20240923 DILA APS – IL DISPARI

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Gli INCIPIT scelti da Chiara Pavoni.

In collaborazione con Antonella Ariosto: IL SESSO DEL MALE

di Isabella de Paz & Ferdinando Gargiulo

Viviamo tempi spietati e qui, nel libro che segue, parliamo del Male, quello con la emme maiuscola: guerre, violenza, crudeltà, prevaricazione, malattie, vizi del corpo o del pensiero, tutto ciò che l’uomo ritiene a sé stesso dannoso e letale ma è, comunque, parte della sua natura e non è mai mancato nella dinamica della storia umana.

Questa rapida definizione del male sembra ed è frutto di una visione limitata e superficiale, ma siamo fatti così noi Sapiens: una specie che ha molti talenti, certo, ma è troppo concentrata su sé stessa per guardare al Tutto come a un valore autentico.

Di fatto il male ci interessa e non poco per evidenti motivi di autoconservazione.

Questo conduce a convincere gli uomini che gli istinti violenti sono un’arma “a favore proprio” e fanno parte delle dinamiche esistenziali nonché delle meccaniche celesti.

Ma è proprio così oppure siamo decisamente fuori strada?

Non sarà, per caso, vero il contrario visto che di fatto l’eccesso di legittima difesa ci impedisce di amare e di essere felici?

Pensate al femminicidio.

Chi è la vittima se non la donna amata e, spesso, l’omicida che, dopo aver ucciso, si toglie la vita o perde la libertà?

Due vittime adorate dall’assassino: sé stesso e la compagna.

Sicuramente la crudeltà è un giallo con finale a sorpresa, una tragedia senza fine.

Trovare un rimedio a questa devianza richiede conoscenza dei fattori che la determinano e degli umori di cui si è nutrita.

Per questo parliamo del male.

Avremmo fatto meglio, forse, a concentrarci sul Bene, che ha pochi sponsor purtroppo e sarebbe utile scoprirne la vera natura e i misteri, perché il Bene non ha mai goduto buona fama ed è stato guardato con sospetto o ritenuto una riprovevole prova di ipocrisia, se non, ancora peggio, una falsificazione del vero, adatta a nascondere chissà quali peccati.

Oggi, più che mai, il bene, anche quello minuscolo delle piccole azioni positive, avrebbe bisogno di avvocati difensori, quindi che bella idea sarebbe stata quella di renderlo protagonista del nostro lavoro!

Ma non lo abbiamo fatto perché nel mondo, come oggi appare chiaro, solo il male ottiene udienza e s’impone con il noto ricatto: “Se non entri nel mio regno, come puoi sperare di vincermi?” che equivale al famosissimo: “Se vuoi la pace, prepara la guerra“, che non ha mai evitato un solo conflitto.

Ebbene sì, il ricatto ci ha coinvolto e ci ha convinto, perché, in effetti, in un’epoca feroce le cose stanno proprio così.

Tutto chiede salvezza, ma un viaggio lungo i sentieri della dannazione appare ed è necessario per eliminare ciò che minaccia di distruggere la vita, unico bene prezioso a nostra disposizione. Notiamo tra l’altro che di ciò si occupano le sacre scritture di ogni Credo e anche la fisica come la metafisica, cioè le ricerche filosofiche, grande tesoro del pensiero umano, mettono in luce una vasta gamma di codificabili umane crudeltà, che sono veleni neutralizzabili con la tecnica di Mitridate: renderli innocui con l’assunzione metodica di piccole dosi somministrate a intervalli regolari, proprio come si fa con i vaccini.

Virus e vaccini, ma non solo, hanno ispirato questo lavoro a quattro mani, iniziato come effetto collaterale di un’amicizia, quella tra Ferdinando Gargiulo e me, Isabella de Paz, e a causa di alcune intuizioni di Gargiulo che lo hanno spinto a scrivere nel 2002 un libro rigoroso quanto visionario: Il virus intelligente.

Per simpatia o per generosa esuberanza, immagino, me ne ha regalato una copia, dicendomi quanto lo appassionava quel tema che, incrociato con la conoscenza del pensiero a larghissimo raggio di Leonardo Da Vinci, gli suggerì l’emozionante consapevolezza della essenza divina della Natura che protegge il proprio regno da abusi e invasioni.

