Alfredo Pirri RWD – FWD

Alfredo Pirri RWD – FWD

Tra spazio, movimento, elaborazione del tempo sospeso nel recupero di legami tra passato e presente, proiettato verso un possibile e ipotizzato futuro si muove l’arte di Alfredo Pirri, tra i più interessanti protagonisti della scena artistica contemporanea che tende a coinvolgere non solo visivamente, ma anche fisicamente lo spettatore entro il gioco ritmico di colori ed effetti di luce presenti nelle sue opere.

Alfredo Pirri RWD – FWD

Alfredo Pirri
RWD – FWD

Nato a Cosenza nel 1957, attivo a Roma dove vive e lavoro, nella sua opera, che abbraccia non solo le arti visive, ma anche teatro, architettura e grafica, ha utilizzato diversi materiali come ad esempio gli specchi spesso frantumati a suggerire rappresentazioni deformate o elementi come l’acqua nel suo essere fonte di vita e di distruzione. A questo artista che esplora i possibili adattamenti della materia allo spazio e alle superfici, e che entra nei ritmi di una continuità espressiva tra pittura, teatro e installazione, è dedicata una personale presso il suo studio archivio e la Nomas Foundation a Roma.

Alfredo Pirri RWD – FWD, promossa da Nomas Foundation e curata da Ilaria Gianni, aperta al pubblico dal 16 novembre 2016 fino al 25 gennaio 2017, rappresenta la prima tappa del progetto I pesci non portano fucili, titolo scelto dall’artista in omaggio all’opera di “The Divine Invasion” di Philip K. Dick (1981), in cui l’autore immagina una società disarmata e fluida come il mare aperto. Il progetto che fa parte del programma Fuori Quadriennale 2016,.in sintonia con l’effetto continuativo dell’acqua quale elemento che muove e crea, che trasforma e distrugge, guida in una dinamica dove ciascun’opera racconta situazioni, fatti legati a pensieri passati e futuri.

A partire dall’Archivio personale di Alfredo Pirri viene messa in luce la sua poetica a cogliere le atmosfere intense ed espressive del suo lavoro a partire dagli anni Ottanta fino ad oggi proiettato verso una ricerca in cui protagonista è l’uomo con i suoi dubbi e certezze, angosce e speranze ed anche il motivo del tempo che passa e trasforma la realtà e le immagini ad essa riferite.

Alfredo Pirri RWD – FWD

Alfredo Pirri
RWD – FWD

Sono esposti diversi materiali tra lettere, bozzetti, fotografie, note, schizzi e ancora video documenti inediti, progetti di opere e di incontri relativi alla sua attività artistica. Accanto a questi sono alcune opere recenti e passate tra cui sono esposte per la prima volta i disegni preparatori per la realizzazione della “Fondazione Volume!” e quelli realizzati per gli spettacoli “Eneide” del 1983, musicato dai Litfiba e “Angeli di Luce” del 1984. Quello dell’ “Eneide” rappresenta una versione sperimentale del poema di Virgilio in cui teatro, musica, danza e arti visive si combinano secondo un’ idea di multimedialità in cui non sono previsti dialoghi, ma solo musica, ritmo e immagini di paesaggi con templi greci realizzate da Pirri con diverse tecniche fotografate e proiettate poi sulla scena. Per “Angeli di Luce”ispirato all’Apocalisse di Giovanni in cu si alternano proiezioni e monologhi, è progettato un elemento scenico che grazie ad una struttura mobile si moltiplica e varia innanzi agli spettatori: tre montagne aprendosi si trasformano in libri e unendosi nuovamente danno vita ad uno scherno che lascia spazio ad una saracinesca metallica. Interessanti gli studi e i disegni di Pirri per la “Gabbia d’oro” un progetto per un‘installazione ancora non del tutto realizzata destinata alla Chiesa sconsacrata dell’Annunciazione di Palermo, concepita come filtro luminoso posto all’’interno della chiesa e svincolato dalle mura perimetrali e poi le cartelle contenetti disegni e documenti relativi al progetto “Passi” in cui ogni installazione appositamente realizzata per un preciso spazio presenta ampie superfici specchianti connotate da fratture con cui Pirri ricopre la pavimentazione di luoghi dal forte impatto simbolico legato alla religione, alla politica o alla storia dell’arte. E’ da citare a riguardo l’intervento realizzato a Roma per l’atrio del MAXXI nel 2008 e quello del 2011 per la sala delle Colonne per la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma rimasto fino al 2016.

Alfredo Pirri RWD – FWD

Alfredo Pirri
RWD – FWD

La sede di Nomas Foundation durante il periodo di apertura della mostra diventerà un vero e proprio laboratorio in cui l’artista, durante i tre mesi dell’esposizione, darà forma ad un’opera di grandi dimensioni, che verrà poi esposta nella mostra al MACRO Testaccio. Un’ opera attraverso cui indagare il concetto di tempo e conservazione, riflettendo sull’alterazione, la degenerazione e la memoria dell’immagine stessa, richiamandosi ad immagini residuali rispetto alle opere che provengono dal suo archivio. Quanti faranno visita all’artista intento nel suo lavoro di creazione dell’opera potranno, a propria scelta, prendere parte ad una serie di incontri organizzati per l’occasione, a scoprire il processo di ricerca creativa. L’opera ultimata sarà presentata ufficialmente durante il finissage della mostra presso la Nomas Foundation il 25 gennaio 2017, proprio nel giorno del sessantesimo compleanno di Pirri.

Alfredo Pirri RWD – FWD

Alfredo Pirri
RWD – FWD

L’opera farà parte della retrospettiva in programma presso la sede del Macro Testaccio di Roma promossa da Roma Capitale e curata da Benedetta Carpi de Resmini e Ludovico Pratesi, che inaugurerà nel 2017. A descrivere il rapporto tra arte e architettura, fondamentale nella ricerca artistica di Alfredo Pirri, è il convegno che sarà ospitato al MAXXI nel periodo dell’esposizione. Tre tappe: lo studio dell’artista e la Nomas Foundation, il MAXXI e il NACRO in dialogo tra loro e allo stesso tempo autonome che testimoniano l’evoluzione dell’opera di un artista sperimentale, creativo capace di far dialogare i diversi linguaggi del visibile e del percettibile tra realtà e rappresentazione dove il cambiamento lascia tracce.

La rivista online Alfabeta2 ogni domenica ospiterà una documentazione di testi, video e  audio proveniente dall’Archivio Alfredo Pirri, a cura di Chiara Pirri.

Silvana Lazzarino

 

 

Alfredo Pirri RWD – FWD

Studio Pirri @ Nomas Foundation – Viale Somalia, 33 – Roma

Nomas Foundation @ Studio Pirri – Viale dei Consoli, 73 – Roma

dal 16 novembre 2016 al 25 gennaio 2017

 

 

 

 

Views: 18

Carlo Riccardi artista e fotografo

Carlo Riccardi artista e fotografo

 Arriva dal cuore della gente di Olevano Romano la cittadinanza onoraria all’artista e fotografo Carlo Riccardi.

La giornata ha avuto inizio presso il museo Villa de Pisa con l’inaugurazione della  mostra  dedicata all’opera di Carlo Riccardi, nel piano terra della villa, sono esposte le opere pittoriche storiche che ritraggono il suo paese natale “Olevano Romano” da scorci inconsueti e attraverso il mutamento delle stagioni. Le opere sono state offerte per l’esposizione  dai concittadini di Olevano Romano nella sala, si possono ammirare anche 5 Maxitele.  Nel piano superiore sono tre le sale dedicate alla ricca documentazione fotografica, la prima è allestita  con foto uniche della Dolce Vita e personaggi dello spettacolo e dello sport, la seconda sala è dedicata ai Papi e ai Presidenti Italiani, dal primo presidente Italiano Enrico De Nicola al presidente in carica Sergio Mattarella.

Carlo Riccardi mostra arte e fotografia

Carlo Riccardi
mostra arte e fotografia

Ben sette i Papi in mostra immortalati da Carlo Riccardi. Un percorso che parte da Papa Pio XII a Papa Francesco. La terza sala è la più coinvolgente, racconta Olevano Romano visto attraverso l’obbiettivo di Carlo Riccardi: scene di vita, bambini, contadini e gli eventi più significativi svolti nel suo paese natale. Un viaggio indietro nel tempo che fa rimanere incantati.La mostra resterà aperta tutti i sabato e domeniche fino al 30 dicembre nella sede di Villa de Pisa, Museo Civico d’Arte di Olevano O.M.R. e sede dell’Associazione Amici del Museo di Olevano Romano Via Heinz Hindorf / Via Vittorio Veneto, 25 – 00035. La cerimonia ufficiale si è svolta nella sede del Comune di Olevano Romano. L’Assessora alla Cultura, Valentina Rocchi ha presentato il poliedrico artista Carlo Riccardi, sottolineando che oltre all’opera artistica e fotografica il maestro ha sempre rimarcato  la sua nascita e il suo attaccamento ad Olevano Romano  un  comportamento di riconoscenza alla sua madre terra che avvalora il conferimento della cittadinanza Onoraria al  Consiglio Comunale.  Sono intervenuti esaltando l’importanza del riconoscimento i consiglieri Guido Milana e  Enrico Arcieri Il riconoscimento è stato consegnato a Carlo Riccardi dall’Assessora alla Cultura, Valentina Rocchi. Il sindaco Umberto Quaresima a consegnato le chiavi della Città.

Carlo Riccardi consegna riconoscimento

Carlo Riccardi
consegna riconoscimento

Commovente, il  momento in cui  Carlo Riccardi ha ricordato con enfasi l’altro Olevanese Belloni, che è stato assessore alla Cultura del Comune di Roma e che la città ha ricordato lo scorso mese. Riccardi ha lanciato un appello: non lasciate la nostra terra e “State in campagna più che potete”.Nel corso della cerimonia è stato presentato il libro di Maurizio Ayo “una lunga vita tra fotografia e pittura” Carlo Riccardi tra fotografia e Pittura, un pregevole libro che racconta l’artista illustrando con foto e opere il suo  mondo artistico.

Nel pomeriggio si è svolta la conferenza “ Raccontando Carlo Riccardi Dalle origini Olevanesi alla dolce Vita Romana”. Sono Intervenuti : Giovanni Brusatori, Massimo Papi, Ignazio Colagrossi, Alba Milana, Rita Gazzè Riccardi,  Stefania Cirillo, Simonetta Russo, Giancarlo Flavi. Nel corso della conferenza è stato proiettato il documentario su Carlo Riccardi tra Arte e Fotografia. e sono stati letti alcuni passaggi del libro di Maurizio Ayo su Carlo Riccardi.

 

 

La mostra

VIVERE PER L’ARTE

90 anni di genio e passione

Esposizione di quadri e fotografie

di Carlo Riccardi

Villa de Pisa, Museo Civico d’Arte di Olevano O.M.R.

e sede dell’Associazione Amici del Museo di Olevano Romano

Via Heinz Hindorf / Via Vittorio Veneto, 25 – 00035.

