Festival del Giornalismo Culturale

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FESTIVAL DEL GIORNALISMO CULTURALE 5° EDIZIONE

Al via la 5° edizione del FESTIVAL DEL GIORNALISMO CULTURALE che si terrà nelle Marche tra Urbino, Pesaro e Fano dal 12 al 15 ottobre 2017. Un appuntamento importante con la cultura legata alle istituzioni, ai musei che grazie ai nuovi mezzi di comunicazione sta avendo una diffusione sempre più ampia. Organizzato dall’Università di Urbino Carlo Bo-DISCUI e dall’Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino in collaborazione, fra gli altri, con l’Associazione Civita, e diretto da Lella Mazzoli e Giorgio Zanchini, il Festival di quest’anno – dal titolo “Patrimonio culturale. Una Storia, 1000 modi per raccontarla” è dedicato alle modalità e ai linguaggi utilizzati da musei ed istituzioni culturali italiane per comunicare con il pubblico, anche attraverso l’uso delle nuove tecnologie, oltre che alle prospettive future del giornalismo culturale ed alla comunicazione del patrimonio. Durante le giornate dedicate al festival diretto da Lella Mazzoli e Giorgio Zanchini si farà il punto su come l’uso delle nuove tecnologie e della rete abbiano reso più accessibili musei e in generale i diversi campi di azione della cultura e allo stesso tempo come stia cambiando il modo di fare giornalismo  anche quando si parla di patrimonio artistico culturale italiano. Ci si soffermerà sui diversi modi in cui il giornalismo posa trasmettere concetti, valori e informazione a partire dalle potenzialità offerte dal web. Diversi saranno i momenti di incontro, confronto e dibattito su varie tematiche cui interverranno nomi di spicco del giornalismo, della storia e della critica d’arte italiani tra cui. Giulio Anselmi presidente di Agenzia ANSA, lo storico dell’arte Antonio Pinelli, Piero Dorfles (Giornalista e critico letterario), Michele Mezza (Giornalista e saggista), il giornalista Marco Ferrazzoli dell’ufficio stampa CNR, Massimiliano Tonelli Direttore di Artribune. e Cristina Battocletti dell’inserto culturale Domenica de Il Sole 24 Ore. E ancora il giornalista Gian Paolo Manzella, il critico cinematografico Steve della Casa, e il Direttore di Radio 3 Rai Marino Sinibaldi. Accanto alle modalità che più utilizzano gli italiani per essere informati e ai limiti e opportunità dei Musei per comunicare,  saranno affrontate le buone pratiche di informazione culturale on- line e  offline, i cambiamenti tra vecchio e nuovo giornalismo e poi l’aspetto inerente il danni provocati dai terremoti al patrimonio culturale e di contro la forza creatrice dell’inventività per recuperare quanto possibile e ricostruire. E poi l’arte attraverso la sua divulgazione tramite la stampa, la radio, la televisione e il cinema. E ancora incontri e dibattiti sulle nuove frontiere del giornalismo culturale e sulla comunicazione del patrimonio e i Concorsi del Festival tra cui quello della sezione praticanti delle scuole di giornalismo in Italia che vedrà protagonista una giuria speciale presieduta da Walter Veltroni e quelli riservati ai giornalisti under 35 e agli studenti delle scuole di secondo grado della Regione Marche premiati da una giuria composta rispettivamente da Piero Dorfles e da Paolo Iabichino. Alla conferenza stampa di presentazione della quinta edizione del Festival del Giornalismo Culturale che si terrà il 14 settembre 2017 alle ore 12 a Roma nella sede dell’Associazione Civita (piazza Venezia 11) interverranno Francesco Palumbo, Direttore Generale Turismo MiBACT, Nicola Maccanico, Vice Presidente Vicario Associcolaiazione Civita, Matteo Ricci, Sindaco Comune di Pesaro, Massimo Seri, Sindaco Comune di Fano e i Direttori del Festival Lella Mazzoli e Giorgio Zanchini.

