Il Dispari 20170918 Redazione culturale

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Il Dispari 20170918 Redazione culturale

Il Dispari 20170918

Il Dispari 2017-09-18

Editoriale

Lo scorso 14 Settembre si è conclusa la mostra delle opere esposte dalla pittrice Patrizia Canola al Museo Etnografico del Mare di Ischia.
Voluta dall’Associazione Da Ischia L’Arte – DILA” e curata nei minimi dettagli da Silvana Lazzarino, che ricordiamo essere valente opinionista di questa redazione culturale, “Negli orizzonti della vita tra luce e colori” (è questo il titolo dato all’esposizione) ha riscosso notevoli interessi da parte di un vasto e qualificato gruppo di testate giornalistiche e televisive d’indiscusso livello nazionale.

Infatti, oltre a questo quotidiano Il Dispari che, grazie al suo Direttore Gaetano Di Meglio, ha sostenuto l’iniziativa fin dal primo momento accompagnandola con interviste esclusive ed articoli di pregevole fattura, ciò che ha dato il senso di interazione nazionale tra l’evento e l’apprezzamento generale è registrato nelle decine e decine di pagine pubblicate sui maggiori siti artistici italiani.

Dico MAGGIORI e intendo, per esempio, il Corriere della Sera;

dico decine e decine e, per non lasciare indeterminata tale affermazione, ne cito qui di seguito SOLO alcuni:

Arte.it (http://www.arte.it/calendario-arte/napoli/mostra-patrizia-canola-negli-orizzonti-della-vita-tra-luce-e-colore-40047),

Espoarte.net (http://www.espoarte.net/calendario-eventi/negli-orizzonti-della-vita-tra-luce-e-colore/),

Comunicati.stampa.net (http://www.comunicati-stampa.net/com/patrizia-canola-ad-ischia-al-museo-etnografico-del-mare-con-la-mostra-permanente-negli-orizzonti-della-vita-tra-luce-e-colore.html/),

weartpoiect.com. (https://weartproject.com/event/it/469526/),

informazione.it (http://www.informazione.it/c/AB3F4A61-5EF8-46E6-97DF-1ACBAB7925BB/PATRIZIA-CANOLA-NEGLI-ORIZZONTI-DELLA-VITA-TRA-LUCE-E-COLORE/),

lobodilattice.com (https://www.lobodilattice.com/mostre-arte/patrizia-canola-negli-orizzonti-della-vita-tra-2),

lombardiapress.it (http://www.lombardiapress.it/lombardiapress/portale/index.php?com=13527/),

murmurofart.com (http://www.murmurofart.com/testo-2.asp?Progr=28294/),

area-press.eu (http://www.area-press.eu/comunicatistampa/2017/06/01/patrizia-canola-negli-orizzonti-della-vita-tra-luce-e-colore/),

ioarte.org (http://www.ioarte.org/eventi/Mostre/Patrizia-canola-negli-orizzonti-della-vita-tra-luce-e-colore/),

datedarte.it (http://www.datedarte.it/events/patrizia-canola-negli-orizzonti-della-vita-tra-luce-e-colore/),

Teleischia.com (http://www.teleischia.com/139759/patrizia-canola-ad-ischia-al-museo-etnografico-del-mare-con-la-mostra-negli-orizzonti-della-vita-tra-luce-e-colore/),

ildispari24.it (http://www.ildispari24.it/it/dila-e-patrizia-canola-insieme-nei-progetti-made-in-ischia/),

gigarte.com (https://www.gigarte.com/patry52/home), milano.zone (http://www.milano.zone/2017/05/30/patrizia-canola-negli-orizzonti-della-vita-tra-luce-e-colore/),

247.libero.it (http://247.libero.it/focus/41457473/87/patrizia-canola-ad-ischia-al-museo-etnografico-del-mare-con-la-mostra-permanente-negli-orizzonti-della-vita-tra-luce-e-colore/),

thecronpost (http://www.thecronpost.com/cultura-societa/192192/patrizia-canola-ad-ischia-al-museo-etnografico-del-mare-con-la-mostra-permanente-negli-orizzonti-della-vita-tra-luce-e-colore/),

dailymovies.com (http://www.dailymovies.com.ng/view/bRpl3ZHpqxk/patrizia-canola-mostra-personale-museo-etnografico-del-mare-ischia-bruno-mancini-dila/).

Patrizia Canola, in compagnia del marito Lorenzo, è stata in vacanza a Ischia nelle ultime due settimane della Mostra durante le quali non ha mancato di esprimere più volte tutta la sua ammirazione per le bellezze locali e per l’affettuosa e protettiva accoglienza ricevuta.
Tanto entusiasta da aver già prenotata la prossima vacanza qui da noi!

Bruno Mancini

DILA all’udienza del Papa in Vaticano

Sono stati circa 80 i Delegati della nostra Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA che, il 24 Maggio 2017, hanno partecipato in Vaticano all’incontro con Papa Francesco secondo un cerimoniale che non ha mancato di mettere in luce la costanza e la serietà dei nostri progetti artistici e sociali, ricevendo, anche per essi, la benedizione del Santo Padre.

L’incontro con il Papa ha fatto seguito, infatti, al fax che abbiamo ricevuto dal Prefetto Georg Gänwein contenente la seguente comunicazione: “… In riscontro alla Sua stimata lettera del 12 marzo c.a., ben volentieri mi premuro accogliere la richiesta di partecipazione all’Udienza Generale del Santo Padre di mercoledì 24 maggio p.v. (in Vaticano, ore 10.00), a favore di una distinta Delegazione della Nazionale Cantanti Lirici, guidata dalla Presidente la Sig.ra Paola Occhi, assicurandoLe che il gruppo medesimo verrà menzionato nell’ambito dell’Udienza…”.

Pubblichiamo ora in esclusiva una foto di Paola Occhi, Presidente della Sede operativa di Mirandola dell’Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA, nonché Presidente della Nazionale Cantanti Lirici, il 24 Maggio 2017 durante il suddetto incontro con il Papa.

Rubrica affidata a DILABLIDA, Sede operativa in ALGERIA – Presidente Dalila Boukhalfa

Inizia oggi la nuova rubrica bisettimanale rivolta alla comunicazione del Made in Ischia attivato in Algeria grazie alla collaborazione di Dalila Boukhalfa che, dal mese di Luglio 2017, ha assunto la presidenza della

Sede operativa DILA nella città di Blida in Algeria.

Nel formulare i migliori auguri alla new entry Dalila Boukhalfa per la sua attività in questa pagina culturale del quotidiano Il Dispari diretto da Gaetano Di Meglio, iniziamo con il presentarvela attraverso una succinta scheda preparata da Angela Maria Tiberi Presidente della sede operativa DILA di Pontinia.

Dalila Boukhalfa

Per gli amici Caroline Dali, è nata a Oran in Algeria il 26 Dicembre 1968 e vive a Blida.
Insegnante di francese presso la scuola media e il centro di lingue stranieri dell’università di Soumaa.

Da sempre appassionata di lingue, di libri e di poesia, ha saputo trasmettere con notevole successo questi interessi ai suoi studenti.
Ha partecipato a diverse manifestazione di carattere culturale in Algeria.
Scrive, a titolo personale, storie per ragazzi e poesie.

Per molto tempo il suo sogno è stato quello di organizzare e partecipare ad eventi artistici e culturali in Italia e in Algeria, facendo affidamento sulla cooperazione, sincera e continua, con l’Associazione culturale DILA, in modo tale da creare e riaffermare rapporti, tra artisti italiani e algerini, che abbiano in lei e nella sua volitiva presenza un collante forte e determinante.

Così, nel Luglio 2017, l’Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA, riconosciuta l’ampia positiva divulgazione dei propri progetti ottenuta grazie alle attività professionali e sociali realizzate dalla Professoressa Dalila Boukhalfa, ha deliberato di nominarla Presidente della Sede operativa DILABLIDA.
Angela Maria Tiberi

Poesie finaliste della sesta edizione del premio internazionale “Otto milioni”.

Precedenti pubblicazioni: 20/03, l’8/05, 19/06, 7/08, 14/08, 11/09.

Cod 28

Liga Sarah Lapinska

Dove mi aspetta

La primavera arriverà inaspettata,
attraverso ipotesi e autunno,
dove la neve incerta
sopra i rami degli alberi
sulle foglie morte
si tiene, si tiene, si tiene.

Come si tiene su me.
Incanterò con la forza e la fragilità
il nuovo sole, ma non lo prometto,
è una speranza che passa qua e là,
piena di dubbi, maligni,
che passi, passi, passi.