 

 

Views: 47

Il Dispari 2016-11-14

Il Dispari 2016-11-14

il-dispari-20161114-comp

EDITORIALE

EXPO in città – Bookcity

L’APPUNTAMENTO

DILA & IL DISPARI VI

ASPETTANO CON

GLI ARTISTI

FOTO ARTISTI

che faranno parte, insieme a me, del nostro evento “Da Ischia L’Arte” in programma nell’aula magna della SIAM di Milano (Via Santa Marta 18) con inizio alle ore 10 del prossimo 20 Novembre.
Evento inserito con il n. 3981 nel palinsesto di EXPO in città e con il n. 863 nel programma di Bookcity.

bookcity-invito-milano-il-dispari

IL PROGRAMMA

Il Dispari all’EXPO in città & al Bookcity di Milano con il progetto DILA:

otto-milioni-cop-ant-x-serpico-ok-ridim

evento che vedrà l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” partecipare, con la Direzione Artistica di Roberta Panizza, nel contesto di due palinsesti tra i più importanti del panorama culturale italiano e certamente i più qualificati della città di Milano e dell’intera Lombardia.
DILA, infatti, come è stato ampiamente descritto su queste colonne fin dallo scorso 19 Settembre, unica rappresentanza culturale ed artistica MADE in Ischia, farà la sua parte, domenica 20 Novembre, sia nel novero degli eventi ammessi all’EXPO in Città e sia nel ristretto gruppo di manifestazioni approvate dal comitato organizzatore della quinta edizione del Bookcity, la quale, è opportuno precisare, è promossa dall’Assessorato alla cultura del Comune di Milano, dalle Fondazioni “Corriere Della Sera”, “Arnaldo e Alberto Mondadori”, “Giangiacomo Feltrinelli” e “Umberto ed Elisabetta Mauri”.
TITOLO DELL’EVENTO:
“Da Ischia L’Arte – DILA”
NOMI DEI PROTAGONISTI:
Bruno Mancini, Antonio Mencarini, Paola Occhi, Guido Arbonelli, Natalia Benedetti, Maria Luisa Neri, Silvana Lazzarino, Patrizia Canola, Alberto Ghirardini, Ivan Caldarese, Antonella Ronzulli, Emiliano Zennaro, Marilena Nocilla, Massimo Natalucci,  Annamaria Vezio, Autori finalisti del premio “Otto milioni!”, Soci Associazione culturale DILA.
DESCRIZIONE DELL’EVENTO:
Momenti di cultura consistenti in letture di opere poetiche e di prosa; realizzazioni di opere grafiche in estemporanea; esecuzione di brani musicali appositamente creati per i nostri eventi; annuncio poesie vincitrici della quinta edizione del premio internazionale “Otto milioni” e loro lettura; illustrazione progetti Museo Etnografico del Mare, Mancineide, Il Dispari, Emeroteca, Nazionale Cantanti Lirici; presentazione in anteprima e gratuita distribuzione di copie, sia dell’antologia “Otto milioni 2016”, e sia dei quattro volumi antologici pubblicati per le quattro precedenti edizioni del Premio “Otto Milioni”.

Silvana Lazzarino

il-dispari-20161114-1-comp

il-dispari-20161114-tutto-ridim

il-dispari-20161114-master

 

 

 

Il Dispari 2016-11-07

il-dispari-20161107-comp

Editoriale

Seguendo la traccia avviata la scorsa settima quando abbiamo pubblicato su questa pagina, in anteprima assoluta, le splendide copertine che Saverio Dionizio, celebre scenografo di Rai Tre, ha voluto graziosamente mettere a disposizione dell’Antologia “Otto milioni 2016” (che presenteremo a Milano il prossimo 20 Novembre nell’ambito dei palinsesti di Bookcity e di EXPO in città), questa settima replichiamo con una nuova primizia consistente nell’introduzione scritta da Roberta Panizza per l’antologia, nella quale, tra l’altro, sono presenti poesie finaliste della quinta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni”.

ROBERTA PANIZZA |INTRODUZIONE ALL’ANTOLOGIA “OTTO MILIONI 2016″”

Negli ultimi nove anni sono molte le antologie curate da Bruno Mancini con la direzione artistica di Roberta Panizza, ma questa ha caratteristiche che la contraddistinguono dalle altre in quanto si tratta di un volume in cui gli “AAVV” non sono più solamente singole voci diverse che trovano spazio tra le pagine di un testo, ma diventano Associazioni varie che collaborano alla diffusione della cultura e dell’arte e che, tramite queste pagine, trovano il modo di rendere partecipe chi lo desidera delle proprie potenzialità.

Si tratta, in particolare, di: “Da Ischia L’Arte – DILA” presieduta da Bruno Mancini, “L’Arte del suonare” presieduta da Maria Luisa Neri e “CentroInsieme Onlus – Progetto Vela: Rendere Consapevoli” presieduta da Vincenzo Monfregola .
Particolarità di questa, come di tutte le altre nostre antologie, è l’intenzione di continuare a sperimentare la strada della pubblicità (presente, infatti, anche qui tra le pagine di poesia e prosa) per conseguire le risorse necessarie allo sviluppo di progetti culturali i quali, solo con le intenzioni e l’amore per la cultura, non potrebbero altrimenti essere realizzati.
Se, però, la prima fase della pubblicazione di antologie è stata concretizzata grazie ai contributi di piccole aziende locali e la seconda ha visto impegnati gruppi imprenditoriali di livello regionale, ora siamo forti della collaborazione della Scuola di Canto lirico “Lina Cavaliere”e d’istituzioni museali quali il Museo Etnografico del Mare della Città di Ischia.
Avere tali importanti partner a sostegno delle nostre attività fa bene sperare nella positiva realizzazione dei progetti in corso.
Le pagine di questa pubblicazione sono così suddivise:

  • • poesie finaliste della quinta edizione del Premio internazionale di Poesia “Otto milioni”;
    • poesie premiate a concorsi banditi da associazioni culturali amiche della nostra DILA;
    • testi di autori già selezionati per la pubblicazione in precedenti nostre antologie;
    • testi di Soci della nostra associazione DILA;
    • testi di Bruno Mancini e Roberta Panizza;
    • presentazioni e/o interviste di personalità che collaborano in vario modo alle nostre attività;
    • immagini;
    • sponsor.

Una volta stampato, il volume sarà presentato, oltre che in occasione della cerimonia di premiazione delle poesie vincitrici del premio Otto milioni che si terrà nel Museo Etnografico del Mare della Città di Ischia, anche in altre sedi quali il Bookcity di Milano, il programma MANCINEIDE (che andrà in onda su Teleischia a partire da Settembre 2016), e nelle pagine culturali del quotidiano Il Dispari.
Il programma degli eventi previsti a complemento di questo libro è ricco e intenso e giova ricordare che esso sarà realizzato, anche in questa occasione, grazie solo ai contributi volontari di amici e simpatizzanti che collaborano alle attività culturali da noi proposte.
A tale proposito basterà precisare che presso il Museo del Mare a Ischia, così come a Vermiglio in Trentino, a San Possidonio in Emilia Romagna, e in numerose altre località italiane e straniere, sono in atto e continueranno ad essere proposti incontri culturali che spaziano in ogni settore del panorama artistico non solo italiano.
Il tutto, nella decisa convinzione che Ischia possa qualificarsi a livello internazionale non solo per il sole e per la bellezza del suo ambiente naturale, ma ANCHE come luogo d’origine di un genere di cultura priva di mediazioni lobbistiche atte a mortificare la qualità e il merito degli Artisti.
Doverosi e sentiti ringraziamenti desideriamo rivolgerli a Saverio Dionizio, illustre scenografo RAI, che ci ha regalate, inedite e autografe, le copertine del volume; ad Antonella Ronzulli per l’attiva collaborazione; a Ludoviza Zoli, vicepresidente della LITHO commerciale, editrice di questa antologia.
Con l’augurio di ritrovarvi, oltre le pagine di questo libro, tra i partecipante alle varie iniziative da noi organizzate vi auguriamo buona lettura.
Roberta Panizza

il-dispari-20161107-1-comp

MIMÌ QUILICI BUZZACCHI

ELEGANZA E POESIA DI COLORI E LUCI

Alla poetica del paesaggio quale spazio entro cui ritrovare le emozioni tra ricordi nostalgie, presenze e assenze è dedicato il percorso della mostra con protagonista Mimì Quilici Buzzacchi ((Mendole Mantova 1903 -Roma 1990) tra le più importanti artiste di opere grafiche del XX secolo.
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, e curata da Federica Pirani, Gloria Raimondi e Maria Catalano, la mostra, “MIMÌ QUILICI BUZZACCHI TRA SEGNO E COLORE”, allestita presso le tre sale della Galleria di Arte Moderna di Roma, aperta fino al 27 novembre 2016, presenta circa cinquanta opere di questa straordinaria artista tra dipinti, opere grafiche e documenti provenienti dalla Galleria d’Arte Moderna e dall’Archivio Mimì Quilici Buzzacchi.
Un percorso attraverso le fasi più significative della sua attività dagli anni Venti ferraresi agli anni Quaranta quando si trasferisce a Roma, fino alla morte nel 1990.
Un’occasione per conoscere meglio la sua attività incisoria e in particolare la xilografia cui si dedica fin dagli esordi, mostrando una grande attitudine e abilità tecnica, apprezzata tra gli altri in modo particolare da De Pisis che la incoraggia ad andare avanti su questa strada dedicandole anche un’interessante articolo sulle pagine del “Corriere Padano” a metà anni Venti.
Tra le altre figure di artisti e intellettuali a lei vicine negli anni ferraresi accanto a De Pisis, amico del marito Nino Quilici, sono Achille Funi e Carlo Socrate.
Numerose le esposizioni nazionali e internazionali di prestigio cui Mimì Quilici ha preso parte negli anni Trenta tra cui le Biennali veneziane e le Quadriennali di Roma, senza dimenticare la sua partecipazione, insieme a Funi e agli altri artisti dell’”officina ferrarese” al progetto decorativo che interessò i molti edifici realizzati in Libia durante il governatorato di Italo Balbo.
Per l’occasione creò l’affresco “La glorificazione delle Sante Felicita e Perpetua” nella cappella del Villaggio Corradini uno dei centri agricoli destinati ai coloni italiani.
Marine, scorci di edifici e campagne ferraresi, ritratti, le vedute di Roma dove spicca Monte Mario, ed ancora i paesaggi della sua produzione più recente, testimoniano l’evolversi di uno stile personalissimo, dove il segno caratterizza l’immagine esaltata da tratti decisi e da un colore forte e vibrante, tenue e caldo.
Attraverso la sua opera di grafica e pittura ha dato vita ad atmosfere di grande spessore emotivo, dove appaiono luoghi a lei famigliari o altri in cui si è recata successivamente come Bologna, Torino, Milano e Roma.
Intensi i paesaggi con il Tevere e la collina di Monte Mario (Sole su Monte Mario, Monte Mario e neve, e Luci di Roma), come anche le opere degli anni Venti: Mare e barche a Cesenatico e Campagna ferrarese, senza dimenticare Scogliere a Maratea del 1971 e il capolavoro Gli obelischi (xilografia su carta).
A chiudere la mostra, la proiezione del video “Immagini da sequenze amatoriali tratte dall’archivio privato della famiglia Quilici” e diverse opere di artisti a lei più vicini quali: Tato, Carlo Socrate, Virgilio Guidi e Filippo De Pisis. Quest’ultimo ha esposto ad Ischia presso il Castello Aragonese.

