Come i cinesi volume secondo

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AMBIGUITÀ –  IL NODO

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Come i cinesi – volume secondo
Il Libro di Sonia – Il Nodo
Di Bruno Mancini

Libro a copertina morbida
EUR 14.00

Dialoghi, intimità, ragionamenti, passioni, le irrazionali note, cadute, catarsi, sdegni, i vari volti di un atto, gli equivoci, i nodi, le sfide, i sensi dei vinti, i come, perché, dove, se, che abbiamo macinato più contro di noi per dare che non verso di noi per avere, più sciocchi per idoli che lucidi d’esperienze, sempre senza pause catalizzatrici.
Dettagli
Data di pubblicazione
14 set 2022
Lingua italiana
ISBN 9781471054235
Categoria Narrativa
Copyright
Tutti i diritti riservati – Licenza di copyright standard
Autore Bruno Mancini
Pagine 98
Libro a copertina morbida
Colore del contenuto Bianco e nero
Dimensioni A5 (148 x 210 mm)
Parole chiave Amore sesso passione Ischia Mancini ambiguità femminilità
Atlante affaticato
io
resto piolo
Calliope appartata
tu
sembri una sposa

Ambiguità

Ischia 1990

Un racconto

PARTE PRIMA

 Capitolo 

… Clara quella notte del 24 ottobre non si consentiva azioni che potessero distogliermi dal putiferio delle tempeste di domande, attese, ricordi, immagini e sentimenti, per me amiche ma che senza alcun dubbio e con molta evidenza mi possedevano non solo mentalmente.

Il tempo della mia attesa veniva avanti con incollato ad ogni attimo un dubbio, lo stesso dubbio, sempre lo stesso dubbio, che simile ad un galoppo, avvicinandosi l’ora, attecchiva con percussioni più rapide e sonore alla radice del mio sistema nervoso.

Seduto, le gambe, per propria scelta, vibravano con moto in continua accelerazione.

La vista della porzione di strada affollata che per anni mi aveva affascinato nella varietà e nella moltitudine di abbigliamenti, personaggi, situazioni, sembrava come stamparsi, fotografata, ad ogni ritorno del dubbio.

Se c’era il dubbio non c’era altro, solo fissità ed i miei arti vibranti.

Lo stesso dubbio osava pretendere la propria esistenza, dileguandosi dopo comparse che nonostante fossero sempre più brevi, s’imponevano giungendo con maggiore frequenza. Troppo brevi per consentirmi di prendere una decisione, troppo frequenti per liberarmene…

Come i cinesi volume secondo

Parte prima

 Il nodo

Tu mancavi quando iniziò la spinta.
Altre presenze di forme strane, sfuggenti (lunghe, grosse, rotondeggianti), tinte a ceroni e pastelli, finanche tatuate in bello stile con varie fantasie ed anelli a gruzzoli, alcune all’apparenza più rigide che candide, si materializzavano per rapporti casuali e rapidi.
Belle a modo di meteore o comete, non chiedevano niente e niente offrivano. Non certo a me con i miei limiti. Preparato soltanto ad esprimermi, laccato e lucido, scontavo in palpitanti solitudini pudori di primitivi insegnamenti…

Parte seconda

Così e così

Paura per questa faccia
bianca.
Amore per questi segni scuri su di lei.
Non ora che la consuetudine dei nostri incontri scandisce notti e giorni con tenerezze ed assuefazioni, non ora che i graffi sono diventati tocchi leggeri, morbidi.
Ci guardiamo un istante, e già sappiamo tutto: cosa fare e cosa fatto, per adempiere ciascuno il proprio compito.
Mi tolgo l’anello, allento il nodo alla cravatta, pongo la giacca sulla spalliera della solita sedia, vuoto le tasche, ti avvicino, e so che mi chiedi di cambiare le luci: accenderne una, spegnerne un’altra, trovare la giusta ombra per il braccio della lampada verde a coppa.
Devo lavare le mani, rimettere in ordine barba e capelli, poi posso toccarti.
Eri in attesa paziente, da ore, in una casa indaffarata, lasciando che i malumori e le allegrie, le ansie, le risa, i gridi, gli sbuffi e tutti ti avvolgessero senza impegnarti, senza cambiare di una virgola la tua serenità.
Come una biglia di vetro colorato in un boccale pieno.
Chiudo la porta e finalmente posso avvicinarti, ti guardo e sai che ti chiedo il sogno
più bello, la linfa per la passione, le voglie, le inquietudini, i pudori, le trasgressioni più intime, inespresse, che vengono da sempre. Ti chiedo l’anima del mondo, né poco né molto, l’anima del mondo.
Non sempre accade, perché a volte ci distoglie il palpitare di un peschereccio, a volte un’ansia d’azioni perdute, a volte un vuoto stanco, pur sempre, senza l’angoscia di giovane amante impotente.
Stasera è un giorno diverso: altro tremore rallenta l’inizio del rito, altra eccitazione mi preme dal ventre alla bocca.
Scelgo con cura un disco di antichi ricordi.
Un semplice inchino, ti smuovo, ti abbraccio, e chiudo gli occhi in un ballo quasi immobile.
Da quanti anni non balliamo più!
Ti lasci dondolare, così che il fresco del volto privo di trucco, quasi in un bacio, mi sfiori.
Senza parole stappo il rosso migliore, una goccia ti bagna.
Lascio che asciughi da sola e sempre tenendoti per mano ti adagio sul letto.
“Farfalla ti voglio, farfalla con me.”
Lo disse l’Anima, ricordi?
Era l’estate più calda degli ultimi anni, il basolato di pietre laviche impolverato assorbiva odori e luci.
-«Ci invitano al Tempio.»
Rendere pubblico l’intimo, sposarci.
Non allora che per notti insonni disegnavamo futuri incerti per storie irreali, fantastiche, non nostre.
Oggi, è speciale, oggi, mentre la nebbia assale stanchi riflessi, ed occhi distratti scambiano il vero con l’ombra, e non basta una corsa per un po’ di calore, ma occorre un fuoco.
-«Maestri attendono al Tempio per unirci col sigillo della nostra cultura.»
Presentarci a mitici emblemi per un valore, a chiedere il placet per un destino di eletti, in un concorso di storie poetiche.
Lo so, vorresti restare in silenzio ad aspettare un altro giorno, un altro ancora con me, solo.
Proteggi la tua semplicità di affetti, statici, primitivi, e intanto una sottile ansia ti inonda di fascino.
Vorresti chiedermi riposo, ma, senza accorgertene, scegli il vestito più bello, acconci
le pieghe, aggiungi collari di perle.
Paura di perdermi. La stessa che avevi quando l’estate, abbandonato il nostro mare e il nostro cielo, mancò l’incontro con un amore appassionato.
Sei quasi pronta: bellissima.
Mi fermi le dita, mi chiedi:
-«Lo vuoi?» Rispondo di sì.
Potresti ancora incatenare per sempre la conquista del tempo della nostra età. Fino ad avermi in te completo, smaterializzato, assente, inutile, fatto pensiero. Mi doni la favola. Accetti l’idolo.
Ti sposti leggera, ambigua intrigante, stupendamente altera.
Immedesimarci nella vita e nella storia, nei sentimenti, nei delitti, nelle coscienze, nelle volontà, nei luoghi, nei vuoti, nei pensieri, non nostri, a volte retorici, allegorici, falsi, con inganni di ubiquità, di polifonia, di molteplicità esistenziali… contro il nostro banale: ecco la sfida!
La goccia si è estesa. Fino a colorare il tuo pallore. Ti mostra arrossita, mentre più vicina, come bocca che sfiora i capelli, in un sussurro:
-«Andiamo.»
Come mai prima sensuale e seducente, all’improvviso, mi appari nuova, spogliata, vibrante, completamente nuda, affascinante per ingenua verginità.
Acconcio il cuscino -mi scivoli sul petto-, spengo la luce del letto -sei tenera e calda-, poso la penna -il nostro silenzio è completo-, e chiudo gli occhi.
Paura per questi segni scuri su di lei. Tu, candida carta; io, scrittore di noi.