Per vibrazioni sintetiche
uccelli migranti di nuovo gridano ,
e una dalle Lune, smarrita,
uscita dalla sua orbita cercherà là e indietro,
se altri sanno vera strada, forse al Sud,
lentamente, lentamente, lentamente.

Come ho aspettato qui mi aspettano là
i primi uccelli di maggio e la forza della clorofilla,
e in ogni mia traccia, e in tanti dai miei incanti,
quando sarò più profondamente in voi,
mi ricambieranno in tutti unici,
come io sono unica, unica, unica.

Cod. 29

Liga Sarah Lapinska

Quando sarò la pietra

Quando sarò la pietra, cosi tranquilla come il sonno,
cosi forte come il centro dell’universo infinito,
mentre pulsano le erbe, ed i passi che le comprimono,
attraverso in fretta, e passo a passo, silenzioso sarà il mio respiro.
Piccola ed agitata, invece, l’anima mia,
come un magnete limpido in mulinello di magma
mi ricorda da bambina per sentirmi più protetta
a fianco di una grande pietra, coperta da muschio bianco.
Ora no, bambini, mentre io sono la pietra,
non sono protetti da nessun Dio,
da nessuna ombra.
Nuda contro il cielo
vola con le sue ali rapaci nel blu
l’aquila del mare, con i suoi venti incantati
attorno a me, cosi tranquilla da non credere.
Ah, sì! Voglio ritornare bambina, con due occhi grandi e verdi.
Voglio giocare con le bambole, adesso abbandonate
nel prato senza fiori, nel prato di ninna nanna.
Ah, sì! Prima della notte, chissà cosa diventerò domani.
Voglio ritornare bambina, nel prima di una donna.
Voglio diventare pietra, nel prima di bambina.
Una piccola pietra, simile all’ambra.
L’anima grande, ma senza ali.
Mi protegga il mito come il tempo del mito.
Tutto dipende da frequenze e coincidenze
tranne la mia ultima vita, l’amore mio nella notte,
il prato senza i fiori.
La pietra domani sfiorirà.

Cod. 30

Anna Rancàne

Ogni giorno qualcuno

Ogni giorno qualcuno costruisce una chiesa,
ogni notte qualcuno la distrugge
fino al frumento.
Al mattino tutto si deve iniziare di nuovo.
Stracciando le ceneri ed i destini,
si può trovare il rosario estirpato,
in ogni perla-la preghiera non realizzata.
Ogni notte una chiesa collassa.
Si deve costruirla, ancora, di nuovo.
Serve murare le pietre nuove
in se stesse.

v

Il Dispari 2017-09-11

Il Dispari 2017-09-11 Redazione culturale

Editoriale

Per Aurora volume terzo

La sesta firma

Capitolo quinto

Giunse.

La telefonata con la quale Gilda accettava l’invito, che le avevo scritto sul biglietto lasciato la sera prima alla cassa del bar, mi sembrò più un atto di cortesia che foriera di felici aspettative:

Disturbo? Sono Gilda.

Vado a prendere il pupo all’asilo, poi potremmo incontrarci alle giostre.

Alle cinque all’angolo della posta, va bene?»

Alle… Gilda… sì, sì va bene, benissimo..

Tu tu tu tu…

La meraviglia per la rapidità con la quale mi aveva contattato, lo stupore per la docilità del suo seguire il mio desiderio senza porre domande, la scelta di andare in un luogo affollato dando adito a pettegolezzi, tutto ciò ed altro ancora, furono motivi che mi convinsero a credere che Gilda non avesse capito la ragione vera del mio invito.

Avvaloravo l’ipotesi che lei non aveva potuto comprendere le mie intenzioni in quanto non ero stato sufficientemente esplicito.

Esplicito?

Ammiccante.

“Il Dottò vuole passare un po’ di tempo in giro prima di tornare nel castello della sua libertà.”, forse aveva pensato così.

“Se il Dottò avesse un’intenzione segreta non avrebbe scritto un biglietto, né tanto meno lo avrebbe consegnato aperto alla cassiera, dandole l’opportunità di leggerlo.”

“Uno che cerca un’amicizia più intima con una donna, non le chiede di uscire con il bambino.”

“Sarà in partenza per altri mille anni e vuole rinverdire ricordi passati.”

Aveva ragione.

Tre, quattro, mille ragioni.

Decenni di raziocinanti eccessi, avevano inaridito finanche ogni mio elementare presupposto di comunicabilità.

Bravo!

Avevo speso gran parte della vita nella peggiore maniera.

Solo.

Solo, da solo.

Solo, da solo, senza essere solo.

Alla telefonata di Gilda seguì lo sferragliante rumore del chiavistello divenuto rugginoso per essere rimasto a lungo inutilizzato.

Geltrude, entrando con la cautela e la discrezione di chi non deve disturbare:

Dotto’, già sveglio?

Come mai?

State bene

Sì. Tutto a posto.

Tu sei mai stata sola?»

Dotto’, per stare soli, bisogna essere soli. Io non sono mai stata niente, figuriamoci se mi potevo permettere il lusso di essere sola.

Stare sola?

La solitudine!

Voi ve la potete permettere.

Io no.»

-«Ho impegnato un secolo per decidermi a fare il primo passo.

Senza ribellarmi ho lasciato che la nostra amicizia giovanile, il nostro affetto, la reciproca irriducibile attrazione che ci dominava, scadessero in un algido rapporto tra il “Dottò” e la padrona dell’American bar.

Ho visto il tuo ed il mio amore, come su quella giostra, girare girare girare fino a perdere il senso dell’equilibrio, e non ho porto loro una mano a sostegno.

Devo recuperare non solo il tempo perduto, ma soprattutto il coraggio di esistere.

Sposiamoci domani.

Tu sai quanto ti amo.»

Così le avevo detto nel luna park aspettando che Isidoro terminasse un giro sul trenino.

Mamma mamma, è bellissimo, ci sono gli indiani e Manitù

Vuoi fare un altro giro?

Vai.

Dai il gettone all’uomo con la divisa rossa.

Vai.»

Gilda non mi aveva chiesto dove ci saremmo sposati o dove avremmo vissuto, né chi sarebbero stati i testimoni. Nessuna domanda relativa al ristorante, al viaggio di nozze, alle foto, agli invitati, bomboniere, addobbi floreali, limousine, paggi paggetti, velo velette, musica cori coretti anelli… catene.

Nulla.

Gilda aveva iniziato dicendo:

Va bene…», poi aveva atteso che il pupo fosse lontano, ed allora, guardandomi negli occhi:

E lui?»

Sarà mio figlio

Bruno Mancini

Per Aurora volume terzo

di Bruno Mancini

http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-terzo/ebook/product-17561986.html

http://www.lulu.com/shop/search.ep?contributorId=509195

Book (PDF), 166 pagine

Prezzo € 3,12 (IVA esclusa)

Pubblicato 1 Ottobre 2011

Lingua italiana

Pagine166

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Dimensioni del file 11.33 MB

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Il Dispari 2017-09-11

Il Dispari 2017-09-11

1) DILA e Patrizia Canola insieme nei progetti Made in Ischia.

La pittrice Patrizia Canola sarà lieta di incontrare per un aperitivo nel Museo Etnografico del Mare, martedì 12 Settembre 2017 dalle ore 18:00 alle ore 20:00, tutti coloro che vorranno approfondire la conoscenza delle caratteristiche artistiche delle opere che espone nella mostra “PATIRIZIA CANOLA. NEGLI ORIZZONTI DELLA VITA TRA LUCE E COLORE”, organizzata da Bruno Mancini e a cura di Silvana Lazzarino, visitabile fino al prossimo 15 Settembre nel Palazzo dell’Orologio di Ischia ponte.

2) Il giorno 8 Agosto 2017 Liga Sara Lapinska, Ambasciatrice DILA in Lettonia,

ha regalato per conto dei nostri progetti culturali MADE in Ischia, la nostra Antologia “Otto milioni 2016” a Rita Vectiràne, Vice Sindaco della città di Jelgava in Lettonia.

3) Tina Bruno, scrittrice,

opinionista della redazione culturale di questo quotidiano Il Dispari” diretto da Gaetano Di Meglio, ha ricevuto la seguente comunicazione dall’ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA DI NAPOLI: «Lei ha vinto la XXXIII ED. 2017 DEL PREMIO “LETTERATURA” POESIA, NARRATIVA, SAGGISTICA PER LA XI SEZIONE (ROMANZO INEDITO) CON “Stralci di antropologia attraverso il romanzo della mia vita” ».