Silvana Lazzarino

 

FESTIVAL DEL GIORNALISMO CULTURALE

5 EDIZIONE

Conferenza stampa giovedì 14 settembre ore 12.00

presso la sede Associazione Civita

Piazza Venezia 11. Roma

Contatti: Segreteria organizzativa FGC

Giulia Raimondi tel. 3398369665; e-mail segreteria.fgc@gmail.com www.festivalgiornalismoculturale.it

 

Ufficio Stampa Associazione Civita

Rachele Mannocchi tel. 06 692050307   e-mail mannocchi@civita.it – www.civita

 

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Borgate negli scatti di Pasquale Liguori

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 BORGATE. LO SGUARDO DI PASQUALE LIGUORI NELLE PERIFERIE DI ROMA A COGLIERE L’AUTENTICITA’ DELLA VITA

Sebbene la borgata sia stata considerata una realtà legata ad un distretto periferico della città di Roma, oggi è parte integrante del tessuto urbano. Ad interessarsi alle borgate quali luoghi dove si respira autenticità, semplicità, contrasti e integrazione è Pasquale “Pas” Liguori, originario di Napoli, ma da molti anni residente a Roma dove vive e lavora come consulente aziendale con la passione per la fotografia. Ad affascinarlo sono state in particolare le periferie indagate attraverso la macchina fotografica sia sotto il profilo urbanistico, sia da un lato antropologico e sociale. Alla sua arte è dedicata un’interessante mostra a Roma aperta dal 15 settembre 2017 presso la Casa della Memoria e della Storia, che ripercorre gli scatti da lui realizzati come fossero parte di un reportage fotografico ripresi alle prime luci dell’alba nelle periferie di Roma. Promossa da Roma Capitale- Assessorato alla Crescita culturale – Dipartimento Attività Culturali in collaborazione con Zètema Progetto Cultura, l’esposizione “BORGATE mostra di Pasquale Liguori a cura di Daniele Zedda, mette a nudo in particolare quelle aree cittadine dove in periodo fascista furono istituite 12 borgate: Acilia, Gordiani, Pietralata, Primavalle, Prenestino, Quarticciolo, San Basilio, Tiburtino III, Tor Marancia, Trullo, Tufello, Val Melaina. Si tratta di distretti un tempo distanti e periferici, oggi integrati con il tessuto cittadino della Capitale. Affiora da queste immagini la presenza di una Roma autentica, affatto appariscente ripresa in particolare alle prime luci dell’alba di ogni domenica mattina a cogliere la parte più viva della città.

borgate negli scatti di Pasquale Liguori in mostra a Roma

Nel muovere i primi passi di questo viaggio”, afferma Liguori, “mi sono ispirato a un espediente linguistico condotto sul sostantivo Borgate. Immaginandolo composto col suffisso anglosassone -gate, l’ho allontanato dall’accezione comunemente scandalistica (come in Watergate, Sexygate etc.), per avvicinarlo al significato tradotto in porta, varco, meglio ancora in uscita fotografica nella parte più viva della città”. Le 12 borgate raccontano un silenzio apparente, quello coincidente col collettivo ristoro nelle prime ore del mattino del giorno festivo, dopo la routine dei giorni precedenti. In quei momenti, gli edifici raccolgono la massima presenza di vite mentre piazze e strade sono praticamente deserte.

Un progetto che guarda all’esplorazione di volumi, spazi e strutture con fattori confondenti ridotti; e alla registrazione simultanea di un’umanità non visibile, ma assoluta protagonista dei luoghi. Una testimonianza quella di Liguori  che, lungi dal riprendere spettacolari alterazioni post-produttive, si è soffermata sulla percezione del luogo e del rapporto tra territorio-uomo, misurandone linee, angoli e contrasti nei loro limiti e nelle loro possibilità di sviluppo sociale. Lontano da un’impostazione voyeuristica e retorica sullo stato di problematiche che non intende nascondere, Liguori resta fedele alla storia, alle trasformazioni delle borgate, e ai valori.  Le fotografie di BORGATE inducono alla riflessione e all’iniziativa consapevole in aree complesse dove tradurre in pratica i vantaggi possibili dell’integrazione di istanze e culture differenti, contrastando impersonali derive urbanistiche e incitando a una vita degna e migliore.

