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Liga Sarah Lapinska intervista Alvi Dakho, membro del Governo della Cecenia e Ministro della politica statale e dell’informazione

Quarta parte

Liga: Che aspetto ha Grozny oggi?

Alvi: Quanto a me, io preferirei la vecchia Grozny con le sue strade larghe, viali, vicoli, spazi verdi.

La città vecchia mi ricorda la mia giovinezza, il tempo di pace, i miei sogni per il futuro.

Liga: Quali ricerche sulle origini delle lingue e dei dialetti Lei sostiene?

Alvi: Sostengo la teoria “sui gesti”, avanzata nel XIX secolo, essa è interessante e ha una base probabilistica.
Gli scienziati L. Geyer e W. Wundt suggeriscono l’esistenza iniziale di un sistema di gesti sulla cui base si è sviluppato il linguaggio umano.
Sono vicino anche alla “teoria iafetica – gaphaetica,”avanzata dall’accademico N .Ya Marr. 

Considero validi molti aspetti scientifici dei materiali sulla storia e la linguistica del Caucaso, proposti nell’opera “Sulla lingua preistorica di Transcaucasia” di K.M.  Tumanov.
Do fiducia anche ad alcuni scienziati ceceni come J .M.  Desheriev, K.Z.  Chokaev, A. D. Timaev ecc.. 

Liga: Qual è la Sua professione e corrisponde alla Sua vocazione?

Alvi: Mi sono laureato al dipartimento di storia dell’Università statale ceceno-ingusci in nome di Lev Tolstoj e ho ricevuto la specialità “Insegnante di storia e scienze sociali”. 

Mi pare di aver fatto la scelta giusta della specialità. 

Liga: Quali mestieri nuovi desidera imparare?

Alvi: Molti.

Desidero sviluppare una formula per “la creazione, il successo e il progresso della società umana”, (l’umorismo con molta verità).

Liga: Ha piantato molti alberi nella vita? 

Alvi: Esatto, nella tenuta della casa dei nostri genitori, in parchi, vicoli, lotti liberi, nonché nel mio giardino, ho piantato gli alberi vari.

Liga: Quali premi e riconoscimenti ricevuti le sono piaciuti di più?

Alvi: Ho ricevuto vari premi e un ordine, medaglie e certificati d’onore, perciò le mie attività sono diverse, lavorando nel campo educativo e socio-politico.
Dopo il completamento della prima campagna militare nella Repubblica cecena e prima dell’elezione e dell’insediamento del Presidente Aslan Maskhadov, io sono stato un membro del Governo della Cecenia e ho compiuto i doveri di Ministro della politica statale e dell’informazione.

Nel giorno dell’insediamento del nuovo Presidente, mi sono dimesso volontariamente dalla carica di Ministro per mia spontanea volontà. 

Il neoeletto Presidente mi ha fatto ripetute offerte per unirmi al nuovo governo come vice primo Ministro, ma la mia decisione era ferma, quindi mai più sono tornato a ricoprire incarichi di Governo.
Continuo ad essere impegnato in attività sociali e politiche.
Ciò che mi rende più felice non sono i premi ma sono gli apprezzamenti e la gratitudine dei miei lettori.
Il mio piacere più grande è vedere ovunque i sorrisi dei bambini e i volti gioiosi delle nostre sorelle e mamme.

Liga: Per favore,citi un proverbio ceceno sul tema dell’onore.

Alvi: “L’onore non può essere dato a nessuno, non può essere venduto o comprato da nessuno. 

Una persona o ha onore oppure non ce l’ha.”

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Liga Sarah Lapinska intervista Alvi Dakho, storico e folclorista
La flora e la fauna vengono apprezzati come simboli sacri

Terza parte

Liga: Cita ai lettori del quotidiano IL DISPARI una fiaba o un aneddoto ceceno interessante?

Alvi: Un montanaro per molto tempo non poteva vendere la sua vecchia cavalla in nessuno modo. 

Ogni giorno andava al mercato rurale, volendo venderla, e ogni volta che la gente si avvicinava alla sua cavalla doveva costringerla ad aprire la bocca per fare esaminare i suoi denti.
Quindi, a quanto pare, scoprivano la sua età ma non la compravano e andavano via.
Tre anni dopo tante camminate e con la necessità di aprire sempre la bocca davanti alle gente, la cavalla, ogni volta che vedeva persino un passante casuale fermarsi davanti a lei, spalancava la bocca e mostrava volentieri i denti
.

Liga: I ceceni e gli altri popoli di montagna sono molto attaccati ai loro animali e, in media, hanno una buona conoscenza della storia e delle tradizioni popolari?

