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Alberto Ghirardini
“Felice lavoratore della terra, amante dei silenzi della campagna, gaudente, benvivente, socialmente gradevole, cocciuto, è determinato esecutore di duro lavoro per far vincere il bello.”
E nessuno provi a dimostrare il contrario!
C’era una volta, adesso c’è ancora e siamo sicuri che ci sarà ancora per almeno cento anni, un contadinotto internazionale che amava tanto, ma proprio tanto i suoi nipotini.
Li aveva sempre presenti durante ogni faccenda e ne parlava agli amici con orgoglio e soddisfazione.
Scattare, guardare e mostrare foto dei pupi erano alcuni dei suoi hobby preferiti.
Un giorno (non si sa se bello o brutto, se con il sole o con la luna, se freddo o caldo, se lungo o corto, se allegro o triste, se solitario o in compagnia… insomma non si sa niente di quel giorno), un giorno, dicevo, il contadino che aveva trascorso lunghi periodi della sua vita in Paesi diversi e lontani tra di loro (quando parlo di Paesi, dovete capire, bambini, che non parlo di luoghi come Ischia Porto o Casamicciola, ma di Vere Grandi Nazioni tipo Vaticano, San Marino, Andorra, e poi quando dico “lontani tra loro” non voglio significare che erano lontani come il vostro garage per la bicicletta e il mobiletto della tv -tutte cose che vi ho spiegato mille volte durante le lezioni sulla preistoria galattica-, ma lontani come lo sono spesso i sogni dalla realtà), insomma quel giorno il nostro AG incontrò un aspirante poeta, BM che aveva conosciuto mille anni prima, subito prima dello sbarco sulla luna, mentre entrambi erano intenti a fuggire da qualcosa per creare alternative.
Lo incontrò, si annusarono per quanche tempo per capire se il lungo periodo avesse travisato le affinità che c’erano state tra loro e prima piano poi sempre più forte… no Pollini non mimare di suonare perché non parlo del pianoforte… insomma poco alla volta ripresero a marciare verso ricordi e verso reciproci scambi di momenti di vita.
So che avete sonno e quindi arrivo subito al cuore di questa storiella.
Quindi, avvenne che un giorno il contadinotto internazionale, che nel frattempo aveva anche parlato delle sue conquiste americane… no Cristoforo, non ti agitare nessuno mette in dubbio la tua priorità anche se quell’Amerigo fu un furfante… e tu Tex smettila di maneggiare quel pistolone perché gli indiani non sono più sul piede di guerra ma ballano per i turisti… posso continuare? Anche per te Marilin che appena senti parlare di conquiste ti si rizzano tutte le sottovesti?
Ok allora quel giorno AG scrisse:
…@libero.it
24 apr
“Caro Zio Bruno Poeta Amico, chiediamo a tua moglie che ti dia una carezza che io e Patrizia ti mandiamo… in un momento di tuo incasinamento… può’ far bene! E lo faccia fino al 2 Maggio. Poi, se serve, le chiederemo di dartene altre ancora…
Godetevi, tu e lei, queste BELLE foto fatte da Dawn e Stef. Ricordati sempre che DAWN è “Aurora” nella nostra bella lingua… nome a te caro .
Chissà che sei occhi cerulei non ti abbiano a ispirare qualche verso importante.”
BM rimase molto colpito da “Ricordati sempre che DAWN è “Aurora” nella nostra bella lingua… nome a te caro .
Chissà che sei occhi cerulei non ti abbiano a ispirare qualche verso importante “e avrebbe voluto fare di tutto per accontentare l’amico, ma la sua aspirazione di diventare poeta gli impediva di scrivere senza una reale ispirazione.
Così passarono giorni e mesi fino a quando, una notte di luna piena, la notte di San Lorenzo, in una baia solitaria, dopo una lunga nuotata notturna a BM venne il ricordo di una foto di una nipotina del contadinotto internazionale, e con esso gli si evidenziarono alcune immagini da trasformare in versi.
Non aveva neppure un foglio di carta bianca, ma non si perse d’animo e scavando nello zaino trovo una settimana enigmistica che gli serviva per incartare i piccoli contenitori con i vermi americani… fermi, state fermi e zitti questa non è un’offesa per i bravi difensori della pace mondiale… ma mi riferisco a quel particolare tipo di lombrico che si usa per la pesca e che va sotto il nome appunto di “americano”.
Ora, grazie alla diffusione della cultura poetica effettuata dal più importante editore dei millenni passati (parlo di Walt Disney se non l’avete capito) abbiamo avuto la possibilità di ammirare il testo nella sua scrittura originale.
Data l’estrema difficoltà nel decifrare la pessima scrittura dell’autore, alcune decine di volontari, sparsi in ogni angolo della nostra galassia, per alcune centinaia di anni hanno lavorato affinché, ora, voi possiate godere di questo vero gioiello poetico.
Un saluto stellare dalla vostra “ninna nanna globale”.
Ricomincio il canto
Il ritorno scoppia
di silenzi amici:
siamo troppo forti
per la pacca sulla spalla.
La storia resta imprigionata.
Annuso il freddo dell’aria in quelle sere.
Libri sfogliati su tavoli di legno.
Le mie contraddizioni eterne,
coerenti compiacenti compiute.
La soglia del “non voglio”
scalpellinata da flutti d’ideali.
Intrisi
infusi
indotti
-cuspidi rilucenti.
Le tenere ragazze innamorate.
… e poi mi parlo della catena d’oro
ostaggio della mia vita,
… e poi ti guardo
ancora senza fretta di sapere
… e ricomincio il canto.
ancora con la mano nella mano.