Il lavoro svolto di recente da Liguori entro i contesti abitativi di Roma, Napoli e Berlino si è focalizzato sullo studio dei luoghi e degli assetti territoriali dove la presenza umana viene raccontata attraverso le sue tracce eloquenti, in un approccio originale a metà tra reportage e ricerca sullo spazio urbano. Ad accompagnare la mostra è un ricco programma di appuntamenti sul tema delle borgate, sotto il profilo storico, urbanistico, sociologico e culturale che si svolgerà dal 5 ottobre al 6 dicembre 2017 nella sede della Casa della Memoria e della Storia. Diversi gli incontri tra cui citiamo (nell’ambito della giornata introduttiva del 5 ottobre) “Borgate “ufficiali” a Roma: origini, cronologie, tipologie e modelli abitativi” con l’intervento di Luciano Villani, Università degli Studi dell’Aquila, Centre d’histoire sociale du XXe siècle (Universitè Paris 1 Panthéon Sorbonne), “Roma tra fascismo e dopoguerra: la progressiva “zonizzazione” della città capitale con l’intervento di Lidia Piccioni, docente di Storia Contemporanea, Dipartimento di Storia Culture Religioni, Sapienza Università di Roma e “Studi su borgate e periferie romane. Ferrarotti e collaboratori “cui interverrà Maria Immacolata Macioti, docente di Sociologia, Sapienza Università di Roma. Il tema della “Lotta per la casa” sarà affrontato il 18 ottobre durante la giornata seminariale dove saranno proiettati: il docufilm “Sotto un cielo di piombo. Il movimento di lotta per la casa a Roma 1962-1985” di Massimo Sestili (2017, 65’) introdotto da Massimo Sestili e Nina Quarenghi e il documentario  “Good-buy Roma” di Margherita Pisano e Gaetano Crivaro (2011, 50′) introdotto da Margherita Pisano e Gaetano Crivaro.. Pasquale Liguori è autore di saggi riguardanti la riqualificazione delle periferie e la fotografia urbana e sociale.

Silvana Lazzarino

 

BORGATE

mostra di Pasquale Liguori

a cura di di Daniele Zedda

CASA DELLA MEMORIA E DELLA STORIA

Via San Francesco di Sales, 5 060608

Orario; Lunedì – venerdì ore 9.30-20.00

15 settembre – 31 ottobre 2017

Inaugurazione 14 Settembre 2017, ore 18:00

ALL’INAUGURAZIONE Intervengono: Pasquale “Pas” LIGUORI, fotografo

Carlo CELLAMARE, docente di Urbanistica Università “La Sapienza”

Maurizio GAROFALO, art director e photo editor

Lidia PICCIONI, docente di Storia Contemporanea Università “La Sapienza”

con la partecipazione di Tano D’AMICO, giornalista e fotoreporter

Modera Guglielmo PEPE, giornalista, già direttore di National Geographic

Per informazioni: www.comune.roma.it, 06.6876543

Ingresso Libero

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Papa Francesco udienza: ammessi Paola Occhi DILA e La Nazionale Cantanti Lirici

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Papa Francesco udienza: ammessi Paola Occhi DILA e La Nazionale Cantanti Lirici

Papa Francesco udienza

A firma del Prefetto Georg Gänwein abbiamo ricevuto, via Fax, la seguente comunicazione:

“… In riscontro alla Sua stimata lettera del 12 marzo c.a., ben volentieri mi premuro accogliere la richiesta di partecipazione all’Udienza Generale del Santo Padre di mercoledì 24 maggio p.v. (in Vaticano, ore 10.00), a favore di una distinta Delegazione della Nazionale Cantanti Lirici, guidata dalla Presidente la Sig.ra Paola Occhi, assicurandoLe che il gruppo medesimo verrà menzionato nell’ambito dell’Udienza…”.

Sono stati circa 80 i Delegati della nostra Associazione culturaleDa Ischia L’Arte – DILA

che hanno partecipato all’incontro con il Papa Francesco, secondo un cerimoniale che non ha mancato di mettere in luce la costanza e la serietà dei nostri progetti artistici e sociali ricevendo, anche per essi, la benedizione del Santo Padre.

Papa Francesco udienza

Paola Occhi, Presidente della Sede operativa di Mirandola dell’Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA, nonché Presidente della Nazionale Cantanti Lirici, il 24 Maggio 2017 è stata ricevuto in udienza da Papa Francesco guidando una delegazione di circa 80 membri delle due associazioni.