Alvi:  Sì, certo. 

Ad esempio, i ceceni hanno un antico canto epico, chiamato “Illy”, dedicato a un cavallo sincerissimo.
Nel nostro Paese la natura, l’Universo, la flora e la fauna vengono apprezzati come simboli sacri. 

Non era una consuetudine che i Ceceni non prendessero alcunché di superfluo dalla natura. 

Usavano solo il cibo e ciò che era cucinato nella loro casa. 

Quando un Ceceno contadino andava nella foresta per raccogliere legna da ardere, era abituato a non tirare troppo l’ascia per non “spaventare” gli alberi. 

L’ascia era esposta solo nel momento in cui aveva luogo il processo di taglio diretto e in modo tale da oscurare, quanto più possibile l’ascia funzionante alla vista di altri alberi.
Conoscere la propria storia, genealogia, tradizioni e storie dei propri antenati era un dovere di ogni degno ceceno. 

Sin dai tempi antichi, le famiglie cecene conservavano manoscritti nello scrigno, cosiddetto “teptara” di famiglia.

Liga: Quanto è importante per la nuova generazione conoscere le radici e l’appartenenza del popolo?

Alvi: Assolutamente molto! 

È tradizionalmente considerato come un dovere di ogni ceceno. 

Non conoscere almeno i nomi dei nostri ultimi sette antenati da parte di nostro padre diventa una vergogna per noi.

Liga: Lei suona qualche strumento musicale: pandur, sassofono, pianoforte?

Alvi: Da giovane, come molti miei coetanei, amavo suonare la chitarra.

Liga: Quali scrittori, artisti, grafici e musicisti sono più vicini a Lei?

Alvi:  Tra gli scrittori ceceni apprezzo Abdurakhman Avtorkhanov, Abuzar Aidamirov e Musa Beksultanov.

Tra gli altri, per esempio, Alexandr Solzhenicin, Viktor Suvorov, Moshe Gammer, il professore dell’Università di Tel Aviv, anche egli storico, e l’autore del libro «Il lupo solitario e l’orso. Tre secoli di resistenza cecena al dominio russo».

Tra gli artisti scelgo Anastasia Lesyuk (Anastasia Nast Mishukova-Lesyuk, Ekaterinburgo,      

Russia ), Irinel Daniela Iacob (Bucarest, Romania), Elita Dadakaeva (Grozny, Repubblica Cecena).
Più di tutti tra i pittori rispetto la creatività di Ajub Ibragimov, un artista grafico, innovatore e fondatore di molti generi moderni (Germania) e di Abu Pashaev (Reppublica Cecena), un artista insuperabile della direzione astratta e surrealista.
Invece, di tutti i musicisti del mondo, preferisco la mia madre, Nana, che mi cantava ninne nanne tanti anni fa e che, sfortunatamente, se n’è andata da molto tempo.

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Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

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Luciano Somma | I MIEI COMPAGNI DI VIAGGIO: FULVIO MASULLO

Tra i compagni di viaggio più presenti, specie tra gli anni 60 e 70, mi piace menzionare il Prof. Salvatore Maturanzo, grande studioso di poesie napoletane ed autore di diverse antologie, che presentò la mia prima pubblicazione DOJE VOCE ‘E NAPULE con poesie mie e di ANTONIO FERRARA nel 1968.

Conobbi anche GIOVANNI DE CARO il quale prese appunti su di me, ma non riuscì a pubblicarli su una nuova edizione della sua Antologia perché purtroppo ci lasciò.

Con FULVIO MASULLO invece il discorso è diverso, classe 1934, egli stampava il giornale L’ARALDO DEL SUD, molto diffuso, dove pubblicava la mia foto e tante mie poesie specie napoletane, molte apparse anche all’epoca sul giornalino di EDENLANDIA, un parco giochi, frequentato dai bambini dell’epoca accompagnati dai loro parenti, nel quale si facevano anche lavori teatrali e specie la Domenica era superaffollato.

Con Fulvio, di sua edizione, pubblicai il libro di poesie in italiano LA MIA RICCHIEZZA nel 1971 con una sua lusinghiera ed affettuosa prefazione che evidenziava la mia giovanissima presenza da esordiente nella storia della letteratura Italiana.

Un’ottima penna di grande spessore e competenza!

Purtroppo ci lasciò negli anni 90 poco più che sessantenne.

Come dicevo, non bisogna meravigliarsi se la maggior parte dei poeti, da me citati, sono passati da anni a miglior vita, fatte le dovute  eccezioni per morti premature, poiché tutti molto più grandi di me di almeno 15/20 anni.