Come i cinesi volume secondo

Parte terza

Il premio

… Lo scampanare della chiesa da sempre ha richiamato la mia pigrizia di buon mattino.

La vecchia abitudine di lasciare la luce filtrare dalla finestra, a modo di meridiana, al risveglio, mi indica l’ora, e quella domenica 26 Aprile il raggio riflesso oltre il tendaggio trasparente indicava l’inizio di un giorno illuminato da un sole splendente…

Era iniziata così, nel mio ricordo nitido ed attuale, quella domenica d’inizio primavera resa intrigante dalla prospettiva del suo ritorno dalla lunga assenza.

Ti hanno trattata bene? Faceva freddo? In quanti erano? Il mare era calmo? Vuoi fare qualcosa? Ho di nuovo acceso il camino, lo so, non occorre, ma piace -ti piace- come l’inferno -più giusto del limbo-.

Quasi m’interrogo, mentre attendo che venga l’ora allungando il tempo del caffè, su quante domande la mia Bianca Image mi lascerà porre e quante risposte con gesti a noi solo noti le esaudiranno, o se sarà soltanto “Abbracciami, ne parleremo a casa.”

COME I CINESI VOLUME PRIMO

Ambiguità
Il Nodo

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Per Aurora volume primo di Bruno Mancini

Per Aurora volume primo di Bruno Mancini

Per Aurora – volume primo – TESTO COMPLETO IN LETTURA LIBERA

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Per Aurora volume primo

seconda edizione

Version 3 | ID 29772m

ISBN 978-1-4710-8114-9

Bruno Mancini
ISBN 978-1-4710-8114-9
Version 3 | ID 29772m
Creato: 20 ago 2022
Modificato: 20 ago 2022
Libro, 93 Pagine
Libro stampato: A5 (148 x 210 mm)
Standard Bianco e nero, 60# Bianco
Libro a copertina morbida
Lucido Copertina
Prezzo di vendita: EUR 14.00

Titolo Per Aurora volume primo
Sottotitolo Alla ricerca di belle storie d’amore
Collaboratori Bruno Mancini
ISBN 978-1-4710-7278-9
Marchio editoriale Lulu.com
Edizione Nuova edizione
Seconda edizione
Licenza Tutti i diritti riservati – Licenza di copyright standard
Titolare del copyright Bruno Mancini
Anno del copyright 2022

Lasciargli sul corpo e nella mente i segni squassanti di una passione artificiale, artatamente impudica e violenta, tenera e vendicativa, ponendo in un solo amplesso tutti i registri delle sue esperienze, tutta la prorompente eccessiva sfacciata bellezza del suo corpo di donna non più bambina, i giochi estremi di mani esperte di labbra avvampate di pelle di luna, tenerezze ossessioni, morbidezze stupori, in una altalena di grida e di sussurri che per anni la sua mente aveva elaborato, posizionato, montato come in un film… … con arte e per vendetta.

Per Aurora volume primo

seconda edizione

Racconti
L’estate con la parrucca

Il libro di Sonia

Per Aurora volume primo

prima edizione

Racconti
L’estate con la parrucca

Dettagli prodotto
Editore : ‎ lulu.com (28 aprile 2009)
Lingua: ‎ Italiano
Copertina flessibile: ‎ 112 pagine
ISBN-10: ‎ 1409278409
ISBN-13: ‎ 978-1409278405
Peso articolo: ‎ 222 g
Dimensioni: ‎ 15.24 x 0.74 x 22.86 cm

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Bruno Mancini 1
Per Aurora volume primo

Per Aurora volume primo

L’APPUNTAMENTO

Poi prese a coccolarlo con le dita che formavano sentieri di brividi sulla mia pelle…

Per Aurora volume primo

Per Aurora volume primo

Codice 001

Titolo: Per Aurora volume primo

Per Aurora volume primo

Dettagli del prodotto:

Stampato: 112 pagine, 6″ x 9″, rilegatura termica rilegatura, 60#
crema carta per l’interno, B/N inchiostro per l’interno , 100# bianco carta per
l’esterno, in quadricromia inchiostro per l’esterno

Editore: Bruno Mancini

Copyright: © 2006 Standard Copyright License

Lingua: Italian

€ 13.00

Prima dell’alba
regalami un verso
così che io possa
sfrontata babbuccia
ricamo sulla brina
imprimere.

Al sole tenero
vederla piangere di gioia.

Per Aurora volume primo

Per Aurora volume primo

 L’APPUNTAMENTO

CAPITOLO OTTAVO

Sapevo che per lui la sorpresa nel veder

Per Aurora volume primo

L’APPUNTAMENTO

CAPITOLO OTTAVO

Sapevo che per lui la sorpresa nel vederla giungere non sarebbe stata giustificata dal tempo trascorso: la vecchia promessa era scandita da un’ora precisa, unica, irripetibile, tiranna.
Neanche la puntualità gli consentiva spazi di titubanti perplessità.
Aspetti, entrambi, più volte valutati e considerati assolutamente affidabili.

“Ma sono sicuro?”

Con la più semplice delle metamorfosi, Ella, le gambe accavallate, seguita e quasi spinta da un fascio di luci caleidoscopiche, si pose accovacciata tra i filati afgani che in parte schermavano ed in parte modellavano l’angolo del piano bar.

Come una bambolina americana a gesti lenti e sicuri tolse le scarpe dai tacchi enormi e puntuti, ma nessuno badò al colore rosa pastello delle dita e neppure alle unghie laccate con smalti dai toni sgargianti indefinibili.

Poggiando le braccia lungo i fianchi sfilò la camicia di taglio maschile e seta trasparente che aveva, di poco, celato capezzoli ora chiarissimi, scoppiettanti sopra due ampolle rotonde, vicine, forse morbide, ed a tutti sfuggì un gesto traditore dell’applauso che l’eccitazione stava proponendo.

Quando con seducente malizia da bambolina americana in costumino a stelle e strisce infine calò gli slip lasciando schizzare peluzzi biondi acconciati in bello ordine, il tatuaggio della tigre assassina fermò l’immagine, consentendo alla chioma attorcigliata in grappoli di nodi biondi lo snocciolarsi fino a coprire, come sipario, l’ultima scena.
Ella, la musa tentatrice, sculettava voluttuosamente.

Per qualche minuto.

Poi, di colpo, come folgorata, bloccato l’ondeggiare degli anelli inchiavardati sulla punta dei capezzoli, lasciò aperte le cosce modellate simili a colonne di burro da creme e massaggi, morbide chiare, tonde, lucenti.

