Il Dispari 2017-05-29 – Redazione culturale

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Il Dispari 2017-05-22

Il Dispari 2017-05-29 – Redazione culturale

Editoriale

Mercoledì prossimo, 31 Maggio, sarà l’ultimo giorno utile per effettuare l’iscrizione al Bookcity 2017.

Ricordiamo che si tratta di una delle più importanti manifestazioni culturali italiane, sia per la serietà e competenza organizzativa e sia per il numero di eventi in essa proposti.

Infatti, BOOKCITY MILANO è un’iniziativa voluta dal Comune di Milano e dall’Associazione BookCity Milano (Fondazione Corriere della Sera, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Fondazione Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri), a cui si è affiancata l’AIE (Associazione Italiana Editori), in collaborazione con l’AIB (Associazione Italiana Biblioteche) e l’ALI (Associazione Librai Italiani), e vanta numeri davvero consistenti se si tiene conto che nella passata edizione ha proposto oltre 1.000 eventi, più di 1.700 ospiti, risultando premiata dalla straordinaria partecipazione di un pubblico ancora in crescita, più di 160.000 persone, che ha seguito con interesse ed entusiasmo gli eventi e gli incontri in 260 sedi (in tutti i quartieri di Milano e della Città Metropolitana) con più di 200 case editrici coinvolte, oltre 250 scuole, 1300 classi, 165 progetti didattici riservati allevati scuole e 99 incontri alle Università.

L’Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA, unica voce dell’isola d’Ischia presente sia nell’edizione 2015 e sia in quella del 2016, ha riproposto la sua candidatura anche quest’anno.

Ancora pochi giorni e poi sapremo se il progetto presentato quest’anno avrà ricevuto l’auspicato Ok da parte della Commissione addetta alla selezione delle iniziative da inserire nel programma ufficiale della manifestazione.

Bruno Mancini

Corrado Solari: “Ad Ischia il fascino di mondi diversi”

E’ uno dei volti più particolari e interessanti del cinema italiano. Corrado Solari è nato a Rimini, ma vive da molti anni a Roma.

Nella sua lunga carriera da attore, iniziata nella prima metà degli anni Settanta, ha sempre interpretato ruoli impegnativi ed è riuscito a farsi apprezzare dal pubblico e dalla critica per la sua unicità espressiva. Recentemente ha lavorato nel film “Questione di Karma” diretto da Edoardo Falcone, insieme a Elio Germano e Fabio De Luigi.

Tra i film più noti che lo hanno visto protagonista ricordiamo: “Giù la testa” diretto da Sergio Leone, “Ma che colpa abbiamo noi”, “L’amore è eterno finché dura” regia di Carlo Verdone, “L’uomo delle stelle” regia di Giuseppe Tornatore.

Nel Cinema è stato diretto anche da: Pietro Germi, Elio Petri, Damiano Damiani, Steno, Carlo Carunchio, Marco Bellocchio, Umberto Lenzi, Stelvio Massi, Sergio Castellitto, Michele Placido, e tanti altri. Dal cinema al teatro fino alla televisione, abbiamo l’opportunità di intervistarlo per scoprire alcune curiosità professionali, oltre al suo legame con Ischia, isola tutta da vivere.

Corrado Solari, come ricorda il suo esordio da attore?

Nacqui a Rimini. Dopo vicissitudini da giramondo per mari e sogni, i più azzardati, anche ‘impossibili’, sentii di sbarcare ad una Scuola dell’attore a Trieste, città che artisticamente bolle sotto.

Avevo 18 anni. Dopo il triennio con promettenti soddisfazioni mi avviai nell’unica direzione possibile per un giovanissimo attore: Roma. Era il 1969. E lì le cose, i fatti, i personaggi, le vicende politiche, in quel periodo tutto era esasperato, saturo, spregiudicato, possibile, innamorabile.
Ci accampammo a piazza Sonnino a Roma in casa di un regista, autore e impresario che ci ospitò in cambio della nostra partecipazione ai suoi testi. E fondammo il Teatro la Paglia in via della Paglia a Santa Maria in Trastevere…ora sparito; anche se spesso vado a recuperare qualche memoria, ma non c’è proprio più. Facemmo diversi testi con discreto successo. I posti disponibili erano sempre esauriti in quegli anni era il momento dei teatri dì avanguardia: Ricci, Carmelo Bene, Teatro Camion, Beat 72, La Fede.
Ecco, esiliai con vigoroso andare verso il teatro‘La Fede, in uno di quei suggestivi magazzini a Porta Portese, compagnia di Manuela Kustermann e Giancarlo Nanni. E fu cosa bella e grandiosa. Eravamo in nove. Un pensiero intenso lo dedico a Fiammetta Baralla, Giancarlo Nanni che ci lasciarono pochi anni fa e a Meme’ Perlini che ci ha lasciato il 4 aprile 2017
”.

Un suo pensiero per Ischia?

Ischia mi è molto cara.
Spettacolo che dice di sé e non si schermisce a sapersi bella, la più bella.

65 mila anime che gioiscono d’abitarla e di accoglierne altrettanti in estate. Preziosa creatura degli dèi greci, Pithecausa appoggiata sul mar cobalto che ne culla le bellezze e le vanità discrete, ma prorompenti.
E poi romana dove Enea stesso vi fece scalo sulla rotta di Lavinio, Ostia, Roma.
Ischia vanta al visitatore il fascino e la personalità di mondi diversi, sovrapposti e misteriosi.  Avvolge il suo essere sibillino e confonde il piacere all’interesse, il passeggiare o il pensare. Ischia si referenzia da sola: è sponsor di se stessa, nei giardini della Mortella fra un concerto e un sospeso musicale dove il canto sorge a dir che non basta mai.
Vorrei scrivere ancora di te Ischia, che lo scriver di te m’ innamora e vorrei, se donna di non lasciarti agli occhi altrui, se non per legger di te, temendo che altri di te s’innamora
”.

Michela Zanarella

MONICA FIORENTINO

HO CONOSCIUTO UN ANGELO CHE SI CHIAMA GODOT

Monica Fiorentino è una poetessa, dolcissima, che tocca il cuore del lettore in maniera semplice e diretta con versi poetici simili a raggi di sole e proposti con grande sintesi di pensieri e di immagini.
Bellissimo il suo blog “Lettera Ventunowww.haikusparsi.wordpress.com nel quale si possono leggere i suoi haiku in “Haiku Sparsi – Versi in giro per la rete”.
Libro profondo che raggiunge l’anima del lettore ed invita ad amare liberalmente, senza l’attesa di un ritorno.
Ho scelto alcuni versi che meritano la meditazione del lettore.

Vento,
a far l’amore
dentro me.
Noi due
soli, in piedi ci baciamo oltre
il muro della notte

Amami-
E silenti spogli l’anima mia

Angela Maria Tiberi

Il Dispari 2017-05-29 - Redazione culturale

le ambiguità nascoste dietro la maschera

RACCONTATE DALL’ARTE DI KOKOCINSKIIn mostra a Napoli

Nell’arte di Alessandro Kokocinski la maschera quale punto di separazione tra la finzione e la verità, quale mezzo per nascondere le emozioni, diventa strumento di indagine con cui toccare aspetti forti dell’esistenza con protagonista l’uomo, sempre più orientato a non mostrarsi col suo vero volto e troppo spesso etichettato e leso nella propria identità.

A questo artista che utilizza diversi linguaggi dell’arte tra pittura, scultura, installazione, fotografia e ancora video e performance, è dedicata un’interessante esposizione in corso a Napoli presso il Museo Archeologico Nazionale aperta fino al 5 giugno 2017.

Promossa ed organizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, la mostra “Kokocinski. La Vita e la Maschera: da Pulcinella al Clown”, attraverso un corpus di oltre 70 opere comprendenti dipinti, sculture, disegni, bassorilievi, installazioni, filmati, versi poetici e libri d’artista, esplora il motivo della maschera, la cui iconografia si lega da sempre alla storia e all’arte tra mito, finzione e realtà per parlare dell’uomo, del suo essere sospeso tra verità e finzione e della sua perdita d’identità celata dietro una falsa rappresentazione di sé che spesso anche la società gli affibbia.

In quasi tutti i lavori di Kokocinski è presente la cartapesta, medium dell’effimero, con cui fa emergere la precarietà dell’essere nel constatare come la linea di separazione, tra pubblico e palcoscenico, tenda a scomparire fino a far coincidere l’aspetto legato all’atto del recitare a quanto è nell’agire legato alla realtà.