Tra i poeti frequentati, vanno ricordati GIUSEPPE ALBANO – GIUSEPPE SACCO (del quale conservo gelosamente una poesia a me dedicata con affetto paterno) – GIUSEPPE PASTORE – GIANNI CROCE – MARIO MONTEFUSCO – ANTONIETTA PAGLIARULO (mia compagna in tante trasmissioni che si avvalse della mia prefazione per l’uscita del suo libro) – GIORGIO VAJANA – UGO IZZOLINO (oggi sono molto amico della nipote attrice Monica Masiello) – ALDO VILLA – figlio del grande GEPPINO VILLA – PASQUALE ESPOSITO e CIRO GILARDI col quale feci il quinto anno delle elementari insieme, incontrato dopo tanti anni, che organizzò, per un bel periodo, la POESIA IN PIAZZA che vide partecipare moltissimi dei poeti e poetesse menzionati.

L’elenco naturalmente non finisce qui, vi sono ancora molti poeti da citare ed alcuni cantanti e compositori.

Il tutto rimandato ai prossimi articoli. Alla prossima!

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Luciano Somma | I MIEI COMPAGNI DI VIAGGIO: Gioia Lomasti.

Una compagna di viaggio che mi sta molto a cuore, conosciuta online tantissimi anni fa è Gioia Lomasti.

In tandem abbiamo realizzato libri, articoli e tant’altro.

La stessa ha collaborato anche per un periodo con Bruno Mancini, grande organizzatore e creatore appunto di tante iniziative a livello internazionale, riscuotendo ovunque innumerevoli consensi.

Gioia Lomasti nasce a Ravenna, appassionata di letteratura nel suo insieme sin da bambina conquista l’attenzione della critica letteraria con la partecipazione a concorsi di poesia ed eventi culturali che la vedono tra i posti d’onore.

È autrice di opere in poesia e prosa dedicando parte dei suoi scritti al cantautorato italiano Fabrizio De Andrè.

Co-fondatrice nel 2011, con Marcello Lombardo (diventato suo marito dal giugno di quest’anno: auguri agli sposi!), del sito vetrinadelleemozioni.com  lo ha creato come spazio riservato all’arte e alla musica che supporta la promozione degli scrittori, dando molto risalto agli emergenti di grande espressività poetico-narrativa, che necessitano di un giusto sostegno per conseguire una maggiore visibilità.

Ha all’attivo con me moltissime pubblicazioni poetiche singole o in antologie anche scolastiche.

“Passaggio”, la sua prima raccolta edita (Giugno 2008), è una sorta di diario dal chiaro sapore emozionale nel quale poeticamente racconta se stessa.

Dal Dicembre 2009 al 2020 la sua passione la porta a curare per le radio della bassa Romagna l’appuntamento in “Vetrina delle Emozioni”, tramite un laboratorio creativo con la realizzazione di puntate settimanali a favore di tutti gli artisti partecipanti (scrittori e cantautori) ricreando uno spazio a loro dedicato, che ad oggi ha potuto vantare migliaia di adesioni.

Il web, attraverso molte interazioni, racconta parte del suo percorso artistico per ciò che lei è e sa donare: arte, poesia e vita

LUCIANO SOMMA

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Professionisti DILA APS 2023 – Calendario pubblicazioni 

CS IL DISPARI & DILA APS

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Il Dispari DILA APS Rubrica Professionisti

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Mariapia Ciaghi | L’arte dell’attesa (e del mancato pagamento)