Come incantata, mosse solo la parte interna degli occhi verdi – azzurri – neri – chiari – in direzione della spada di luce proveniente dalla porta in fondo alla sala che, finalmente, la donna dalle mani ambrate, lei, la parte femminile del nostro umano, l’anima che lui attendeva con un fiore di ginestra all’occhiello del bavero, lei, fuggendo con un ventaglio di seta giapponese a colori sgargianti e stecche di bambù, il busto eretto infisso nelle lame del vestito, apriva con entrambe le braccia alzate…

Info: Bruno Mancini
Cell. 3914830355 tutti i giorni dalle 14 alle 23
emmegiischia@gmail.com

DILA

Premi Otto milioni

BRUNO MANCINI

Codice 002 Titolo: “Per Aurora volume secondo“.
Per Aurora volume secondo di Bruno Mancini
Dettagli del prodotto:
Stampato: 126 pagine, 6″ x 9″, rilegatura termica rilegatura, 60#; crema carta per l’interno, B/N inchiostro per l’interno , 100# bianco carta per l’esterno, in quadricromia inchiostro per l’esterno
Editore: Lulu
Standard Copyright License
Lingua:Italiana
Prezzo 13.00 €

Autore: Bruno Mancini

Per Aurora volume primo

Per Aurora volume primo

L’APPUNTAMENTO

Poi prese a coccolarlo con le dita che formavano sentieri di brividi sulla mia pelle…

Per Aurora volume primo

Per Aurora volume primo

Codice 001

Titolo: Per Aurora volume primo

Per Aurora volume primo

Dettagli del prodotto:

Stampato: 112 pagine, 6″ x 9″, rilegatura termica rilegatura, 60#
crema carta per l’interno, B/N inchiostro per l’interno , 100# bianco carta per
l’esterno, in quadricromia inchiostro per l’esterno

Editore: Bruno Mancini

Copyright: © 2006 Standard Copyright License

Lingua: Italian

€ 13.00

Prima dell’alba
regalami un verso
così che io possa
sfrontata babbuccia
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Al sole tenero
vederla piangere di gioia.

Per Aurora volume primo

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 L’APPUNTAMENTO

CAPITOLO OTTAVO

Sapevo che per lui la sorpresa nel veder

Per Aurora volume primo

L’APPUNTAMENTO

CAPITOLO OTTAVO

Sapevo che per lui la sorpresa nel vederla giungere non sarebbe stata giustificata dal tempo trascorso: la vecchia promessa era scandita da un’ora precisa, unica, irripetibile, tiranna.
Neanche la puntualità gli consentiva spazi di titubanti perplessità.
Aspetti, entrambi, più volte valutati e considerati assolutamente affidabili.

“Ma sono sicuro?”

Con la più semplice delle metamorfosi, Ella, le gambe accavallate, seguita e quasi spinta da un fascio di luci caleidoscopiche, si pose accovacciata tra i filati afgani che in parte schermavano ed in parte modellavano l’angolo del piano bar.

Come una bambolina americana a gesti lenti e sicuri tolse le scarpe dai tacchi enormi e puntuti, ma nessuno badò al colore rosa pastello delle dita e neppure alle unghie laccate con smalti dai toni sgargianti indefinibili.

Poggiando le braccia lungo i fianchi sfilò la camicia di taglio maschile e seta trasparente che aveva, di poco, celato capezzoli ora chiarissimi, scoppiettanti sopra due ampolle rotonde, vicine, forse morbide, ed a tutti sfuggì un gesto traditore dell’applauso che l’eccitazione stava proponendo.

Quando con seducente malizia da bambolina americana in costumino a stelle e strisce infine calò gli slip lasciando schizzare peluzzi biondi acconciati in bello ordine, il tatuaggio della tigre assassina fermò l’immagine, consentendo alla chioma attorcigliata in grappoli di nodi biondi lo snocciolarsi fino a coprire, come sipario, l’ultima scena.
Ella, la musa tentatrice, sculettava voluttuosamente.

Per qualche minuto.

Poi, di colpo, come folgorata, bloccato l’ondeggiare degli anelli inchiavardati sulla punta dei capezzoli, lasciò aperte le cosce modellate simili a colonne di burro da creme e massaggi, morbide chiare, tonde, lucenti.

Come incantata, mosse solo la parte interna degli occhi verdi – azzurri – neri – chiari – in direzione della spada di luce proveniente dalla porta in fondo alla sala che, finalmente, la donna dalle mani ambrate, lei, la parte femminile del nostro umano, l’anima che lui attendeva con un fiore di ginestra all’occhiello del bavero, lei, fuggendo con un ventaglio di seta giapponese a colori sgargianti e stecche di bambù, il busto eretto infisso nelle lame del vestito, apriva con entrambe le braccia alzate…

Info: Bruno Mancini
Cell. 3914830355 – 3914830355 tutti i giorni dalle 14 alle 23
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026 2La mia isola Per Aurora Vol.2 La noriza virgola La Codanna punto copertina bianco e nero

LA CONDANNA

Capitolo 1

Non avevo ancora completamente realizzato cosa fare, se accettare da Aurora il nuovo attestato di amicizia, salutare ed abbandonare il suo regno pur essendo a conoscenza degli eventi pronti ad investirla con nuova e più grande pericolosità, oppure, rimettendo in moto la narrazione (con Edoardo, Tom ed Edith sul palco), lasciare che i miei timori balenassero nella sua psiche se non come certezza, almeno come sospetto.

Così agendo, ne ero consapevole, poteva tuttavia accadere che lei, Aurora, interpretasse in maniera non assolutamente conforme ai miei intenti i risvolti delle azioni e dei convincimenti insiti nella narrazione della parte del racconto che avrei dovuto proporre.

Non muovevo, né in un senso, né nell’altro la mia determinazione, quasi imbambolato, sognante, ad occhi aperti immobili, con a fianco la mia Anima e il mio Cervello tutti magicamente adagiati nelle oblianti attenzioni della nostra amica.

Nessuna altra idea.

L’uomo vestito di bianco riprese il suo posto al pianoforte suonando in nostro onore le più belle melodie napoletane del suo immenso repertorio.

Una indubbia corrente di pensieri gli consentiva di percepire i miei desideri, tramutandoli in musicalità prima che io li esprimessi.

“Indifferentemente” ritornava ad ogni mio impulso, sempre con maggiore intensità.

Una volta intonata da trombe parlanti, ed era lui vestito di bianco a farlo, la successiva, come se cime di palme e di eucalipti, ondeggiando, rumoreggiassero più simili a violoncelli e contrabbassi che ad alberi tra venti tropicali in foreste dense di pioggia.

“E nuie pe’ recità l’urtima scena…” La donna dalle mani ambrate e con un ventaglio di seta giapponese a colori sgargianti e stecche di bambù, non smetteva di coccolarlo.
La calma giornata di primavera copriva, con un silenzio innaturale di tutto quanto intorno a noi era realtà fisica dell’esistenza, la nostra stessa voglia di agire, ammantandoci di soddisfatta pigrizia.
L’uomo della ginestra (ginestra, fiore amato dalla mia donna) all’occhiello del bavero, l’indimenticabile protagonista del mio primo incontro con Aurora, era stato da lei invitato ad allietare il nostro gruppo suonando il pianoforte.
Fuggita dal mondo per incontrarlo nel loro ultimo appuntamento, la sua anima gli teneva una mano poggiata sulla spalla.

