Sculture del Quattrocento in legno dipinto

Sculture del Quattrocento in legno dipinto

Fece di scoltura di legname e colorì. La scultura del Quattrocento in legno dipinto a Firenze a cura di Alfredo Bellandi con Marta Onali

Per tutta la prima metà del Quattrocento la scultura dipinta – lignea, in marmo o in terracotta – fu l’espressione del primato artistico della scultura. Questa mostra si propone per la prima volta d’indagare, attraverso un nucleo di circa cinquanta opere, la vicenda della scultura lignea policroma del XV secolo a Firenze, città in cui la vicinanza tra le botteghe, luoghi di conciliaboli tra scultori, pittori e architetti, fu spesso determinante per l’attività dei maestri del tempo.

Redattore: RENZO DE SIMONE
Informazioni Evento:

Data Inizio: 21 marzo 2016
Data Fine: 28 agosto 2016
Costo del biglietto: 8,00 euro
Prenotazione:Facoltativa
Luogo: Firenze, Galleria degli Uffizi
Orario: Da martedì a domenica, ore 8,15-18,50Chiusura: tutti i lunedì,
Telefono: 055 238 8651
E-mail: ga-uff@beniculturali.it

Sculture del Quattrocento in legno dipinto

 

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Caravaggismo nelle collezioni di Perugia

Caravaggismo nelle collezioni di Perugia

Si tratta di oltre 50 dipinti di grande rilievo rappresentativi non solo delle esperienze artistiche che si affermano in Umbria nell?arco di quattro secoli, dal Trecento al Settecento, ma anche di altri aspetti della cultura figurativa italiana dal Rinascimento al Barocco.

La progettazione della sezione “caravaggeschi” trae spunto dal fatto che in Perugia sono presenti opere di ottimo livello che in maniera diretta o indiretta si rifanno alla lezione di Michelangelo Merisi. Perno della sezione è costituito dal grande dipinto di Giusto Fiammingo, raffigurante La fuga del giovane nudo, già nella collezione Giustiniani di Roma, ora di proprietà della Galleria dei Gerosolimitani di via dei Priori a Perugia.
Accanto a questa tela vengono esposti i due magnifici Valentin de Boulogne della Galleria Nazionale dell’Umbria e una tela raffigurante I cinque sensi, di proprietà della Fondazione Orintia Carletti Bonucci che è copia antica tratta dal capolavoro di Valentin oggi nella Galleria Nazionale di Londra. La Fondazione Carletti Bonucci è inoltre proprietaria di due quadri del cosiddetto Maestro di Baranello, un raro pittore di cultura caravaggesca che sente parallelamente il richiamo del classicismo primo-seicentesco. Anche queste tele saranno in mostra, unitamente a un bel San Giovanni della Fondazione Marini Clarelli Santi e a un dipinto attribuito allo Pseudo-Salini della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia (Collezione Marabottini). L’esposizione include infine tre dipinti provenienti dal collezionismo privato: uno attribuito a Paolo Guidotti, notevole per forza espressiva e incisività realistica, uno attribuito al Jan Janssens e uno, davvero intenso, raffigurante Dedalo e Icaro, ritenuto di Orazio Riminaldi. Dalla selezione delle opere suddette si comprende come il linguaggio di Caravaggio abbia influenzato svariate aree geografiche svolgendo un ruolo unificante non solo a livello nazionale.

Redattore: RENZO DE SIMONE
Informazioni Evento:

Data Inizio: 20 marzo 2016
Data Fine: 20 novembre 2016
Costo del biglietto: gratuito
Prenotazione:Nessuna
Luogo: Perugia, Palazzo Lippi Alessandri
Città: Perugia
Provincia: PG
Regione: Umbria
Orario: dal martedì al venerdì, 15.30-19.30 sabato, 11-22; domenica, 11-20
Telefono: 075. 5724563
E-mail: info@fondazionecariperugiaarte.it
Sito web: http://www.fondazionecariperugiaarte.it/

Dove:

Palazzo Lippi Alessandri
Città: Perugia
Provincia: PG
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Il Dispari 2016-03-21

Il Dispari 2016-03-21

Il Dispari 20160321 comp

Editoriale
Come apertura di questa pagina desidero puntualizzare una breve annotazione relativa all’editoriale della scorsa settimana, in quanto in esso ho commesso un’imprecisione riguardante la comunicazione della stampa delle due opere finaliste del premio di grafica “Otto milioni” la cui pubblicazione, a differenza di come annunciato, era prevista per questa settimana.
Quindi, ripeto che le due opere classificate prime a pari merito nel premio di grafica “Otto milioni”  delle quali sono autrici Antonella Ronzulli e Liga Sarah Lapinska, e che ora vi mostriamo in anteprima assoluta in bianco e nero, potrete ammirarle nella splendida colorazione originale sulle due copertine dell’Antologia “Otto milioni 2016” che sarà pubblicata entro il prossimo mese di Agosto. Complimenti ad Antonella Ronzulli e Liga Sarah Lapinska che hanno ottenuto questo ulteriore meritato successo.
Silvana Lazzarino ci parla della mostra allestita in omaggio di Renzo Arbore, illustre amico dell’isola d’Ischia e ci ricorda uno sfizioso aneddoto riconducibile ad una sua vacanza nella nostra isola.
Da Angela Maria Tiberi, vincitrice della quarta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni”, riceviamo un’interessante relazione sul convegno che si è tenuto a Sermoneta in occasione della festa della donna infiocchettato con un suo vibrante omaggio poetico alla scrittrice  Silvana Arbia che ricopre (ed ha ricoperto) ruoli importantissimi nell’amministrazione della giustizia italiana ed internazionale (Giudice della Corte d’Appello di Milano,  Cancelliere Capo della Corte Penale Internazionale dell’AIA, C.I.E.F. OF PROSECUTIONS TRIBUNALE ONU RUANDA, fondatrice del Tribunale Internazionale dei diritti umani, Presidente della Fondazione Silvana Arbia ecc.).
Poiché a Pasquetta, com’è ovvio, non saremo in edicola, la chiusura di questo scritto è tutta dedicata agli auguri per una serena Pasqua e giorni collaterali. Auguri a tutti indistintamente, sperando che dall’uovo pasquale escano, anche, notizie positive per il gemellaggio con Torrenova, per la definizione dei progetti al Bookcity e per una maggiore attenzione generale da parte di tutti (amministratori, sponsor, aziende, turisti, cittadini…) verso l’Arte e la cultura MADE in Ischia.
Bruno Mancini