4) Angela Maria Tiberi, Presidente Sede operativa DILA in Pontinia

segnala il seguente concorso “Enciclopedia Universale degli Autori Italiani”: scadenza 31 Ottobre 2017 – REDAZIONE PIAZZA GRAMSCI, 1/3 ~ 98066 ~ PATTI (ME) TELEFONO 0941 21503 PARTITA IVA 02778870838 CONTATTI CONCORSI@KIMERIK.IT SITO INTERNET WWW.KIMERIK.IT

Gioco d’amore a Sermoneta di Angela Tiberi in foto con Walter Poli

Il Dispari 2017-09-11

Poesie finaliste della sesta edizione del premio internazionale “Otto milioni”.

Precedenti pubblicazioni: 20/03, l’8/05, 19/06, 7/08, 14/08.

Cod. 25

Antonio Fiore

Vecchio lenzuolo

Aggrappati al dorsale del tempo che va

lì dove s’addormenta il tramonto

liberi pensieri migrano come il vento

che va per dissolversi verso il suo orizzonte.

Siamo due amanti senza tempo

e sul nostro letto ci ritroviamo

a ripassare le sbiadite emozioni

arrotolante su un bianco lenzuolo.

Stasera i cuori si compiegano

ai sogni ingialliti dai profumi di ieri,

e dove gli aspri odori viziati annidano

le velate reminiscenze rigate sulla pelle.

Se la notte non divaga con il vento

tra un ricordo e un’emozione

noi riscriveremo sulle mura del tempo

le indelebili sillabe per ricomporre

questo sogno vissuto a metà.

Finché il cuore avrà strada da camminare

il cielo darà luce ai nostri sogni premonitori,

e noi, indelebili ispiratori del nostro tempo

ricopriremo il letto di quel bianco lenzuolo

macchiato di inebrianti profumi del passato.

Il nostro amore non ha tempo né paura

perché siamo due temerari per natura.

Della nostra storia siamo gli unici scrittori

e come due amanti instancabili ne siamo i lettori

in questa ingiallita notte di un vecchio lenzuolo.

Cod . 26

Nika Kolinz

Ma in questo mondo niente non è imparziale

Ma in questo mondo non è niente imparziale:

diversi gusti e opinioni d’arte.

E tempeste di parole rumoreggiano per i più attivi.

In tal modo uccidono i sentimenti veri.

Puoi essere un niente, secondo gli altri.

Non subito i creatori vengono accettati.

La gente non vede i geni, costruendo

i critici palazzi di virtù.

Presto dolori di questioni invadenti,

però, non subito sviluppano le città.

Comunque, la storia innalza i migliori

e salva loro nei libri per sempre.

Cod. 27

Nika Kolinz

Zittisco

Zittisco, pensando di te,

abbracciandoti per le spalle, nel passato.

Però restiamo distanti:

sono con la presenza del dubbio.

Davvero vorrei tornare indietro?

Non si può più, sono invecchiata…

Lascio la memoria quasi chiusa,

per rammentare al prossimo risveglio.

Il Dispari 2017-09-04

Il Dispari 2017-09-04 Redazione culturale

DILA in Lettonia:

Presentazione del progetto Made in Ischia con la Mostra di Arti varie “Tema”presso la Maison di moda di Daiga Latkovska

Il 23 Agosto 2017, è stata inaugurata la mostra “Tema” in cui fanno la parte, in generale, i finalisti del concorso “Otto Milioni 2017” organizzato dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” più altri artisti che hanno partecipato sul website LENOIS a vari concorsi, tra i quali in primo luogo va annoverato “TUTTI INSIEME CONTRO LA VIOLENZA E IL NAZISMO” e, inoltre, un folto gruppo di Artisti amici dei progetti culturali DILA che hanno avuto la possibilità di presenziare all’inaugurazione.

La conduttrice della serata è stata la poetessa Elìna Zàlìte,

una lady elegante ed intelligente, vestita in un raffinato abito nero.

I discorsi sono stati tenuti, dapprima, dalla padrona della Maison Daiga Latkovska, disegnatrice di moda e anche pittrice.

Lei, con un fiore nei capelli, sorridente, ha espresso calorosi auguri verso tutti i partecipanti.

Subito dopo è intervenuta la Vicesindaco di Jelgava, Rita Vectiràne.

Ina Gudele, una dama di alta cultura, ha sottolineato l’anniversario di venti anni di attività del club “Zontas” che lei guida e presiede.

Jànis Zarins, l’autore del manifesto della mostra, il poeta che insieme con Rasma Urtàne conduce il club di poeti in Jelgava “Pieskàriens”, è stato come sempre gentile e simpatico soffermandosi a parlare del suo club ed ha letto in modo espressivo alcune poesie.

Eva Strazdina,

presente insieme alla sua bellissima figlia di uno anno d’età e al marito, ha cantato in italiano e in latino con la sua voce molto apprezzata.

Il cantante Alvils Cedrins, vincitore del primo premio di musica, ha cantato con la sua fortissima voce in diverse lingue, anche in russo e in inglese: molto bravo in questa serata.

L’attore Viktor Mishin ha declamato alcune poesie di poeti classici russi, creando uno spettacolo dalle atmosfere molto emozionanti.

Liga Sarah Lapinska,

in un abito orientale azzurro, Ambasciatrice dell’Associazione DILA in Lettonia, ha dato notizie relative al concorso “Otto Milioni 2017”, soffermandosi sugli artisti che vi hanno partecipato. Ha espresso parole di cordoglio per le vittime del terremoto che ha colpito l’Isola d’Ischia e sentimenti di speranza per un immediato ritorno alla normalità.

Lei ha ringraziato alcuni sponsor che per ora preferiscono rimanere nell’anonimato, e molti altri partecipanti all’evento tra i quali ha citato Aleksandr Abushayev, Janis Drozdovs, Daiga Latkovska, Lìga Lonerte, Vilis Levcenoks, Baiba Rivza, Rasma Urtàne, Rita Vectiràne, Elìna Zàlìte, Jànis Zarins, Club “Zontas”e il giornale “Zemgales Zinas”.

Liga Sarah Lapinska ha proseguito declamando alcune poesie di Bruno Mancini e di Roberta Panizza tradotte da lei in lettone.

Ha portato il saluto da parte del pittore Einars Repse che non ha potuto partecipare alla serata a causa di una trauma.

La mostra, multiculturale ed internazionale è stata esposta in tutti e due piani dell’edificio.

Erano presenti numerosi poeti tra i quali anche alcuni finalisti del premio “Otto Milioni” Modris Andzàns, Mairita Dùze, Nika Kolinz, Ligija Kovalevska, Liga Sarah Lapinska, Jànis Lapinskis, Eva Màrtuza, Anna Rancàne, Vera Roke, Eva Strazdina, Elìna Zàlìte, Janis ‘Jan’ Zarins, Anita Zvaigzne.

Bronislava Broņislava Dzene,Anita Kèke e Rasma Urtàne, ed altri hanno letto loro poesie.

Elìna Zàlìte ha nominato i vincitori dei concorsi di musica e in arte visuale, quindi Alvils Cedrins come cantante e i pittori Milena Petrarca, Liga Sarah Lapinska,Sergey Kyrychenko, Einars Repse,Miguel Piñero.

Nel primo piano sono esposti i vestiti di Daiga Latkovska, i gioielli di Zinta Graumane e i dipinti degli scolari e degli amici di Inta Paulsone.

Nel secondo piano vi sono le opere e le fotocopie di tutti gli altri artisti.

Una piccola sala è stata allestita con i dipinti di Daiga Latkovska.

Visitando la mostra sarà possibile ammirare i dipinti e le grafiche di Arif Azad Painter (India), Heino Blum (Germania), Tomas Fernandez (Spagna) ,Sebastiano Grasso (Italia), Ajub Ibragimov (Germania), Zara Ilyasova (Russia), Adam Ilyasov (Russia), Olga Ivanova di 13 anni, Soledad Lamas Gonzalez (Spagna), Sergey Kyrychenko (Ucraina), Herminia Mesquita (Portogallo), Antonio Molino Vasconcelos (Messico), Maurizio Pedace (Italia), Milena Petrarca (Stati Uniti), Onofre P.P.Pineiro (Brasilia), Miguel Piñero (Venezuela), Einars Repse, Esteban Sandoval (Argentina),Yuri Serebryakov (Ucraina), Milo Shor (Israele), Simone Vela (Italia), Nunzia Zambardi (Italia) il cui quadro esposto è un apprezzatissimo regalo per Liga Sarah), Vilis Vizulis (lettone, deceduto);

le fotografie di Nadeem Ansari (India), Naveed Ansari (Pakistan), Liga Sarah Lapinska, Guna Oskalna-Vèjina, Costantinos Pavlis (Grecia).