Il Dispari 2017-04-10

Il Dispari 2017-04-10

Editoriale

DILA e La Nazionale Cantanti Lirici

ammessa all’udienza di Papa Francesco.

A firma del Prefetto Georg Gänwein abbiamo ricevuto, via Fax, la seguente comunicazione:

“… In riscontro alla Sua stimata lettera del 12 marzo c.a., ben volentieri mi premuro accogliere la richiesta di partecipazione all’Udienza Generale del Santo Padre di mercoledì 24 maggio p.v. (in Vaticano, ore 10.00), a favore di una distinta Delegazione della Cantanti Lirici, guidata dalla Presidente la Sig.ra Paola Occhi, assicurandoLe che il gruppo medesimo verrà menzionato nell’ambito dell’Udienza…”.

Saranno circa 80 i Delegati della nostra Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” che parteciperanno all’incontro con il Papa, secondo un cerimoniale che non mancherà di mettere in luce la costanza e la serietà dei nostri progetti artistici e sociali ricevendo, anche per essi, la benedizione del Santo Padre.

Ulteriori particolari, e la composizione della Delegazione ve li forniremo nelle prossime puntate di questa rubrica.

Bruno Mancini

DILA

Pianeta Azzurro: “Alba Gonzales and Firends” tra musica e poesia

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PIANETA AZZURRO  IL PREMIO  “I PROTAGONISTI” XVI Edizione CON ALBA GONZALES

Tra poesia e mito, verità e bellezza lungo le emozioni del tempo dove il ricordo riaffiora in tutta la sua purezza e forza, conduce l’arte di ALBA GONZALES scultrice di fama internazionale, tra le più apprezzate, che a Fregene, cittadina di mare vicino Roma, entro i suggestivi spazi del suo PIANETA AZZURRO Centro Internazionale di Scultura Contemporanea il 13 settembre 2017 darà spazio alla mostra “L’EMOZIONE SI FA MATERIA. ALBA GONZALES and FRIENDS unitamente alla XVI Edizione del “PREMIO IL PIANETA AZZURRO. I PROTAGONISTI 2017”.

Sarà la musica con il suo linguaggio universale, unitamente alla poesia a fare da cornice alla serata dove protagoniste sono le straordinarie sculture monumentali di Alba Gonzales che in questa sede, unica nel suo genere, saranno affiancate da altre opere intense e raffinate di scultori di spicco internazionale quali: Sergio Capellini, Giorgio Conta, Livio Conta, Sabrina Ferrari, Leonardo Lucchi e Davide Raddi. Attraverso le sue sculture dove si intrecciano dramma, passione ed ironia, ALBA GONZALES, ha esplorato l’orizzonte umano entrando nella storia tra mito arcaico e modernità, amore e bellezza, dando risalto alla figura femminile che nelle valenze antropomorfe acquista nuova vita con rimandi alla storia e al mito, alle passioni e ai misteri presenti nel cammino dell’uomo.

Premio Pianeta Azzurro e mostra al Museo di Alba Gonzales

Le sue sculture in marmo e bronzo, eleganti e piene di vita, raccontano dell’uomo e dell’infinito, dell’angoscia e della serenità, della bellezza e del mistero racchiuso nel sottile filo della vita. Figure di donne alate, con i corpi che diventano un tutt’uno con la natura, con riferimenti alla mitologia e alle allegorie, e ancora volti che si svelano poco a poco, o che si sdoppiano, risvegliano i luoghi più segreti dell’inconscio ponendo interrogativi sull’esistenza e sul rapporto tra gli spazi del mondo perduto e sognato e quelli delle emozioni. Al centro della ricerca di Alba Gonzales è l’individuo uomo terreno e spirituale, avvolto dall’enigma del suo essere perché il suo nascere e morire resta un mistero, il mistero della vita. Così accanto al motivo della figurazione antropomorfica indagata nella categoria di sculture “Uomini e Totem” dove privilegia il rapporto tra mito arcaico e modernità, è il fascino della mitologia classica e della cultura del mediterraneo con “Amori e Miti”; e ancora il lato istintivo e il mistero che aleggia nell’essere umano nel suo divenire “altro” reso da rappresentazioni quasi fantastiche in cui si affacciano elementi erotico e onirici propri della serie “Sfingi e Chimere”.