Liga Sarah Lapinska premio di grafica Otto milioni comp

Antonella Ronzulli premio di grafica Otto milioni compIl Dispari 20160321 2 comp

LA CARRIERA DI RENZO ARBORE RACCONTATA IN UNA MOSTRA A ROMA
Renzo Arbore lungo cinquant’anni di carriera con il suo carisma e la sua originalità ha dato un nuovo impulso alla canzone e alla storia della televisione e del costume del nostro Paese.
I suoi programmi radiofonici, le indimenticabili trasmissioni televisive, i concerti con la sua Orchestra Italiana, hanno dato spazio al suo talento di musicista, compositore e interprete di canzoni, conduttore e regista, cui non è mai mancata quella vena ironica espressa sia nell’ambito dello spettacolo sia nella vita privata.
Ai 50 anni della sua straordinaria carriera legati alla Rai Radiotelevisione Italiana è dedicata una suggestiva mostra aperta a Roma presso il Macro Testaccio (spazi della Pelanda) fino al 3 aprile 2016. La mostra RENZO ARBORE. La mostra videos, radios, cianfrusaglies che si apre con un invito a liberare la mente da ogni preoccupazione, espresso nella frase “lasciate ogni tristezza voi ch’entrate”, attraverso dieci sezioni, traccia il suo iter artistico tra spettacoli, tour internazionali, film, libri, cui si accompagna il suo costante impegno umanitario a fianco della Lega del Filo d’Oro di cui è testimonial da anni.
Il percorso allestito dai suoi storici collaboratori per le scenografie degli spettacoli: Alida Cappellini e Giovanni Licheri, guida i visitatori nel suggestivo mondo di uomo di spettacolo, appassionato di musica, radio, cinema, collezionismo. Si procede da spettacoli televisivi “Quelli della Notte” e “Indietro Tutta” a quelli radiofonici “Bandiera Gialla” e “Alto Gradimento”, dalle prime esperienze musicali con la Barilla Boogie Band, agli Swing Maniacs, fino ai concerti dell’Orchestra italiana, per arrivare ai suoi film, sketch pubblicitari, documenti audio e video, poster, album e fotografie. Con la sua Orchestra Italiana fondata nel 1991, Arbore ha fatto di un sogno una vera e propria “mission”: far rivivere il nuovo/antico suono di Napoli attraverso una rinnovata emozione conquistando i grandi teatri d’Italia e del mondo così da promuovere la musica italiana più internazionalmente conosciuta.
Le stazioni del percorso, che rappresentano le sue passioni: l’America, il Collezionismo e la Plastica, il Cinema, i Viaggi, la Televisione, le Città e gli Amici, la Moda e il Design, la Radio e infine la Lega del Filo d’Oro attraverso suoni, colori, immagini ed oggetti svelano curiosità e momenti importanti della sua vita, raccontando anche un pezzo della storia d’Italia e degli Italiani. Accanto alle “cianfrusaglies” di ogni tipo con oggetti di plastica vi sono i suoi strumenti musicali tra cui i clarinetti, le radio d’epoca, le cravatte sgargianti, i gilet dai vari colori, e i cappelli di diverse fogge. Amato da tutti per simpatia e semplicità Arbore è testimonial della Lega del Filo d’Oro, associazione che si dedica all’assistenza, alla riabilitazione e al reinserimento nella società delle persone sordo-cieche e pluriminorate psicosensoriali.
L’interesse di Arbore per il collezionismo ha un riferimento aneddotico che si svolse ad Ischia, quando, negli anni ‘70, durante una sua sosta serale presso il Bar Italia in compagnia della già affermata Mariangela Melato, fu attratto da una vetrina contenente un cospicuo numero di esemplari diversi delle così dette mignonnettes di liquore (veri pezzi da collezione), scegliendone e decidendo di comprarne un numero esagerato… tanto che la Melato mostrò qualche segno di irrequietezza per il tempo che lui stava dedicando alle “bottigline”.
Silvana Lazzarino 

RENZO ARBORE
La mostra.
Videos, radios, cianfrusaglies
“Lasciate ogni tristezza voi ch’entrate”
MACRO, Testaccio, La Pelanda – Centro di produzione culturale
Roma- Piazza Giustiniani 4
Orario: da martedì a venerdì ore 14.00-20.00,
Sabato e domenica ore 10.00-20.00; chiuso lunedì,
Aperto 28 marzo ore 10.00-20.00
La biglietteria chiude un’ora prima
Fino al 3 aprile 2016
Informazioni e prenotazioni: tel. 199.15.11.21

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Il Dispari 20160321 tutto ridim

ACCADEMIA INTERNAZIONALE ARTE E CULTURA DI MICHELANGELO ANGRISANI
Nuovo cenacolo della poesia – Festa della donna
 
Sermoneta, 8 marzo 2016
Presso la trattoria “Da Elena” Corso Garibaldi 8 Sermoneta cell. 3247885259

l’8 Marzo è solo giorno dell’anno da ricordare per tutto l’anno o è il punto di partenza per comprendersi e stare bene fra amici, nella famiglia, nella società?
Da dove si deve iniziare per stare bene e felicemente insieme?
Si deve dialogare con profondo rispetto e trovare la base comune fra la coppia e abbattere ogni barriera esistente nell’ambito familiare e nell’ambito sociale?
Si può fare di più ma l’importante è iniziare a costruire le fondamenta di un rapporto fra l’uomo e la donna.
Le fondamenta per costruire la base comune: iniziamo a meditare sul significato della parola donna.
Donna.
Femmina fisicamente adulta della specie umana. L’espressione ebraica per donna è ‘ishshàh (lett. uomo femmina) ed è resa anche “moglie”. Similmente il termine greco gyné viene tradotto sia “donna” che “moglie”.
Significato della parola uomo
Termine ebraico adhàm significa uomo, dal greco ànthropos significa “uomo, genero umano”, anér significa “uomo, maschio, marito”.
Dove si incontrarono l’uomo e la donna nella storia? Nel Paradiso terrestre o sulla Terra.
La leggenda della civiltà umana la conosciamo tutti.
Pensate che Dio prese una costola dell’uomo vicino al cuore e non un arto o altra parte del corpo umano cioè il luogo dei sentimenti e della vita e dalla scacciata degli esseri umani nell’Epoca d’oro iniziarono le sofferenze fra gli esseri umani e le incomprensioni e l’odio e tutte le bruttezze della generazione umana.
Si augura a tutti un buon vivere insieme e si ringraziano tutte le associazioni di volontariato che si occupano della donna come il Centro Donna Lilith di Latina, A.E.D.E., Servizio Antiviolenza Donna 1522, e tutte le autorità che si occupano della parità dei diritti umani.
Si ringrazia il drammaturgo Mario Fratti italo-newyorkese che ha dedicato la sua vita a scrivere opere che valorizzano le donne e la loro lotta per i loro diritti spesso negati dai tiranni, ricevendo oltre 18 AWARD, e le sue opere vengono tradotte in 20 lingue e vengono rappresentate nei principali teatri mondiali.
Si può uscire da questa situazione d’incomprensione e di odio?
Si, con l’Amore e la poesia
Poesia significa comporre, creare, capacità di esprimere un contenuto di idee e sentimenti in modo atto a commuovere, a suscitare emozioni, a eccitare la fantasia: “Tutti gli uomini…hanno nel fondo dell’anima una tendenza alla poesia” (Berchet).
Per creare la base comune della vita fra gli esseri umani si ricorre all’amicizia.
Si tralascia per la festa della serata: la storia e la riconoscenza dell’esistenza dei diritti umani.
Si può dedicare una serata d’incontro per illustrare questa parte avvincente sui diritti umani sulla donna  invitando l’Illustre Giudice della Corte d’Appello di Milano, dott. Silvana Arbia, scrittrice – Cancelliere Capo della Corte Penale Internazionale dell’AIA, C.I.E.F. OF PROSECUTIONS TRIBUNALE ONU RUANDA, Silvana Arbia, fondatrice del Tribunale Internazionale dei diritti umani e Presidente della Fondazione Silvana Arbia.

Dedico al giudice Silvana Arbia la poesia “Un ruggito”.

Un ruggito
 
Un ruggito squarcia il tempo,
là nell’orizzonte mondiale, si nota una luce d’ammirare.
Una donna amazzone con un urlo simile al leone combatte,
senza stancarsi, le atrocità, le violenze, i genocidi della povera gente.
Non importa il colore, ha importanza il cuore.
Tutti si risvegliano dal grande rumore.
è nato il Tribunale Internazionale che combatte l’orrore da non dimenticare: “Ruanda”
La piccola donna è vicina al mio cuore e mi emana tanto calore di Umanità,
perché la giustizia umana esiste e vince sulla vasta infamità.
Finalmente esiste la libertà e la giustizia dei dimenticati.
Libero sono da ogni atrocità!
 