In questo avvicinamento tra l’apparire della recitazione e l’essere della vita, in questo loro finire per coincidere creando una sorta di reciproco scambio tra marionetta e uomo e uomo e marionetta, si smarrisce l’identità, imprigionata chissà dove.

Distribuito lungo sei aree – L’Arena; Pulcinella; Petruška; Sogno; Il Clown; Maschera Interiore-   il percorso espositivo punta su tre grandi installazioni: “Olocausto del Clown tragico”, “Non l’ho fatto apposta”,”Sguardo al futuro nascente”, centrate sul rapporto tra finzione e realtà, dando forma a nuove configurazioni a partire anche da opere precedenti.

Come sostiene il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, che  promuove e sostiene l’evento  “La mostra del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, oltre a rappresentare il punto più alto della produzione artistica di Kokocinski, può considerarsi anche una sintesi del suo percorso esistenziale.”

Al centro del discorso di Kokocinski è la malinconia del vivere con le sue ambiguità, le sue incertezze, catalizzata entro un’ottica ironica.

Gioiosità e malinconia si intrecciano nelle sue rappresentazioni in cui lo spettatore è invitato a guardare dentro se stesso a partire da questa giostra ironica propria del circo, dove il grottesco sostiene e stempera il dramma che affiora nella presa di coscienza di essere parte di una realtà alienante.

Vita, maschera e sogno si susseguono in un ritmo dove la stessa vita perde il senso e lo riacquista sotto altra luce per recuperare quell’individualità che coincide con il restituire identità al proprio essere.

Silvana Lazzarino

Il Dispari 2017-05-22 – Redazione culturale

Il Dispari 2017-05-22 - Redazione culturale

Editoriale

4 donne x nuovi progetti Made in Ischia

Giovanna Sorbelli è la Presidente dell’Associazione “Eudonna”.
Mariapia Ciaghi è la titolare della casa editrice “Il Sextante”.
Roberta Panizza è la Direttrice Artistica dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.
Silvana Lazzarino è la Direttrice Editoriale nominata dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” per la realizzazione dei progetti concordati con l’Editore “Il Sextante”.

Tra Mariapia Ciaghi, titolare della casa editrice “Il Sextante” che, fra l’altro, pubblica la rivista trimestrale Eudonna sponsorizzata dall’Associazione Eudonna di Giovanna Sorbelli, e Bruno Mancini presidente dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” è stato concordato quanto segue:
1) assegnare a DILA la direzione redazionale di una rubrica all’interno del Magazine “Eudonna”, edito trimestralmente da Il Sextante di Mariapia Ciaghi con la sponsorizzazione dell’Associazione “Eudonna” di Giovanna Sorbelli
2) assegnare a DILA la direzione redazionale di una collana poetica all’interno del catalogo della Casa Editrice “Il Sextante” di Mariapia Ciaghi.

Se si pensa che la rivista “Eudonna”,

orientata nel dare lustro e risalto alle attività femminili, così come essa è impegnata nel porre in evidenza le difficoltà di genere che ancora segnano un solco tra i due sessi, viene attualmente stampata in oltre 10.000 copie (con un programma di sviluppo che tenderà a commercializzarne almeno 40.000 entro il 2018), e se si valuta nella palese positività il fatto che essa è distribuita prevalentemente attraverso Imprese, Gallerie d’Arte, Associazioni (Associazione italiana donne medico, Associazione donne fotografe, Associazione donne del vino, ecc. non solo italiane, ma anche spagnole, russe e di diverse altre nazioni) che a loro volta la distribuiscono nelle loro varie sedi e nei loro congressi o eventi (come avverrà, per esempio, durante il congresso AIDIA -Associazione italiana donne ingegneri e architetto- che si terrà a Torino nei prossimi giorni), e se, infine, si tiene conto che l’Isola d’Ischia offre un panorama di eccellenze femminili operanti sia nel sociale, sia nella cultura e sia nell’imprenditoria (Rosa Iacono, Katia Massaro, Maria Funiciello, Anna Fermo, Lucia Annicelli, Ida Trofa sono solo i primi nomi che mi vengono in mente), allora resta facile tirare le somme e scoprire che l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte –DILA” è venuta in possesso di uno strumento mediatico di enorme prestigio e di grande divulgazione utile (anche, ma non solo) a valorizzare storia, cultura, arte, imprenditorialità e, perché no, onesta amministrazione dei bene pubblici, attribuiti alle specifiche sensibilità femminili delle donne ischitane.

Roberta Panizza, Direttrice Artistica

nonché Vicepresidente dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, ne è a capo della Redazione, Silvana Lazzarino è la Direttrice Editoriale nominata dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” per la realizzazione dei progetti concordati con l’Editore “Il Sextante”.

Analogo discorso,

seppure più specifico e limitato all’arte poetica, vale per quanto stabilito al punto due.

In questo caso la principale considerazione che mi sento di esprimere come biglietto di presentazione della nascente collana poetica “Da Ischia, poesia al femminile” è che per la pubblicazione dei testi non si terrà conto dei, molto spesso, voluminosi curriculum artistici degli Autori, dove premi, menzioni, attestati, onorificenze di vario titolo sovente sono frutti coltivati dalle ambizioni e dall’assidua partecipazione a premi e concorsi piuttosto che riconoscimenti reali della qualità poetica dei testi.

La nostra collana avrà come solo elemento di selezione la portata emozionale delle poesie che ci verranno proposte.

Poesia è, come tutte le arti, emozione ed è questa sua natura che verrà privilegiata.
Roberta Panizza e Silvana Lazzarino, operanti anche qui nelle loro identiche funzioni già chiarite per la redazione della rubrica di Il Sextante, con un prossimo articolo, chiariranno come intendono procedere per la realizzazione dei due accordi.

A me, questa volta più di sempre, resta il piacere di poter affermare che la nostra DILA ha compiuto un altro passo importante utile affinché “L’Arte in generale e la Poesia in particolare riconquistino il palco di primo piano che compete loro nell’attuale società italiana”.

Grazie Giovanna Sorbelli, grazie Mariapia Ciaghi, grazie Roberta Panizza, grazie Silvana Lazzarino.

Buon lavoro.

Bruno Mancini
Presidente dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”

Il Dispari 2017-05-22

Il Dispari 2017-05-22


Alvils Cedriņš

Vincitore del premio internazionale di musica “Otto milioni” 2017 intervistato da Liga Sarah Lapinska

La nostra gentile supporter, Professoressa Baiba Rivža, ospita Alvils Cedriņš e me in una confortevole sala dell’Università di Agricoltura in Jelgava.
Sala ampia con splendidi fiori sul tavolo, e un grande lettore di CD in ombra.
Cominciamo il nostro colloquio con Alvils, ascoltando il suo canto riprodotto dal lettore CD.
Il suo timbro è di baritono con passaggi perfetti e, nello stesso tempo, espressivi.
Conosco Alvils dal tempo in cui lavoravo presso la scuola musicale in Jelgava, mentre lui studiava da batterista.
Un nostro ricordo comune è stata la musica della pianista Džūna Kalnina: la canzone di Solveig “Inno alla sincerità”.
Nato il 23 Marzo 1975, Alvis sembra più giovane dei suoi anni grazie al suo sorriso entusiasmante, è, elegante, alto, dai tipici tratti europei (lui dice: un po’ simili a quelli italiani).

LIGA SARAH: Ciao, Alvils! La mia prima domanda e tipica e quasi obbligatoria: quando eri bambino, cosa volevi diventare? In quale ambiente sei cresciuto?

ALVILS: Le mie memorie dell’infanzia sono strettamente legate con tante discipline artistiche. Mio nonno, Vilis Cedriņs, era un ben conosciuto e famoso poeta lettone, mia madre cantava le arie opere classiche nei teatri.
Adesso pare strano, ma non sognavo di diventare un musicista.
Aspiravo a diventare attore, regista e scenografo.
Ho sempre amato i film antichi italiani, francesi e russi, spesso quelli in bianco e nero come, per esempio, “La prova d’orchestra” di Federico Fellini.
Il teatro, da bambino, lo amavo non meno.
Quando, ormai adolescente, sono diventato batterista e mi divertivo a suonare in orchestre e nelle band, mia madre e una dalle mie sorelle, Inga, mi hanno, si può dire, spinto a studiare canto classico, appezzando la mia voce potente.
Nei primi tempi, frequentavo le lezioni di canto classico per forza, ma poi, gradualmente, ho iniziato ad abituarmi a cantare a piene voce, prendendo consapevolezza di sviluppi sempre più perfetti.