Premio Pianeta Azzurro
scultura Sensualità Potere di Alba goonzales

L’immagine della donna nella sua bellezza e purezza, forza e coraggio, appartiene al percorso della Gonzales dalle Sfingi alle Centaure, figure cariche di ironia in cui si cela una vena drammatica a scandire come il viaggio dell’uomo sia aspro e costellato di misteri e mete da raggiungere. Il dramma legato alla sfera della donna è presente ad esempio in “L’uomo nero”, ma ancor più in “Le avevo in pugno”. L’ironia affiora poi in “Cin Cin” dove da una coppa sgorga una figura femminile e in “Le nuove Grazie” dove si avverte il mutamento della figura femminile nel contemplare come il corpo possa trasformarsi per essere altro da se’; per non dimenticare “Io me ne vado” dove con l’eleganza propria di una donna dell’alta società, la figura femminile è rappresentata nell’atto di salutare sottolineato dal passo leggero e dal posare il cappellino sulla testa.

Pianeta Azzurro
La Giustizia di Alba Gonzales

 

A cogliere l’emozione della materia accanto ad Alba Gonzales sono i suoi colleghi scultori: Sergio Capellini, Giorgio e Livio Conta, Sabrina Ferrari, Leonardo Lucchi, Davide Raddi che si muovono con disinvoltura entro un linguaggio figurativo, semplice ed essenziale, ma intenso e avvolgente per energia e forza espressiva nel lavorare bronzo e marmo. Si tratta di due generazioni di scultori capaci di coinvolgere il visitatore proiettandolo entro storie reali e immaginate dove ritrovare ciascuno un proprio pensiero o una parte di sé. Riguardo la figurazione legata alle rappresentazioni di questi eccellenti artisti Stefania Severi, storica, critica d’arte e curatrice di importanti esposizioni,  così sottolinea nell’introduzione al Catalogo “…si parla di una figurazione assolutamente contemporanea, che tiene conto degli esiti dell’astrazione e, pertanto, non è mai legata né al naturalismo né al realismo in senso stretto. Per tutti questi artisti la figura è un valore perché in grado di provocare emozioni, grazie all’inevitabile rispecchiamento che si produce nell’animo di chi guarda”.

Se Sergio Capellini di origini bolognesi restituisce il senso del movimento nelle sue sculture qui esposte di dichiarato richiamo liberty e Decò: “Barbara sullo sgabello” (1982-4) e “E io non morirò” (1977), Giorgio Conta, giovane artista attivo in Trentino, ma conosciuto a livello internazionale,  raggiunge un perfetto equilibrio di forme nel gruppo statuario “Walking Together” (2016), mentre. Livio Conta, grande ritrattista fa riferimento alla nuova umanità bionica con “Metamorfosi” (2000) e al bisogno di evasione con l’altra opera “Libertà”. Armonia ed equilibrio emergono in modo particolare nei movimenti delle figure realizzate da Sabrina Ferrari con “In a hurry”. Di grande effetto i bronzi di Leonardo Lucchi orafo e scultore: “Martina dopo il bagno” e “l’Altalena” dove spicca il senso della gravità e dell’equilibrio restituito alle due figure femminili nonostante le loro posizioni quasi impossibili. A chiudere il percorso espositivo è Davide Raddi specializzato nella lavorazione della ceramica e nel marmo con le opere ’Invidia” e “Avarizia” rispettivamente in marmo rosso e nero a rappresentare i vizi capitali.

A guidare lo sguardo del pubblico entro questo spazio dove l’arte trionfa sono la poesia e la musica  con un programma di letture poetiche con l’attrice Barbara Amodio, e la partecipazione di concertisti di fama internazionale quali Kasja Chojnacka (pianoforte) e Carmelo Iorio (sassofonista jazz) e della soprano Silvia Pietrantonio.