Angela Maria Tiberi

Bruno Il dispari

Il Dispari 2016-03-14

Il Dispari 20160314 comp
Editoriale.

Tutto al femminile!

L’editoriale di questa settimana è ridotto all’osso per dare spazio, come promesso, alla pubblicazione delle due opere classificate prime a pari merito nel premio di grafica “Otto milioni”. Antonella Ronzulli e Liga Sarah Lapinska ne sono le autrici. I loro due dipinti, che ora mi mostriamo in anteprima assoluta in bianco e nero, potrete ammirarli nella splendida colorazione originale sulle copertine dell’Antologia “Otto milioni 2016” che sarà pubblicata entro il prossimo mese di Agosto. Complimenti ad Antonella Ronzulli e Liga Sarah Lapinska che hanno ottenuto questo ulteriore meritato successo.

Non potendo, per ragioni di spazio, pubblicare tutti gli omaggi alla “Donna”che ci sono stati inviati in occasione della festa dell’8 Marzo, abbiamo inteso compendiarli attraverso l’articolo “Tre donne una sola poesia” che ci pare renda bene il senso delle varie tipicità nelle quali si manifestano positivamente le attività femminili.

La brava e costante Silvana Lazzarino ha trovato anche lei un modo per esaltare i pregi femminili e non ha mancato il colpo proponendo, in maniera soft, la deliziosa presentazione di un regista cinematografico piuttosto “scabroso” come lo è Tinto Brass, il quale, delle donne, ne ha spesso messo in primo piano la bellezza fisica con particolare attenzione verso il così detto lato B.

Restando sempre in tema femminile, questa pagina presenta un articolo proveniente dalla Sicilia tramite la penna del cantautore che ha “schizzato” per noi un personaggio di quelli che vorremmo ne fosse pieno il mondo. Perché lo vorremmo, potrete capirlo agevolmente leggendo la presentazione di Nicolina La Spina.
Alla prossima!
Bruno Mancini

Antonella Ronzulli premio di grafica Otto milioni compLiga Sarah Lapinska premio di grafica Otto milioni comp

Il Dispari 20160314 1 comp

Nicolina La Spina, la poetessa dei Nebrodi

In un antico paese dei Nebrodi, Alcara Lì Fusi (Me), nasce la poetessa Nicolina La Spina. Sposata e madre di un figlio, attualmente vive a Torrenova (Me), ove gestisce un accogliente bed and breakfast, denominato “Villa dei Principi”,  in cui all’abilità culinaria della poetessa-cuoca che riesce a soddisfare anche i palati più raffinati, si associa la delicatezza e l’intensità dei suoi versi poetici che inebriano l’anima.

La sua poesia, scritta soprattutto in vernacolo, ripercorre con grande nostalgia i tempi che furono, attraverso la disamina di  un passato che si reggeva su importanti valori morali che rendevano l’esistenza serena, colma di gioie e di grandi ricchezze interiori. Oggi, lamenta la poetessa, tutto è cambiato, perché non esiste più lo spirito di sacrificio di una volta. Al centro dei suoi ricordi poetici vi sono gli usi e i costumi siciliani del passato: il fidanzamento col suo rituale d’obbligo, basato sull’interessamento della vicina di casa, sull’accettazione da parte della fidanzata della scelta fatta per lei dai genitori; sull’importanza e sul significato della serenata ecc. Tutto ciò, scritto in satira burlesca, quasi a volere mettere in discussione le ataviche usanze del popolo siciliano che abitava nell’entroterra e, in particolar modo, del popolo di Alcara li Fusi, culla di bravi artisti, un paese sempre pronto ad accogliere i forestieri con gioiosa ospitalità.

Spesso Nicolina ricorda con grande nostalgia gli avvenimenti particolari della sua vita: da quando arrivò la corrente elettrica, a quando il padre istallò la prima bombola di liquigas per cucinare,  all’armonia che regnava nella casa dove viveva con la sua meravigliosa famiglia. “Quando erano tutti riuniti”, scrive la Sig.ra La Spina, “era uno spettacolo. I miei genitori, le due sorelle di mio padre, i miei nonni e le amiche del quartiere, venivano a farci compagnia e in quell’ occasione mio padre si esibiva con la chitarra e ci faceva ascoltare della buona musica. Che bello ripensare a tutto questo!

Nicolina La Spina ha partecipato a parecchi concorsi di poesia, conseguendo numerosi attestati e riconoscimenti, ha frequentato un corso per la conoscenza e la divulgazione della lingua siciliana; ha conseguito il diploma di animatrice di comunità.

Tra le sue opere più importanti, in vernacolo, ricordiamo: “Me nanna e la so fidi”(“Mia nonna e la sua fede”); “Adamo ed Eva e l’amuri” (“Adamo ed Eva e l’amore”); “ Disiata” (“Desiderata” Elegia del padre alla neonata figlia).

Sicuramente con l’imminente gemellaggio che avverrà tra Ischia e Torrenova, le opere della poetessa Nicolina La Spina, potranno costituire il libro dei ricordi della terra di Sicilia e le sue poesie ne saranno le pagine più belle ed espressive.

19 Poetessa Nicolina Spina proprietaria del BB “Villa dei principi” Torrenova (ME).

Bruno Il dispari

Angela Maria Tiberi – Silvana Arbia – Roberta Panizza

Tre donne: una sola poesia.

Angela Maria Tiberi, vincitrice della quarta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni”, ha voluto dedicare una poesia a Roberta Panizza Direttrice Artistica di DILA (Associazione culturale “Da Ischia L’Arte”) che volentieri pubblichiamo accompagnandola con uno degli innumerevoli attestati di stima artistica e personale dei quali Angela Maria Tiberi può vantarsi a buona ragione.

La testimonianza di apprezzamento umano e artistico verso Angela Maria Tiberi, l’ha scritto Silvana Arbia che è personaggio di primissimo piano nella lotta alla criminalità nazionale ed internazionale se solo si consideri che ha ricoperto dapprima il ruolo di Magistrato della Corte Suprema di Cassazione italiana, poi è stata nominata alla massima carica di Registrar (ovvero Capo del principale organo amministrativo della Corte Penale Internazionale dell’Aia), ed ora, dal 2013, è rientrata nel ruolo di Magistrato presso la Corte d’Appello di Milano.

Vincitrice del premio Levi 2012, insignita nel 2013 dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine Nazionale della Legion d’Honneur dal Presidente della Repubblica Francese, premio per la Pace 2013 del Soroptimist International of Europe, Silvana Arbia ha scritto di Angela Maria Tiberi:

Ammirando il suo coraggio, la sua forza e la sua incrollabile fiducia nell’essere umano.

Ringraziandola per l’instancabile impegno per i più deboli e per l’inesauribile produzione di opere che denotano la sua grande generosità nel condividere con molti la sua cultura e il suo pensiero.

Nel mio lungo percorso all’interno della giustizia nazionale ed internazionale ho incontrato raramente donne come Angela, capace non solo di fare, ma anche di comunicare il bene.

Con l’augurio che la sua opera possa fruttificare sempre ed ovunque.