Silvana Lazzarino

Il Dispari 2016-11-07

Alessio Manega visto da Guido Arbonelli

Un nuovo, e questa volta giovanissimo musicista, si aggiunge al gruppo di Artisti che continuano a proporre la propria collaborazione ai progetti culturali MADE in Ischia, ideati e realizzati dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.
Si tratta di Alessio Manega classe 1990, compositore e musicista, che il M° Guido Arbonelli (vincitore del premio per la composizione dell’inno “Otto milioni” con la canzone “Girotondo di emozioni” dedicata ad Ischia), ci consiglia di seguire con attenzione, presentandolo a tutti noi con la scheda che segue.
E se Guido Arbonelli afferma che il “ragazzo vale”, noi gli crediamo anche ad occhi chiusi, ma ad orecchie bene aperte!
——————–
Nato a Soave, classe 1990, Alessio Manega si dedica da alcuni anni alla composizione della cosiddetta musica “colta”.
È iscritto al nono anno, presso il conservatorio E. F. Dall’ Abaco di Verona, al corso di composizione tenuto dal Maestro Federico Zandonà.
È arrivato ad intraprendere questo tipo di percorso dopo aver conseguito il diploma di scuola superiore presso l’Istituto d’Arte N. Nani di Verona, indirizzo architettura e arredo ed aver studiato, presso Lams di Verona, chitarra elettrica con Roberto Vanni e Rodolfo Speri.
Lo studio e la conoscenza della chitarra elettrica gli hanno permesso di apprendere tutti quei generi che fanno ormai parte del repertorio chitarristico contemporaneo come il blues, il funk, l’hard rock, il metal ecc…
Grazie a questo tipo di percorso, Alessio Manega si è affermato in diversi concorsi internazionali di composizione e, nel 2016, è riuscito ad aggiudicarsi il primo premio al Concorso Internazionale “2 Agosto” di Bologna, in cui viene esplicitamente richiesto, da bando, di sollecitare l’incontro tra diverse culture, invitando i concorrenti a far uso, se lo vogliono, anche di stilemi musicali tratti da tradizioni folkloriche, dal jazz, dal blues e/o dal rock.
L’obiettivo compositivo che ora si è prefissato è quello di continuare sulla strada del sincretismo, ovvero nel mescolare sapientemente i vari generi musicali, per creare qualcosa di personale e che lo contraddistingua e, non meno, per avvicinarsi alla sensibilità del pubblico contemporaneo.
Di sogni ovviamente ne ha tanti, ma il principale, per il momento, è quello di potersi affermare come compositore e di essere apprezzato nelle maggiori sale da concerto perché, secondo la sua personale opinione, è compito dell’artista quello di diffondere e far capire alle persone la propria arte e il proprio messaggio.
Un artista che fa di tutto per non farsi capire, viene meno alla sua funzione.
Appena ha saputo che avrei proposto la sua partecipazione ai progetti MADE in Ischia, la sua reazione è stata lapidaria: “Un’isola che da secoli è fonte di ispirazione per moltissimi grandi artisti. Una delle tante meraviglie che l’Italia può vantare.
Guido Arbonelli

alessio-manega

Il Dispari 2016-10-31

il-dispari-20161031-comp

Editoriale vanitoso:

vi propongo alcuni stralci di bozzetti ischitani tratti dal racconto “Così o come” pubblicato in “Per Aurora volume terzo”.

… le ascelle pelose della postina calabra lucana piemontese marchigiana durante l’ultima consegna in uno dei tanti pomeriggi asciutti di ferragosto.
Le scarpe di questa donna, sandali plastificati in una cantina del Viet Cong con impresso a fuoco sulla punta un simbolo parigino romano londinese napoletano giapponese brasiliano americano, ai suoi piedi apparivano deformi e più sconnesse delle mille strade prive di ordinaria manutenzione che avevano calcato nelle assolate giornate di agosti stremanti finanche per le cicale ed i grilli.
I bozzi degli alluci, deformati da ogni tipo di trauma, i calli ed i duroni a grappoli ed arcipelaghi, i solchi tra la pelle morta e stratificata sui calcagni, avevano, dopo anni di battaglie, avuto ragione dei tessuti fibrosi utilizzati nei laboratori artigianali dei bravi sudditi asiatici.
Filomena.
In dialetto Failina.
Per la gente del luogo “Failina ‘a pustera!”.
Solo chi non è stato ad Ischia durante la lunga esperienza lavorativa di questa donna non sa di chi parlo, per gli altri, per tutti gli altri, residenti o vacanzieri di pochi giorni, la sua esistenza è stata notata…
———————
Sebastiano, il meraviglioso esempio d’accogliente giullare che a cassetta della carrozza (perfetta nella struttura come una Jaguar, addobbata e truccata allo stesso modo della mitica Silvana), lasciando ai passeggeri l’emozione di tenere le redini, descrivendo luoghi a lui solo noti e raccontando aneddoti da nessuno mai verificati, riusciva, quando il musicale rotolamento dei cerchi sferragliava sul selciato in gran parte segnato dalla erosione delle acque piovane, intanto che un volo di passeri disordinato frusciava nell’aria dei meriggi cocenti ed abbaglianti, e mentre i capelli al vento della bella straniera schizzavano di giallo rosso nero biondo castano scuro moro le parti posteriori del cavallo sudato stanco, AOH, OH OH OH, CLOP CLOP, sotto il refolo di una scoreggia puzzolente che anticipava mini serie di botti petiferi vaporizzati sul muso della splendida turista in gita di nozze (o quasi), Sebastiano, si chiamava Sebastiano, in dialetto Bastiano, per la gente del luogo Bastian ‘o cucchiere, semplice come il mio racconto, riusciva a far ridere e creare poesia…
———————–
… Se oggi, nel 2005, un tipo si chiamasse Giliberto Giliberto, tutti noi avremmo difficoltà a trattenere il riso.
Giliberto era alto un metro e… solo un metro e un poco.
L’individuo più basso che ho incontrato nell’ultimo decennio era almeno di statura pari a quella di Giliberto in piedi sul predellino della sua lambretta.
Il piccolo uomo, alla fine degli anni cinquanta, aveva acquistato un innovativo motociclo che le prime volte guidava con tanto poca perizia da non riuscire a fermare fin che non ne esauriva la benzina.
Nei mesi successivi, in marcia su quel suo cavallo bianco di stagnola acciaio ferroso, il minuto caro fotografo girava in tondo tra via D’Avalos e via Gianturco, via Colonna ed il lungomare, via Roma via Mia e via Vostra, fino a quando, se tutto andava bene, il piede pigiava accidentalmente il punto in cui una leva di ferro fungeva da freno…
————————-
… -«B u o n g h i o r no, chi Renato artista? Pittore? Fa capelli mio f i g h i o?»
«Scene Madama, eccomi, tutto per te.
Francesco, acconcia il ragazzo, io penso alla froileine
Al topo, al topo, ahhh… une top… uhhh…»
Franco, quante volte devo dirti di non fare uscire sciù sciù dopo la colazione?
Riponilo in gabbia, vedi, la Signora ha paura.
Ti ho detto mille volte di non lasciarlo libero se ci sono persone sconosciute!
Non lo conoscono, poverine, e credono sia un topo!
Sciù sciù!
Madame non si preoccupi, ora lo risistemiamo nei suoi alloggi.
L’abbiamo cresciuto noi, da piccolo. Sapesse come era malconcio!
Dai Franco, sbrigati.
Al piccolo i capelli li facciamo con taglio moderno, a spazzola, oppure con basette lunghe alla amburghes?
Franco, Franco… e acchiappalo, sotto la sedia… come sempre il birichino.
Scenda, Madamoselle Froilein, non morde, vuole solo digerire il latte ed i biscotti che ha mangiato nella dispensa, è bravo, sciù sciù, non mord, scende, e scendi Signora, appoggiati, bella Signora, Madame la tedescona. Così eh così con il braccio intorno alla mia spalla, scendi piano piano, piano, piano, lentamente, fammi sentire le braccia sul collo, cazzo che zizzone, FERMATI, sciù sciù è sotto il lavello, Franco sbrigati, spicciati, aspetta non correre, piano, afferralo senza fretta, Madame è bona… azzo se è bona…»
Ahh… Ahh… eccolo…»
Niente paura ora ti prendo in braccio e ti porto al sicuro nel retrobottega, Francooooo, tieni a bada il ragazzo.»…

Qualche ora dopo

Bongiur, chi lé Renatò pittooor artistà? Pittor? Fet capellì mio petìt?»
Bell Madama, eccomi, tutto per tuà.
Frances, acconcia il ragas, io penso alla Francès
«Al top, al top, ahhh… an top… uhhh…»
Franco, quante volte devo dirti di non fare uscire sciù sciù dopo cena?
Riponilo in gabbia, vedi, la Signora ha paura.
Ti ho detto mille volte di non lasciarlo libero se ci sono persone estranee!
Non lo conoscono, poverine, e credono sia un topo!
Sciù sciù!
Cherì, non ti preoccup, ora lo risistemiam nel suo allogg natural.
L’abbiamo cresciuto noi, da piccolo. Sapess com lu er tre malconc!
Dai Franco, sbrigati.
Al piccolo i capelli li facciam con taglio modern a spazzola, oppure con baset lunghe alla marsiglies?
Franco, Franco… … e acchiappalo, sotto la sedia… come sempre il birichino.
Scend, petit cherì madame, non morde, vuole solo digerire il pollo e le patatine fritte che ha mangiat nella dispensa, è bravo, sciù sciù, non mord, scendi, Matam e scendi Signora, appoggiati, bella Signora, Madame la franceson. Così ohhh così con il braccio intorno alla mia spal, scendi piano piano, piano, piano, lentament, fammi sentire le braccia sul collo, cazzo che zizzona, FERMATI, sciù sciù è sotto il lavello, Franco sbrigati, spicciati… … aspetta, non correre, piano, afferralo senza fretta, Madame è bona… azzo se è bona…»
Ahh… Ahh… eccolo…»
Niente paur ora ti prendo in bracc e ti porto al sicur nel retrobotté.

Francooooo… … e tieni a bada il ragazzino!»

