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Codice 41po24 Poesia finalista Premio OTTO MILIONI 2024 – Legge Chiara Pavoni
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Privati pure della dignità nella malattia
Lucia Fusco
Un mio caro ha avuto un’ischemia cerebrale.
Il sabato sera precedente all’ictus ha giocato a carte e fatto battutine, raccontato barzellette e dato bacini ai nipotini.
La domenica mattina, era ancora buio, è stato colpito dal demone.
Ha passato una settimana in ospedale dove c’erano visite un’ora la mattina, dove ha mangiato passato di carote (credo), purè e omogeneizzato pranzo e cena per un’intera settimana, dove è caduto dal letto spaccandosi il labbro superiore (porta ancora i punti), tumefacendosi naso, costole, coprendosi di lividi dappertutto, sempre più estraneo a se stesso, nervoso, confuso e sofferente, dove nessuno ha spiegato alla famiglia cosa stava succedendo, dove dicevano “sta bene”, sbattendo porte in faccia!
Poi, dopo manco sette giorni hanno proposto di trasferirlo in una casa “di riposo”.
La famiglia ha chiesto una struttura riabilitativa ma pare che i pazienti “non collaborativi” non abbiano diritto a tali strutture, ex 60, ex 26, nella provincia, la famiglia ha detto “DAPPERTUTTO va bene”, ma hanno risposto ancora no.
Medici amici hanno pure consigliato il trasferimento a casa perché il malato avrebbe tratto giovamento tornando a casa e sarebbero arrivati subito medici infermieri e fisioterapisti per aiutare nel recupero e nella somministrazione dei farmaci.
In una settimana non si è fatto vedere né sentire nessuno. Il malato non puo essere lasciato solo manco un minuto. Il medico curante è l’unico che è andato due volte ed è sempre presente col telefono (GRAZIE DI CUORE).
Il signore che aiuta è stremato perché il malato è forte e oppositivo e l’agitazione in lui cresce.
Intanto il malato non mangia più, non riposa, non dorme da giorni, si agita, delira, ha visioni, non trova un attimo di pace, rifiuta il cibo; oggi pomeriggio ha detto alla famiglia: “papà è morto, papà non c’è più”… la famiglia sgomenta non lo lascia solo nemmeno un minuto e sono devastati dalla sua sofferenza, incapaci di portargli sollievo.
So che non si può guarire ma questa non dovrebbe essere la scusa per abbandonare malati e famiglia (quando c’è) alla pietà di amici e parenti (quando ci sono).
Manco in Internet c’è molto, ci si vergogna della malattia, come fosse una colpa.
Al malato in questione non è stata data la possibilità di entrare in una struttura riabilitativa, di tentare di riprenderlo e riabilitarlo come possibile.
Resta il privato, ormai tutti noi privati pure della dignità nella malattia.
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20241025 DILA ASP IL DISPARI professionisti
Liga: Cosa c’è di nuovo nell’archeologia del Caucaso?
Alvi: Come si sa, l’archeologia è una disciplina della storia attraverso la quale i ricercatori studiano il passato dell’umanità sulla base di fonti materiali e manufatti specifici rinvenuti in vari siti di scavo.
Significativo è anche il ruolo dell’archeologia negli studi caucasici.
Per quanto riguarda lo studio della storia dei ceceni devo dire che, nella ricerca archeologia, il patrimonio scritto e materiale è quasi assente ma particolarmente importante a causa delle conseguenze degli eventi distruttivi del passato (inclusa la Guerra del Caucaso del XIX secolo e la deportazione nel febbraio 1944). In pratica, linguistica, folklore orale e materiale etnografico, ricerca genomica (materiale sul DNA), tutto questo è forse lo strumento scientifico più importante nello studio della nostra storia nel periodo attuale.
Oggi, il Centro per la ricerca archeologica dell’Accademia cecena delle scienze sta conducendo gli scavi in insediamenti come Khambi-irze, Old Achkhoy, Roshni-chu e altri siti che sono stati identificati nelle aree di Nakhcha-Korta, Giala-Korta e molti altri, situati nella zona culturale e storica dell’agglomerato Achkhoy-Martan.
Dal 1 agosto di quest’anno, abbiamo censito congiuntamente un sito archeologico lungo le rive del fiume Mart (Fortanga), situato in prossimità della parte centrale della città di Achkhoy-Martan, dove, secondo i materiali in nostro possesso, almeno dal XII al XIV secolo c’era una fortificazione militare, chiamata “ТIеман-Гlап” – “TIeman-GIan”.
