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Intervista con Jevgenija Sundejeva, una dalle vincitrici del concorso “Otto Milioni – 2023”

Non abbiate paura di sognare ad occhi aperti, perché i sogni hanno la tendenza di materializzarsi

I nostri incontri nella vita non sono casuali, né il primo incontro nel mondo digitale, neanche il primo e i successivi incontri di persona.

Qualche tempo fa mi piaceva leggere e sfogliare i giornali e le riviste in lingua russa pubblicati sia in Lettonia che in Russia, per esempio “Вести” (Notizie) e “7 секретов” (7 segreti).

Ed ecco, in essi ho notato i paesaggi idilliaci, luminosi e soleggiati della pittrice Jevgenija Sundejeva – Itskeviča.

Lei, con la sua famiglia, abita nella città chiamata Jūrmala (prende il nome dalle parole lettoni “Jūra” – “Il mare” e “mala” – “il bordo”,  perché, splendida e verde città allungata proprio come il Cile, è situata verso il Golfo di Riga nel Mar Baltico).

In particolare, ho ricordato il suo paesaggio simbolico “La porta in una fiaba estiva” in cui si vede una porta aperta, di assi di legno, larga, con le stringhe quasi meridionali di epifite e con la presenza indescrivibile del mistero.

Ho ricordato il nome della pittrice, Jevgenija (in italiano – Eugenia), ma ho dimenticato il cognome finché non ho ritrovato il suo stile tipico, luminoso, radioso che riflette e fissa ottimamente sia colori che ombre, su “Facebook” e ho letto che lei e l’ex membro della Saeima di Lettonia (parlamento), che conosco da tanto tempo, Igors Pimenovs, un matematico promotore della cultura russa in Lettonia e uno dei fondatori dell’Associazione LAŠOR, cioè l’Associazione linguistica della scuola di Lettonia in russo, sono stati compagni della stessa classe.

Quando ho proposto a Jevgenia di partecipare al concorso “Otto milioni”, ideato dallo scrittore Bruno Mancini, Jevgenija ha accettato con entusiasmo.

Il suo dipinto “Le memorie italiane”, un paesaggio toscano ovattato e un po’ patinato, è  stato pubblicato in tale raccolta.

La Toscana è un luogo in cui Jevgenija vorrebbe tornare, un luogo che le sembra particolarmente vicino.

In corrispondenza con Jevgenija, ho appreso che Igors Pimenovs è stato suo compagno di classe e amico, Così abbiamo organizzato un incontro a Jūrmala, Bulduri, nel caffè “Zem burām” (in italiano significa “Sotto le vele”), il cui interno è decorato con tanti fiori e dove gli ospiti vengono serviti da simpatici giovanissimi camerieri – apprendisti.

Da lontano noto subito la Jevgenija: una donna non più giovane ma molto bella, fragile, dai capelli scuri, tipo Audrey Hepburn, dall’aspetto esotico.

Nel suo brillante vestito giallo limone, sembrava uscita dai suoi ritratti di persone solitamente sorridenti.

Nelle sue vene scorre sangue di ebrei, polacchi e di altri popoli.

I suoi antenati vennero in Lettonia da diversi paesi, proprio come i miei.

Jevgenija parla fluentemente l’inglese, poiché ha lavorato a Jūrmala come interprete della lingua dei segni in conferenze e in vari altri eventi importanti.

La sua lingua madre è il russo, ma le piace comunicare in lettone, inglese o altre lingue e attualmente lei sta imparando lo spagnolo, ancora come me.

La giornata del nostro incontro è soleggiata.

Continua la prossima settimana con la prima parte dell’intervista.

Liga Sarah Lapinska

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20240614 DILA ASP

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Igor Abramov: I giochi intellettuali d’avanguardia insieme con gli elementi naturali. 2

L’artista russo Igor Abramov è nato il 5 agosto 1962 ad Altai, in Siberia.

