20241021 DILA APS – IL DISPARI

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Bruno Mancini | L’imponente eredità civile che ci ha lasciato

CHICCO CECCHI – seconda puntata

 “Ischia, un’antologia”

APPUNTI PER ITINERARI TURISTICI

NELL’ISOLA D’ISCHIA

PER CONTO DELL’ENTE VALORIZZAZIONE ISCHIA

Di GIOVAN GIUSEPPE CERVERA

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Via Nitrodi.

Porta alle sorgenti di Nitrodi, in un angolo di Cava Candiano.

Da tempo un miserevole abbandono copre di squallida negligenza questo luogo, un tempo sede di fiorente sodalizio curativo a carattere religioso, e da poco divenuto oggetto di una incontrollata speculazione, tristissima iattura, mentre da quelle stesse forze speculative si sarebbe potuto

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ottenere la valorizzazione dovuta ad una sorgente che ancora adesso opera miracoli di guarigione, se si fosse operato con serietà d’intenti.

L’interesse del visitatore dovrebb’essere concentrato su la ricostruzione del tempietto, dei bassorilievi, nonché sui bagni, alla cui realizzazione dovrebbero presiedere gli studiosi e gli specialisti in materia.

Ad ogni modo va curata la stradetta di accesso eliminando la discesa ripida.

Non sarebbe inopportuno che l’inizio della stradetta venisse guardato da due grossi vasi sormontati su bassorilievi, in modo da richiamare, già dall’ingresso, a qualcosa di antico, mentre la fonte sarebbe tutto da rivedere.

Cava Olmitello oggi viene visitata meglio dalla spiaggia dei Maronti tuttavia potrebb’essere raggiunta da:

Via Giorgio Corafà,

la quale potrebbe additare ai turisti quel famosissimo Sudaturo che ha guarito tanta gente coi suoi vapori caldi e secchi, unici all’ospa.

La iniziativa da prendere nel quadro generale di restituire alla comunità beni rilevatisi di interesse comune sarebbe quella di sottrarlo ai privati per rimettere in sesto la stufa secondo le direttive degli esperti in materia.

Se non facesse più allo scopo terapeutico , formerebbe un’attrattiva turistica, oltre che una testimonianza storica.

Via Terzano,

la quale lascerebbe ammirate l’omonima Cava, dopo aver suscitato, coll’offerta di una vista sempre gradita costituita dall’abitato di Terzano, l’emozione per le cose la cui vetustà è ragione di orgoglio.

A Cava Scura

si può accedere, oltre che dal mare, da due romantiche e interessanti vie da Noia e da Serrara.

Via Pompeo Trofa

nasce da Noia

La prima diramazione a sinistra potrebbe permettere al visitatore di affacciarsi su Cava Posteca; quella seguente, a destra, è cieca.

Bivio.

Indicare Via Casale – Posteca e sconsigliarla, anche se lascia ammirare Cava dell’Acquara.

Indicare, invece, l’altra.

Via Capodimonte,

perché questa, che va sen’altro resa funzionale, è il ramo di maggiore interesse turistico, dettato dallo stessa percorso della strada.

Infatti, all’inizio, presenta una piacevole gola dalla quale si fuoriesce per affacciarsi sopra una visuale incantevole.

Il sole illumina una vasta zona di tufo biancastro.

In essa spiccano i

“Pizzi di don Andrea”,

formazioni tufacee dovute alla pioggia, che possono, in sedicesimo, paragonarsi alle medesime formazioni in Turchia (Urgup) e in Spagna (Cuevas di Granata).

I Pizzi di don Andrea, somiglianti a frati in bianche cocolle, nella solitudine del luogo, richiamano l’animo alla contemplazione

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mistica della natura.

Più giù siamo nella terribile Stritta.

L’Ente dovrebbe rimettere la strada nel suo alveo naturale, in questa zona che per la magnificenza della roccia tufacea resta “orribilmente” bella.

Infine, essa, percorrendo il ciglio nord di Cava Scura, della quale permette un’angolazione stupenda, scende, sullo stesso lato, all’imbocco della cava.