LIGA SARAH: Nella tua passione per il canto, quali sono stati i momenti più commoventi?

ALVILS: I complimenti più commoventi li ho ricevuti dalle monache dopo un concerto di musica sacra che ho cantato, insieme con il mio primo amore, in un monastero. Loro mi hanno sussurrato “Hai la voce di Dio”.

LIGA SARAH: Quale sala da concerto preferisci? Dove vai in scena più volentieri?’

ALVILS: Le mie sale di concerto più amate sono quella nel Museo d’Arte Ģederts Eliass, in Jelgava, quella della scuola musicale di Jelgava, l’aula dell’Università d’Agricoltura, anche questa in Jelgava. In breve, se si trovano all’interno di monumenti di architettura più o meno antichi, dove posso cantare senza microfono, con una buona acustica.
Mi piace il pubblico di St. Pietroburgo. Perché l’intelligenza russa fa sì che la gente sia e capace di orientarsi con gusto in quasi tutti i campi, dall’arte alla scienza.
Non meno mi piace il pubblico di Chicago, dove mia sorella Inga ha organizzato un mio concerto da solista, nel 2006, accompagnato dalla violinista Katharina, alla presenza di ospiti selezionati..

LIGA SARAH: Come prepari te stesso, come ti allievi per i concerti e per la vita?

ALVILS: In qualche modo sono l’insegnante di me stesso. Vado sul palcoscenico abbastanza sicuro, ma poi, ascoltando le mie registrazioni, ricomincio ad analizzarle e trovo sempre stim oli per sviluppare quel modo di cantare. Quasi ogni giorni canto almeno quattro arie di alta difficoltà con passaggi complicati, non quelle più preferite. Suono ancora la batteria. Ho grande stima per il famoso batterista Carl Palmer, che suona un progressive rock and hard rock. Pratico il nuoto per essere elegante sul palcoscenico.

LIGA SARAH: Quali personaggi rispetti di più? Sia nella musica e sia al di fuori di essa?

ALVILS: Dei classici rispetto Puccini, Vivaldi, Mozart, Verdi, Wagner, Rachmaninoff, Borodin. Con il mio timbro di baritono sono un cantante mozartiano, e certo, posso eseguire Verdi. Come personalità stimo molto Mikhail Baryshnikov, Tito Gobbi, Mario Lanza, Muslim Magomajev.

LIGA SARAH: I tuoi paesi preferiti, se ne hai?’

ALVILS: Dapprima voglio dire che non ho mai vissuto in Italia, ma ho tanto desiderio di vederla. Di vedere Ischia. Ho viaggiato tanto, mi piace l’Europa e non solo. Molto volentieri canto in italiano, ma anche in russo, inglese, o lettone, e un po’ anche in francese.

LIGA SARAH: Mentre l’ex ministro della cultura lettone, Raimonds Pauls, quando era al suo posto, ha chiuso la casa dell’operetta e anche adesso fa tutto il possibile per fregare i talenti veri e per far avanzare i suoi protetti, con tanto piacere abbiamo ricevuto la notizia che la Giuria, costituita in Italia, del Premio internazionale di musica “Otto milioni 2017′ ti ha dato il massimo (1000 punti) per L’Inno di Giuseppe Verdi.

ALVILS, sorridente: In ogni caso, quanto prima, proverò a farne una registrazione di più alta qualità.

LIGA SARAH: Ringraziamo Alvils dalla voce radiosa e magica.
La voce di Dio, come hanno detto le monache lituane. Voce shamanica, io dico.
Una voce che ci stupisce per la sorprendente leggerezza con la quale passa dai toni altri a quelli più bassi. Voce straordinariamente ampia e forte, sempre pregna di emozioni, sempre più ricca di sentimenti. Alvils è un grande professionista.
Ringraziamo anche il nostro fotografo Emīls Kiziks, un ragazzo simpatico e generoso.
Liga Sarah Lapinska

Il Dispari 2017-05-15 – Redazione culturale

Editoriale.

Dedicando questa intera pagina alla mostra che da qualche giorno è stata allestita nel Museo Etnografico del Mare (Palazzo dell’Orologio – Ischia Ponte) grazie alla preziosa disponibilità della pittrice Patrizia Canola, è forte il desiderio di ringraziare, insieme a lei, anche Silvana Lazzarino per averla ideata, fortemente voluta ed infine, dopo diversi incontri con la pittrice, finalmente realizzata.

Nell’articolo che segue, Silvana Lazzarino vi illustrerà alcune caratteristiche fondamentali dell’arte pittorica e della storia artistica di Patrizia Canola, con l’intento di stimolare la vostra curiosità nel verificare, di persona, quanto sia professionalmente imponente il bagaglio di tecnica artistica, e quanto profondo sia il pathos emotivo derivante dalla visione delle opere che l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” è riuscita ad ottenere da Patrizia Canola.

Alcune opere sono tuttora inedite!

La poesia che vi presentiamo ,“Riposo d’inverno”, è stata ispirata alla Lazzarino dall’opera omonima della pittrice Patrizia Canola ed è stata affiancata al dipinto durante la sua esposizione avvenuta nella mostra “Nel Respiro di Gaia, la Madre Terra” a Gualdo Tadino (PG) presso la Galleria spazio Store San Benedetto (18-25 Settembre 2016).
La poesia ha ricevuto il Diploma e Targa al Premio “IL POETA DELL’ANNO” della OTMA 2 Edizioni, la cui cerimonia di premiazione si è svolta a Milano lo scorso 15 Gennaio 2017.

Bruno Mancini

PATRIZIA CANOLA AD ISCHIA AL MUSEO ETNOGRAFICO DEL MARE CON LA MOSTRA “NEGLI ORIZZONTI DELLA VITA TRA LUCE E COLORE”

Nel dare forma e vita ai ritmi infiniti della natura con i suoi volti sempre diversi di stagione in stagione, la luce nei suoi molteplici riflessi unitamente al colore, irrompe con equilibrio e armonia nei dipinti lirici e avvolgenti di Patrizia Canola, artista di fama internazionale capace come poche di rappresentare le emozioni della vita tra materia e spirito, desideri e attese.
Pittrice affermata e di successo, Patrizia Canola ha all’attivo numerose mostre in Italia e all’estero.

Tra le più recenti quella a Gualdo Tadino (Pg) “Nel Respiro di Gaia la Madre Terra” Settembre 2016, a Venezia “Art Walk” a Palazzo Zenobio (Febbraio-Marzo 2017) e l’Esposizione “Triennale di Roma” (26/03-22/04 2017) alla Fondazione Crocetti.
La natura protagonista delle sue opere, tra silenziosi paesaggi invernali con neve e ghiacciai, distese di campi di grano e fiori dalla tinte accese, ruscelli, maestosi faggi e ancora cieli a perdita d’occhio di cui colpiscono i notturni dai riflessi argentati simili ad arabeschi, apre ad una sorta di compenetrazione visivo-emotiva riportando in superficie desideri lontani, sogni in cui sperare.

Nata a Milano,

ma attiva in Brianza, sito privilegiato dove da forma e vita ad opere avvolgenti che raccontano dei suoni e dei bisbiglii, dei respiri e silenzi della natura, Patrizia Canola, nei suoi dipinti crea scenari dal forte impatto emotivo dove si intrecciano linee e forme avvolgenti che, cadenzate dal ritmo di una luce filtrata, guidano lo sguardo verso sentieri visti e sognati a recuperare sensazioni, lontane eppure vicine, che il tempo non cancella.

Così, Patrizia Canola, artista raffinata e sensibile, rivela le emozioni della vita che riaffiorano anche dopo tempo posando lo sguardo negli spazi tra terra e cielo dove la linea di confine sembra svanire a suggerire una possibile interazione tra l’orizzonte fisico e metafisico.
Gli scenari sono quelli di un paesaggio filtrato nei suoi diversi volti e manifestazioni dalla forza rivelatrice della luce.

Luce che forma e fonde il colore a svelare i dettagli di questa natura solare e rasserenante che rimanda all’eterno ciclo dell’esistenza nel passare delle stagioni.
La luce da lei catturata, sia diurna sia crepuscolare, avvolge ogni singolo particolare del paesaggio o veduta: ecco che un bosco, un campo di grano, un torrente d’acqua cristallina e poi le mimose, le peonie e l’uva bianca, si riempiono di questa essenza che traspare in ogni loro dettaglio creando il senso del movimento.