Un seminario scientifico, con la nostra partecipazione, il 21 agosto di quest’anno è stato specificamente dedicato alla considerazione di questo argomento presso il Dipartimento di Etnologia dell’Istituto di Studi Umanitari dell’Accademia delle Scienze della Repubblica Cecena.
Liga: Quanto tempo fa le popolazioni si stabilirono in Cecenia, Daghestan e in altre parti del Caucaso? Cosa facevano e quali lingue parlavano?
Alvi: È impossibile rispondere in modo univoco, poiché continua la ricerca su questi aspetti della nostra storia.
Non sarebbe un errore affermare che questo processo sia avvenuto durante il Paleolitico.
Molte lingue esistono nel Caucaso fin dall’antichità, alcune sono scomparse e altre hanno subito nell’aspetto una graduale trasformazione.
Non molte di queste lingue sono rimaste nel crogiuolo degli eventi storici in una forma abbastanza completa.
Ogni lingua dei popoli caucasici ha una storia millenaria, inclusa la lingua dei Nokhchi.
K. M. Tumanov nelle sue opere scopre una lingua “preistorica” comune ai popoli caucasici, in cui un posto significativo è dato alla lingua del popolo Nokhchi (ceceno), una lingua le cui radici risalgono alla base lessicale sumerica e hurrita-urartiana.
Liga: Pronto per un viaggio in Italia?
Alvi: No, dato che sono impegnatissimo nel mio carico di lavoro e anche nelle mie attività creative e, sfortunatamente, al momento non tutto è calmo nel mondo.
Spero, magari, di visitare un giorno questa brillante Isola d’Ischia della quale mi parli e comunicare con il pubblico ischitano e italiano.
A me sembra che gli italiani, in un certo senso morale, emotivo, comportamentale, per non parlare delle somiglianze esterne, siano simili ai caucasici.
Professionisti DILA APS 2023 – Calendario pubblicazioni
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20241024 DILA ASP IL DISPARI professionisti
Tra i miei compagni di viaggio canori mi piace ricordare anche alcun tenori, non molti, che hanno interpretato mie canzoni.
Ho conosciuto GIUSEPPE GAMBI oltre dieci anni or sono, tramite il M° Franco Matricano, detto Il Celeste Guerriero, e decidemmo insieme di affidargli la nostra OLTRE IL CIELO OLTRE IL MARE, testo di LUCIANO SOMMA e Francesco Bonagura musica dello stesso Matricano.
A Millevoci del 2012 il brano partecipò cantato alla grande da GIUSEPPE GAMBI e LAURA MIGLIACCIO.
La canzone prima e dopo ha avuto moltissime interpretazioni sia in Italia che all’estero, e ovunque ha avuto numerosi consensi sia di critica che di pubblico, un felice connubio testo-musica in un’atmosfera quasi celestiale, dove la spiritualità ha avuto il sopravvento sul vicenduale, con un felice finale che appaga l’ascoltatore ed i protagonisti della canzone.
Lo stesso brano, riproposto nelle varie piazze d’Italia ed all’estero, ha sempre riscosso grandissimi applausi da un pubblico attento e commosso.
Una delle migliori melodie del M° Matricano su un mio testo, quasi interamente scritto da me, con qualche parola aggiunta dal Bonagura come accaduto con gli altri 400 testi depositati in SIAE con duplice firma.
OLTRE IL CIELO OLTRE IL MARE- OLTRE OGNI COSA AL MONDO CI SEI TU!
Un amore che cerca di andare oltre la vita, che Vissuto su una spiaggia dove un lui, o una lei, sembra abbandonato ma alla fine, come in un sogno irreale, lo fa ricongiungere con l’altra metà…
Ed ecco una breve presentazione di GIUSEPPE GAMBI che vanta un curriculum ricchissimo e pieno di meritato successo.
Giuseppe Gambi, classe ’82, č un cantante lirico napoletano che, con il talento e il carisma innato, è riuscito a riservarsi un posto in quel meraviglioso mondo fatto di musica ed emozioni che è vanto del nostro paese.