Le scultore di Janis Drozdovs,Kàrlis ìle, Liga Sarah Lapinska,Milena Petrarca(Stati Uniti),Yair Aharon (Israele);

le ceramiche di Valdis Jaunskungs e Vera Roke;

i gioielli di Sigal Bali (Israele).

Nella mostra sono anche presenti e consultabili le Antologie in italiano di LENOISed altri libri in italiano tra i quali alcuni di Bruno Mancini,

insieme a materiale pubblicitario del club “Zontas”.

La mostra, davvero ricca ed interessante è aperta gratuitamente al pubblico.

In seguito, questa mostra verrà esposta in altre città della Lettonia.

P.S.Nika Kolinz (Ucraine).

Poeti che leggono le loro poesie non sono citati tutti,e quindi aggiungiamo un ecc.

La fotografa dell’evento è Melita Zarina, madre deli nostro giovane ma attivo poeta Jànis Zarins.

GRANDE SUCCESSO PER LA MOSTRA DEDICATA A TOULOUSE LAUTREC CHE RACCONTA LA BELE ÉPOQUE

La Parigi di fine Ottocento con protagoniste cantanti, attrici, ballerine, acrobate riprese nei loro contesti tra sale da ballo, caffè-concerto e i palcoscenici sono al centro dell’opera di TOULOUSE LAUTREC (Albi 1864- Saint-André-du-Bois1901) che con la sua arte provocatoria e anticonformista ha caratterizzato l’epoca della Belle Époque.

Nato in una delle più nobili e antiche famiglie francesi, le cui origini risalivano all’epoca di Carlo Magno, Toulouse Lautrec ben presto lascia il suo ambiente per trasferirsi a Parigi dove entra a contatto con l’atmosfera vivace e disincantata, ma anche triste e degradata della città.

Pittore della Belle Époque ambigua e contraddittoria, della vita fugace, innocente e perversa, egli si fa interprete raffinato e sensibile dello spaccato umano parigino cogliendone abitudini, vizi, gioie e dolori.

Grande successo per la mostra TOULOUSE LAUTREC – LA BELLE ÉPOQUE

a lui dedicata ed aperta a Verona a Palazzo Forti fino allo scorso 3 Settembre 2017, in cui è stata messa in luce la capacità di Toulouse Lautrec di scandagliare nei ritmi dell’esistenza fra ambienti nobili, borghesi, atmosfere sfarzose ed effimere dei locali notturni.

Morto a soli 36 anni devastato dalla sifilide e dall’alcolismo,Toulouse Lautrec considerato il più famoso maestro di manifesti e stampe tra il XIX e XX Secolo, è ricordato in particolare per i manifesti pubblicitari e i ritratti di personaggi dell’epoca come le ben note immagini del balletto al Moulin Rouge e di Aristide Bruant e delle discinte prostitute nelle maisons closes (le case chiuse) in cui aveva il suo atelier.

Curata da Stefano Zuffi e patrocinata dal Comune di Verona, prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia,

la mostra attraverso circa centosettanta opere provenienti dall’Herakleidon Museum di Atene, tra acquerelli, manifesti, litografie, disegni e illustrazioni insieme a video, fotografie e arredi dell’epoca, ha restituito uno spaccato della Parigi bohémienne.

La linea sinuosa e aggressiva, il colore uniforme e privo di modulazioni, la libertà di inquadrature e prospettiva regalano movimento alle figure e il senso della profondità spaziale.

Accanto a Jane Avril, 1893) la stella del cabaret parigino ritratta con guanti neri fino al gomito, Divan Japonais 1893, La Revue Blanche (1895), La Troupe de Mademoiselle Églantine (1896) e May Belfort (1895), in mostra erano La passeggera della cabina 54 del 1895 e Aristide Bruant nel suo cabaret del 1893.

E poi i disegni di grande incisività realizzati a penna e a matita, tra questi il ritratto del padre conte Adolphe de Toulouse-Lautrec Portrait of H. de Toulouse-Lautrec (1895), le grafiche promozionali e illustrazioni per giornali come per “La Revue blanche” del 1895 e anche. per il libro “Au Pied du Sinaϊ” (1897).

Egli così affermava: “La novità è raramente l’essenziale. Questo ha a che fare con una cosa sola: rappresentare un soggetto meglio di quanto faccia la sua natura intrinseca”.

Ad Ischia, in occasione del “Global Film”,

il musical per il grande schermo ispirato all’opera La Traviata di G Verdi, “Moulin Rouge!” (2001) del regista australiano Baz Luhrmann, ha ricevuto il Luchino Visconti Legend Award 2013. Tra i personaggi presenti nel musical vi è anche la figura di Toulouse Lautrec.

Silvana Lazzarino

 

Il Dispari 2017-08-28

Il Dispari 2017-08-28

Editoriale

Il regista Francesco Millonzi è da qualche tempo in stretto contatto con la nostra Associazione culturaleDa Ischia L’Arte – DILA, tramite principalmente Angela Maria Tiberi Presidente della sede di Pontinia, per realizzare un Docu-film con tematiche ed ambientazioni proposte da DILA.

Vi forniamo qualche informazione sul suo ultimo Docu-film PANE DURO.

Il Docu-film realizzato dal regista Francesco Millonzi, dal titolo PANE DURO, affronta le problematiche legate al disagio sociale, focalizzando l’attenzione su quelle persone che vivono realtà molto disagiate.

Tra le tematiche più scottanti, si mette in evidenza le necessità di una società che tende verso la povertà, ma anche di chi si spende contro il disagio sociale, assistendo queste persone per una vita più dignitosa.

Il film tratta tematiche come l’assistenza notturna dei volontari ANGELI DELLA NOTTE

verso i Clochard, dove sono stati documentati ragazzi giovanissimi, come Pietro ed altri, che vivono la vita di strada, ma anche come Marco, un ragazzino che fa il posteggiatore abusivo per aiutare la sua famiglia, in particolar modo per comprare il latte alla sua sorellina.

Il Docu-film affronta la tematica della povertà non solo quella materiale, ma anche quella spirituale e di questo ne ha parlato il Presidente del PARLAMENTO DELLA LEGALITÀ Nicolò Mannino.

Altre tematiche sociali che racconta il film riguardano il BULLISMO

Infatti, è stata raccolta la testimonianza di Nikolai e la drammatica intervista di sua madre, dove si evince il dolore che una mamma prova davanti a questi episodi barbari, alla quale è poi seguita un’intervista fatta al dott. Marco Anello, Provveditore agli studi di Palermo che ha esposto il modo in cui l’istituzione scolastica interviene per fermare questi fenomeni di bullismo.

Anche il tema dell’immigrazione

è stato affrontato con il vice Presidente del PARLAMENTO ALLA LEGALITÀ, Salvatore Sardisco, trasmettendo immagini drammatiche degli sbarchi.

Il film si conclude con papa Francesco, portatore di speranza ed umiltà.

Quello che il regista Francesco Millonzi vuole fare emergere nel Docu-film PANE DURO è, come lui stesso ci dice “La necessità di dare voce a coloro che sono gli ultimi nell’uguaglianza della vita di una società che sempre di più vive nella diffidenza e nella indifferenza, al fine di accrescere il senso della solidarietà.

Mettere in evidenza, senza veli, la consapevolezza dello stridore sociale in atto, per consentire una capacità critica nei confronti del prossimo.

In questa attuale epoca storica, in cui si celebra l’indifferenza e la diffidenza, questo lungometraggio si pone quale strumento educativo aggiuntivo per la contribuzione della capacità critica dell’accoglienza e dell’altruismo proclamata da Papa Francesco.”

PANE DURO

è stato premiato con il PREMIO INTERNAZIONALE ALLA LEGALITÀ ED IMPEGNO SOCIALE e con il PREMIO ECCELLENZE ITALIANE.

Altri film prodotti dal regista Francesco Millonzi (tutti vincitori di premi internazionali) sono: GENERAZIONE A CONFRONTO – 180°, IL CAMMINO DI UN REGISTA – IL SACRIFICIO DI UN BEATO.

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Il Dispari 2017-08-28

Roberta Panizza, Vicepresidente DILA: “Ischia vive”.

All’inizio del mese di Agosto sono tornata a casa, in Trentino, da una vacanza trascorsa a Ischia insieme alla mia famiglia.