La luce liberandosi nel cielo

sembra irrompere e palpitare fra i rami e le cime degli alberi come in Luci d’Autunno (2015), mentre fermandosi su spazi ghiacciati trasforma gli stessi in specchi per cieli quasi marmorei e custodi di verità come in Incanto d’inverno (2015).
Verità sul senso della vita inafferrabile, ma percepibile attraverso colori intensi e vivaci, delicati e avvolgenti nel loro restituire profumi ed energia ad alberi, fiori, fili d’erba, ninfeeche raccontano della continuità, del passare dalla nascita alla morte, per poi rinascere.

È la rinascita del respiro cosmico che abbraccia il finito e l’infinito tra la terra e il cielo parlando all’uomo del mistero della vita.
Accanto alla pittura di paesaggio dove lo studio della luce come si è visto è fondamentale e dove la stessa definisce ogni dettaglio, Patrizia Canola si è dedicata al ritratto, allo studio dei cavalli (in particolare affascinata dal loro movimento), ai singoli alberi e alle nature morte dove campeggiano fiori e frutta.

Ma il suo stile,

da qualche tempo, parallelamente si è indirizzato verso un pensiero metafisico dove le figure non sono più definite e dove prevalgono colori molto chiari, tendenti al bianco, per raccontare il suo modo di sentire la vita filtrata attraverso una grande sensibilità dove al centro è il destino dell’uomo, con le domande sul senso della vita.

Quindi prevalgono tematiche legate al sentimento della libertà, al futuro il cui delinearsi dipende dall’uomo: futuro che può apparire incerto e indefinito, ma necessita di una scelta.
Aspetti che Patrizia Canola, con grande eleganza e poesia, riesce a definire sulla tela regalando emozioni senza tempo perché avvolgono la vita dell’uomo fatta di scelte e speranze.
In questa scia si possono leggere dipinti come: “Va pensiero”, “Futuro” e “Incontri”.

Per la prima volta i più bei dipinti di questa straordinaria artista arrivano ad Ischia per restarvi in una suggestiva esposizione a lei dedicata negli spazi del Museo Etnografico del Mare.
Bruno Mancini, Presidente della DILA ha conosciuto Patrizia Canola in occasione dell’evento del Bookcity dello scorso Novembre 2016 a Milano dove la DILA è stata protagonista con un ricco programma di appuntamenti tra musica, presentazione dell’Antologia e “Otto milioni” e letture di testi e poesie.

La mostra “PATIRIZIA CANOLA. NEGLI ORIZZONTI DELLA VITA TRA LUCE E COLORE”,

organizzata da Bruno Mancini e curata da Silvana Lazzarino, sarà in esposizione dal 15 Maggio al 15 Settembre 2017 al Museo Etnografico del Mare di Ischia.
In permanenza si possono ammirare sette dipinti dell’artista dove a trionfare è la natura con luci e colori e in particolare il motivo dell’acqua delle coste marine della Sardegna e delle Marche rispettivamente con “Colori di Sardegna” ed “Estate marchigiana” dove lo sguardo si lascia catturare da avvolgenti riflessi di colori che uniscono cielo e mare; elemento dell’acqua che culla e accarezza le bianche “Ninfee” leggere come ballerine.

Intense poi le atmosfere lungo l’Adda del dipinto “I colori del fiume Adda” dove campeggiano i gialli, il verde accompagnati da tonalità blu dell’acqua dove l’ambiente circostante si riflette, come anche di ampio respiro è “Campo di lavanda” con il viola della lavanda in primo piano che risalta sull’azzurro e le increspature scure del cielo, e poi le colorate “Melagrane”.
Distante da tonalità così vivici e intense è l’atmosfera ovattata come da sogno che si respira nel dipinto “Inverno” dove cromie grigio, tendenti all’azzurro sembrano rarefatte come attutite ad indicare un momento di riflessione e sospensione del pensiero, necessario all’uomo per ritrovare se stesso guardando dentro di sé a partire dalla natura che si riposa.

Sette dipinti intensi di cui tre inediti grandi (“Estate marchigiana”, “Ninfee” e “I colori del fiume Adda”), tutti emozionanti dove viene privilegiato il tema dell’acqua e naturalmente dei colori che si richiamano all’isola verde come è denominata la splendida Ischia.
il tema dell’acqua come ritmo delle emozioni e della vita che scorre è la linfa della Terra e della natura cui dona energia e fertilità.

Acqua cristallina

come quella delle coste della Sardegna, acqua dai contrasti luminosi verdi e blu come quella dell’Adda, e ancora acqua trasparente dove si specchiano le ninfee espandendo i propri tenuti colori.
Ogni angolo della natura che si rispecchi in “scenari d’acqua” unitamente ai riflessi della luce crea rifrazioni di infinite armonie di colori dove riscoprire le emozioni che arricchiscono pensieri tra attese e speranze.
Nel suo lavoro Patrizia Canola rivolge il suo studio e la sua ricerca al colore e alla luce fondamentali per la sua arte.
Queste le sue parole: “I colori sono la musica e il direttore d’orchestra è la luce”.

Silvana Lazzarino

INFO: emmegiischia@gmail.com
Tel. 3914830355 tutti i giorni dalle 14 alle 24

Il Dispari 2017-05-08 – Redazione culturale

Editoriale

La notizia della settimana è che sette magnifiche ed importanti opere della pittrice Patrizia Canola, tre delle quali mai prima esposte, sono in viaggio verso Ischia dove l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” intende inizialmente presentarle nel Museo Etnografico del Mare (Palazzo dell’Orologio di Ischia ponte).
Patrizia Canola è una pittrice d’indiscussa fama internazionale che è stata convita, dalla nostra opinionista Silvana Lazzarino, non solo ad esporre le sue opere qui da noi, ma anche a verificare gli speciali benefici prodotti dalle cure termali isolane.
Patrizia Canola ha quindi in programma, per il prossimo mese di Settembre, una vacanza ischitana di conoscenza artistica del nostro territorio abbinata alle cure termali.

Ricordandovi che lo scorso 20 Marzo abbiamo pubblicato su questa pagina tre poesie finaliste della sesta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni”, oggi ne pubblichiamo altre tre seguendo sempre la numerazione dei codici che le contraddistinguono.
È importante precisare che tutti i componimenti scritti da Autori stranieri sono stati tradotti in italiano da Liga Sarah Lapinska la quale, Socia Fondatrice DILA, oltre ad essere un’eccellente pittrice, poetessa e fotografa è anche traduttrice della lingua lettone in italiano, in inglese e in russo.
La ringraziamo del grande lavoro svolto per agevolare i Poeti stranieri ad accedere al nostro Premio.
In questa pagina trovare anche il coupon valido per esprimere le vostre preferenze su tutte le opere poetiche, grafiche, musicali e giornalistiche finaliste dell’attuale edizione di “Otto milioni”.

Cod. 04
Jānis Lapinskis
Per l’uomo

Puoi splendere come il sole
ed essere colorato come l’arcobaleno,
duro come un diamante d’India.
Puoi muoverti come un atomo,
essere paziente… proprio l’oceano.

Essere superiore e buffone e nulla.
Tutti i prati esauriti.
le crepe sono larghe
e rammendati i fori.
La cima crescerà di un’altra cima,
invece la radice diventerà la terra.
Non valgono nulla le tue ambizioni!

Chi crescerà?-Chiedi tu.
Devi fracassare quello che c’è
per diventare arcobaleno.
Essere del sole nel cielo.
Taglia la trama. Strappa il foro.
L’albero cresce meglio sulla radura.
Chi vuole respirare, deve uccidere.
Chi vuole mangiare, deve uccidere.
Chi non è assassino, diventa vittima.
Diventa rovina colui che non crea rovina.
Non tema il vuoto. Il vuoto non esiste.

Cod. 05
Giovanni Arbonelli
Spacciatore di droga

Maledetto quel giorno che lo incontrai.
Mi fece capire che poteva farmi bene…
e io gli ho creduto.

Mi fece credere di poter trovare un’altra felicità per liberarmi da questo mondo infame per trovarne uno migliore…
e io gli ho creduto.

Mi ha portato alla tomba servendosi di me, così innocente…
e fino alla morte gli ho creduto.