Il professore Dott. Azhar Dakhil, Accademia di Belle Arti c/o Università Al Bazar, Iran, così riflette:

«L’artista russo Igor Abramov rappresenta il centro tra l’Oriente e l’Occidente.  

 Pertanto, le sue opere in tutta la loro diversità sono come il luogo per l’interpretazione di un discorso diverso. 

Indubbiamente, un oceano innevato impone in un modo o nell’altro la sua autorità all’artista. 

Tuttavia, in due direzioni diverse.   

La prima costringe l’artista a utilizzare i colori caldi come equivalente oggettivo e compensazione emotiva, la seconda lo spinge a rimanere nel suo sistema di colori freddi, per poi utilizzarli così come li sente e li percepisce.

Igor sembra tornare alla prima direzione, utilizzando colori caldi nella maggior parte delle sue opere. 

Quindi, nelle sue opere predomina i colori  rosso e giallo, anche le sue linee sono nette, riflettendo il calore che l’artista crea per trasmettere un’ messaggio efficace alla sua società.

Come sappiamo, la Russia è diventata una delle culle dell’espressionismo realista dopo il crollo dell’Unione Sovietica, e i suoi artisti sono ancora immersi in questo campo di battaglia estetico che un tempo mobilitava l’ideologia socialista, ma questo artista si è notevolmente discostato dal percorso del realismo.  

Come artista riconosciuto a livello internazionale, Kandinsky deviò dall’ampia strada del realismo ideologico quando restrinse il suo percorso personale per sottomettersi a un sistema estetico ideologizzato o stereotipato e per dirigere la sua creatività al di fuori di questo contesto.

Si è avvicinato al lavoro espressionista astratto che gli artisti americani hanno creato dopo la seconda guerra mondiale, dal 1939 al 1945, e il suo padrino più famoso è l’artista di fama mondiale Jackson Pollock, con il lavoro tecnico e la scala delle differenze tra le opere di Pollock e Igor.»

Come ai maestri del Rinascimento italiano, anche a Igor piace la forma del tondo.

Come il re delle installazioni, Andrew Warhola, artista pop di vari generi, Igor gioca e gioca con le ripetizioni.

Penso che la presenza della pop art e del surrealismo nelle opere di Igor non farà altro che aumentare, così come la psicologia musicale e la capacità di dimostrare che i processi di movimento ed evoluzione delle cellule, degli occhi, delle onde binaurali cerebrali e della natura sono indissolubilmente legati.

Il primario espressionismo tedesco, ispirato dai Bruegel, padre e figlio, che già all’inizio era socialmente toccante, non gli è così vicino come l’estetica americana, dove tutti dobbiamo pensarci due volte, con gli occhi di un bambino e con gli occhi di un adulto.

Igor non caricatura nulla.

I suoi volti misteriosi, perfino tragici, espressivi come il norvegese Edgar Munch, con occhi enormi come nelle icone, emergono con una domanda dall’allegro carnevale di colori e trame.

Ha già ottenuto successi nei concorsi internazionali d’arte “In blu” e “Crochiano The Ancient Frescennum” organizzati dalla galleria Mega Art in Italia.

Le sue composizioni più patetiche di colori, ondulazioni e radiazioni, ricordano le canzoni del suo gruppo musicale preferito “Pink Floyd”, anche con forti cori; nella pittura – l’importanza dello sfondo e l’unità con il primo piano.

“I Queen” dalla Gran Bretagna, il compositore Vladimir Kuzmin dalla Russia, il viaggiatore Wolfgang Amadeus Mozart da Salisburgo e il quartetto, dopo il trio, un tempo ultra popolare in Unione Sovietica, ma più tardi il trio “Ricchi e Poveri”, la musica preferita di Igor, sembra incarnarsi nella sua arte e la rende ancora più diversa e più a colori.

Liga Sarah Lapinska

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20240607 DILA ASP

20240607 DILA ASP IL DISPARI professionistiIgor Abramov: Come il re delle installazioni, Andrew Warhola, artista pop di vari generi, Igor gioca e gioca con le ripetizioni.

