20240913 DILA ASP IL DISPARI professionisti

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Liga Sarah Lapinska intervista Alvi Dakho, storico e folclorista
Credo che il Bene vincerà – Parte prima

 Liga: A quale tribù, detto Taipu in lingua cecena, Lei appartiene e quali sono i suoi ricordi d’infanzia più cari?

Alvi: Appartengo alla tribù cecena Tumsoy -Mohka che fa parte dell’unione delle tribù chiamata Shatoi.
Ho molti cari ricordi della mia infanzia. 

Sono legato al ricordo dei miei genitori e di altre persone a me vicine, agli hobby e alle avventure della mia infanzia.

Volevo essere un assistente di mio padre in tutto, volevo diventare come lui.
Un giorno un ospite di mio padre mi domandò: “Cosa vuoi diventare da adulto?”
Non avevo una risposta a una domanda così complessa. 

Mio padre, forse scherzando forse sul serio, disse “Dovrebbe diventare il primo cosmonauta ceceno”. 

Da allora, avevo cinque o sei anni, ho cercato di scoprire chi è un astronauta, che tipo di professione è. 

Trovavo nei libri e nei giornali immagini che ritraevano gli astronauti e le disegnavo su carta.
All’età di 10-11 anni, ho scoperto che c’è molto da imparare, studiare, padroneggiare, sulla nostra stessa Terra.
E perché dovrei volare nello spazio?!

Liga: Torna spesso nella Sua città nativa, Achkhoy – Martan ?

Alvi: Non è solo la mia città nativa, ma voglio anche accennare che la vita e le attività di mio padre sono legate a questo insediamento.
Secondo i racconti, orali e scritti, della mia famiglia, i miei antenati hanno vissuto qui almeno dal secolo XI-XII fino ad oggi.
È vero, dopo l’attacco del sovrano Timurleng (Amir Timur, in Europa talvolta chiamato Timur lo Zoppo), tutto qui è stato distrutto e rovinato, compresi gli abitanti. 

Solo pochi sopravvissero e furono costretti a nascondersi nelle zone montuose vicino alla gola di Argun e nel luogo di residenza dei miei antenati, cioè, presso la tribù Tumsieu – Mokha.
Invece nella prima metà del XVI secolo, gli anziani della mia tribù decisero di tornare nell’area della Achkhoy -Martan, restaurando completamente gli antichi luoghi di residenza della loro tribù. 

A quel tempo, uno dei miei antenati più importanti, Temang, che combatté nella prima metà del XVI secolo, raccolse un’unità militare e riuscì a riconquistare la terra nativa dagli allora invasori.
Al momento mio fratello minore vive a casa dei miei genitori con la sua famiglia, ma ovviamente ogni tanto vado a trovarlo e insieme ricordiamo sia i nostri genitori che tutti gli altri che non sono più tra i vivi.
Il fiume Mart scorre attraverso Achkhoy -Martan, dividendola in due parti.
Spesso mi fermo sulla sua sponda meditando o cammino ai piedi nudi sui suoi banchi di sabbia e sulle sue secche, osservando il suo corso e ascoltando la melodia delle sue onde setose.
Il fiume Mart mi aiuta a comprendere meglio il corso degli eventi, valutare le mie stesse azioni , per di più, mi ricarica di energia.
Fino alla prima guerra nella Repubblica cecena abitavo nella città di Grozny.

La nostra famiglia, aveva un appartamento di tre stanze.
Durante la prima campagna di guerra la nostra casa e il nostro appartamento hanno sofferto gravemente, quindi la Commissione speciale del Municipio di Grozny ci ha dato un altro riparo, che è stato distrutto ancor di più del nostro primo appartamento a Grozny durante la seconda campagna della guerra.
La vita a Grozny a quel tempo non era solo difficile, ma era pericolosa, quindi portai la mia famiglia ad Achkhoy-Martan.
All’inizio vivevamo nella casa dei miei genitori, ma poi ho acquistato da un parente una piccola proprietà con la capanna d’argilla, costruita nel 1957, quando i ceceni tornarono dalla deportazione. 