Appassionato sin da bambino di Opera, l’artista che forse ha più ispirato il suo percorso ad Andrea Bocelli, che ha saputo proporre al grande pubblico il mix vincente di musiche.
LUCIANO SOMMA
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Programma e protagonisti DILA APS al BookCity 2023Programma e protagonisti DILA APS al BookCity 2023
Programma e protagonisti DILA APS al BookCity 2023
Programma e protagonisti DILA APS al BookCity 2023
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DILA & Bookcity 2023
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Opposto di sbagliato non è uguale a giusto
Non sempre andare nella direzione opposta a quella sbagliata equivale ad andare nella direzione giusta.
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Non sedersi a Ischia
Per la serie
Esopo news
è scritto, in vario modo, su una decina di cartelli sgangherati posti sulle scale scalcinate di un palazzo fatiscente presente nella Terza Traversa De Rivaz della Città di Ischia (Jacques Etienne Chevalley de Rivaz, 16 agosto 1801 – 8 dicembre 1863, è stato un medico svizzero che ha trascorso la sua carriera a Napoli e sull’isola di Ischia. Fondatore di un famoso sanatorio a Ischia, scrisse diverse opere sulla geografia, l’archeologia, la flora e la fauna dell’isola.)
Jacques Etienne Chevalley de Rivaz
Commentare l’assurdità di tale scempio sarebbe un’offesa al buon senso, alle relazioni civili, ai fondamentali presidi della salute pubblica ecc. dei nostri lettori, ma chiederci le ragioni della mancata iniziativa di rimozione da parte della Autorità Amministrative addette alla tutela della estetica cittadina nonché della sicurezza ambientale non pare essere un banale esercizio di provocazione.
La trave invisibile dove la pagliuzza è criminalizzata.
La terza traversa De Rivaz, posta in piena ZTL, collega la centralissima via Roma alla spiaggia di San Pietro che notoriamente è la più estesa e maggiormente trafficata di tutta la Città di Ischia.
Non sedersi
Non sedersi
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Non sedersi
Non sedersi
Non sedersi
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Stronzate italiane
Come se accedere ad un sito fosse sinonimo di guardare il contenuto di quel sito.
Tanto è banale la considerazione per la quale si può guardate il contenuto di un sito utilizzando molto semplicemente l’accesso fornito da altre persone, tanto viene da credere che chi non lo capisce faccia parte della categoria degli aventi diritto ai benefici sociali previsti nell’articolo 4 della legge 5 febbraio 1992 numero 104.
In Italia, a partire dal prossimo 2025, risulterà molto più complicato accedere ai siti con contenuti per adulti.
Ciò in ragione della nuova normativa introdotta dall’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni).
Le nuove norme prevedono, infatti, l’obbligo, per le piattaforme che divulgano contenuti potenzialmente dannosi per i minori, di accertare l’età dei visitatori fin dalla iniziale richiesta d’accesso.
In fondo, il protezionismo non ha insegnato niente ai nostri governanti
In concreto, il sottoscrittore di tale ridicolaggine è il Presidente Agcom.
Il ridicolo è che la sua nomina avviene scomodando le più alte Cariche dello Stato Italiano.
Infatti, Giacomo Lasorella (è questo il nome dell’attuale Presidente Agcom) è stato nominato Presidente dell’Autorità in data 15 settembre 2020
Ciò è avvenuto con decreto del Presidente della Repubblica. su proposta del Presidente del Consiglio, d’intesa con il Ministro dello Sviluppo Economico, previo parere favorevole delle Commissioni parlamentari competenti,
Pertanto si potrebbe dire che Manchino solo gli alieni e i reduci della prima guerra mondiale!
Poiché Il suo mandato è di sette anni, avrà tutto ilo tempo per aggiungere un numero elevato di ulteriori idee qualificabili con aggettivi inurbani.
