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20240509 DILA ASP IL DISPARI professionisti
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LUCIANO SOMMA | Poliedrica attività
La mia attività lavorativa è iniziata a 17 anni.
Rimasto orfano di padre a 14, feci studi irregolari fino a trovare lavoro con un lontano parente aiutandolo nelle vendita di attrezzi per officina.
Vendevamo a rate ed il sabato mi recavo a riscuotere una rata settimanale.
Dopo un paio di anni ottenni la rappresentanza d’una ditta di voltanti per auto e nel 1960, sempre di Torino, un’altra ditta che produceva fregi per auto, stemmi, scritte oltre a coppe e medaglie. Contemporaneamente per qualche mese lavorai anche al porto di Pozzuoli dove contavo i sacchi di cemento scaricati.
Accettai l’incarico d’una ditta per mascherine sempre per auto per le regioni Calabria- Puglia- parte della Sicilia e naturalmente Campania.
Viaggiavo senza auto, conseguii la patente nel 1964, ma le spese sostenute tra viaggi, vitto e alloggio spesso non erano compensate dalle provvigioni e dunque dopo alcuni mesi abbandonai altre regioni per lavorare esclusivamente in Campania.
Dal 1961 al 1969, contemporaneamente, feci l’allibratore ad Agnano, in un picchetto di scommesse per le corse di cavalli, trotto e galoppo, con paghe giornaliere adeguate all’epoca.
Solo che nel periodo estivo le corse al galoppo avvenivano di sera dalle 21 alle 24 e, dunque, in Luglio ed Agosto mi toccava lasciare Ischia, dove villeggiavo, per venire a Napoli e poi dopo un frettoloso giro con le rappresentanze, ritornare dai miei sull’isola.
A proposito di Ischia avevo un solo cliente PEPPE REGINE che aveva il magazzino di ricambi auto in Piazzale Trieste.
Acquistava molto materiale tanto che con le provvigioni pagavo il fitto dell’alloggio per tutto l’anno!
Intanto continuavo a scrivere per i vari giornali, creare testi per canzoni, frequentare nei giorni festivi i salotti e attivarmi nelle radio e TV.
Dal 1986 mio figlio Stefano, diplomatosi, si accompagnò a me fino al 2000, anno del mio prepensionamento.
Avrei dovuto attendere il 2002 ma poiché nel 1997 avevo subito un’operazione per un ascesso polmonare non dovuto al fumo, anche se decisi di togliermi il vizio per questioni respiratorie, ritenni di ritirarmi perché non sopportavo più il fumo e spesso i locali dei clienti ne erano saturi. Lasciai a mio figlio, successivamente, le rappresentanze che ancora oggi svolge con grande professionalità.
Vi racconterò alla prossima, ed in conclusione, cosa ho poi fatto ancora quando, lasciata l’attività, mi sono segregato nel mio studio col PC.
La vita del pensionato seduto su una panchina a vedere i piccioni o a fare una breve o lunga passeggiata non rientrava nelle mie aspettative presenti e future.
E dunque Non finisce qui!