Cod. 06
Modris Andzàns
L’arco limitato

Quanto poco ci curiamo
di chi ci sta vicino.
Non vogliono incontrarlo… e basta,
Anche se le nostre case sono distanti il tratto di un sentiero,
i nostri interessi li scagliano fuori da noi stessi.
Più importante è l’itinerario,
e via di corsa per andare via.

Per andare via verso la vita, e spingerci avanti,
come se niente potesse toccarci.
L’importante è raggiungere un posto concreto.
Ma il ponte può crollare e si finisce la corsa.

Il mondo mercantile domina intorno di noi,
ed sembra un bene se ci dividiamo dai nostri vicini.
Comunque, chi si trova là, oltre uno sguardo
per noi è “l’altro” visto solo come peccato.

Vedo che pure io sono stato bacato da questa epidemia.
Abito in una cuccia, ancora senza la catena,
e non credo che splenderà
diventando fratello dell’uomo a me più vicino.

Michelangelo Angrisani

Medaglia d’argento del Presidente della Repubblica, sarà presto protagonista dei progetti culturali Made in Ischia

Grande maestro di varie discipline artistiche, la cui magnificenza è stata onorata in molte nazioni con mostre internazionali; Presidente dell’Accademia Internazionale “Arte e Cultura” (con delegazioni in Romania, Spagna, Croazia, Israele, Brasile, Belgio).
Michelangelo Angrisani con il suo annuario rende gloria a diversi artisti nazionali e stranieri.
la qualità artistica di Angrisani è stata più volte premiata dalle più alte Autorità dello Stato italiano.

Medaglia d’argento del Presidente della Repubblica.
Medaglia d’argento del Presidente della Camera dei Deputati.
Medaglia di bronzo del Presidente del Senato della Repubblica.

Nel 2007 nelle Città di Macin e Tulcea (Romania) ha ricevuto dalle autorità locali il diploma d’Onore per i rapporti interculturali sviluppati tra l’Accademia Arte e Cultura e la Romania.
Nel 2013 è stato ospite e membro di giuria alla premiazione del concorso di pittura e scultura dedicato all’artista cortonese “G. Severino” (Città di Cortona, Arezzo), e qui ha ricevuto il premio alla carriera, la Tabula Cortonensis.
Angrisani nell’anno 2007 è stato l’unico artista in tutta la provincia di Salerno ad essere selezionato dalla Commissione Internazionale e ammesso a partecipare alla VI Edizione della Biennale Internazionale dell’Arte Contemporanea “Città di Firenze”.
Angrisani è un innovatore della bellezza artistica e creatore di nuove tecniche pittoriche.
Colore nel legno, dove il colore si sposa in armonia con la natura.
Colore nel marmo, dove il colore accalda il freddo del marmo.
L’olio sul cartoncino, per dipingere il sogno, la mente, l’irreale.
L’olio su carta feltra, per trasformare materiale da rifiuto in opere d’Arte.
Hanno scritto di lui critici d’arte italiani e stranieri, quotidiani locali, nazionali ed esteri.
Tante le citazioni su riviste artistiche e cataloghi nazionali e internazionali.
Attualmente, le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private, di musei italiani ed esteri.
Michelangelo Angrisani sarà presto protagonista dei progetti culturali Made in Ischia organizzati dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” per conto della quale presiedo la sede operativa della Provincia di Latina.

Angela Maria Tiberi
Presidente delegata Regione Lazio per l’Accademia Internazionale “Arte e Cultura di Michelangelo Angrisani”; Ambasciatrice dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” per Sermoneta e Provincia di Latina.

Il Dispari 2017-05-01

Il Dispari 2017-05-01

Editoriale

L’editoriale di questa settimana lo dedico a… me, quale regalo per il mio compleanno avvenuto ieri.

Per festeggiare con voi tale ricorrenza, ho deciso di proporvi “Sembri”, ossia la poesia che preferisco tra quelle che ho dedicato a Rosalba (mia moglie) e, in anteprima assoluta, due mie poesie “La Macchia” e “Feticiste eternità” tuttora inedite che andranno a far parte dell’antologia Penne Note Matite in preparazione presso l’EditoreIl Sextantedi Mariapia Ciaghi.

SEMBRI

Oggi.
Oggi dai trespoli selvagge cocorite
oggi da Chio sovrana tralci di vitigni
oggi etiopi zefiri ambrati
giallo deserto
di sabbie egiziache
oggi sui prati delle tue lusinghe
affascinanti.

Così o come
nel fertile appanno
la goccia sul vetro.

Domani.
Domani ti pongo addosso trina d’Alsazia
domani raggiante ritorno d’incenso e di eucalipto
domani che dipana i nostri intrighi
le foto con sorrisi
le lettere d’amore
domani incise negli angoli dei mondi
dal picco della mia follia.

Discesa o risalita
con docile affanno
la mano alla roccia.

Oggi o domani.
Oggi o domani forse ingorde speranze
sonnamboliche ipnosi
nella veglia incredula
della nostra vita.

Atlante affaticato
io
resto piolo.
Calliope appartata
tu
sembri una sposa.

Dalla raccolta di poesie “Non rubate la mia vita”- M.G. 2008.

LA MACCHIA

Epifania
da vuota sacralità
nel codice bianco di un‘attesa.

Urge la ferma effige
brama di riverenza al mausoleo.

Abbiamo cuori docili
effimere certezze
infausti fuligginosi appigli
precarie sonnolenze
la macchia.

Poi restano spoglie di pudori
turgide icone alla lussuria.

FETICISTE ETERNITÀ

Baratta ancora comprensione
logica
-la sua-
con la smania di un divenire
apocrifo
-non sua-.

Io sono l’ego che vi manca.

Quando verrò,
sarò fulmine che scioglie ghiacciai
e l’onda lunga della valanga,
sarò turbine che squassa stereotipi
e feticiste eternità senza pensieri.

E voi mi chiamerete ”Ignazio”.

Bruno Mancini

Il Dispari 2017-05-01

Il Dispari 2017-05-01

JANIS DROZDOVS

Finalista della seconda edizione del premio internazionale di Arti grafiche “Otto milioni”

L‘arte antichissima del rame.

Janis Drozdovs, nato a Tbilisi, Georgia, 22.09.1978, ha appreso da suo padre Robert l‘antichissima arte di realizzare sculture, rilievi, gioielli, spade, scudi, monete, utilizzandola insieme alla capacità di plasmare il rame con altri composti che danno al suo discreto splendore le note diverse e ricche dell’oro, secondo la tradizione del Caucaso.

Janis è greco di nazionalità, non è georgiano.
Forse, anche per questa sua origine, l’obiettivo della sua arte non è quella tipica degli Artisti caucasici ossia simile a quella di suo padre Robert e di tutti coloro che realizzano “chikanke” con i motivi georgiani quasi tutti ricavati dal poema del XII secolo scritto da Shota RustaveliVepkhistkaosani – Il cavaliere nella pelle di leopardo”.
Le chikanke di Robert sono molto filigranate, quasi al limite dell’arte tradizionale.

Janis aveva circa 22 anni

quando ha cominciato a creare le sue prime chikanke per lo più raffiguranti eroi dei miti ellenici.
É orgoglioso del suo primo lavoro Pegaso e Chrisaore contro l’Idra”dove la figura del cavallo volante è molto espressiva: i muscoli del suo corpo pare si muovano nella lotta; il cavaliere-gigante è concentrato, mentre, invece, l’Idra è composta da mille dettagli, ma, nello stesso tempo appare unita, forte, pericolosa, comunque già quasi sconfitta, chinata in un angolo, vinta.

Toccando questa opera con le mani si può sentire la vibrazione è l’intensità di questa lotta mitica.

Alcuni tipi di icone gli sono spesso richieste da gente, anziana e non ricca, che vuole pregare davanti alle immagini da lui realizzate, e allora Janis chiede loro compensi minimi essendo ben felice di aiutare gente anziana, credente e non ricca.

Le sue opere sono state esposte ed ammirate

sia a Riga, sia a Jelgava, sia in molte altre città.
Una dalle sue opere, l’emblema di Mosca, Janis l’ha regalato al rappresentante di un ben famoso politico, ex-sindaco di Mosca, Yuri Luzhkov.

Altri lavori di Janis sono dedicati ai miti grechi e ai vangeli cristiani con Gesù Cristo al centro dell’immagine.

“Presto cadrà la religione falsa di Satana e lui stesso” è un’opera stilizzata in modo greco, ma non così statica, più espressiva e più realistica.