A ROBERTA PANIZZA

Ardore e calore poetico emani,
nel dirigere l’arte DILA,
con destrezza da Val di Sole
fino a raggiungere l’amata Ischia.
Ischia è il cuore della lirica chioma
che ricorda la Grande Guerra,
quando sui monti del Trentino si versarono
in quegli anni sangue di giovani vittime
costrette a sacrificarsi tra le nevi delle vette
per donare pace e serenità alla nostra amata Europa.
La guerra maledetta continua a seminare morti
senza mai fermarsi sul martoriato pianeta.
I versi escono dall’intimo umano per ricordare
quei giorni funesti senza più lacrime…

Angela Maria Tiberi

Il Dispari 20160314 tutto ridim

TINTO BRASS: UNO SGUARDO LIBERO

Stefania Sandrelli. Claudia Koll, Debora Caprioglio e Serena Grandi per la loro bellezza procace, ma mai volgare sono diventate delle vere e proprie sex simbol negli anni Ottanta, in particolare grazie ad un regista che di loro ha saputo esaltare curve mozzafiato, ma allo stesso tempo sensualità e fascino, Giovanni Brass, in arte Tinto Brass. Attraverso giochi di sguardi, movenze, portamenti Tinto Brass ha costruito un immaginario di donna seducente e passionale descritto in film come La Chiave, Così fan tutte, Miranda che sono entrati a far parte di un genere, quello erotico, cui lui ha saputo dare un valore aggiunto lasciando parlare la bellezza di corpi sensuali e ad un tempo appassionati e misteriosi.

A Roma al Complesso del Vittoriano negli spazi del Salone centrale è in corso la prima grande esposizione dedicata a questo maestro del film erotico, ma anche sperimentatore impegnato nel teatro e nel montaggio. Curata da Caterina Varzi e realizzata da Comunicare Organizzando, la mostra TINTO BRASS: UNO SGUARDO LIBERO con il patrocinio di Roma Capitale e la collaborazione di Istituto Luce-Cinecittà, Rai Teche e Acea, presenta un percorso in cui viene dato spazio ad un’immagine di Tinto Brass non solo legata al genere erotico da lui affrontato con leggerezza e talora ironia a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, ma anche al suo aver saputo attraversare altri contesti passando dalla commedia al western, dal giallo al noir. A sottolineare  questo suo viaggio nella vita nei pensieri di uomini e donne a cogliere e svelare le loro ossessioni, paure, entusiasmi, malinconie, tra tradimenti, bugie, passioni, vita sociale, sono le foto di scena dove ad esempio è ritratto con Alberto Sordi, Roberto Rossellini, le sceneggiature, i copioni originali, i dialoghi e gli articoli di quegli anni apparsi sui giornali. E ancora lettere indirizzate a registi come Mario Soldati, Goffredo Parise e Terry Carter, oggetti di scena, documenti inediti, manifesti e costumi. Nel genere erotico Tinto Brass esplora le infinite possibilità della seduzione: attraverso il guardare sono messe in gioco le emozioni prodotte dallo sguardo dove entrano in azione gli altri sensi a creare attesa e desiderio.

Il pensiero del regista che si riassume nella frase “La vita è semplice ma complicata dalla paura che le persone hanno della libertà” viene ripercorso attraverso questa mostra dove si possono vedere anche alcuni estratti di “Istintobrass”, documentario realizzato nel 2013 dal regista Massimiliano Zanin e presentato in selezione ufficiale alla 70° Mostra del Cinema di Venezia. Il film racconta la figura e la carriera di Tinto Brass attraverso un’inedita intervista al regista, le parole dei premi Oscar Helen Mirren e Ken Adam e di personaggi del cinema e della critica italiani quali Gigi Proietti, Franco Nero, Adriana Asti, Marco Muller, Marco Giusti, Gianni Canova.

Ad Ischia Tinto Brass si è recato anche nel 2014 in occasione di un Congresso su benessere e piacere a Forio cui hanno preso parte medici specialisti, un teologo e un filosofo.

Silvana Lazzarino

TINTO BRASS: UNO SGUARDO LIBERO

Roma Complesso del Vittoriano, Salone centrale

Via San Pietro in Carcere

fino al 23 marzo 2016

Ingresso libero

mostra su Tinto Brass

mostra su Tinto Brass

 

Il Dispari 2016-03-14

Bruno Il dispari

Il Dispari 20160307 comp (1)

Editoriale

Lo scorso 28 Febbraio sono scaduti i termini per la presentazione delle poesie, delle opere grafiche e delle musiche da selezionare per l’assegnazione dei premiOtto milioni.
La commissione preposta alla designazione delle opere finaliste ha scelto 30 poesie, 2 opere grafiche e 1 canzone.

Possiamo, quindi già comunicare che Girotondo di Emozioni” parole e musica di Guido Arborelli è l’INNO della quinta edizione del premio internazionale di Poesia “Otto milioni”.
Questa testata avrà il privilegio di proporvi la canzone “Girotondo di Emozioni” in anteprima assoluta e nella versione originale. Potrete ascoltarla a partire dalle ore 18 di oggi collegandovi al link http://www.ildispari24.it/it/girotondo-di-emozioni/

In quanto al premio per la migliore opera grafica, la commissione ha deciso, operando in conformità del brocardo latino che recita ex aequo et bono, in quantum aequius melius, di considerare vincitrici a pari merito due opere a firma di Antonella Ronzulli e di Liga Sarah Lapinska. Se avrete la bontà di continuare a seguire le nostre iniziative culturali, potrete apprezzare le qualità delle due opere grafiche nella pubblicazione, comunque in esclusiva e certamente in anteprima, che vi proporremo lunedì prossimo.

A questo punto, tutta la scena deve andare alle 30 poesie designate finaliste del premio di poesia “Otto Milioni”, giunto ormai alla quinta edizione.
Le 30 poesie finaliste sono:

  • “Katia Massaro” di Angela Maria Tiberi; “Il bacio” di Silvana Lazzarino; “Tutto tace” di “Franco Maccioni; “Mezzanotte di Solidea Basso; “Cuori che si raccontano” di Antonio Fiore; “Fatica” di Ester Margherita Barbato; “Quasi l’alba.” di Massimo Rozzi; “Se io fossi la strada” di Liga Sarah Lapinska; “Le montagne raggiunte” di Janis Lapinskis; “L ‘idillio” di Vera Roke; “Ricordando l’estate soleggiata” di Anna Gura; “L’estate, la terra del fuoco” di Marta Zemgune; “Ho il mio proprio calendario” di Natalya Kalinovskaya; “La prigioniera dell’amore” di Eva Strazdina; “Notte a Ischia” di Pasquale Di Costanzo; “Oltre la libertà “ di Antonella Ronzulli; “Mondi di fuori “ di Annamaria Vezio; “A Mia madre” di Tina Bruno; “Bruce Lee profeta delle arti marziali” di Elisa Ruthenberg; “Poesia sulla malattia” di Giorgio Piacquadio; “Pensiero alla nonna” di Paola Occhi; “Gennaio 1976” di Mario Di Nicola; “Continuo in te” di Liga Sarah Lapinska; “Fammi la primavera” di Ester Margherita Barbato; “Sotto il pergolato” di Luciano” di Manfredi; “Davanti al fuoco” di Giuseppe Capoluongo; “Il peso della razionalità” di Ester Margherita Barbato; “Luna nuova “ di Luca Cipolla; “Una nota sola” di Ester Margherita Barbato; “Isole mai abbandonate” di Liga Sarah Lapinska.