Silvia Pietrantonio Soprano e compositrice

La XVI edizione del Premio PIANETA AZZURRO in linea con la tradizione delle passate edizioni vedrà assegnati gli splendidi bronzi del Premio “Pianeta Azzurro- I Protagonisti” a personalità di rilievo nel panorama nazionale e internazionale nell’ambito della cultura e dello spettacolo, dell’arte, del cinema del teatro,  del giornalismo e della letteratura. Dieci i premiati che saliranno sul palco del Teatro dello Spazio Open del Centro – Museo. introdotti da Marta Iacopini, Accanto a Luca Barbareschi, Elena Bonelli, Luca Bracali, e Cristian Contini, affermato critico e gallerista a livello internazionale, saranno premiati la pittrice Grazia Cucco, il filosofo e sociologo Derrick de Kerckhove, e il fotografo di teatro  Tommaso Le Pera. E ancora, Gabriele Simongini storico dell’arte, saggista  e critico d’arte, Andrea Sarubbi giornalista politico e Cinzia Tani, scrittrice e giornalista TV.

Seguirà poi un programma dove protagoniste saranno musica e poesia dove alle letture poetiche dedicate alla luna interpretate dall’attrice Barbara Amodio, si alterneranno classica e lirica con nomi di fama internazionale come i concertisti Kasja Chojnacka e Carmelo Iorio rispettivamente pianista e sassofonista jazz e la soprano Silvia Pietrantonio. Insieme a Carmelo Iorio la pianista Kasja Chojnacka eseguirà con arrangiamenti: “Preludio n.1 Do Maggiore” e  “Suite N° 3 in Re Maggiore secondo movimento”  di J.S. Bach, mentre al pianoforte interpreterà, individualmente, musiche di Chopin (“Notturno in do diesis minore”, “Fantasie Impromptu in Do diesis minore, op. 48 N. 1”) e di L. Van Beethoven (Adagio dalla Sonata per pianoforte n. 14, opera 27 n. 2 “Quasi una fantasia”, meglio nota come “Sonata al Chiar di Luna”). Alla soprano e compositrice Silvia Pietrantonio dalla voce vellutata e intensa, accompagnata dalla pianista Kasja Chojnacka, saranno affidati brani quali: “Casta Diva dalla Norma di Vincenzo Bellini, “Io son l’umile ancella” dalla Adriana Lecovreur di Francesco Cilea attraverso cui si potrà ammirare la sua padronanza tecnica e virtuosismo vocale.

Silvana Lazzarino

 

L’EMOZIONE SI FA MATERIA. “ALBA GONZALES and FRIENDS

CERIMONIA PREMIO “PIANETA AZZURRO- I PROTAGONISTI” XVI edizione

Testo critico al catalogo a cura di Stefania Severi

Centro Internazionale di Scultura Contemporanea PIANETA AZZURRO

Lungomare di Ponente 66/A FREGENE (RM)

Mercoledì’ 13 settembre 2017 dalle ore 18:00

Spazio Open- Teatro del Museo ore 19.00

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Mao Jianhua espone a Roma Complesso del Vittoriano

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MAO JIANHUA. EMOZIONI NEL TEMPO PRESENTE E DELLA MEMORIA CON I SUOI CAPOLAVORI AL VITTORIANO

 Per riconciliarsi con una realtà dove il tempo sembra non arrestarsi e dove non sempre è facile riconoscersi, l’individuo ha bisogno di guardare ai desideri più remoti ai bisogni più semplici e soffermarsi ad osservare e ascoltare la natura che con i suoi paesaggi regala ad ogni occasione emozioni nuove e dimenticate. Non sempre è facile soffermarsi a pensare a quanto di profondo ci sia nei gesti più semplici come nel lasciarsi cullare con gli occhi e la mente dalla bellezza di un tramonto o di monti silenziosi che estendendosi all’rizzonite ispirano nostalgia e protezione. Troppo spesso la realtà di oggi dai ritmi frenetici distrae l’uomo da quegli attimi e momenti di sospensione in cui ritrovare se stesso. A riportare l’uomo verso i punti di riconciliazione con ciò che da sempre gli appartiene come il ricordo delle proprie origini e gli