Ogni viso è diverso, ogni creatura mitologica ha il suo volto e la sua grazie, e la sua passione unica, così come ogni opera d’arte è unica e come è unica ogni anima.

Il ciclo dedicato a Gesù Cristo

comincia con “Annunciazione per Maria”, poi segue con “Cristo ed i pastori”, in cui sono presenti personaggi molto individualizzati in quanto ogni pastore pare esprimere la sua personale opinione relativa al miracolo: miracolo come parte normale della nostra vita se siamo capaci di vedere, di guardare, di amare.

Il ciclo continua con l’opera “La seconda apparizione di Cristo” in cui sono espresse in maniera compiuta la speranza e la visione messianica: Lui è ritornato, maestoso, serio, in piena luce.

Lui è ritornato di nuovo nel mondo.

Mondo costruito, in questa opera, come un globo pieno di umani che alzano le loro teste, che alzano i loro corpi, umani senza dubbi, umani quasi privi di speranze, umani che non credono a propri occhi nel primo attimo, ma già sentendo che questa è la verità, che lui e ancora qui, ancora più presente di prima.

Questa opera è, nella sua composizione ideologica, molto diversa da quelle dedicate ai miti greci.

Qui il messaggio è un altro.

Non espressione intensa di lotta tra il Bene e il Male, ma armonia non monotona e non simmetrica, come speranza non perduta o riavuta.
Il Cristo qui è così maestoso, così stabile, senza più i suoi dubbi di quando era sulla croce e chiedeva al Dio Padre “Perché mi hai lasciato?!

Ritornato! Superati i dubbi.

Un’opera che può fare solo un artista che non ha perso le speranze, come Janis.
Lui mi ha raccontato anche che ama partecipare alle mostre in qualsiasi modo, che a lui piace dimostrare a tutti coloro che sono pronti ad osservare, il processo del suo lavoro, partendo dall’inizio, dal caos che crea la terra, come in tanti miti antichi.

“Pure io spero che tutto sarà Ok con il nostro progetto e le nostre mostre.”
Era, naturalmente, ansioso e un po’ amareggiato per i suoi problemi nell’acquisto di materiali per nuove opere, ma subito dopo, ancora pieno di speranza, Janis all’improvviso mi ha sorriso dicendo “Pure io spero,che tutto sarà Ok.”

Liga Sarah Lapinska

Il Dispari 2017-05-01

Il Dispari 2017-05-01

DILATWITTERONE

Da Giuseppe Capoluongo:

Ho parlato per lo spettacolo a Udine, mi chiedono di portare un programma dettagliato e il numero dei partecipanti. Dovrebbe andare per Settembre...”

Da Liga Sarah Lapinska:

Ho regalato, per conto di DILA, la nostra Antologia a Viktors Valainis, docente dell’Università di Agricoltura in Jelgava.

Da Patrizia Canola:

Ti confermo che accetto di esporre tre mie opere INEDITE al Museo Etnografico del Mare

Angela Maria Tiberi:

Silvana Arbia (già Capo del Principale Organo Amministrativo della Corte Penale Internazionale dell’Aia) ha accettato di collaborare con DILA.”

Redazione:

“Il libro di Silvana Lazzarino “LA SEDUZIONE DELL’IMMAGINE DALL’ARTE AI VERSI POETICI. ALBA GONZALES E PATRIZIA CANOLA MIE MUSE ISPIRATRICI ha ricevuto la Menzione d’Onore al PREMIO INTERNAZIONALE AUPI per la sezione libro edito.”

Il Dispari 2017-05-01

 DILA

Sailing mostra di Massimo Pennacchini

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SAILING IL FASCINO DELLE REGATE E DEL MARE  IN MOSTRA A PORTO ROTONDO

Definito il pittore del tango, Massimo Pennacchini ha saputo restituire l’energia e l’eleganza del movimento non solo nelle coppie di ballerini di tango uniti in una danza appassionata e misteriosa, ma anche in rappresentazioni legate al mare con protagoniste le barche catturate nel loro movimento che ora le avvicina, ora le separa nello scenario della regata.

Artista contemporaneo di fama internazionale, MASSIMO PENNACCHINI ha esposto non solo in Italia, ma anche in Europa fino a toccare Stati Uniti e Cina. Un percorso artistico, il suo, sempre in divenire che abbraccia diversi contesti ora legati alla danza e precisamente al tango dove la coppia esprime eleganza e sensualità, ora al mare e alle regate, ora ai luoghi di una natura silenziosa propria delle “still life” o di ambienti interni a percorsi cittadini. La sua pittura dal segno intenso e raffinato, dove il colore alterna tonalità calde ad altre più scure, ha saputo nel tempo restituire le emozioni più semplici e più profonde, più immediate e spontanee della vita.

Sailing mostra di Massimo Pennacchini

Nato a Velletri (cittadina ricca di storia e tradizione) attraverso la sua arte regala atmosfere dense di profumi e passione che parlano dei luoghi della natura tra fiori, e nature morte e del tango.  Ma da qualche  anno i suoi dipinti raccontano del mondo delle regate e delle barche a vela, scenario con cui affina ancor più la sua tecnica sempre attenta a cogliere dettagli e particolari. Ed è entro questi spazi nuovi con protagonista il mare e le barche che si sofferma sul legame nuovo e infinito tra l’uomo e il mare cui lo stesso uomo si confronta e talora si affida.

Le regate quale occasione di sfida, la navigazione intesa quale viaggio alla scoperta del nuovo, e il fascino del mare quale spazio da percorrer, saper gestire e anche ammirare e rispettare, sono al centro della sua personale MASSIMO PENNACCHINI SAILING che sarà inaugurata il prossimo 1 giugno presso gli spazi dell’Hotel Colonna San Marco (Piazzetta San Marco) a Porto Rotondo in Sardegna. La mostra che sarà aperta fino al 15 settembre 2017,presenta dipinti di medie e grandi dimensioni, che documentano tra storia e tradizione, poesia e bellezza il mondo delle barche che ora decise, ora lente si lasciano trasportare dal vento solcando i mari. Cosi si possono ammirare le grandi chiglie che fendono l’acqua, la foggia delle vele triangolari, l’eleganza nel disegno, la scelta delle combinazioni dei colori e in alcuni casi la presenza di uomini impegnati in queste traversate.

Una mostra da non perdere non solo per gli amanti del mare e delle barche a vela, ma per quanti si lasciano incantare dall’intensità del colore azzurro del cielo e del blu cobalto del mare che si perde nell’orizzonte, lontano.

Silvana Lazzarino

 

MASSIMO PENNACCHINI

SAILING

HOTEL Colonna San Marco

Piazzetta San Marco

PORTO ROTONDO

dal 1 giugno al 15 settembre 2017

inaugurazione 1 giugno 2017

Ingresso libero

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Manfredi Beninati. Paintings a Firenze

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MANFREDI BENINATI  ALLA GALLERIA POGGIALI ESPONE I DIPINTI CON CUI RACCONTA LE IMMAGINI DELLA VITA TRA MEMORIA E TEMPO

Tra il fluire dei ricordi, il costante riferimento alle attese dove si rincorrono nostalgie e speranze l’arte di MANFREDI BENINATI restituisce una nuova visione della realtà, come sospesa tra passato e presente dove si passa da figure apparentemente statiche a visioni naturali o di ambienti interni talora sovrapposte dove i contorni sembrano svanire e d’improvviso aprono ad un viaggio interiore in cui affiora la visione onirica legata al ricordo. Nato a Palermo nel 1970, dopo essersi dedicato agli studi di legge e poi di cinema collaborando con noti registi italiani, Manfredi Beninati intraprende l’attività artistica accostandosi dapprima al disegno poi alla pittura e alla scultura. La sua opera tra dipinti, sculture e installazioni si sofferma sul significato dell’esistenza in cui si evincono tracce del passato che affiora improvviso e quel desiderio di cambiamento con al centro l’uomo e il suo costante interrogarsi sul destino. Un uomo spesso dibattuto tra il passato che torna e l’approssimarsi di novità che si aprono innanzi creando nuove possibilità per le quali è necessario mettersi in gioco. Affiora nelle sue opere quell’inquietudine e quel desiderio di guardare oltre che è dell’uomo di oggi spinto dalla sete di superare i propri limiti.