Tutti i testi delle poesie finaliste li potrete trovare subito al link https://www.emmegiischia.com/wordpress/autori-finalisti-premio-otto-milioni-2016/
dove potrete votarli cliccando il “mi piace” presente nelle singole pagine.
Nelle prossime edizioni di questa rubrica, che vi ricordo ha cadenza settimanale (ogni lunedì), troverete pubblicate, in ordine sparso, tutte le poesie che potrete votare compilando i coupon allegati.” La graduatoria finale, infatti, sarà composta dalla somma dei punti ottenuti in quattro differenti classifiche le quali, oltre alle due suddette, saranno espresse successivamente tramite coupon inseriti nelle antologia “Otto milioni 2016” e, infine, da una Giuria tecnica appositamente nominata e presieduta da Roberta Panizza che ricopre il ruolo di Vice Presidente e Direttrice Artistica di DILA.

Poiché molti autori sono residenti in zone non coperte dalla distribuzione della nostra testata (e tanti autori vivono addirittura all’estero), abbiamo inteso mettere a loro disposizione un contatto di prenotazione valido anche per singole copie. Telefonando al numero 081984763, chiedendo della Signora IMMA, facendo il mio nome e indicando il giorno di pubblicazione, gli autori potranno ricevere a domicilio il numero di copie che vorranno pagando solo il costo dei giornali maggiorato di 3 euro per il servizio di spedizione.

Silvana Lazzarino chiude la rubrica odierna facendoci rivivere la visita che ha effettuata alla bella mostra romana dei maestri pittorici dell’arte italiana del Novecento… alla quale, lo dico con un pizzico di rammarico, avremmo certamente avuto piacere di recarci in molti!
Buona lettura!
Bruno Mancini

Il Dispari 20160307 comp (2)

Presentazione del brano GIROTONDO DI EMOZIONI

Intervista al DUO Arbonelli – Benedetti

GIROTONDO DI EMOZIONI è il brano designato come INNO della quinta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni”.
Il testo e la musica sono di Guido Arbonelli.
Anche l’improvvisazione al clarinetto è dello stesso Arbonelli, che svolge attività didattica al Conservatorio in Adria (RO) e concerti come clarinettista.
La voce è della Prof.ssa Natalia Benedetti, vocalist solo per questa occasione perché anch’ella svolge attività di clarinettista e docente.
Il DUO Arbonelli – Benedetti ha svolto attività concertistica a Ischia fin dagli anni ’80, invitati spesso dal compianto M° Vincenzo Sena.
Inoltre hanno svolto spesso attività di docenza in masterclasses nei vari comuni dell’isola.
Di conseguenza, l’isola, con il suo sole e calore, mare e amore (come recita il testo della canzone) è da sempre rimasto nel cuore del DUO.
Per non parlare dei numerosi amici ischitani e napoletani che negli anni, hanno accompagnato le loro performances.

Bruno Mancini: “Come è nata l’dea della canzone Girotondo di emozioni che è stata scelta come inno della quinta edizione del premio internazionale di poesia Otto Milioni?”
Guido Arbonelli: “L’idea della canzone nasce quando, in internet, Natalia Benedetti ed io abbiamo viene visionato il Concorso letterario che ci ha attratto per la peculiarità di non essere solo un concorso ma di estrinsecarsi in una interessante serie di attività culturali.”

Bruno Mancini: “Quali sono i temi musicali con i quali avete costruito la canzone?”
Guido Arbonelli: “Nella canzone non poteva mancare un’introduzione “calma e nostalgicamente felice” con un’improvvisazione del clarinetto.
Poi lo strumento accompagna la voce, sempre ritmicamente melodica nei suoi temi che richiamano tutte le sensazioni che Ischia dona al visitatore.
Nella parte centrale si decide per un breve RAP (solo parlato) al fine di dare più incisività alla ritmica della canzone per poi mescolare il tutto con lo strumento che svisa in modo jazzistico e la voce che regala un… GIROTONDO DI EMOZIONI realmente vissute.”

Bruno Mancini: “Ringraziandovi per questo stupendo omaggio alla nostra isola d’Ischia e per la stima che avete riservato ai nostri progetti culturali, vi rinnoviamo i complimenti da parte di tutti i componenti dello staff DILA e contiamo di avervi quanto prima in concerto qui da noi.”
Guido Arbonelli: “Grazie a voi per il prestigioso riconoscimenti e… contateci, saremo presto di nuovo a Ischia”.

  • GIROTONDO DI EMOZIONI
    IL NOSTRO SIMBOLO D’AMORE
    E’ UN VERDE CUORE
    ISCHIA E’ UNA POESIA
    AMALA CON NOI
    SE TU VUOI LEGGER LA SUA STORIA
    TI SORPRENDERAI
    UN GIROTONDO DI EMOZIONI
    VIVILE CON NOI
    GREEN HEART GREEN HEART MARE, SOLE, AMORE
    GREEN HEART GREEN HEART SIAMO QUI PER TE
    GREEN HEART GREEN HEART MARE, SOLE, AMORE
    GREEN HEART GREEN HEART VIVILE CON NOI
    IMPROVVISAZIONE STRUMENTO
    GREEN HEART GREEN HEART VITA, LUCE, CUORE
    GREEN HEART GREEN HEART SIAMO QUI PER TE
    GREEN HEART GREEN HEART VITA, LUCE, CUORE
    GREEN HEART GREEN HEART ISCHIA E’ QUI PER TE
    Rap
    QUESTO CUORE VERDE BATTE PIU’ CE MAI,
    ALZA LE TUE MANI CANTA INSIEME A NOI,
    NOI SIAM FELICI PERCHE’ SIAMO AMICI,
    PRENDI LE EMOZIONI E VIVILE CON NOI,
    GREEN HEART GREEN HEART MARE, SOLE, AMORE
    GREEN HEART GREEN HEART SIAMO QUI PER TE
    GREEN HEART GREEN HEART MARE, SOLE, AMORE
    GREEN HEART GREEN HEART ISCHIA E’ QUI PER TEEEEE

Il Dispari 20160307 tutto ridim

AFFINITÀ ELETTIVE

DA DE CHIRICO A BURRI

COLLEZIONI MAGNANI ROCCA & GALLERIA D’ARTE MODERNA

I momenti più significativi delle trasformazioni stilistico espressive dell’arte italiana del Novecento passando dal movimento della Metafisica all’Informale trovano un percorso interessante nella mostra in corso a Roma presso la Galleria di Arte Moderna di Via Crispi. La mostra, AFFINITÀ ELETTIVE da De Chirico a Burri con opere della Galleria d’Arte Moderna e della Fondazione Magnani Rocca, promossa da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, offre (fino al 13 Marzo pv) ai visitatori una selezione di circa quaranta opere della prestigiosa collezione parmense in dialogo con le opere della Galleria d’Arte Moderna, nello spirito di reciprocità tra le due istituzioni, impegnate nella valorizzazione del patrimonio artistico del Novecento italiano. Sulla base di pure consonanze e suggestioni formali, di temi ed ambiti figurativi, si sono voluti accostare alcuni capolavori della collezione parmense a quelli della collezione capitolina riferendosi in particolare al periodo che dagli anni Venti arriva agli anni Sessanta cercando di guardare a quelle affinità elettive degli artisti per creare nuovi dialoghi tra gli stessi presenti nelle due raccolte in rapporto alle loro identità e al periodo in cui si sono formati.

Un dialogo che ha permesso un approfondimento diverso, stimolante, sul panorama culturale che dalla prima metà del Novecento arriva fino alle ricerche informali di Alberto Burri.