I giorni trascorsi su questa bella isola mi hanno permesso di rivedere alcuni amici di DILA, conoscerne altri e chiacchierare a quattr’occhi con Bruno Mancini dei possibile scenari futuri per i progetti che portiamo avanti tramite l’associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Gaetano Di Meglio

mi ha proposto di scrivere qualcosa sulla mia permanenza nell’isola e io con piacere ho accettato.

Avevo già scritto l’articolo e stavo per inviarlo quando su Ischia si è abbattuto un terremoto che ha scosso terreno, case e animi: proporre un articolo che parlava di vacanze e momenti di svago pareva davvero fuori luogo.

Ciò che ha fatto vibrare gli animi ancora si deve placare e questo è assolutamente comprensibile dato il tributo in vite umane e danni che è costato all’isola.

Ischia si sta già riprendendo da questo triste evento e tornerà ad essere per tutti il luogo ospitale e ambito dai turisti che amano il mare e la natura ed è per questo che, malgrado la ferita del terremoto sia ancora aperta, con queste mie righe vorrei poter instillare qualche sentimento di positività in momenti certamente non felici per questa bella isola.

Ho soggiornato a Ischia dal 27 luglio al 5 agosto

scorsi e, fin dall’inizio, ciò che ho vissuto è stato una conferma.

Dal 2008 al 2010 in tre occasioni sono stata sull’isola in corrispondenza di alcuni eventi poetici che Bruno Mancini ed io avevamo organizzato, le prime attività insieme al gruppo di amici artisti che da allora è andato via via espandendosi.

Le conferme che ho avuto riguardano la capacità degli ischitani di accogliere e far sentire come a casa propria un ospite e la disponibilità e l’apertura verso quest’ultimo.

Ed è appunto come a casa nostra che per nove giorni ci siamo sentiti mio marito, mio figlio e io.

Trovarsi in un ambiente molto diverso dal proprio (abitiamo in un piccolo paese a 1300 m. di altezza) e sentirsi comunque totalmente a proprio agio è la condizione primaria per godersi una bella vacanza trascorsa, nel nostro caso, per la maggior parte del tempo al mare.

Avendo vissuto buona parte della mia vita, bambina e ragazza, in una città di mare, almeno una settimana tra acqua e spiaggia è quasi indispensabile per me e quindi potermi immergere in un mare limpido e cristallino come quello che bagna quest’isola e rilassare su una spiaggia attrezzata e pulita è l’ulteriore condizione che ha reso tutto più piacevole.

Oltre al mare Ischia offre

però molto altro sia per ambienti naturali sia per attrattive culturali o di semplice svago.

Ho avuto, infatti, occasione di visitare il Museo Etnografico del Mare a Ischia Ponte dove sono esposti alcuni quadri di Patrizia Canola, artista amica di DILA, e quindi ho potuto contemporaneamente apprezzare la sua abilità artistica nel rappresentare con pochi e sapienti tratteggi di colore, paesaggi o nature morte indimenticabili e ammirare i reperti esposti nel museo e che parlano di mare.

Un viaggio interessante tra arte e realtà.

Devo anche dire che per chi come me vive tutto l’anno in una paese di alta montagna poter passeggiare e fare shopping in un centro ricco di vita e scintillante di negozi e locali come quelli di Ischia Porto, è qualcosa di tutt’altro che banale, molto piacevole direi.

Se poi durante la passeggiata è possibile ammirare, in più punti, i quadri di diversi pittori che tramite i loro colori e il loro personale stile evocano su tela la bellezza dell’isola e non solo, bene, il tutto acquista un sapore veramente intenso e corroborante.

Capitano a volte situazioni non programmate o preventivate e infatti poter assistere alla festa a mare agli scogli di S. Anna è stato imprevisto quanto gradito.

Avevo già sentito parlare, dagli amici ischitani, di questa festa, ma in quei giorni ho anche potuto comprendere quanto sia un momento sentito in cui sull’isola si vive con partecipazione una tradizione decennale che richiama tante persone anche dalla penisola.

Non potevamo non fare di tutto per assistere.

È stata una serata piacevole nella quale ci siamo immersi nel magico ricordo del grande Totò grazie alle barche magnificamente allestite e che hanno sfilato ai piedi del castello.

L’incendio e i fuochi d’artificio finali hanno chiuso magnificamente la serata.

Mentre scrivo tutto questo lo faccio consapevole che Ischia non è solo quanto io sto descrivendo o solo ciò di piacevole ho visto e vissuto qualche anno fa.

Per sapere che non è così, mi basterebbe anche solo la campagna “Ischia muore!” portata avanti sui social dall’amico Bruno con la quale quest’ultimo sta cercando di mettere in evidenza i tanti problemi che affliggono questo angolo di paradiso.

Il fatto è che io stessa ho avuto modo di muovermi sull’isola e quindi di rendermi conto di persona di quanto male qualcuno faccia a Ischia e una siffatta cronaca della mia permanenza sul suolo ischitano non ha l’intento di rimuovere mentalmente la realtà o abbellirla ignorando di proposito ciò che può risultare meno gradito.

Per noi turisti, coccolati dalle strutture ricettive e da chi, saggiamente, cerca di far sentire a proprio agio l’ospite, è forse meno duro scontrarci con la realtà di una comunità che a volte fatica ad opporsi alle logiche di potere, ignoranza e prevaricazione.

Chi subisce il vero scotto è chi è costretto quotidianamente a vedere la propria casa violata da comportamenti illegali o semplicemente inadeguati.

Ma se c’è chi dice “Ischia muore”, io preferisco di gran lunga dire “Ischia vive”, sì, VIVE di tutte le risorse ambientali e culturali che in essa pullulano e vive di tante persone dal grande cuore e capaci di rispetto che vi abitano e che forse dovrebbero indirizzare un po’ di più l’energia del loro grande animo verso la salvaguardia di tutto il bello che permea quest’isola verde, non farselo strappare ogni giorno dalle mani facendo sentire in minoranza chi fa scempio in casa propria.

Termino il mio dire col fare un’ulteriore riflessione: credo che ogni turista dovrebbe chiedersi se è stato in grado di soggiornare sull’isola cercando a sua volta di non recare eccessivo disturbo durante la sua permanenza.

Quindi è questo che chiedo anche a me stessa sperando che la risposta sia positiva.

Non è mia abitudine infatti puntare il dito senza aver prima ragionato di mie eventuali responsabilità.

Breiner, mio figlio,

al termine della vacanza ha detto: “Della vacanza a Ischia mi è piaciuto molto andare al mare e vedere i pesci sul fondo a Punta Molino, vicino agli scogli.

La festa agli scogli di S. Anna non ho potuto vederla perché finiva tardi, ma mi sono piaciute molto le barche che ho visto passare in mare prima della sfilata.

Anche il pesce che abbiamo mangiato al ristorante era molto buono e in centro c’erano molti bei negozi anche di giocattoli.”

Roberta Panizza

 

Cammino di Santiago Festival Remover

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Cammino di Santiago,a Roma tra arte, musica, cinema e teatro

Cammino di Santiago Festival Remover

Roma per tutto il mese di ottobre si veste della magia, entusiasmo creatività proprie della cultura spagnola ripercorrendo le tappe più significative del cammino di Santiago.. E’ quanto proposto dal Festival Remover Roma con Santiago che in questa prima edizione si propone di  far conoscere il lavoro di alcuni dei maggiori artisti che provengono dalle varie regioni spagnole attraverso cui passa il Cammino di Santiago. Presentato lo scorso 14 settembre 2017 presso la sede dell’Ambasciata di Spagna in Italia a Palazzo Cammino di Santiago Festival RemoverBorghese, alla presenza dell’Ambasciatore di Spagna in Italia, Jesús Manuel Gracia Aldaz, organizzato dall’Ambasciata di Spagna in Italia in collaborazione con l’Associazione Europea delle Vie Francigene e realizzato grazie al patrocinio di Indra, il Festival prevede un ricco programma di appuntamenti culturali tra arte, musica, teatro e cinema che permetterà di ripercorrere le varie tappe del Cammino di Santiago,

Per un mese dal 2 ottobre al 2 novembre 2017 si potrà scoprire il fascino della cultura spagnola nelle sue diverse forme raccontata attraverso diversi eventi che troveranno spazio entro i luoghi più rappresentativi della stessa cultura spagnola a Roma: quali la Real Academia de España en Roma l’Istituto Cervantes e la Escuela Espanola de Historia y Arqueologia en Roma.