In concreto virus, pandemie, guerre, crudeltà, omicidio e perfino i suicidi gli si “presentarono”, alla luce di alcune scoperte della genetica e della scienza medica, come armi di difesa della Natura, cioè un insieme di rimedi che consentono al sistema complesso dell’universo (o degli universi) di mantenere l’equilibrio, controllando la crescita delle specie aggressive e invasive come l’uomo.

“IL SESSO DEL MALE”
Isabella de Paz & Ferdinando Gargiulo
ISBN 9788832937671
Edizione Agathé UniversItalia
€ 15.00

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Antonella Ariosto

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Dalla raccolta poetica

LA MIA VITA MAI VISSUTA

di Bruno Mancini

Il lusso-Io non mi allineo

In un anfratto di ere ardimentose
il lusso fu sconfitto
(così s’urlò alla Bastiglia “Égalité”),
entrando libera nel carcere francese
la folla poi bruciò gli arazzi.

Fissando la tela “Le Serment du Jeu de paume”
di Jacques-Louis David
pomeriggio caliginoso
nel Musée national du Château de Versailles,
non trovo clone di me
-del tempo-,
tra i tanti,
decisi nel proporsi in giuramento,
né vedo Lei,
ora una piuma,
Lei che svolazza sul mio berretto Frigio
– capretto intero,
le zampe posteriori avvolte al mento,
la punta rigida in senso verticale.

Il lusso non si lascia incatenare,
l’uccide il troppo.

___°°°___°°°___°°°

Non è sontuosità
sapere volere capire
di Te di Lei d’Ignazia
burberi battiti brutali
mostruosi morbosi mistici misteri
singoli sillabati sfrontati sferoidi sessuali

… il mio ritorno all’imperfetto.

Resistere sul Piave,
sfondare Porta Pia,
lasciare nonostante tutto e tutto il resto
bucato da lavare,
eccentrica escrescenza
sul filo del bikini,
oggi strattonano
il fondo grigio frigo dei ricordi
congelati freschi
in tempo per blandirmi:
”Avanti,
convienine,
è solo Lei lo sfarzo della anima tua”.

____°°°°____°°°°____°°°°

Cadute stelle a San Lorenzo,
silenzi chitarre e falò
testimoni di desideri
– le donne nell’affanno dell’attesa
i maschi con il brivido del rischio –,
ferragosto scombussola smonta e rimonta
assuefazioni plurime
e
monotone certezze di certezze.
Ovvero?
Ossia?
L’anguria va tagliata a fette,
ed io ci provo tranciando dalla testa al cuore

il lusso suo regalo.

____°°°°____°°°°____°°°°

A Marrakech,
la riverenza alla Medina
valigia gonfia di futili ammennicoli
testa ingolfata da stupidi fantasmi
la psiche rannicchiata
la vita incinta di speranza,
Ignazia fissa il sole
all’ombra di un’attesa estenuante,
e a notte, in rete,
mille domande “E voi?”,
pochi sussurri “Sì”.

Per Lei che non si vuole,
il lusso esagerato è la mia spalla
da pianto aspersa
– amica amata amica – ,
nel tempo in cui con voce
… con senza voce
richiede inutile perdono
con voce senza voce
se già l’assale,
come frignava l’altra mia lei prima di Lei,
“Turbine improvvido
per mancato incesto
tra l’anima bella ed il cervello attento”.

Io non mi allineo
a chi
costringe il polso in pochi battiti
al solo arrivo della parola “Vita”.
Il lusso non si lascia incatenare,
l’uccide il troppo?
Sarò spaccone,
ma ne voglio ancora.

Smonto la tenda e creo una capanna.
Sull’uscio decoro, quasi un arazzo,
mosaico di conchiglie:
“Ho un cuore di poeta.
L’ingresso è libero”.

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20240916 DILA APS – IL DISPARI

 

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Ischia 3 settembre 2024

Bruno Mancini

Monologo per Chiara Pavoni

Alice e Barbablù

e lei sorride
aprendo un sogno pieno.