Mao Jianhua in mostra al Complesso del Vittoriano di Roma

aspetti più autentici della propria natura primordiale guardando alla bellezza del paesaggio nella sua semplicità e purezza, è la mostra dedicata a MAO JIANHUA artista giapponese di fama internazionale (nato a Changshu, Jiangsu nel 1955) aperta a Roma al Complesso del Vittoriano – Ala Brasini dal 13 al 26 settembre 2017. Patrocinata dalla Regione Lazio e da Roma Capitale, l’esposizione “THE TIMELESS DANCE Beyond the mountains sotto l’egida dell’Istituto per la Storia del Risorgimento, mette in luce i valori portati avanti, nella sua ricerca, dall’artista volto a rivedere il cammino dell’esistenza tra memora di sé del proprio passato e presa di consapevolezza attraverso il tempo dell’ascolto dell’universo intorno- specie quello del paesaggio- che mette in relazione con aspetti più autentici ancorati al mondo dell’infanzia, allontanando quanto vi è di artificiale in questa realtà.

Mao Jianhua che firma le sue opere con gli pseudonimi “Jizushanren” (uomo di Jizu, la montagna dove Mao si reca regolarmente per la meditazione) o “Zhuoweng” (che descrive un uomo che segue la propria natura primordiale e spazza via ogni pretenziosità e decori) prima di dedicarsi all’arte con incisioni e dipinti partendo da una riflessione sui fondamenti culturali e spirituali legati a certa tradizione cinese, è stato un imprenditore impegnato a livello internazionale. Affascinato dal Buddismo e dal Taoismo si è accostato alla meditazione interessandosi all’arte calligrafica cinese e alla pittura a partire dalle montagne Giallo, Daming e Jizu, posti privilegiati dove dare spazio alla contemplazione La mostra, che

sarà presentata alla stampa il 12 settembre 2017 alle ore 11.00, vedrà l’artista, affiancato dalla curatrice Martina Mazzotta, parlare delle proprie opere presenti in questo percorso organizzato in sette tappe che suona come un viaggio tra ricordo e immaginazione, riflessione e poesia. Realizzate con pennello e ad inchiostro su carta di cotone fatta a mano esse si riferiscono alle emozioni vissute dall’artista nell’accostarsi alla natura, per contemplarla e ascoltarla e ascoltarsi. E in questo entrare nei suoni, profumi, armonie diffuse della natura e del paesaggio l’artista è come avvolto da un abbraccio che fa muovere il suo corpo, i suoi occhi compreso il respiro.

Jianhua in mostra al Complesso del Vittoriano

Lo studio del paesaggio viene affrontato in modo sempre nuovo da Mao Jianhua che nel suo percorso formativo ha guardato ai famosi pittori della dinastia Qing a Wang Yuanqi e poi alla dinastia Yuan, e a quella di Ju Ran e Dong Yuan, per arrivare al famoso artista moderno Huang Binhong di cui ha colto l’originalità nella lavorazione dell’inchiostro sulla carta.  Dai paesaggi di Mao Jianhua, come emersi da un sogno in cui ritrovare quel senso di libertà e autenticità, ma anche di stupore e meraviglia, affiora la storia della sua terra, le sue armonie riferite a scenari che conducono lontano eppure vicino a toccare le proprie sensazioni ancora non del tutto sopite. Le rappresentazioni di Mao Jianhua danno vita ad una meravigliosa “cosmogonia” di rimandi, di evasioni visive e mentali. Nei tratti segnici del bianco e nero vi è l’idea del superamento degli opposti come anche di vita e morte visti come una sorta di conseguenza l’una dell’altra perché tutto è come sospeso in attesa che l’uomo recuperi il suo legame autentico con la natura.L’ organizzazione e il coordinamento generale della mostra sono a cura di Roberta Cardinali.

Silvana Lazzarino

 

MAO JIANHUA

THE TIMELESS DANCE

Beyond the mountains

A cura di Martina Mazzotta

Complesso del Vittoriano – Ala Brasini

Orari: dal lunedì al giovedì 9.30 – 19.30; venerdì e sabato 9.30 – 22.00; domenica 9.30 – 20.30.

Via San Pietro in Carcere – ROMA

Ingresso libero

DAL 13 AL 26 SETTEMBRE 2017

Anteprima e inaugurazione martedì 12 settembre 2017

Info:www.ilvittoriano.com

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