“Vissi d’arte, vissi d’amore” mormorava Tosca, sospirando tra le note, e in fondo, mi sentivo un po’ come lei.
Anche io, nell’immenso amore per l’arte, avevo dedicato tempo, cura e risorse a quel progetto: un catalogo celebrativo per il centenario della morte di Giacomo Puccini.
Un’opera che doveva essere un tributo a un genio, e invece, si è trasformata in una triste odissea di attese, promesse non mantenute e, soprattutto, fatture insolute.
Ma ahimè, nonostante tutta la mia dedizione, il pagamento, come l’amore che Tosca si illudeva di controllare, continuava a sfuggire.
“O dolci mani mansuete e pure”, scrivevo ogni volta nelle email di sollecito, sperando che il tocco delle mie parole trovasse la grazia della puntualità.
Ma il silenzio che seguiva era più eloquente di ogni risposta, come una cadenza di note sospese, senza mai risolversi.
La melodia diveniva, purtroppo, sempre più stonata.
Il Maestro Giordano Telamone, l’artista che aveva reso omaggio a Puccini con le sue opere, sembrava altrettanto sorpreso da questa attesa infinita.
Mi dicevo: “E lucevan le stelle”, sì, ma queste stelle illuminavano solo le nostre illusioni.
Intanto, l’unica cosa che rimaneva oscura era il saldo delle fatture.
E se Puccini fosse stato qui, forse avrebbe adattato i versi: **“L’arte è un mistero, ma i conti son certi”.
E poi ci fu l’inaugurazione al Museo degli Strumenti Musicali, quella che avrebbe dovuto rappresentare l’apoteosi del progetto.
Il catalogo non fu neanche presentato, ironia delle ironie, perché l’organizzazione di Sirtori & Soci, in ritardo persino nella preparazione dei testi, non aveva ancora completato la parte che io, obtorto collo, avevo finito e persino tradotto.
Eppure, incredibilmente, nonostante avessi portato avanti il progetto espositivo anche a livello internazionale, non ricevetti alcun invito per partecipare all’inaugurazione.
Non fui nemmeno menzionata.
“Dove sono i bei momenti?”, mi chiesi, guardando lo scorrere del tempo senza riconoscimento o gratitudine.
La mostra si apriva senza di me, senza il mio catalogo, e senza alcuna spiegazione.
Sembrava quasi una parodia della vita di Cavaradossi, tagliato fuori dai suoi stessi trionfi.
Mi rivolsi allora alla Sirtori & Soci con una lettera carica di speranza e di disappunto.
Mi sentivo come se stessi recitando l’aria di **“Nessun dorma”**, sperando che il mio sollecito squarciasse il silenzio.
**“All’alba vincerò!”**, mi ripetevo, aspettando il miracolo di una risposta concreta, magari accompagnata da un bonifico.
E invece nulla.
“Il bel sogno di Doretta”, che nella mia mente si era tradotto in un incantevole progetto artistico, si stava trasformando in un incubo contabile.
Ogni mese di attesa era come un nuovo atto di un’opera tragica, in cui i protagonisti sembravano incapaci di uscire dal loro torpore.
Ma, caro Telamone e cara Sirtori & Soci, non pensiate che io sia un’eroina tragica pronta a soccombere.
No, questa Tosca editoriale non si butterà giù dal Castello Sant’Angelo.
Anzi, prendo in prestito le parole di Scarpia, “Davanti a lui tremava tutta Roma”, perché io non tremo, ma agisco.
Del resto, come diceva Mimì nella sua ultima scena, “Addio senza rancor”. Ma che l’addio non sia mio, bensì vostro, verso la possibilità di continuare a fare affari con chi, con forte spirito pubblico e rispetto delle regole, ha sempre fatto del suo lavoro una missione per il bene comune.

Dott.ssa Mariapia Ciaghi – Direttrice IL SEXTANTE
www.ilsextante.net
Editoria-Comunicazione-Eventi
via Calvet 14 38086 Pinzolo (TN)
via Fara Sabina 2 00199 Roma
mob: +39 3886315672

20241014 DILA APS – IL DISPARI

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Dalla raccolta poetica

LA MIA VITA MAI VISSUTA

di Bruno Mancini

Poesia-L’inganno

Magari dopo
(ma quando, ma come, ma dove?)
di Lei presente in fotocopia
tra gialli ritagli di giornali
andrò a cassare ogni riferimento
nel lungo elenco della stracolma agenda
che accetta un gran raduno di mie fate
con titoli che sono di poesie.
… ma la memoria
con quale ingegno si cancella?

Ed io riprovo (ancora)
a credere che dopo il Vero (ancora)
il Sogno è uguale (ancora),
così mi acquatto di nascosto (ancora)
nei miei pensieri – poesia (ancora) –
dove le ampolle han poche gocce profumate (ancora)
e mi è difficile strizzare (ancora)
nella coppa agrume acerbo (ancora)
senza che qualche goccia mi colpisca gli occhi (ancora)
per lacrime che non sono di dolore (ancora).

Poi come sempre mi chiederò “perché?”
e (non) avrò risposte
e (non) ne ho.
E (non) ne ha
la strampalata furia possessiva
che non rivendica blasoni e miti conquistati
– il demone e l’agnello –
ma solo il Tuo sorriso fragile
– stellata notte e faro –
per me che navigo ma non invento i sogni.

  20241014 DILA APS – IL DISPARI

Dalla raccolta poetica

LA MIA VITA MAI VISSUTA

di Bruno Mancini

Il rifugio-Dimora

Già fuori dall’aerostato
plano
scivolando – volo libero –
nel rovistare oltre le nuvole.
M’intrufolo
infiltrandomi nella foresta equatoriale
giù oltre le chiome ombrelli

riparo
dell’indiscusso regno di chi non volle esistere
in apparenze definite
e sbuco sotto tetti di embrici e di coppi.