Un cane abbaia, la cicala lentamente rinforza il suo frinire, i gabbiani prendono il volo verso il mare, la lucertola cambia colore adeguandosi alla roccia illuminata.

Alle prime luci di questa mattina d’estate, mi sono svegliata con decine di sogni appiccicati alla memoria, quasi che in poche ore notturne avessi fatto giri completi della Terra a tutte le latitudini e avessi vissuto, da spettatrice esterna, tutte le ipocrisie, contraddizioni, violenze, malversazioni e tutti i malanni di un Mondo stuprato nel più intimo anfratto da un’umanità tanto dissoluta da non difendere neppure la propria sopravvivenza.

Voi mi capite se trovo folle il disinteresse dei potentati economici che assistono inerti, o forse anche compiaciuti, alla morte per fame di milioni di bambini la cui sola colpa, se così si può definire la malasorte, è stata quella di essere nati in un determinato luogo e da una specifica donna?

Ed io mi chiedo come mai le enormi masse di emarginati e derelitti non agiscano in modo da ottenere una equa ridistribuzione delle ricchezze universali.

Voi mi capite se maledico con trucidi termini irripetibili Tutti, ma proprio Tutti, sia i vincitori sia gli sconfitti, protagonisti di guerre e di stermini, sia quelli vilipesi per la loro eccezionale crudeltà sia altri seppure decantati come eroi nelle pagine della storia?

Ed io mi chiedo come mai enormi masse di popoli coinvolti non abbiano agito e non agiscano, anche ora, certo, anche ora, in modo da impedire la prosecuzione delle mille guerre in atto.

Voi capite la mia forte indignazione verso tutte le forme di sesso mercificato, sfruttato, umiliato: spose bambine, violentatori impuniti, segregazioni femminili, infibulazioni a vantaggio di minima percentuale di esseri viventi?

Voi mi capite se soffro per le oche ingozzate fino allo stremo delle loro forze per produrre un cibo assolutamente non necessario alla sopravvivenza umana, oppure per i cani abbandonati dai padroni desiderosi di una vacanza priva di orpelli fastidiosi?

E poi le droghe… e poi il razzismo… e poi lo sfruttamento dei lavoratori… la bomba atomica!

E voi, sì voi dalle menti appannate per un’ennesima giornata di inutile lavoro terminata dinanzi alle scemenze dei canali televisivi, voi quale ruolo vi ritagliate?

Menefreghismo endemico?

Orgoglio per i risultati personali raggiunti?

Auto assoluzione giustificata da un’impotenza sociale?

è vero, sì è vero, non ve l’avevo detto, io sono una Fata!

Sono una Fata provvista di autentica bacchetta magica.
Con un mio abracadabra potrei modificare cose, azioni e sentimenti.
Potrei ma non voglio.
Perché non voglio gratificare malvagi, indifferenti e pavidi.
Non voglio creare un mondo migliore per loro.
Non lo meritano.
E allora, per il sublime della ribelle libertà, supero l’impossibile rinuncia a vivere  nelle leggende e mi tramuto in versi di poesia:
 
Loro hanno
trentasette peccati inconfessabili.
migliaia di offese senza condanna.
Hanno quindi qualcosa.

 
Ho
le spine nelle dita,
gli odori oltre narici,
i petali sul prato tavolozza

-la mia leggenda di Alice/Barbablù
bardata con il niente del pudore-.

Loro hanno
trentasette peccati inconfessabili,
migliaia di offese senza condanna.
Hanno quindi qualcosa.

Ho
tentato l’impossibile
chiudendo gli occhi,
ma la memoria
ha
fotogrammi e suoni
visioni, sussurri e gemiti,
oligarchie sublimi
incontrastabili…

ela Fata del ballo di mezzanotte che dura una vita infinita,

la Fata dei cani accucciati coi gatti,

dei barboni vaganti strappati al mondo di fumi e di plastiche,

la Fata del sorriso donato ad Artisti bravi e dolci.

Tutti magicamente sottratti al truce ossimoro terrestre “lucida follia”
per trasvolare insieme nell’universo dell’iperbole “amare da morire”.

Immergo il senza corpo
nel ballo seduzione, violino tango,
con le mie braccia intorno al collo
bacchetta magica
disegna

abracadabra!