Bruno Mancini

Per Aurora volume terzo

ISBN 9781409282013
Pagine166
Prezzo € 11,29 (IVA esclusa)

Support independent publishing: Buy this book on Lulu.
per-aurora-volume-terzo-3-cop-iniz

Per Aurora volume terzo e-book
Prezzo € 3,12 (IVA esclusa)

Support independent publishing: Buy this e-book on Lulu.

il-dispari-20161031-1-comp

Salvatore Vitaliano:

L’isola di Ischia è una tappa che manca alla nostra lista

Diplomato in Clarinetto presso il Conservatorio di Vibo Valentia con votazione 110/110 nell’anno 2003/2004 si dedica alla musica orchestrale presso l’orchestra “Fausto Torrefranca di Vibo Valentia”.
Dopo qualche anno si arruola presso l’arma dei Carabinieri, dove inizia un duro percorso professionale non tralasciando mai la passione della musica.
Nel corso del tempo si dedica interamente alla musica moderna e contemporanea, fino ad arrivare alla musica blus e jazz, esibendosi in vari concerti e memorial di artisti di chiara fama purtroppo scomparsi.
Vincitore numerosi premi in concorsi musicali tra i quali basta citare il 1° Premio al 16° Concorso Nazionale giovani musicisti Benedetto Albanese 02/07 Maggio 2011 (Categoria BIG); il 1° Premio al 4° European Competition Città di Palmi 05/10 Aprile 2011(categoria BIG) e il 1° Premio al XI Concorso premio Borse di studio “Pasquale Benintende” Lions club “Fata Morgana” Villa San Giovanni 16 Dicembre 2012(Categoria BIG).
Nel periodo della sua carriera militare Vitaliano Salvatore non lascia mai la musica, continuando la ricerca della riflessione del suono attraverso l’anima.
Ciò al fine di comunicare le sue sensazioni personali, acquisite con il tempo attraverso l’esperienze quotidiane di vita, e trasmetterle in modo comprensibile a tutti.
Così si chiede e ci chiede: “Quale migliore mezzo della musica per migliorare uno stato d’animo?” Amante della natura e compositore di poesie, attualmente collabora con la Namaste Sound e Soul di clarinetti diretta dal M° Guido ARBONELLI, con la Sicily Choir clarinet come primo clarinetto, e con il gruppo musicale “Samarcanda”di Catania con il progetto cinema e musica.

Con una sua dichiarazione rilasciata in occasione della pubblicazione di questo articolo dice che: “A me e a mia moglie piace tanto viaggiare: siamo stati in tutta Europa e in altri continenti a visitare posti e tradizioni locali, nonché, la cosa più importante, assaggiare piatti locali tradizionali dove si può veramente capire di più la storia del posto.
L’isola di Ischia è una tappa che manca alla nostra lista, ma spero che un giorno potremmo visitarla anche perché tanti amici la consigliano come una tappa obbligatoria.
Chiudiamo questa breve presentazione con un suo aforisma: “Non ci sarà niente o nessuno che soddisferà la mia curiosità.”

Il Dispari 2016-10-31 il-dispari-20161031-tutto-ridim

bookcity-invito-milano-bruno-mancini

Il Dispari 2016-10-24

expo-dila-evento

bookcity-bruno-mancini-i-protagonisti

il-dispari-20161024-comp

Editoriale 

Editoriale breve e conciso come si conviene quando la notizia è più importante del commento.

Se poi la notizia è un’immagine in anteprima assoluta, allora non c’è spazio da rubarle per nessuna ragione che non sia la didascalia che l’accompagnerà.

Oggi, infatti, vi mostriamo per la prima volta, fresche di stampa, le due copertine dell’Antologia “Otto milioni 2016” che presenteremo il prossimo 20 Novembre a Milano nell’Aula Magna della SIAM quale evento inserito nei palinsesti di EXPO in città e di Bookcity.

Le copertine, disegnate dal famoso scenografo della RAI Saverio Dionizio (al quale rivolgiamo grandi ringraziamenti), daranno indubbiamente lustro al nostro evento che, giova ricordarlo, è l’unico Made in Ischia presente da due anni nei programmi dell’EXPO e del Bookcity.

Bruno Mancini      

il-dispari-20161024-1-comp

Cod 19: Elisa Ruthenberg

Bruce Lee profeta delle arti marziali
Te ne sei andato Bruce
profeta delle arti marziali
te ne sei andato nei miti
delle tenebre senza confine,
dov’è il Dio del mondo del Kung-fu.

Ove il vento trasporta le tue urla,
le tue gesta immortali e ti sei spento,
e con te si è “stutato”
il tuo modo unico dell’arte del combattimento.

No, Bruce! Tu vivi,
tu sei qui con il tuo essere vivo
e la tua trasparente filosofia.

Combatti, fammi vivere con te
la tua vita di eroe insoddisfatto
e come le platee che per te
sono andate in delirio nel mondo intero
anch’io chinerò il capo ricordandoti.

Ma poi rivedendo i tuoi film
e ascoltando la tua filosofia
di sublime maestro di Kung-fu
ritornerà in me la gioia
di sorridere e vivere.-

… Posa in pace Bruce.

 

Cod 29: Ester Margherita Barbato

Una nota sola
Sono una nota persa per la via
da un violino miscredente
che partoriva gemiti
pizzicando lamenti

Mi svendo per una serenata
che questa notte canti appassionata

Sarò nota puttana
regalando carezze mai narrate
al primo falso amore che incontrerò per via
-sia quello che sia-

Sarò dolce e obbediente, remissiva o tagliente
lasciva come mai, dominante e impudente
sarò serva e regina
fata e bambina

Sarò scaltra e cortese
e bacerò ogni bocca che mi sappia vivere
questa notte

Sarò amante sincera
-ve lo giuro-
per non restare un’altra notte

sola.

 

09: Janis Lapinskis

Le montagne raggiunte
Le montagne che abbiamo raggiunto
poi diventano solo colline.
Forse le montagne vere non esistono,
solo le cime bianche sempre nell’orizzonte.

E, se noi, raggiunta una cima, finalmente,
non potremo più trovare le montagne?
Scala scala, amico mio caro,
anche se le montagne non raggiunte

sono più una pianura concreta e disponibile.

In ogni caso, tu, amico caro
stai viaggiando verso la montagna vera,
poiché, tra le pianure e le colline,
le montagne vere non esistono, generalmente.

il-dispari-20161024-tutto-ridim

SEGNI, ALFABETI, SCRITTURE.

Percorsi nell’arte contemporanea attraverso la collezione Macro

I linguaggi dell’arte contemporanea che spaziano dalla pittura spesso materica alla fotografia, dal digitale al video, fino alla performance, raccontano con uno stile incisivo e immediato, spesso essenziale, ma sempre originale, aspetti legati al vissuto umano e sociale tra quotidiano ed extraquotidiano, visibile e invisibile.

Rappresentazioni di atmosfere reali, rielaborate nel tempo della memoria spesso nostalgica, o immaginiate dove diventa possibile cogliere quei processi interiori legati a stati d’animo e sensazioni individuali e collettive, appartengono allo scenario che di volta in volta restituisce l’arte contemporanea nel suo descrivere e interpretare le armonie e le incertezze dell’esistenza.

A dare voce al rapporto tra arti visive e scrittura nel loro creare rappresentazioni di parole e immagini, ripercorrendo la storia dell’arte dell’ultimo secolo dalle avanguardie storiche all’arte Concettuale del secondo Novecento, è la suggestiva mostra “Segni, alfabeti, scritture. Percorsi nell’arte contemporanea attraverso la collezione Macro” in corso al Macro di Roma in Via Nizza fino al 2 novembre 2016.

Promossa da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e curata da Antonia Arconti, il percorso, attraverso diverse opere non figurative di autori importanti del Novecento tra cui esponenti del Cubismo, Futurismo, Dadasimo e ancora della Pop Art e della Poesia Visiva, fino ad arrivare all’Arte Concettuale, indaga le varianti di questo rapporto arte/scrittura.

Quest’ultima può essere considerata sia in senso gestuale o calligrafico, sia in senso concettuale dove lettere e parole si inseriscono entro giochi linguistici e compositivi in divenire. Così lettere e parole possono divenire pure immagini, elementi compositivi indipendenti dal significato; e l’immagine, viceversa, creata dai segni dell’artista può diventare a sua volta scrittura.

Protagonisti di questa collettiva sono artisti di fama internazionale che hanno attraversato il secolo scorso o che si affacciano su questo attuale con diverse opere che sono entrate a far parte della collezione permanente del Museo.

Accanto a Giuseppe Capogrossi (del quale ricordiamo l’esposizione, nel 1997, presso la Galleria d’Arte Contemporanea del Monte di Forio d’Ischia) con l’opera “Superficie 572” realizzata nel 1955 (proveniente dalla Galleria di Arte Moderna di Via Crispi) che fa da incipit al percorso, ci sono Carla Accardi, Achille Perilli, Bice Lazzari, Antonio Sanfilippo, Gastone Novelli, Pietro Consagra, Gianfranco Baruchello e ancora Nicola De Maria, Domenico Bianchi, Vasco Bandini, Naoya Takahara, Maurizio Arcangeli, Claudio Adami, Luca Maria Patella e H. H. Lim.

A chiudere il percorso è l’opera di Claire Fontaine “Dignitybeforebread” del 2011, l’installazione al neon dedicata alla Primavera araba in Tunisia.

Da citare anche la presenza di artisti quali Alighiero Boetti e Emilio Isgrò, le cui opere provengono da prestiti esterni.

Ad Alighiero Boetti nel 2009 il Madre di Napoli ha dedicato un’interessante retrospettiva “Mettere all’arte il mondo: Alighiero & Boetti” curata da Achille Bonito Oliva.

Ciascun artista partendo dalla fascinazione della scrittura attraverso linguaggi diversi che vanno dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al digitale alternano semplicità e complessità nella forma e nella composizione per toccare tra verità e mistero luoghi fisici e metafisici

Opere che tra visto e immaginato, realtà e improvvisazione raccontano con nuova energia stati d’animo ed emozioni dell’individuo nel rapportarsi agli altri e ai luoghi della natura.

Silvana Lazzarino

SEGNI, ALFABETI, SCRITTURE.

Percorsi nell’arte contemporanea attraverso la collezione Macro

MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma

Sale Collezione, Via Nizza 138- Roma

Orario: da martedì alla domenica ore 10.30-19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)

Chiuso il lunedì

Fino al 2 novembre 2016

otto-milioni-cop-ant-x-serpico-ok-ridim

otto-milioni-2016-cop-post-ridim

Testo pubblicato sulla quarta di copertina dell’Antologia “Otto milioni 2016”

Questo volume rappresenta un’ulteriore evoluzione nella lunga serie di pubblicazioni realizzate negli ultimi nove anni da Bruno Mancini con la Direzione Artistica di Roberta Panizza.

Nate dall’idea innovativa di coniugare arte e business, le antologie che hanno preceduto questa “Otto milioni 2016” hanno avuto almeno due principali comuni caratteristiche.

La prima consistente nell’inserimento di pagine pubblicitarie, e la seconda riconducibile alla varietà dei testi provenienti da Autori Vari.

Mentre, riguardo la prima caratteristica, la grande diffusione (nazionale ed internazionale) dei volumi fin qui pubblicati ha convinto finanche il Museo Etnografico del Mare della Città di Ischia ad inserirvi sue pagine promozionali, la partecipazione di AAVV effettua, in questo libro, un ulteriore balzo in avanti in quanto, non solo risulta composta da Autori Vari, ma ha origine dalla collaborazione di numerose Associazioni culturali certamente tra le più attive del variegato mondo associativo italiano.