Edoardo sfogliava e leggeva in silenzio il mio racconto dal punto in cui era stato interrotto, Edith, vorrei dire, usignuoleggiava (ma non credo che l’insensibile correttore delle bozze mi consentirà questa astrusità) antiche canzoni in un inconfondibile accompagnamento.

Aurora, Aurora non lo dimostrava, ma era commossa, intensamente felice e turbata dalla prima sensazione umana della sua esistenza:
-«Petrus, beviamo con il nostro amico che da ora in poi chiameremo Ignazio.

Consigliaci.
Stappa quanto di meglio abbiamo.»

-«Davvero?
Davvero anche per Voi, Signora?»

-«E’ al loro onore che spetta questo mio brindisi.
Meritano che io beva con loro.
Avanti, Petrus.»

-«Valpolicella e gassosa?»

-«Non chiedere, mesci.»

-«La Signora adesso è veramente Aurora.»

Fu una frase a scuotere il mio torpore e ad impormi la decisione che rifiutavo di assumere.

Aurora aveva detto: “E’ al loro onore che spetta questo mio brindisi”. Il mio onore decise che non poteva assistere senza partecipare.

Cercai il raggiungimento dello scopo evitando di intaccare il sacrale concetto dell’individualità che ho sempre coltivato.

Lei avrebbe dovuto comprendere attraverso i fatti.

I figli di puttana insinuano.
La Vita no, la Vita mostra.

Dissi…

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Per Aurora volume secondo

Capitolo settimo – Scisciotto


Per Aurora volume secondo

SEMBRI

Oggi.

Oggi dai trespoli selvagge cocorite

oggi da Chio sovrana tralci di vitigni
oggi etiopi zefiri ambrati
giallo deserto

di sabbie egiziache
oggi sui prati delle tue lusinghe
affascinanti.

Così o come
nel fertile appanno
la goccia sul vetro.
–°°°—°°°—
Domani.

Domani ti pongo addosso trina d’Alsazia
domani raggiante ritorno d’incenso e di eucalipto
domani che dipana i nostri intrighi
le foto con sorrisi
le lettere d’amore
domani incise negli angoli dei mondi
dal picco della mia follia.

Discesa o risalita
con docile affanno
la mano alla roccia.
—°°°—°°°—
Oggi o domani.

Oggi o domani forse ingorde speranze
sonnamboliche ipnosi
nella veglia incredula
della nostra vita.
Atlante affaticato
io
resto piolo.
Calliope appartata
tu
sembri una sposa.

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Preview Poesie

Sasquatch – Raccolta di poesie di Bruno Mancini – Ischia

Io fui mortale – Raccolta di poesie di Bruno Mancini – Ischia

Non rubate la mia vita – Raccolta di poesie di Bruno Mancini – Ischia

Incarto caramelle di uva passita – Raccolta di poesie di Bruno Mancini – Ischia

La Sagra del peccato – Raccolta di poesie di Bruno Mancini – Ischia

Segni – Raccolta di poesie di Bruno Mancini – Ischia

Agli angoli degli occhi – Raccolta di poesie di Bruno Mancini – Ischia

Davanti al tempo – Raccolta di poesie di Bruno Mancini – Ischia

Preview antologie

Dedicate e preferite – Antologia poetica scritta da Bruno Mancini

Scempi – Raccolta di poesie di Bruno Mancini e di Roberta Panizza – Ischia -Vermiglio

Ischia Un’isola di… Antologia poetica scritta da Autori Vari – Sponsorizzata dagli Hotel Miramare e Castello, Hotel Mareblù -Ischia 2010

Ischia, un’isola di amore – Antologia poetica scritta da Autori Vari – Sponsorizzata dagli Hotel Miramare e Castello, Hotel Mareblù -Ischia 2009

Ischia un’isola d’amore – Antologia poetica scritta da Autori vari – Sponsorizzata da Katia Massaro presidentessa della Delphis

Ischia, un’isola di poesia – Antologia Poetica scritta da Autori vari – Sponsorizzata da alcune aziende del marchio Fruscio

Ischia, un’isola di poesia – Antologia poetica scritta da Autori vari – sponsorizzata dal Dottor Gaetano Colella

Antologia PeD (sito di scrittura www.poesiaedintorni.it di Roberta Panizza) – Antologia poetica scritta da Autori vari

Preview Prosa 1

Per Aurora – Volume primo: L’appuntamento; Vasco e Medea – Racconti alla ricerca di belle storie d’amore – Ischia – Bruno Mancini – Ischia

Per Aurora – Volume secondo: La notizia virgola, la condanna punto; Anche questa volta – Racconti alla ricerca di belle storie d’amore – Ischia – Bruno Mancini – Ischia

Per Aurora – Volume terzo: Così o Come; Only you; La sesta firma – Racconti alla ricerca di belle storie d’amore – Ischia – Bruno Mancini – Ischia

Per Aurora – Volume quarto: Il furto della foto; Poesie dei sogni – Racconti alla ricerca di belle storie d’amore – Ischia – Bruno Mancini – Ischia

Per Aurora – Volume quinto: La menopausa di mia sorella; Così fu – Racconti alla ricerca di belle storie d’amore – Ischia – Bruno Mancini – Ischia

Per Aurora – Tutti i raconti– Racconti alla ricerca di belle storie d’amore – Ischia – Bruno Mancini – Ischia

Preview Prosa 2

Come I cinesi volume primo – Racconti alla ricerca di belle storie d’amore – Ischia – Bruno Mancini

Come i cinesi volume secondo – Racconti alla ricerca di belle storie d’amore – Ischia – Bruno Mancini

Info: Bruno Mancini
Cell. 3914830355 tutti i giorni dalle 14 alle 23
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LO DICO A IL GOLFO Tra caos e vaiasse, ecco il mio soggiorno a Ischia

LO DICO A IL GOLFO Tra caos e vaiasse, ecco il mio soggiorno a Ischia
Photo of Redazione Redazione10 Settembre 2021

LO DICO A IL GOLFO

Egregio direttore, sono il Gen.r.o Osvaldo Garrano. Da molti anni in pensione.

Rimasto vedovo della mia compagna, prof.ssa N.D.Maria Abate. Venivamo spesso ad Ischia. E prendevamo alloggio da amici.

Quest’anno sono ritornato ad Ischia. Da amici di Avellino.

Ma è stato un soggiorno indescrivibile.

Troppo poco definire triste! Chiasso notturno e inciviltà stradale a causa di giovani ineducati e donne attempate, volgari classiche vaiasse.

Vi sono stati anche turisti educati.

Sia di città campane che di altre regioni.

Ma solo una minoranza di questi ultimi! I tempi dei miei vent’anni non torneranno più.

Non si può restare giovani…se non nello spirito o nel sogno….Ma a ottant’anni che devo sognare di più?

Comunque fracassi dalle 23:00 alle 7:00 del mattino di giovani ubriachi e drogati, musica da bombardamento – meglio quello della guerra!

E tanti cafoni “avvinghiati” nelle piazze hanno completato lo squallore della mia vacanza ischitana che suppongo sia l’ultima.

Ascoltai in un bar la protesta di una distinta signora “Villeggiare ad Ischia è una follia in estate, specialmente in locali su strade un tempo signorili!”.