Tanto più privo di superflui ornamenti
l’echino appare in mostra col frontone,
tanto più stabile
sarà nel tempo il Tempio.

Esisto.

Non ha sapore di spore innominabili
questa mia attesa che ritaglia
indefiniti volumi
intorno a me deposito, ed in futuro, centro.

Ho detto basta, ho detto ancora,
nel rock and roll
non so se vado o prendo.
Ma ora so – Rifugio Dimora –
che sei reale
e arrivo scavalcando cancellate
di aguzzi aculei
e poi osando
usci da far tremate i polsi…
e Tu mi attendi a braccia stese
tra un giaciglio e la luna sempre uguale.

Ti cerco, t’immagino, ti tento
…vengo a toccarti
e Tu non sei spettacolo
e non sei oltre l’orizzonte.

Esisti.

20241014 DILA APS – IL DISPARI

DILA

NUSIV

 

 

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4 – Ischia, mare e poesia

 

 

 

 

 

 

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Otto milioni

Da Ischia sempre poesia

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Mare Monti Mare

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Da Ischia L’Arte

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Otto milioni – 2016

 

 

 

 

 

 

Penne Note Matite

 

 

 

 

 

 

Una pagina, un’emozione!

 

 

 

 

 

 

Magari un’emozione – prima edizione

 

 

 

 

 

 

Magari un’emozione – seconda edizione

 

 

 

 

 

 

Sinfonia con l’Africa

 

Arte Altrove

Antologie Poetiche

a cura di

 

 

 

Roberta Panizza

Noi affermiamo che nessun libro viene cestinato prima ancora di essere sfogliato (come viceversa avviene per depliant, brochure, volantini, e cataloghi vari).

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Bruno Mancini scrittorebruno-fotografo

è nato a Napoli nel 1943 e risiede ad Ischia, dalla età di tre anni.

A lui piace dire che l’origine della sua ispirazione o forse solo un iniziale impulso ancestrale ed istintivo, il vero basilare momento poetico della sua vita, si è concretizzato nell’incontro, propriamente fisico, tra i suoi sensi acerbi, infantili, e le secolari, immutate, tentazioni autoctone dell’Isola d’Ischia, dove le leggi della natura sembravano fluire ancora difese da valori di primitive protezioni.
Anche se aggiunge, con molta auto ironia e con un pizzico di provocazione:

“Le mie primissime esternazioni poetiche le ho espresse in tenerissima età, quando ancora non avevo pronunziato per la prima volta la parola mamma, ed alla fine di ogni abbondante poppata liberavo graziose ispirazioni poetizzando mediante dei rimati vagiti“.

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Antiche terme comunali – Salone delle feste  – Ischia 1964 Bruno Mancini legge poesie moderne

Recensione di Marina De Caro

Recensione di Roberta Panizza

Recensione di Liga Sarah Lapinska

Intervista di Michela Zanarella

Intervista a Michela Zanarella

FATTITALIANI: Caterina Guttadauro La Brasca intervista Bruno Mancini

Caterina Guttadauro La Brasca

La Voce – Caterina Guttadauro La Brasca intervista Bruno Mancini – Agosto 2018

PROSE
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Per Aurora volume secondo

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Per Aurora volume quinto – Così fu

Per Aurora volume settimo – Un’altra Gilda

Per Aurora- Tutti i racconti

Come i cinesi volume primo

Come i cinesi volume secondo

La ch

Incontro con un maestro

Racconti inediti

POESIE
Davanti al tempo

Agli angoli degli occhi

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Dedicate e preferite

La sagra del peccato

Incarto caramelle di uva passita

Non rubate la mia vita

Io fui mortale

Sasquatch

Non sono un principe

La mia vita mai vissuta

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Clara – Musica e canto di Valentina Gavrish – Testo di Bruno Mancini – Quadri di Milena Petrarca

Credevo – Musica e canto di Valentna Gavrish – Testo di Bruno Mancini

Valentina Gavrish Gilda Canta Rita Cuccaro finalista premio “Otto milioni” 2018

Parlo di Te – Testo di Bruno Mancini, musica e canto di Valentina Gavrish.