Io stimo che la descrizione stessa di quest’importantissima arteria sia in grado di suggerire, da sola, i termini della sua valorizzazione.

Via Andrea Mattera

nasce, invece, da Serrara presso la chiesa parrocchiale, quest’ingresso si potrebbe sistemare meglio.

Ma al bivio occorre senz’altro un pizzico di esteticità, quel giusto che possa indicare con un po’ di gusto le due strade; Via Cugnoluongo per Rufano, Quadro a Sant’Angelo, e di cui dirò in seguito.

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Tracciato di Via POMPEO TROFA (conosciuta come Via Casale) SCHEMA V Il tracciato mostra la grandissima importanza di questa strada, sulla quale la speculazione ha già stese le sue mani avide, derubandola.

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Dalla raccolta poetica

LA MIA VITA MAI VISSUTA

di Bruno Mancini

Orrido-L’attesa

Orrendo è il limite dell’orrido.
Ho smesso di spuntare tacche
ho sabotato il rolex
ho tolto l’energia
al contatore del nostro tempo.
SFIDA
Stanotte mi tempestano…
aiuto…
una parola…
i lestofanti
passati in fretta tra le ganasce
dei miei freni inadeguati.
STASI
L’amaca mi destreggia
tra un rovo ed un cespuglio
di rose e di mirtillo
in vagante dondolio
che non mi seda.
STORIA
Il wafer alla nocciola
non sembra capire
che, ancora un attimo,
AUM!
lo mangerò.

  

Dalla raccolta poetica

LA MIA VITA MAI VISSUTA

di Bruno Mancini

Paura-Dogma (1)

Genetico strabismo
in noi perdura
tra le Paure e i Dogmi:
come chi avesse visto i Diavoli
(Paura)
e fosse certo di aver toccato i Diavoli
(Dogma).
Io guardo un letto
e godo sesso
(Dogma)
– dormire, il sonno è un optional –,
Ignazio, l’altra parte di me,
lo mostra e teme morte
(Paura);
mentr’io ristoro emozioni
all’ombra d’indefiniti drinks
(Dogma)
Lui vede brindisi addii
(Paura).
E più ne sono di riprese bifocali
e se ne sono tanti insieme
e se noi cingono d’assedio
– come nell’angolo di un ring –
non c’è libidine che ci trattenga il passo:
le andiamo incontro.
… infine Tu avverti silenzi
(Paura),
interruttori di emozioni
(Dogma)
turbata dalle tipe che si spogliano nei nights,
e sì comprendi che nessuno
sbuccia castagne per annerire le dita:
lo scopo è un altro.
Un vecchio adagio,
proverbio di contrada
“Chi semina vento
raccoglie tempesta”,
valga a formare il tema di una gita fra i vigneti,
e lì parleremmo sottovoce
creando alambicchi per le nostre intese
– dalla vinaccia al puro distillato –,
e andremmo in cerca di tartufi
e non di verbi dissotterrati
da logori abbandoni
se solo Tu fossi un essere vivente.
Sei
Tu
Amore
Vita
Poesia
Morte
sedotta, sfavillante, spregiudicata,
vergine infedele
fino al momento dell’addio
scritto con la parola “FINE”,
dopo di che diventi indiscutibile
“Intimità dimenticata”,
ma una volta aspettami
nella cantina delle botti antiche
dove parlando sottovoce
– Io, Tu, Ignazio –,
basterà credere
al deficit del cuore sulla mente
per renderci sinonimi
come Paura e Dogma.
Qualcuno mi segnerà per pazzo.

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Liga Sarah Lapinska intervista Alvi Dakho, membro del Governo della Cecenia e Ministro della politica statale e dell’informazione

Quarta parte

Liga: Che aspetto ha Grozny oggi?

Alvi: Quanto a me, io preferirei la vecchia Grozny con le sue strade larghe, viali, vicoli, spazi verdi.

La città vecchia mi ricorda la mia giovinezza, il tempo di pace, i miei sogni per il futuro.

