccio?
Poi, quando inizia l’ultimo minuto
ognuno
cura i propri desideri.
Ed io che faccio, taccio?

°———°———°———

L’incontro della cena
è lungo
almeno una vita.
Ed io che faccio, ancora Ignazio?
Le nostre anime esplodono
tra stiduli evviva
lunghi.
Ed io che faccio,
ancora Ignazio?
Poi, quando scocca mezzanotte
ognuno
cura un brindisi per tutti.
Ed io che faccio, ancora Ignazio?

°———°———°———

La fine della cena
è lunga
almeno un attimo
Mi basta?
Nei tuoi occhi
di dolce Alice frastornata
splende una lacrima.
Mi basta?
Sulla tua bocca
di dolce Alice innamorata
scoppia un sorriso.
Mi basta?
Poi,
come un tuono a ferragosto
con due parole
magiche Aladino
e tutti insieme
alla tua voce
“Auguri Bruno”

°———°———°———

Così svanisce
Ignazio
nella mia visione
nella tua pazienza
nella nostra favola.
Così sparisce
Ignazio di Frigeria e D’Alessandro
dalla mia storia
dalla tua costanza
dalla nostra festa.

Così finisce un tempo d’arte:
Ignazio di Frigeria e D’Alessandro
con cuore di Poeta.
Così ritrova la mia mente
il senso del cammino
e ascolto
adulta e giovane
la mia voce
sacra e profana
“Buon Natale, Amore”
Interminabile.
Dettagli del prodotto
ISBN 978-1-4709-0960-4
Version 2 | ID q9pj8r
Book, 36 Pages
rilegatura termica,
inchiostro per l’interno B/N,
inchiostro per l’esterno in quadricromia.
Copertina di Jeanfilip
Copyright: Bruno Mancini
Euro 14.00
 
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