Manfredi Beninati mostra alla Galleria Poggiali di Firenze

Nel contesto visivo ed emotivo dell’opera di Manfredi Beninati si coglie ogni singolo aspetto della realtà quotidiana che rimanda ai luoghi interiori, restituita talvolta attraverso immagini rarefatte quasi impalpabili dove le figure sembrano appartenere ad una dimensione onirica in cui si inserisce la percezione del tempo in costante trasformazione che porta possibili cambiamenti. A condurci in questa visione a riscoprire le emozioni di un percorso legato al tempo fugace che passa e riaffiora inaspettato, con riferimenti ad aspetti immaginati e reali, è la mostra MANFREDI BENNATI. Paintings che inaugura il  27 maggio 2017 alle 18.30 presso la Gallerie Poggiali di Firenze (Via della Scala 35/A- 29/Ar) dove resterà aperta fino al 29 luglio 2017. Manfredi Beninati, artista di fama internazionale, noto al grande pubblico per le diverse mostre di forte spessore comunicativo, esposte in Italia e all’estero e per la capacità di creare attraverso la sua opera un’efficace interazione visivo-emotiva, torna alla Galleria Poggiali dopo i successi precedenti di “Laboratorio Saccardi, LOGO” con la partecipazione di Enzo Cucchi, e di “Domenica 10 Dicembre 2039”, con un percorso dedicato esclusivamente ai dipinti. Una scelta questa con cui ha voluto indicare come la pittura rappresenti per lui il vero modo con cui fare arte sottolineato da queste parole: “La pittura è e rimane l’arte. L’arte è pittura”. La pittura rappresenta il mezzo di elezione della sua poetica quale esito, di frequente, di istallazioni ambientali esposte in occasione delle più importanti biennali: Venezia, Liverpool, Mardin, Shangai e Salonicco. Appositamente concepita per gli spazi della Galleria Poggiali di Firenze la mostra propone quindici olii su tela ed un gruppo di disegni su carta sul tema della memoria e del passaggio del tempo. Tema con cui  Beninati si confronta anche con le installazioni e le sculture: infatti il motivo del passare del tempo lo aveva anche affrontato nelle opere della citata mostra “Domenica 10 Dicembre 2039” dove  l’immaginazione dava origine a mondi che cambiano a seconda di chi li guarda. Con riferimenti alla letteratura e alla storia dell’arte nell’esplorare il viaggio della vita i lavori di Manfredi Beninati esposti da Max Wigram a Londra, James Cohan a New York e Tomio Koyama a Tokyo, si soffermano sul motivo della memoria che riaffiora nel tempo e del passaggio del tempo dove le emozioni sono in costante divenire. Tra le recenti mostre di Manfredi Beninati ricordiamo: La lettera F, American Academy in Rome, Roma, 2007; Le voci di dentro, FPAC, Palermo e “When in Rome” all’Hammer Museum di Los Angeles 2011. E ancora “Manfredi Beninati. Nature is a Theater” al Miniature Museum a Beijing nel 2014 e nel 2015 insieme ad Enzo Cucchi e Laboratorio Saccardi partecipa a “Logo” alla Galleria Poggiali e nel 2016 alla collettiva “Dall’Oggi al domani” presso il Macro di Roma. Da sottolineare anche il Rome Prize dall’American Academy di Roma ricevuto nel 2006.

Silvana Lazzarino

Manfredi Beninati Paintings

Galleria Poggiali, Via della Scala 35/A- 29/Ar – Firenze

dal 27 maggio al 29 luglio 2017

Inaugurazione sabato 27 maggio 2017 ore 18.30

Catalogo in galleria con una conversazione tra Lorenzo Poggiali e Manfredi Beninati www.galleriapoggiali.com

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Alfonso Bottone e Lisa Bernardini a Roma

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ALFONSO BOTTONE E LISA BERNARDINI PRESENTANO I LORO FESTIVAL A PALAZZO FIRENZE TRA CULTURA ARTE E SPETTACOLO

A Palazzo Firenze nei suggestivi spazi della Sala del Primaticcio i cui affreschi vennero realizzati a metà del Cinquecento da Prospero Fontana, si è tenuta la presentazione di due appuntamenti con la cultura e le arti che a livello nazionale stanno coinvolgendo un pubblico sempre più vasto. Sono incosteiraamalfitana.it “Festa del libro in Mediterraneo” e “Attraverso le pieghe del tempo”, gemellati da quasi due anni in un percorso dove la cultura diventa occasione per riscoprire le bellezze del territorio nazionale.

Anita Garibaldi e Francesco Petrino

Alla guida in qualità di direttore e organizzatore del Festa del Libro nel Mediterraneo è Alfonso Bottone che ha intuito come la costiera Amalfitana terra meravigliosa e ricca di suggestivi scenari paesaggistici e siti storici artistici, potesse diventare luogo privilegiato cui legare diverse realtà culturali e scoiali tra tradizione e modernità facendo riferimento alla letteratura e ai libri, alle arti visive con mostre d’arte, corti e videopoesia, agli spettacoli e al giornalismo con incontri e seminari. Lisa Bernardini presidente dell’Associazione cultura l’Occhio dell’Arte ha illustrato le finalità e i contenuti del “Photofestival Attraverso le Pieghe del Tempo”, realtà culturale a trecentosessanta gradi che da sette anni a partire da Anzio (RM), con un programma sempre più ricco di appuntamenti tra rassegne d’arte e di fotografia, musica, concorsi fotografici, seminari, workshop e assegnazione di premi, negli ultimi tre anni è diventato a carattere itinerante spostandosi nell’arco dell’anno in diverse regioni dal centro al Nord al Sud fino a toccare la Puglia dove sarà protagonista la manifestazione “FotoArte” a Taranto dal 26 maggio al 4 giugno con un nome importante del settore quale Piergiorgio Branzi fotografo di grande richiamo nazionale.

Silvana Lazzarino

.La Costiera Amalfitana lungo cui si dipanano da metà maggio fino a luglio appuntamenti sempre più coinvolgenti, proposti dal “Festa del libro in Mediterraneo”, insignito del Premio Internazionale Comunicare l’Europa, è anche lo sfondo su cui si muovono i protagonisti del libro di Vito Pinto che è stato invitato per questa occasione. Viaggio inverso, Letterati, artisti e dive sulla Costa d’Amalfi edito da Graus è il libro con cui Vito Pinto costruisce attraverso tante storie di personaggi famosi della cultura e dello spettacolo che hanno sostato per diversi motivi in Costiera amalfitana, una realtà fatta di emozioni, ricordi lontani eppure vicini. Un viaggio dal presente al passato ad incontrare Greta Garbo e il suo fascino irresistibile, la grande Anna Magnani dal temperamento deciso pronta a mostrare il suo disappunto per l’interesse della Bergman decisa a lavorare al fianco di Rossellini, e poi Eduardo De Filippo, Henrik Ibsen e molti altri.

da sx Simonetta Bumbi Silvana Lazzarino e Ugo De Angelis

Il Premio Leonessa istituito quattro anni fa dall’ “Occhio dell’Arte” e che in questa edizione ha avuto il Patrocinio della Fondazione Garibaldi e delle Mille Donne per l’Italia, è stato assegnato ad Anita Garibaldi, discendente di Giuseppe ed Anita Garibaldi in linea diretta, dal nonno Ricciotti Garibaldi e dal padre Ezio Garibaldi. Il prestigioso riconoscimento, realizzato dall’artista Albino Ripani in arte ARi noto a livello internazionale che da qualche tempo porta avanti un discorso volto alla pittoscultura, è stato consegnato ad Anita Garibaldi dall’artista stesso e dal Prof Francesco Petrino, noto docente di sovranità monetaria e diritto bancario nonché celebre avvocato, con la seguente motivazione: “Per la passione, la forza, la tenacia ed il costante impegno culturale che hanno contraddistinto la sua vita all’interno della storia del nostro Paese“.

Dopo l’intervento del Prof. Umberto Maria Milizia, storico e storico dell’arte ha preso la parola la Dott.ssa Loredana Finicelli per illustrare la mostra collettiva di arte contemporanea “Escamotage 1.0” da lei curata che inaugurerà ad Amalfi presso la “Sala don Andrea Colavolpe” all’interno della cornice della Festa del Libro in Mediterraneo il 28 maggio alle ore 19 con protagonisti tutti pittori tranne una disegnatrice Daniela Prata e un fotografo Francesco Oggianu.

da sx Lisa Bernardini Abino Ripani  Anita Garibaldi  Sylvia Irrazábal  e Umberto Milizia

Sempre ad Amalfi si inaugurerà la personale “A…Mare Amalfi” dell’artista GINO DI PROSPERO presso la “Sala don Andrea Colavolpe” (8-17 giugno) artista il cui stile e le cui tematiche cambiano nel tempo passando da un iniziale interesse per scenari legati all’oriente dai colori caldi e avvolgenti, a rappresentazioni astratte in cui la luce sembra frantumarsi in vibrazioni di colori che restano intensi a raccontare forti emozioni tra passato e presente.