Le case moderne non sono di mio gusto, forse per la mia età, ma forse perché io sono creato così.
Preferirei vivere in una nuova piccola, costruita con le mie stesse mani.

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Intervista con Jevgenija Sundejeva, una dalle vincitrici del Premio “Otto Milioni – 2023”

ultima parte

 Liga Sarah: Quali film, attori, musicisti sono tra i tuoi preferiti?

Jevgenija: Adoro il cinema drammatico, ad esempio il film “Il pianista”, che racconta dell”Olocausto, con Adrien Brody nel ruolo principale. 

Ho dipinto un ritratto di questo grande attore – sorridente. 

Uno dei motti della mia vita è: sorridi ogni volta che puoi!

Nella musica mi piacciono, ad esempio, gli americani Madonna, Michael Jackson, Frank Sinatra, il kazako Dimash Qudaibergen, che ha una gamma eccezionalmente ampia, chanson francese, opera italiana e, naturalmente, le registrazioni del gruppo fondata in Lettonia “Tribes of the City”.  

Ascolto raramente le canzoni in russo, perché fin dall’infanzia sono abituata ad ascoltare altra musica da tutto il mondo.

Liga Sarah: L’anno 2024: tuoi sogni e progetti che vuoi affidare ai lettori?

Jevgenija: Voglio esporre sia le mie opere più antiche che quelle più recenti del ciclo pittorico “La mia Jūrmala” e fare ancora un viaggio. 

Cosa voglio dire ai lettori del quotidiano “Il Dispari”? 

Non aver paura di sognare ad occhi aperti, perché solo così i vostri sogni si materializzeranno e diventeranno la realtà!   

Provate a fare nella vita quello che volevate fare quando eravate ancora un po’ bambini! 

È essenziale che vi sentiate soddisfatti di voi stessi e della vostra vita! 

Non aver paura di fantasticare! 

Sorridete nelle gioie e nei dolori!

Ecco, io faccio tutto questo e ciò mi rende felice.

 

Liga Sarah: Il compito della vera arte, indipendentemente dal suo genere, dallo stile o dalla performance è di sviluppare in noi la creatività e la speranza, ricordarci i sogni dell’infanzia con gli occhi sia aperti che chiusi, ispirare l’amore, nonché sviluppare la nostra fantasia e quella degli altri, la sostanza dei sogni.

Nel caffè, a nome dell’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte DILA APS” ho consegnato a Jevgenija il suo meritato diploma del terzo classificato nella sezione Arti Grafiche del Premio Internazionale di Arti Varie “Otto milioni – 2023”.

Le ho regalato, inoltre, alcune copie del giornale “Il Dispari”, curato dall’Editore Gaetano Di Meglio, contenenti riproduzioni delle sue opere ed esaurienti informazioni sui vincitori di questo concorso.

Nell’antologia “Ispirazioni”, compilata da Bruno Mancini sempre attivissimo, sono stati pubblicati due dipinti di Jevgenija, l’uno che divenne uno dei vincitori – il terzo classificato – composto su tessuto leggero, luminoso, rossastro-dorato, chiamato “Venezia”, e l’altro, che si chiama “I pini di Jūrmala”, e rappresenta il ciclo più ampio di Jevgenija, “La mia Jūrmala”.

Il pittore italiano Jeanfilip, che ha compilato diverse copertine dei libri di poesie di Bruno Mancini in stile neorinascimentale, neoclassico e, in misura minore, preraffaellita, preferendo l’armonia dei toni del blu, giallo e bianco, ha apprezzato molto il dipinto di Jevgenija, “Venezia”, e lo ha elogiato pubblicamente a Brera, a Milano, il 17 novembre 2023, quando l’ex primo ministro di Lettonia, il lettone Einars Repše è stato nominato vincitore del concorso con il suo dipinto “Fiorellini”, che, leggermente modificato dall’intelligenza artificiale, combina armoniosamente il Fauvismo, Cubismo e realismo della scuola classica.

Jevgenija elogia l’appropriata innovazione di Einars Repše e la mia fantasia orientale nei nostri dipinti e schizzi, saluta con un sincero “grazie” tutti coloro che hanno notato la sua arte sul WEB e l’hanno votata attivamente.

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Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

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