Le ho dato ragione.

Quei tempi non verranno più

Cenai in un bel ristorante ma all’uscita quanta gentaglia e musica assordante!

E questo brutto binomio lo si rinveniva fino all’alba!

Un doveroso GRAZIE solo alle varie forze dell’ordine ma i signorotti della politica vogliono distruggere il mito d’ISCHIA, un tempo un piccolo Eden?

Ormai sono di ritorno a casa.

Ma non verrò mai più ad Ischia dove vi sono ancora prestigiose boutiques, alberghi di grido e ottimi ristoranti.

Negli anni sessanta vi erano bar con al timone personaggi ferrati e d’antico stampo educativo come il mai dimenticato Antonio Mancini.

Pagine di ricordi in archivio dei miei ricordi, della mia dolce compagna….

Cosa aggiungere in conclusione?

Addio, Ischia e a Lei, Direttore, grazie per la pubblicazione di questa lettera e molti auguri per la vita di questo quotidiano.

Gen Osvaldo Garrano

COMMENTI

Rossy

Caro Osvaldo come dico sempre io, per fortuna ci restano i ricordi. Fino a quando la mente li manterrà nessuno te li toglierà.

Bruno Mancini

Buongiorno Generale Osvaldo Garrano, sono Bruno Mancini figlio del da Lei apprezzato Antonio. Decisamente ha ragione su tutto il fronte, detto in linguaggio militare! Certamente ci siamo conosciuti durante una delle sue visite al nostro Bar Italia di Via Colonna. La ringrazio per la stima con la quale ho ricordato la figura morale e commerciale di mio padre e le auguro molti felici anni di vacanze serene.
Bruno Mancini emmegiischia@gmail.com

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Bruno Mancini

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Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

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Il Dispari 20210913

Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

Maria Letizia De Berardinis, nuova amica dei progetti culturali Made in Ischia

Il concerto organizzato dall’Attrice e Regista Chiara Pavoni, nella sua funzione di Presidente di Sede operativa dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, che si è volto, alla fine del mese di maggio nella splendida location romana “Interno 4”, per rendere omaggio alle musiche composte dal maestro Roberto Prandin su testi di Bruno Mancini, ha visto la partecipazione di tre brave e belle cantanti di musica classica accompagnate dalla pianista Giovanna Santoro.
Dell’intero concerto è stato realizzato un video disponibile sul Youtube al link
https://youtu.be/-FPmZf59hjM

Abbiamo avuto modo nelle scorse settimane di presentarvi la soprano Lorena Sarra, mentre oggi richiamiamo la vostra attenzione verso la soprano Maria Letizia De Berardinis che nel concerto ha cantato, in prima esecuzione mondiale, il brano musicale “Quanno” che Roberto Prandin ha scritto su testo di Bruno Mancini tradotto in napoletano da Luciano Somma.

Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

Maria Letizia De Berardinis, nata a Roma nel 1961, giovanissima, inizia a studiare privatamente il violino con il maestro Antonio Testoni, per poi proseguire con gli eccellenti insegnanti Mina Raimondi, Monserrat Serveras, Domini Marco, arrivando fino all’VIII° corso.

Parallelamente inizia lo studio del canto lirico completando il corso inferiore presso il Conservatorio “Licinio Refice“ di Frosinone, proseguendo lo studio con gli eccellenti maestri Silvano Muratore e Oto Noriko tramite i cui insegnamenti, approfondirà l’aspetto tecnico vocale con un metodo completamente nuovo, straordinario e molto distante da quello convenzionale.

Ciò la porterà, con convincimento, ad allontanarsi definitivamente dal mondo scolastico musicale accademico.

Nel 1998 inizia a svolgere un’intensa attività concertistica come cantante solista (soprano), dedicandosi al repertorio operistico e in particolare a quello di musica da camera, sia in ambito sacro sia in quello profano, a partire dal Seicento fino al Novecento.

A Roma, ha cantato in molte importanti sale (Baldini), chiese (Santa Maria in Montesanto o “Chiesa degli Artisti“), Associazioni (Istituzione Musicale Abruzzese e Associazione degli Umbri), teatri (Agorà), musei (Delle Arti e Tradizioni Popolari e Museo Barracco), istituti e scuole (Lezioni – Concerto) e in occasione di varie manifestazioni musicali (16° Novembre Musicale anno 2002 “Itinerario Verdiano“ – Sala Convegni di Ciampino in occasione della Festa di Santa Cecilia, Theleton).

Come solista e nel Duo Convocalis, con il baritono Roberto Bisconti, nel 2009 ha aperto la stagione di Musica da Camera di Ronciglione.

Nel 2011 ha cantato nel concerto operistico “Cantare il Settecento” nella sala Nardini di Capranica, e ha cantato nel concerto “Cuore Napoletano” (interamente dedicato alla storia della canzone napoletana) nella sala Regia del Palazzo dei Priori del Comune di Viterbo.

Nel 2012 ha cantato come solista (voce e chitarra) per l’Associazione artistico letteraria “Il leggio sul mare” di Roma.

2014 ha partecipato, a Roma, al III° Concorso internazionale di musica da camera “Note sul Mare” organizzato dall’Associazione Culturale “Arte del Suonare” di Maria Luisa Neri, ottenendo il primo premio con votazione 100/100.

Fa anche parte, in qualità di voce solista, della formazione musicale rinascimentale e barocca Ensemble Convocalis con la quale ha partecipato, il 26 marzo 2017, nella Chiesa della Visitazione a Bracciano con il patrocinio del Comune, al concerto di Musica Barocca. Concerto poi replicato nella Chiesa di S. Francesco del Comune di Sutri.

Nel 2017 ha partecipato, sempre come voce solista, al concerto di musica da camera e operistica del XVII del Totti Vocal Ensemble “Affetti Perfetti“ nella Chiesa di S. Rosa da Viterbo di Roma.

Ancora nel 2017, per “I Concerti della Città di Scandicci“, ha cantato, nella sala Consiliare “Orazio Barbieri“ del Comune di Scandicci, sei arie operistiche: dalla Boheme, dalla Tosca, dalla Butterfly, dalla Rondine, dal Gianni Schicchi e dalla Turandot di Giacomo Puccini.

Nel 2018 partecipa come voce solista, con il Coro Jubilate Deo di Roma, diretto dal M° Alfredo Totti, al concerto di Natale Rorate Coeli tenutosi a Roma nella Chiesa di S. Maria in portico Campitelli.

Nel 2019 esegue lo Stabat Mater di G.B. Pergolesi come soprano solista insieme al controtenore Mario Bassani e all’orchestra da camera “Gli Arcadi“ diretta dal M° Massimo Munari.

Attualmente fa parte del coro Cima e Massenzio di Ronciglione, sia come corista sia come voce solista.

Con la suddetta corale svolge anche attività concertistica con il proprio Duo Convocalis.

Chiara Pavoni ci dice di essere impegnata a realizzare le condizioni per concretizzare un evento ad Ischia durante il quale potremo assistere ad un concerto di Maria Letizia De Berardinis.

Al termine del concerto di maggio, Maria Letizia De Berardinis ha rilasciato questa breve intervista a Chiara Pavoni.