Colori che irrompono con la loro energia non solo in rappresentazioni di scenari riferiti a contesti sociali con piazze e borghi e a campi di battaglia, ma in particolare quando protagonista è il mare, la spiaggia e gli spazi dove la natura svela i suoi volti esaltati da una luce che cambia in sintonia con le fasi del giorno. Di forte suggestione l’immagine di un veliero in balia del mare in tempesta dove una luce tagliente restituisce tutta la forza e l’irruenza delle onde. Per la grande capacità di far nascere attraverso l’uso di colori anche in contrapposizione tra loro, un ritmo infinito di stati d’animo interiori tra ricordi e nostalgie, attese e speranze, Gino Di Prospero è un artista di rara sensibilità che fa del colore lo strumento per ricostruire storie lontane che ritornano e che magari non sono mai finite, storie di vita che il tempo custodisce nello scrigno della memoria.

Saranno infine presentati i tre autori che in virtù del gemellaggio, l’Occhio dell’Arte porterà all’XI edizione della Festa del libro in Mediterraneo in Costiera Amalfitana ed esattamente nel “Giardino Segreto dell’anima” a Campinola di Tramonti. In questo suggestivo scenario i tre autori Simonetta Bumbi ed il suo “Iostoconletartarughe” (Emigli), Silvana Lazzarino con la sua raccolta poetica “Oltre le immagini tra visione ed emozione (Pagine) e Ugo de Angelis con il libro “In quella foto c’è Maria” (Nane) saranno intervistati da Alfonso Bottone durante la serata di presentazione delle loro opere che sarà il 16 giugno 2016 a Tramonti.

da sx Lisa Bernardini Elisabetta Viaggi e Alfonso Bottone

L’ XI edizione di incostieramalfitana.it Festa del Libro in Mediterraneo è dedicata ai bambini di Amatrice vittime inermi del drammatico terremoto dell’agosto 2016 nel Centro Italia, e ai bambini di Aleppo vittime innocenti dei terribili bombardamenti sulla Siria.

Molti gli ospiti presenti a questa prima tappa romana di presentazione del Photofestival “Attraverso le Pieghe del Tempo”, provenienti da diversi ambiti della cultura, del cinema e dello spettacolo. Tra questi Gianni Mauro dei Pandemonium, oggi accreditato scrittore, accompagnato da Pina Avallone, Emanuela Pisicchio pittrice e grafica, la manager Aurora Colladon; Assunta Gneo scrittrice molto apprezzata ed Elisabetta Viaggi la prima Miss sorda al Mondo.

A chiudere l’evento dove a trionfare sono stati la cultura, il bello e l’arte, il brindisi finale firmato Casale del Giglio in una Roma calda, ma sempre più affascinante.

Lucrezia

 

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ANTONIO DEL DONNO E FABIO FERRONE VIOLA: GENERAZIONI A CONFRONTO TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE

L’arte con i suoi differenti linguaggi tra visione ed emozione attraverso i secoli ha segnato epoche, culture caratterizzando periodi storici diversi. L’arte contemporanea utilizza diverse forme espressive con cui dare voce ai cambiamenti e alle trasformazioni vissute dalla società in particolare a partire dalla metà del secolo scorso. Il digitale, le videoinstallazioni, l’utilizzo di diversi materiali da quelli d’uso più comune ad altri meno abituali, che hanno caratterizzato le opere d’arte di questi ultimi quindici anni, insieme alla pittura tra astratto e figurativo e la scultura nel suo richiamo alla classicità e al moderno, possono diventare occasioni per dare vita ad un dialogo tra tradizione e innovazione. Si può parlare di un confronto tra generazioni di artisti distanti per età e per il modo di accostarsi alla materia e fare arte, con cui raccontare realtà vicine e lontane spesso legate all’uomo al suo entusiasmo e malinconie, alle sue attese e dubbi, volto alla costante ricerca di un senso alla propria vita.

Antonio Del Donno e Fabio Ferrone Viola Generazioni a confronto

Il progetto OPEN”. DIALOGO APERTO TRA DUE GENERAZIONI curato da Paola Valori direttrice del MICRO di Roma, quale prima tappa vede uno di fronte all’altro Antonio Del Donno e Fabio Ferrone Viola: due artisti con quasi 40 anni di differenza essendo il primo classe 1927 e il secondo del 1966. La rassegna “OPEN” in collaborazione con l’Associazione Michele Valori (Arte, Architettura e Urbanistica), si inserisce nell’ambito del ciclo di mostre, delle giornate di ricerca e degli incontri di approfondimento, che focalizzano l’attenzione sul confronto intergenerazionale tra artisti.  Come sostiene Paola Valori:” Il titolo OPEN racchiude il significato di un contenitore aperto ed animato dal confronto delle diverse esperienze”.

L’esposizione presso lo Spazio Cerere all’interno dell’antico Pastificio Cerere nel quartiere San Lorenzo di Roma, che inaugura il 25 maggio 2017 alle ore 18.30, presenta trenta opere dei due protagonisti Antonio Del Donno e Fabio Ferrone Viola per dimostrare come essi, pur appartenendo a generazioni distanti per età e contesti culturali, si ritrovino per certi aspetti in sintonia nel mostrare un forte legame con i materiali utilizzati e nel dare voce ad alcune tematiche come il rifiuto dell’eccessivo consumismo che caratterizza questa società, mai ferma e proiettata verso falsi miti, lontana dal dare spazio alla vera essenza dell’uomo.

Paola Valori

Pittore e scultore della prima metà del Novecento Antonio Del Donno, le cui opere si trovano in diversi musei tra i più importanti di arte contemporanea internazionali, oltre che in numerose collezioni presenti in tutto il mondo, fa uso di materiali quali legno, plastica e altri di provenienza industriale. Attraverso essi da vita a lavori che passano da rappresentazioni pensate quali contenitori di luce rigorose e precise nella loro struttura a oggetti d’uso quotidiano come le grandi tagliole o il Vangelo realizzato in legno, imponente nelle sue dimensioni dal forte contenuto simbolico, fino ai dipinti informali dove prevale una linea secca e asciutta e i colori si presentano piuttosto variegati. Questo per comunicare anche una sorta di malessere che vede l’uomo imprigionato da convenzioni e abitudini di una società fragile e consumistica dove a contare sono l’apparire e il successo.

Ai materiali di scarto quali punto di partenza fa riferimento Fabio Ferrone Viola: si tratta di rifiuti abbandonati, tappi di bottiglia, lattine rielaborati attraverso l’uso del colore, per denunciare il problema del consumismo dilagante come raccontato nella mostra a lui dedicata “CRUSH” tenutasi presso il Complesso del Vittoriano nel luglio del 2016. Attraverso questi materiali di scarto raccolti in giro per il mondo, Fabio Ferrone Viola ha ricostruito una possibile verità sulla società di oggi partendo da quanto viene considerato inutile. Due generazioni a confronto dove la sperimentazione diventa costruttiva per parlare dei propri punti di vista sulla società e sull’uomo, mettendo in campo le proprie idee: un confronto che arricchisce e crea opportunità per migliorarsi. Il catalogo della mostra, edito da Il Sextante di Mariapia Ciaghi in coedizione con Micro Edizioni, presenta testi di Daniele Radini Tedeschi, Fulco Pratesi e Gianni Garrera.

Per l’inaugurazione della mostra sarà offerta una degustazione di vini del Casale del Giglio.

Silvana Lazzarino

“OPEN”

DIALOGO APERTO TRA DUE GENERAZIONI

a cura di Paola Valori

Antonio Del Donno e Fabio Ferrone Viola

SPAZIO CERERE Via degli Ausoni, 3 Roma

Orario; 10:30-13:00; 16:00-19:00

Inaugurazione giovedì 25 maggio alle 18,30

dal 25 maggio al 29 maggio 2017

Riferimenti organizzativi: MICRO ARTI VISIVE

Roma, Viale Mazzini 1 +39 347 0900625

www.microartivisive.it

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