“Da Ischia L’Arte – DILA” presieduta da Bruno Mancini, “L’Arte del suonare” presieduta da Maria Luisa Neri e “CentroInsieme Onlus – Progetto Vela: Rendere Consapevoli” presieduta da Vincenzo Monfregola sono una garanzia di qualità artistica e letteraria che potrete apprezzare insieme alle fascinose immagini con le quali il celebre scenografo Saverio Dionizio ha voluto comporre le copertine del volume.

 

antologia-otto-milioni-2016-sulla-spiaggia-2

 

antologia-otto-milioni-2016-cop-5-ridim

 

Il Dispari 2016-10-17
Editoriale

Il Dispari all’EXPO in città & al Bookcity di Milano con il progetto DILA

E allora si inizia a “lavorare” per realizzare nel miglior modo possibile il BIG evento che vedrà l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” partecipare nel contesto di due palinsesti tra i più importanti del panorama culturale italiano e certamente i più qualificati della città di Milano e dell’intera Lombardia.
DILA, infatti, come è stato ampiamente descritto su queste colonne nello scorso 19 Settembre, unica rappresentanza culturale ed artistica MADE in Ischia, farà la sua parte domenica 20 Novembre sia nel novero degli eventi ammessi all’EXPO in Città e sia nel ristretto gruppo di manifestazioni approvate dal comitato organizzatore della quinta edizione del Bookcity, la quale, è opportuno precisare, è promossa dall’Assessorato alla cultura del Comune di Milano, dalle Fondazioni “Corriere Della Sera”, “Arnaldo e Alberto Mondadori”, “Giangiacomo Feltrinelli” e “Umberto ed Elisabetta Mauri”.
TITOLO DELL’EVENTO:
“Da Ischia L’Arte – DILA”
NOMI DEI PROTAGONISTI:
Bruno Mancini, Antonio Mencarini, Paola Occhi, Anna Di Trani, Guido Arbonelli, Natalia Benedetti, Maria Luisa Neri, Guido Menichelli, Silvana Lazzarino, Alberto Ghirardini, Gaetano Di Meglio, Ivan Caldarese, Antonella Ronzulli, Autori finalisti del premio “Otto milioni!”, Soci Associazione culturale DILA.
AUTORI E PRESENTATORI:
Bruno Mancini, Antonio Mencarini, Paola Occhi, Maria Luisa Neri, Gaetano Di Meglio. DESCRIZIONE DELL’EVENTO:
Momenti di cultura consistenti in letture di opere poetiche e di prosa; realizzazioni di opere grafiche in estemporanea; esecuzione di brani musicali appositamente creati per i nostri eventi; annuncio poesie vincitrici della quinta edizione del premio internazionale “Otto milioni” e loro lettura; illustrazione progetti Museo Etnografico del Mare “DILA”, Teleischia “Mancineide”, Giornale Il Dispari “Redazione culturale”, Nazionale Cantanti Lirici; presentazione e gratuita distribuzione di centinaia di copie, sia dell’antologia “Otto milioni 2016”, d’imminente pubblicazione, e sia dei quattro volumi antologici pubblicati per le quattro precedenti edizioni del Premio “Otto Milioni”.
TIPOLOGIA DELL’EVENTO:
Reading, comunicazioni, concerto, illustrazione progetti, arti varie.
LUOGO E DATA:
Aula magna della SIAM – Società Incoraggiamento Arti e Mestieri -Via Santa Marta 18 – 20123 Milano; domenica 20 Novembre 2016 dalle ore 10:00 alle ore 12:30.
INFO E CONTATTI: emmegiischia@gmail.com – Cellulare 3914830355

Ovviamente non poteva restare senza un segno di riconoscenza la grande disponibilità dimostrata da questa testata giornalistica verso i progetti culturali DILA e, pertanto, si è deciso di mettere a disposizione 10 inviti omaggio in favore dei lettori del Dispari che ne facciano richiesta per primi telefonando al 3914830355 (tutti i giorni dalle 14 alle 24 con l’avvertenza che NON rispondiamo a numeri segnalati come anonimi).
Bruno Mancini

expo-dila-evento

Il Dispari 2016-10-17

L’ORLANDO FURIOSO

festeggia 500 Anni dalla prima edizione con la mostra “I voli dell’Ariosto. L’Orlando furioso e le arti”

Opera simbolo del Rinascimento italiano, L’Orlando Furioso, per i suoi contenuti che raccontano di imprese cavalleresche tra amori, amicizia, vendette e incantesimi, e per i luoghi entro cui si svolgono le scene, ha acquistato un valore sempre più figurativo tanto che nel corso dei secoli sono stati diversi gli artisti che ad esso si sono ispirati per le loro opere.
In occasione dei cinquecento anni dalla pubblicazione della prima edizione dell’opera di Ludovico Ariosto nel 1516, considerata l’ultimo tra i romanzi cavallereschi e il primo tra i moderni, a Tivoli è stata allestita, fino al 30 ottobre 2016, una mostra nel suggestivo scenario di Villa d’Este.
Disincantato, misterioso e di ispirazione fantastica, L’Orlando Furioso si impose quale poema classico italiano conquistando subito diversi lettori dell’epoca del calibro di Cervantes e Machiavelli, e successivamente di Voltaire nel Settecento, fino ad arrivare a Pirandello e Calvino nel Novecento.
Curata da Marina Cogotti, Vincenzo Farinella e Monica Preti, la mostra è organizzata dal Polo Museale del Lazio e ripercorre attraverso sette sezioni l’impatto esercitato dal poema fino ad oggi sulle arti figurative.
La mostra, che pende spunto dalla fortuna visiva del poema, presenta disegni, dipinti, sculture, incisioni, ceramiche, e ancora arazzi, medaglie, carte geografiche, documenti e libri illustrati (opere realizzate tra il Cinquecento e il Novecento) a ripercorrere i temi del poema coinvolgendo visivamente ed emotivamente il visitatore.
Dalla prima sezione dove sono le prime tre edizioni storiche dell’“Orlando Furioso” (1516, 1521 e 1532) e alcuni ritratti cinquecenteschi di Ludovico Ariosto, messi in rapporto con rievocazioni storiche di episodi della vita dello stesso autore, si passa alla nascita e sviluppo di una nuova iconografia ariostesca con i dipinti di Dosso Dossi e Simone Peterzano.
È poi la volta di dipinti e cicli decorativi per palazzi cittadini e ville realizzati su committenza tra sul tema del poema.
Da ricordare anche Ruggero e Angelica di Ferdinando Tacca e Orlando Paladino di Tempesta.
All’età romantica è dedicata la sezione “Distrazioni romantiche”dove risaltano le opere di Giuseppe Bisi e di Massimo Taparelli d’Azeglio.
In Francia in quegli anni Jean AugusteDominique Ingres e Eugène Delacroix realizzano due opere in cui è descritto, con diverse sfumature, il momento in cui Angelica viene liberata da Ruggero a consolidare il tema del cavaliere che salva la dama.
Alla regia di Luca Ronconi è dedicata la sezione con le foto bianco e nero scattate da Ugo Mulas durante la rappresentazione a Milano, accompagnate dai disegni preparatori delle scenografie e dei costumi di Pier Luigi Pizzi per la versione televisiva del 1975.
Un viaggio nei sentimenti tra amori, gelosie, sfide, inganni che abitano un mondo fantastico e immaginario, ma che talora affiorano nella società di oggi.
Diversi sono i riferimenti ad ISCHIA presenti nell’opera di Ariosto: come quello presente nel Canto XVI, stanza 23 dove viene accennato ad un evento mitologico riferito al gigante Tifeo fulminato da Giove e schiacciato sotto il monte Epomeo, utilizzato da Ariosto per descrivere la furia di Rodomonte.
E ancora quello del canto XXXIII stanze 24/30 dove nel tratteggiare le guerra dei francesi in Italia si racconta dell’impresa di Carlo VIII che dalla Francia giunge fino al regno di Napoli senza toccare Ischia.

Silvana Lazzarino

dosso-dossi-angelica-e-orlando-furioso-gia-ninfa-inseguita-da-un-satiro

Il Dispari 2016-10-17

Redazione |NELLE FERITE DEL TEMPO

Antologia ideata e curata da Gioia Lomasti e Emanuele Marcuccio

Gioia Lomasti, da sempre vicina ai progetti culturali made in Ischia ed opinionista di questa testata, ha messo a segno un ulteriore e pregevole progetto non solo poetico letterario ed artistico ma anche rivolto al sociale ed alla solidarietà.
Da qualche giorno, infatti, è disponibile nelle librerie e nei canali di distribuzione web “Nelle ferite del tempo. Poesia e racconti per l’Italia”.
Si tratta di un’antologia di poesia e racconti curata dai poeti Gioia Lomasti e Emanuele Marcuccio, ivi presenti con due liriche.
L’opera si apre con una prefazione a cura del poeta Luciano Somma ed è impreziosita da un’opera xilografica del maestro Stephen Alcorn.
Il ricavato vendite andrà in primis per i terremotati del centro Italia.
Secondo le condivisibili intenzioni di Gioia Lomasti ed Emanuele Marcuccio, l’acquisto di questo testo, la cui lettura è gradevole anche per i giovani, potrà permettere alle nuove generazioni di avvicinarsi alla solidarietà in modo attivo e diretto.
Complimenti ed auguri dalla Redazione di questa testata e dall’Associazione DILA.

SCHEDA DEL LIBRO
TITOLO: Nelle ferite del tempo
SOTTOTITOLO: Poesia e racconti per l’Italia
A cura di: Gioia Lomasti e Emanuele Marcuccio
PREFAZIONE: Luciano Somma
Editing Cover Images: Marcello Lombardo e Gioia Lomasti
EDITORE: Photocity Edizioni
Link di acquisto: http://ww4.photocity.it/Vetrina/DettaglioOpera.aspx?versione=22932&formato=11894
GENERE: Poesia/Narrativa/Antologie
PAGINE: 128
ISBN: 978-88-6682-798-6
COSTO: € 10
FAN PAGE: https://www.facebook.com/nelleferitedeltempo/

nelle-ferite-del-tempo

DILA Il Dispari EXPO

Il Dispari 2016-10-14

il-dispari-20161014-tutto-comp

silvana-lazzarino-comp

Il Dispari 2016-10-10

Il Dispari 2016-10-10

Editoriale

Roberto Prandin sta scrivendo una sinfonia per Ischia & DILA!

Roberto Prandin, cooptato da Guido Arbonelli per aggiungersi alla folta schiera di valenti artisti che compongono il gruppo d’assalto con il quale la nostra Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” intende portare il MADE in Ischia, Arte in generale e Poesia in particolare, sul palco di primo piano che compete loro nell’attuale società italiana, si è presentato scrivendo una lunga lettera della quale riportiamo qui di seguito le parti salienti.