Liga: Quali ricerche sulle origini delle lingue e dei dialetti Lei sostiene?

Alvi: Sostengo la teoria “sui gesti”, avanzata nel XIX secolo, essa è interessante e ha una base probabilistica.
Gli scienziati L. Geyer e W. Wundt suggeriscono l’esistenza iniziale di un sistema di gesti sulla cui base si è sviluppato il linguaggio umano.
Sono vicino anche alla “teoria iafetica – gaphaetica,”avanzata dall’accademico N .Ya Marr. 

Considero validi molti aspetti scientifici dei materiali sulla storia e la linguistica del Caucaso, proposti nell’opera “Sulla lingua preistorica di Transcaucasia” di K.M.  Tumanov.
Do fiducia anche ad alcuni scienziati ceceni come J .M.  Desheriev, K.Z.  Chokaev, A. D. Timaev ecc.. 

Liga: Qual è la Sua professione e corrisponde alla Sua vocazione?

Alvi: Mi sono laureato al dipartimento di storia dell’Università statale ceceno-ingusci in nome di Lev Tolstoj e ho ricevuto la specialità “Insegnante di storia e scienze sociali”. 

Mi pare di aver fatto la scelta giusta della specialità. 

Liga: Quali mestieri nuovi desidera imparare?

Alvi: Molti.

Desidero sviluppare una formula per “la creazione, il successo e il progresso della società umana”, (l’umorismo con molta verità).

Liga: Ha piantato molti alberi nella vita? 

Alvi: Esatto, nella tenuta della casa dei nostri genitori, in parchi, vicoli, lotti liberi, nonché nel mio giardino, ho piantato gli alberi vari.

Liga: Quali premi e riconoscimenti ricevuti le sono piaciuti di più?

Alvi: Ho ricevuto vari premi e un ordine, medaglie e certificati d’onore, perciò le mie attività sono diverse, lavorando nel campo educativo e socio-politico.
Dopo il completamento della prima campagna militare nella Repubblica cecena e prima dell’elezione e dell’insediamento del Presidente Aslan Maskhadov, io sono stato un membro del Governo della Cecenia e ho compiuto i doveri di Ministro della politica statale e dell’informazione.

Nel giorno dell’insediamento del nuovo Presidente, mi sono dimesso volontariamente dalla carica di Ministro per mia spontanea volontà. 

Il neoeletto Presidente mi ha fatto ripetute offerte per unirmi al nuovo governo come vice primo Ministro, ma la mia decisione era ferma, quindi mai più sono tornato a ricoprire incarichi di Governo.
Continuo ad essere impegnato in attività sociali e politiche.
Ciò che mi rende più felice non sono i premi ma sono gli apprezzamenti e la gratitudine dei miei lettori.
Il mio piacere più grande è vedere ovunque i sorrisi dei bambini e i volti gioiosi delle nostre sorelle e mamme.

Liga: Per favore,citi un proverbio ceceno sul tema dell’onore.

Alvi: “L’onore non può essere dato a nessuno, non può essere venduto o comprato da nessuno. 

Una persona o ha onore oppure non ce l’ha.”

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Liga Sarah Lapinska intervista Alvi Dakho, storico e folclorista
La flora e la fauna vengono apprezzati come simboli sacri

Terza parte

Liga: Cita ai lettori del quotidiano IL DISPARI una fiaba o un aneddoto ceceno interessante?

Alvi: Un montanaro per molto tempo non poteva vendere la sua vecchia cavalla in nessuno modo. 

Ogni giorno andava al mercato rurale, volendo venderla, e ogni volta che la gente si avvicinava alla sua cavalla doveva costringerla ad aprire la bocca per fare esaminare i suoi denti.
Quindi, a quanto pare, scoprivano la sua età ma non la compravano e andavano via.
Tre anni dopo tante camminate e con la necessità di aprire sempre la bocca davanti alle gente, la cavalla, ogni volta che vedeva persino un passante casuale fermarsi davanti a lei, spalancava la bocca e mostrava volentieri i denti
.