20240916 DILA APS – IL DISPARI

Dalla raccolta poetica

LA MIA VITA MAI VISSUTA

di Bruno Mancini

Ignazio-L’incendio

Sortilegio di malefica bellezza,
giovane
mi pose nel frutteto dell’Eden
al bordo discendente
tra folto bosco di pini resinosi
e poche zolle fitte di ciliegi
– nell’ansa del torrente –
carichi di frutti.

Anatema d’insulso guardiano,
vergine
volle ch’io fossi un fermo immagine
complice silente,
per giorni notti ore
– lontano dalla luce –,
delle sue umide ombre scolorite
nel grande slam del verbo voglio.

Nemesi storica mi cantò nel petto,
smisurato
come colpo di doppietta
appena appena un soffio d’esuberanza
mi spinse,
le gambe appollaiate,
– segreto aiutami –
in fuga sul ramo di ciliegio,
la bacca tra le labbra.

Troia fattrice delle mie bestemmie,
deflagrazione di foreste,
la folgore che sfregia i tronchi,
Ignazio-L’incendio,
poteva spegnerti con un “Avvampami!”
ridurti miccia candela stoppino
se solo la fiamma non fosse nata cieca.

20240916 DILA APS – IL DISPARI

 

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20240909 DILA APS – IL DISPARI

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NOTE RECENSIVE DI LUCIANA CAPECE

EVENTO  SAN GIORGIO A CREMANO (NA)

Attenzioni di meritati ringraziamenti timbrano l’inizio per l’Editore Dott. GAETANO DI MEGLIO.

Molteplici i risultati etici di stampa su IL DISPARI coniati sempre da me e dal panorama Artistico nominativo in questo manifesto.

Con tangibile successo insieme al Presidente DILA APS BRUNO MANCINI, l’insuperabile.

Fermenti intellettuali hanno incentivato quella fascia globale nel costruire simmetrici equilibri morali con estesa creatività artistica.

Come le due Opere NAPOLI OMBELICO DEL MONDO  e MAI DIMENTICARE NAPOLI esibite alla valente presenza degli Autori PASQUALE ESPOSITO e Dott.ssa ANGELA MARIA TIBERI alla calorosa accoglienza del Vice Presidente della Proloco Regione Campania LUCA COPPOLA e molti ARTISTI.

Evento svoltosi il 13/07 tra le mura arcaiche dell’edificio di Villa Bruno S. Giorgio a CREMANO dove opinabile critica letteraria coesa ha apportato commenti ad analisi d’interesse epocale esistenziale ai Volumi collocati e depositati con prediletta disponibilità, negli Archivi privilegiati per originale storico valore, a favore di una società bisognosa di nutrimento morale e convinta nella passionevole Arte dell’Uomo: come essenza-linfa fiduciosa nel decantare espressioni di proliferato amore universale per abolire guerre e astiose conseguenze.

Gli eruditi argomenti al cerimoniale dei Libri, gli Autori PASQUALE ESPOSITO Esperto di Cultura Napoletana e la Dott.ssa Scrittrice ANGELA MARIA TIBERI hanno dato vette di spessore con stimoli emozionali ai pinnacoli del cuore con illustrazioni alle tematiche.

Un riscosso successo anche grazie ai Relatori eclettici dal vivo e nelle scritture cui tracciano deleghe di ambasciatori di PACE per prospero prosieguo rispettoso a quei canoni e dogmi che viaggiano nei meandri d’ogni Essere.

È stata una tessitura d’erto passo testimoniale con elevati interventi anche del Vice Presidente LUCA COPPOLA e degli ARTISTI sostenitori della storia geografica: LUCIANA CAPECE Critico Letterario con figlia ENZA NICIFORO, GIUSEPPE PINO Comandante scorta ai noti Giudici FALCONE e BORSELLINO con Figlia PATRIZIA e Nipote GINEVRA, Dott ssa PASQUALINA PETRARCA e Fratello ELESSANDRO, Dott.ALDO VELLA ex Sindaco di S. Giorgio a Cremano, Maestro SASÀ MENDOZA, Cantante ALESSANDRA MUROLO, ROSARIA ZIZZO Scrittrice, ANGELA VOLLONO Insegnante, ANNA LONGO Amante dell’Arte, Dott.ssa IDA COLLE, Maestro SOSCIA, Dott. LUIGI BARBATI, GIUSEPPE LAMBERTI papà del Tenore MATTEW, LUCA DE MARCHI per La Foto di GRUPPO hanno innestato con diplomatico discorrere quel marchio di conoscenza sovrana d’un vissuto storico quasi a tenuta conferenza tipo simposio, coinvolgendo varie scuole di pensiero vera chiave di lettura nell’ancestrale firmamento dell’idioma napoletano italiano.