La sua valentia è riconosciuta a livello più che nazionale, e noi siamo orgogliosi di poterlo già considerare un membro collaboratore della nostra Tribù, ma ciò che maggiormente ci entusiasma è la prospettiva che ISCHIA potrebbe avere, dopo tante canzoni e canzonette, finalmente, la sua SINFONIA!
Ecco cosa ci ha scritto Roberto Prandin intitolando la lettera
SYMPHONY FOR ISCHIA
Avete presente un globetrotter? Ecco, quello sono io.
Da 40 anni a questa parte o forse da sempre.
Una vita a correre di qua e la con la musica nel cuore, una specie di febbre che ti spinge a creare a cercare cose nuove, e nel contempo soluzioni lavorative che permettano di arrivare a fine mese con dignità ma anche con due soldi in tasca, il che non guasta mai. Anzi.
E così, nato da famiglia decisamente povera, emigrata in Svizzera nel 45, alcuni mesi dopo la fine della seconda Guerra mondiale, quelli della valigia di cartone tanto per intenderci, perfettamente rievocati da Nino Manfredi in Pane e cioccolata, nel film di Franco Brusati, mi sono sin da bambino dato una mossa per non essere completamente sulle spalle dei miei che lavoravano per farsi una casa in Italia.
Ciò che fecero per poi svenderla all’atto in cui si separarono.
Un destino comune a molti figli di gente che a qui tempi cercarono fortuna lontano dal suolo italico.
Chi andava in Belgio, chi Francia, chi in Svizzera, oppure in America o in Australia.
Vita dura condizionata nel negativo da un’ignoranza abissale, intesa nel senso del “non sapere”, ma molto spesso rivalutata con la voglia di fare e di crescere anche se alle spalle ben pochi avevano degli anni di studio.
Mi padre, Attilio -Venesian de la Serenissima-, pressoché analfabeta, faceva il muratore e lo scalpellino e quando scriveva qualche cosa sbagliava tutte le doppie e non riusciva a cogliere la differenza tra il li e gli.
Non parliamo poi dei congiuntivi.
E forse li sbaglio anch’io.
D’altronde buon sangue non mente.
Scherzi a parte, cosi, ho fatto un po’ di tutto: il lavandaio, il garcon del fiorista, l’aiuto commesso, il boccia del muratore, anzi del manovale, questo verso i 15 anni.
Lavori, ovviamente effettuati nel tempo libero e quando la scuola me l’avesse permesso, che mi stavano distruggendo le mani. Ci si chiederà, quale fosse il motivo e se mio padre e mia madre non avessero a sufficienza denaro per garantirmi un livello di vita più o meno normale.
Avevo un progetto.
Amavo la musica alla follia.
Onestamente più delle ragazze anche se non mi sono certo mai tirato indietro.
Ma come non di rado avveniva, ai quei tempi ci si sentiva rispondere: se studi musica poi finisci sotto un ponte.
Ovviamente in veneto stretto.
E quindi: niet.
Non lo dico a caso…. Ma io no, insistevo: testa dura.
Pertanto, a 10 anni mi ero messo in mente di suonare la chitarra classica.
Con la complicità di mia madre che non ne comprendeva totalmente il senso, ma che mi amava alla follia, riuscimmo a trovarne una, forse di quarta mano.
Le madri sono sempre più dolci e accondiscendenti rispetto ai padri.
Ricordo che nella cassa aveva un crepa.
Pazienza.
In fondo le note uscivano ugualmente.
La rivendetti qualche anno dopo per comperare un primo flauto, scalcagnato pure quello.
I compositori.
Ne rimasi affascinato sin dal mio primo ascolto discografico: Le Stagioni di Vivaldi e subito dopo la Sinfonia del Nuovo mondo di Dvorak.
Con Beethoven ebbi qualche problema, dovetti attendere fino ai 18.
Stravinsky a 19.
Con Puccini fu amore a prima vista, visceralmente vissuto sin dalle prime note di Tosca che vidi al Donizetti di Bergamo verso i 16 e portato lì dalle mie zie e da mia nonna Ines, patite del Belcanto. Anzi ammalate di Del Monaco e della Tebaldi. Artisti immensi.
Nel 1963 dal teutonico lago di Costanza ci trasferimmo a Lugano.
Per mio padre rappresentava un passo verso il ritorno in Italia.
Ma non fu esattamente cosi poiché, ci rimanemmo per più di 40 anni.
Nel frattempo i miei genitori lasciarono questo mondo. Forse li ritroverò più oltre. Ci terrei.
Oggi vivo a Perugia ma a Lugano di tanto in tanto ci ritorno, principalmente per salutare i numerosi amici che continuo ad avere alla pari di tanti altri conosciuti qua per le strade del mondo.
Torno per un attimo alla mia adolescenza.
Dai 15 ai venticinque studiai flauto e composizione.
Molto seriamente.
Specie composizione che per me rappresenta la massima soddisfazione fisico-sonora in assoluto. Quando avevo 12 anni mi emozionavo fortemente nel sentire un accordo eseguito sul pianoforte. Una specie attrazione fatale.
Mi diplomai a 23 in flauto ma non in composizione: suonavo male il pianoforte poiché non trovavo il tempo per studiarlo come si sarebbe dovuto, anche perché, tra il 1979 ed il 91, avevo trovato da vivere facendo il cronista per il Giornale del Popolo di Lugano.
Mi impegnava 12 ore al giorno: non era mai finita. Ma è il destino del giornalista.
O cosi, oppure il mestiere non ti entra.
Per conseguire il diploma di composizione ci vuole l’ottavo di pianoforte. Impossibile.
Ciò mi ha creato un senso di colpa che porterò con me sino al giorno del giudizi, se ci sarà.
Però studiai anche Marketing Management & Communication a Milano, conseguendo un Master. Ciò mi ha aperto la strada all’insegnamento universitario.
Nel frattempo avevo vinto alcuni concorsi: presso la Malta University of Malta dove insegnai per 5 anni Cultural Management, poi All’Uni per Stranieri di Perugia, nei Master della Regione Toscana, al Conservatorio di Cesena e all’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Questo tra il 1997 e il 2009.
Nel frattempo il Governo Berlusconi fece la riforma universitaria. Rimasi a piedi.
Non gli porto rancore: è una questione di fair play e un po’ di credenza nel destino.
Io che ero a contratto, sempre reiterato senza problemi mi trovai immerso in un dramma.
Ritornai in Svizzera e feci il prof invitato all’Università professionale.
Due anni fa mi prepensionai e mi ritirai a Perugia, dove scrivo a getto continuo.
Ovviamente musica.
Torno per un attimo alla mia adolescenza. Intrapresi lo studio della composizione a 15 anni. E prosegui fino ai 25: armonia e contrappunto, Palestrina, Monteverdi, Orlando di Lasso, Gesualdo da Venosa, Mozart, Beethoven, e via di seguito, alla stregua di un certosino, impegnandomi fino 10 ore al giorno.
Ritengo che l’armonia per un compositore sia l’essenziale, anche se si è scelto la contemporanea. Per ciò che mi riguarda, ho definito uno stile che attinge in parte al newjazz trasformandone le movenze e le sequenze sonore attraverso un ibrido che transita dal Bel canto all’esperienza contemporanea.
Ma di quest’ultima non sono un patito anche se riconosco nei vari Berio, Stockhausen, Fukushima e altri ancora, una vera e propria genialità.
Io mi esprimo in modo diverso.
Negli ultimi 7 anni ho scritto un centinaio di pezzi. Recentemente ho terminato due dei 4 Concertus Peruginensis per Archi, l’Opera 31 e pochi giorni fa il Duetto d’amore per due clarinetti Op. 33 Nr1 per i miei amici Guido Arbonelli e Natalia Benedetti.
E Ischia cosa centra con tutto ciò? Domanda più che pertinente.
Quando, circa in mese fa, il mio amico Guido mi ha illustrato il progetto che sta attuando con l’Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA presieduta da Bruno Mancini, oltre a rimanerne affascinato ed entusiasta, ho ricordato che a 20 anni feci, in compagnia di un amico di Imola, pure lui figlio di emigranti, un viaggio nel Meridione.
Ci fermammo alcuni giorni a Napoli.
Ricordo perfettamente il Golfo, qualche cosa che a definire meravigliosa è ancora riduttivo.
Penso, una delle meraviglie del mondo: da mozzare il fiato.
Ci spiegarono la conformazione geografica e culturale di tutto quanto “vive” nel golfo.
Ebbene tra me e me, ricordo, come se fosse oggi, mi dissi, additando quell’isola: mi piacerebbe andare, ad Ischia.
A Napoli ci tornai di sfuggita 20 anni or sono: ero di passaggio.
Ischia non ebbi l’occasione di visitarla. Ma ho intenzione di recuperare. Spero presto, anche per il fatto che gli anni trascorrono inesorabilmente.
Questa nuova sfida artistica e culturale rappresentata dal new Made in Ischia di Mancini e del suo gruppo internazionale, unita all’azzurro del cielo ischitano che si specchia nel mare argenteo, mi danno la speranza ed il desiderio di scrivere un pezzo: For Ischia.
Sì, un pezzo proprio per Ischia e per DILA.
Forse per piccola orchestra. Ci sto pensando. Non so cosa ne potrebbe uscire, poiché quando mi metto a scrivere, fino a un secondo prima di mettere giù la prima nota, non so le dita cosa improvviseranno.
La composizione è un mistero.
Ecco in due righe e in estrema sintesi uno spaccato della mia vita.
Come si può vedere, è stato un vagabondare a destra e a manca, sicuramente con un senso, ma anche con il sentimento di chi cerca e a volte trova, a volte no, e allora cambia strada e guarda altrove, da un’altra parte.
Sono rimasto fedele al mondo popolare. In fondo sono impregnato dello spirito che contraddistingue la gente comune.
Non giro con la valigia di cartone, ma dentro di me è come se l’avessi.
Ciao Ischia, verrò. Presto.”
Roberto Prandin

P.S. L’ultima informazione ricevuta ieri dice che la Sinfonia è già pronta all’80% e sarà completata entro un paio di mesi!

Il Dispari 2016-10-10

 il-dispari-20161010-tutto-ridim

roberto-prandin-2

bookcity-invito-milano-bruno-mancini

Il Dispari 2016-10-03

Il Dispari 2016-10-03

COSÌ O COME

-Un racconto–

Parte prima
Capitolo terzo

C’era una volta ed ora non c’è più, è una espressione di dolore dissimulato, la maniera atavica di considerare una perdita, qualsiasi essa sia stata, al pari di un accadimento ineluttabile, una forza del destino, una scelta divina, a secondo delle diverse dottrine alle quali ci si voglia rapportare.
C’era una volta ed ora non c’è più, è comunque una frase meno sferzante e dolorosa di: c’erano una volta ed ora non ci sono più.
Meno sotto tutti gli aspetti: quantità, certezze, valori.
Non sempre è possibile accertare, per singoli eventi, quanti siano stati coloro che “C’erano!”.
Nel tentativo d’identificare chi o cosa valga l’affetto che gli dedichiamo, e ne sia degno fino al punto da meritare l’inserimento nel nostro personale elenco speciale dei “C’erano!”, dobbiamo ricostruire molte difficili certezze.
Non sono certo che esista, per ogni situazione, uno specifico sistema adatto a farmi assegnare valore alle univoche diversità, nel caso in cui esse rappresentino i tanti o tante che “C’erano!”
“Così o come”: così trama e dubbio (sempre lui), o come da rivolo a torrente, il mio segreto addio saluta le PINETE D’ISCHIA.
C’erano.
Grazie ai miei amici ed ai miei nemici, se mai ne ho avuti degli uni e/o degli altri, le PINETE D’ISCHIA non ci sono più.