Non rubate la mia vita testo di Bruno Mancini musica e canto di Valentina Gavrish

Adesso musica e canto di Valentina Gavrish e testo di Bruno Mancini

Carnevale – Testo di Bruno Mancini – Musica e canto di Valentina Gavrish

Gilda – Testo di Bruno Mancini -Musica e canto di Valentina Gavrish

Giovane Apache – Testo Bruno Mancini – Musica e canto Valentina Gavrish

Tecla – Testo di Bruno Mancini – Musica e canto di Valentina Gavrish

Ad occhi chiusi – Testo di Bruno Mancini – Musica e canto di Valentina Gavrish

28 nov 2013 20:31

PRANDIN MANCINI SOMMA E sento bestemmiare finalista premio “Otto milioni” 2018

“Quanno”: musica Roberto Prandin, testo Bruno Mancini, traduzione L. Somma immagini artisti vari

Tra eutanasia e ghigliottina Prandin Mancini Canola legge Bruno con testi

Tra Eutanasia e Ghigliottina Roberto Prandin Bruno Mancini Patrizia Canola

Tra eutanasia e ghigliottina testo Bruno Mancini, musica Roberto Prandin, disegni Liga Sarah Lapinska

E sento jastemma ‘o cielo Roberto Prandin Bruno Mancini Patrizia Canola Luciano Somma fast

Nicola Pantalone Il brivido più lungo finalista premio “Otto milioni” 2018

Canzone per San Valentino

Inno Coquille – Premio Internazionale di Poesia “Otto milioni – 2013”

Nelle bugie dei sogni Sigla 2 cerimonia premiazione “Otto milioni – 2014”

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Bruno Mancini | L’imponente eredità civile che ci ha lasciato CHICCO CECCHI

prima puntata

 Ho sempre considerato Chicco un mio amico e nutro la presunzione di essere stato ricambiato con uguale sentimento di amicizia.

Da quando ho avuto notizia della fine della sua vita umana, ho sentito una robusta spinta verso la pubblica illustrazione della imponente eredità civile e morale che fa parte del bagaglio incontaminabile di grandi esempi di coerenza e di coraggio specifici della sua esistenza.

Non vi proporrò il classico coccodrillo, ma presenterò, a puntate, in questa pagina un documento, probabilmente inedito, con il quale il caro Chicco volle dimostrarmi la sua vicinanza ai progetti culturali che nel 2012 iniziavo ad avviare con la collaborazione di Roberta Panizza.

“Ischia, un’antologia” (ISBN 978-1-4717-8775-1 90000) è il titolo del volume poetico nelle cui pagine, da 47 a 98, abbiamo riprodotto testo ed immagini di una relazione “APPUNTI PER UN ITINERARIO TURISTICO NELL’ISOLA D’ISCHIA” redatta da Giovan Giuseppe Cervera su commissione dell’ENTE VALORIZZAZIONE ISCHIA.

Chi di voi avrà la volontà e la pazienza di leggerlo fino alla fine, concorderà certamente con l’idea di Chicco che riteneva uno scempio non avere avuto forze e coraggio (cittadini e amministratori pubblici) per perseguire la strada indicata, ormai sono oltre sessanta anni, nei fogli di carta velina sui quali fu redatta la relazione di Giovan Giuseppe Cervera.

20241007 DILA APS – IL DISPARI

“Ischia, un’antologia”

Pagina 46

 Chicco Cecchi, funzionario del locale acquedotto, è un personaggio di grande notorietà sull’Isola d’Ischia in virtù del suo modo sempre affabile di ascoltare i problemi degli utenti e di offrire

soluzioni adeguate.

Conoscitore come pochi di tutto il territorio isolano s’immerge nella natura, ogni volta che gli è consentito, con rispetto e con partecipazione emotiva.

Dalla sua continua difesa della specifica tipologia morfologica dell’isola, nasce la presentazione di questo primo stralcio di un documento degli anni cinqua

 Pagine 48/49

APPUNTI PER ITINERARI TURISTICI

NELL’ISOLA D’ISCHIAe il forestiero

desideroso di conoscere le ricchezze dell’isola verso quei luoghi che, per la loro caratteristica fisionomia o per la dovizia di cose belle ed utili che detengono, assurgono a bellezze naturali dell’isola d’Ischia, ed onde consentire all’E.V.I. la possibilità di renderle accessibili curandone la manutenzione, e rintracciabili mediante una apposita segnaletica, colgo l’occasione per suggerire allo stesso E.V.I. di rendersi interprete verso i Comuni della permanenza di una toponomastica squisitamente indigena di alcune strade, e di preoccuparsi, anche in sede di Piani Regolatori, di stabilire certi punti fermi in materia di salvaguardia delle bellezze naturali, che non possono non essere assunti come patrimonio di tutti i cittadini dell’isola, affinché quel che rimane ancora del ricco paesaggio d’Ischia non vada sottratto agli’isolani, naturali proprietari, o irrimediabilmente distrutto.