Cammino di Santiago. Festival  Remover

Il grande concerto di Uxia, considerata una delle esponenti più importanti della musica galiziana aprirà il festival il 2 ottobre presso la Reale Accademia di Spagna. Lo stile di questa cantante si caratterizza per la fusione di musica tradizionale galiziana con il Fado genere di musica popolare protoghese e i ritmi brasiliani. Tra i più importanti riconoscimenti ricevuti va citato il Premio della Critica Galizia 2016. A seguire vi sarà l’inaugurazione della grande mostra collettiva “Muchos Caminos” presso la Real Academia de España dove protagonisti saranno artisti spagnoli contemporanei e stranieri che hanno legato in qualche modo il loro lavoro al Cammino.

Sempre in ambito musicale tra gli appuntamenti il 27 ottobre presso la Reale Accademia di Spagna si esibirà in concerto Carmen Paris compositrice, pianista ed eccezionale cantante, che è riuscita a farsi strada nel mondo della musica esplorando diversi generi che ha saputo unire con grade maestria come la jota con il jazz e il tango, e ancora musica andina, cubana, arabo andalusa. E’ stata insignita del Premio Nacional de Músicas actuales 2014, rilasciato dal Ministero della Cultura per aver elevato la jota a livello internazionale con la sua voce travolgente.

Cammino di Santiago. Festival Remover

Ancora musica il 29 ottobre sempre alla Reale Accademia di Spagna con il concerto di Maria del Mar Bonet, voce tra le più rappresentative della cultura Mediterranea che con questo concerto, accompagnata dal chitarrista valenciano Borja Penalba, chiuderà la sua carriera cinquantennale durante la quale si è esibita in diversi luoghi d’Europa, Nord Africa, Stati Uniti, America Latia e Giappone, oltre ad aver preso parte alla ricerca di nuove forme artistiche.

In ambito letterario presso l’Istituto Cervantes a Roma. il 2 novembre alle ore 18.00 Agustín Sánchez Vidal professore di Storia del Cinema all’Università di Saragozza, saggista, sceneggiatore, scrittore, tra più grandi studiosi dei registi Luis Buñuel e Carlos Saura, presenterà “Buñuel y el Camino de Santiago”. A Carlos Saura, una delle figure chiave della storia del cinema spagnolo è dedicato l’incontro che si terrà il 6 ottobre alla Casa del Cinema dove verrà proiettata la sua nuova opera “Jota, de Saura” dedicata all’Aragona sua terra d’origine. Sempre alla Casa del Cinema il 7 ottobre, sarà la volta del regista, sceneggiatore e attore Oliver Laxe, riconosciuto e premiato a Cannes e a livello internazionale, che presenterà “Todos vòs sodes capitans”.

Cammino di Santiago. Festival §Remover

Oskar Alegrìa presenterà “Emak Bakia baita”, documentario dedicato al soggiorno basco di Man Ray, attraverso la ricerca della casa in cui l’artista girò un film d’avanguardia quasi del tutto sconosciuto e che non figura in nessun archivio. Isabel Muñoz, fotografa di fama internazionale, due volte vincitrice del World Press Photo, che centra il suo lavoro sullo studio del corpo umano, porterà il documentario “Angalia Mzungu”, quale testimonianza di un suo viaggio compiuto in Congo. Tra gli appuntamenti dedicati al teatro il 4 ottobre si terrà “Beatus”, spettacolo incentrato sull’Apocalisse di Giovanni con scene cantate tra tradizione popolare e liturgia. Il Festival prevede anche laboratori artistici per bambini curati da Maria Angeles Vila, per introdurre i giovani entro questo viaggio alla scoperta del Camino de Santiago.

Silvana Lazzarino

 Festival Remover Roma con Santiago

Le sedi: la Real Academia de España en Roma

l’Istituto Cervantes la Escuela Espanola de Historia y Arqueologia en Roma.

dal 2 ottobre al 2 novembre 2017

Per informazioni: www.piazzadispagna.es

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28 Luglio 2011 – Pagina culturale “Il Golfo” di Domenico Di Meglio

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28 Luglio 2011 – Pagina culturale “Il Golfo” di

Domenico Di Meglio

28 Luglio 2011

comeicinesi

“Di che parliamo ragazzi? DI TEATRO!”

–         Che ne pensi Robe’?

–         Eh… che t’aggia dicere…pe’ piace’ mi piace. ‘U difficile è la messa in opera.
Era una di quelle giornate nero fumo dell’inverno milanese e, di tanto in tanto, rassicuranti tuoni, nel senso che rassicuravano che presto uno scroscio d’acqua avrebbe liquefatto la piazza, interrompevano i nostri discorsi e i nostri pensieri.

“Robe’” è Roberto Ormanni, questa è una di quelle volte che mi era venuto a trovare allo studio, allora in piazza San Babila; le 5 di sera, e pareva notte, pure la luce artificiale sembrava volersi adeguare, aveva il treno per Roma alle 19, due chiacchiere si potevano ancora fare.

Guardavamo, da un grande finestrone, la piccola chiesa in pietra rossa del IV sec., una bomboniera in mezzo alle tonnellate di marmo che, nel tempo, hanno trasformato il panorama in un’enorme sala mortuaria, la gente che trafficava da un portico ad un altro o si dovrebbe dire… da un loculo ad un altro?

Roberto Ormanni… lasciamo perdere da quanto tempo ci conosciamo, lasciamo perdere quante battaglie di civiltà giuridica, di civiltà sociale e politica, di civiltà insomma (non saremo portatori, come è comune a tutti, della verità assoluta, ma in buona fede sì), abbiamo fatto insieme… per me è il GIORNALISTA per antonomasia.

Se uno, quando ero ragazzo, mi avesse chiesto, ma secondo te il giornalista che fa?

Io avrei risposto: cerca le notizie, poi le approfondisce, poi informa gli altri nel modo più chiaro e completo possibile.

Non so se l’avrei saputo, poi, mettere in pratica, non ci ho neanche provato, troppe incrostazioni piccolo-borghesi e conformiste sul mio groppone (vengo da una generazione prima); ecco… Roberto, invece ci ha provato e ci è riuscito benissimo.

Tutto il resto consegue, e poi è una questione di carattere. Lui ha mille interessi, come me, forse è per questo che ci siamo “presi” e attualmente io collaboro, con alta frequenza, diciamo, al settimanale telematico GOLEM di cui lui è Direttore (www.goleminformazione.it/ dalla comunicazione all’informazione, tutti i venerdì).
E proprio in questo contesto si inseriscono le nostre parole e i nostri silenzi di quell’uggioso pomeriggio milanese.

Allora si parlava di TEATRO.

Io gli avevo mostrato un copione, una commedia, da me scritta, dal titolo un po’ strano (qui non conta. In seguito, su suo suggerimento, registrai anche il testo alla SIAE); lui mi aveva parlato di un suo lavoro teatrale che stava cercando di far passare dal tavolino al palcoscenico.

Questo è il gran salto.

Ci lasciammo immaginando di poter proporre a qualcuno, i nostri lavori insieme: “un giornalista e un avvocato, volti nuovi, idee fresche, per qualcosa di teatrale che non sia il comodo rifugio (il loculo anche qui?) dei soliti classici” (una volta ho ipotizzato come avrei “stravolto” la scarpettiana “Tre cazune fortunate”, ce ne è ancora traccia sul mio vecchio blog ALGOR’Swww.literary-algor.blogspot.com/ post omonimo del 5.1.2009; ma probabilmente Tato Russo mi avrebbe ucciso).

Poi… la vita scorre senza briglie.

Ed ecco Bruno Mancini, i suoi progetti ischitani, tra cui, manco a dirlo… IL TEATRO.

Roberto apprezza e dà spazio sulla stampa alle poesie, al progetto LA NOSTRA ISOLA (ora LENOIS “Le nostre isole”), io… beh faccio parte dei pionieri, dico solo questo.

Ed ora? Siamo tre amici al bar (meno male non quattro che porta male) e chi sa… ma il “teatro”, il teatro-teatro, lasciamo stare il “Grande teatro” che ci fa impressione, ad Ischia non può mancare.

 

Ognuno fà na parte, na mac­chietta;
se sce­glie ‘o tipo, ‘e panne, ‘a truc­ca­tura,
n’intercalare, na cam­me­na­tura
pè fà suc­cesso e pè se fà guardà.

Ecco il teatro che diceva Eduardo, dove c’è almeno UN attore e il pubblico composto almeno da DUE persone, tutto qui, ad Ischia non può mancare. Non ci credo che possa mancare.

Ci sarà e ci saremo anche noi: Roberto, Bruno e il sottoscritto che, mentre scende il sipario, salutano con un inchino questo rispettabile pubblico

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Alberto Liguoro

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Virginia Murru

 

 

Virginia Murru il 2 ago 11 11:39 ha commentato:

Un bellissimo articolo, una scrittura agile, fresca e “scattante”, tra questi tre amici al bar, ce ne sono tanti altri ad applaudire! Io mi auguro che leggano in tanti l’articolo, merita davvero attenzione.