Bruno Mancini
Per Aurora volume terzo
Copertina morbida, 166 pagine,
ISBN: 9781409282013
€ 11,29 (IVA esclusa)
http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-terzo/paperback/product-470688.html

il-dispari-20161003-1-comp

Michele D’Anca: Da “Centovetrine” a Jim Morrison

Ischia è conosciuta per la bellezza del territorio, per la sua arte e cultura e in particolare per il Film Festival, dove tanti artisti nazionali e internazionali si incontrano.
Per lui Ischia è un’isola straordinaria, dove riscoprire se stessi.
Michele D’Anca è uno degli attori più amati della soap “Centovetrine”, l’affascinante Sebastian Castelli.
Figlio di siciliani, bolognese di nascita e romano d’adozione, approda nel mondo del teatro e si diploma all’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, dove apprende dai grandi maestri l’arte della recitazione.
L’incontro con Luca Ronconi è stato determinante.
Da allora il suo percorso artistico e professionale è segnato da numerose partecipazioni in film, fiction e rappresentazioni teatrali di successo.
Dal suo ingresso nella soap di canale 5, continua ad essere apprezzato per quel talento che lo ha portato alla popolarità.
Ma dalla sua parte ha anche una grande sensibilità che gli appartiene.
Abbiamo il piacere di incontrarlo per una breve intervista rilasciata in esclusiva per la pagina culturale del quotidiano “Il Dispari” diretto da Gaetano Di Meglio.

Quanto è stata importante la preparazione all’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”?
L’Accademia mi ha dato modo di entrare nel mondo della recitazione dalla porta principale e più ambita. In questa scuola di stato si è formata la stragrande maggioranza dei teatranti italiani più noti e di talento.
È stata fondamentale perché mi ha fornito una preparazione totale, sia pratica che teorica e, soprattutto, mi ha dato modo di avere come maestri grandi artisti del palcoscenico come Luca Ronconi, Marisa Fabbri, Marise Flach, Angelo Corti, e tanti altri da cui ho ereditato gli insegnamenti del periodo d’oro della scuola teatrale italiana.
Quello che va all’incirca dagli anni 60 agli anni 80.
Ad esempio, avere la possibilità di recitare, a soli vent’anni, ne Il Sogno di Strindberg con la regia di Ronconi è stata per me un’esperienza formativa di altissimo livello artistico.

Lei è noto al pubblico per il ruolo di Sebastian Castelli in “Centovetrine”, qual è il punto di forza di questo personaggio e perché è così amato?
Penso che il punto di forza di Sebastian sia stato il suo essere un uomo senza scrupoli ma affascinante.
Un uomo che lotta nel bene e nel male per ciò in cui crede, e soprattutto per i suoi affetti più cari.
Un uomo che sa amare e odiare con la stessa intensità.
Un altro punto di forza è stato la mia preparazione.
Il duro lavoro.
La cura maniacale di ogni minimo dettaglio del mio ruolo.
La serietà con la quale ho affrontato lo studio e la messa in scena di questo bellissimo personaggio.
C’è stata una magica compenetrazione fra il mio lavoro e quello degli autori, che si sono divertiti a sfruttare al massimo quasi tutte le mie potenzialità recitative, facendo agire il mio personaggio nelle trame più disparate e intense, affiancandolo agli attori più preparati e amati della soap.
Inoltre, lavorare su Sebastian, mi ha coinvolto molto dal punto di vista emotivo e ne è uscito fuori un ruolo molto intenso e carismatico che ha saputo imporsi fra i tanti personaggi della soap fino a diventare un pilastro di Centovetrine.

Progetti?
In questo momento sto lavorando a una serie di progetti ideati ediretti da me, ai quali ho dato il nome di The Lizard King Project e che riguardano l’opera artistica del cantante e poeta Jim Morrison, di cui sono un profondo conoscitore e amante.
Riguarderanno reading, performance in voce e in musica, spettacoli teatrali e forme di collaborazione che avranno lo scopo di divulgare gli aspetti più umani e i testi scritti dal cantante dei Doors, dei quali indagherò le dinamiche sciamaniche, rituali, teatrali e poetiche.

Michela Zanarella
Socia Fondatrice dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

zanarella-intervista-michele-danca

il-dispari-20161003-tutto-ridim
Cod 18: Tina Bruno
A Mia madre
IL tuo sorriso levigato dalla bellezza,
Su un viso illuminato da un raggio di sole,
Oggi si è spento.
La tua anima come una libellula
È volata via
Spostandosi lentamente nell’aria
Fino a raggiungere il cielo stellato
Nel cui grembo è stata ammantata.
Mi manca quello sguardo
Al quale chiedevo la fine
Del mio pianto,
Sussurravo le mie angosce,
Parlavo del mio dolore,
Delle mie gioie
E trovavo la soluzione
Alle mie pene d’amore.
Mamma, aspetterò
Che la notte affondi,
E con un volo sulle ali del destino
Ti raggiungerò:
Per ammirare quel viso,
Illuminato dal sole,
Scolpito nel mio cuore.

Cod 28: Luca Cipolla
Luna nuova
Manto che rivesti la pianura,
ricamo d’infinite notti a sognare,
una laguna, spirto di ninfe,
quale arcano mistero disseti..
Non hai parole, solo versi,
strumento di vita,
grano di sabbia fine
che urla al vento la sua presenza.
Sposa dell’incanto, candida,
ora al cielo
ti lasci nuda,
sola a pensare.
La tua purezza
monda il mio sentire
e m’eclisso,
un’alba senz’accenti
che cerca il suo cammino.

Cod 08: Liga Sarah Lapinska
Se io fossi la strada
Come avrei voluto con i miei ultimi occhi,
adesso vedo da ogni direzione
-hai l’aureola azzurra, certo,
con le rughe come le ha tutta la terra.
Hai l’aureola sopra la testa piegata
nel crepuscolo che s’alza, di nuovo ignoto,
prima che s’accendono lampioni
sul mio boulevard tra muri già scuri.
Vedo, senza i miei, ancora i tuoi occhi.
La mia mano, trasparente nella sera
s’alza sul tuo collo. Un attimo
-e vibra la tua chakra timida!
Di mattina vado via, mentre i prati
diventano gialli di pollini e di api.
Amavo lo splendore dell’acqua
tra le canne pesanti nel vento…
Se io fossi la strada, io ritornerei
da te, dagli alberi,
nel boulevard tra muri già scuri.
Ma io sono solo il cuore. Io ero.
Se io fossi la strada, io ritornerei
dopo un giro tra soli nuovi,
riavendo gli occhi più chiari.

clelia-locandina-icona-a5-1748-x-2480-bozza-21
Ultimi giorni, fino al 6 Ottobre, per ammirare la mistica mostra di icone allestita da DILA nel Museo del Mare c/o il Palazzo dell’Orologio di Ischia ponte.

bookcity-invito-milano-il-dispari

.

 

DILA Il Dispari EXPO

Partecipazione antologie LENOIS

Il Dispari: una pagina per DILA

Il Dispari 2015 – 05 – 25

Il Dispari 2015 – 06 – 01

Il Dispari 2015 – 06 – 08

Il Dispari 2015 – 06 – 15

Il Dispari 2015–06–22

Il Dispari 2015–06–29

Il Dispari 2015-07-06

Il Dispari 2015-07-10 bus

Il Dispari 2015-07-13 foto

Il Dispari 2015-07-20

Il Dispari 2015-07-27 Sam – Zanarella

Il Dispari 2015-08-03

Il Dispari 2015-08-10

Il Dispari 2015-08-17

Il Dispari 2015-08-24

Il Dispari 2015-08-31

Il Dispari 2015-09-07

Il Dispari 2015-09-14

Il Dispari 2015-09-21

Il Dispari 2015-09-28

Il Dispari 2015-10-05

Il Dispari 2015-10-12

Il Dispari 2015-10-19

Il Dispari 2015-10-26

Il Dispari 2015-11-02

Il Dispari 2015-11-09

Il Dispari 2015-11-16

Il Dispari 2015-11-20

Il Dispari 2015-11-23

Il Dispari 2015-11-30

Il Dispari 2015-12-07

Il Dispari 2015-12-14

Il Dispari 2015-12-21

Il Dispari 2015-12-28

IL DISPARI 2016

Il Dispari 2016-01-04

Il Dispari 2016-01-11

Il Dispari 2016-01-18

Il Dispari 2016-01-25

Il Dispari 2016-02-01

Il Dispari 2016-02-08

Il Dispari 2016-02-15

Il Dispari 2016-02-20

Il Dispari 2016-02-22

Il Dispari 2016-02-29

Il Dispari 2016-03-07

Il Dispari 2016-03-14

Il Dispari 2016-03-21

Il Dispari 2016-03-29

Il Dispari 2016-04-04

Il Dispari 2016-04-11

Il Dispari 2016-04-18

Il Dispari 2016-04-22

Il Dispari 2016-04-25

Il Dispari 2016-05-09

Il Dispari 2016-05-16

Il Dispari 2016-05-23

Il Dispari 2016-05-30

Il Dispari 2016-06-06

Il Dispari 2016-06-13

Il Dispari 2016-06-20

Il Dispari 2016-06-27

Il Dispari 2016-07-01

Il Dispari 2016-07-04

Il Dispari 2016-07-11

Il Dispari 2016-07-18

Il Dispari 2016-07-25

Il Dispari 2016-08-01

Il Dispari 2016-08-08

Il Dispari 2016-08-15

Il Dispari 2016-08-22

DILA

Views: 1407

IL MAESTRO MICALIZZI E LA SUA BAND

Il Maestro Franco Micalizzi & la Big Bubbling Band

Grande successo nella Capitale

Autore di colonne sonore dalle atmosfere intense e d’ampio respiro per film indimenticabili, capace come pochi di infondere spessore attraverso una perfetta combinazione di ritmi e melodie alle emozioni dei personaggi tra rabbia e gelosie, entusiasmo e passione, giustizia e vendetta, il Maestro FRANCO MICALIZZI, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra, vede l’apice del successo con l’indimenticabile film “Lo Chiamavano Trinità” del 1970 con Terence Hill e Bud Spencer (quest’ultimo scomparso lo scorso giungo) che segnò l’inizio di una nuova serie di Western all’italiana. Seguono i successi con la colonna sonora per “L’ultima neve di primavera “, del 1974 il cui tema conduttore balza ai primi posti delle hit parade internazionali, e per la serie di film polizieschi, i cui temi verranno ripresi dallo stesso Maestro con la Big Bubbling band formata nel 2005. Si tratta di un’orchestra di 18 elementi con la quale il Maestro esegue le sue numerose colonne sonore e in particolare i temi dei “poliziotteschi” molto richiesti da un pubblico di appassionati (tra i suoi fan più illustri, il regista Quentin Tarantino).