D: -“Cos’è per te la musica e perché hai deciso di diventare cantante?”
R: -“Io, in realtà, è una cosa che non ho deciso. Io sono nata cantante…”

D: -“Quindi invece di fare il primo vagito ha fatto ohoh…”
R: -“Sì, praticamente avevo tre anni, mia madre aveva una sartoria, io trovavo gli straccetti per terra, li mettevo addosso, andavo fuori e cantavo.
Quindi io sono nata per il canto e dico sempre che ho cantato anche nella mia precedente vita.
E il discorso della poesia… io leggo una poesia al giorno perché credo che la poesia sia qualcosa di molto formativo, anche se oggi la poesia non trova spazio, così come del resto tutta l’arte in generale.
Amo molto la pittura. Mi diletto. Però io amo un po’ tutta l’arte.
Il canto è qualcosa che, in particolare, io sento molto, lo sento fisicamente. Quando sto male, quando ho momenti brutti canto.”

D-“Bene, allora chiudiamo il concerto dandoci un ambizioso appuntamento: andremo tutte a Ischia!”
R:-“Magnifica idea alla quale io aderisco con entusiasmo!”

Questo è il testo scritto da Bruno Mancini (tradotto in napoletano da Luciano Somma) per la musica di Roberto Prandin cantata da Maria Letizia De Berardinis

QUANNO

Quanno chest’ora
‘e primma matina griggia
appicciarrà
spèrcianno all’uocchie tuoje
quanno ‘e palumme
farranno ‘ammore
int’’o nivo deserto
e tu trapassarraje
int’’o ggelo ‘e chesta vita scura
quanno ‘e mmane meje, ‘e ddete
nun mangiarranno cchiù ll’aria
inutilmente suppliccanno
ammore ammore…

Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

 

Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

Gianluigi Filippini, in arte Janfilip, è a Ischia

Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

L’Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA e la Redazione di questa pagina sono lieti di dare un cordiale benvenuto all’artista Gianluigi Filippini in arte Janfilip, pittore di valenza internazionale che ha reso disponibile la sua opere “Parnaso” per la copertina dell’Antologia “Arte Altrove” (edita da IL SEXTANTE di Mariapia Ciaghi – ISBN 978024456782) associata al premio internazionale Otto milioni, Made in Ischia, nato dieci anni fa dalla collaborazione di Bruno Mancini con l’Istituto Agostino Lauro.

Jeanfilip, infatti è a Forio per una lunga vacanza con la famiglie e con una coppia di amici, attratto dal desiderio di conoscere i luoghi e le atmosfere che sono state determinanti nella ideazione dell’antologia “Arte Altrove” secondo il racconto che gli è stato illustrato dagli autori incontrati a Milano in occasione dell’evento DILA inserito nel palinsesto della rassegna internazionale del libro e del lettore “BookCity 2018”.

Una sua opera inedita è entrata a far parte della antologia di prossima pubblicazione “Decima Edizione” edita da DILA.

Gianluigi Filippini,

in arte Jeanfilip, vive e lavora in provincia di Milano dove, negli anni 1985-1991, ha frequentato la scuola d’arte “Accademia Nania”.

Nelle sue opere, la linea e il colore sono gli assoluti protagonisti: la linea è alternata e dinamica, il colore viene espresso nei cromatismi più vari.

Alle classiche tele, predilige supporti diversi, come plexiglas, legno e vecchie porte.
Ha esposto in numerose Gallerie, non soltanto in Italia, ma in varie nazioni del mondo.

Secondo Jeanfilip, le parole e i concetti si riducono a semplici twitt i cui algoritmi, sono “subdoli trascinatori di masse verso la più anonima mercificazione.
Solo attivando le nostre coscienze a farsi stendardi di libertà riusciremo ad uscire dalla falsa musica del Dio Apollo moderno, e saremo abili a smettere di essere solo vittime indotte a trasformarsi in nuova linfa per nuovi e vecchi mercanti.

Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

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Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210906

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

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Giuseppe Punzi visto da Angela Maria Tiberi

Giuseppe Punzi: giornalista e paparazzo delle città italiane.
A te mi rivolgo per svegliare il popolo ubbidiente e drogato dall’informazione unica del Nuovo Mondo Globale.
Amo la tua personalità chiara come acqua di sorgente a cui mi disseto per rinforzare la mia anima e fare rispettare la Costituzione italiana.
Immortala con il tuo flash questo momento storico e il popolo italiano lobizzato dal pensiero unico.
Ritroviamo la nostra anima, la gioia di vivere, uniamoci e combattiamo insieme agli avvocati, medici, inegnanti che il Deep State vuole la decimazione umana.
Abiuriamo il transumanesimo, la nanatologia, il microchip e uniamoci perchè siamo perennemente umani.
“Io sono con voi” disse il Grande Maestro.
Noi ci amiamo e come tali le nostre anime sono libere ed unite.
Nessuno ci incatenerà perché siamo orgogliosi di essere umani.
Anche nei campi di concentramento esistevano i sogni della libertà e si giocava con i carnefici
come il mio zio bambino che fu spedito dalla stazione di Terracina a Mauthausen.
Visse tre anni di sperimentazione umana, non si dormiva e si viveva di orrori umani.
Lui sognava e sopravisse dandomi l’incarico di fare scrivere a te che ami la libertà come me.
L’umanità ha vinto la battaglia e tu scrivi queste emozioni eterne.
Continua a filmare, a scrivere la storia del momento e la vittoria dello spirito umano guidato dal Grande Condottiero il Re dei Re, Cristo Risorto.

Angela Maria Tiberi

Angela Maria Tiberi, poetessa, è Presidente sede operativa Nazione Italia per conto dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Lorena Sarra, nuova amica dei progetti culturali Made in Ischia

Il concerto organizzato dall’Attrice e Regista Chiara Pavoni, nella sua funzione di Presidente di Sede operativa dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA“, che si è volto, alla fine del mese di maggio nella splendida location romana “Interno 4”, per rendere omaggio alle musiche composte dal maestro Roberto Prandin su testi di Bruno Mancini, ha visto la partecipazione di tre brave e belle cantanti di musica classica accompagnate dalla pianista Giovanna Santoro.

Dell’intero concerto è stato realizzato un video disponibile sul Youtube al link

Abbiamo avuto modo nelle scorse settimane di presentarvi la soprano Rezarta Dyrmyshi, mentre oggi richiamiamo la vostra attenzione verso la soprano Lorena Sarra che nel concerto ha cantato, in prima esecuzione mondiale, il brano musicale “E sento jastemmà ‘o cielo” che Roberto Prandin ha scritto su testo di Bruno Mancini tradotto in napoletano da Luciano Somma, e vi diamo appuntamento alla prossima settimana quando vi presenteremo la soprano Maria Letizia De Bernardinis.

Lorena Sarra

si è diplomata in pianoforte e in canto lirico presso il conservatorio di musica “L.Refice” di Frosinone, sotto la guida dei Maestri Vittoria Forgià ed Emanuela De Santis Salucci. Ha studiato canto jazz con Carla Marcotulli.

Ha vestito i panni di Zerlina nel “Don Giovanni” e del pastorello in “Tosca”, presso il teatro Italia di Roma.

Fa parte di molte formazioni musicali e cori, come quello pucciniano (Coro Lirico Toscano) di Torre del Lago.