Premetto altresì che il compito che mi accingo a svolgere, a parte l’invito dell’Ente promotore e richiedente, è decisamente dettato dalla mia viva ansia di portare un valido contributo alla

conservazione e alla valorizzazione di valori inestimabili, contro la dilagante mania di accaparramento privato e di distruzione incosciente, le quali a lungo andare implicheranno

quelle stesse sorti economiche che oggi tanto avvantaggiano l’isola, e, in un più ampio contesto, contribuiscono a mettere in pericolo la stessa sopravvivenza dell’isolano.

LA FONTE DI NITRODI – LE CAVE – IL BELVEDERE DI CASTANITE.

Indubbiamente le valli, che nell’isola prendono il nome di Cave per la loro più marcata incisività nel terreno tufaceo e quasi per trarre origine dal deflusso delle acque piovane e sorgive di cui sono il naturale veicolo, rappresentano una ricchezza estetica ed economica di primissimo piano. Perciò le vie che portano alle Cave meritano particolare rilevo.

Prossima puntata lunedì 20 ottobre

20241007 DILA APS – IL DISPARI

Chicco Cecchi

20241007 DILA APS – IL DISPARI

20241007 DILA APS – IL DISPARI

 

Dalla raccolta poetica
LA MIA VITA MAI VISSUTA
di Bruno Mancini
La voce-Silenzio

Nel doppio enigma del suo silenzio
frammento sillabe
mostrando il volto in controluce al buio
nella registrazione
di versi prima mai uditi da nessuno.

Non ho più dediche.
Di pietra!
L’altra metà di me e Lei.
di me,
di Lei,
scompone il “sempre” in mini “adesso”
ché se ne perde alcuni, il dopo resta.

Nel doppio enigma
il suo silenzio è voce,
il suo silenzio è amore in suono
per me che non ho il senso dell’udito.

20241007 DILA APS – IL DISPARI

20241007 DILA APS – IL DISPARI

20240930 DILA APS – IL DISPARI

20240930 DILA APS – IL DISPARI

“Emozioni e Counseling a mediazione artistica”di Silvana Lazzarino presentato a Napoli con grande successo

c/o la Società Umanitaria- Humaniter

Silvana Lazzarino, nata a Roma il 14/02/1971, laureata e giornalista è impiegata nella pubblica amministrazione.

Ama praticare anche attività sportiva come corsa e lunghe camminate, spesso nei fine settimana.

Ha collaborato come critica cinematografica e critica d’arte con il quotidiano Il Giornale, il bimestrale Il Ragazzo selvaggio, il magazine Eudonna, Radio Vaticana e con questa nostra pagina culturale per la quale continua a proporre recensioni ed articoli di cronache riferiti ad eventi culturali fin dalla sua nomina di “Direttrice Editoriale per conto dell’Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA”avvenuta il 15 aprile 2017.

https://www.emmegiischia.com/wordpress/silvana-lazzarino-2/

Ha partecipato ad alcuni concorsi letterari ottenendo prestigiosi riconoscimenti e le sue poesie sono presenti su diverse raccolte antologiche.

Ha pubblicato diverse raccolte poetiche personali quasi tutte ispirate dal fascino delle bellezze artistiche e paesaggistiche del nostro Paese.

Nel 2014 si è classificata al primo posto nella sezione “Poesia” del Premio Internazionale di Arti Varie OTTO MILIONI con questa poesia

Inaspettatamente l’amore


Avvolto dalla mano della guerra
serva del potere,
spinto dalla sete di vendetta e giustizia,
questo pianeta ferito
geme e sanguina separando
mani, volti, sguardi
sempre più indifferenti gli uni agli altri.
Quando si è sul punto di non farcela,
quando l’orizzonte si oscura
e il cielo sembra frantumarsi come cristallo
precipitando a terra in mille schegge di follia,
d’improvviso l’arcobaleno
a segnare una via per risalire.
E’ “l’arcobaleno dell’amore”
che inaspettato
in qualsiasi stagione della vita
arricchisce e trasforma
cuori, animi, pensieri,
unendo le diversità,
accorciando le distante tra popoli e nazioni
per accogliere l’altro
che ci viene incontro
dal fondo di una strada sconosciuta
da percorrere insieme.

20240930 DILA APS – IL DISPARI

A Napoli lo scorso 13 settembre presso l’Humaniter in piazza Vanvitelli è stato presentato il suo libro “Emozioni e Counseling a mediazione artistica”(Kairós edizioni 2024).