Liga: I ceceni e gli altri popoli di montagna sono molto attaccati ai loro animali e, in media, hanno una buona conoscenza della storia e delle tradizioni popolari?

Alvi:  Sì, certo. 

Ad esempio, i ceceni hanno un antico canto epico, chiamato “Illy”, dedicato a un cavallo sincerissimo.
Nel nostro Paese la natura, l’Universo, la flora e la fauna vengono apprezzati come simboli sacri. 

Non era una consuetudine che i Ceceni non prendessero alcunché di superfluo dalla natura. 

Usavano solo il cibo e ciò che era cucinato nella loro casa. 

Quando un Ceceno contadino andava nella foresta per raccogliere legna da ardere, era abituato a non tirare troppo l’ascia per non “spaventare” gli alberi. 

L’ascia era esposta solo nel momento in cui aveva luogo il processo di taglio diretto e in modo tale da oscurare, quanto più possibile l’ascia funzionante alla vista di altri alberi.
Conoscere la propria storia, genealogia, tradizioni e storie dei propri antenati era un dovere di ogni degno ceceno. 

Sin dai tempi antichi, le famiglie cecene conservavano manoscritti nello scrigno, cosiddetto “teptara” di famiglia.

Liga: Quanto è importante per la nuova generazione conoscere le radici e l’appartenenza del popolo?

Alvi: Assolutamente molto! 

È tradizionalmente considerato come un dovere di ogni ceceno. 

Non conoscere almeno i nomi dei nostri ultimi sette antenati da parte di nostro padre diventa una vergogna per noi.

Liga: Lei suona qualche strumento musicale: pandur, sassofono, pianoforte?

Alvi: Da giovane, come molti miei coetanei, amavo suonare la chitarra.

Liga: Quali scrittori, artisti, grafici e musicisti sono più vicini a Lei?

Alvi:  Tra gli scrittori ceceni apprezzo Abdurakhman Avtorkhanov, Abuzar Aidamirov e Musa Beksultanov.

Tra gli altri, per esempio, Alexandr Solzhenicin, Viktor Suvorov, Moshe Gammer, il professore dell’Università di Tel Aviv, anche egli storico, e l’autore del libro «Il lupo solitario e l’orso. Tre secoli di resistenza cecena al dominio russo».

Tra gli artisti scelgo Anastasia Lesyuk (Anastasia Nast Mishukova-Lesyuk, Ekaterinburgo,      

Russia ), Irinel Daniela Iacob (Bucarest, Romania), Elita Dadakaeva (Grozny, Repubblica Cecena).
Più di tutti tra i pittori rispetto la creatività di Ajub Ibragimov, un artista grafico, innovatore e fondatore di molti generi moderni (Germania) e di Abu Pashaev (Reppublica Cecena), un artista insuperabile della direzione astratta e surrealista.
Invece, di tutti i musicisti del mondo, preferisco la mia madre, Nana, che mi cantava ninne nanne tanti anni fa e che, sfortunatamente, se n’è andata da molto tempo.

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Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

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Luciano Somma | I MIEI COMPAGNI DI VIAGGIO: FULVIO MASULLO

Tra i compagni di viaggio più presenti, specie tra gli anni 60 e 70, mi piace menzionare il Prof. Salvatore Maturanzo, grande studioso di poesie napoletane ed autore di diverse antologie, che presentò la mia prima pubblicazione DOJE VOCE ‘E NAPULE con poesie mie e di ANTONIO FERRARA nel 1968.

Conobbi anche GIOVANNI DE CARO il quale prese appunti su di me, ma non riuscì a pubblicarli su una nuova edizione della sua Antologia perché purtroppo ci lasciò.

Con FULVIO MASULLO invece il discorso è diverso, classe 1934, egli stampava il giornale L’ARALDO DEL SUD, molto diffuso, dove pubblicava la mia foto e tante mie poesie specie napoletane, molte apparse anche all’epoca sul giornalino di EDENLANDIA, un parco giochi, frequentato dai bambini dell’epoca accompagnati dai loro parenti, nel quale si facevano anche lavori teatrali e specie la Domenica era superaffollato.