Ha frequentato corsi internazionali di perfezionamento tenuti a Norcia e a Norma, il seminario di canto jazz con Cinzia Spata a Fara Sabina, e quello di”Scat vocale”con Bob Stoloff.

Si è esibita in prestigiose sedi musicali quali: Teatro Flavio Vespasiano di Rieti, Teatro Maria Caniglia di Sulmona, Teatro Olimpico di Roma, Tetro comunale di Fiuggi, Teatro Ghione di Roma e a Clisson in Francia.

Ha vinto premi e concorsi nazionali.

A soli sette anni, vince le selezioni regionali del concorso canoro”Lo Zecchino d’Oro”.

A soli otto anni è vincitrice del concorso “La Corrida” svoltosi ad Alatri e-viene ospitata in diversi programmi della televisione locale.

Vincitrice delle selezioni regionali per la partecipazione all’accademia di Sanremo, dove partecipa con il suo brano inedito “è solo un volo”.

Ha la fortuna di duettare con il grande Nino Manfredi nella canzone “Tanto pe’ cantà” e finalista del concorso Nazionale “Gian Burrasca” tenuto da Rita Pavone e Teddy Reno ad Ariccia.

Impartisce lezioni private di canto e pianoforte.

Ha insegnato in diverse scuole di musica di Alatri, Veroli, Frosinone.

Nel 2014 entra a far parte del “Coro Lirico Toscano” con il quale lavora presso la fondazione pucciniana per il 60° Festival di Puccini tenutosi a Torre del Lago.

Nel 2013 effettua un concerto da solista presso la “Sala Inferiore di Santa Maria del Gonfalone”. Corista nel concerto di “Atom Herat Mother” tenutosi al Teatro Olimpico in Roma.

Nel 2012 dirige un Coro di voci bianche presso la scuola statale Luigi Ceciâ di Alatri;    

Nel 2011 prende parte nel ruolo di “Zerlina”(Don Giovanni, di Mozart) presso il Teatro Italia di Roma, con la collaborazione, nel ruolo del Don Giovanni, del noto baritono Franco Giovine.

Sempre nel 2011 effettua un concerto in qualità di Pianista presso il Policlinico Gemelli di Roma.

Nel 2009 prende parte nello spettacolo “Donne di mare”(testo Porrino) e in “Ninna Nanna della Bambola” al Teatro Ghione di Roma.

Nel 2008 è corista nel concerto “Petite Messe Solennelle” di Rossini diretta dal M° Antonio D’Antò, e poi tiene un concerto presso Clisson, in Francia per voce e pianoforte.

Nel 2003 è vincitrice del concorso canoro “Ciociaria Tour” tenuto da Tony De Bonis presso il Teatro Delle Fonti di Fiuggi.

Chiara Pavoni ci dice di essere impegnata a realizzare le condizioni per concretizzare un evento ad Ischia durante il quale potremo assistere ad un concerto di Lorena Sarra.

Al termine del concerto di maggio, Lorena Sarra ha rilasciato questa breve intervista a Chiara Pavoni.

D: -“Che rapporti hai con la poesia?”

R: -“Allora, io bello. Ho un bel rapporto con la poesia che mi sono scelta come compagno. Lui non lo fa per lavoro, ma scrive. La poesia va a braccetto con il canto, con la musica sicuramente.

Non avevo mai cantato prima di ora musica contemporanea, però mi è capitato di cantare brani con un sottofondo poetico.

D: -“Nel tuo futuro magari conterai qualcosa del tuo compagno…”

R: -“Mah!”

D:- “Chi può dirlo.”

R: -“Nel lavoro è meglio mantenere ruoli separati!”

D-“Bene, allora chiudiamo il concerto dandoci un ambizioso appuntamento: andremo tutte a Ischia!”

R:-“Magnifica idea alla quale io aderisco con entusiasmo!”

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

                                 

Questo è il testo -tradotto in napoletano da Luciano Somma- del testo scritto da Bruno Mancini per la musica di Roberto Prandin cantata da Lorena Sarra

E SENTO JASTEMMÀ ‘O CIELO

 

E sento jastemmà ‘o cielo
e sento l’aria che pogne sta carne
e sento ‘o gallo ‘nfame
vicino ‘a morte ‘e Cristo
ca me ricorda ‘o tradimento.

Sona ancora ‘a campana mia
sona ‘ncopp’’a sta pelle
‘a sinfonia ‘e nu silenzio d’alba,
ma me riporta mo cu’’o primmo sole
l’angoscia ‘e me sentì sultanto n’uosso.

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin - Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin – Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin - Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin – Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin - Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin – Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin - Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin – Mancini

Chiara Pavoni fotografata da Claudio Benenati

l Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210830

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

EDITORIALE |Chiara Pavoni vuole sceneggiare il racconto “La menopausa di mia sorella”

A dimostrazione dell’interesse suscitato dalla pubblicazione avvenuta a puntate in questa pagina del racconto “La menopausa di mia sorella” (inserito nel quinto volume della serie “Per Aurora” scritto da Bruno Mancini e acquistabile tramite ISBN 9781409281849  al prezzo di USD 13.36 più spese di spedizione

https://www.lulu.com/en/en/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-quinto/paperback/product-1zmn68dj.html?page=1&pageSize=4

oppure facendone richiesta all’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” dila@emmegiischia.com al prezzo di € 14.00 comprese spese di spedizione), segnaliamo il fatto che l’attrice e regista Chiara Pavoni (vedi foto in copertina) ha manifestato l’intenzione di sceneggiarlo durante uno dei prossimi eventi che organizzerà nella ben nota location romana “Interno 4“.

Certamente saremo ben lieti di dare il nostro sostegno all’evento, in attesa di avere Chiara Pavoni ad Ischia, così come ci ha promesso, impegnata in alcune delle sue performance.

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Chiara Pavoni foto di Umile Leonetti – freedom gallery

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Chiara Pavoni fotografata da Claudio Benenati

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Chiara Pavoni fotografata da Claudio Benenati

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Chiara Pavoni fotografata da Claudio Benenati

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Corrado Coccia: “L’amore per Ischia è immenso”

 Il suo debutto artistico è avvenuto proprio in Campania sulla costiera Amalfitana.

Ha sempre nutrito un grande amore per l’isola di Ischia e spera di poter tornare quanto prima ad esibirsi dove tutto è iniziato.

Corrado Coccia è nato a Milano, cantautore, pianista, scrittore, speaker radiofonico.

Lui ama definirsi cantautore surreale.

Ha pubblicato diversi dischi, l’ultimo “3/4 d’amor” è un inno all’amore universale.

Lo incontriamo per una breve intervista esclusiva per la pagina culturale che l’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” pubblica settimanalmente nel quotidiano IL DISPARI di Gaetano Di Meglio.

 -D: Corrado Coccia, Lei ha da poco pubblicato un nuovo album “3/4 d’amor”, com’è nato il progetto e cosa raccontano le sue canzoni?

-R: Il progetto è nato in piena emergenza sanitaria.

Questo è il dato che vorrei subito mettere in risalto, perché come potete ben capire, non è facile registrare a distanza.

Detto ciò, è un progetto assolutamente minimalista.

Gli strumenti che sono stati impiegati per questa produzione, sono stati solamente 3.

La voce, il pianoforte, ed il violoncello.

Sono 11 tracce inedite con un tempo ternario (3/4), e sono tutte storie d’amore non per forza rivolte ad una “lei “.