Erigendo a lieta eco cataloghi di impennati appuntamenti continui per itinerari informativi-memoriali per sospirar d’amore antico tutta la sorgente Umana.

Si ringraziano la Sede Proloco di Villa Bruno e il Presidente COPPOLA, Gli AUTORI TIBERI- ESPOSITO, Gli ARTISTI presenti e Coloro che sono stati impossibilitati a partecipare all’evento: Presidente DILA APS BRUNO MANCINI, Vicepresidente DILA APS CHIARA PAVONI, Presidente  DILA APS Algeria DALILA BOUKHALFA, Presidente La Sponda Dott. BENITO CORRADINI, Pittrice MILENA PETRARCA, Dott. ANDREA DEL BUONO, Pittrice FLORA RUCCO, Presidente Proloco Sezze CARLO ENRICO MAGAGNOLI, Dott. GIUSEPPE BONETTI al fine dell’amata Cultura condivisa.

Scrittrice- Poetessa- Saggista-Prefatrice- Critico Letterario- Critico Teatrale- Recensora

LUCIANA CAPECE

20240909 DILA APS – IL DISPARI

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Dalla raccolta poetica

LA MIA VITA MAI VISSETA

di Bruno Mancini

20240909 DILA APS – IL DISPARI

Fantasia-Chi sa se tornerò

Ho fermato il rotto della cuffia
e sono fuori
come un cavallo alato
dalla nuova leggenda dei porcospini:

elfi di foreste germaniche
incappucciati,
seduti su ignari dormienti,
ammaliano giovani con incantesimi da incubo;

silfi tra nuvole teutoniche
evanescenti eteree
nel pantheon d’immaginifiche leggende
timide ingannano con inquietanti silenzi;

gnomi celtici in labirintici sottosuoli
barbuti o baffuti
ammantano tesori immondi
di fate, coboldi, folletti e demoni.

Non fuggo!
Verifico.

Li vedo ancora intenti a bivaccare
intorno a finto buio
artate nebbie
e squallide desolazioni d’anime.
Argonauta dei miei bisticci,
claunesca bocca forno
col cuore in panne,
cristallo amorfo di lava
oggi neolitica ossidiana,
ipotenusa
– obliqua geometria distante dalla genesi –
d’irrisolti dilemmi in rotte divergenti,
vendo i miei versi a meno di un centesimo!

Non fuggo!
Sfido!

Venite avanti
sciacalli ipocondriaci,
voi tracimando,
aggiungerò al dolce amaro
il nero cardamomo nepalese del blasfemo.

Che sia notte di festa!
Natale, Capodanno, Ferragosto,
la vincita al lotto,
il viaggio verso l’eremo
… oppure no,
è notte di emozioni
violente vertigini
con turbolenta imbambolata sull’amaca in giardino;
è notte di poesia
perfetta sbilenca
come murena in fuga tra gli anfratti;
è notte di abbandoni-addii
rotonda frustrante
per me che non m’ubriaco più di niente,
distorta contorta equivalenza.

Non fuggo!
Cerco.

Io vado come a funghi coi petardi
lasciati in giro ancora non esplosi
fragile amante amato dalla
rosolio-assenzio
mia sola Lei
Fantasia-Poesia

che ancora non ha infranto il gusto del proibito,
né so se tornerò con sensi umani e basta.

Soltanto dopo la morte,
scommetti pure, Argo,
sarò cornice immobile di un film in movimento.

DILA

NUSIV

 

 

DILA

Premi Otto milioni

Bruno Mancini

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