L’incontro introdotto dai saluti della Responsabile di sede Marina Melogli e dall’editore Giovanni Musella (Kairós edizioni) è stato condotto dalla giornalista Laura Bufano che ha presentato unitamente all’autrice, i relatori Franco Lista Architetto e Artista; Luciano Scateni Giornalista, Scrittore e Artista; Paola Lista Architetto e la Scrittrice Federica Floccocuratrice delle letture.

E’ stata sottolineata l’originalità di questo libro non solo per la brillante analisi sulle emozioni, e il soffermarsi sulla creatività e sul potenziale creativo con esempi di opere di artisti contemporanei, ma anche per aver dato risalto all’aspetto legato all’uso del mezzo artistico nel counseling entro le dinamiche offerte dalle immagini dei dipinti dell’artista Lorenzo Maria Bottari dal titolo “Viaggio di Pinocchio nel Paese dei Tarocchi”, osservate in parallelo a quelle degli Arcani maggiori dei Tarocchi di Marsiglia.

Dopo aver affrontato l’importanza della professione del counselor nel restituire benessere al cliente rispetto ad una situazione di disagio o difficoltà, l’autrice ha tenuto a evidenziare come il mezzo artistico (disegno, scrittura, musica) possa essere di grande aiuto nel setting per innescare una narrazione ed evocare emozioni rimaste silenti.

Nell’accompagnare il cliente verso la propria realizzazione, il counselor stando in accoglienza e accettazione incondizionata, mantenendo un ascolto attivo, empatico e in sospensione di giudizio permette allo stesso cliente di ritrovare quella serenità smarrita per via di una perdita, una separazione, un conflitto nei rapporti interpersonali,ma anche per un insuccesso, una delusione, ecc.

Così il cliente ritrova fiducia in sé, autostima e quelle potenzialità che credeva di non possedere. Nell’accostamento tra le rappresentazioni di Pinocchio delle tavole di Bottari e gli Arcani maggiori dei Tarocchi marsigliesi vi è la possibilità di soffermarsi su alcuni aspetti del viaggio del burattino che desidera diventare un bambino nel suo processo di individuazione dall’io al sé.

Questo percorso viene osservato in linea con “il viaggio dell’Eroe” tra iniziazione, sfida, riscoperta di sé, e rinascita che Pinocchio attraversa incarnando alla fine quello che potrebbe essere il percorso di ogni individuo.

Poiché i Tarocchi e in particolare gli Arcani maggiori, sono strumenti di autoconoscenza con cui si lavora stando nel “qui ed ora”, possono essere utilizzati in un setting.

A chiusura dell’evento è intervenuta Stefania Cristiano con il suo laboratorio con il Gong.

Silvana Lazzarino, si dedica al Counseling e conduce laboratori a mediazione artistica per accompagnare le persone all’ascolto delle emozioni, sviluppare creatività, intuizione, ma anche autostima e condivisione.

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Dalla raccolta poetica

LA MIA VITA MAI VISSUTA

di Bruno Mancini

Ignazia-La tempesta

Un altro giorno si allontana,
è vero, ma tornerà
se solo avvolgo il mulinello
dei miei ricordi senza nome
stretti in capitoli numerici.
Passivi segreti serbati da una pass
di sette lettere e di cinque numeri.

Dopo tre anni avanza una tempesta
sento correnti di aria fresca
lambirmi le caviglie
e vedo, immagino, vedo
legioni di zanzare
volare verso ricetto d’alberi
e vado, immagino, vado,
da Lei che mai non fugge in cerca di un riparo.

Ho voglia di nudarmi
uscire per mezzora
a cielo aperto
e poi vociare a muso duro
“Fulminami, io sono il tuo bersaglio,
colpisci al basso ventre, creando un rombo
– tu –
che scuota gli assonnati”.

Soffr dilemma tra luce e buio,
Ignazia-La tempesta.
Avanza e smuove il casco di banane
sospeso alla trave del terrazzo.
Procede, variando ombre
intorno alle pareti della stanza
per l’oscillare dei lampioni sulla strada.

Nemmeno il tempo di capire l’attimo:
fenomeni aumentano d’intensità.
Se solo avessi modo d’incontrarla
“Bagnami!”
“Affrontami!”
“Tu passerai io resto,
oppure sarò vento di tempesta”.

Rimbomba, rombando lontano,
in deviazione verso la valle degli uomini
– ottusi –
che non sapevano competere.

Eppure
Cenerentola perse scarpetta di cristallo
in fuga verso casa a mezzanotte
lasciando traccia al principe dei sogni.

20240930 DILA APS – IL DISPARI

DILA

NUSIV