Con Fulvio, di sua edizione, pubblicai il libro di poesie in italiano LA MIA RICCHIEZZA nel 1971 con una sua lusinghiera ed affettuosa prefazione che evidenziava la mia giovanissima presenza da esordiente nella storia della letteratura Italiana.

Un’ottima penna di grande spessore e competenza!

Purtroppo ci lasciò negli anni 90 poco più che sessantenne.

Come dicevo, non bisogna meravigliarsi se la maggior parte dei poeti, da me citati, sono passati da anni a miglior vita, fatte le dovute  eccezioni per morti premature, poiché tutti molto più grandi di me di almeno 15/20 anni.

Tra i poeti frequentati, vanno ricordati GIUSEPPE ALBANO – GIUSEPPE SACCO (del quale conservo gelosamente una poesia a me dedicata con affetto paterno) – GIUSEPPE PASTORE – GIANNI CROCE – MARIO MONTEFUSCO – ANTONIETTA PAGLIARULO (mia compagna in tante trasmissioni che si avvalse della mia prefazione per l’uscita del suo libro) – GIORGIO VAJANA – UGO IZZOLINO (oggi sono molto amico della nipote attrice Monica Masiello) – ALDO VILLA – figlio del grande GEPPINO VILLA – PASQUALE ESPOSITO e CIRO GILARDI col quale feci il quinto anno delle elementari insieme, incontrato dopo tanti anni, che organizzò, per un bel periodo, la POESIA IN PIAZZA che vide partecipare moltissimi dei poeti e poetesse menzionati.

L’elenco naturalmente non finisce qui, vi sono ancora molti poeti da citare ed alcuni cantanti e compositori.

Il tutto rimandato ai prossimi articoli. Alla prossima!

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Luciano Somma | I MIEI COMPAGNI DI VIAGGIO: Gioia Lomasti.

Una compagna di viaggio che mi sta molto a cuore, conosciuta online tantissimi anni fa è Gioia Lomasti.

In tandem abbiamo realizzato libri, articoli e tant’altro.

La stessa ha collaborato anche per un periodo con Bruno Mancini, grande organizzatore e creatore appunto di tante iniziative a livello internazionale, riscuotendo ovunque innumerevoli consensi.

Gioia Lomasti nasce a Ravenna, appassionata di letteratura nel suo insieme sin da bambina conquista l’attenzione della critica letteraria con la partecipazione a concorsi di poesia ed eventi culturali che la vedono tra i posti d’onore.

È autrice di opere in poesia e prosa dedicando parte dei suoi scritti al cantautorato italiano Fabrizio De Andrè.

Co-fondatrice nel 2011, con Marcello Lombardo (diventato suo marito dal giugno di quest’anno: auguri agli sposi!), del sito vetrinadelleemozioni.com  lo ha creato come spazio riservato all’arte e alla musica che supporta la promozione degli scrittori, dando molto risalto agli emergenti di grande espressività poetico-narrativa, che necessitano di un giusto sostegno per conseguire una maggiore visibilità.

Ha all’attivo con me moltissime pubblicazioni poetiche singole o in antologie anche scolastiche.

“Passaggio”, la sua prima raccolta edita (Giugno 2008), è una sorta di diario dal chiaro sapore emozionale nel quale poeticamente racconta se stessa.

Dal Dicembre 2009 al 2020 la sua passione la porta a curare per le radio della bassa Romagna l’appuntamento in “Vetrina delle Emozioni”, tramite un laboratorio creativo con la realizzazione di puntate settimanali a favore di tutti gli artisti partecipanti (scrittori e cantautori) ricreando uno spazio a loro dedicato, che ad oggi ha potuto vantare migliaia di adesioni.

Il web, attraverso molte interazioni, racconta parte del suo percorso artistico per ciò che lei è e sa donare: arte, poesia e vita

LUCIANO SOMMA

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