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Cerimonia di premiazione dei vincitori delle quattro sezioni (arti grafiche, poesie, articoli, video) della tredicesima edizione del Premio internazionale di Arti Varie OTTO MILIONI – 2024
ideato da Bruno Mancini
ed organizzato
dall’Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS”
in collaborazione con la testata giornalistica IL DISPARI di Gaetano Di Meglio
e il Magazine EUDONNA e la Casa Editrice IL SEXTANTE entrambi di Mariapia Ciaghi,
in partenariato con le Associazioni ADA di Dalila Baukhalfa,
L’ARTE DEL SUONARE di Maria Luisa Neri,
L’Associazione Centro-Comunitario-PUECHER,
la Fondazione LA SPONDA di Benito Corradini,
la Casa della Cultura INTERNO 4 di Chiara Pavoni.
con i Patrocini dei Comuni di NAPOLI, ISCHIA, TORRE DEL GRECO, BACOLI
e con Patrocinio morale e finanziario della Banca di Credito Popolare di Torre del Greco
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20241018 DILA ASP IL DISPARI professionisti
Liga Sarah Lapinska intervista Alvi Dakho, membro del Governo della Cecenia e Ministro della politica statale e dell’informazione – quinta puntata
Liga: Occorre investire nell’esplorazione spaziale?
Alvi: Penso che ne valga la pena.
L’uomo è un essere dotato di intelligenza e possiede sia esperienza che conoscenza.
Il desiderio di riconoscere il MONDO è un fenomeno comprensibile, naturale e logicamente corretto.
Certo che “L’esplorazione spaziale” non dovrebbe significare l’invasione umana nello spazio per distruggerlo.
Mi piacciono molto le scene spaziali nel cinema che crea un grande impulso per la percezione mentale dell’Universo, ripensando il sistema della vita umana e della natura.
La mia attenzione è attratta innanzitutto dalle opere con temi dell’Universo di Ajub Ibragimov e Abu Pashaev.
La nostra amicizia e cooperazione creativa continua da tanti anni.
Tutti e tre abbiamo avviato la creazione di un’unione creativa pubblica chiamata “Sinan-oylan kherch” (Rifugio dell’anima e del pensiero).
Dal 2020, Abu lavora su una serie di dipinti basati sui motivi del nostro manoscritto ancestrale “Jakhotan Teptar”.
Dopo la pubblicazione del mio libro omonimo, abbiamo in programma di organizzare, contemporaneamente alla sua presentazione, una mostra di una serie tematica dei dipinti di Abu.
Il nostro lavoro congiunto è strettamente correlato all’interazione e alla cooperazione con Ajub, un autore di più di 10 mila opere d’arte, molto diverse le une dalle altre.
Tra queste opere, l’autore ne ha anche alcune dozzine dei Bustam nazionali ceceni (immagini simboliche che trasmettono attraverso ornamenti e segni la proprietà e le caratteristiche culturali, etiche e spirituali delle persone, cioè, il loro codice etno-culturale).
Insieme ad Ajub intendiamo compilare un catalogo dei Bustam con le relative descrizioni e poi pubblicarlo.
A proposito, tra i Bustam di Ajub ce ne è anche una, fatta da lui nel 2021 appositamente per me e si intitola “Al’ Dakho”.
Liga: Quali personaggi storici, filantropi, editori o musicisti le interessano di più e a quali atrocità dedica le sue opere scritte? Chi sono i Suoi eroi preferiti?
Alvi: Senza personalizzare le singole persone, dirò che sono vicino a coloro che fanno il bene, vivono secondo i principi della decenza umana e li riflettono nelle loro attività.
Attualmente sto scrivendo di Timurleng, detto Timur lo Zoppo.
Inoltre, sto raccogliendo materiali storici e documentazioni su Sheikh Mansur, lo stesso Ushurma, nonché su Abrek Zelemkhan, per dedicare in futuro le mie ricerche a queste persone.
Ho già pubblicato le documentazioni delle imprese dei miei antenati: il capo della tribù Ashkhoi, eroe Horsa, sotto la cui guida fu respinto l’attacco dell’esercito di Amir Timur sul territorio della fortezza di Tieman-GIap (ТIеман-Гlап) nel 1395, sull’eroe popolare Ziza, che era il comandante di un’unità cecena e difese parte della gola di Argun durante l’invasione dell’esercito di Amir Timur, su Temang che nella prima metà del XVI secolo combatté contro gli invasori stranieri e guidò la lotta cecena nella parte Sud-Occidentale del suo paese, cioè, Gamburi e Zhanburi.
Liga: Quali città e quali province d’Italia le piacerebbe visitare?
Alvi: Innanzitutto, Roma.
Mi piacerebbe visitare la Sicilia e le sue città – Palermo, Catania, Siracusa, e certamente l’isola d’Ischia della quale mi è stato detto un gran bene.
Liga: Il Suo italiano preferito è?
Alvi: Adriano Celentano.