L’artista russo Igor Abramov è nato il 5 agosto 1962 ad Altai, in Siberia.

Il professore Dott. Azhar Dakhil, Accademia di Belle Arti c/o Università Al Bazar, Iran, così riflette:

«L’artista russo Igor Abramov rappresenta il centro tra l’Oriente e l’Occidente.  

 Pertanto, le sue opere in tutta la loro diversità sono come il luogo per l’interpretazione di un discorso diverso. 

Indubbiamente, un oceano innevato impone in un modo o nell’altro la sua autorità all’artista. 

Tuttavia, in due direzioni diverse.   

La prima costringe l’artista a utilizzare i colori caldi come equivalente oggettivo e compensazione emotiva, la seconda lo spinge a rimanere nel suo sistema di colori freddi, per poi utilizzarli così come li sente e li percepisce.

Igor sembra tornare alla prima direzione, utilizzando colori caldi nella maggior parte delle sue opere. 

Quindi, nelle sue opere predomina i colori  rosso e giallo, anche le sue linee sono nette, riflettendo il calore che l’artista crea per trasmettere un’ messaggio efficace alla sua società.

Come sappiamo, la Russia è diventata una delle culle dell’espressionismo realista dopo il crollo dell’Unione Sovietica, e i suoi artisti sono ancora immersi in questo campo di battaglia estetico che un tempo mobilitava l’ideologia socialista, ma questo artista si è notevolmente discostato dal percorso del realismo.  

Come artista riconosciuto a livello internazionale, Kandinsky deviò dall’ampia strada del realismo ideologico quando restrinse il suo percorso personale per sottomettersi a un sistema estetico ideologizzato o stereotipato e per dirigere la sua creatività al di fuori di questo contesto.

Si è avvicinato al lavoro espressionista astratto che gli artisti americani hanno creato dopo la seconda guerra mondiale, dal 1939 al 1945, e il suo padrino più famoso è l’artista di fama mondiale Jackson Pollock, con il lavoro tecnico e la scala delle differenze tra le opere di Pollock e Igor.»

Come ai maestri del Rinascimento italiano, anche a Igor piace la forma del tondo.

Come il re delle installazioni, Andrew Warhola, artista pop di vari generi, Igor gioca e gioca con le ripetizioni.

Penso che la presenza della pop art e del surrealismo nelle opere di Igor non farà altro che aumentare, così come la psicologia musicale e la capacità di dimostrare che i processi di movimento ed evoluzione delle cellule, degli occhi, delle onde binaurali cerebrali e della natura sono indissolubilmente legati.

Il primario espressionismo tedesco, ispirato dai Bruegel, padre e figlio, che già all’inizio era socialmente toccante, non gli è così vicino come l’estetica americana, dove tutti dobbiamo pensarci due volte, con gli occhi di un bambino e con gli occhi di un adulto.

Igor non caricatura nulla.

I suoi volti misteriosi, perfino tragici, espressivi come il norvegese Edgar Munch, con occhi enormi come nelle icone, emergono con una domanda dall’allegro carnevale di colori e trame.

Ha già ottenuto successi nei concorsi internazionali d’arte “In blu” e “Crochiano The Ancient Frescennum” organizzati dalla galleria Mega Art in Italia.

Le sue composizioni più patetiche di colori, ondulazioni e radiazioni, ricordano le canzoni del suo gruppo musicale preferito “Pink Floyd”, anche con forti cori; nella pittura – l’importanza dello sfondo e l’unità con il primo piano.

“I Queen” dalla Gran Bretagna, il compositore Vladimir Kuzmin dalla Russia, il viaggiatore Wolfgang Amadeus Mozart da Salisburgo e il quartetto, dopo il trio, un tempo ultra popolare in Unione Sovietica, ma più tardi il trio “Ricchi e Poveri”, la musica preferita di Igor, sembra incarnarsi nella sua arte e la rende ancora più diversa e più a colori.

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Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

Capo Redattrice Angela Maria Tiberi

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