il Maestro Franco Micalizzi e la B§and

il Maestro Franco Micalizzi e la B§and

A Roma lo scorso 10 novembre 2016 all’ Asino che vola, locale di tendenza della Capitale è tornata protagonista la Big Bubbling Band guidata dal Maestro Franco Micalizzi, per dare vita ad un concerto di grande emozione che ha entusiasmato il pubblico, letteralmente catturato da atmosfere forti e intense del genere western e poliziesco. Durante le due ore di concerto la Big Bubbling Band formata da musicisti di altissimo livello ha eseguito brani intramontabili di colonne sonore che hanno contribuito al successo di film altrettanto indimenticabili. Tra questi accanto a STRIDULEM THEME dalla col. son. del film THE VISITOR; RUNNING TO THE AIRPORT dalla col. son. del film IL CINICO, L’INFAME, IL VIOLENTO; CACCIA AL CINESE dalla col. son. del film IL CINICO L’INFAME IL VIOLENTO; sono DETECTING THE BOSS dalla col. son. del film ROMA A MANO ARMATA, MARILYN dal CD CELEBRITIES; FOLK AND VIOLENCE dalla col. son. del film NAPOLI VIOLENTA e TRINITY dalla col. son. del film LO CHIAMAVANO TRINITA’. E poi DOMINA dal CD VELENO; LUPIN III dalla serie di cartoni omonima, JESSICA’S THEME dalla col. son. del film CHI SEI; I WANT IT ALL dal CD SIRENE in uscita, HOSPITAL SEQUENCE dalla col. son. del film THE VISITOR, WINTWER IN BERLIN dalla col. son. del film IL GRANDE ATTACCO; per arrivare a BARGAIN WITH THE DEVIL dalla col. son. del film CHI SEI e HOT SPOTS dalla col. son. del film ROMA A MANO ARMATA.

Eric DANIEL e Flavio IANIRO (Sax alto) Cristiana POLEGRI (Sax Tenore). Massimo FILOSI (Sax baritono); Sergio VITALE, Settimio SAVIOLI, Luca IABONI (Trombe), Enzo DE ROSA, Carmine PAGANO, Walter FANTOZZI (Trombone), Salvo MUFALE (piano); Marco SINISCALCO (Basso El);. Alfredo BOCHICCHI (Chitarra El), Cristiano MICALIZZI(Batteria), questi i componenti della Band che hanno saputo restituire atmosfere energiche e forti riportando alla mente alcune sequenze caratteristiche di film avvincenti e intensi.

Valentina DUCROS e Luca VELLETRI con le loro magnifiche voci hanno reso ancor più ricca e avvincente la serata all’insegna della grande musica.

Silvana Lazzarino

Articoli pubblicati su ildispari24.it da Silvana

http://www.ildispari24.it/it/artissima-torino/

http://www.ildispari24.it/it/teatro-villa-torlonia-di-roma/

http://www.ildispari24.it/it/minerva-auctions-2/

http://www.ildispari24.it/it/lopera-di-anghelopoulos/

http://www.ildispari24.it/it/massedo-in-mostra-a-firenze/

http://www.ildispari24.it/it/giuseppe-antonelli-e-il-suo-italiano-vero/

http://www.ildispari24.it/it/alba-gonzales-apre-il-suo-spazio/

http://www.ildispari24.it/it/matthias-brunner-e-la-sua-installazione-magnificent-obsession/

http://www.ildispari24.it/it/il-dispari-20161014/

http://www.ildispari24.it/it/premio-musa-dargento-finale-nazionale/

http://www.ildispari24.it/it/organismi-tradizione-e-innovazione/

http://www.ildispari24.it/it/digital-life-2016/

http://www.ildispari24.it/it/european-photo-exhibition-award-a-viareggio/

http://www.ildispari24.it/it/teatro-lido-di-ostia-a-roma/

http://www.ildispari24.it/it/verdi-off-con-patrizia-canola/

http://www.ildispari24.it/it/sislej-xhafa/

http://www.ildispari24.it/it/arte-e-storia-nelle-banche-e-nelle-fondazioni-di-origine-bancaria/

 

 

Views: 23

ESPANSIONE DELLA MATERIA CON LE OPERE DI APORTONE

ESPANSIONE: ENERGIA E STATO DELLA MATERIA IN DIVENIRE

IN UN INCONTRO E MOSTRA DELLE OPERE DI ANTONIO APORTONE

Alla base del concetto di Espansione sono principi di energia che muovono masse e materie in costante trasformazione. Flussi energetici che influenzano e condizionano cicli di mutazioni cui sono legate le condizioni umane e le loro collocazioni spazio temporali. Questo principio di concentrazione di energie in costante espansione che crea trasformazioni e movimento condiziona anche i rapporti tra “materia chiara” e “materia oscura” che si associano e dissociano nel continuo fluttuare entro gli spazi determinati e indeterminati a creare sensate configurazioni. Le dinamiche espansive cui partecipa l’uomo investono le sue energie mentali e fisiche: energie mentali in espansione viste in chiave positiva, diversamente da quelle fisico territoriali e economiche percepite in senso spesso problematico. Se la fisica teorica studia la ragione e i principi che sono alla base dell’estensione delle materie, la filosofia, l’arte e anche la musica sono proiettate verso analisi più legate alle motivazioni inerenti a possibili visioni antropiche.

mostra trasmirazione

Espansione Trasmutazioni e Trasmigrazioni opere di Aportone

All’espansione derivante da presupposti energetici dove si definiscono processi trasformativi, dinamici e ininterrotti che investono in un movimento vitale ogni aspetto visibile e invisibile della realtà, è dedicato un interessante incontro Conversazione sul concetto di ESPANSIONE in programma domenica 13 novembre 2016 alle ore 10.30 a Roma presso il Museo delle Mura nell’ambito della mostra di ANTONIO APORTONE in corso al Museo fino al 20 novembre 2016. All’incontro partecipano: Catalina.O.Curceanu (fisico-INFN-LNF Frascati), Amedeo Balbi (fisico-Univ.Tor Vergata), Paolo Balmas (storico dell’arte- Univ. La Sapienza-Roma ), Irmela Heimbächer (musicologa – Pres.Fondaz. Isabella Scelsi ), Anselmo Aportone (docente di Filosofia- Univ. Tor Vergata-Roma).

L’esposizione “Trasmutazioni & Trasmigrazioni”. Opere di Antonio Aportone – AP.or.T1 a cura di Paolo Balmas, ripercorre il concetto di espansione attraverso opere con richiami e rimandi allo spazio espositivo. Frutto di un percorso di riflessione volto ad analizzare i fenomeni trasformativi ininterrotti che coinvolgono in un movimento vitale materie ed energie, la mostra, promossa da Roma Capitale Assessorato alla Crescita Culturale di Roma–Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, presenta una serie di opere in sintonia con lo spazio espositivo che attraverso immagini dal carattere concettuale rimandano a quei rapporti associativi e dissociativi tra “materia chiara” e “materia oscura” in costante movimento ed estensione negli spazi. “Estensione delle materie” è infatti il tema centrale che accomuna i lavori di Antonio Aportone distribuiti nelle tre sale del secondo livello del Museo e che rimandammo alle riflessioni poste dalla fisica teorica e alle possibilità espresse dall’arte a partire da un discorso che lega l’uomo alla sua percezione del cosmo. Mentre alcuni dei primi lavori dell’artista sono caratterizzati da linee e segni che creano tensioni filamentose, vortici e ondulazioni, quelli più recenti descrivono le trasmigrazioni delle materie attraverso espansioni di frammenti in riconfigurazione e le trasmutazioni ad opera di emerge chiare ed oscure attraverso mutamenti energetici. Sono espresse le energie che individuano la trasformazione cercando di restituire quell’attimo rendendolo meno infinito o duraturo, come sospeso tra “Inconsistenza” e “Durata”, tra il “non è ancora” ed il “non è più”, mentre le fasi di transito non sono comprensibili proprio perché gli eventi non si fermano.

Un viaggio tra visibile e invisibile, rappresentato e ipotizzato, visto entro una ricerca di compensazione tra il lato spirituale e quello scientifico. Ad accompagnare questi lavori in cui si cerca di comprendere l’effetto dell’Espansione della materia nel suo divenire e come questa influisca sullo stato dei diversi eventi, comprese le situazioni dell’uomo, sono le estensioni sonore di Giacinto Scelsi (autorizzate dalla Fondazione Scelsi) e le immagini di personaggi storici tra cui J.Beuys, V.Guerin, R.Parks, A.San-Suu-Ky, P.Soleri e R.Steiner, che hanno contribuito in diversi ambiti a ricercare una mutazione collettiva. L’artista incontrerà i visitatori durante i fine settimana per interagire sulla “interpretazione” e la dimensione “fisico-concettuale” delle opere.

Silvana Lazzarino

Trasmutazioni & Trasmigrazioni

Opere di Antonio Aportone – AP.or.T1

a cura di Paolo Balmas

Museo delle Mura

Via di Porta San Sebastiano, 18 – Roma

da martedì a domenica ore 09.00 – 14.00 (ingresso consentito fino alle 13.30).

fino al 20 novembre 2016

Ingresso gratuito

Informazioni; tel 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00)

www.museodellemuraroma.it

 Conversazione sul concetto di ESPANSIONE

Via di Porta San Sebastiano, 18 – Roma

domenica 13 novembre 2016 ore 10.30

Altri articoli pubblicati su Emmegiischia

https://www.emmegiischia.com/wordpress/dispari-2016-10-17/

https://www.emmegiischia.com/wordpress/vita-ed-emozione-nei-disegni-di-frangi/

https://www.emmegiischia.com/wordpress/giornate-europee-del-patrimonio/

https://www.emmegiischia.com/wordpress/anghelopoulos-a-meeting-art/

https://www.emmegiischia.com/wordpress/sara-santostasi-al-premio-musa-dargento/

https://www.emmegiischia.com/wordpress/pignatelli-torna-pietrasanta/

https://www.emmegiischia.com/wordpress/premio-pianeta-azzurro/

https://www.emmegiischia.com/wordpress/giovanni-kronenberg/

Articoli pubblicati su ildispari24.it da Silvana

http://www.ildispari24.it/it/artissima-torino/

http://www.ildispari24.it/it/teatro-villa-torlonia-di-roma/

http://www.ildispari24.it/it/minerva-auctions-2/

http://www.ildispari24.it/it/lopera-di-anghelopoulos/

http://www.ildispari24.it/it/massedo-in-mostra-a-firenze/

http://www.ildispari24.it/it/giuseppe-antonelli-e-il-suo-italiano-vero/

http://www.ildispari24.it/it/alba-gonzales-apre-il-suo-spazio/

http://www.ildispari24.it/it/matthias-brunner-e-la-sua-installazione-magnificent-obsession/

http://www.ildispari24.it/it/il-dispari-20161014/

http://www.ildispari24.it/it/premio-musa-dargento-finale-nazionale/

http://www.ildispari24.it/it/organismi-tradizione-e-innovazione/

http://www.ildispari24.it/it/digital-life-2016/

 

Views: 17