 

 

Alberto Liguoro, Pioniere e “Legal Senior” per la tutela dei diritti del progetto culturale “La nostra isola”, Magistrato, Avvocato, Giornalista, Scrittore si presenta e scrive di Roberto Ormanni.

Sono uno di quegli uomini per i quali il prete sull’altare, dopo la gloria a Dio nell’alto dei Cieli, invoca la pace su questa Terra, la mia casa è il Mondo, sostengo, con John Keats che la poesia è l’unica forma d’arte che non si può insegnare, essa sgorga dall’anima, come le foglie e i rami dall’albero, con Bertolt Brecht che “tutte le arti contribuiscono all’arte più grande di tutte: quella di vivere”. Ma quest’opera d’arte, quasi mai riesce come dovrebbe; è l’imperfezione la vera opera d’arte?

Grazie alla guida di questi ed altri Grandi Maestri, approdo ad un’altra convinzione: la poesia, come il respiro, è la vita, il dono che Dio o la Natura ha elargito a tutti gli esseri viventi, forse all’intero Universo. Non è forse poesia la fedeltà di un cane che si lancia nelle fiamme per aiutare il proprio amico uomo? E l’armonia dei colori autunnali nei boschi? E l’alba, il tramonto, tra i monti o oltre l’infinito respiro del mare, o il cielo stellato? E nell’uomo anche il più piccolo e infinitesimale, semmai isolato, imprevedibile, sconosciuto atto d’amore?
Tutto questo, peraltro, è fragile ed esposto a facile distruzione, ma il più bravo di tutti in questa funesta opera chi è? Proprio colui che, nei grandi libri della saggezza, è definito ad immagine e somiglianza del Creatore.
Così il cerchio si chiude?
www.literary.it/
www.anlilucl.blogspot.com/
www.literary-algor.blogspot.com/
www.facebook.com/
Modi (moderni) di navigare, anche questi per sfuggire al “viver come bruti”, per il che non fummo fatti.
A tutti un caloroso arrivederci alle prossime avventure.

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10 Marzo 2011 – Pagina culturale “Il Golfo” di Domenico Di Meglio

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10 Marzo 2011 – Pagina culturale “Il Golfo” di Domenico Di Meglio

10 Marzo 2011

10 Marzo 2011 - Pagina culturale "Il Golfo" di Domenico Di Meglio
https://www.emmegiischia.com/wordpress/amici/redazione-la-nostra-isola/

0 Marzo 2011 - Pagina culturale "Il Golfo" di Domenico Di Meglio

Nicola Pantalone

Musicista e voce recitante del progetto
“La nostra Isola”
Antologie Poetiche a cura di

0 Marzo 2011 - Pagina culturale "Il Golfo" di Domenico Di Meglio

Bruno Mancini e di

Roberta Panizza

Ischia è sempre stata un riferimento per Nicola Pantalone, più volte, per ragioni di lavoro o impegni riguardanti la sua attività artistica, si è allontanato dall’isola, anche per lunghi periodi, ma è sempre rientrato, sia pure brevemente, nel luogo in cui ha trascorso i primi due decenni della sua esistenza.

Ora da tanti anni vi risiede stabilmente, e basta ascoltarlo per comprendere cosa abbia rappresentato per lui Ischia.

Si respira nelle sue parole l’orgoglio d’essere Ischitano..
Nicola, amando l’Arte in tutte le sue manifestazioni, ha aderito con entusiasmo al progetto culturale “La nostra isola” fin dal momento iniziale della sua fondazione decidendo di partecipare attivamente alle iniziative promosse dai pionieri, in particolare Bruno Mancini e Roberta Panizza, e così, nel corso di numerose manifestazioni ha letto alcuni testi poetici degli autori facenti parte delle Antologie, ritrovandosi in perfetta sintonia con il gruppo,

Un modo per rapportarsi con il mondo della poesia in maniera semplice e spontanea; chi ama la musica comprende il ritmo intrinseco delle parole, l’impatto fonetico che richiama in qualche modo un pentagramma di suoni, naturalmente.

Noi siamo orgogliosi di averlo tra noi,

e siamo certi che la costante fattiva collaborazione potrà solo arricchire il prospetto culturale e la programmazione di ogni futuro progetto.

Nicola Pantalone

La musica è stata la discreta e fedele compagna di tutta la mia esistenza, una musa intrigante, che mi ha coinvolto col suo idillio fin dall’adolescenza. Io credo sia stata lei a trovarmi, una passione quando è così forte, riesce ad avere ragione anche delle montagne che si presentano sotto le sembianze d’incertezze, timori. Così sono riuscito ad andare oltre il muro delle riserve e a mettere al rogo ogni paura che mi rendeva esitante e insicuro nelle mie scelte, prendendo semplicemente atto delle mie inclinazioni.

Così esordisce Nicola Pantalone, musicista ischitano che si è lasciato travolgere dalla musica seguendo la sua inclinazione anche nei momenti meno favorevoli della vita. Le prime note risalgono all’epoca in cui aveva solo 16 anni; con alcuni amici fondò un gruppo ad Ischia nel quale svolse il ruolo di batterista.

0 Marzo 2011 - Pagina culturale "Il Golfo" di Domenico Di MeglioNicola Pantalone, alla batteria, suona per Mina con il suo complesso “I diavoli”
Lo strumento era congeniale al suo desiderio di abbattere la cortina d’introversione e riservatezza; il suo essere schivo lo induceva infatti a blindare le porte di un animo piuttosto chiuso.
Seguire il richiamo della musica era stato come aprire la porta di quel sé riottoso, e consegnare la chiave.

Il passaggio fu forse conflittuale, ma la passione, come un benevolo Caronte, riuscì a condurlo nell’altra sponda, esorcizzando lentamente gli angoli oscuri di una personalità ancora in via di formazione.

Si trattava delle prime esperienze, ed egli sostiene d’essersi avvalso del supporto del pubblico che ascoltava con interesse le esibizioni del gruppo, musicisti imberbi come lui. In definitiva egli ritiene che questo primo tracciato sia stato simile ad un solco che ha delineato le fondamenta di tutta la sua attività artistica.

Nicola Pantalone al centro tra Bruno Mancini (alla sua destra), il chitarrista Enrico Roja (alla sua sinistra) e Franco Esposito accovacciato

“Non puoi essere musicista senza il supporto delle persone che ti stanno intorno – sostiene Nicola – neppure ai massimi livelli.”

In seguito, ancora giovanissimo, fu ingaggiato da un gruppo musicale di Procida, in qualità di chitarrista, e fu un ulteriore passo avanti in termini di esperienza, continuò in gruppo fino al ’68. Poi proseguì da solo, esibendosi in tavernette, proponendo le più famose canzoni napoletane dell’epoca, come ‘O surdato innamorato e altre in voga in quegli anni.

Finché prese atto che tra il pubblico c’erano tanti turisti tedeschi, i quali privilegiavano lo Swing americano, e pertanto Sinatra entrò nel suo repertorio in maniera naturale, si trattò solo d’interpretare i gusti e le richieste del pubblico che ogni sera si assiepava davanti a lui.

Dopo alcuni anni si trasferì a Milano, durante il giorno lavorava per una casa editrice, mentre la sera suonava la chitarra in qualche locale della città.

Nicola racconta che una sera si trovava a Bergamo e doveva rientrare a Milano per un appuntamento in Piazza Fontana, arrivò in ritardo… e fu solo un misterioso atto di grazia del destino, il quale, per ragioni che non ci competono, agisce sempre a nostra insaputa e decide il corso degli eventi.

Grazie a quel ritardo si salvò dalla strage, avvenuta proprio in quelle ore, ossia quando Nicola avrebbe dovuto essere presente.

Ogni parola in queste circostanze diventa inopportuna, retorica direi.

A Milano s’impegnò in un progetto che non andò a buon fine, l’intento era quello di formare una società di marketing, che avrebbe dovuto vendere articoli per corrispondenza, ma il periodo non fu particolarmente favorevole per iniziative economiche di quel genere.

Decise pertanto di rientrare ad Ischia. Nell’isola firmò un impegno con l’hotel Excelsior, per suonare durante l’estate.

Arrivò in quei mesi anche il risultato di un colloquio svoltosi mesi prima a Milano, per un lavoro di tipo amministrativo. Fu così informato di essere stato assunto in qualità di direttore amministrativo de “Il piccolo teatro di Milano”.