Straordinaria l’affinità elettiva tra le opere della collezione Magnani e quelle della collezione capitolina messa in luce da questo percorso dove, oltre al capolavoro del padre della Metafisica Giorgio de Chirico L’enigma della partenza (1914) che è una delle gemme della collezione Magnani, sono collocate alcune opere della collezione capitolina che dalla stessa corrente metafisica traggono spunto e richiami formali. Al nucleo parmense delle nature morte di Giorgio Morandi (con le serie Natura morta) e di Filippo De Pisis (W Mozart e Interno dello studio) viene giustapposto un vario panorama di opere della raccolta romana che negli stessi anni testimonia la ricerca formale svolta sul tema dell’oggetto sul piano, da parte di molti artisti italiani. I rimandi sono molteplici e riferiti a diversi artisti di rilievo: da Marino Marini a Giacomo Manzù, da Ettore Colla a Leoncillo, da Mafai a Scialoja, da Gino Severini ad Alberto Savinio, solo per citare alcuni autori delle circa cento opere presenti in mostra. Così accanto a Bambina sulla sedia di Manzù, Taglio rosso di Leoncillo e Composizione di Severini, sono Rovine di Varsavia di Turcato e Autunno di Savinio.

Chiude il percorso una sezione con acqueforti di Giorgio Morandi caratterizzate da raffinatezza e perizia tecnica nell’esecuzione. A Morandi nell’estate del 1996 Ischia aveva dedicato una mostra davvero suggestiva e di grande richiamo negli spazi del Castello Aragonese.

Silvana Lazzarino

De Chirico mostra Affinità elettive

Bruno Il dispari

Il Dispari 2016-02-29

Il Dispari 20160229 comp

Editoriale

La diffusione nazionale di questa pagina, insieme alla sua impostazione di grande apertura verso l’accoglienza di nuove penne, nuovi pennelli, nuove note, e, in sostanza, verso la frontiera dell’Arte lasciata aperta a 360°, sta creando una serie di attese da parte di tanti scrittori che ambiscono a cimentarsi anche nel campo giornalistico. Oggi, diamo l’annuncio che a breve apriremo una finestra sul mondo culturale siciliano grazie alla collaborazione con Francesca Luzzio. Chi è Francesca Luzzio lo potrete leggere nella scheda che pubblichiamo qui di seguito.

Intanto, prosegue senza soste il girovagare per tutta la penisola della nostra inviata speciale Silvana Lazzarino. A lei va il merito di aggiornarci continuamente con ottime recensioni, di mostre e di eventi culturali, le quali, pur non potendo essere proposte tutte in questa pagina per ovvi motivi di spazio, vi invitiamo a cercare nell’edizione on-line http://www.ildispari24.it/, convinti che ne apprezzerete la competenza e l’eleganza lessicale. Come suo articolo di questa settimana abbiamo scelto quello che registra i concerti del duo “Meravigliosamente Retrò” perché è ormai certo l’inserimento di una tappa ischitana durante la loro prossima tournée primaverile/estiva.

Con molto piacere diamo l’annuncio dell’accordo di collaborazione definito con  l’Ass. “CentroInsieme Onlus” per due motivi principali. Il primo dei quali riguarda la soddisfazione per aver posto una nuova pietra di quel progetto, forse utopico ma forse indispensabile a salvare l’arte del “popolo” dal lento declino cui sta andando incontro,  consistente nell’accorpamento di quante più realtà associative possibili in impegni comuni verso la realizzazione dei singoli progetti. Il secondo motivo di compiacimento è la rilevanza di estrema difficoltà ambientale, bene evidenziata nel titolo dell’evento “Progetto Vela: Rendere Consapevoli Scampia”, in cui si va a cercare di interloquire con proposte non speculative, né di ordine pratico, ma di natura ideologica e culturale.

Da parte mia, m’inserisco in questo contesto con una “poesia-non poesia” che ritengo espressione di un disagio generale molto più generico e più esteso di quanto appaia comunemente.
Buona lettura!
Bruno Mancini

Magari fosse solo una poesia!
Per la serie Esopo news.
La ballata dei camorristi

Se un giorno vai in giro per le tue strade a fotografare ciò che ti piace e un tizio, che non è neppure italiano, t’insegue per intimarti di NON scattare foto in quel luogo pubblico, questa, per qualcuno è insopportabile intimidazione.

Se un giorno vai in giro per le tue strade a fotografare ciò che ti piace e un tizio, che non è neppure italiano, t’insegue per intimarti di NON scattare foto in quel luogo pubblico ove lui sta lavorando, questa, per qualcuno è insopportabile intimidazione.

Se un giorno vai in giro per le tue strade a fotografare ciò che ti piace e un tizio, che non è neppure italiano, t’insegue per intimarti di NON scattare foto in quel luogo pubblico ve lui sta lavorando come operaio edile, questa, per qualcuno è insopportabile intimidazione.

Se un giorno vai in giro per le tue strade a fotografare ciò che ti piace e un tizio, che non è neppure italiano, t’insegue per intimarti di NON scattare foto in quel luogo pubblico ove lui sta lavorando come operaio edile nel cantiere pubblico, questa, per qualcuno è insopportabile intimidazione.

Se un giorno vai in giro per le tue strade a fotografare ciò che ti piace e un tizio, che non è neppure italiano, t’insegue per intimarti di NON scattare foto in quel luogo pubblico ove lui sta lavorando come operaio edile nel cantiere pubblico stradale, questa, per qualcuno è insopportabile intimidazione.

Se un giorno vai in giro per le tue strade a fotografare ciò che ti piace e un tizio, che non è neppure italiano, t’insegue per intimarti di NON scattare foto in quel luogo pubblico ove lui sta lavorando come operaio edile nel cantiere pubblico stradale a supporto di un mini escavatore tipo “Bobcat, questa, per qualcuno è insopportabile intimidazione.

Se un giorno vai in giro per le tue strade a fotografare ciò che ti piace e un tizio, che non è neppure italiano, t’insegue per intimarti di NON scattare foto in quel luogo pubblico ove lui sta lavorando, senza nemmeno il casco protettivo, come operaio edile nel cantiere pubblico stradale a supporto di un mini escavatore tipo “Bobcat, questa, per qualcuno è insopportabile intimidazione.

Se poi, al tuo invito di chiamare la “Polizia” per chiarire il tuo diritto a fotografare quel luogo pubblico, arriva in soccorso del tizio (che non è neppure italiano e ti ha inseguito per intimarti di non scattare foto in quel luogo pubblico ove lui sta lavorando, senza nemmeno il casco protettivo, come operaio edile nel cantiere pubblico stradale a supporto di un mini escavatore tipo “Bobcat” un secondo “manovale”, italiano forse napoletano, anche lui attivo senza nemmeno il casco protettivo nel cantiere pubblico stradale a supporto di un mini escavatore tipo “Bobcat”, e ti sputa sul muso un “Me ne fotto della Polizia, qua decido io che non si possono scattare fotografie”, questa, per qualcuno è CAMORRA.

Magari fosse solo una poesia!

Bruno Mancini

Il Dispari 20160229 1 comp

Francesca Luzzio nuova “penna” di questa pagina.

Francesca Luzzio è nata a Montemaggiore Belsito e vive a Palermo.

Poetessa, scrittrice e critico letterario, ha insegnato Italiano e Latino nei licei.

Socia dell’Acc. internaz. Il Convivio, dell’Acc. siciliana di Cultura umanistica, della Soc. Dante Alighieri, è componente del Comitato scientifico del Parco letterario G. G. Battaglia di Aliminusa, del Consiglio direttivo dell’Ottagono letterario e di alcune giurie di premi letterari (Tracce per la meta, Il Convivio, Mignosi).