Il fatto che abbia scelto per tutti gli 11 brani un tempo ternario, è perché sin da quando cominciai a studiare pianoforte, ho amato i valzer.

Potrei tranquillamente definire questo disco un concept album.

L’altra curiosità, è che sono stato coadiuvato da sole figure femminili.

Questo perché volli (in fase di concepimento del disco stesso) avere un occhio di riguardo verso l’universo femminile.

In quel periodo, come ben ricorderete, si impennarono i casi di femminicidi e violenze domestiche.

Ecco il mio desiderio (da uomo), di chiedere “scusa”alle donne in questo modo.

Le artiste che mi hanno affiancato, vorrei ricordarle: CLAUDIA GAETANI (poetessa), ANNA REDAELLI (pittrice e scultrice), ELIANA SANNA (cantate lirica), ORNELLA D’URBANO (pianista, arrangiatrice e produttrice), GIOVANNA FAMULARI (violoncellista).

Claudia, ha pubblicato una silloge poetica che porta il titolo del mio disco, Anna è colei che ha disegnato la copertina del disco, Eliana ha cantato il brano “Lei fu per me “, Ornella è stata ed è la mia produttrice e preziosa musicista, ed infine Giovanna, ha portato la sua esperienza di violoncellista all’interno di questo lavoro.

A dire il vero, c’è stata anche una figura maschile ad arricchire questo progetto.

Sto parlando del Voice Over Paolo Balestri.

Paolo ha letto dei fari narrativi da me scritti, prima di ogni canzone.

 

-D: Lei collabora anche con una radio, ci parla della trasmissione che conduce?

-R: Da qualche mese a questa parte sono entrato nella famiglia di Radiò.

Una realtà anch’essa nata in momenti di pandemia.

Una web radio dedita a trasmettere e propinare cultura nella rete.

Per quanto mi riguarda mi è stata affidata una rubrica a cadenza settimanale dal titolo “COCCIA CIRCUS“.

Ogni venerdì, invito poeti, poetesse e scrittori (ma non solo), affinché possano interagire con me e le mie liriche.

Una trasmissione piuttosto seguita.

Non sono un conduttore eccellente, ma a quanto pare funziona.

Se mi è permesso, vorrei ringraziare colei che mi ha dato questa opportunità: Meggy Ardovini.

-D: Qual è il suo legame con l’isola di Ischia?

-R: Il mio legame con l’isola è dettato dall’amore per l’isola stessa, ma di tutta la zona circostante.

Amo Napoli, la Campania e la gente che ci abita.

Pensate che il mio debutto, avvenne proprio dalle vostre parti.

Mi trovavo sulla costiera amalfitana e precisamente in un ristorante di Maiori.

Dopo aver consumato un numero infinito di pizze (penso d’aver mangiato una quindicina di tranci), vidi un pianoforte contro una parete inutilizzato.

Chiesi al titolare se potevo provarlo, e mi fu concessa questa opportunità.

Suonai un brano di John Lennon accompagnato da un sassofonista.

Credetemi, fu un trionfo!

Non sono certo io a dovervelo dire, ma il vostro calore, è immenso.

Tornai a casa felice come una Pasqua.

Spero davvero possa ripresentarsi una buona occasione per suonare da Voi a Ischia.

Un desiderio che ho da sempre… vorrei ringraziarvi per avermi aperto la strada ed avermi fatto dimenticare la vergogna e l’imbarazzo.

Prima o poi vorrei davvero tornare sulla  vostra isola d’Ischia.

 Michela Zanarella

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

 

Il Dispari 20210607 – Redazione culturale DILA

DILA

NUSIV

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Pensieri volanti

Pensieri volanti

Pensieri volanti

Di chi sono?

  1. “Protocollo”: qualche anno fa, chi di noi avrebbe immaginato che sarebbe diventata una delle parole più utilizzate in assoluto?

2) L’Eterno non si accorge in che cosa differiscano le 24 ore dai 5 milioni di anni.

3) Un rivoluzionario francese disse che avrebbero dovuto “strozzare l’ultimo prete con le budella dell’ultimo re”.

4) Oggi il Vescovo è il successore dell’Apostolo, ma non fa i miracoli che faceva l’Apostolo.

5) “Un’ostrica?” Perplessi nel vederla io penso al tifo, tu pensi alla perla,

6) Leon Bloy: “Il soffrire passa, il sofferto non passa mai”:

7) Il cadavere di Cromwell fu dissotterrato e impiccato tre anni dopo la morte.

8) Freeman Dyson: “L’immaginazione della natura è più ricca della natura stessa”.

9) Oliver Sacks: ” Il paradosso della malattia è una patologia creativa che può portre alla luce risorse, sviluppi, soluzioni e forme di vita latenti che, in sua assenza, potrebbero non essere mai osservati e nemmeno immaginati”.

10) J. B .S: Haldane: “L’universo non solo è più strano di quanto immaginiamo, ma è più strano di quanto possiamo immaginare.

11) Paolo Giordano: “Gli approcci sono tutti uguali, come le aperture negli scacchi. NOn bisogna inventarsi niente, non serve, perché tanto si è in due a cercare la stessa cosa. Poi il gioco trova la sua strada, ed è solo a quel punto che… ”

12) Henry James: ” Per molti la conclusione di un romanzo e come quella di una buona cena, dessert, gelati e l’autore è visto come un medico impostore che tradisce quasi…

13) Philip Roth, Flaubert lettera a Luise Colet: “Le opere più belle sono di aspetto sereno, indecifrabili e spietate.”

14) I robots non hanno bisogno di luce elettrica e di aria condizionata per lavorare.”

15) Come è possibile far muovere il vuoto senza renderlo “non vuoto”?

16) La democrazia è il sistema delle emozioni collettive, è il sistema della mediocrità e non dell’eccellenza.

17) Le lotte contro la felicità degli uomini si organizzano dovunque nel nome delle “bandiere” e delle “religioni”.

18) Hablar sin pensar es tirar sin encarar

19) Titta Madia. giornalista scrittrice: “Nella solitudine dell’inazione la vita non si vive, si progetta”:

20) Isaac B. Singer: “Ho sognato un umanesimo e un’etica alla cui base ci sarebbe il rifiuto di giustificare tutti i mali che l’Onnipotente ha mandato in terra e che si prepara ad inviare su di noi in futuro”.

21) Amare l’errore come una verità e diffidare delle verità come un errore.

22) Salvatore Dalì racconta che a dieci anni voleva diventare Napoleone e che le sue ambizioni sono sempre andate crescendo fino a farlo diventare Artista.

23) Albert Wolf in occasione della prima vera mostra parigina degli impressionisti: ”  Pauroso spettacolo della vanità umana che si perde fino alla follia”.

23) L’uomo dimentica più facilmente il sacrificio di sangue che di denaro.

24) Le tragedie sono così, non si può uscirne né indietreggiando né avanzando.

25) La sommersa urla per essere dissotterrata.

26) Giuseppe Giusti

Ciurma sdraiata in vil prosopopea,
Che il suo beato non far nulla ostenta,
Gabba il salario e vanta la livrea,
Sempre sfamata e sempre malcontenta.
Dicasterica peste arciplebea,
Che ci rode, ci guasta, ci tormenta
E ci dà della polvere negli occhi,
Grazie a’ governi degli scarabocchi.

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