Nicola Pantalone e Pippo Baudo

Declinò l’incarico.

“E il bello è che non mi sono mai pentito” – aggiunge Nicola.

Aveva già firmato un impegno con l’Excelsior ed egli si considera per natura uomo leale, così continuò a suonare nell’isola senza tanti patemi d’animo.

Frattanto nel ’71 si sposò, e l’anno seguente nacque il primo figlio.

La sua attività di musicista lo portò proprio nel corso di quei mesi a Monaco di Baviera; suonava la chitarra in un locale dalle nove di sera fino alle tre del mattino, senza microfono o altri supporti tecnici. Era tuttavia ben retribuito e si muoveva in taxi per ogni esigenza, cominciando intanto ad apprendere i primi rudimenti della lingua tedesca.

La sera andava ad ascoltarlo un signore distinto e attento alla musica che suonava. Un giorno gli chiese di fargli visita, non sospettava chi fosse e quale attività svolgesse. Si chiamava Bert Grund, ed era direttore nell’orchestra classica della Radio Nazionale Bavarese..

Nicola rimase interdetto, certo sorpreso. Lo condusse nella cabina di regia, mentre si svolgevano delle registrazioni.

A questo punto pensò che il tedesco lo stesse mettendo in qualche modo a disagio e gli chiese: “Senti.. perché mi hai condotto qui?”

E quegli rispose con aria irreprensibile: “Vedi… questi musicisti non sbaglierebbero una nota, e sono sinergicamente perfetti, io vengo ad ascoltarti per sentire il colore della tua musica…”

Da restare senza uno spicciolo in tasca!

Con una semplice sinestesia gli aveva lasciato intendere che la sua chitarra produceva suoni solari, che poi hanno sempre affascinato i tedeschi.

Propose a Nicola la registrazione di qualche pezzo musicale, ed egli pensò alle commedie dei De Filippo, a quella musica tutta partenopea.

Stava entrando a far parte di un contesto artistico serio e importante, volle dunque condividere quel momento con la moglie.

Dopo la telefonata si ritrovò in una frontiera, sul limite di una scelta che condizionò gli sviluppi di un incontro forse decisivo per la sua carriera artistica.

La moglie lo obbligò a scegliere: la famiglia o la musica.

“Quelle due” si guardavano “in cagnesco”, una era di troppo all’altra.

E così Nicola scelse la famiglia, aveva un figlio di soli 7 mesi e sentì in quel momento tutta la responsabilità di un bambino da crescere.
Tornò ancora ad Ischia, malgrado i rimpianti.

Poco dopo partecipò ad un concorso a Milano, di tipo amministrativo, e lo vinse.

Fu destinato a Como, città nella quale risiedette con la famiglia per circa 15 anni. Non gratificato dall’attività burocratica dell’ufficio, continuava imperterrito a suonare in qualche locale, per dimenticare lo squallore delle giornate “costrette” in una stanza grigia, senza prospettive.

Si sentiva in un limbo, talora in catene, era insomma un sistema di vita che non apparteneva alla sua indole libera e agli orientamenti che intendeva dare al futuro. Il maestro di musica incontrato a Monaco lo rintracciò e gli propose di suonare in qualche locale della Svizzera, e così cominciò a suonare a Lugano e dintorni, cercando di conciliare impegni musicali e famiglia, con orari quasi impossibili da gestire, ma la musica chiamava, ed egli le aveva giurato tacita fedeltà anche nell’impossibile.

Suonò in quegli anni ad Amburgo, Losanna, Montreux, Zurigo.

I figli erano cresciuti, ne aveva due ormai, e studiavano con risultati brillanti, rendendo orgoglioso Nicola e incentivando il suo desiderio di offrire loro il meglio.

Un giorno – racconta – venne mio figlio dalla Bocconi a trovarmi in Svizzera, vide la suite dell’albergo in cui mi trovavo e ne fu alquanto colpito. “Mi chiedo come fai poi a tornare alla normalità, papà, con la semplicità che conosciamo…” Nicola non ha dimenticato, e oggi che i figli dopo i loro studi si sono realizzati nel lavoro (uno è diventato fotografo di successo, sempre in giro per il mondo, e l’altro dirigente d’azienda), ne sorride.

Dopo la sua frenetica attività musicale in tante città Europee, risolse di rientrare ancora una volta, definitivamente, ad Ischia con la famiglia. Decisivo fu un incidente che poteva avere conseguenze tragiche, ma rimase incolume, e tuttavia con una coscienza più razionale.

La sua vita era stata al limite delle risorse fisiche e psicologiche, la passione per la musica bruciava ogni istanza della ragione, del buon senso, ma lasciava il suo entusiasmo immune, incombusto.
Sono questi i momenti in cui si rischia di perdere le redini di se stessi.

D – Nicola, cosa ha rappresentato la musica nel corso della tua esistenza, prova a dirlo in una frase.
R – La musica è stata la luce della mia esistenza.

D – Se dovessi esprimere un parere su chi ha meglio interpretato te stesso.. la vita o la musica… cosa risponderesti?
R – La musica è stata la colonna sonora della mia vita, se dovessi fare un resoconto, direi che il disavanzo è stato sempre positivo; ogni esistenza ha la sua partita doppia, io in fin dei conti ho un animo inesorabilmente romantico, per non perdere nessuno dei valori ai quali ho sempre tenuto, ho cercato di ‘raggirare’ il destino tenendo il piede in più staffe, preservando la famiglia e non rinunciando mai alla musica. Oggi il bilancio è sempre attivo, e dietro le spalle ho una strada con pochi sassi, ossia rimpianti, che tormentano la mia memoria.

Virginia Murru

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03 Marzo 2011 – il multiforme viaggio poetico che Bruno Mancini propone

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03 Marzo 2011 – il multiforme viaggio poetico che Bruno Mancini propone

03 Marzo 2011

03 Marzo 2011 - il multiforme viaggio poetico che Bruno Mancini propone

“Rendimi pari desideri e sbagli
è alle acque il sogno!”

Così comincia il multiforme viaggio poetico che Bruno Mancini propone, e subito il lettore affezionato di poesia è invogliato a mettersi comodo sulla poltrona, pronto a lasciarsi trasportare a lungo dalla lettura, intuendo di essere di fronte ad un autore che utilizza in modo magistrale ed esemplare questo stile di scrittura.

Nel leggere i versi “ad ampio spettro” di questo poeta, il lettore si trova ad attraversare le più diverse sensazioni emozionali: a tratti stupito rapimento per il modo in cui il freddo tecnicismo delle figure retoriche, fluendo da questa penna, sia capace di trasformarsi in palpabile emozione, oppure una certa qual perplessità derivante dall’esplicita asprezza di alcune espressioni le quali però, nell’immediatezza del messaggio così consegnato al lettore, riescono a racchiudere una forza e una potenza non consuete in poesia, oppure ancora simpatia, quasi tenerezza, per l’immagine del giovane poeta che traspare da certiversi in alcuni momenti accorati ed enfatici, certamente ancora limpidi.

Queste molteplici voci del nostro poeta, succedendosi pagina dopo pagina, avvolgono e coinvolgono il lettore, ma la gradevole complessità del personaggio di cui, con questi testi, tentiamo di penetrare la poetica, non si esaurisce in questo, dato che molteplici sono anche gli scenari umani che egli impersona per poter meglio indagare e quindi meglio proporre la sua visione del mondo o contrasti interiori che spesso assalgono l’animo umano e non si tratta, il più delle volte di dialoghi solo a due, ma in alcuni casi del vero concerto dei vari livelli dell’Io che stratificano la personalità non solo del nostro autore.

Ecco quindi che la sua poesia si popola,

in determinati momenti della sua produzione poetica, di personaggi che dialogano tra loro, antagoniste voci interiori che sondano fin nel profondo i contrasti insiti nell’anima che quasi certamente non esiste per essere “capita”.
A proposito delle sue poesie, Mancini infatti scrive:

“Scrivo poesie.
Se un tizio mi dirà che le ha capite
Io sorridendo penserò -È folle-.”

Sensazioni, emozioni, flash intermittenti sulla vita interiore di un poeta: di questo si “accontenti” chi legge Bruno Mancini così, come dovrebbe accadere per la lettura di un qualunque altro poeta nel quale ci troviamo ad imbatterci.

Lasciamoci trasportare: seguire il percorso forse tortuoso, certo ineguale, dei versi del nostro autore, ci fa entrare in contatto e vivere in prima persona i caleidoscopici accadimenti interiori di un’anima, una visione che solo la vera poesia può offrirci.

Roberta Panizza

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