Come critico letterario collabora con apprezzate riviste quali “Le Muse” “Il Convivio” “ Il Bandolo” “Vernice” “Soaltà” “Il Salotto degli autori”. Ha partecipato alla stesura degli studi “Poesia italiana del Novecento “ e “Narrativa italiana del Novecento”, pubblicati dalla rivista didattica “Allegoria”, diretta da R. Luperini.

Si sono interessati della sua produzione letteraria, esprimendo apprezzamenti: Dante Maffia, Lucio Zinna, Franca Alaimo, Giorgio Barberi Squarotti, Enza Conti, Gregorio Napoli, S. Gross-Pietro, Giannino Balbis, Giovanni Rescigno, Stefano Lanuzza, Alessia Mocci, Ester Monachino, G.Ruggero Manzoni, Roberto Pazzi ed altri.

Sue opere sono inserite in vaie pubblicazioni tra le quali: “Atlante letterario italiano” “Borruto, Storia della letteratura italiana” “Ant. Internazionale, Agar” “Romanzo della letteratura siciliana” “Dizionario biobibliografico degli autori siciliani tra Ottocento e Novecento” “Contributi per la Storia della letteratura italiana”, e in numerose antologie.

Ha pubblicato la raccolta di racconti e poesie “Liceali – L’insegnante va a scuola”, il profilo saggistico “La funzione del poeta nella letteratura del Novecento ed oltre”, e  le sillogi di poesie “Cielo grigio” “Ripercussioni esistenziali” “Poesie come dialoghi”.

Ha curato con Marcello Scurria “Poetare e raccontare – Laboratorio di scrittura creativa”.

Ha partecipato a numerosi concorsi ricevendo premi e riconoscimenti.

Francesca Luzzio comp

Il Dispari 20160229 tutto ridm

PAOLA OCCHI E SANTINA AMICI
A Roma MERAVIGLIOSE COME SEMPRE 

Armonie di note e canto tra i ritmi legati all’operetta e all’opera e alle sfumature della classica hanno riempito di nuova emozione il cuore di Roma. Lo scorso 20 e 21 Febbraio, nel centro di Roma presso i suggestivi spazi relegati alla musica quali La Stanza della Musica in Via dei Greci e la Chiesa dei Santi Nomi di Gesù e Maria, si è assistito ai due concerti del Duo “Meravigliosamente Retrò” formato dalla soprano Paola Occhi e dalla pianista Santina Amici che hanno incantato il pubblico romano e non solo

A questi appuntamenti ha trionfato la musica tra profano e scaro. Musica che nei diversi ritmi e movimenti ha toccato le emozioni della vita tra passato e presente raccontando di inganni e passioni, gelosie e abbandoni, sottolineando il coraggio, la speranza e la fede. Emozioni che sembrava di respirare lungo i ritmi tra gli acuti e le sfumature vocali di Paola Occhi e la padronanza tecnica e raffinatezza interpretativa di Santina Amici al pianoforte. Raffinatezza ed eleganza, forza espressiva e descrittiva hanno come sempre accompagnato le loro interpretazioni tra arie di opera e operetta e brani di musica classica. “Ho vissuto una grande emozione anche grazie al pubblico che alla fine ha mostrato di aver apprezzato molto la nostra interpretazione tanto da riservarci un applauso lungo cinque minuti…” Queste le parole di Paola Occhi soddisfatta della sua esibizione romana, ma soprattutto felice di aver trovato nella Capitale un pubblico attento e interessato. A conferma di questo anche il fatto che le sue introduzioni ai brani di classica, con brevi cenni sulla storia del testo compresi eventuali aneddoti, sono risultate preziose per un ascolto più partecipe. Le due artiste saranno presto nuovamente ad Ischia, isola che è entrata nei loro cuori e dove lo scorso anno hanno riscosso successo e trovato una calorosa accoglienza.
Silvana Lazzarino

Paola-e-Santina-Concerto comp

Accordo di collaborazione

Il quotidiano “Il Dispari” diretto da Gaetano Di Meglio, l’Ass. culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” presieduta da Bruno Mancini, il Circolo sportivo culturale “Il Dragone” presieduto dal maestro Pasquale -Dragon- Di Costanzo, e l’Ass. “CentroInsieme Onlus – Progetto Vela: Rendere Consapevoli Scampia” presieduta da Vincenzo Monfregola, con la collaborazione dello scrittore Ivan Caldarese hanno concordato di avviare una costante cooperazione tesa a perseguire lo scopo di promuovere l’Arte in generale, e la Poesia in particolare. Come primo progetto comune si è stabilita la collaborazione-partnership per il concorso nazionale di Poesia “Una poesia per il futuro” ideato ed organizzato dall’Ass. “CentroInsieme Onlus”. Firmato: Gaetano Di Meglio, Bruno Mancini, Pasquale Di Costanzo, Vincenzo Monfregola, Ivan Caldarese. Info: emmegiischia@gmail.com

centroinsiemeonlus@gmail.com

Tel. 3914830355 – 3927875298

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Il Dispari: una pagina per DILA

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DILA   

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MARIO GIACOMELLI

 IL BIANCO E IL NERO NEGLI SCATTI DI GIACOMELLI

Tra i più famosi fotografi italiani Mario Giacomelli (Senigallia 1925-2000) con sguardo attento, ma mai giudicante ha saputo cogliere accanto ai volti del paesaggio rurale o costiero in particolare  della sua terra, le Marche, gli aspetti di una quotidianità legati ad ambienti semplici, umili, talora abitati dalla solitudine dall’abbandono, ma anche dal silenzio e da momenti di svago. Entro questi spazi e paesaggi affiorano silenziosi o spiccano anziani, donne, ragazzi presi dai loro pensieri o intenti in diverse attività.

fotografia di Mario Giacomelli

fotografia di Mario Giacomelli

L’ospizio di Senigallia dove la madre lavorava nella lavanderia e dove lui da ragazzino si recava durante i fine settimana con la sua macchina fotografica, era un mondo da scoprire dove recuperare quella poesia degli affetti e delle emozioni attraverso quegli sguardi assorti, sofferenti, consapevoli di un tempo oramai fuggito via. Poesia delle emozioni e degli affetti che Giacomelli riesce a restituire attraverso ogni immagine di persona e che lo accompagnerà anche negli scatti riservati a scorci paesaggistici e ambienti di interni. Fondamentale per lui è stato l’incontro con il fotografo e intellettuale Giuseppe Cavalli autore del manifesto de La Bussola, il circolo fotografico più importante del Dopoguerra, il quale lo invitava a proseguire nella fotografia e parallelamente a leggere testi poetici.

Alla forza espressiva dei suoi scatti bianco e nero con cui ritrae volti sguardi, di anziani, con cui documenta scorci e vedute di paesaggi dell’entroterra e della costa dove si intravedono anche uomini, donne e bambini, il Museo di Roma di Palazzo Braschi dedica una mostra aperta da mercoledì 23 marzo al 29 maggio 2016. La mostra Mario Giacomelli. La figura nera aspetta il bianco a cura di Alessandra Mauro. promossa da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e prodotta da Fondazione Forma per la Fotografia, in collaborazione con Archivio Giacomelli di Senigallia, propone per la prima volta al pubblico romano, e non solo, un viaggio appassionante a scoprire gli angoli più sottili e segreti della sua arte e del suo ardore creativo per toccare la sua intimità e profonda poesia che affiora da ogni fotografia.

fotografia Mario Giacomelli

fotografia
Mario Giacomelli

Il percorso attraverso 200 fotografie originali guida il visitatore entro ambienti semplici, spogli che vanno dalle stanze degli ospizi e dai cortili dei seminari della sua città Senigallia a paesaggi rurali come quelli abruzzesi di Scanno, alla costa adriatica.

Si possono ammirare le celebri serie delle prime fotografie, scattate sulla spiaggia di Senigallia nel 1953, quelle dedicate all’Ospizio (“Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”), quelle che riprendono i “pretini” in festa nel seminario della città (“Io non ho mani che mi carezzino il volto”), e poi Lourdes, e le atmosfere fuori dal tempo di Scanno, i contadini de “La buona terra”, e la storia quasi cinematografica di “Un uomo, una donna, un amore”. E ancora le serie dedicate alle grandi poesie il cui ritmo affascinò Giacomelli: tra queste “A Silvia”, “Io sono Nessuno”, “Ritorno”. Da sottolineare anche le straordinarie immagini del paesaggio marchigiano, che Giacomelli non si è mai stancato di fotografare, di riprendere e di sorprendere, ed alcune tra le sue immagini più “materiche”, dove la tensione tra le figure nere e il bianco di fondo si fa attesa drammatica, corposa, lirica.

fotografia di Mario Giacomelli paesaggio agricolo

fotografia di Mario Giacomelli paesaggio agricolo

Entro questi contesti e luoghi il suo occhio fotografico recupera la poesia dell’uomo: i volti degli anziani solcati da rughe profonde a ricordare il tempo che passa e la malinconia che invade il pensiero, i seminaristi in alcuni momenti di svago ripresi mentre si trovano nel cortile del seminario, o ancora le figure di donne vestite di nero che staccano sul suolo dei paesaggi quasi bianchi. Il suo è un documentare la vita dell’uomo mettendo a nudo le sue emozioni e in questo l’essersi accostato alla poesia e ai testi di autori come Leopardi, Montale, Emily Dickinson, Edgar Lee Master, Corazzini, Luzi e Borges ha avuto un significato importante dando una nuova luce ai suoi lavori, Egli affermava “Il mio realismo è molto poetico, nel senso che trascura, va a discapito di alcune cose. A me interessa provare emozioni, saper guardare dentro di me”. Entro questi scenari si evince il contrasto tra bianco e nero che seppur talora può stridere, suona come armonia e poesia specie quando è protagonista la natura il cui paesaggio diventa semplice anche quando a campeggiare sono colline o pendii.

Silvana Lazzarino

Mario Giacomelli.

 La figura nera aspetta il bianco

Museo di Roma – Palazzo Braschi

Piazza San Pantaleo – Roma

Orario: martedì-domenica ore 10.00-19.00

La biglietteria chiude un’ora prima

Informazioni 060608 tutti i giorni 9.00-21.00

dal 23 marzo al 29 maggio/2016

ALCUNI articoli  di Silvana Lazzarino  PUBBLICATI SU Ildispari24.it

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PREMIO BRERA BICOCCA

/PERCEZIONE- AZIONE

PREMIO BRERA-BICOCCA

I linguaggi e spazi di azione entro cui si muove l’arte contemporanea per dare voce ad un immaginario che è visivo ed emotivo apre a percorsi unici in cui passato e presente, memoria e attualità si intrecciano. In linea con i cambiamenti legati al progresso e alle nuove tecnologie, oltre che alle mode del momento, I linguaggi dell’arte contemporanea che spaziano dalla pittura spesso materica alla fotografia, dal digitale, al video, fino alla performance raccontano con uno stile incisivo e immediato, spesso essenziale, ma sempre originale, aspetti legati al vissuto umano e sociale tra quotidiano ed extraquotidiano, visibile e invisibile.

BreraBicocca2016 mostra PERCEZIONE AZIONE

BreraBicocca2016 mostra PERCEZIONE AZIONE

Rappresentazioni di atmosfere reali, rielaborate nel tempo della memoria spesso nostalgica, o immaginiate dove diventa possibile cogliere quei processi interiori legati a stati d’animo e sensazioni individuali e collettive, appartengono allo scenario che di volta in volta restituisce l’arte contemporanea nel suo descrivere e interpretare le armonie e le incertezze dell’esistenza. Tra le immagini che l’arte restituisce nel rappresentare i diversi aspetti della realtà e i comportamenti fisici legati a gesti e azioni si crea una

corrispondenza: ogni rappresentazione visiva va a toccare le percezioni emotive e fisiche. A presentare questa rispondenza dettata dalle immagini è la mostra Percezione-Azione organizzata da Milano-Bicocca e l’Accademia di Brera che si inaugura a Milano lunedì 21 marzo 2016 presso l’Edificio U6 in Piazza dell’Ateneo Nuovo, 1. Mettere in relazione le arti visive con la formazione sperimentale-empirica universitaria è tra gli obiettivi dell’accordo di collaborazione culturale e scientifica stabilito lo scorso anno tra l’Università di Milano-Bicocca e l’Accademia di Belle Arti di Brera.

In linea con questo discorso la mostra vede protagonisti gli studenti dell’Accademia di Brera selezionati nell’ambito del premio Brera Bicocca 2016 che espongono trenta opere alle quali si affianca l’installazione dell’artista genovese Renata Boero, appartenente al ciclo dei Kromogramm, una sorta di alfabeto cromatico che sperimenta procedimenti di trasformazione metabolica di elementi naturali -kourkoum, ratania e altre essenze, tutti a forte valenza simbolica- secondo una precisa temporalità. I Kromogrammi

Kromogramma 1973 colori vegetali su tela marina

Kromogramma 1973 colori vegetali su tela marina

sono una sorta di architettura organica formata da grandi tele piegate dove si susseguono colori, materie e forme diverse secondo un ordine ritmico. In sintesi una pittura che non contempla la pittura non essendo una composizione definitiva e definita in senso compiuto e assoluto. Si avverte in essa un rimando alla pittura dove si recupera l’essenzialità per esprimere anche ipotetiche complessità. Sulla sperimentazione poggia anche mirror box per far scoprire, attraverso un esperimento del Dipartimento di Psicologia di Milano-Bicocca e dei Dipartimenti di Arti Visive e Progettazione e Arti Applicate dell’Accademia, come la percezione attraverso gli occhi possa modificare l’azione del corpo.

Attraverso linguaggi diversi gli artisti alternano semplicità e complessità nella forma e nella composizione per toccare tra verità e mistero luoghi fisici e metafisici di una realtà in costante trasformazione dove si diventa attori e spettatori di un gioco tra presenza e assenza, verità e finzione. In occasione dell’inaugurazione, cui prenderanno parte, tra gli altri, il rettore dell’Università di Milano-Bicocca Cristina Messa, il Direttore dell’Accademia di Brera Franco Marrocco e il Presidente dell’Associazione Big Size Art Francesco Buffa Di Perrero, saranno assegnati anche i premi Brera-Bicocca 2016. A Renata Boero andrà il premio per la sezione “artista di chiara fama”, mentre per la sezione giovani allievi dell’Accademia a Roberto Carovilla, Giulia Gentilcore e Alessandro Vinci andranno rispettivamente il Premio Big Size Art, il Premio Bicocca e Premio del Pubblico on line.

Silvana Lazzarino

Percezione-Azione

Premio Brera Bicocca

Università degli Studi di Milano Bicocca

Edificio U6, Piazza dell’Ateneo Nuovo, 1, Milano

Vernissage 21 marzo 2016 ore 17.00

dal 22 marzo al 21 giugno 2016

ALCUNI ARTICOLI DI SILVANA LAZZARINO

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